PADRI FONDATORI - Europe Direct Marche

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PADRI FONDATORI - Europe Direct Marche
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di Marcello Pierini - 2011
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Charles De Saint
Giunto a Parigi nel 1686, si legò ad ambienti di opposizione
Pierre
alla politica del Re Luigi XIV.
(Saint-Pierre-Église, Per (l'Abbé) De Saint-Pierre, la pace perpetua non è più
14 febbraio 1658 – l'ideale utopico e visionario che avevano vagheggiato i suoi
Parigi, 29 aprile
predecessori ma diventa un argomento degno di essere
1743). Scrittore,
affrontato nelle relazioni internazionali.
filosofo e diplomatico Nel 1712 pubblica a Colonia “La Memore pour rendre la
francese, membro
paix perpétuelle en Europe”. In un’Europa tormentata dalle
dell'Académie
guerre, dal dispotismo e dall’intolleranza il Saint Pierre
française.
proponeva una unione permanente tra i sovrani (cristiani)
europei che avrebbero dovuto sottoscrivere il suo progetto
di Europa pacifica. Nella sua visione erano proibiti gli
scambi territoriali fra gli Stati, mentre la guerra era
ammissibile “solo contro coloro che sarebbero stati
dichiarati nemici della società europea”. Al di là di errori e
ingenuità progettuali il Progetto di Charles De Saint Pierre
identifica una unità politica europea possibile, già peraltro
realizzata trai i diversi popoli che abitavano la piccola
Svizzera.
Ciò che rendeva accettabile e praticabile la proposta
dell’Abate, era che gli Stati assoggettandosi a regole
condivise e a istituzioni del diritto internazionale non
avrebbero perso in nulla l'esercizio della loro sovranità.
Secondo lui i sovrani se ne sarebbero addirittura
avvantaggiati perché avrebbero potuto usare la forza
dell'Unione per respingere le ribellioni. L'Unione degli Stati
europei confederati, avrebbe costituito una sorta di
implicita “mutua garanzia” anche contro eventuali
rivoluzioni.
Immanuel Kant
(Königsberg, 22
aprile 1724 –
Königsberg, 12
febbraio 1804).
Grande filosofo
tedesco.
Dal 1770 e fino il 1796 Immanuel Kant assume la cattedra
di “logica e metafisica” nell’ Università di Konigsberg. Nel
1781 scrive “la Critica della ragion pura” capolavoro che
pone le basi della filosofia critica kantiana. Il suo pensiero è
detto criticismo in quanto contrapposto al dogmatismo che
accetta le dottrine senza interrogarsi sulla loro validità.
"Criticare" per Kant vuol dire giudicare, valutare, ossia
interrogarsi sul fondamento delle conoscenze umane
chiarendone i limiti. Nel 1795 scrive “Per la pace perpetua”,
in cui auspica la creazione di una federazione di tutti gli
Stati che possa sostituire il diritto alla forza. Trovare un
sistema di equilibrio internazionale che garantisca una volta
per tutte la fine delle guerre. La sua ideologia liberale lo
porta a creare una sorta di federazione mondiale degli Stati,
a partire dall'Europa per poi coinvolgere l'intero mondo. In
questo senso, Kant può essere certamente considerato il
teorico dell'Europa unita.
Nel libro “Per la Pace Perpetua: un progetto filosofico”.
Kant interpreta la guerra come il male peggiore che possa
affliggere la società umana, essendo fonte di ogni
corruzione morale. Concretamente l’idea Kantiana risiedeva
nella creazione di una Federazione mondiale di tutti gli
Stati, fondata su un diritto comune, rispettoso delle
diversità e delle esigenze di tutti i partecipanti in ugual
misura: uno Stato di popoli che funzioni quale “tribunale
del diritto”. La vera Pace si realizza solo quando risulta
impossibile fare la guerra, ossia quando le nazioni si
organizzano giuridicamente per prevenire e contrastare
ogni conflittualità, e quando l'umanità diventerà in grado di
eliminare la guerra come mezzo principale delle relazioni
internazionali, facendo prevalere il rispetto nei confronti
dell'altro (da considerare mai come mezzo, ma sempre
come fine). Secondo Kant è necessario dedicare ogni sforzo
alla ricerca dei mezzi giuridici e politici idonei ad eliminare
“per sempre” lo stato di guerra internazionale.
P. J. Proudhon
(Besançon, 15
gennaio 1809 –
Parigi, 19 gennaio
1865). Filosofo e
anarchico francese.
Proudhom può definirsi un autentico pioniere filosofico del
federalismo sociale europeo dell'Ottocento: partecipa alla
rivoluzione del 1848 e propone, sul piano politico, la
distruzione dello stato accentratore – autoritario e la
costituzione di un sistema federativo di amministrazioni
popolari a democrazia diretta. Sul piano economico-sociale
propone un sistema mutualistico di libero scambio tra
produttori e consumatori fondato sulla proprietà personale
dei mezzi di produzione (in contrasto con le diverse forme
di sfruttamento soprattutto del lavoro agricolo). Nel 1840
scrive “Che cos'è la proprietà?”, in aspra polemica anche
con i principali esponenti socialisti e rivoluzionari del suo
tempo.
In età avanzata modificò in parte le sue originarie
convinzioni anarchiche e le espose nell’opera “Del principio
federativo”, ove definisce il federalismo come teoria dello
stato basato sul contratto politico (o di federazione).
Afferma che lo Stato deve equilibrare con la legge l'autorità
con la libertà e che può realizzarsi attraverso il contratto di
federazioni definendo tale filosofia "religione civile
dell'umanità".
Nella sua forma di governo ideale, egli rifiuta la presenza di
uno Stato perché considerato un'istituzione unicamente
finalizzata allo sfruttamento del lavoro altrui da parte di
alcuni uomini. Egli rifiuta ogni tipo di potere al di sopra
dell'individuo, ivi compreso Dio che, in ambito religioso, è
esattamente come lo Stato in ambito politico e la proprietà
in quello economico: istituzioni illegittime finalizzate al
controllo e sfruttamento degli uomini.
