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Periodico Slp-Cisl Milano, anno 9 – Giugno 2009, numeri 88- 89
Federazione Lavoratori
POSTE CISL
MILANO
Periodico del Sindacato Lavoratori Poste CISL, via Tadino 18 – 20124 - Milano. Direttore Cono Fusca, Coord.
Redazione Paolo Zebra, Direttore Resp.le Antonio Casablanca, Aut. Trib. Milano n. 219 del 10 Aprile 2001 – Stampato
dalla tipografia “La Terra Promessa” - Novara – Spedizione in A.P. Art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Milano
Con il V Congresso Nazionale svoltosi dal 14 al 16
maggio a Castellaneta Marina (Taranto) si conclude
l'importante stagione congressuale di Slp-Cisl, iniziata
sui posti di lavoro ed ai livelli Territoriali e Regionali
tra Marzo e Aprile. Per il nostro Sindacato si è trattato
di una vera e propria rivoluzione al suo interno.
Intanto, perché più ancora che nel passato vi è stata una
più ampia partecipazione a tutti i momenti assembleari,
alle tante occasioni di confronto e di dibattito, che
hanno focalizzato tutte le preoccupazioni per gli
appuntamenti epocali che attendono a breve la nostra
categoria. La “liberalizzazione” del mercato postale
(che avverrà tra appena 18 mesi), i nodi problematici
che ancora attanagliano il nostro presente, sicuramente
complicato per la grave crisi congiunturale. E' stato
dato un forte e concreto risalto
al tema del
rinnovamento delle Strutture, alla partecipazione
SOMMARIO
Il V Congresso Territoriale del 13 Marzo 2
Il V Congresso Regionale del 16 Aprile
3
Il V Congresso Nazionale 14/16 Maggio
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Il XVI Congresso Confederale della Cisl
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Marcia indietro sulle “Raccomandate”
6
“Formazione” strumento imprescindibile 7
Cataclisma in Abruzzo, Poste interviene
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SDA, il braccio voluminoso delle Poste
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Europa e crisi del mercato postale
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Premio di Produttività, siamo riusciti!
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concreta dei giovani e delle donne. E ciò non è avvenuto
con i soliti vuoti proclami di circostanza che sempre
sentiamo nelle altre realtà sindacali. Ai nostri giovani
sono stati affidati compiti e responsabilità di “gestione”
ai vertici dell'Organizzazione, come mai avvenuto in
passato. Il risultato è che alla guida della Segreteria
Territoriale
di
Milano
mi
affiancano
momentaneamente: tre bravissimi e giovani colleghi:
Raffaele Roscigno (26 anni), Cristina Galbiati e
Umberto Fiorita (38 anni). Nessuno si faccia strane
“illusioni” però, perchè tutti noi colleghi “meno
giovani” saremo impegnati ad affiancare “a tutto
campo” ed in ogni iniziativa i nostri giovani dirigenti
sindacali
e
le
scelte
di
rinnovamento
dell'Organizzazione. Che, nel suo complesso, con questa
coraggiosa scelta getta le basi per garantire la
continuità di un impegno storico che si prepara ad
offrire la migliore rappresentanza ai lavoratori nei
prossimi venti anni. Ciò in linea con l'afflusso di
tantissimi giovani nel Settore Poste degli ultimi anni.
Soprattutto nei congressi si sono delineate quelle che
saranno in prospettiva le nuove strategie di SLP-CISL,
che hanno in sé tutta la capacità necessaria per sapere
accogliere le difficili sfide che ci pone la modernità. E
quello che chiaramente è emerso dalla tornata di
congressi che ha impegnato tutte le persone
dell'Organizzazione, è che SLP-CISL anche nelle onde
tempestose del nostro orizzonte, è una grande nave
capace di traghettare i lavoratori del settore Poste dalle
avversità dei tempi ad un futuro che auspichiamo
migliore e più sereno. Il nostro Sindacato può fare
affidamento su una robusta guida e su una struttura
sindacale ben collaudata e capillare in tutte le realtà
lavorative (lo certifica l'inequivocabile esito elettorale
Rsu/Rls, dello scorso Novembre). Ci aspetta adesso un
grande lavoro in categoria, ma sappiamo di poterlo
affrontare con le migliori energie e con tutta la seria
determinazione che sarà necessaria. Tantissimi Auguri
di cuore a tutti i nuovi colleghi eletti ai vari livelli e
Buon Lavoro. (Cono Fusca)
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V Congresso Territoriale:
votata la nuova Segreteria con
a capo Cono Fusca e ribaditi i
punti cardine dell'azione di
Slp-Cisl
Alla sua guida è stato riconfermato per il suo terzo
mandato Cono Fusca, applaudito più volte
dall'intera sala per l'impegno, l'umanità, la serietà
e credibilità conquistati in questi anni di
controverse e difficili transizioni che hanno
riguardato Poste Italiane e di conseguenza la
qualità e le problematiche delle prestazioni di tutti
noi lavoratori dipendenti. Ottima anche la crescita
di consensi che è stata decretata anche agli altri
segretari che attestano un passaggio generazionale:
si tratta naturalmente di Cristina Galbiati, già
Coordinatrice delle Donne, di Umberto Fiorita e di
Raffaele Roscigno. Una riscossa giovanile.
Erano presenti i 108 delegati in rappresentanza di tutte le
unità produttive presenti sul territorio eletti nelle assemblee
svolte sui luoghi di lavoro, il Segretario Generale Mario
Pettito, il Segretario Regionale Pino Marinaccio, la
Coordinatrice Regionale dei Quadri del SLP-CISL
Giusi Greco, il Segretario Generale Fulvio Giacomassi
per l’UST di Milano e numerosissimi ospiti. Sentita la
relazione della Segreteria, integrata dai contributi scaturiti
dal dibattito, dall’intervento della Segreteria Regionale e di
quella della UST, la approva e la fa propria.
Successivamente si sono eletti i componenti del
Consiglio Territoriale. In successione: Cono Fusca,
Cristina Galbiati, Umberto Fiorita, Raffaele Roscigno,
Roberto Puddu, Prospero Faranna, Agostino Pignataro,
Vittorio Nucera, Pierambrogio Balzarotti, Filippo
Vendra, Mario Cammarota, Eugenio Zucco, Carmelina
Masi, Antonino Rizzo, Maria Veneziano. Come sindaci
revisori: Santo Spitaleri, Antonio Iona, Vincenzo
Terrasi, Luigi Candido, Michelangelo Lo Gatto.
Successivamente si è letta la mozione finale approvata
all’unanimità in cui il Congresso ha ritenuto più che mai
attuali e significativi i valori e le aspirazioni originarie
della Cisl, quali l'autonomia, la centralità della persona,
la solidarietà e la vocazione negoziale che devono
rappresentare il punto di riferimento costante per
l'azione quotidiana dei quadri e degli attivisti sindacali
nella fase di crisi economica, sociale, morale e sindacale
che stiamo vivendo in questi mesi. Il Congresso inoltre ha
espresso formalmente piena e forte soddisfazione per i
risultati ottenuti dalla nostra Organizzazione alle recenti
elezioni Rsu/Rls che hanno premiato l'impegno degli
attivisti e la linea politica dell'Slp-Cisl spingendo noi tutti
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nella direzione di valorizzare il ruolo di queste
Rappresentanze. Si è giudicato del tutto rispondenti alle
esigenze dei lavoratori i contenuti dell'accordo quadro
sottoscritto il 22 gennaio tra le Parti Sociali ed il
Governo in materia di riforma degli assetti contrattuali;
questo accordo afferma nel settore pubblico e in quello
privato un nuovo modello di contrattazione, negoziale e
partecipativo sempre articolato su due livelli. Il nuovo
assetto contrattuale permetterà ai lavoratori di ottenere una
migliore salvaguardia del potere d'acquisto delle
retribuzioni. Alla luce della situazione sindacale nella
nostra Azienda il Congresso considera estremamente
preoccupante la situazione di stallo che si è determinata nei
mesi scorsi al tavolo delle trattative nazionale che ha
penalizzato oltremodo i diritti e le aspettative dei lavoratori
sui temi ed argomenti molto sentiti, quale la produttività, la
Sportelleria ed il Recapito. E' stato ritenuto pertanto
positiva la prospettiva di una riapertura del tavolo
negoziale nazionale, auspicando una comune volontà
sindacale di affrontare in modo concreto e decisivo le tante
problematiche oggi pendenti. Si è considerato
assolutamente necessario un confronto tra le Parti sulle
regole della rappresentanza, la cui condivisione, in via
pattizia possa consentire il dispiegamento e la pratica di
relazioni industriali corrette ed efficaci. Per quanto riguarda
le politiche per la sicurezza sul lavoro il Congresso ha
approvato nella sua totalità la “Campagna Sicurezza Slp
2009”predisposta dalla Segreteria Nazionale per sostenere
le giuste rivendicazioni in materia di prevenzione degli
infortuni, incidenti sulla strada, tutela dei videoterminalisti
e lotta allo stress correlato a quelle attività lavorative.
