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IAB ITALIA
Rassegna Stampa del 23/10/2014
La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o
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INDICE
IAB ITALIA
23/10/2014 Financial Times
Lex.
10
23/10/2014 Media Key
LA SECONDA VOLTA DI EXPO E L'UNDICESIMA DEL PRESS, OUTDOOR KEY
AWARD E PROMOTION GLOBAL AWARD
12
23/10/2014 Media Key
MOBILE DI PREGIO
13
23/10/2014 NC Nuova Comunicazione
ADVERTISING, INTERNET SORPASSA LA STAMPA
16
23/10/2014 NC Nuova Comunicazione
NC DIGITAL AWARDS 2014 : L'INTEGRAZIONE È FATTA
17
23/10/2014 NC Nuova Comunicazione
PRESIDENTE DI GIURIA
19
23/10/2014 NC Nuova Comunicazione
COMUNICAZIONE, SEMPRE PIÙ INTERNET E RETAIL
24
23/10/2014 NC Nuova Comunicazione
LA PUBBLICITÀ E MOBILE: NEL 2014 INVESTIMENTI PER 300 MLN DI EURO
25
ADVERTISING ONLINE
23/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Gruppo Espresso: bene i conti, tiene l'utile
29
23/10/2014 Il Fatto Quotidiano
" Il futuro è già sul web Ma la qualità va pagata "
30
23/10/2014 ItaliaOggi
L'Espresso, utile netto a 4,6 mln, costi a -7,7%
31
23/10/2014 Brand News Today
Nielsen e Twitter, le nuove metriche della TV sono fluide e guidate dai contenuti
32
23/10/2014 Brand News Today
Il mercato consumer internet italiano vale 15,7 mld. La pubblicità cresce del 14% e
arriva a quota 2 miliardi
33
23/10/2014 DailyNet
Eventi Smau: pubblicità internet a quota 2 mld
34
23/10/2014 DailyNet
Mercato PianetaDonna accoglie ClioMakeUp: raccolta a Banzai Adv
36
23/10/2014 DailyNet
Ricerche Nel 2014 la pubblicità internet raggiunge quota 2 miliardi di euro. In
aumento il peso del mobile
37
23/10/2014 DailyNet
Sizmek, sul mercato Dynamic Creative con la soluzione Omnichannel
39
23/10/2014 DailyNet
Rubicon Project riceve la certificazione di fiducia dell'EDAA
40
23/10/2014 DailyNet
I cinque consigli di Akamai per un Natale nel segno dell'ecommerce
41
23/10/2014 DailyNet
gli otto vantaggi del Rtb secondo Tradelab
43
23/10/2014 Pubblicita Today
Nuova alleanza tra PianetaDonna e ClioMakeUp
44
23/10/2014 Pubblicita Today
Sizmek lancia Dy namic Creative per il mobile, video, social e display advertising
45
23/10/2014 Pubblicita Today
Smau: l'adv online nel 2014 supera i 2 miliardi di euro
46
22/10/2014 Industria e Finanza
FRENA LA PUBBLICITÀ SUL WEB, MOBILE IN CRESCITA CONTINUA
47
22/10/2014 Azienda Banca
Abbattere la barriera cartacea
48
22/10/2014 Azienda Banca
Un rapporto diretto con il cliente. Anche online
50
23/10/2014 Media Key
UN'AGENZIA DALLA DOPPIA ANIMA
52
23/10/2014 Media Key
L'ORGOGLIO DEI SINGOLI
55
23/10/2014 Media Key
LA NUOVA ORIGINE
58
23/10/2014 NC Nuova Comunicazione
SERVICEPLAN GROUR CRESCE LA CASA DELLA COMUNICAZIONE
61
23/10/2014 NC Nuova Comunicazione
UPA, LA PUBBLICITÀ RIPARTE DA ZERO
65
23/10/2014 NC Nuova Comunicazione
IL RETAIL SI FA CROSSCANALE
70
21/10/2014 ADV Express
Agli italiani piace l'eCommerce via Smartphone: +100% le vendite nel 2014, oltre 1,2
mld
73
22/10/2014 ADV Express
Space Available Here. 'I Guanti degli Angeli'
76
22/10/2014 ADV Express
Akamai, 5 consigli per un e-commerce sicuro e di successo
77
22/10/2014 ADV Express
Tradelab rivela i vantaggi del Real Time Bidding
79
22/10/2014 ADV Express
Con MakeItApp il proximity marketing alla portata di tutti
80
22/10/2014 ADV Express
Gruppo Espresso: nei primi nove mesi utile stabile a 4,6 milioni, ricavi a -8%.
Pubblicità a -7,7%
82
22/10/2014 ADV Express
PianetaDonna ancora 'più bello' con ClioMakeUp
84
22/10/2014 ADV Express
Twitter moltiplica l'efficacia della brand communication
85
22/10/2014 ADV Express
Barbarani (Rai Pubblicità): "nei primi nove mesi 2014 la raccolta digitale cresce
double digit"
87
22/10/2014 ADV Express
In Italia i mercati Internet consumer crescono del 15% e valgono 16 mld.
L'eCommerce B2c a quota 11,7 mld (+16%)
88
22/10/2014 Engage.it
Sizmek lancia Dynamic Creative, soluzione per mobile, video, social e display adv
90
22/10/2014 Engage.it
Triboo Digitale, si cambia: Michael Scatigna è il nuovo ceo
91
22/10/2014 Engage.it
SMAU / Svelati i numeri dei Mercati Internet Consumer: nel 2014 valgono 15,7
miliardi
92
22/10/2014 Primaonline.it 03:08
In Italia i mercati online valgono 16 miliardi di euro. L'online adv alla soglia dei 2
miliardi di euro, ma i ricavi da contenuti stampa pay calano del 5% (DOCUMENTO)
93
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO
23/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Bonus bebè, c'è il tetto di 90 mila euro Le Regioni: manovra da cambiare
96
23/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Il summit europeo tenta l'intesa su stimoli e conti
98
23/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Italia e Ue, le incomprensioni e la grande sfida sul deficit
100
23/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
UNA CONFUSIONE CHE ALIMENTA IL RISCHIO DI ELEZIONI
102
23/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Risparmi senza crescita e tensioni internazionali I lati negativi (poco evidenti) del
petrolio a ottanta dollari
103
23/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
«Banche, undici a rischio in Europa»
104
23/10/2014 Il Sole 24 Ore
Sala: porteremo all'Expo un milione e mezzo di visitatori dalla Cina
106
23/10/2014 Il Sole 24 Ore
Unione bancaria, sfida da vincere
108
23/10/2014 Il Sole 24 Ore
Irap, fondi e utili: resta la retroattività
110
23/10/2014 Il Sole 24 Ore
Manovra «bollinata», ecco i nuovi tagli
112
23/10/2014 Il Sole 24 Ore
Saltano le risorse per «Piano export» e investimenti esteri
114
23/10/2014 Il Sole 24 Ore
Gay: «Il Made in Italy sia il motore del Paese»
116
23/10/2014 Il Sole 24 Ore
BTp Italia a quota 4,5 miliardi
118
23/10/2014 Il Sole 24 Ore
L'Italia rilancia sul Giappone
119
23/10/2014 Il Sole 24 Ore
Un outsider che viene dal «largo consumo»
121
23/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Doria: "Insultatemi ma non mollo I premi scandalo? Dovevo darli"
122
23/10/2014 La Repubblica - Nazionale
"Ore di paura in una città sotto assedio"
124
23/10/2014 La Repubblica - Nazionale
"Rispunta il bipartitismo per governare davvero serve un premio più alto"
125
23/10/2014 La Repubblica - Nazionale
"Nomi degni e alla luce del sole, e li votiamo"
126
23/10/2014 La Repubblica - Nazionale
"Cannavaro, un milione frodato al Fisco"
127
23/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Luxottica rinnova il vertice Mehboob-Khan lascia Wella e prende il timone con Vian
129
23/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Del Vecchio esce dalla bufera puntando sul manager globale
130
23/10/2014 La Stampa - Nazionale
"Sesso con gli adulti? Meglio dei coetanei che poi ti rovinano"
131
23/10/2014 La Stampa - Nazionale
Ponte tra Pd e dem Usa
133
23/10/2014 La Stampa - Nazionale
"Oggi nessuno ha il coraggio di fare inchieste come le sue"
134
23/10/2014 La Stampa - Nazionale
Renzi tratta con Juncker per un'intesa sul deficit
136
23/10/2014 La Stampa - Nazionale
Torna l'ombra del voto anticipato ma Napolitano resta contrario
138
23/10/2014 La Stampa - Nazionale
«Basta tessere Ormai siamo il partito del Paese»
139
23/10/2014 La Stampa - Nazionale
Intesa Sanpaolo, nuovi vertici per la Banca dei Territori
140
23/10/2014 Il Messaggero - Nazionale
Renzi: sono sereno e il piano-Juncker è un nostro successo
141
23/10/2014 Il Messaggero - Nazionale
Berlusconi ora è pronto a trattare e avverte FI: «Io non esco di scena»
142
23/10/2014 Il Giornale - Nazionale
La pista del terrorismo islamico A settembre la minaccia dell'Isis
143
23/10/2014 Il Giornale - Nazionale
Tuffi in piscina e discriminazione al contrario
144
23/10/2014 Il Giornale - Nazionale
L'angoscia di Trieste fra liberazione e sovietizzazione
145
23/10/2014 Il Secolo XIX - Nazionale
Doria: «Non ho le persone per proteggere la città»
146
23/10/2014 ItaliaOggi
L'Italia non ha interesse a prolungare l'inutile rito delle sanzioni alla Russia
148
23/10/2014 ItaliaOggi
Mediobanca continua a sostenere Barbetti
149
23/10/2014 MF - Nazionale
Tasse sulle Fondazioni, boom del 100%
150
23/10/2014 MF - Nazionale
Euler Hermes lancia le cauzioni anche in Italia, mercato da mezzo miliardo di premi
151
23/10/2014 MF - Nazionale
Che bisogno ha Club Med di aprire resort in Asia? È sull'Europa che occorre
investire
152
23/10/2014 Financial Times
Bank stress tests need to be a catalyst for policy shifts in Europe
153
23/10/2014 Le Monde
A Calais, la situation au bord du chaos
154
23/10/2014 Les Echos
Rome prêt à faire des efforts supplémentaires
155
23/10/2014 Les Echos
Del Vecchio propulse un transfuge de Procter à la tête de Luxottica
156
23/10/2014 Les Echos
La banque centrale chinoise entre au capital de Mediobanca
157
23/10/2014 Wall Street Journal
Luxottica Taps P&G Executive As Co-CEO
158
23/10/2014 Panorama
tu QuoQue, Padoan
159
23/10/2014 Panorama
Mps e il rischio di un nuovo aumento
160
23/10/2014 Panorama
fisco le patrimoniali nascoste nella manovra
161
IAB ITALIA
8 articoli
23/10/2014
Financial Times
Pag. 12
(diffusione:265676, tiratura:903298)
Google: soul searching There comes a time when all monopolies falter. Think of telecoms operators or
utilities, for example. For Google, too, its near-monopoly on search ads will someday end. The company is
nowhere near this point yet, of course. But recently there have been signs that Google is no longer quite as
untouchable as it once was. Start with online ads. The market for digital advertising has weakened recently.