Victor Hugo
Sogna una repubblica universale svizzera e ripete nelle
(Besançon, 26
pagine conclusive del suo “Le Rhin” (1842), l’invocazione di
febbraio 1802 –
Saint-Simon per una unione collaborativa di Francia e
Parigi, 22 maggio
Germania, allo scopo di conseguire “la constitution de
1885). Scrittore,
l’Europe”.
poeta e drammaturgo Frequenta i circoli romantici di Parigi divenendone ben
francese, considerato presto il riconosciuto punto di riferimento. Nel 1822
il padre del
vengono pubblicati i suoi primi scritti di intonazione
Romanticismo in
monarchica e cattolica che gli fruttano un Alto
Francia.
riconoscimento da parte del Re Luigi XVIII. Gli scritti si
susseguono numerosi, fra cui Nôtre Dame de Paris. Nel
1841 viene eletto membro dell'Accademia Francese. Nel
1845 viene nominato Pari di Francia e, nel 1848, deputato
all'assemblea costituente. In seguito al colpo di stato del
1851, Hugo è esiliato: ove resterà fino al settembre del
1870 fine della guerra Franco-Prussiana con sconfitta ed
esilio di Napoleone III).
Hugo è un riformista, denuncia l'ineguaglianza sociale, e in
particolare i ricchi che capitalizzano i loro possedimenti
senza riammetterli nella produzione. Allo stesso modo, si
oppone alla violenza se praticata contro un governo
democratico, ma la giustifica per abbattere un potere
illegittimo. E’ un precursore dei diritti umani: lotterà tutta la
vita contro la pena di morte di cui è un abolizionista
irriducibile. Ne parlerà in numerosi discorsi alla Camera dei
Pari, all'Assemblea Costituente e al Senato e ne scrisse in
“Notre-Dame de Paris” e ne “ I miserabili”, ma i testi più
importanti in questo sono
“L'ultimo giorno di un
condannato a morte (1829) e Claude Gueux (1834).
Giuseppe Mazzini
(Genova, 22 giugno
1805 – Pisa, 10
marzo 1872).
Patriota, politico e
filosofo italiano.
Irriducibile Repubblicano si batté sul piano dei problemi per
affermare la necessità dell’unità dell’Europa. La sua attività
rivoluzionaria lo costringe a rifugiarsi a Marsiglia, dove nel
1831 organizza un nuovo movimento politico chiamato
“Giovine Italia”.
Fonda altri movimenti politici per la liberazione e
l'unificazione di altri stati europei: la Giovine Germania, la
Giovine Polonia e infine la Giovine Europa.
“La Giovane Europa” (fondata nel 1834 presso Berna in
accordo con altri rivoluzionari europei) rappresenta forse la
più grande teorizzazione del suo pensiero di libertà delle
nazioni. In tale occasione egli estende il desiderio di libertà
del popolo (che si sarebbe attuato con la repubblica) a tutte
le nazioni Europee ed il movimento ebbe un importante
ruolo di promozione dei diritti della donna.
Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera
decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano. Le
condanne subite in diversi Tribunali d'Italia lo costrinsero
però alla latitanza fino alla morte. Le teorie mazziniane
furono di grande importanza nella definizione dei moderni
movimenti europei per l'affermazione della democrazia
attraverso la forma repubblicana dello stato.
Mazzini è un convinto sostenitore dell'unità europea
(propugnata con vigore fin dal 1832), persuaso del fatto
che il coronamento del movimento di emancipazione
democratica delle nazioni, si debba attuare con la
costruzione della confederazione europea, vista anche
come sistema da contrapporre alla Santa Alleanza, cioè la
potenza austriaca in Italia. Nell'articolo su La lega
internazionale dei popoli (1849) afferma che la lotta
dev’essere rivolta contro la “vecchia Europa". Nell'appello ai
patrioti svizzeri scrive: "Il presente lavora a creare, e
l'avvenire ci recherà una Giovine Europa. E' la Giovine
Europa dei popoli che si sovrapporrà alla vecchia Europa dei
re. Per Mazzini è la lotta della Giovine eguaglianza contro
gli antichi privilegi: la vittoria delle giovani idee contro le
vecchie credenze". L'idea Europea di Mazzini si presenta
quindi come un prolungamento della fede democratica,
indipendentista e rinnovatrice sul piano nazionale. Accanto
ai "congressi nazionali", cui spetta il governo degli affari
interni dei singoli Stati membri, Mazzini prevede la
rappresentanza, "con eguaglianza assoluta, di un
"congresso europeo". A proposito della struttura
istituzionale della futura Europa unita, ipotizza la creazione
di un "consiglio supremo", col compito di disegnare la carta
geografico-politica della nuova Europa. La federazione
dovrebbe occuparsi anche di questioni economiche, di
libertà di stampa, dell'insegnamento popolare e,
soprattutto, dovrebbe promuovere le lotte dei popoli per
l'autodeterminazione
nazionale.
Nella
riflessione
mazziniana emerge pertanto il senso della missione storica
Carlo Cattaneo
Le diverse realtà specifiche dei vari Paesi europei fanno
(Parabiago, 15 giugno capo ai popoli, i quali in quanto tali, oltre a interessi tra
1801 – Castagnola, loro comuni, hanno interessi che ognuno di loro può
oggi Lugano, 6
trattare “egli solo”. Cattaneo ha una concezione federale
febbraio 1869).
dell’Italia e dell’Europa, convinto che la libertà avvicinasse i
Patriota, filosofo,
popoli e li spingesse (quasi naturalmente) ad associarsi in
politico federalista e una federazione europea di Stati.
scrittore italiano.
“Gli Stati Uniti d'Europa”, per Cattaneo la sola forma di unità
tra popoli liberi è il patto federale: “Io non spero mai nella
nuda unità; per me la sola possibile forma di unità tra
popoli è un patto federale”. Per Cattaneo nel momento in
cui le nazioni tendono ad avvicinarsi, ad avere qualcosa in
comune (il commercio, le leggi, la scienza), allora possono
iniziare a mettere da parte le vecchie discordie e stringere
un patto di fratellanza, sottomettendosi ad un unico codice
di un'unica giustizia. La soluzione del problema italiano,
per i federalisti repubblicani, come per i mazziniani unitari,
comporta la soluzione del problema della libertà per tutta
Europa. Nella convinzione che la libertà avvicini i popoli
spingendosi ad associarsi, Cattaneo sostiene la scelta
federale, quale garanzia di libertà. Nel 1860 in una lettera
ad un amico siciliano scrive: “Io non spero mai nella nuda
unità; per me la sola possibile forma di unità tra liberi
popoli è un patto federale. Il potere deve essere limitato e
non può essere limitato se non dal potere”.
