27 Ottobre 2013 - Azienda Agricola Di Meo

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27 Ottobre 2013 - Azienda Agricola Di Meo
Presentato a Varsavia il Calendario Di Meo
Dal 1860 il quotidiano delle Marche
Al Museo Nazionale di Varsavia
il Calendario Di Meo 2014
Dalla tela alla foto, Massimo Listri cattura la capitale dipinta da Bellotto. Sgarbi:
"Un'operazione concettuale"
PER APPROFONDIRE: Varsavia, Calendario, Di Meo, Sgarbi
VARSAVIA - Mettere a confronto la Varsavia del '700 dipinta dal
pittore vedutista Bernardo Bellotto, con quella, contemporanea,
catturata da Massimo Listri, uno dei più importanti fotografi italiani
conosciuti il tutto il mondo (già autore del Calendario Di Meo 2013
dedicato alle Chiese di Napoli): è questo l'insolito e riuscito
accostamento contenuto nel Calendario Di Meo 2014, uno dei più
prestigiosi pubblicati in Europa, di volta in volta affidato ad artisti di
fama nazionale ed internazionale, e dunque diventato pezzo da
collezione, che è stato presentato in Polonia, a Varsavia, al Museo
Nazionale.
L'espediente artistico di Listri è frutto del mecenatismo dei Fratelli
Generoso e Roberto Di Meo, apprezzati vignaioli campani che, in
pochi anni, hanno fatto conoscere i propri vini in tutto il mondo.
Da anni, tradizione vuole che il calendario sia dedicato ad una città
dalle grandi tradizioni culturali. Varsavia è dunque l'ultima meta,
indicata dall'imprenditore-mecenate Generoso Di Meo, dopo Parigi,
Madrid, New York e Marrakech.
Il Calendario Di Meo 2014, dal titolo Memoria e Futuro, mette
dunque a confronto gli scatti di Listri e i capolavori del pittore
veneziano Bernardo Bellotto. Il risultato è una composizione
coerente, dal punto di vista formale, e sorprendente per la
verosimiglianza tra pittura e fotografia.
L'introduzione alla mostra porta la firma di Vittorio Sgarbi che,
sull'operazione condotta da Listri, così osserva: "Con buona
pazienza, e con lo spirito di un artista concettuale, Listri si è messo
nella posizione in cui era Bellotto nel dipingere gli edifici
monumentali negli spazi urbani. Non solo le architetture, quindi, ma
anche l'aria, il contesto, il cielo. E’ proprio grazie a ciò che è intorno
che quegli edifici assumono rilievo, hanno una dimensione
monumentale. E' lo spazio che li fa esistere. E, oggi, essi non
appaiono falsi, proprio perché intorno a loro brulica la vita. Ma a Listri
non basta. E allora agisce come in sogno. E non fotografa le
riproduzioni costruite, ma gli edifici dipinti da Bellotto per rimontarli
nei luoghi dove stavano".
Presentato a Varsavia il Calendario Di Meo
Aggiunge Sgarbi: "L'operazione di Listri è perfettamente concettuale.
Non è ingannevole. Non è illusoria. L'autentico non è ciò che
abbiamo davanti agli occhi ma ciò che fu davanti agli occhi di
Bellotto, che Listri ripropone con un adattamento che stabilisce un
processo di autenticazione, contro una inevitabile falsificazione.
Cos'è dunque il reale ? E come può essere vero, ciò che è falso ?
Il verosimile dell'arte è più vero della realtà virtuale derivata dai
quadri. Dunque, non sono i quadri a riprodurre la realtà, ma la realtà
a riprodurre i quadri. La fotografia di Listri documenta questa
ambiguità".