Inoltre è stato rilanciato il tema della previdenza
complementare quale sostegno indispensabile al futuro dei
lavoratori più giovani e, in vista della prossima scadenza
del mandato dell'Assemblea del Fondo di Previdenza
complementare Fondoposte impegna tutti i quadri dirigenti
dell'Organizzazione degli iscritti associati al Fondo a
mobilitarsi per fare in modo che la Lista Slp possa
raccogliere il più ampio consenso.
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potenziare per altri quattro anni. In Lombardia, dove
transita il 70% del traffico postale della penisola, e dove si
evidenziano con maggior vigore le idiosincrasie aziendali
che hanno portato serie ripercussioni sulla qualità dei
servizi e hanno creato un forte malcontento tra lavoratori,
cittadini, istituzioni, danneggiando non per ultimo
l'immagine su cui ha investito molto l'Azienda. Un segnale
di continuità molto chiaro, quindi. Per far fronte alle
esigenze di milioni di cittadini e un panorama geografico
cospicuo di aziende che lavorano sui territori serve un
sindacato
energico,
“di
rappresentanza
e
di
rappresentatività” nell'Azienda e oramai nell'intero “settore
postale” che sappia difendere un futuro fatto di efficienza,
strategie produttive vincenti, garanzie sociali e
ridistribuzione degli utili per tutti i lavoratori. (P.Z.)
A Castellaneta Marina (Taranto) si è svolto
l'importante appuntamento dell'Slp-Cisl
Il trionfo del “Generale”
Al V Congresso Nazionale
nel tacco d'Italia
Mario Petitto
illustra il piano dei prossimi
quattro anni
Il V Congresso Regionale
rielegge Giuseppe Marinaccio
E' stato il futuro dell'azienda Poste Italiane nella Regione il
vero fulcro del dibattito congressuale che ha preceduto,
nell'Hotel Villa Porro Pirelli di Induno Olona (Varese)
giovedì 16 Aprile, il voto dei 200 delegati provenienti dalle
province lombarde, dove alla presenza del Segretario
Generale di Categoria Mario Petitto e del segretario
regionale di Confederazione Gigi Petteni, ha manifestato
le proprie preferenze al nuovo assetto sindacale intermedio,
dando all'unanimità riconferma come Segretario SlpCisl Lombardia a Giuseppe Marinaccio, per la sua
schietta personalità e la grinta dimostrata negli anni.
Una rielezione che simboleggia l'apprezzamento generale
per la “linea” che Slp ha portato avanti fin qui e che vuole
Accanto alle centinaia di delegati provenienti
da tutto lo stivale e le segreterie territoriali,
il Segr. Confed. della Cisl Raffaele Bonanni,
il presidente di Poste Giovanni Ialongo,
il viceministro allo Sviluppo Economico
Paolo Romani...
Non avevamo nessuna paura della liberalizzazione del 2011
e continuiamo a non averne, e anzi siamo “Capaci di
guardare avanti, difendendo e organizzando il Settore
Postale con proposte che sono anche risposte”. E' con
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questa premessa di battaglia, in cui aleggia lo spirito delle
grandi strategie militari del prussiano Clausewitz, che è
iniziato il V Congresso Nazionale Slp in Puglia, la cui
relazione introduttiva è stata dedicata con un minuto di
raccoglimento cristiano alla collega
Giovanna
Bernardini, la portalettere trentenne morta a L'Aquila,
insieme al marito e ai due figli nel disastro del
terremoto. Il 14 maggio, di fronte a una platea
variegatissima, ai giornali, alle televisioni il Segretario
Generale della nostra Federazione Sindacale Mario Petitto
ha iniziato questo importante Congresso che si appresta a
cavalcare le imminenti liberalizzazioni per decreto europeo
con un lungo e appassionato intervento. Con orgoglio è
stato enucleato lo schema delle strategie approntate da Slp,
ma anche le preoccupazioni per come Poste Italiane sta
procedendo con passi falsi (il rischio di “bad
company”come è successo in Alitalia) e della lentezza
burocratica con cui il Governo tergiversa nel prendere
decisioni importanti in vista di un mercato postale
libero e concorrenziale che deve avere al più presto delle
regole e un autorithy di riferimento. In un discorso brillante
per le gustose metafore e per la drammaturgia affabulatoria
che contraddistingue la personalità del Segretario, tanto da
mantenere viva l'attenzione anche su argomenti difficili,
spinosi, per il retroterra di connessioni politico-economiche
che ormai occorre guardare in una visuale globale, un
discorso che a strappato spessissimo tanti applausi sinceri
di chi gli riconosce il piglio guerriero della guida di cui ha
bisogno la nostra Cisl. La sua ars oratoria, tra citazioni
colte (gli aforismi filosofici di Blaise Pascal, l'idea liberale
di Stuart Mill) e gustose puntualizzazioni (il “tentativo di
golpe” verso il nostro sindacato “da parte di una dittatura di
minoranze”) ha affrontato a cerchi concentrici i
“fondamentali” con cui Slp-Cisl dovrà giocare la sua partita
a scacchi. Gli argomenti sovranazionali, la “crisi
finanziaria mondiale” partita dal settembre 2008 e le
incognite del “settore” visto su scala europea. Ma poi, ha
riconosciuto il valore di Poste Italiane, quello di
un'azienda importante, dove, checché se ne dica, e come
ha ricordato l'affettuoso intervento del Presidente
dell'Azienda Giovanni Ialongo, riesce ad assumere
mentre tutte le altre licenziano o mettono in cassa
integrazione per utili non raggiunti. Dove, nonostante le
difficoltà di liquidità il nostro Sindacato in seguito a una
dura e solitaria trattativa (con le altre sigle che si
baloccavano nel “nichilismo degli anticipi”) è riuscita a far
portare a casa a tutti i lavoratori un aumento vero nel
premio di produttività. Con durezza ha criticato i vertici
aziendali nei tentativi di scompaginare tramite incongrue
ristrutturazioni non concertate e inevitabili inefficienze
organizzative il settore del recapito e le logistiche, nonché
gli uffici postali marginali trattati alla stregua di foglie e
rami secche. Una strada sbagliata perché “lascia aperto il
rischio di una privatizzazione gestita in logica di cassa e di
frammentazione dell'Azienda”. Per scongiurare questo
“declino”, il Segretario ha chiesto al Governo, a nome
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dell'Slp-Cisl, ovvero il sindacato più rappresentativo e
“fiore all'occhiello” della Confederazione come ha
ricordato Raffaele Bonanni, di “lavorare insieme” per
creare una gabbia di regole nuove di garanzia per tutti
gli operatori del mercato postale e insieme l'istituzione di
un'organismo di vigilanza per far si che vengano rispettate.
A Poste, invece, maggiori riconoscimenti per i quadri
aziendali, una riorganizzazione razionale degli sportelli
postali e del servizio del recapito: un rilancio strutturale
insomma, ma a lungo periodo (e non a breve come ha fatto
finora) che sappia far decollare un'Azienda che ha tutte le
carte per essere una piattaforma potente dal punto di vista
bancario e da quello dei servizi di comunicazione.
Importanti, le risposte contenute nel preparato
intervento dal viceministro On. Paolo Romani che
salendo sul palco ha assicurato che da parte del
Governo ci sarà massima disponibilità per affrontare
un percorso di liberalizzazione che non sia “selvaggia e
senza regole” e si adopererà all'istituzione di
“un'autorità del settore, riqualificando al contempo le
gare di appalto”. Ed infine la voce tonante e calda del
Segretario Confederale della Cisl a ribadire come “sì, il
Sindacato deve fare solo il Sindacato, cioè un valido
interlocutore di tutti i governi, perché senza il ruolo di
mediazione sociale, ridurremmo le Organizzazioni dei
lavoratori a cassa di risonanza dei partiti e dei movimenti.
Questo vale anche per aziende come le Poste, dove la Cisl,
che non a caso è il sindacato più forte e rappresentativo, in
vista della liberalizzazione del 2011, vuole guidare e non
subire questo processo”. Anche Raffaele Bonanni quindi
chiede regole chiare, con un contratto unico per tutte le
aziende, pena la rimozione delle autorizzazioni. E
lancia un suo cavallo di battaglia, quello, ancora del
tutto inedito in Italia, di una “partecipazione azionaria
e collettiva di tutti i lavoratori delle Poste”,
concludendo con la convinzione che i 14 mila uffici
postali devono poter svolgere “tutti i servizi delle
banche, che in proprio in Italia hanno i costi più elevati
d'Europa. Infine la più giusta delle conclusioni, e cioé che
le “privatizzazioni devono servire ad abbattere i costi per i
cittadini e non aumentare solo i profitti per alcuni”; quello
che intende Mario Petitto quando avverte sulle tentazioni di
gestire questi processi con le “logiche di cassa”da lobby
occulte e trasversali. (P.Z.)
