guidumberto chiocci imprestato alla storia

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guidumberto chiocci imprestato alla storia
GUIDUMBERTO CHIOCCI IMPRESTATO ALLA STORIA
Il nostro socio Guidumberto Chiocci, Presidente dell’Ente Concerti, è stato
momentaneamente distolto dai confini del suo mondo musicale, per far rivivere ai pesaresi,
appassionati di storia e di musica, la vita di Carolina di Brunwisck che, nell'Ottocento, ha avuto dei
trascorsi nella nostra città. L’iniziativa, promossa dalla Biblioteca San Giovanni e dal Conservatorio
Rossini, su progetto della docente di musica Chiara Mazzi, finalizzato a costruire "Un viaggio fra
suoni e parole", ha visto, nel primo appuntamento, un alternarsi di brani musicali di Fryderyk
Chopin, suonati dalla pianista Elisabetta Tamburello con passi rievocativi, da parte del nostro
Guidumberto di questa figura ed in particolare inerenti al tema "Carolina di Brunswinck a Pesaro ed
i pesaresi in Inghilterra".
Con un eloquio arguto, brioso, tale da renderlo accattivante, sono state prese le mosse
dall'anno 1817, allorché l’ormai quarantanovenne Carolina, principessa di Galles, donna di rango,
estrosa e bizzarra, arrivò e vivacizzò la nostra città, già in fermento per la presenza di Costanza,
consorte di Giulio Perticari, figlia di Vincenzo Monti che era considerato il poeta più famoso e
celebrato del momento, nella cui dimora si riunivano i nobili ed i letterati del posto, oltre a
Gioacchino Rossini che già furoreggiava nei principali teatri italiani. Carolina si sentiva "in
pectore" già regina perché era sposata con il principe di Galles, erede al trono d’Inghilterra, dal cui
matrimonio era nata Carlotta Augusta - fu il suo un destino avverso perché morì ventenne di parto
dopo aver sposato Leopoldo I re del Belgio -, ma i rapporti con il marito, soggetto libertino e
prepotente, furono sin dall'inizio difficili e premonitori di una vera frattura.
Quando il suocero Giorgio III, re di Hannover, Gran Bretagna e d'Irlanda, che aveva già
manifestato segni di follia, fu deposto perché incapace d’intendere e di volere, al figlio Giorgio IV,
marito di Carolina, fu affidata la reggenza del regno, ma il primo atto che questi compì fu di
sottrarre Carlotta alla madre, relegandola in un castello di famiglia. Per questo motivo, Carolina
contrariata, non disposta assolutamente a concedere il divorzio al marito, iniziò la sua
peregrinazione che la portò, prima in Germania dai suoi familiari, poi a Milano, ove conobbe
Bartolomeo Pergami che divenne per lei più di un amico e di un accompagnatore. Con un gran tour
hanno viaggiato insieme, visitando vari paesi, finché arrivati in Italia sono passati da Senigallia a
Pesaro, ove furono prima ospiti dei marchesi Toschi Mosca a Villa Caprile, poi si trasferirono
nell'acquistata Villa Vittoria. Qui trascorsero, insieme all’élite pesarese, un non breve periodo di
spensierata ed allegra follia, con scampoli boccacceschi.
Diplomaticamente molto abile seppe farsi profumatamente mantenere con un lauto
appannaggio (aveva una copiosa servitù, un’ottantina di dipendenti), ma tutto andò bene finché non
avvenne il decesso di re Giorgio III, infatti, con la sua scomparsa, il marito Giorgio IV presentò
subito una legge per annullare il loro matrimonio e per impedire a Carolina di diventare regina.
Iniziò così un lungo processo e tutta la nobiltà pesarese, capitanata da Antaldo Antaldi – questi
sostenendo buona parte delle spese, mandò in rovina la famiglia - si trasferì a Londra, schierata in
difesa della principessa. Il processo si concluse con una favorevole risoluzione economica per
Carolina (50.000 sterline), ma con il nulla osta a Giorgio IV di essere incoronato re. Non le fu, però,
nemmeno permesso di partecipare all'incoronazione e ciò le provocò un tal sconvolgimento da
portarla a morte, nel giro di un paio di settimane. Sulla tomba volle che fosse scritto "Qui giace
Carolina di Brunswick, oltraggiata regina d’Inghilterra".
Giuliano Albini Ricciòli