Nel 1948 scrive sul giornale “Il Cisalpino”: “No, quando le
nazioni tendono d’ogni parte verso la comunanza dei
viaggi, dei commerci, delle scienze, delle leggi; quando il
vapore trae sulle terre e sui mari moltitudini nel nome della
fratellanza e della pace; quando la parola vibra veloce nei
fili elettrici da un capo all’altro dei continenti… è tempo che
le discordi tradizioni delle genti si costringano ad un patto
di mutua tolleranza e di amicizia, si sottomettano ad un
codice di un’unica giustizia…”. In questa alleanza
consistono gli Stati Uniti d’Europa. L'unità europea. Gli Stati
Uniti d’Europa, può scaturire secondo Cattaneo da due
aspirazioni complementari: l’insediamento della pace in
Europa – sulla scia dell'ispirazione kantiana - e la
costruzione di un sistema democratico capace di far
sprigionare dalla società europea tutte le sue possibilità
economiche, sociali e culturali. Egli è uno dei primi a
ricorrere alla formula "Stati Uniti d'Europa", che riecheggia
l'esperienza dei federalisti americani. Sviluppa altresì una
critica puntuale all'anarchia delle relazioni internazionali
conseguente al principio dell'assolutezza della sovranità
statale. Intuisce inoltre che l'assioma unitario, centralista e
militarista, su cui si fonda la sovranità assoluta e la volontà
di potenza degli Stati nazionali (è a lui presente il caso
tipico della Francia) è la causa fondamentale dello stato di
perpetua belligeranza e, in pari tempo, dell'autoritarismo
interno a questi paesi. Nelle Considerazioni al primo
Carlo Rosselli
Propose, primo tra i federalisti, “la convocazione di
(Roma, 16 novembre un’assemblea
1899 – Bagnoles-de- europea, composta di delegati eletti dai popoli, che in
l'Orne, 9 giugno
assoluta parità di diritti e di doveri, elabori la prima
1937). Attivista
costituzione federale europea, nomini il primo governo
antifascista, prima in europeo, fissi i principi fondamentali della convivenza
Italia poi all'estero; fu europea, valorizzi frontiere e dogane, organizzi una forza
il teorico del
del nuovo diritto europeo, e dia vita agli Stati Uniti
"socialismo liberale", d’Europa”.
un socialismo non
Unico libro pubblicato mentre era in vita è "Socialismo
marxista, riformista, liberale", scritto durante l'esilio di Lipari, in una situazione
ispirato al laburismo di prigionia, opera che si pone in posizione “eretica”
inglese.
rispetto ai partiti della sinistra italiana del tempo (per i quali
Il Capitale di Marx, variamente interpretato, era ancora la
Bibbia). È indubbiamente presente l'influsso del laburismo
inglese; in seguito ai successi elettorali del partito laburista,
Rosselli è infatti convinto che l'insieme delle regole della
democrazia liberale siano essenziali non solo per
raggiungere il socialismo, ma anche per la sua concreta
realizzazione (mentre nella tattica leninista queste regole,
una volta preso il potere, dovranno essere accantonate). La
sintesi rosselliana è il liberalismo come metodo, il
socialismo come fine perché il socialismo liberale
garantisce la democrazia e l'autogoverno dei cittadini.
Il "metodo liberale" è un complesso di regole del gioco, che
tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare, dirette ad
assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi,
degli Stati, a contenere le lotte (peraltro desiderabili se
limitate). La violenza è giustificabile per Rosselli come
risposta ad altra violenza (per questo lotta contro il
franchismo) e per Carlo Rosselli sarebbe auspicabile in Italia
una rivoluzione violenta in risposta al fascismo. Il
socialismo è una logica conclusione del liberalismo: ma
socialismo per Rosselli significa libertà per tutti.
Richard
Conte dell’Impero germanico, laureato in storia e filosofia e
Coudenhove-Kalergi pervaso dello spirito mitteleuropeo a Vienna conseguì un
(Tokyo, 17 novembre dottorato con una tesi su l’oggettività,principio base della
1894 – Schruns,
morale. Convinto che occorreva promuovere lo spirito
Austria, 27 luglio
europeo prima della convergenza di interessi materiali per
1972). Politico
ottenere la pace in Europa, lancia il suo primo appello
austriaco, primo a
all'unità del vecchio continente già dal 1922. Dopo la
proporre un progetto dissoluzione dell’Impero si dichiarò cittadino del mondo.
di Europa unita e il
Nel 1923 scrive
“Paneuropa”, in cui presentava
fondatore dell'Unione un'alternativa alla pessimistica visione della civiltà di allora:
Paneuropea.
un'Europa unita. Assieme ad ogni singola copia vi era un
modulo di adesione al movimento paneuropa.
Il movimento si riunì per la prima volta a Vienna nel 1926.
L'anno seguente, Aristide Briand ne fu eletto presidente
onorario. Ne fecero parte alcuni fra le personalità di
maggiore spicco dell’epoca, tra i quali: Albert Einstein,
Thomas Mann, Sigmund Freud, Rilke, Unamuno, Madariaga,
Ortega y Gasset e lo stesso futuro Cancelliere Konrad
Adenauer.
Tuttavia è ra le due guerre mondiali che il suo messaggio è
percepito soprattutto tra le due guerre da un buon numero
di personalità come Konrad Adenauer, Robert Schuman,
Alcide de Gasperi e Winston Churchill. Da sottolineare
che l’idea di riunire il carbone tedesco e il minerale francese
- progetto che si concretizzerà nel 1950 sotto il nome di
Comunità europea del carbone e dell'acciaio – fu lanciata
anche da lui.
Il messaggio ispira il progetto di Aristide Briand di Unione
europea, presentato nel 1929 davanti alla Società delle
Nazioni a Ginevra.