According to IAB, US digital ad spend grew 14 per cent in the second quarter. Not bad. But that was the
lowest rate of growth in two years. More concerning still for Google is that search ads' share of the digital
advertising pie has been shrinking since 2011. Google is still outgrowing the market - revenues from its own
sites, including YouTube, grew 20 per cent in the most recent quarter. But the move away from search is
starting to hurt: Bernstein estimates that Google search revenue growth slowed to 17 per cent. Google's
fastest-growing source of revenue has become its lower-margin "other" category, which includes sales from
Google Play and is growing at 50 per cent a year. As ad dollars move away from search, Google has been
losing share of the overall online advertising market to Facebook. In the US, eMarketer expects Google's
share of digital ads to fall from 40 per cent (2013), to 38 per cent (2014), to 34 per cent (2016). Facebook's
market share is expected to climb from 8 per cent to 11 per cent in the same period. Part of the problem is
that search ads do not seem to be quite as successful on mobile (the fastest-growing part of digital ad spend)
as on desktop. People do use search on phones - search is about half of mobile ad spending. But these ads
appear to have less impact than targeted social media ads, and could fall off quickly as more effective forms
of mobile advertising are found. Facebook, which has a higher ad market share on mobile than on desktop,
has seen its click-through rate triple over the past year, according to Nanigans. Unfortunately for Google,
mobile advertising is getting increasingly crowded. Snapchat, a popular photo-sharing app, is launching ads.
And Yahoo is trying to boost its mobile ad offering with its acquisition of Flurry. The search business naturally
tends towards monopoly. But the advertising business, ex-search, does not. Israeli gas: landing Leviathan If
necessity is the mother of invention, its second cousin must be energy demand. A society's requirement for
light and heat for its people can bridge political differences. Witness what is happening in Israel. Big offshore
natural gas discoveries there since 2009 could help bring cheaper energy not just to Israel but also to Jordan,
Palestine and, eventually, even Egypt and Turkey. These gasfields, the largest of which are Leviathan and
Tamar, were discovered in 2009-10 by Noble Energy and the subsidiaries of the Israeli conglomerate Delek
Group (Delek Drilling and Avner Oil and Gas). According to the oil consultants Netherland & Sewell, the
resource is huge: the equivalent of 150 years of Israeli gas demand of 245bn cubic feet last year. After some
years of drilling to prepare for production, commercial contracts with customers are close. The fields have
more than enough to supply not only Israel, but also its neighbours. Some of these countries are short of
energy - note the rush-hour blackouts in Cairo, for example. Delek says it already has preliminary agreements
with Jordan and the Palestinian Authority, and it is also talking to the Egyptian government. Delek and Noble
Energy together control about 80 per cent of the projects. If all the gas is contracted to customers, Credit
Suisse thinks that Noble Energy's Israeli offshore assets are worth nearly $16 a share, about a quarter of its
current value. At the two Delek companies (Delek Drilling and Avner Oil), the gas could be worth just over
$3bn for each, the equivalent of their respective market values. The latter two trade at earnings multiples 50
to 100 per cent higher than Noble, so the market is counting on success. But there are plenty of risks.
Contracts may not be signed, and regional politics could intervene. Israeli regulators may feel that too much
gas sits in the partners' hands. As with most things in that region, a delicate negotiation will be required for
success. Amgen: splitting hairs Dan Loeb lacks ambition. The investor thinks that Amgen, the big US biotech,
should break in two. Why stop there? Amgen should be cut into four, at least. Mr Loeb argues that "disparate
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 23/10/2014
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Lex.
23/10/2014
Financial Times
Pag. 12
(diffusione:265676, tiratura:903298)
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 23/10/2014
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
business units generally benefit from operating separately due to distinct corporate cultures, superior
efficiencies, and a greater focus". So Mr Loeb wants Amgen's older products put into a cash-generating
"MatureCo". This looks sensible. Neulasta, Aranesp, Epogen and Sensipar all treat blood disorders brought
on by kidney failure, chemotherapy, or bone marrow transplants. They go together. But why should Amgen's
other drugs all be forced into a single "GrowthCo" as Mr Loeb suggests? Amgen's treatments for
inflammatory conditions (Enbrel and Nplate), cancer (Vectibix and Kyprolis), and bone disease (Prolia/Xgeva)
would on Mr Loeb's logic be trapped in a culturally heterogeneous, inefficient, conflicted conglomerate.
Absurd, of course. A four-way split would eliminate more efficiencies than it would create - by multiplying chief
executives, regulatory departments, back offices and so on. Amgen is not a conglomerate, like eBay. It
makes drugs. MatureCo/GrowthCo split proposals (Pfizer has considered one too) are not about culture,
efficiency and focus. They are about valuation arbitrage. Some investors want companies that generate cash.
Others seek growth. Nobody wants a company that is stuck in between. So break the growthy bit from the
cashy bit and the parts are worth more than the whole. A respectable idea, true in many cases, which usually
comes wrapped in misleading rhetoric. The maths has to work, of course. The value created by segmenting
demand for the shares must be greater than the efficiencies of scale inevitably lost. And all drugs age, some
of them quite quickly. It will not be too many years before GrowthCo looks like a very odd label. Boeing: longhaul flight Commercial jets take years to design, build and deliver. It takes as long to judge their
manufacturers. So there should be little surprise that Boeing's solid third-quarter results and improved outlook
were shrugged off yesterday. Its shares dipped 4 per cent. They are down a 10th since March. With all the
good news about the longterm global demand for jets already priced into Boeing shares, what is left for the
company to show is that it can turn those orders into not just accounting earnings but cash. Boeing reported
that its order backlog was up to a whopping $490bn. Earnings per share of $2.14 beat estimates handily and
management boosted its earnings guidance by 3 per cent despite no change in commercial jet deliveries, still
forecast to be above 700. Better margins are to thank. On the commercial side, think of Boeing as two
businesses (separately it has a defence and space unit that is a third of total revenue). One part of the
commercial segment makes smaller single-aisle planes headlined by the 737 model. Demand for the latest
versions of the 737 is so strong that Boeing is to increase production from 42 per month to 47 and potentially
52. Yet the real driver of cash generation at Boeing is wide-body jets. And that now means the 787
Dreamliner. Boeing has consistently been unable to restrain an item called "deferred production" - a balance
sheet item that measures the costs of bringing the 787 to market. That has ballooned to about $25bn, a few
billion dollars more than expected. Optimists (and management) say that it will not creep higher and that cash
flow will shortly begin to accelerate. Growth in deferred production did slow in third quarter. But Deutsche
Bank says remaining unease about the deferred production figure weighed on the share price. Boeing trades
at an attractive forward price-to-earnings multiple of 14 times. But as concerns about cash costs remain, that
is only of secondary importance.
23/10/2014
Media Key - N.337 - settembre 2014
Pag. 3
(diffusione:10500, tiratura:10500)
LA SECONDA VOLTA DI EXPO E L'UNDICESIMA DEL PRESS, OUTDOOR
KEY AWARD E PROMOTION GLOBAL AWARD
ROBERTO ALBANO
QUELLO CHE AVETE FRA LE MANI È UN FASCICOLO DEDICATO IN PARTICOLARE A DUE SPECIAL
REPORT RELATIVI A DUE EVENTI MOLTO IMPORTANTI. UNO È DEDICATO ALL'EXPO 2015, IN
ITALIANO E INGLESE E ALLA SUA SECONDA EDIZIONE, CHE MIRA A FARE IL PUNTO
SULL'EVOLUZIONE DEI LAVORI E SULLE ULTIME NOVITÀ DELL'EVENTO CHE PORTERÀ MILANO E
L'ITALIA IN CIMA AL MONDO A PARTIRE DAL 1° MAGGIO 2015. FRA I 50 PADIGLIONI PREVISTI
PRESENTIAMO QUELLO TEDESCO CHE È MOLTO AVANZATO E FRA I PIÙ GRANDI DI EXPO. IL
PADIGLIONE, CON IL MOTTO 'FIELDS OF IDEAS', SI EVIDENZIA PER UN'ARCHITETTURA ORIGINALE
E IMPONENTE GRAZIE AI 1.500 MQ DI SUPERFICIE SU UN LOTTO DI QUASI 5.000 CHE LO RENDONO
IN GRADO DI OSPITARE CIRCA 16MILA VISITATORI AL GIORNO. NELLO SPECIAL POTRETE
TROVARE ANCHE L'INIZIATIVA FUORI EXPO DI LATTANZIO GROUP, GRANDE REALTÀ NEL SETTORE
DELLA CONSULENZA, CHE SI STA IMPEGNANDO CON ATTIVITÀ AUTONOME E PARALLELE PER
INCREMENTARE LA VISIBILITÀ DELLE IMPRESE IN OCCASIONE DELL'ESPOSIZIONE UNIVERSALE.