Riccardo Guariglia, ambasciatore d’Italia in Polonia, ricorda come
"Italia e Polonia hanno tra loro una profonda ed antica amicizia che
affonda le proprie radici in valori comuni, morali e ideali. Nella sua
storia millenaria, la Polonia ha mantenuto rapporti intensi e duraturi
con l’Italia... evidenti sono le tracce lasciate dalla cultura italiana in
Polonia, sin dai tempi del Rinascimento. Per oltre tre secoli l’arte
polacca rimase influenzata da modelli italiani. Ancor oggi si
ammirano in Polonia gli splendidi palazzi di Merlini, Locci, Lampi,
Corazzi, ecc…; numerosi sono i pittori italiani che hanno lavorato in
Polonia: basti citare proprio Bernardo Bellotto (detto il Canaletto,
nipote di Antonio Canal, anch’egli chiamato il Canaletto), scelto
come filo conduttore del Calendario Di Meo 2014..."
Dietro quella che è una meritoria operazione culturale ci sono, per
l'appunto, i Fratelli Di Meo e la loro azienda vitivinicola, conosciuta in
tutto il Mondo per le produzioni di eccellenza.
Ma perché proprio Varsavia ?
"Dei Paesi dell'Europa centro-orientale usciti da una lunga e crudele
dittatura - spiega Generoso Di Meo, anima della "Di Meo Vini e Arte",
l'associazione che promuove il calendario - la Polonia è la nazione
che, grazie all'impegno ed al buon governo dei suoi uomini politici,
all'uso mirato dei fondi europei, è l'unica nei paesi dell'Est ad aver
raggiunto un notevole sviluppo economico, che ha attirato anche
l'interesse di importanti holding europee ed americane".
"Ma Varsavia - aggiunge Di Meo - è anche una città che sta vivendo
profonde trasformazioni: ricche e curiose gallerie d'avanguardia,
teatri di ricerca, nuovi musei, come quello, originale, del neon, o
quelli di arte contemporanea. Allo stesso tempo non dimentica il
passato: i musei dedicati a due glorie polacche, Chopin e Marie
Curie; il Museo degli Ebrei che qui vissero la ferocia disumana del
regime nazista; quello dell'Insurrezione; il Castello Reale; il Museo
nazionale, i palazzi costruiti negli anni Cinquanta che oggi
testimoniano le tendenze di una architettura di regime non priva di
fascino".
"Varsavia è il cuore - conclude Di Meo - il simbolo di una nazione
ricca di storia e di passione, di amore per la libertà e per la cultura,
città proiettata nel futuro, ma non immemore della nobile tradizione
culturale del passato vissuta con animo forte, unica luce negli anni
bui della dittatura. Ed è motivo di commozione ricordare Gustav
Herling che nell'esilio napoletano ha sempre tenuta per i suoi
connazionali accesa la fiamma della speranza, della libertà, del
riscatto".
I calendari delle passate edizioni hanno raccontato i dipinti inediti del
Museo di Capodimonte ispirati al mondo del vino; gli acquarelli di A.
Creswell, un grand tour nell'Italia più segreta, ma non per questa
meno affascinante; i bozzetti preparatori della colonna del vino, la
scultura realizzata da Ivan Theimer per la piazza centrale di
Bordeaux; le lettere ed i numeri di Lello Esposito portate a New York;
le strade di Napoli e Madrid viste da Guido Albi Marini attraverso
l'uso di sofisticati mezzi tecnologici; la Pompei di Giustino Chemello
che ne recupera la realtà più nascosta; gli stupendi sipari creati da
Giuseppe e Gustavo Mancinelli per il Teatro San Carlo di Napoli ed il
Teatro Politeama di Palermo; gli acquarelli di Stefano Ussi e Cesare
Biseo creati per il libro di De Amicis dedicato al Marocco; le icone
berlinesi di Angelo Bucarelli, dodici protagonisti della Repubblica di
Weimar tra ironia e mito; e nella scorsa edizione le Chiese di Napoli,
chiuse al culto per ragioni di sicurezza o in via di restauro,
fotografate con stupenda sensibilità da un grande artista Massimo
Listri.
Per consultare i calendari delle precedenti edizioni consultare il sito
www.dimeo.it
Domenica 27 Ottobre 2013