Richard Coudenhove-Kalergi fu il primo che propose già nel
1929 di adottare come inno europeo l'Inno alla gioia di
Friedrich von Schiller su musica della Nona sinfonia di
Ludwig Van Beethoven. È inoltre l'autore della prima
proposta di celebrare una giornata dell'Europa a maggio.
Dopo aver suggerito nel 1947 la creazione del primo
francobollo europeo, nel 1948 a Gstaad (Svizzera) fonda
l'Unione Parlamentare europea che sboccherà, dopo il
Congresso dell'Europa a La Haye nel 1948, nella creazione
del Consiglio d'Europa. Ritenuto uno degli ispiratori più
significativi dei Padri fondatori dell'Europa comunitaria,
nonché iniziatore del primo sforzo di costituire un
movimento per unire l'Europa.
Aristide Briand
(Nantes, 28 marzo
1862 – Parigi, 7
marzo 1932).
Politico e diplomatico
francese; il suo
impegno per la pace
lo rese uno dei
personaggi politici
più amati della
propria epoca.
Diventa segretario del Partito socialista nel 1894, fondato
insieme a Jean Jaurés. Eletto deputato l'anno seguente,
viene tuttavia espulso dal Partito Socialista francese nel
1906 per aver accettato un ministero nel governo di
Clemenceau. Presidente del consiglio diverse volte, (anche
dal 1915 al 1917 in cui fu leader della coalizione
imperialista e guerrafondaia del governo francese), dopo la
guerra diventò uno dei principali fautori di una politica di
distensione. Nel 1921 ricopre la carica di ministro degli
esteri che gli consente di promuovere la politica detta dello
“spirito di Locarno”.
Quando nacque a Vienna l’Unione Paneuropea, ne fu eletto
Presidente
pronunciandosi
immediatamente
per
la
creazione di una confederazione degli “Stati Uniti
d’Europa”.
Nel 1925 quale rappresentante alla Società delle Nazioni
(1925-1932) promuove il Trattato di Locarno, il negoziato
tra la Germania e i suoi ex avversari che portò alla rinuncia
all'uso della forza nelle relazioni reciproche, con un
organismo preposto a risolvere le contestazioni territoriali.
Nel 1928 ideò il patto Briand-Kellog che bandiva la guerra
come strumento di risoluzione delle controversie
internazionali. Nel 1926 gli fu conferito il premio Nobel per
la pace. Fra i suoi contributi più significativi va segnalata la
sua idea di un'Unione europea espressa in un memorandum
nel maggio 1930, successivamente letta davanti alla Società
delle nazioni. Muore a Parigi il 7 marzo 1932; i suoi funerali
vennero celebrati a Parigi al suono del grido “la pace!”.
Benedetto Croce
(Pescasseroli, 25
febbraio 1866 –
Napoli, 20 novembre
1952). Filosofo,
storico, scrittore e
politico italiano;
principale ideologo
del liberalismo
novecentesco italiano
e "rifondatore" del
Partito Liberale.
Nel circolo culturale nella casa dello zio Silvio, Croce
frequentò importanti uomini politici ed intellettuali tra cui
Labriola. Pur essendo iscritto alla facoltà di giurisprudenza
dell'Università di Napoli Croce frequentò le lezioni di
filosofia morale a Roma ma non terminò mai gli studi
universitari, appassionandosi a studi eruditi e filosofici. Nel
gennaio del 1903 uscì il primo numero della rivista “La
critica”, con la collaborazione di Giovanni Gentile, allorché
subentrò l'editore Laterza. Venne nominato per censo
senatore nel 1910 e dal 1920 al 1921 fu ministro della
Pubblica Istruzione nel 5º e ultimo governo Giolitti. Elaborò
una riforma della pubblica istruzione che fu poi ripresa ed
attuata da Giovanni Gentile. Ruppe definitivamente con il
fascismo, dopo il delitto Matteotti (10 giugno 1924). Nello
stesso anno interruppe la sua amicizia con Giovanni
Gentile, per discrepanze politiche: Gentile si era infatti
schierato definitivamente dalla parte del fascismo. Nel
aderendo all'invito di Giovanni Amendola, nel 1925
pubblicando “Il Manifesto degli intellettuali antifascisti” nel
quale denunciava la violenza e la soppressione della libertà
di stampa da parte del regime. La visione di una realtà
europea unitaria affiorava nelle pagine della Storia
d’Europa nel secolo XIX di Benedetto Croce (1932). Il
filosofo vi preconizzava una cittadinanza europea che
avrebbe presto avvinto i popoli d’Europa: l’unità europea
nella sua visione sarebbe stata un fenomeno storico rapido
nei suoi tempi di effettuazione, così come lo era stata
l’Unità Italiana. Dopo la seconda guerra mondiale il teatro
della cultura europea è caratterizzato da una visione che
vedeva contrapposti, da un lato, il mondo del capitalismo e
del liberismo economico e, dall'altro, il mondo del
comunismo e della pianificazione economica.
Jean Monnet
(Cognac, 9 novembre
1888 – Bazochessur-Guyonne, 16
marzo 1979). Politico
francese.
La figura politico-istituzionale di Jean Monnet è unica e
straordinaria: mai stato capo di un governo, mai stato capo
di un partito e nemmeno di un’istituzione. Le uniche volte
che si è trovato alla testa di una organizzazione si è trattato
di una realtà che lui stesso aveva immaginato, creato,
modellato. Scrive Mario Albertini (“Il Federalista” 1977”)
che “nel dopoguerra non esistevano progetti alternativi alla
gestione della Germania occidentale nei partiti, nei ministeri
o nei governi europei. Il progetto è di Monnet e l’azione per
farlo accettare dai governi è di Monnet”
Se a Schuman, Adenauer e De Gasperi va riconosciuto il
grande merito di aver aderito e colto immediatamente la
portata innovativa della proposta Monnet a quest’ultimo va
riconosciuto la grandezza di pensiero e azione.
I quattro uomini avevano diverse cose in comune: avevano
fatto parte di una minoranza linguistica all’interno di una
nazione confinante (De Gasperi fece parte del parlamento
austriaco nel 1911, Schuman pur di origine francese visse
in Lussemburgo e nella cittadina di Metz allora tedesca,
tutti parlavano tedesco e tutti avevano combattuto nazismo
e fascismo.