L'ALTRO SPECIAL REPORT CHE VI PROPONIAMO È CENTRATO SUL NOSTRO 11° PRESS, OUTDOOR
& PROMOTION GLOBAL AWARD DI CUI RIPORTIAMO LE NOMINATION PER CIASCUNA DELLE 25
CATEGORIE PREVISTE. SI POSSONO COSÌ NOTARE LE MIGLIORI IDEE DELL'ANNO FRA LE QUALI
EMERGERANNO I LAVORI VINCENTI CHE VERRANNO SVELATI DURANTE IL GALÀ DEI WINNER DEL
7 OTTOBRE ALL'UNIVERSITÀ IULM DI MILANO. IN QUESTO FASCICOLO RIPORTIAMO I RISULTATI
DELL'ULTIMO RADIOMONITOR RELATIVO AL PRIMO SEMESTRE 2014 DI GFK EURISKO. I DATI
CONFERMANO LA INDISCUSSA LEADERSHIP DI RTL 102.5 CON 6,8 MILIONI DI ASCOLTATORI
GRAZIE ALLA SUA MULTIMEDIALITÀ (RADIO, TV, WEB, SMARTPHONE, TABLET) E AI SUOI
PALINSESTI DI QUALITÀ. PER QUESTO MOTIVO LORENZO SURACI, FONDATORE E ANIMA
DELL'EMITTENTE, FIGURA A BUON DIRITTO SU QUESTA COVER. UN PERCORSO RADIOFONICO
STRAORDINARIO INIZIATO NEL 1975, QUELLO DI LORENZO SURACI, CHE LO HA PORTATO AD
ARRIVARE AL PRIMO POSTO ASSOLUTO CON LA SUA EMITTENTE ORMAI DA ALCUNI ANNI:
PRIMATO CHE SI È CONSOLIDATO CON QUESTA ULTIMA RICERCA. L'AGENZIA DEL MESE È
QUESTA VOLTA ZENITHOPTIMEDIA. L'AGENZIA MEDIA CONDOTTA DA VITTORIO BONORI È
RIUSCITA A IMPOSTARE UNA RIVOLUZIONE STRATEGICA CHE STA OTTENENDO RISULTATI
LUSINGHIERI. VI PROPONIAMO INOLTRE SERVIZI SU ALCUNI PROTAGONISTI DEL PRESS &
OUTDOOR E PROMOTION GLOBAL AWARD COME COOEE, INVENTA CPM, PIXARTPRINTING E
L'UNIVERSITÀ IULM. IL FASCICOLO INCLUDE INOLTRE UNDICI INTERESSANTI INTERVISTE CHE
RAPPRESENTANO LA VOCE DEGLI UTENTI NEL SETTORE DELLA COMUNICAZIONE, SERVIZI SUL
MERCATO DELLA STAMPA, DELL'OUT OF HOME E DEL MOBILE (IAB SEMINAR) OLTRE ALLE
VALUTAZIONI UPA SUL MERCATO DELLA COMUNICAZIONE CHE QUEST'ANNO DOVREBBE
CHIUDERE IN SOSTANZIALE PAREGGIO. BUONA LETTURA! _ IN COPERTINA LORENZO SURACI,
PRESIDENTE E FONDATORE DI RTL 102.5
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 23/10/2014
12
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
EDITORIALE
23/10/2014
Media Key - N.337 - settembre 2014
Pag. 96
(diffusione:10500, tiratura:10500)
MOBILE DI PREGIO
AL RECENTE IABSEMINAR DI MILANO SONO STATI PRESENTATI I NUOVI DATI DELLA DIGITAL
TOTAL AUDIENCE RILEVATA DA AUDIWEB, CHE METTONO IN EVIDENZA LA CRESCENTE INCIDENZA
DEL MOBILE SULLA QUOTIDIANITÀ DI UTILIZZO DELLA RETE. UN FENOMENO CHE HA PRECISI
RIFLESSI ANCHE A LIVELLO COMUNICAZIONALE: SECONDO UNA RICERCA DELL'OSSERVATORIO
MOBILE MARKETING & SERVICE DEL POLITECNICO DI MILANO, A FINE ANNO GLI INVESTIMENTI SU
SMARTPHONE AVRANNO GIÀ UNA QUOTA DEL 14% SUL VALORE COMPLESSIVO
DELL'ADVERTISING ONLINE. DI MAURO MU
LA TOTAL DIGITAL AUDIENCE DI AUDIWEB HA QUANTIFICATO IN OLTRE 25 MILIONI GLI UTENTI
ONLINE NEL MESE DI MARZO, MENTRE UNA STIMA DELL'OSSERVATORIO MOBILE DEL
POLITECNICO DI MILANO REGISTRA UNA FASE DI CRESCITA DEL MERCATO E IPOTIZZA CIRCA 300
MILIONI DI INVESTIMENTI PUBBLICITARI SU SMARTPHONE PER FINE 2014. Sono queste le principali
evidenze emerse dalla prima edizione dell'anno di IAB Seminar, svoltasi lo scorso 1 luglio nella consueta
cornice della Sala Collina, presso la sede di Milano de Il Sole 24 Ore . La costola italiana dell'Interactive
Advertising Bureau ha voluto incentrare l'appuntamento su una tematica di grande attualità, ovvero il
percorso di sviluppo del Mobile Marketing & Advertising: nel corso dell'evento sono stati dunque presentati,
discussi e analizzati alcuni dati che restituiscono l'immagine di un Paese sempre più connesso e avvezzo
all'utilizzo degli strumenti digitali. LA DIGITAL TOTAL AUDIENCE Iniziamo l'excursus sulle primarie
indicazioni fornite dai relatori partendo dall'intervento di Enrico Gasperini, Presidente di Audiweb, che ha fatto
seguito all'apertura dei lavori da parte di Carlo Noseda e di Stefano Portu, rispettivamente Presidente e
Consigliere di IAB Italia. Gasperini ha di fatto tracciato la nuova mappa dei consumi online in Italia
presentando in anteprima i dati di accesso relativi al Mobile e quelli della cosiddetta total digital audience,
raccolti tramite il nuovo sistema di rilevazione che consente di misurare gli utenti che accedono al web sia da
pc sia da dispositivo mobile e, di conseguenza, di analizzare le abitudini dei navigatori, i loro comportamenti
in Rete e l'audience digitale nel suo complesso. "Nel mese di marzo 2014", ha affermato il Presidente di
Audiweb, "sono stati complessivamente 25 milioni gli italiani di età compresa tra i 18 e i 74 anni connessi, con
una media di tempo speso nel mese che è nell'ordine delle 46 ore e 15 minuti a persona. Ma è stata
soprattutto la mobile audience (l'insieme degli utenti unici che accedono a internet da smartphone e tablet) a
mettere in luce la quotidianità di utilizzo del mezzo: i dati parlano infatti di 17,2 milioni di utenti nel mese e
14,5 milioni nel giorno medio. In particolare, oltre il 52% di questi sono giovani rientranti nella fascia
anagrafica dei 18/34enni". Il nuovo set di dati è il risultato dell'estensione del sistema di rilevazione Audiweb
Mobile, che la joint industry commettee presieduta da Gasperini ha sviluppato in collaborazione con i partner
di ricerca Nielsen, Doxa e Memis con un dichiarato obiettivo prioritario: offrire al mercato dati e informazioni
puntuali sulla total digital audience e sulla fruizione di internet dai nuovi device. "L'estensione del sistema di
rilevazione Audiweb rappresenta un grande risultato", ha ribadito Gasperini nel corso del suo intervento a IAB
Seminar: "è la prima volta che vengono distribuiti al mercato i dati sulla fruizione complessiva di internet e
sulla fruizione da mobile. Grazie all'estensione del sistema e al lavoro di sviluppo portato avanti nel corso
degli ultimi due anni gli operatori interessati potranno ora misurare la complessiva portata del mezzo,
utilizzando strumenti indispensabili per la pianificazione delle campagne anche sui device mobili, che sempre
più influenzano i consumi online degli individui". Come accennato, la 'Mobile audience' è rappresentata da
17,2 milioni di utenti nel mese, con un dato non molto differente nel giorno medio (14,5 milioni di individui): gli
stessi vertici di Audiweb sottolineano la rilevanza statistica di tali cifre, che dimostrano come sia ormai
abituale il ricorso ai nuovi device per accedere alla Rete (vedi Tav. 1). Se i 18/34enni generano oltre la metà
(52%) del tempo speso online tramite device mobili, un'altra quota consistente (42%) del tempo totale
dedicato alla navigazione mobile è riconducibile alla fascia anagrafica immediatamente successiva, ovvero
quella dei 35/54enni; più in dettaglio, gli individui rientranti in tale fascia prediligono il mobile browsing, ovvero
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MERCATO DIGITALE
23/10/2014
Media Key - N.337 - settembre 2014
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la navigazione tramite browser (sono loro a generare il 48% del tempo complessivamente dedicato dagli
italiani a questo genere di connessione). Analizzando i dati sull'uso 'singolo' dei differenti device disponibili
per accedere a internet nel giorno medio (computer e dispositivi mobili), risultano essere 7,4 milioni gli italiani
che si connettono alla Rete solo via mobile (il dato corrisponde al 37% degli utenti online da qualunque
mezzo nel giorno medio): è un numero addirittura superiore a quello che quantifica l'accesso solo da
computer (5,3 milioni di persone) e, sia pure di poco, anche a quello che chiama in causa l'uso combinato tra
i due device (7,2 milioni ricorrono sia al pc sia ai dispositivi mobili). Ancora, un'altissima percentuale (91
persone su 100) degli utenti mensili più giovani (tra i 18 e i 24 anni) si può definire 'multiscreen surfer', anche
se spicca una forte propensione all'uso esclusivo dei device mobili per accedere a internet nel giorno medio.