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Nelle giornate dal 20 al 23 Maggio il grande
appuntamento che riunisce tutte le Federazioni,
chiamate a confrontarsi sul futuro dei Lavoratori
XVI Congresso Conf. CISL
dal Palazzo dell'Eur a Roma
il Segret. Raffaele Bonanni:
“Nel lavoro, partecipazione e
responsabilità”
Tanti gli ospiti invitati, da Giulio Tremonti a
Emma Marcegaglia e il Ministro del Lavoro
Salute e Politiche Sociali Maurizio Sacconi, i
Segretari della CGIL Guglielmo Epifani e della
UIL Luigi Angeletti, chiamati sul palco a dare
un loro contributo di confronto politico, con
l'obiettivo di attraversare tramite riforme
condivise la crisi economica e di crescita del
sistema-Paese...
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hanno riguardato la “contrattazione”; nonostante la
contrarietà del veto di Epifani. Ed è per questo che il
discorso del Segretario Generale Raffaele Bonanni,
trasmesso in diretta, assieme a tutti gli altri interventi,
dall'emittente CislTv e da Sky, è stato un discorso a 360
gradi, che ha toccato tutte le innervature politico-sociali del
mondo del lavoro e di quello dell'impresa, delineando
pubblicamente i punti salienti della visione della
Confederazione per i prossimi anni. Anni difficili, di
trasformazione a tutti i livelli, che saranno anche quelli di
una metamorfosi indispensabile per il retroterra culturale
della salvaguardia e delle garanzie di fronte alle medusee
minacce della globalizzazione. Il 21 maggio la tavola
rotonda moderata da Bruno Vespa ha visto proprio Bonanni
discutere assieme a Guy Ryder segretario della Conf.
Intern.le dei Sindacati, Monsignor Giampaolo Crepaldi
Segretario del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace, Pier
Ferdinando Casini Presidente del gruppo Udc alla Camera
dei deputati, Jean-Paul Fitoussi professore a SciencesPo a
Parigi, Enrico Letta, Respons. del Welfare del Pd, Massimo
Ponzellini, Presidente della Banca Popolare di Milano. Un
dibattito, attorno alla relazione del Segretario Generale, che
si nutrito anche delle argomentazioni preziose di Carlo
Costalli, del Forum delle Associazioni di ispirazione
cattolica, nonché di quelle di John Monks della
Confederazione europea dei Sindacati, della Presidente di
Confindustria Emma Marcegaglia e del Ministro
dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti. Un rilievo
esclusivo ha assunto poi il raffronto tra le posizioni dei
Segretari Confederali della “Triplice”. Sofferto, certo.
Perché i valori unitari hanno subito nella storia recente
dell'azione delle rappresentanze sindacali rocciose
divergenze
(il
caso-Alitalia,
la
Contrattazione),
d'impostazione, come di dialettica concertativa. Cosa serve
all'Italia, oggi? Riconfermato con assoluta unanimità nel
suo ruolo di guida, Raffaele Bonanni né è convinto:
partecipazione e democrazia economica, stato sociale,
federalismo, contrattazione territoriale; in sintesi idee e
soluzioni per un'uscita concertata dalla crisi. (P.Z.)
Si è svolta la tre giorni del Congresso Confederale della
CISL, a Roma. Appuntamento che ha assume valenze del
tutto particolari in seguito ai passaggi delicati che hanno
visto la seconda sigla più importante della rappresentanza
del lavoratori italiani avere avuto il coraggio di proseguire
nei mesi scorsi su un terreno di riforme necessario e che
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Ci sono voluti nove mesi di inadempienze, danni di
immagine per l'Azienda e difficoltà nel gestire il
malcontento dell'opinione pubblica e media...
Ritornano le “Raccomandate”
Dopo un anno di fuoco,
Poste Italiane non rinnova gli
appalti a TNT Milano
Cosa succederà adesso a Milano è troppo presto per dirlo.
Sta di fatto però che dalla fine di Aprile la decisione di
revocare i contratti con le grandi agenzie private di recapito
che si erano impegnate a garantire un determinato tipo di
servizio a un determinato prezzo, segna una svolta e
chiarisce una volta per tutte che far fronte a certi servizi,
come la distribuzione delle Raccomandate e di altra posta
pregiata ha un costo vivo di lavoro che non può essere
seghettato a piacere. Pena, uno svilimento vertiginoso della
qualità del servizio e entrare violentemente nel tritacarne
mediatico. Ed è quello che precisamente è avvenuto nel
nostro territorio, dopo Bologna, Torino ed altre realtà
importanti del paese. Le lamentele si sono alzate negli
ultimi mesi senza peli sulla lingua, come non era mai
successo in anni di storia postale. E' stato chiaro a tutti che
aprendo la gara d'appalto sul recapito, per seguire i
protocolli e le direttive europee si è peccato di presunzione
da più parti. Suggestionati dal mito degli spacchettamenti e
delle esternalizzazioni “strong”, assolutamente sordi
nell'ascoltare le istanze, le preoccupazioni di Slp-Cisl, in
prima linea nell'auspicare una gradualità “soft” per
avanzare verso una prospettiva di ammodernamento anche
di questa branca storica di Poste, i dirigenti che si sono
spesi con entusiasmo nell'appaltare e quelli che hanno
avuto fretta di vincere la gara hanno giocato a una danza
che si è rivelata disastrosa per ambedue le parti. TNT
Milano ha creduto di avere spalle larghe abbastanza per far
fronte al dispendio di risorse necessario ai servizi che si era
sobbarcata con faciloneria. Ma, più foriero di danni è ciò
che ne ha ricavato Poste. In immagine, soprattutto. Il
cocktail di disservizi, derivati soprattutto da una incapacità
a “tenere”i settori tanto da portare TNT a sottoappaltare a
terzi (con tutte le ripercussioni su cui è meglio sorvolare),
ha causato una situazione che dire “critica” vuol dire essere
buoni nel commentarla. E' stata di fatto messa fortemente a
repentaglio con una sequela di forti scossoni al brand tutta
la politica di incalzanti successi degli ultimi dieci anni. Che
significa ricadute qualitative sulla gamma di servizi del
BancoPosta, innanzitutto. Ancora il 12 Marzo usciva sul
quotidiano “Repubblica” un furibondo articolo (“Poste in
tilt- Ferme 50 tonnellate di buste, le Poste ripiombano nel
caos”) che riassumeva
la raffica di proteste e il
malcontento generale di aziende e privati. Con questo tipo
di esternalizzazioni il piano di riorganizzazione non ha
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portato a un miglioramento dei servizi, ma anzi, l'esatto
contrario, un fosco peggioramento. Ed ecco allora che
perfino gli estremi tentativi che TNT ha cercato di
promuovere un mese prima della fine del contratto con
Poste (si pensi al clamore dell'annuncio tramite l'autorevole
giornale economico Il “Sole 24 Ore” del piano dell'AD
Michele Florio nel voler assumere circa 1.000 nuove unità
in tutt'Italia e arrivare ad avere una task force di 4.500
addetti...). Promesse tardive probabilmente, che non hanno
rassicurato evidentemente Massimo Sarmi stretto tra
l'incudine e il martello: da una parte l'inquietante
monitoraggio elettronico in tempo reale che evidenziava le
grosse giacenze che intasavano gli otto Centri di
Distribuzione Primaria (Cpd) di Milano e i 33 distribuiti in
provincia, e dall'altra dal crescente calo di corrispondenza
cartacea (30% a livello nazionale; dal 12 al 20% in
Lombardia). Ed ecco la decisione che taglia il nodo
gordiano; sospendere a scadenza del contratto le cessioni e
riprendere tutto, cioè “internalizzare”. Fino a quando
almeno non si presenteranno più serie condizioni. Ora ci
sarà da capire come la riorganizzazione complessiva possa
trovare un'amalgama che ritrovi la normalità perduta. Le
”esternalizzazioni” sono andate di pari passo, infatti, con
l'accorpamento/implementazione delle zone e il “taglio”che
Poste ha operato in maniera non tanto felpata sul numero
dei nostri portalettere con allungamento della “gita”. Se
prima c'erano 94 zone + 9 furgoni, dopo i lotti
esternalizzati, sono diventati 83 (taglio di 20 zone), con
l'implementazione si sono ridotte ulteriormente a 65,
mentre con il ritorno dei lotti i “viaggetti” sono tornati ad
essere 9, e le zone 69 (4 in più). Ed ora occorrerà vedere se
al fabbisogno operativo a Milano basteranno le 150 unità
applicate. (P.Z.)