Durante le due guerre mondiali svolse incarichi di alto
livello internazionali inerenti
il coordinamento della
produzione industriale in Francia e nel Regno Unito. È sua
la famosa affermazione: “Noi non uniamo Stati, ma popoli”;
i programmi attuali dell’UE a favore degli scambi culturali e
nella formazione seguono proprio questa sua filosofia.
Nel 1943 entra a far parte del Comitato di liberazione
nazionale "Francia libera”, ma il momento chiave resta,
senza dubbio, la riunione del 5 agosto 1943, durante la
quale Monnet dichiara al Comitato: "Non vi sarà pace in
Europa, se gli Stati si ricostituiranno sulla base della
sovranità nazionale... E’ necessario che gli Stati europei
si
costituiscano
in
federazione..."
Imprenditore,
diplomatico e consulente politico francese, ha dedicato
gran parte della propria vita alla causa dell’integrazione
europea.
Nel 1948il generale Charles de Gaulle lo incarica di
elaborare e realizzare un piano di modernizzazione e
rilancio per l’economia francese. La posizione assunta
permette a Monnet di rendersi conto dei crescenti attriti tra
Germania e Francia per il controllo della Ruhr. Il
memorandum "Monnet", consegnato al Ministro degli
Esteri Schuman, contiene le basi della futura integrazione
europea. Fu sua l’idea della CECA. Come alto consulente del
governo francese fu il principale ispiratore della
dichiarazione che il ministro degli affari esteri francese
Robert Schuman del 9 maggio 1950 che portò alla nascita
della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, perciò
considerato l’atto di nascita del processo comunitario e
dell’Unione europea. Tra il 1952 e il 1955 fu il primo
Robert Schuman
(Clausen, 29 giugno
1886 – ScyChazelles, 4
settembre 1963).
Politico francese.
Statista, apprezzato avvocato e ministro degli affari esteri
francese dal 1948 al 1952, è uno dei grandi Padri fondatori
dell’unità europea.
Secondo il suo pensiero l’unità dell’Europa poteva basarsi
solo su una riconciliazione duratura tra Francia e Germania.
Schuman nacque in Lussemburgo da padre francese (della
Lorena) ma di lingua e cittadinanza tedesca e da madre
lussemburghese.Visse a Lussemburgo per tuta la gioventù
poi studiò e visse a Metz all'epoca città tedesca. Parlava
correntemente tedesco francese e lussemburghese. Dopo lo
scoppio della seconda guerra mondiale nel marzo 1940
Schuman venne nominato sottosegretario per i rifugiati e il
10 luglio 1940 votò a favore della concessione dei pieni
poteri al maresciallo Pétain. Poco tempo dopo Schuman
sarà arrestato dalla Gestapo ed imprigionato prima a Metz
e poi a Neustadt an der Weinstraße da cui evase nell'agosto
1942. Nel 1946 fu eletto al Parlamento francese come
deputato della Mosella
nelle fila del Movimento
Repubblicano Popolare e continuerà a rivestire tale carica
fino al 1962. Il 24 novembre 1947 divenne Presidente del
Consiglio, incarico che ricoprì fino il 26 luglio 1948. Subito
dopo e fino all'8 gennaio 1953 fu ministro degli esteri. In
tale veste Schuman fu un protagonista dei negoziati che si
svolsero alla fine della guerra e che portarono alla
creazione del Consiglio d'Europa e della NATO.
Con Jean Monnet realizza la dichiarazione che porta il suo
nome “La “Dichiarazione Schuman” del il 9 maggio 1950
che rivolge dal salone dell’orologio del Quai d’Orsay di
Parigi al Cancelliere tedesco Conrad Adenauer e agli altri
Paesi europei che vi avrebbero voluto aderire.. Adenauer
rispose “aderisco di tutto cuore” e poco tempo dopo anche i
governi di Italia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi
aderirono alla proposta Schuman. I sei Stati realizzarono e
sottoscrissero il 18 aprile 1951, a Parigi, il Trattato che
prevedeva l’istituzione della Comunità europea del carbone
e dell’acciaio. In questo senso, l’Europa si fonda su
un’iniziativa di pace e di prosperità che potrà essere
raggiunta
attraverso
una
forma
nuova
di
sovranazionalismo.
Con De Gasperi ed Adenauer lavorò intensamente per il
Trattato che istituiva una Comunità europea di difesa CED
L'ultimo incarico governativo ricoperto fu quello di ministro
della giustizia, tra il febbraio 1955 e il gennaio 1956. Dal
19 marzo 1958 al 1960 Schuman è stato il primo
Presidente dell'Assemblea parlamentare europea: fu eletto
all'unanimità. Alla fine del suo mandato l'Assemblea
parlamentare
europea
proclamò
Schuman
padre
dell'Europa.
Konrad Adenauer
(Colonia, 5 gennaio
1876 – Bad Honnef,
19 aprile 1967).
Politico e statista
tedesco.
Primo Cancelliere della Repubblica federale di Germania, ha
guidato il nuovo Stato tedesco dal 1949 al 1963,
apportando un fondamentale contributo alla modifica del
volto della Germania del dopoguerra e alla storia europea.
Figlio di un agiato funzionario statale, studia legge ed
economia a Friburgo, Monaco e Bonn. Giovane avvocato,
entra in magistratura e all'età di venti anni inizia a dedicarsi
all'attività pubblica aderendo al Centro (partito cattolico
tedesco).
Dopo la prima guerra mondiale, Adenauer comprende che
una pace durevole poteva fondarsi soltanto sull’unità
dell’Europa.
E’
sindaco di Colonia dal 1917 al 1933, membro e
presidente del Consiglio di Stato di Prussia, perde ogni
carica con l'avvento del nazismo e, nel giugno del 1934,
viene arrestato con l'accusa di partecipazione a complotto
sovversivo. Rilasciato, si ritira a vita privata per dieci anni.
Dopo il fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944, viene
imprigionato altre due volte. Al termine della guerra è
nuovamente nominato sindaco
di Colonia, carica che ricopre fino all'ottobre 1945, quando
viene rimosso per decisione del governo britannico.