Sempre per quanto concerne il consumo online da device mobili, emergono quote piuttosto elevate in
riferimento al tempo speso per la fruizione di contenuti delle categorie social network (il 59% del tempo totale
speso in questa direzione da tutti i navigatori italiani avviene via mobile), i contenuti vari di intrattenimento
(71%), i siti e le applicazioni legati al mondo dei cellulari ('Cellular/Paging': in questo caso la quota è
addirittura del 99%, il che significa che la quasi totalità di chi dedica parte della sua attività online a questa
categoria si connette tramite smartphone o tablet) e altro ancora. Inoltre, dai dati sulla distribuzione del tempo
totale speso online nel giorno medio attraverso i due device rilevati emerge un trend stabile per tutta la
giornata, dovuto principalmente al peso della fruizione mobile: quest'ultima, infatti, è sostanzialmente attiva
dalle ore 9 alle 21, a differenza della fruizione da personal computer, per la quale le ultime rilevazioni
dell'organismo presieduto da Enrico Gasperini confermano che il peak time riguarda le ore pomeridiane.
Nell'era della multimedialità e della moltiplicazione delle opportunità di fruizione mediatica che i consumatori
finali hanno a loro disposizione, è doveroso procedere anche a un accostamento fra l'utilizzo dei mezzi digitali
e quello del mezzo classico per eccellenza, ovvero la televisione. Ad esempio, confrontando i dati di audience
nel giorno medio degli strumenti rilevati da Audiweb nell'ambito della total digital audience e quelli riferiti agli
ascolti televisivi quotidiani (fonte: un'elaborazione della stessa Audiweb su dati forniti da Auditel) risulta che
per i giovani di 18/24 anni internet è il mezzo principale dal mattino alla sera (ore 6/21), in particolare tra le
ore 15 e le 18, fascia che corrisponde al peak time della total digital audience (2,2 milioni di utenti). "In
sostanza", ha concluso il Presidente di Audiweb, "il nastro di pianificazione distribuito alle software house e
fruibile attraverso i tool di pianificazione offrirà il dettaglio dei dati della navigazione quotidiana sui siti degli
editori iscritti al servizio, relativamente alla fruizione dai differenti device rilevati. La prima distribuzione dei
dati sulla total digital audience ha coinciso con la disponibilità immediata del nastro di pianificazione per i
mesi di gennaio, febbraio e marzo 2014; da fine luglio è possibile consultare anche i dati mobile mensili, con
lo stesso livello di dettaglio, organizzati in base ai device disponibili e consultabili attraverso la piattaforma
Audiweb View. A partire dal secondo semestre 2014 i dati di audience relativi a smartphone e tablet saranno
separati e verrà ridotto il divario temporale nella consegna dei dati pc da quelli completi, arrivando alla
distribuzione simultanea sul mercato di un unico nastro di pianificazione, con tutti i dati disponibili della total
digital audience". Per inciso, in concomitanza con la pubblicazione dei nuovi dati, Audiweb ha anche lanciato
il nuovo sito www.audiweb.it, caratterizzato da un'interfaccia user friendly da cui è possibile accedere in modo
più facile e immediato ai dati e ai report. UNO SCENARIO PROMETTENTE A Marta Valsecchi, Responsabile
di Ricerca dell'Osservatorio Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano, è toccato il compito di
presentare un'anteprima riferita alle stime di chiusura 2014 del mercato italiano del Mobile Advertising, del
quale la relatrice ha approfondito i trend e le dinamiche. "La continua crescita e diffusione del Mobile", ha
spiegato Valsecchi, "autorizza a ipotizzare che alla fine del 2014 saranno circa 45 milioni gli smartphone in
circolazione in Italia, ai quali si affiancheranno circa 12 milioni di tablet. Ne deriva che le previsioni sono
decisamente positive anche in ottica di scenario comunicazionale: la stima parla del raggiungimento della
soglia dei 300 milioni di euro di investimenti pubblicitari su smartphone. Tale valore assoluto equivale, in
termini di quote, a circa il 14% dell'ammontare complessivo degli investimenti in advertising online e al 5%
delle risorse che gli spender destinano al mercato pubblicitario italiano nel suo complesso" (vedi Tav. 4).
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Valsecchi ha preso in esame anche gli elementi basilari che, nell'ottica di un indispensabile approccio
strategico, consentiranno di cogliere le opportunità che si presenteranno in questo 'promettente scenario': si
va dalla necessità di non considerare il Mobile come un canale residuale all'esigenza di valorizzare le
peculiarità del mezzo e le meccaniche cross-canale o, ancora, dal ruolo del Mobile come 'touchpoint bidirezionale' a una misurazione e una sperimentazione 'consapevoli'. Fra gli altri interventi ricordiamo ad
esempio quello di Davide Corcione, Head of Agency di Yahoo!, che si è soffermato su come cambia la
fruizione dei contenuti in coincidenza con lo spostamento dell'audience verso i nuovi device. "Lo switch
dell'utenza in direzione del Mobile era un fenomeno prevedibile", ha spiegato Corcione; "per comunicare con
successo tramite le app è necessario cambiare paradigma e usare la generazione di contenuti. Quanto alla
'monetizzazione' di questa tendenza, è una sfida che bisogna affrontare dotandosi di strumenti innovativi".
Dal canto suo Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia, ha affermato che "il Mobile rappresenta un fenomeno
sempre più significativo dal punto di vista dei contenuti e del ruolo svolto all'interno del mercato pubblicitario:
ormai è il secondo schermo privilegiato in Italia, dopo la televisione ma davanti al pc. Uno degli elementi più
interessanti è quello che riguarda le fasce d'età: è vero che il Mobile ha una forte penetrazione tra i giovani,
ma è altrettanto vero che esso coinvolge anche un target più adulto, al quale fanno capo pure i responsabili
d'acquisto. Questo elemento, affiancato ai vantaggi insiti nella geolocalizzazione (che rende gli utenti
raggiungibili in ogni momento e in ogni luogo), si trasforma di fatto in una grande opportunità per il mercato
pubblicitario e per gli investitori. L'obiettivo della nostra associazione è quindi quello di fornire alle aziende
tutte le informazioni e gli strumenti necessari per investire in questo campo". MK
DATI DELLA TOTAL DIGITAL AUDIENCE DI AUDIWEB - MARZO 2014
IL MOBILE È UN 'NUOVO' MEDIA PUBBLICITARIO DATI ESPRESSI IN MILIONI DI EURO LA STIMA
INCLUDE TUTTI I FORMATI DISPONIBILI E TUTTI GLI ATTORI DEL MERCATO
MOBILE ECOSYSTEM: IL CIRCOLO VIRTUOSO È IN ATTO
MOBILE ADVERTISING: IL PESO RISPETTO AGLI ALTRI MEDIA
Foto: LA PRIMA EDIZIONE DELL'ANNO DI IAB SEMINAR È STATA DEDICATA A UN TEMA
FONDAMENTALE COME IL PERCORSO EVOLUTIVO DEL MOBILE MARKETING & ADVERTISING.