E intanto, si chiude in positivo
anche la vertenza per salvare
i 39 dipendenti di TNT
Quello che è avvenuto con il rientro dei lotti esternalizzati
ha comportato un forte disagio tra i lavoratori di TNT
Milano (39 unità) e per quelli delle due società a cui TNT
si era appoggiata irregolarmente, One Logistic e Toro
Service. E non è mancata da parte dalle O.O.S.S. di Poste
Italiane, in particolare da Slp-Cisl, ormai orientata verso
una rappresentanza “di settore” la solidarietà verso quelle
persone che si sono trovate improvvisamente senza posto di
lavoro, schiacciate da contraddizioni che sovrastano la
natura intrinseca del loro operato. Purtroppo però,
nonostante l'impegno profuso per cercare tutte le
mediazioni possibili le forze sindacali sono riuscite sì a far
garantire ai 39 dipendenti di TNT la loro occupazione,
riconvertita, ma non per quel centinaio di contratti di
diverso tipo delle sue società subbapaltatrici, nonostante il
“blocco” di Scalo Farini organizzato il giorno dopo. (P.Z.)
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Dopo gli anni di Passera, quando tanto si era
investito nelle risorse umane, la situazione attuale è
ferma in una impasse...
“Formazione”, strumento
imprescindibile per un
rilancio dell'Azienda
Molta retorica e pochi fatti
Basta col Recapito-Matrioska!
Ora, Slp-Cisl esige una
rivalutazione complessiva di
“regole” e “zone” .
Saranno le task force, cioè gli organismi di monitoraggio
delle rappresentanze dei lavoratori, a vagliare
nell'immediato sulla tenuta e la coerenza del nuovo piano
che riguarda il recapito nei vari CPD, dopo le avventure
delle
“esternalizzazioni”
e
le
conseguenti
“implementazioni”. Slp-Cisl, all'indomani del mancato
rinnovo alle ditte appaltatrici sulla distribuzione della posta
registrata e sui viaggetti, ha da subito diffidato l'Azienda
Poste a ripristinare intanto il “taglio” delle risorse che era
stato effettuato. Siamo, difatti, alla quarta fase della
riorganizzazione del Recapito e ancora manca una vera e
credibile ristrutturazione in grado di approntare insieme
ottimizzazione dei servizi, qualità degli stessi e non da
ultimo (perché si tratta del vero valore aggiunto)
l'assicurazione che il lavoratore non sia strattonato da stress
nel gestire la propria “gita”. Sono tre aspetti indissolubili.
Ricordiamo che non è trascorso ancora un anno
dall'introduzione fattiva dei palmari elettronici (e le
difficoltà non sono state poche, soprattutto per gli
insufficienti collaudi tecnici). E' per questo che Slp adesso
punta i piedi ed esige una “rivalutazione complessiva delle
regole e la definizione delle zone”, per usare le parole del
Segretario Cono Fusca. L'ALT- Lombardia ha così
reinserito parte delle unità “assottigliate” negli otto centri
di Milano con un personale “provvisoriamente” Ctd. E
bisognerà verificare quindi e appena si avranno delle stime
certe la positività o meno delle ricadute. Ci auguriamo che
l'esperienza insegni a non ritornare su certi errori, perché
“perseverare con intenzione nell'errore è diabolico”. (P.Z.)
La situazione generale in cui la nostra azienda si trova,
impone, da parte di tutti noi, una riflessione approfondita e
motivata che ci porti ad un dialogo costruttivo
nell’interesse comune poiché ci consentirà di migliorare e
quindi ampliare il nostro sapere rendendolo più efficace.
Per questo motivo dobbiamo costantemente integrarlo,
rafforzarlo, attualizzarlo per sviluppare strategie di
sviluppo innovative. Di conseguenza le risorse umane
devono rappresentare per questa azienda un asset strategico
fondamentale per il suo sviluppo con la consapevolezza che
la valorizzazione del personale rappresenta uno degli
aspetti più qualificanti delle politiche necessarie per essere
competitivi sul mercato, condividendo l’opportunità di
attuare un percorso comune che contribuisca ad attivare un
insieme di azioni positive che riguardano la formazione e
l’incentivazione economica e professionale. Per quanto
riguarda il primo aspetto, ossia la formazione, fino ad oggi
abbiamo assistito a corsi formativi superficiali mentre si
rende necessario divulgare innanzitutto: Una formazione
adeguata all’accoglienza e alla relazione con il pubblico in
modo da mettere in grado il dipendente di dare risposte
efficaci alle esigenze dei clienti. Una formazione al lavoro
in rete, ossia coinvolgere e quindi progettare gli interventi
in modo partecipativo; Una formazione più approfondita
alle competenze specifiche. Invece una breve analisi sullo
stato attuale ha evidenziato la difficoltà di fare sinergia
delle competenze formative presenti sul territorio, per cui
la ricchezza delle analisi e delle proposte di strategie
alternative fatica a tradursi in una sintesi capace di fare
diventare la formazione un volano importante dello
sviluppo economico e sociale di questa azienda. Quindi
sono necessari strumenti formativi specifici e progettuali
che aiutino di fatto i dipendenti nell’esplicazione
dell’attività lavorativa. A livello indicativo questi strumenti
possono essere: Un osservatorio che raccolga
costantemente i fabbisogni del mercato locale e individui di
conseguenza percorsi formativi specifici; Una rete dei vari
preposti alla formazione che sappia integrare le diverse
competenze, indirizzandole su specifici progetti da
realizzare annualmente; Un approccio alla formazione da
parte dei formatori con un atteggiamento
meno
persecutorio e più didattico nei confronti di chi deve essere
formato. In sintesi abbiamo bisogno di una reale
formazione che ci metta in grado di costruire e realizzare
soluzioni e quindi di dare risposte ai clienti e che dia
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Periodico Slp-Cisl Milano, anno 9 – Giugno 2009, numeri 88- 89
dignità e responsabilità a tutte le domande che vengono
poste da quest’ultimi e che restituisca soprattutto dignità e
responsabilità a chi è chiamato a dare le risposte.
Naturalmente il tutto va integrato con un maggior
coinvolgimento dei dipendenti anche attraverso una
informazione più tempestiva, affidabile e fondata su
principi di chiarezza, trasparenza ed integrazione. Ma non
dobbiamo dimenticare che per una maggiore valorizzazione
delle risorse umane è essenziale anche promuovere
politiche di gestione finalizzate a motivare i dipendenti
attraverso un migliore e più trasparente sistema di
incentivazione che dovrebbe essere più dinamico e
premiante secondo i criteri di un lavoro di squadra. Tale
sistema ha un ruolo importante in quanto ha una duplice
finalità: quella di rinforzare sia il legame di appartenenza
con l’organizzazione aziendale e sia la cooperazione nel
lavoro in quanto gli obiettivi verso cui i dipendenti sono
motivati danno indicazione di ciò che viene richiesto in
termini di sviluppo di azioni comuni con i colleghi. Ma il
sistema di incentivazione , se utilizzato in maniera non
corretta,può provocare demotivazione e alienazione al
lavoro. Per questo motivo si rende necessario un sistema di
controllo e di valutazione dei risultati raggiunti, affidabile,
chiaro e trasparente in presenza di sistemi organizzativi che
favoriscono la responsabilizzazione dei lavoratori nei
confronti delle perfomance aziendali. Solo portando avanti
un’autentica politica di valorizzazione professionale ed
economica saremo in grado di essere più competitivi sul
mercato. Per questo motivo occorrono soluzioni innovative
e misure incisive, in grado di rimettere in moto lo sviluppo
e l'evoluzione di questa azienda rendendo l'economia della
conoscenza più competitiva, dinamica e capace di una
crescita economica sostenibile accompagnata da un
miglioramento qualitativo del lavoro e da una maggiore
coesione sociale. Cristina Galbiati (Segretario Aggiunto)
Layout inefficaci senza porte girevoli né vigilanza,
ripristino veloce dei danni senza tenere conto della 626,
inadeguatezza all'impatto dello stress psicologico...