Nello stesso anno è fra i fondatori dell'Unione cristianodemocratica (Cdu), di cui sarà presidente dal 1950 al 1966.
Anticomunista e privo di legami con i nazisti, quando, nel
1949, viene creata la Germania Ovest, le potenze occupanti
lo nominano cancelliere del nuovo Stato. Mantiene questa
carica attraverso tre successive elezioni, fino al 1963,
guidando una coalizione di governo composta dal Cdu,
dall'Unione cristiano-sociale e dai liberali. Dal 1951 al 1955
è anche ministro degli Esteri.
In questi anni si preoccupa soprattutto di inserire sempre
più la Repubblica federale tedesca nel contesto politico del
mondo occidentale, con l'obiettivo di fare della Germania
Ovest un baluardo in grado di contenere l'espansione
sovietica in Europa.
In soli sei anni, dal 1949 al 1955 realizza una serie di
ambiziosi obiettivi di politica estera di ampio respiro,
nell’intento
di
inserire
la
Germania
nell’alleanza
occidentale: l’adesione al Consiglio d’Europa (1951) e
l’ingresso della Germania nella NATO (1955). Ed è proprio
in questo ambito che Adenauer dedica molto del suo
impegno politico e istituzionale, in particolare alla
realizzazione della CECA e dopo l’incolpevole successo
della CED, alla istituzione della CEE e dell’Euratom.
Un altro passo fondamentale verso l’integrazione europea,
compiuto grazie alla politica estera di Adenauer, fu la
riconciliazione con la Francia: con il presidente francese
Charles de Gaulle. Nel 1963 Germania e Francia firmarono
un trattato di amicizia che si può considerare una delle
tappe fondamentali nel cammino verso l’integrazione
Altiero Spinelli
(Roma, 31 agosto
1907 – Roma, 23
maggio 1986).
Politico e scrittore
italiano.
Tra le diverse visioni e i diversi tentativi di realizzare
un’Europa di tipo Federale, merita di essere senz’altro
ricordato il progetto di “Trattato di Unione Europea” del
1984, meglio conosciuto come “Progetto Spinelli”. Ma Altiero
Spinelli già nell’agosto del 1941, in pieno conflitto mondiale,
confinato dal “regime” nell’isola di Ventotene, scrisse
insieme all’amico Ernesto Rossi, anch’egli al confino, il
manifesto “per un’Europa libera e unita”,conosciuto in tutta
Europa come il “Manifesto di Ventotene”
delineando in
modo assai lucido e lungimirante, un modello di tipo
federale per l’Europa.
Tra il 1944/45 è tra i fondatori del Comitato
internazionale per la Federazione europea (a Parigi)
insieme ad altri esponenti della Resistenza europea
Agli inizi degli anni Cinquanta, l'azione di Spinelli e del
Movimento federalista europeo si rivela importantissima
nelle trattative intergovernative per la creazione della
Comunità Europea di difesa (CED), successivamente non
ratificata da parte della Francia (1954) e anche per questo
non portata a ratifica dall’Italia..
Nel 1970 è nominato membro della Commissione esecutiva
della CEE.
Nel 1979, è eletto al Parlamento europeo, eletto per la
prima volta a suffragio universale e diretto. Nel 1984,
rieletto per la seconda voltà convinse il Parlamento ad
istituire una Commissione istituzionale, di cui divenne
Presidente, riuscendo nel non facile compito di far discutere
e redigere il progetto di “Trattato costituzionale dell’Unione
europea”. Il testo che ne conseguì, conosciuto come
“Progetto Spinelli”, fu approvato dal Parlamento europeo il
14 febbraio 1984 con 237 voti favorevoli, 31 voti contrari e
43 astensioni.
Nonostante i consensi e il grande successo politico ottenuto,
la contrarietà di alcuni Paesi membri impedì che il “Progetto
Spinelli” diventasse l’auspicato trattato costituzionale
dell’Unione europea. Tuttavia, il forte impatto che il
“Progetto” ebbe, sia nell’opinione pubblica, sia su molti
uomini politici e statisti europei, condizionò assai
favorevolmente il processo di rilancio dell’integrazione
comunitaria, aprendo la strada all’adozione dell’Atto Unico
Europeo.
Il “Progetto Spinelli” del 1984 fu anche approvato dai
Parlamenti italiano, belga e tedesco.
Alcide de Gasperi
Cattolico, nato nel trentino austriaco, uomo di frontiera,
(Pieve Tesino, 3 aprile come lo definisce Daniela Preda, fu, all’inizio della sua
1881 – Borgo
attività politica anche consigliere a Trento e membro del
Valsugana, 19 agosto Parlamento austriaco a Vienna nel 1911. Segretario del
1954). Politico
Partito Popolare nel 1924 diviene ministro degli esteri e
italiano.
Presidente del consiglio italiano dal 46 al 1953. E’
rappresentante dell’Italia alla Conferenza di Parigi del 1946,
ove si si presento con eccezionale misura e dignità: “in
quest’aula, a parte la vostra cordialità, tutto e contro di me”
disse De Gasperi. Ma non rivangò le sue glorie antifasciste
né distinse tra italiani. “Non chiediamo elemosina, ma
domandiamo credito” aveva già detto in un radiomessaggio
del primo maggio 1945. Il suo europeismo, al pari di altri
Grandi Padri della patria europea lo si rinviene ovunque, ma
lo troviamo soprattutto nella sua azione politica. Nelle
funzioni di Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri
dal 1946 al 1953 guidò la politica interna ed estera
dell’Italia nei difficili anni del dopoguerra.
Al pari di altri statisti illuminati del suo tempo, fu un attivo
sostenitore dell’unità europea. Era convinto che solo
un’Europa unita avrebbe potuto impedire il ripetersi di
eventi belligeranti quali i due conflitti mondiali.
Promosse numerose iniziative per l’integrazione dell’Europa
occidentale,
lavorando
per
ottenere
e
realizzare
concretamente il piano Marshall, creando stretti legami
economici e politici con altri Paesi europei, in particolare
con la Francia.