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NC Nuova Comunicazione - N.49 - ago/set 2014
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ADVERTISING, INTERNET SORPASSA LA STAMPA
Non stiamo parlando di un futuro remoto, ma di un fenomeno già pienamente in corso. Già nel 2013, il
fatturato dell'internet advertising ha sorpassato quello del mezzo stampa: 1,8 contro 1,4 miliardi di euro, pari
rispettivamente al 27 e 21 per cento del complessivo mercato pubblicitario italiano. Nel 2012 le quote dei due
comparti erano ben diverse, con l'advertising sulla stampa che si attestava al 24% e l'online adv che aveva
raggiunto il 2 1 % del totale investimenti pubblicitari. È quanto emerge dalla fotografia scattata
dall'Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano sull'andamento degli introiti pubblicitari
nel nostro Paese. L'advertising sulla stampa ha perso il 20% in un anno, passando da un valore pari a 1,72
miliardi di euro nel 2012 a 1,38 miliardi di euro nel 2013, calo che non sembra destinato ad arrestarsi
velocemente. L'andamento dei primi mesi del 2014 porta, infatti, a una stima di ulteriore riduzione per
quest'anno (-15%), che porterà il comparto a valere 1,17 miliardi di euro, pari al 17% del totale investimenti
pubblicitari. Al contrario, l'internet advertising è cresciuto nel 2013 del 17%, passando da un valore di 1,53
miliardi di euro nel 2012 a 1,80 miliardi. L'andamento relativo ai primi mesi del 2014 porta a prevedere il
superamento dei 2 miliardi di euro al termine di quest'anno, che equivarranno a circa il 30% dell'intero
mercato advertising. Per quanto concerne gli altri comparti, la tv mantiene ancora pienamente la leadership
del mercato, ma con una quota che passa dal 49% del 2012 al 47% del 2013, percentuale quest'ultima che
dovrebbe essere confermata al termine di quest'anno. Anche la raccolta pubblicitaria radiofonica mostra una
tenuta della quota di mercato relativa, pari al 5% del totale nel 2012, nel 2013 e, secondo le previsioni, anche
nel 2014. "L'affermazione del 'nuovo internet', incentrato sempre più sui mobile device, sui social network e
sui video - ha spiegato Andrea Rangone, coordinatore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di
Milano - ha generato un profondo cambiamento nel mercato dell'advertising, che ora giunge a una svolta
decisiva. Nel corso del 2013, infatti, è cresciuta sensibilmente la pubblicità su smartphone e tablet (+180%,
ndr), su social network (+75%, ndr) e su video ( + 3 2 % , ndr)". Offrire informazioni chiare e strutturate
sull'evoluzione e sui fenomeni emergenti che caratterizzano un mercato in forte crescita come quello
dell'online advertising è fondamentale per sostenere le decisioni di investimento delle aziende del nostro
Paese. In linea con un comune orientamento all'apertura nei confronti di terze parti, gli Osservatori Digital
Innovation del Politecnico di Milano e lab Italia hanno deciso di unire le forze, mettendo a fattor comune fonti,
metodologie di rilevazione e ricerche, competenze verticali, conoscenza e visione del mercato, per arrivare a
offrire una rilevazione esaustiva e rappresentativa di t u t t i gli operatori dell'ecosistema dell'online
advertising. nr II grafico mostra la crescita del valore dell'online adv, che, secondo le previsioni, supererà
quest'anno i 2 mld di euro, rappresentando il 30% dell'intero mercato. Evidente anche il calo della stampa,
che chiuderà il 2014 a quota 1,17 mld, pari al 17% dell'intera torta
Foto: Fonte: Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano, giugno 2014
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ATTUALITA / SECONDO I DATI DELL'OSSERVATORIO NEW MEDIA & NEW INTERNET DEL
POLITECNICO DI MILANO, NEL NOSTRO PAESE I RICAVI DELL'ONLINE ADVERTISING HANNO
SUPERATO QUELLI RICONDUCIBILI AL MEZZO STAMPA: 1,8 CONTRO 1,4 MILIARDI DI EURO NEL 5 0
1 3 , E OLTRE 2 CONTRO 1,17 MLD NEL 2 0 1 4 .
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NC DIGITAL AWARDS 2014 : L'INTEGRAZIONE È FATTA
È QUESTA LA PAROLA CHIAVE DI QUESTA TERZA EDIZIONE DEL PREMIO DI ADC GROUP ALLA
COMUNICAZIONE DIGITALE, A CUI SONO STATI ISCRITTI 67 PROGETTI, DI CUI 22 ENTRATI IN
SHORTLIST DUE LE NOVITÀ IMPORTANTI: LA PARTNERSHIP CON IAB ITALIA PER LA SELEZIONE DEI
VINCITORI DELLO iAB MIXX E L'ACCORDO CON FACEBOOK PER IL PREMIO SPECIALE ALLA
MIGLIORE CAMPAGNA SVILUPPATA SUL SOCIAL NETWORK.
ILARIA MYR (DA PAG. 30 A PAG. 37)
La terza edizione degli NC Digital Awards sarà ricordata come quella della riuscita integrazione fra i diversi
mezzi. Le 67 campagne iscritte (che hanno aderito anche all'Annual della Comunicazione Digitale), infatti,
hanno - chi più chi meno - colpito i giurati per il riuscito mix fra mezzi tradizionali e digitali in funzione degli
obiettivi iniziali del brand, dando loro una fotografia puntuale e aggiornata delle ultime tendenze della
comunicazione digitale e della sua continua maturazione. Un traguardo, dunque, importante per il premio alla
migliore comunicazione digitale, interattiva e online ideato da Ade Group, che si afferma sempre di più come
valido sostegno allo sviluppo della cultura digitale delle imprese e dei propri partner di comunicazione. E a
dimostrare quanto questo premio sia diventato un punto di riferimento nel mercato della comunicazione
italiana ci sono quest'anno due importanti e prestigiose novità. La prima è la partnership, stretta nel segno
dell'eccellenza nella comunicazione digitale, tra gli NC Digital Awards e la terza edizione di lab Mixx, il premio
di lab Italia dedicato a valorizzare le strategie e le campagne advertising digitali. "Per dare ulteriore forza al
premio, ci è sembrato opportuno unirci con un altro grande protagonista del riconoscimento al digitale - ha
spiegato Carlo Noseda, presidente lab Italia -, non facendo due giurie e due votazioni, ma rappresentando
insieme il meglio della comunicazione digitale in Italia". La cerimonia di premiazione delle campagne vincitrici
degli NC Digital Awards e dello lab Mixx si terrà presso l'Auditorium del MiCo - Ala Sud, martedì 25
novembre. L'altra importante novità di questa edizione è il debutto del Premio Speciale dedicato alla migliore
case history su Facebook, che la giuria ha scelto tra le cinque proposte dal social network e illustrate in una
seconda riunione, tenutasi in settembre presso i suoi nuovi uffici milanesi. "L'idea dei Facebook Awards è di
premiare le agenzie e le aziende che hanno creato dei progetti che non solo hanno sfruttato il digitai come
mezzo, ma specificamente Facebook come canale di comunicazione - spiega Sylvain Querne, responsabile
marketing Communications Facebook Italia -: in particolare, si tratta di campagne che sono riuscite a
veicolare messaggi targettizzati non solo sul singolo, ma sulla massa, ottenendo risultati di business
importanti". Ad affiancare come main sponsor questa terza edizione del premio è CheBanca!. "Siamo stati
eletti per la seconda volta di fila come migliore banca online - spiega Luca Prina, direttore centrale marketing
e comunicazione CheBanca! -. Ci sembrava quindi naturale decidere di supportare il premio più importante
per la comunicazione digitale in Italia". La giuria A valutare i lavori iscritti e decretare il vincitore del premio più
alto del podio un parterre d'eccezione composto da 28 membri, guidati dal presidente Alfredo Pratolongo,
direttore comunicazione e affari istituzionali Heineken. La prestigiosa giuria di accreditati professionisti della
comunicazione italiana si è data appuntamento il 22 luglio presso l'accogliente location BlendTower, in piazza
IV Novembre a Milano, per giudicare in sessione plenaria le 22 Digital Integrateci Campaign (le campagne
iscritte in almeno 3 delle 12 categorie previste), entrate in shortlist dopo una prima fase di votazione online, e
in corsa per il massimo riconoscimento del premio di Ade Group, la Best Digital Integrateci Campaign. In
sala, a illustrare l'efficacia delle campagne, oltre alla proiezione video delle campagne, la presentazione live
dei rappresentanti delle agenzie, che hanno spiegato ai giurati gli obiettivi del cliente e le modalità di
esecuzione messe in atto. Un format, questo, introdotto nel 2012 per gli NC Awards e ormai consolidato
nell'ambito dei premi legati alla rivista NC - Nuova Comunicazione, il cui valore aggiunto viene ogni anno
apprezzato dai giurati chiamati a giudicare i progetti. Molto interessanti, stimolanti e partecipate, le
discussioni nate durante i lavori di votazione hanno dimostrato quanta alta sia l'attenzione da parte del
mondo delle aziende nei confronti del mondo della comunicazione digitale. Un aspetto su cui i giurati si sono
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nc digitai awards 2014 _ la giuria
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confrontati a lungo è, ad esempio, quello dell'importanza dei valori di redemption, non sempre presentati in
modo esaustivo da parte delle agenzie che hanno iscritto e illustrato i progetti. "È nato un acceso dibattito tra
coloro che erano più orientati a valutare i risultati e il rendimento delle campagne, e coloro che erano più
inclini invece a considerare maggiormente l'aspetto creativo delle case history in valutazione - spiega il
presidente di giuria, Pratolongo -. I progetti vincenti sono stati quelli in grado di raccogliere consensi da ambo
le parti. Alla base di queste campagne, una forte integrazione prima di tutto tra agenzie e aziende".