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pericolose se si pensa anche all'incolumità delle abitazioni
attigue all'ufficio, sono quelle delle esplosioni degli
sportelli del Postamat, che recentemente si sono fatte anche
più raffinate con gas che pare non macchiano neppure le
banconote. E noi di Slp-Cisl, sensibilizzati anche dalle
ultime rapine avvenute alla Milano 58 in viale Zara e alla
Milano 35 di via Montevideo, rafforziamo la nostra
denuncia sulla colpevole disattenzione del comportamento
della dirigenza aziendale che sembra sempre prendere
tempo su un intervento strutturale serio che riguardi nella
sua totalità un piano di sicurezza che funzioni di contrasto e
deterrenza ai tentativi di rapina. Intanto, perché è giusto
così. Perché un Bancoposta che non sia fornito di una rete
di sicurezza adeguata dai pericoli possibili è un luogo che
spaventa, e alla lunga diventa perfino insicuro e pericoloso
quando un cliente inizia a doversi guardare intorno.
Pensiamo a quel pensionato che spesso si è dovuto mettere
la pensione sotto la camicia. Un pericolo di cui di cui anche
gli impiegati dell'ufficio iniziano ad avere un po'
l'ossessione. L'esperienza di chi si è visto puntare la pistola
è una di quelle che difficilmente si riescono a dimenticare
per potersi rimettere a pensare normalmente le operazioni e
l'imperativo aziendale di “fare budget”a più non posso.
L'impatto psicologico dello stress talvolta è molto più
insinuante nelle teste di quello che possa apparire per
dignità. E non va sicuramente trascurato. Terzo punto
importantissimo è quello che riguarda la “ricostruzione”
dopo gli eventuali danni riportati negli ambienti dopo un
incursione selvaggia. In perfetta linea con il manifesto della
“Campagna Sicurezza Slp 2009”, in particolare per quegli
aspetti che riguardano gli “Atti criminosi”, rivendichiamo il
diritto dei lavoratori di Poste Italiane tramite le loro
rappresentanze a contestare quelle volontà di ripristino
accelerato dell'ufficio senza la giusta considerazione dei
layout a norma. La sicurezza è un aspetto imprescindibile
per la normale conduzione del lavoro e non un commento a
margine di tristi avvenimenti. La “perdita di utili” in
definitiva, per un UP, deve essere ripensata in termini di
“prevenzione”, giacché a danno fatto ci vuole solo pazienza
per non trascurare nulla del ripristino delle attività. (P.Z.)
“Uffici Postali anti-rapina”:
per una politica seria sulla sicurezza
servono misure più adeguate contro i
volti coperti da calzamaglie e gli
esplosivi D.O.C.
E' il nostro Piero Pellegrino a rilanciare l'allarme, dopo
avere raccolto le ultime informali segnalazioni dei tanti
lavoratori coinvolti in varia misura. Continuano infatti le
scorribande nei nostri UP, sia in città che in provincia. A
volte si tratta del classico metodo spiccio della calza sul
viso e arma alla mano con cui si terrorizzano clienti e
impiegati per uscire di corsa col malloppo. Altre, non meno
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Dopo il terremoto di inizio aprile a l'Aquila e Onna
Cataclisma in Abruzzo,
Poste Italiane mette in campo
le sue risorse con cinque Tir,
Uffici mobili e il fondo aperto
di solidarietà 10-40-000
In seguito all'immane tragedia che ha colpito dalla notte
dello scorso 6 aprile, procurando moltissime vittime e
facendo sfollare in tendopoli e alberghi le popolazioni di
Aquila, Onna e dei paesini limitrofi, anche Poste Italiane ha
attivato prontamente tutte le risorse disponibili per dare
sostegno alle persone. Subito il terremoto magnetudo 5,8
della scala Richter sono stati mandati 5 tir di dimensioni
eccezionali per consegnare le tende per i campi di
emergenza e 10 uffici postali mobili sono stati dislocati
vicino alle tendopoli per offrire tutti i servizi coadiuvando
la rete di soccorso e solidarietà, dalla Protezione Civile ai
Vigili del Fuoco, alle tante associazioni di Volontariato noprofit e alle strutture pubbliche dello Stato. Una ventina di
esperti a disposizione e una Unità di crisi dell'Azienda si è
poi insediata per tenere sotto costante monitoraggio
l'impatto dell'evento sismico e per il ripristino della
fungibilità di uffici e strutture logistiche. Massima priorità
è stata data poi alla rimessa in funzione dell' Up di Coppito
vicino Aquila dove hanno stabilito la loro centrale
operativa le forze in campo. Ricordiamo infatti che nella
sciagura 53 uffici sosno stati costretti a rimanere chiusi per
i gravi danni provocati dalle scosse. Gli uffici mobili
intanto proseguono ad effettuare versamenti di pensioni ed
altri tipi di pagamento. Oltre ai colleghi impegnati secondo
le direttive, Poste ha attivato il conto corrente 10-40-0000 e
il numero 377.2048580 di PosteMobile (con un sms di 1
euro) per la raccolta fondi a favore delle comunità travolte
dal drammatico evento naturale. Contributi che si sono
iniziati a versare spontaneamente in tutti i 14 mila uffici
italiani con bollettino di conto corrente o direttamente via
internet nell'area pagamenti di BancoPosta online,
www.poste.it sito dell'Azienda. (P.Z.)
Un nuovo asse Istat-Poste
Archivi condivisi per una
banca completa di
informazioni toponomastiche
Viene controfirmata la convenzione tra Poste Italiane e
l'Ististuto Nazionale di Statistica con l'obiettivo di ri-creare
su basi rinnovate la prima banca dati territoriale con
informazioni, nomi, luoghi, vie e numeri civici aggiornati
dei circa 500 Comuni italiani con più di 20 mila abitanti.
Ciò che verrà fatto, in pratica, sarà un'integrazione totale
del tesoro di informazioni toponomastiche del Gruppo con
quelle in possesso dell'Istat, per far in modo che la
mappatura sia il più possibile esatta e favorire il
miglioramento della schedulazione del Recapito da una
parte, e tutte le attività di rilevazione e di ricerca statistica
dall'altra (si pensi al prossimo censimento della
popolazione previsto per il 2011). D'altra parte non è
mistero che molte aree geografiche italiane hanno ancora
censimenti che risalgono al 1979. (P.Z.)
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Réclame fantasiosa e problematiche reali
Pacchi-Hulk, più forti e veloci
la pubblicità del Gruppo
sposa i Comics... e la realtà
tende a scomparire
Da Febbraio, la campagna sperimentale di Poste Italiane
che promuove per sei mesi il lancio di una serie di
promozioni che riguardano i servizi dei pacchi si dipinge di
verde, il colore dell'Incredibile Hulk delle strisce dei
fumetti e dei blockbuster statunitensi. Almeno, questa è
l'immagine pubblicitaria che si è voluto dare per colpire
l'immaginazione di un potenziale favore di clienti che si
vuole appunto più potente. Fino al 30 giugno 2009 con
Paccocelere 1 Plus e Paccocelere 3 si potrà spedire a
condizioni più convenienti sfruttando tutta la “rete”.
Corriere Espresso e Pacchi, gestito da SDA, estende in
pratica la voluminosità (anche se il peso massimo rimarrà
sempre quello di 30 kg), raddoppiandosi nelle misure ma
senza alcuna maggiorazione aggiuntiva ai costi standard,
come invariati rimangono i servizi accessori (A.R.,
Assicurazione, Contrassegno) e la possibilità di accesso
(Impostazione presso gli UP, ritiro a domicilio tramite pick
up, LDV elettronica) e tracciabilità. Si arriva a 80x80x140
cm dei tre lati del pacco. Orientamento e comunicazione
sono diventate oggi le linee strategiche basilari per vendere
servizi in un flusso competitivo sempre più aperto ai piani
plurimi delle iniziative private a tutti i livelli. Ma, l'Azienda
Poste Italiane SPA oggi sembra esagerare nell'investire più
sul Simbolico, che nei fulcri della natura materiale stessa
dei suoi servizi e delle sue risorse umane. Capitale e
Pubblicità, prendono definitivamente dominio in
controtendenza rispetto a quella grande fase che alla fine
degli anni Novanta aveva la volontà di riconvertire con
formazione a tappeto un personale da traghettare verso un
modello nuovo operatori postali del terzo millennio con,
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diciamo così, una rivoluzione di velluto. Oggi, si viene a
creare di fatto uno iato profondo tra lo “scambio dei
segni”e il “lavoro vivo”. Un'immagine postmoderna che fa
a pugni con le difficoltà a gestire la complessità di una
miriade di raggi operativi. C'è una divaricazione tra
immagine e realtà che assottiglia spaventosamente (per noi)
i margini della dialettica che contraddistingue il pensare e
l'agire di una organizzazione collettiva sindacale, anche se
di forte pregnanza nel tessuto della popolazione lavorativa.
