IL COMMENTO Commentare - Scuole Pie Fiorentine
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IL COMMENTO Commentare - Scuole Pie Fiorentine
IL COMMENTO Commentare (dal latino cum mente, con l’aiuto della mente, con la riflessione) significa interpretare. Si dovrà spiegare ciò che l’autore del testo ha voluto dire e dare un giudizio sul modo in cui l’ha detto. Le regole da seguire per costruire un commento sono le seguenti: 1 – non riportare tutte le parole dell’autore ma limitarsi a presentare il testo in modo sintetico, con un breve riassunto; 2 – analizzare lo stile dell’autore osservando: a) le immagini; b) le parole; c) le costruzioni; 3 – ricercare l’intenzione dell’autore. Perché ci risulti più semplice commentare, dovremo rispondere alle domande: 1) che cosa dice l’autore? 2) Come lo dice? 3) Perché si esprime in tal modo? Ecco un esempio di testo con commento Gabbiani Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace. Io son come loro In perpetuo volo. La vita la sfioro Com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo. E come forse anch’essi amo la quiete, la gran quiete marina, ma il mio destino è vivere balenando in burrasca. V. Cardarelli Commento 1) La poesia del poeta contemporaneo Vincenzo Cardarelli si apre con l’immagine dei gabbiani in volo continuo. L’autore si paragona agli uccelli marini perché non si immerge nella vita, ma la sfiora semplicemente. Un’altra cosa accomuna i gabbiani al poeta: l’amore per la quieta del mare; purtroppo il destino non gli permette di vivere tranquillo, le burrasche dell’esistenza lo colpiscono spesso. 2) a) Il poeta utilizza immagini marine per descrivere la sua esistenza e il suo destino. I gabbiani risultano uccelli misteriosi(egli dichiara di non sapere dove abbiano il nido e dove trovino pace). b) I vocaboli scelti risultano semplici: l’espressione “acciuffare il cibo” è tipica del linguaggio parlato. L’espressione “balenando in burrasca” è invece meno comune e più poetica. c) Per quanto riguarda le scelte ritmiche e metriche, troviamo versi di lunghezza diversa, come accade in tutta la poesia contemporanea. Il poeta utilizza sia le rime (loro-sfioro), sia le assonanze (nido-cibo). La parola “quiete” viene ripetuta e richiama il sinonimo “pace”. 3) L’autore elabora un testo autobiografico per dimostrare la profonda inquietudine che tormenta la sua esistenza. Egli pensa che dovrebbe affrontare in modo diverso la vita e forse otterrebbe la quiete. Accusa velatamente il destino di non permetterglielo. Come tutti i poeti del Novecento, anche Cardarelli parla di un uomo in crisi, perennemente tormentato da problemi. Penso che la mia esistenza, per ora, scorra in maniera più quieta, anche se devo ammettere che anch’io non riesco a “immergermi” nella vita. I motivi per me sono diversi: la mia giovane età non mi ha ancora fatto conoscere le burrasche della vita.