L'appuntamento è dunque per il 26 novembre nell'ambito dello lab Forum. tr
LE 12 TIPOLOGIE IN CONCORSO AGLI NC DIGITAL AWARDS_ • Digital Integrateci Campaigns • Siti
Corporate/Istituzionali • Siti di Prodotto e Micrositi • Comunicazione Display e Video • Mobile Communication
• Virai Video Advertising • Digital PR • Digital Branded Content • Social Communication • Search Marketing •
Dem ed e-mail Marketing • Altre soluzioni digitaliIP Omd Omd On xister xister Wwf Carofalo Garofalo Ferrerò
Kinder Bueno Se Johnson - Mr Muscle Luxottica Nissan CLIENTE Allianz Bin Jip (campagna di promozione)
Citroen Italia Telecom CheBanca! Pepsico-Pepsi Fondazione Umberto Veronesi Mercedes-Benz Italia Bnl Gruppo Bnp Paribas Davide Campari Milano Ing Bank Ing Bank Telecom Italia Ferrerò Samsung Electronics
Italy TITOLO CAMPAGNA Allianzi Social Stalking Campaign Nuova Citroen C3 - Restyling Me We have a
Dream Risparmio Gestito CheBanca! Fulmina i tuoi limiti Pink is Good Intelligent Drive Hello bank! Campari
Barman Competition #thankingyou di Ing Direct Bit Bum Barn #milionidipassioni Nutella4Babbo2014
Samsung Maestros Academy W w f Pets4Pets Project Buono da diventare lena Più tempo per te Vogue Style
Mirrar Come vivere meglio con Nissan Leaf Vola in Brasile con Ip Unforketable Unforketable STRUTTURA
Allianz Bin Jip CrowdM Italy Dlv Bbdo Dlv Bbdo Dlv Bbdo Edelman Endeavour Digital Marketing (Roncaglia)
FCB Milano Fullsix Ing Bank IngBank Leagas OgilvyOne Leo Burnett Leo Burnett Mediamond Mediamond
NC DIGITAL AWARDS LE DIGITAL INTEGRATED CAMPAIGN 2014
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PRESIDENTE DI GIURIA
Alfredo Pratolongo, direttore comunicazione e affari istituzionali Heineken Italia In questa mia prima
esperienza da presidente di giuria ho avuto modo di vedere i progetti da un punto di vista privilegiato. Quello
che è emerso fra i giurati è un acceso dibattito fra le persone più orientate a valutare i risultati quantitativi
delle campagne e quelle più inclini invece a rilevare maggiormente gli aspetti creativi. A mio avviso, le
campagne vincenti sono quelle che riescono a tradurre le necessità del cliente utilizzando tutti i media. Anna
Chiara Aisa, responsabile marketing Day Ristoservice Se nella sessione di votazione online ho potuto vedere
progetti ben condotti e studiati, in quella plenaria l'esperienza di votazione di campagne realmente integrate
si è arricchita del confronto con i colleghi. Il presupposto fondamentale di un progetto digitale vincente è che
sia pensato in chiave digitale: rispetto alla comunicazione tradizionale, devono cambiare la visione,
l'impostazione e gli strumenti che si mettono in campo, nell'ottica di una strategia coerente che integri i diversi
'pezzi' dell'operazione. Denise Belli, responsabile pubblicità Fastweb I lavori che abbiamo giudicato sono tutti
molto interessanti, anche perché si può dire che siano fra i primi progetti davvero digitali sviluppati in Italia: il
mondo dei social è ancora alquanto sconosciuto e si fa ancora fatica ad accettare che i risultati di queste
operazioni non sono immediati. Credo che l'ingrediente vincente sia la curiosità, quella chiave che possa
scatenare l'interesse delle persone: perché sui social non c'è niente che possa obbligare qualcuno a fare
niente. Curiosità, interesse e divertimento: il social è questo. Marcella Bergamini, integrated Communications,
online e off line media solutions and buying advisory Mellin Danone Nutricia I lavori che abbiamo giudicato
dimostrano come oggi siamo davanti a una sofisticazione delle modalità in cui ci si connette con il target, che
portano valore aggiunto alle marche. Una campagna digitale è efficace quando risponde ai kpi che
un'azienda si è dati: non ci si deve limitare ai ìike' e alle connection ottenuti, ma si deve realmente
considerare quanto il consumatore si comporta e agisce secondo gli obiettivi per cui la campagna è stata
pensata. Laura Biscozzi, advertising &• media manager, market management dptAllianz Alcune delle
campagne presentate erano davvero interessanti. In alcuni casi, però, le informazioni sulla parte di budget
erano un po' fumose: questo è un peccato, perché sono dati che servono per capire se il progetto è davvero
efficace. Da un punto di vista creativo ho apprezzato la compresenza di progetti che hanno modo di essere
più originali in virtù del loro soggetto e di altri legati a grodotti più tradizionali come, ad esempio, quelli
assicurativi-banca ri. Paolo Carnevale Baraglia, distribution sector marketing leader Europe lOTIbm Essere
giurato agli NC Digital Awards è un'esperienza molto interessante, in quanto permette di vedere progetti
innovativi che sfruttano le tecnologie digitali alla piena potenza. Mi ha colpito il fatto che tutti abbiano
raggiunto una partecipazione attiva del target e che siano stati utilizzati molti e diversi canali digitali. Gli
ingredienti immancabili in una campagna di successo sono a mio avviso l'engagement dell'utente, l'utilizzo di
metriche di misurazione degli obiettivi e l'innovazione, per trovare funzionalità nuove che prima non erano
possibili. Paolo Cugudda, digitai manager Bacardi Martini - BU FIT (France & Italy) Bacardi & Martini Rispetto
alla mia prima esperienza in questa giuria, due anni fa, noto una crescita della qualità dei lavori e una buona
integrazione fra canali diversi: l'online è ormai diventato il connettore di molte attività proposte. Una
campagna digitale vincente è quella che sa stupire: che riesce cioè a offrire al consumatore approcci nuovi al
prodotto e a dargli informazioni diverse rispetto a quelle che si aspetterebbe. Il digitai si presta molto bene a
fare sperimentazione, perché aiuta a vedere immediatamente i risultati e, nel caso, aggiustare il tiro. Caia
Corradini, corporate, marketing & digitai communication manager Bosch Le campagne presentate sono di
indubbio interesse per avere una panoramica generale di come si stanno muovendo le aziende nel mondo
dei social media, e di come queste due realtà possano dialogare. Gli spunti più interessanti emersi sono
quelli che sfruttano al massimo le potenzialità del digitale: quindi storytelling, engagement diretto, cocreazione dei contenuti e soluzioni innovative come il crowdfunding. Una campagna per essere efficace deve
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usare nuove modalità di dialogo aperte alla condivisione dei contenuti e alla creazione degli stessi da parte
del pubblico. Marilena Cunsolo, digitai communication and social media marketing Lufthansa In generale ho
apprezzato molto i progetti iscritti al premio. In particolare, alcuni presentano un alto tasso di innovazione e
offrono un nuovo modo di comunicare: aspetti, questi, che personalmente considero elementi imprescindibili
e fondamentali di una buona campagna digitale. Ed è per questo che l'idea vincente è a mio avviso quella
che si rivela più forte e più innovativa. Pietro Guglielmi, chief digitai and multiaccess officer Axa Assicurazioni
e Investimenti Ho visto campagne molto interessanti, alcune particolarmente vincenti soprattutto per quanto
riguarda l'insight. Altre invece erano più difficili da valutare per la mancanza di chiarezza sul budget o
sull'esecuzione. Per essere davvero efficace, un progetto digitale deve essere in grado di emozionare, creare
entusiasmo, e avere la capacità dell'ubiquità, di essere cioè attivabile su tanti canali. Simone Lancioni,
responsabile marketing & advertising Ibi Banca Fra i lavori iscritti ve ne sono alcuni molto interessanti, il cui
ingrediente principale è la semplicità dell'idea. Ciò è ad esempio evidente nel progetto 'Allianzi ' di Allianz, che
introduce in modo molto naturale un concept innovativo per il settore assicurativo. Ma lo è anche nei due
progetti innovativi di Ing Bank, '#Thankingu di Ing Direct' e 'Bit Bum Barn'. Direi dunque che la semplicità e la
chiarezza del concept sono il vero valore aggiunto di un progetto, perché è quello che viene percepito dal
consumatore finale. Marcella Logli, direttore csr e segretario generale Fondazione Telecom Italia La qualità
dei progetti è stata molto elevata. Le campagne integrate sono senz'altro un importante risultato di sinergia,
in particolare in termini di declinazione del messaggio. Ho riscontrato un'interessante tendenza a sviluppare
messaggi legati alla responsabilità sociale, seguendo approcci non convenzionali. L'idea creativa è sempre al
centro dell'efficacia di una campagna insieme alla sua esecuzione. Il mezzo digitale consente, da un lato, la
personalizzazione del messaggio anche su focus target e, dall'altro, un'esecuzione 'senza limiti' che i mezzi
offline non permettono. Massimiliano Maria Longo, membro del consiglio direttivo Unicom Pur restando
ancora lontani dagli standard qualitativi internazionali, la creatività digitale italiana inizia finalmente a godere
di una maggiore consapevolezza strategica, abbandonando il vecchio paradigma in cui il concept viene
declinato dall'offline, a favore di un approccio integrato che nasce da una big idea. Vanno sempre più
affermandosi i trend legati alle dinamiche di interazione social, senza però riuscire ancora a cogliere
l'opportunità transmediale del mobile, oramai affermatosi come 'first screen' per capacità di ingaggio,
pervasività e tempi di fruizione. Luigi Macallini, retati communication manager BNL La qualità dei lavori mi è
sembrata molto alta e supportata da scelte strategiche in molti casi vincenti, alla luce dei risultati ottenuti.
Ciascun brand, con le sue peculiarità, ha a suo modo puntato a estendere il suo pubblico. Mi sembra che
spicchi la tendenza a servirsi dei social per veicolare branded coment e di app per facilitare la relazione con
l'utente. Sta prendendo piede la coscienza che il futuro della comunicazione digitale stia non più nell'online, in
senso ampio, ma nel mobile e nello sviluppo di app ad hoc per i brand. L'utente deve poter accedere nel
modo più veloce e lineare a servizi e contenuti e sentirsi parte del processo di creazione stesso. Giovanna
Maggioni, direttore generale Upa Anche quest'anno la qualità delle campagne presentate è stata di alto livello
sotto il profilo della realizzazione e della strategia multimedia. La comunicazione oggi, oltre ad essere mirata,
deve essere specifica. Il nuovo scenario multimediale richiede piani di comunicazione integrati che sappiano
rivolgersi in modo adeguato ai diversi pubblici sui diversi canali. E contenuti non solo multidevice, ma che
sappiano tener conto anche del contesto di fruizione. Fondamentali diventano l'autenticità e la progettazione
di un piano editoriale basato su contenuti di qualità. Federica Manzoni, online brand & image communication
manager Wind Ho riscontrato grande vitalità, innovazione e focus sul cliente. È interessante notare come dal
mondo dei media digitali partano spesso le idee creative più innovative. La rapida diffusione della connettività
in mobilità e degli smartphone ha accelerato l'evoluzione del web e la percentuale di chi fa ricerche online,
anche in mobilità, prima di acquistare cresce esponenzialmente. La rete è sempre di più al centro delle scelte
del consumatore e lo sarà anche negli anni a venire. Le aziende di ogni settore merceologico l'hanno capito
molto bene e per questo sempre più spesso sposano progetti digitali innovativi. Gianni Muzzoni, membro del
consiglio direttivo Unicom Quello che mi piace sempre fare in queste occasioni è capire se esiste un'idea alla
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base del progetto. In alcuni lavori l'ho vista, anche se in qualche caso era sviluppata male. Perché una
campagna sia vincente deve 'funzionare' da sola e autoalimentarsi continuamente. Certo, questa capacità è
in parte imprevedibile: alcuni lavori tanto ragionati spesso non ottengono il risultato sperato, e viceversa.