Lo scenario di crisi globale di tutti gli assetti
dell'Economia, quindi del Lavoro non fa che
drammatizzare la cornice di questa situazione. Che le
tradizionali relazioni di garanzia subiscano una serie di
sconvolgimenti che troppo spesso si vogliono nominare
genericamente, populisticamente, oscuramente come
riconducibili al “politico”è lapalissiano. Lo abbiamo visto
sulla nostra pelle negli ultimi due/tre anni. Che però si
arrivi a una situazione paradossale per cui il confronto tra i
lavoratori (che vivono lo spettro di un'incertezza) e
l'Azienda (orientata sempre di più verso incerti paradigmi
di iniziative-simulacro che assomigliano davvero alle
strisce degli isterici Comics della Marvel) assume spesso e
volentieri il braccio di ferro del Simbolico è una deriva
pericolosa. La sfida è per noi quella di ricondurre al reale
quei margini di dialettica che sola può portare a dei risultati
positivi al capitale del nostro lavoro. Altrimenti come
afferma Jean Baudrillard si scivola in una “virtualità di
segni che prendono progressivamente il posto della reatà”e
dove diventa arduo poi riprendere le fila di una costruzione
positiva di conquiste materiali. Le campagne pubblicitarie
si susseguono vorticosamente: assicurazioni convenienti,
raccomandate sempre più veloci, pacchi sempre dalla
forma-ciclopica allo stesso prezzo, tempi rapidissimi! Ma,
finché si avrà una coscienza e una dignità del lavoro le
verità su cui ragionare sono altre. (P.Z.)
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“SDA, il braccio voluminoso
delle Poste”
Dal finto monopolio degli
anni Ottanta alla riconquista di fette
di mercato in crescita
Prima, cioè fino al 2000 era Pacchi Farini che a Milano,
gestiva con il suo centro di smistamento tutta la maggior
parte della corrispondenza voluminosa del territorio.
C'erano i furgonati di colore grigio che la trasportavano e di
rado incontravano quelli rossi della Bartolini o quelli
dell'SDA. Poi tutto è cambiato. Quando nel 1998 il Gruppo
di Poste Italiane decise di mettere sotto il proprio ombrello
l'asset SDA, affidandogli i propri servizi di Corriere
Espresso e Pacchi, chiudendo il grosso centro milanese e
dando la possibilità ai lavoratori postali di entrarci
(interpellanza, inutile dirlo, che non sertì molte adesioni).
Iniziava all'incirca così una nuova pagina nella storia della
distribuzione dei pacchi. Politicamente rappresentò un bel
colpo, se solo si tiene conto che l'acquisizione rientrava in
un grande progetto complessivo che riguardava il
ringiovanimento dell'Amministrazione PT in un processo di
privatizzazione “a tappe” (il passaggio prima a Ente
pubblico con una propria gestione economica, poi l'approdo
a SPA), molto dibattuto a livello sindacale, come al solito
molto ignorato dalla politica dei governi, ma, che poi il
tempo ha fatto riconoscere per il suo valore (sicuramente
un successo rispetto ad altri monopoli statali, da Ferrovie a
Telecom e Alitalia). Stava nascendo di fatto un Gruppo di
servizi moderno (con l'appoggio sostanziale tra l'altro del
nostro Sindacato che contemporaneamente si modernizzava
anche nella propria struttura; Slp-Cisl era nata a Fiuggi nel
1993 dalle disciolte sigle cisline dei vari comparti postali).
Ecco che allora riuscire a spacchettare di fatto la branca dei
“voluminosi”, mantenendolo però nella propria piattaforma
venne considerato dagli allora vertici postali (con l'Ad
Passera come grande timoniere), un colpo d'ala nel risanare
un pezzo importante dei servizi postali, facendo in modo
che non fossero altri operatori stranieri a “colonizzarlo”. Il
guado di paralisi strutturale del settore, che partiva almeno
dalla fine degli anni Settanta, quando era pubblico a tutti
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gli effetti, aveva avuto come concause un costante
disavanzo di bilancio, l'aumento del costo del lavoro
diventato apertamente clientelare, uno scadimento
pronunciato dei servizi, deficit sanati dall'inflazione che
correva libera senza vincoli UE o ripianati dal Tesoro in
virtù del Servizio Universale e di tariffe tenute ai minimi.
Togliere zavorre, snellire, dinamicizzare fu allora la
strategia più preferibile, anche guardando al altri paesi
industrializzati dell'emisfero occidentale. Nella medianicità
del 2000, il cambiamento diventò materiale. Con il nuovo
brand giallo di Poste Italiane, anche per l'SDA (Italia),
costituita a Roma nel 1984, si rigenerava su prospettive di
fatturato e ramificazione di filiali in costante espansione.
Da un finto monopolio, nel senso negli anni Ottanta la
concorrenza privata soprattutto nei centri urbani divorava
fette rilevanti nella distribuzione dei corrieri espressi e
pacchi si passava a fattiva predominanza. L'SDA si è poi
potenziata settorializzandosi con un portafoglio di servizi
dedicati (il Mototaxi, i servizi di vendita a distanza di
Eboost sono entrati nell'Azienda nel 2003). Internet ha poi
dato un impulso notevole (si pensi solo a e-Bay) con
migliaia di spedizioni di pacchi in più rispetto al passato...
Mercati in crescita riconquistati, e utili economici ripartiti,
senza che l'azienda Poste Italiane se ne sia accollata il peso
produttivo. Nonostante faccia parte integrata della
piattaforma, il personale dei servizi SDA però rientra in
una contrattualistica diversa da quella dei dipendenti
postali. In tutto il paese le squadre di questi operatori sono
alcune migliaia (circa 3.000 persone tra dipendenti e
collaboratori e 5.000 addetti alla distribuzione presenti in
circa 100 Centri Operativi in Italia) e la forma-lavoro
prevalente e quella che una volta veniva definita come
“padroncino”. Moltissimi infatti i ragazzi (con una
presenza considerevole di sudamericani) che svolgono un
lavoro semi-autonomo o più correttamente “autonomo di
seconda generazione”, con vincoli e clausole contrattuali
particolari. Lo sviluppo di SDA Express Courier è stato
continuo e costante così fino a diventare oggi il partner
ideale per la gestione distributiva, logistica e per la vendita
a distanza, grazie a un sistema di distribuzione capillare che
ogni giorno percorre con i suoi furgoni bianchi e la scritta
blu l’Italia intera attraversandola in ogni direzione e dotata
di stabilimenti propri di ritiro-giacenze e pratiche
amministrative. Con il connubio Gruppo Poste
Italiane/SDA, la fisionomia del settore mostra un dominio
di mercato incontrastato che ha lasciato solo fette marginali
a colossi internazionali come l'americana UPS, l'olandese
TNT, la tedesca DHL. Una privatizzazione riuscita, che
però ha anche un lato di tenebra che riguarda la qualità dei
servizi. Diversamente del Recapito dei pacchi di una volta,
oggi gli scrupoli si sono abbassati di livello e le procedure
non sono sempre rispettate. Quando un Paccocelere non
arriva però sono le Poste che sono costrette a pagarne “in
immagine” e ovviamente chiamate a risponderne per il
resto. Ed è per questo che in futuro qualche
“aggiustamento” sarà necessario farlo. (P.Z.)
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Dopo l'architetto De Lucchi, è toccato a Massimo
Iosa Ghini “sperimentare la forma” degli UP
L'Ufficio Postale del Futuro,
il Design d'Avanguardia
ridisegna in azzurro i layout
(per adesso solo a Roma)
E' il primo ufficio postale di nuovissima generazione,
quello creato dallo studio di Massimo Iosa Ghini per
l'Agenzia 62 sita all'interno della città universitaria La
Sapienza di Roma. Organizzazione degli spazi, sportelli,
sistemi dotati di monitor touch scren per le informazioni
che indirizzano verso la domanda specifica dell'utenza.
Materiali innovativi, come si legge in Domus-la rivista
specializzata in architettura nel numero di Ottobre 2008.
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Un ambiente elegante e informale insieme, con elementi
che ricordano i concept della progettualità utopistica
prefigurati dalle futuribili macchine abitative del visionario
designer milanese Joe Colombo. Ma, qui, assieme alle
attrezzature multifuzionali, i concetti spaziali della nuova
estetica contemporanea c'è appunto l'innesto delle nuove
tecnologie che seguono i criteri all'avanguardia dei neo-UP.
Pannelli retro illuminati e un'orizzonte di multimedialità
per prodotti, servizi e modalità nuove. Si pensi a PosteSelf
che permette alle persone che arrivano di effettuare
autonomamente e in maniera intuitiva la maggior parte
delle operazioni tradizionalmente svolte attraverso gli
sportelli dagli impiegati fisici. Segnaletica e sedute di
attesa, stanze di consulenza sui prodotti finanziari,
Postamat per ricaricare carte prepagate PostePay e schede
telefoniche, schermi interattivi. Si trasformano del tutto
plasticamente le tre principali aree (quella “self”, quella
“relazionale” e quella “transazionale”) dell'Ufficio Postale
del Duemila, ora visto in azzurro-neon attraverso idee di
arte industriale che interpretano gli odierni concetti riveduti
di flessibilità&funzionalità che Poste Italiane vuole
comunicare nel suo progetto di multi-polarità di servizi.