Fu un grande sostenitore del piano
Schuman che portò all’istituzione della Comunità europea
del carbone e dell’acciaio e contribuì in modo determinante
all’adesione dell’Italia a quella prima comunità. Fu il primo
presidente dell’assemblea della CECA. Lavorò poi
intensamente al trattato sulla Comunità europea di difesa
– CED, al quale dedico fino all’ultimo giorno della propria
vita. Il trattato CED fu sottoscritto dai sei Paesi fondatori
della CECA il 23 maggio 1952 e nel 1954 Germania, Belgio,
Lussemburgo e Paesi Bassi avevano già ratificato. Nel 1954
De Gasperi non era più Presidente del consiglio italiano (ma
ne restava l’uomo con maggiore credibilità interna e
internazionale) e in Francia una nuova variegata
composizione del’’Assemblea parlamentare ne metteva a
rischio la ratifica. De Gasperi da Sella Valsugana aveva
telefonato fino al 18 agosto 1954 ai vari membri della
delegazione italiana presenti alla conferenza di Bruxelles,
raccomandandosi di mettere il massimo impegno. Quel 18
agosto De Gasperi aveva chiesto al nuovo Presidente del
Consiglio, Mario Scelba di tenergli a disposizione un aereo
a Verona per Bruxelles: gli disse che pensava di convincere
Mendès France (Presidente francese) ad un rinvio della
votazione della ratifica. De Gasperi aveva un suo piano,
sapeva di avere credito e voleva prendere tempo nella
speranza di convincere gli amici francesi indecisi.
Paul-Henri Spaak
(Schaerbeek, 25
gennaio 1899 –
Braine-l'Alleud, 31
luglio 1972). Politico
belga.
Statista belga ed europeo, Paul Henri Spaak, Primo ministro
e ministro degli esteri nell’immediato dopoguerra, sarà uno
dei massimi protagonisti politici della costruzione di una
Unione Europea: prestigioso uomo politico, preparato
giurista, sarà il primo Presidente dell’Assemblea dell’ONU, e
poi Primo Presidente dell’Assemblea Consultiva del
Consiglio d’Europa (1949-51) e della CECA (1952-54). Già
durante la seconda guerra mondiale aveva messo a punto
un piano per la creazione di un unico mercato tra Belgio,
Lussemburgo e Olanda: il Benelux. Subito dopo la guerra
promosse l’unificazione dell’Europa, appoggiando la
creazione della CECA e della Comunità Europea di Difesa.
Riteneva che la coalizione tra più Paesi con la firma di
trattati vincolanti costituisse il mezzo più efficace per
garantire la pace e dare stabilità e crescita all’economia.
Contribuire alla realizzazione di questi obiettivi in veste di
Presidente della prima Assemblea Plenaria delle Nazioni
Unite (1946) e di Segretario Generale della NATO (dal 1957
al 1961).
In occasione della cosiddetta “Conferenza di Messina”, del
1955, i sei governi partecipanti (Italia, Belgio, Francia,
Germania Federale,
Lussemburgo e Paesi Bassi lo
nominarono Presidente del gruppo di lavoro incaricato della
stesura del trattato. Il suo apporto fu decisivo alla
formulazione del contenuto del Trattato CEE formato a
Roma il 25 marzo 1957.
Walter Hallstein
(Magonza, 17
novembre 1901 –
Stoccarda, 29 marzo
1982). Politico
tedesco, primo
Presidente della
Commissione
europea tra 1958 e
1967.
Capo della delegazione tedesca alla Conferenza sul piano
Schuman, successivamente segretario agli Esteri dal 1951
al 1958 e Presidente della Commissione della CEE dal 1958
al 1967.
Fu professore di diritto presso le università di Rostock e
Francoforte.
Hallstein entra presto in rotta di collisione con De Grulle;
quest’ultimo vedrà in lui una sorta di monarca del “superStato europeo”.
Fu un europeista convinto e un deciso fautore
dell’integrazione europea.
Riteneva che la condizione più importante per il successo
dell’integrazione politica dell’Europa consistesse nella
creazione di istituzioni economiche comuni. In veste di
Presidente della Commissione europea, lavorò per la rapida
realizzazione del mercato comune. Il suo convinto
europeismo, il suo acceso entusiasmo e il grande potere di
persuasione gli consentirono di promuovere la causa
dell’integrazione anche oltre il suo mandato alla Presidenza
della Commissione. La rapidità del processo di unificazione
durante il cosiddetto “periodo Hallstein” è divenuta
leggendaria.
Sostenitore della visione di un'Europa federale con una
Commissione ed un Parlamento autorevoli e legittimati, si
scontrò con l’idea del Presidente della repubblica francese
Charles de Gaulle, orientato verso un’ "Europe des
États" (Europa degli Stati), nella quale i governi nazionali
avrebbero mantenuto i ampi e sovrani poteri.
Ex segretario di Stato presso il ministero degli Esteri
tedesco, negli anni Cinquanta la cosiddetta “dottrina
Hallstein”, gli fa acquisisce fama internazionale. L’idea forte
della sua dottrina era il radicamento della giovane
democrazia in un’Europa occidentale coesa e unita. Tale
dottrina divenne negli anni successivi il filo conduttore della
politica estera tedesca.
Helmut Kohl
Protagonista di una lunga carriera politica che lo porterà a
Ludwigshafen, 3
diventare segretario del partito democratico cristiano - CDU
aprile 1930). Politico - della) della Germania federale fin dal 1973. Divenuto
tedesco, Cancelliere Cancelliere nel 1982, contribuisce in modo decisivo al
della Germania dal 1º processo di integrazione europea. Il Suo mandato coincide
ottobre 1982 al 27
con l’Adozione dell’Atto unico europeo del 1986 che
ottobre 1998; Dal 3 rilancerà un processo di integrazione europea fermo ancora
ottobre 1990
ai trattati di Roma del 1957, al Trattato di Maastricht del
Cancelliere della
1992 e alla sottoscrizione del Trattato di Amsterdam del
Germania riunificata 1997. Di fronte alla caduta del muro di Berlino avvenuta
nel 1989, non si fa sfuggire l’occasione della storia: la
riunificazione della Germania che conseguirà del 1990.
Democratico ed europeista convinto, percepì il timore che
un marco troppo forte simbolo di una economia di un Paese
nel frattempo diventato il più grande d’Europa, potesse
risvegliare i cattivi istinti di una estrema destra non ancora
del tutto fuori gioco.