L'importante, però, è che essa sia abbastanza forte da spingere l'utente ad alimentarla e farla crescere. Carlo
Noseda, presidente IAB Italia Mi ha molto colpito la capacità di agenzie e clienti di sviluppare progetti di
comunicazione in cui il confine fra online e offline è sempre più sottile: a riprova del fatto che il digitale si
debba nutrire di offline, e viceversa, in una logica di osmosi totale. La mission di IAB è quella di fare crescere
la cultura del digitale, nella convinzione che tanto più creiamo cultura e quanto più i clienti e le agenzie sono
consapevoli di queste opportunità, tanto più questo mercato avrà possibilità di crescere in breve tempo.
Rientra dunque in quest'ottica la scelta di unire il nostro premio IAB Mixx a un altro grande premio, gli NC
Digital Awards, che ospiteremo a fine novembre durante lo IAB Forum. Nicola Novellone, web €r digitai
director Sky La qualità dei lavori è mediamente buona, direi anzi migliore rispetto all'anno scorso, in cui ero
presidente di giuria. Si nota da parte degli operatori la voglia di raccontare meglio le case history, spiegandole
più approfonditamente non soltanto dal punto di vista dell'ideazione creativa, ma anche degli obiettivi di
business. Ritengo che alcuni dei progetti iscritti abbiano perfino la forza di viaggiare al di fuori dell'Italia. Il
segreto per una campagna efficace? Pensare l'idea nativa digitale, darsi dei kpi e mantenerli durante
l'esecuzione della campagna, considerando la partecipazione del destinatario come fulcro nodale della
qualità dell'idea creativa. Paola Piattoli, customeracquisition advertising & promotion manager Webank Fra i
progetti ve ne sono alcuni particolarmente interessanti, soprattutto dal punto di vista dell'insigni Mi aspettavo
però forse qualcosa di più: ci sono spesso delle buone idee, che si perdono poi nella resa o nell'utilizzo dei
media. Le caratteristiche di una campagna efficace? Non esistono in generale: devono essere sempre
commisurate all'obiettivo di comunicazione e al target. La difficoltà oggi è quella di produrre materiali e
scegliere la modalità giusta in cui utilizzare un determinato media, individuandone le potenzialità anche
inespresse per riuscire a raggiungere il target in modo innovativo e distintivo rispetto ai competitor. Andrea
Pizzola, sales and marketing director Pixartprinting Fra i lavori iscritti, ce ne sono senza dubbio alcuni di
buona qualità, anche se, per dire la verità, non ho visto eccellenti idee o insight che possano darmi un vero
valore aggiunto. L'elemento che a mio avviso fa la differenza nelle campagne digitali è quello che succede
dopo: se cioè continuano l'interazione con l'utente e la condivisione da parte di quest'ultimo, allora significa
che la campagna è vincente. Leonardo Poltronieri, brand & advertising manager Direct Line Dall'esperienza
nella giuria ho capito che nelle aziende dovremmo imparare per completezza a fornire più informazioni sugli
investimenti e sul loro ritorno. Ciò vale a maggior ragione per i progetti digitali, che senza dei presupposti
quantitativi numerici rischiano di essere un po' evanescenti: proprio perché digitai, invece, sono
perfettamente misurabili, e devono dunque dimostrare di portare dei risultati, a vantaggio del brand, della
reputation, della redemption o dei new business. Luca Prina, direttore centrale marketing e comunicazione
CheBanca! Ho trovato molto interessante la discussione che si è sviluppata fra i giurati sull'importanza dei
risultati e quanto questi debbano incidere sul voto finale. Ciò dimostra come ci sia oggi, fra gli operatori, molta
voglia di confronto e di capire come adeguarsi alla rapidissima trasformazione che è in atto: cosa, questa,
non sempre facile, vincolati come siamo da obiettivi di business di brevissimo periodo. Come per tutte le
campagne, il segreto dell'efficacia è la redemption in termini di business. Sylvain Querne, responsabile
marketing Communications Facebook Italia Pur essendo fra loro molto diversi, i progetti che abbiamo
esaminato hanno tutti in comune la convergenza fra mondo online e offline, in cui le proprietà particolari dei
mezzi digitali vengono sfruttate al meglio per amplificare la forza di una campagna di comunicazione. Per
essere efficace un progetto digitale deve essere in grado di veicolare messaggi personalizzati anche a un
numero importante di persone. Ed è proprio questa la capacità che viene premiata nel Facebook Awards, il
premio realizzato in collaborazione con gli NC Digital Awards. Sergio Rossi, head of marketing & customer
centricity Ing Bank Ho trovato qualitativamente delle buone campagne, e ho apprezzato lo sforzo importante
di andare al digitale. A mio avviso per essere efficace una campagna online deve principalmente stimolare
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
una curiosità e dare un'opportunità al consumatore finale: quindi risolvere un problema oppure creare un
momento di entertainment. Andrea Ziella, digitai manager Mattel Tutti i progetti si sono dimostrati molto
interessanti; in particolare, ho notato un coinvolgimento diretto con il consumatore finale. Per essere efficace
una campagna media in ambito digitale dovrebbe avere di base dei risultati a livello di ritorno di investimento
sia sul fronte delle vendite che su quello della awareness: sono infatti convinto che per capire la forza di una
campagna non bisogni basarsi solo sulla creatività, ma soprattutto sui risultati operativi e quantitativi. Quindi
una campagna di successo deve avere i numeri giusti. Andrea Volpe, responsabile brand management and
marketing operations Allianz II ruolo del web è coinvolgere l'utente: quindi le campagne efficaci sono quelle
che riescono a essere innovative nelle dinamiche di ingaggio. Se i canali più tradizionali, come anche il retail,
devono essere attrattivi nell'esporre e raccontare il prodotto, il web deve invece essere potente nell'attirare
l'attenzione del cliente e farlo interagire con il brand. E se il cliente viene messo nelle condizioni di
comprendere il messaggio e di poterci 'giocare' interagendoci, allora il web svolge il suo lavoro e riesce a
essere il trampolino di lancio verso il canale di vendita. Francesca D'Antona, content strategies Binjip Essere
completamente calata nella realtà ormai sempre più digitale in cui viviamo: questo è ciò che deve fare
un'agenzia di comunicazione oggi per realizzare operazioni digitali che lascino il segno. E se l'idea è buona,
creativa, viva, vince. Bin Jip è esattamente questo: una realtà che non 'traduce' per il web le campagne
tradizionali, ma che vive quotidianamente il digitale come elemento naturale e imprescindibile del mondo di
oggi. Edoardo Ramella, strategie Srplanning director CrowdM Italy II primo segreto per rendere efficace una
campagna è andare oltre la constatazione fine a se stessa che il digitale non è più la novità. Oggi è possibile
misurare il successo di un'iniziativa di questo tipo e ragionare in termini molto più concreti che in passato,
distinguendosi così dagli ancora troppo numerosi progetti che considerano il digitale ancora una 'cosa nuova'.
La misurazione, insieme a un approccio professionale, sono le chiavi del successo. Stefania Siani, direttore
creativo esecutivo Dlv Bbdo Una campagna efficace è quella capace di creare un'identità forte e riconoscibile
per il prodotto e il servizio a cui è dedicata. Noi siamo ossessionati dal tema identitario e dalla riconoscibilità
dei materiali di comunicazione perché, specialmente in un contesto media sempre più polverizzato, l'identity
del messaggio è fondamentale. Le idee creative devono essere dappertutto: deve essere creativo il prodotto,
devono essere creative la sua immagine e la sua strategia media, e anche la distribuzione e le strategie di
ingaggio. Giacomo Capra, headof digitai marketing FullPlan (FullSix) Per realizzare un progetto digitale
davvero efficace è fondamentale ricordare che quello digitale non è un mondo a sé stante, ma una realtà che
vive di logiche molto simili a quelle del mondo offline. Per questo è importante avere molto chiaro l'obiettivo
più ampio che il cliente vuole raggiungere con le proprie operazioni di comunicazione e marketing. Essere
invece focalizzati solo su un obiettivo digitale produrrà sempre qualcosa di ridotto, destinato ad affogare nel
mare delle mille operazioni che circolano sul web. Andrea Pagani, digitai senior account, e Sabrina Larese,
deputy generai manager Edelman II digitale è ormai una realtà imprescindibile anche per una grande agenzia
di rp come Edelman, che sia a livello internazionale sia nazionale, si sta impegnando molto su questo fronte.
Perché una campagna digitale sia efficace è necessario che l'agenzia abbia sempre chiari gli obiettivi da
raggiungere: molto spesso, infatti, si vedono progetti che mancano di una strategia vera e propria.
Fondamentale, poi, è che le operazioni che si sviluppano siano il più possibile engaging e sharing. Stefano
Corona, project manager, e Gennaro Palma, social media manager Fuse (Omnicom Media Group) La
maggiore sfida per un'agenzia che opera sul digitale è riuscire a dare al cliente la prova di essere riuscita a
coinvolgere il target, perché quello che ci viene chiesto è una conversione effettiva del pubblico di riferimento.