Insomma, cambiano anche nell'ambiente architettonico più
moderno e gradevole i modi di relazione con il pubblico.
Sensorialità nuova contro il grigio vetusto di una volta. A
noi, però, interessa forse anche di più quale sarà la veste
operativa che dovremo assumere per trasformarci. (P.Z.)
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previsione la disamina di un nuovo taglio delle pensioni e il
terremoto che potrebbe scattare sulla pelle di circa mezzo
milione di dipendenti di Royal Mail. Ecco il perché delle
manifestazioni che si sono avute davanti a Westminster per
richiedere con forza l'annullamento della paventata
privatizzazione. (P.Z.)
Oltralpe, un anno di
mobilitazioni anti-Sarkozy.
La “Francia rurale” contro le
liberalizzazioni di “La Poste”
Fa discutere in Gran Bretagna la decisione del
governo laburista di Gordon Brown
Caso politico “Royal Mail”.
Le Poste di Sua Maestà
pronte a cedere il 30% a TNT
Modernizzazione. Crisi dei mercati postali. Difficoltà a far
fronte alla difficile situazione del fondo pensione, un
deficit che oscilla sui 5,9 miliardi di sterline (pari a 6,7
miliardi di euro). Sono queste la motivazioni principali che
hanno portato all'annuncio-shock del primo ministro
dinanzi al Parlamento di Londra. La “parziale
privatizzazione” delle Poste pubbliche inglesi “al servizio
della Regina”dimostra proprio che il mondo del terzo
millennio è pronto a scrollarsi di dosso tutte le marsine e i
merletti della tradizione di un passato che ormai si
allontana sempre di più. Nella bozza del disegno di legge
sulla ristrutturazione della gloriosa e antica compagnia
Royal Mail l'esecutivo intende vendere una fetta di
partecipazione equivalente al 30%. E, nonostante
l'ostruzionismo di molti esponenti del Labour Party (140
deputati), partito di maggioranza e di governo, il premier
Gordon Brown intende portare a compimento la sua azione
di portata storica anche ricorrendo all'appoggio dei
conservatori e dei liberaldemocratici per approvare il
provvedimento. Il ministro Lord Mandelson dall'altra parte
ha illustrato ampiamente la necessità per l'azienda postale
inglese di dotarsi di uno sviluppo tecnologico adeguato ai
tempi e far fronte a nuove strategie di businnes contro la
decrescente richiesta del traffico tradizionale di pacchi e
lettere. Un fenomeno mondiale, che scompone la
scacchiera degli equilibri tra servizio pubblico e mercato.
Pronta a comprare quote sarebbe di sicuro l'olandese TNT.
Ma ancora i termini della manovra non ci sono tutti e la
discussione su possibili alternative per salvare la disastrosa
situazione (che i sindacati hanno aspramente contestato con
altri dati di crescita) sono in corso. Di sicuro però c'è in
Nonostante la posta francese “La Poste” sia sbarcata in
Svizzera, la furia di Asterix il gallico non ci sta. La sorte
della azienda monopolista postale con le sue parziali
“privatizzazioni asimmetriche” rischia un vero e proprio
smottamento interno se si considera che il servizio pubblico
di La Poste si svolge in tutti gli angoli di un paese che per
estensione è il più grande d'Europa ma anche come ben si
sa tra quelli meno densamente popolati. Al deficit
finanziario e nella prospettiva comunitaria di
liberalizzazione del 2011 decisa dall'Unione Europea, il
governo di Nicolas Sarkozy ha da un anno a questa parte
approntato dei piani favorevoli all'apertura di capitali
privati e conseguentemente a delle decisioni “storiche” sul
futuro del servizio postale nazionale in generale. E anche la
decisione di far rilasciare dall'autorità di regolazione
postale (PostReg) nella persona del consigliere federale
Moritz Leuenberger la concessione per entrare nel mercato
elvetico con servizi di consegna internazionale di lettere e
pacchi (dalla Svizzera ad altri paesi Esteri) rientra nello
scenario privatistico auspicato dalla compagine del
presidente francese. Di fatto però le importanti
mobilitazioni dei lavoratori postali capeggiati dalle loro
cinque sigle sindacali, e solidaristicamente appoggiate dalle
delegazioni di altri settori del lavoro che si sono avute per
tanti mesi esprimono tutta la preoccupazione per una
avventurosa scorporazione piena di rischi. Per la qualità dei
servizi intrinseci, che in Francia sono nazionalisticamente
molto sentiti e per la triste eventualità di corrivi
ridimensionamenti. Ma il mercato è il quid della realtà dei
nostri tempi e una “resistenza gallica” a-dialettica
difficilmente potrà spuntarla senza spellarsi...(P.Z.)
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all'azienda quell'agilità funzionale e quella protervia tipica
germanica di espandersi con le sue “colonie teutoniche” in
220 diversi paesi nel mondo. Ma una compagnia che si
occupa di servizi di pubblica utilità deve anche saper
manovrare le proprie navi destreggiandosi anche nelle
tempeste e garantire ai propri dipendenti una prospettiva
non campestre, come fanno con troppa disinvoltura
industrie di piccolo taglio. Sennò che “colossi” si è? (P.Z.)
Germania, il “colosso biondo”
di Deutsche Post ricorre
all'ascia dentata,
con drastici tagli anti-crisi
La posta tedesca, principale attore in Europa per la
Logistica, è impantanata nel gorgo della crisi scaturita dal
terremoto americano e ora pretenderebbe di farla pagare a
quelle fasce di sub operatori che chiama “esuberi”.
L'Amministratore Delegato Frank Appel ha presentato così,
di recente, un duro “programma di risanamento” che
dovrebbe coinvolgere Deutsche Post, sia a livello nazionale
che internazionale (soprattutto Stati Uniti dove si registrano
perdite miliardarie). Si “taglia” così su 40 mila posti solo
all'estero, in gran parte parasubordinati a tempo (nelle
filiali, nel corriere espresso DHL e nelle ditte appaltatrici).
Ma la “ghiacciata”, giustificata dagli obiettivi di bilancio
non raggiunti, è “glocale” e non risparmierà neanche
l'ambito locale interno, dove si prevede che la
ristrutturazione lavorerà ai fianchi amministrazione e
personale tedeschi. Dal grattacelo che domina Bonn, l'ex
capitale dell'Ovest e sede della grande azienda, non
giungono per ora altri piani alternativi. Intanto, però, su
Klaus Zumwunkel l'ex AD della storica svolta da
carrozzone pubblico indebitato ad efficiente global player
continuano le indagini su evasione fiscale aggravata. La
scalata di questi anni di snodo privato che ha tramutato il
volto austero e grigio della statale “Deutsche Bundenpost”
nella nascita nel 1996 della moderna “Deutsche Post”
divisa nei suoi quattro macrocomparti (divisione
Corrispondenza, l'Express Mail Service responsabile del
trasposto della posta e dei pacchi in tutto il mondo via terra
e via aereo con la controllata DHL, la Logistica per le
imprese multinazionali, e la divisione Finanziaria con la
propria Deutsche Postbank) non si è avuta propriamente in
una situazione di massima trasparenza. Di sicuro, certo, ci
sono stati i successi di fatturato, che hanno permesso
“Sorpasso Rosa”
Più donne che uomini a
lavorare in Poste Italiane
Lo si poteva immaginare, ma non lo si poteva sapere con
certezza. Ora, invece, i dati dimostrerebbero che a lavorare
in Poste, cioè la più grande azienda nel nostro paese per
numero di dipendenti (40 mila) più della metà del
personale è donna. Anche se bisogna tenere conto di
almeno di un paio di considerazioni; la prima che
perdurano ancora vistose
differenze fra le regioni
settentrionali e quelle centro meridionali. La seconda
riguarda gli aspetti che potremmo chiamare di “carriera”.
Ciò che emerge infatti è che le donne che lavorano in Poste
Italiane arrivano sì anche a dirigere Uffici Postali (59%) e
a ricoprire professioni di coordinamento, ma difficilmente
salgono ulteriormente. Le posizioni nell'ambito dirigenziale
in tutto il Gruppo rappresentano soltanto il 35 %. Risultato
comunque invidiabile se è vero che secondo Federmanager,
su 82.000 dirigenti che occupano posizioni rilevanti nel
nostro paese solo il 5% è donna. (P.Z.)