Ciò spinse Koh ad imprimere, in
accordo con Mitterand un'ulteriore spinta all'integrazione
europea attraverso l'istituzione dell'Unione Monetaria che
porterà alla moneta unica.
Dichiaratamente pro-europeo e influenzato dagli ideali di
Konrad Adenauer, negli ultimi anni del suo Cancellierato
promuove con impegno le relazioni fra l'Europa occidentale
e l'Europa centrale ed orientale, contribuendo in modo
significativo a definire il percorso per l’adesione all’Ue di
Paesi dell’Europa centrale e orientale.
Francois Mitterand
(Jarnac, 26 ottobre
1916 – Parigi, 8
gennaio 1996).
Politico e funzionario
francese.
Presidente della Repubblica francese dal 1981 al 1995.
Uscito dall'esperienza della resistenza durante la seconda
guerra, diviene uno dei più importanti esponenti politici alla
guida di un piccolo partito socialista, l'Union démocratique
et socialiste de la Résistence (Unione democratica e
socialista della Resistenza, Udgr). Assume il dicastero per
gli affari dei reduci nel governo di Robert Schuman e
successivamente ministro degli Interni.
Il perpetuarsi della crisi algerina segna l'avvento al governo
del Generale Charles de Gaulle Mitterand voterà contro i
pieni poteri al Generale. Nasce la Quinta Repubblica
francese che Mitterand definirà con lo sprezzante epiteto di
“colpo di stato permanente”. Diventerà uno strenuo
avversario del Presidente De Gaulle, contro il quale riunisce
tutte le forze socialiste, tanto da fondare nel 1971 una
nuova formazione partitica della sinistra francese, il Parti
Socialiste (Partito Socialista) che dal 1981 lo condurrà alla
Presidenza della Repubblica per due mandati.
Il 24 maggio 1984, Mitterand pronunzierà un importante
discorso davanti il Parlamento europeo. Volgendo lo
sguardo verso la situazione dell’Europa nel mondo, sui
successi e sulle attese della politica comunitaria ebbe a
dire: “Ciascuno dei nostri popoli, per quanto riccco sia il
suo passato … non è in grado, da solo, di lasciare
un’impronta sufficiente sul presente e sul futuro
dell’umanità. Insieme siamo in grado di farlo.” In quel
discorso citò la Convenzione di lomé e parlo dell’Europa
come di una comunità di diritto, depositaria di civiltà. Getto
poi un grido d’allarme sull’unanimismo: “Come è possibile
che l’insieme complesso e diversificato che è oggi la
Comunità, si governi seguendo la regola dell’antico reame
di Polonia, nel quale ciascun membro aveva il potere di
bloccare le decisioni?”
Al Consiglio europeo di Fontainebleau raggiunse l’accordo
con Khol per affidare la presidenza della Commissione
europea a Jacques Delors.
Al Consiglio europeo di Milano Khol propose una
conferenza intergovernativa sul rilancio dell’Europa
(mercato unico, maggiori poteri al Parlamento europeo,
mercato unico, cooperazione monetaria e convergenza
delle economie, ricerca in Europa ecc.) e come scriverà lo
stesso Delors, sarà l’asse tra lo stesso Cancelliere tedesco,
la destrezza del Presidente del Consiglio italiano
(presidente di turno della Comunità), Craxi e Mitterand a
superare l’intransigenza di inglesi, danesi e greci. Sette a
tre, la Conferenza intergovernativa che porterà all’Atto
Unico Europeo è approvata. Per la prima volta nella sua
storia il Consiglio europeo decide a maggioranza ed a porre
ai voti la questione era stata la Presidenza italiana con
l’asse Mitterand-Crazi-Khol
Nel secondo mandato della sua Presidenza rafforza
Jacques Delors
(Parigi, 20 luglio
Dopo una lunga carriera alla Banca di Francia, alla fine degli
1925). Economista e anni Settanta entra nel Partito Socialista. Contribuisce alla
uomo politico
redazione del programma elettorale di François Mitterrand
francese.
candidato alla presidenza della repubblica nel 1974 e nel
1981. Eletto deputato al Parlamento europeo nel giugno
1979, si dimetterà nel maggio 1981 per incompatibilità con
l'incarico di ministro dell’Economia e delle finanze. Nel
1985 la Francia designa i due commissari europei: Claude
Cheysson subisce il veto a Presidente della Commissione da
parte del Primo ministro inglese Margaret Thatcher e
Mitterand si accorda con Kohl per affidare la presidenza a
Jacques Delors che ricoprirà tale incarico fino al dicembre
1994.
Se la prima fase del processo di integrazione è partito con
Monnet, Schuman, Adenauer e De Gasperi e una seconda
importante fase di questo processo è caratterizzata da
uomini quali Kohl e Mitterand, l’elezione di Delors ne
rappresenta il punto di ripartenza più significativo.
Sotto la sua presidenza, è stato firmato l'Atto unico nel
1986.
A lui si devono inoltre il piano Delors (1989) che prevedeva
circa 300 direttive per il completamento del mercato
interno, nonché modifiche al bilancio comunitario e alle
politiche strutturali (fondi strutturali). Si devono inoltre
aggiungere il Trattato di Maastricht (1992) con la Nascita
dell’Unione europea, la politica estera e di sicurezza
comune e la Cooperazione negli affari interni e di polizia
giudiziaria, la cittadinanza europea
Su impulso di Delors, nel dicembre del 1993 la
Commissione europea presenta al vertice europeo di
Bruxelles
il
libro
bianco
"Crescita,
competitività,
occupazione. Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel
XXI secolo", più noto come Piano Delors, consistente in un
ambizioso progetto di politica economica, il primo varato
su scala europea.
Nel rapporto UNESCO della Commissione internazionale
sull’educazione per il ventunesimo secolo, intitolato
"Nell’educazione un tesoro" (1997) traccia con estrema
chiarezza linee programmatiche oggi seguite dai sistemi
educativi adottati in Europa.
È presidente fondatore e membro del consiglio di
amministrazione del think tank Notre Europe e membro
onorario dell'Istituto Aspen France e del Club di Roma.
Presidente del CERC (Conseil Emploi Revenu Cohésion
Sociale).