Codice 1c - SpazioAmbiente

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Codice 1c
La storia di PAULA
Paula era una povera ragazza di vent'anni, che viveva nelle favelas in Brasile.
Era alta, con occhi azzurri, capelli castani e carnagione scura. Aveva un carattere gentile ed era
sincera e amichevole con tutti. Fin da piccola aveva dimostrato di essere intelligente. Essendo
povera non aveva i soldi per comprarsi da mangiare, infatti era molto magra. Viveva insieme alla
sua famiglia composta dalla madre, i tre fratelli, una sorella e i nonni.
Paula abitava in una piccola baracca in muratura che cadeva a pezzi, molto sporca e malandata.
L'arredamento era scarso. Il tavolo era instabile, i letti erano dei semplici materassi con coperte e
cuscini, lavavano i vestiti a mano e la loro lampada era una candela, più raramente una piccola
torcia.
Paula, non essendo mai andata a scuola e non avendo molti soldi, aveva bisogno di un lavoro per
pagarsi la scuola serale e per poter forse un giorno prendere un diploma per ottenere un lavoro
migliore. Voleva anche poter fare dei regali alla famiglia, come ad esempio una radio che i suoi
fratelli desideravano da tanto o dei vestiti nuovi o acquistare della carne.
Un giorno Paula, viene finalmente assunta in un'azienda ortofrutticola che produce vari tipi di frutta
e verdura. A capo di quest'industria c'era un imprenditore italiano che si chiamava Marco. Lui
aveva occhi castani, capelli e carnagione scuri ed era soprattutto gentile, simpatico, premuroso con
i suoi operai e uomo di parola, sincero ed onesto.
Paula, con il primo stipendio, era riuscita ad acquistare una gonna a pois, una camicetta a righe
bianche e blu e un pollo arrosto per tutta la famiglia. Da quando aveva trovato un lavoro aveva
molto più fiducia in se stessa.
Gia' dai primi giorni di lavoro Paula aveva notato, con tristezza, che nello stabilimento c'erano
tantissimi scarti di frutta che emanavano un odore sgradevole e attiravano molti insetti. Un giorno,
tornata a casa, cerca di trovare un modo per riutilizzare questi scarti. Dopo alcuni tentativi riesce a
realizzare dei manufatti da vendere nel mercatino del quartiere per guadagnare qualche soldo in più.
Usa le bucce d'arancia per fare dei tessuti e abiti che rilasciano oli profumati per la pelle e poi li
tinge con le foglie del giaca (un frutto esotico selvatico che non si può coltivare e si trova
soprattutto in Brasile e nel sud est asiatico). Con gli scarti delle mele inventa la “pellemela”, per
fare borse e cinture, la “cartamela” per costruire taccuini, quaderni e diari e la “collamela” per
tenere uniti i pezzi di carta. Gli oggetti vengono venduti per pochi spiccioli alla gente povera delle
favelas brasiliane. Paula era riuscita anche ad utilizzare gli scarti dell'azienda per alimentare le
torce di casa e la cucina. Una sera prova a cucinare un giaca e scopre che, cucinandolo, cambiava
completamente sapore.... sapeva di carne!!!! Ed era molto nutriente!
Un giorno, per curiosità, l'imprenditore va a fare una passeggiata al mercato dove Paula aveva la
bancarella e subito da lontano sente un gradevole profumo d'arancia. In quel mercatino si vendono
borse, statuette, quadernini, souvenir, vestiti colorati, collane, bracciali di pietre naturali e... frutta e
verdura.
La bancarella di Paula era affollatissima, la gente era interessata alle sue creazioni, ma tra le
persone presenti, Paula nota un bel ragazzo. Era l'imprenditore, che si era fermato alla bancarella
della ragazza e aveva preso in mano un quadernino verde attirato dal profumo di mela. Lui le chiede
: “Con cosa è fatto questo quadernino?" E da quella prima domanda inizia la loro conversazione.
Infine Paula domanda all'uomo: “ Che lavoro fai?”. L'uomo le risponde: “Faccio l'imprenditore di
una grandissima azienda agricola”. La ragazza esclama: “Che coincidenza! Anche io lavoro in una
grandissima azienda, però come operaia!”.
Vista l'empatia che si è formata, lei gli propone: “ Un giorno, ti piacerebbe venire da me per vedere
quello che riesco a produrre? Magari ti fermi a cena”. Lui accetta l'invito e fissano una data.
Per l'occasione Paula voleva inventarsi un vestito elegante, per non fare una brutta figura di fronte
al ragazzo. La giovane ragazza per fare il vestito aveva impiegato tutto il suo tempo libero.
L'abito della ragazza era perfetto per l' appuntamento: un lungo vestito viola con dei fiori di pizzo e
brillantini.
Marco era andato a casa di Paula ed era rimasto sorpreso di vedere quanti oggetti si potessero fare
da dei semplici scarti.Conclusero la serata davanti un delizioso piatto a base di giaca.
Ad un certo punto la fanciulla aveva detto: "Io lavoro nell'azienda frutticola qui vicino...".
Il ragazzo sorpreso aveva risposto: "Ma... io sono l'imprenditore proprio di quell'azienda, quindi tu
sei una mia dipendente... e quindi quelli i miei scarti...".
Dopo la cena, Paula e Marco escono per fare una passeggiata, l'imprenditore le offre un gelato,
parlano a lungo e Paula gli racconta della sua vita e delle sue invenzioni.
L'imprenditore si innamora di Paula, per la sua inventiva e per la tenacia con cui cercava di
migliorare la sua vita.
Nei mesi successivi passano tanto tempo insieme, inventando persino il modo di ottenere energia
elettrica utile alla azienda e ai quartieri vicini con gli scarti della frutta. Con l'aiuto di Marco, Paula
aveva prodotto molti vestiti, sedie, tavoli, borse, coperte, ma proprio tanti e li vendeva a basso costo
ai poveri delle favelas: la bancarella degli oggetti per i poveri era andata benissimo e aveva avuto
grande successo! Marco seguendo l'esempio di Paula, era riuscito a trovare il modo di coltivare il
giaca. Era nutriente e dal buon sapore, lo si poteva usare per sfamare la popolazione delle favelas,
soprattutto i bambini e gli anziani.
Marco e Paula ora sono fidanzati e saranno felici a lungo.
Autore
Classe V C
Scuola "Raffaele Sanzio
Istituto Comprensivo di Montemarciano (AN)