Periodico della Segreteria Slp-Cisl Milano anno 9 Giugno 2009, numeri 88 - 89
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Periodico Slp-Cisl Milano, anno 9 – Giugno 2009, numeri 88- 89
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Dai postumi di Sanremo e dalla Festa del 1 Maggio
esce una disco-miscellanea in esclusiva per la Fnac
Il Paese è (fin troppo) reale...
Afterhours, Marlene Kuntz,
Calibro 35 e altri, ...in un Cd
Cattivi al cinema
In “Nemico pubblico n°1”
Vincent Cassel interpreta il
Vallanzasca francese
Un film in due parti, come vuole di nuovo la moda
hollywoodiana, dal pulp “Kill Bill” Quintin Tarantino al
“Che”di Soderbergh. Anche se forse la scelta del regista
Jean-Francois Richet di raccontare le vicende biografiche
esemplari del controverso Jacques Merine, bandito francese
attivo tra gli anni Sessanta e Settanta è discutibile, perché si
perde un po' il respiro di leggenda di un uomo che
sembrava uscito direttamente da un polar (i polizieschi con
Lino Ventura o Alain Delon). Quasi quattro ore divise di
un film-monstrum secco e nello stesso tempo dai colori
sensuali di una ricostruzione convincente che inizia in
Algeria, con il giovane protagonista di Vincent Cassel che
entra nell'OAS, per passare alla Marsiglia delle malavite di
quartieri malfamati alla Jean Genet rivisto da Fassbinder. È
il racconto di formazione di un giovane dal forte vitalismo
che preferirà a una provinciale esistenza anonima farsi
trascinare nel nichilismo di una perdizione letteraria da un
boss che ha la stazza del sadico Gérard Depardieu. Cosa lo
spingerà nelle sue strampalate scelte da gangster, un istinto
di morte? Personaggio dai cento volti, sempre in fuga con
la gendarmerie alla calcagna, attraversa con i baffi, la barba
o i capelli lunghi i luoghi geografici più vari, tra rapine in
banche e rapimenti; valicando perfino l'Oceano scappa in
Canada, viene arrestato, evade, viene riarrestato, rievade,
va a Londra, in Spagna e, acciuffato, ripiomba a Parigi,
scrive un libro in carcere, affronta il gioco dei media con
sfrontata abilità. Fino a morire. Forse per questo Merine,
Vallazasca d'Oltralpe che faceva discutere la cronaca nera
(i fatti sanguinosi), rosa (le galanterie con le donne da
romantico masnadiero urbano) e perfino all'epoca di
Mitterand i salotti degli intellettuali e della politica engagè
di sinistra, per l'anarcoide spregiudicatezza e la capacità
istintiva di destabilizzare il sistema di valori di una società
sempre fragile nelle sue blande certezze. (P.Z.)
Una musica rock buia, ma che non rifugge le
contraddizioni del presente. Non le esaspera, neanche,
shopenhaurianamente, ma, anzi, le infilza in maniera
trasversale; l'unica maniera oggi forse possibile dall'altra
parte per non cadere nella tronfia e didattica tardoretorica
dell'”impegno”, categoria ormai assunta dal ridicolo in una
società dello spettacolo delle risate forzate e che identifica
ogni forma di industria culturale come occasione di
avanspettacolo postmoderno di intrattenimento idiota.
Questo disco, che viene distribuito soltanto per una catena
di negozi dedicati (e che non si troverà in mezzo a scaffali
di banane e di detersivi), è uno spaccato di un altro sentire
musicale italiano rispetto ai pop melodici atemporali
dell'amore per tutte le stagioni. E, a trainare il progetto
sono proprio gli Afterhours con la canzone “strutturata” Il
paese è reale che hanno scelto di portare in quella grande
cassa di risonanza che è l'annuale Festival di Sanremo.c'è
Paolo Benvegnù, Beatrice Antolini, Marco Parente, i
Calibro 35 (con una rivisitazione della colonna sonora
L'uomo dagli occhi di ghiaccio), il Teatro degli Orrori, i
Zen Circus, i Mariposa, Marta sui tubi, ecc. per un totale di
19 traccie. Musica indy, cioè indipendente dai grandi
circuiti e le cui esibizioni dal vivo non di rado avvengono
in locali dell'underground giovanile, come il Magnolia di
Milano, dove la distanza tra palco e spettatori non esiste.
L'album è quindi l'occasione per confrontare col proprio
orecchio il gusto e lo stile, la sensibilità dei testi e le
preziose reminescenze retrò con tutto ciò che abbiamo
dinnanzi agli occhi, perché “Dir la verità è un atto d'amore,
Fatto per la nostra rabbia che muore”.(P.Z.)
Periodico della Segreteria Slp-Cisl Milano anno 9 Giugno 2009, numeri 88 - 89
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Periodico Slp-Cisl Milano, anno 9 – Giugno 2009, numeri 88- 89
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Raggiunta l'intesa grazie a Slp-Cisl e Failp-Cisal
Premio di Risultato 2008/2009
Non una semplice variazione
del 65% “come anticipo”, ma
un vero aumento salariale!
La CISL nelle Poste
Oltre un terzo dei 150.000 lavoratori delle Poste
sono iscritti all'SLP-CISL.
Con la forza delle idee di oltre 54.000 iscritti, grazie
all'instancabile attività quotidiana della più
numerosa, capillare e competente rete di attivisti
presente in tutte le Unità Produttive, da oltre 60 anni
la CISL guida l'attività sindacale nelle Poste.
Difendiamo con professionalità e tenacia i diritti dei
lavoratori; lavoriamo per costruire un futuro migliore
per tutti.
SLP-CISL fa formazione continua per i giovani e li
aiuta nella loro crescita professionale.
Entra anche tu nella nostra squadra e scoprirai che
con il tuo impegno puoi effettivamente contribuire a
cambiare le cose.
Pensa al tuo “presente” e non perdere di vista
il tuo “futuro”.
Iscriviti alla CISL!!
La sede di Milano è aperta dal lunedì al venerdì
(ore 16.00 – 19.30) in via Tadino 18 (zona Corso
Buenos Aires) e puoi facilmente raggiungerla
con la MM1, fermata “Lima” o “P.ta Venezia”.
Tel. 02.29528320 – fax 02.29528103.
Il Sindacato dei Lavoratori Postali della Cisl lo aveva
promesso. E lo ha mantenuto portando il suo proposito di
portare a casa un accordo significativo e un autentico
aumento. Sono passati alcuni mesi ma alla fine l'accordo
nazionale con l'Azienda c'è stato, con le nostre firme e
quelle della Failp-Cisal, unica altra organizzazione che ci
ha creduto e avuto il coraggio di seguire la nostra stessa
linea. Dal tavolo dell'intesa le altre OO.SS. di fatto si sono
autoescluse. Inspiegabilmente. La proposta di Cgil, Uil e
Sailp infatti che aveva preso forma lo scorso 29 luglio in un
accordo minoritario con Poste Italiane riguardava
semplicemente una variazione dal vecchio 50% al 65%
dell'anticipo del Premio già spettante ai lavoratori. In cosa
sarebbe consistito l'aumento? Di qui, dalla nostra ferrea
determinazione nel proseguire tutte le possibilità dialettiche
a nostra disposizione per cercare di raggiungere come parte
sociale dei lavoratori una trattativa tutt'altro che semplice
vista anche la non favorevole congiuntura economica,
siamo approdati finalmente nella sera del 7 Maggio al
finale di partita. Ecco in sintesi i punti fondamentali:
1) Durata triennale (2008/2009) del contratto di
produttività
(necessaria
per
accedre
alla
decontribuzione);
2) Revisione e individuazione delle figure professionali
da collocare da staff a produzione (vedi i Responsabili
degli Uffici di Recapito);
3) Una maggiore facilità di accesso al premio di
risultato e l'incremento a 130 euro del “bonus di
presenza” con 0 assenze ed a 90 euro fino a 3 eventi di
malattia;
4) La riduzione del divario economico fra gli importi
del Premio destinati a staff e produzione;
5) L'aumento complessivo strutturale medio del Premio
di risultato di 290 euro pro capite. Agli importi medi
esistenti si aggiungono 240 euro già in decorrenza 2008
che verranno incrementati di ulteriori 50 euro dal 2010.
E' stato inoltre acquisito il pagamento di una quota
“una tantum” di 100,00 euro per il 2008 e di ulteriori 50
euro per il 2010.
L'Azienda, avvalendosi anche della tracotanza di
alcune sigle sindacali aveva mostrato estrema
chiusura nei confronti delle richieste di un
miglioramento di Premio, e invece...C'è chi ha
saputo, con coraggio e forza di persuasione,
aspettare e rilanciare fino a realizzarlo. (P.Z.)
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