Bisogna dunque adottare un metodo valido e riscontrabile che, partendo dal digitale, porti interesse nei
confronti del cliente e una crescita delle sue vendite. A monte, si deve essere in grado di sviluppare
un'operazione semplice, ma allo stesso tempo coinvolgente, basata su una solida piattaforma tecnologica e
su efficaci sistemi di misurazione.( Giro di microfono fra i giurati della terza edizione degli NC Digital Awards
per conoscere il loro parere sui principali fattori che rendono efficaci le campagne digitali.
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Giro di microfono tra i rappresentanti delle strutture che hanno iscritto i progetti agli NC Digital Awards 2014
per fare il punto sui principali fattori che rendono efficaci le campagne digitali.
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COMUNICAZIONE, SEMPRE PIÙ INTERNET E RETAIL
Salvatore Sagone direttore responsabile e presidente ADC Group
L'affermazione del'nuovo internet', incentrato sempre più sui mobile device, sui social network e sui video ha
generato un profondo cambiamento nel mercato dell'advertising.Tanto che ormai anche l'adv stampa è stata
surclassata da quella internet. Secondo i dati dell'Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di
Milano, l'andamento relativo all'internet adv dei primi mesi del 2014 porta a prevedere il superamento dei 2
miliardi di euro al termine di quest'anno, circa il 30% dell'intero mercato. Un trend positivo confermato anche
da Fcp-Assointernet, per il quale, nel periodo gennaio-luglio 2014, il comparto online, conferma un
andamento positivo, attestandosi sul +0,6%. A farla da padrone il mobile, che chiude i primi sette mesi
dell'anno sul +23,5%. Da segnalare l'impennata a doppia cifra degli investimenti pubblicitari su smart tv e
console, che chiudono il periodo gennaio-luglio 2014 sul +25,1%. In sostanziale pareggio, invece, gli
investimenti sul web, che totalizzano un -0,4% nei primi sette mesi dell'anno. Grazie all'affermazione del
digitale e di un consumatore dalle abitudini sempre più crosscanali e multicanali, anche il retail è diventato il
canale capace di far vivere al target un'esperienza che può iniziare ben prima dell'ingresso nel punto vendita,
e può concludersi ben dopo l'uscita fisica dallo stesso. Il tutto all'insegna dell'integrazione fra la sfera fisica e
quella virtuale. Del resto, i dati della seconda edizione della ricerca Kiki Lab 'Crosscanalità: retail e surf fra
negozi e web' parlano chiaro: la crosscanalità nel retail avanza nel mondo dal 35% al 4 1 % e in Italia dal 3 1
% al 37%. Nonostante ciò, il nostro Paese rimane comunque più lento rispetto ad altri, seppur con qualche
caso virtuoso di digitai shopping experience. In questo quadro, sviluppare soluzioni di comunicazione per
l'ambito retail è oggi una sfida stimolante per le agenzie, che devono essere in grado di gestire le nuove
tecnologie digitali e integrarle con i differenti mezzi. La sfida è dunque, ancora una volta, l'integrazione, che,
insieme alla qualità, fa sempre più la differenza per rendere una comunicazione realmente efficace. Ne è
consapevole Ade Group che, per il terzo anno, premia la comunicazione digitale nella cornice degli NC Digital
Awards. Ben 67 le campagne iscritte e giudicate da un autorevole panel di 28 giurati, composto dai manager
delle più prestigiose aziende investitrici nella comunicazione digitale, quest'anno guidati dal presidente
Alfredo Pratolongo, direttore comunicazione e affari istituzionali Heineken Italia. La giuria si è data
appuntamento lo scorso 22 luglio presso la BlendTower di piazza IV Novembre a Milano, per giudicare in
sessione plenaria le 22 Digital Integrated Campaign (le campagne iscritte in almeno 3 delle 12 categorie
previste), entrate in shortlist dopo una prima fase di votazione online, e in corsa per il massimo
riconoscimento del premio di Ade Group, la Best Digital Integrated Campaign. Come sempre, a presentare i
progetti 'live' i rappresentanti delle agenzie, che hanno potuto illustrare 'de visu' ai giurati le strategie delle
campagne iscritte, spiegando obiettivi e modalità di esecuzione. L'appuntamento per scoprire i vincitori della
terza edizione degli NC Digital Awards è per martedì 25 novembre, in occasione dello lab Forum, che si terrà
a Milano presso l'Auditorium del MiCo -Ala Sud. Vi aspettiamo numerosi.
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EDITORIALE
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LA PUBBLICITÀ E MOBILE: NEL 2014 INVESTIMENTI PER 300 MLN DI
EURO
SE LA 'DONNA È MOBILE', COME RECITA IL RIGOLETTO DI GIUSEPPE VERDI, ANCORA DI PIÙ LO È
LA PUBBLICITÀ, CHE, COME EMERSO NEL CORSO DELL'ULTIMO IAB SEMINAR, SI CONCENTRA
SEMPRE DI PIÙ SUI NOSTRI SMARTPHONE. SECONDO I DATI DELL'OSSERVATORIO DEL
POLITECNICO DI MILANO, IL MOBILE ADV VARRÀ INFATTI, NEL 2014 , 300 MILIONI DI EURO, IN
CRESCITA DEL 4 9 % RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE.
MARIO GARAFFA
È più facile dimenticare a casa il portafoglio piuttosto che il cellulare. Il telefonino ormai ci segue in tutte le
nostre esperienze quotidiane, raramente si trova a più di mezzo metro dal nostro corpo, ci rende sempre
connessi e, di fatto, ha trasformato molte nostre abitudini, a cominciare da quelle di spesa. Per avere un'idea
della consistenza del fenomeno basta rifarsi ai dati rilasciati nell'ambito dell'ultimo lab Seminar, svoltosi lo
scorso primo luglio a Milano. Come affermato da Marta Valsecchi, responsabile della ricerca dell'Osservatorio
Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano, nel 2014 gli investimenti pubblicitari su smartphone
raggiungeranno il valore di 300 milioni di euro, con un incremento del 49% rispetto all'anno precedente. Non
male, soprattutto se si tiene conto che, grazie a questo risultato, il mobile adv rappresenterà, entro fine anno,
il 14% del totale investimenti in internet advertising e circa il 5% dell'investimento su tutti i mezzi pubblicitari.
Inoltre, sempre secondo i dati del Politecnico, a conferma della forte diffusione del mobile, a fine 2014, gli
smartphone in circolazione in Italia raggiungeranno la cifra impressionante di 45 milioni, mentre i tablet
saranno circa 12 milioni. Ma la vera buona notizia, per quanto riguarda il mobile advertising, è l'aspettativa di
crescita futura. Nonostante il boom degli ultimi anni, come sottolineato da Valsecchi, lo spazio di incremento
nei media mix delle aziende è sicuramente ampio. Dal punto di vista analitico, il rapporto tra imprese e mobile
è sintetizzabile in tre diverse tipologie: il primo gruppo è formato dalle imprese nate nel mondo digitai, che da
tempo hanno integrato il mobile nelle loro strategie con investimenti elevati e obiettivi di performance. Il
secondo gruppo è quello dei cosiddetti 'big spender' del mondo tradizionale, che investono in mobile adv in
modo continuativo, ma cifre limitate in termini di valori assoluti. Infine, la terza t i pologia è caratterizzata da
aziende che sono espressione di mondi tradizionalmente lontani dal mobile, che non hanno ancora
approcciato il mezzo, se non, al limite, con budget minimi. Ma affinchè i budget destinati al mobile advertising
possano aumentare (specialmente per le aziende appartenenti al secondo e al terzo gruppo) è necessario
adottare un approccio strategico al mobile, seguendo alcune raccomandazioni fondamentali. In sintesi,
occorre: uno, approcciare il canale come un 'hub mediale', come un 'integratore di mezzi', valorizzandone le
peculiarità e capendone i limiti; due, puntare su meccaniche cross-canale; tre, considerare il mobile come un
touch point bidirezionale; quattro, elaborare una strategia mobile coerente con il resto degli obiettivi e dei
processi aziendali; cinque, non considerare mai il mobile come un canale residuale sul quale investire le
briciole di una pianificazione ideata per altri mezzi; sei, realizzare una profilazione dei clienti e una mappatura
del customer journey; sette, adottare un approccio learning-by-doing, fondato su una sperimentazione
consapevole. Mobile audience: 14,5 milioni di utenti unici nel giorno medio A essere sempre più mobile non è
solo la pubblicità, ma anche l'individuo. Sfruttando il palcoscenico dello lab Seminar, Enrico Gasperini,
presidente Audiweb, ha tracciato la nuova mappa dei consumi online, presentando in anteprima i dati della
'total digitai audience', raccolti con il nuovo sistema di rilevazione, che consente di misurare gli utenti che
accedono al web sia tramite pc, sia tramite mobile. Nel complesso, nel mese di marzo, sono risultati online 25
milioni di italiani compresi tra i 18 e i 74 anni, collegati in media per 46 ore e 15 minuti nel mese. Ma il dato
più rilevante è quello relativo alla mobile audience (utenti unici che accedono a internet da smartphone e
tablet), che riguarda ben 17,2 milioni di utenti nel mese e soprattutto 14,5 milioni nel giorno medio, superando
così la fruizione di internet da pc nel giorno medio, che non va oltre i 12,5 milioni di individui. In sostanza gli
accessi alla Rete da pc battono ancora quelli da mobile su base mensile (24 milioni di utenti connessi contro
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digital / interactive _ primo piano
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17,2 milioni), ma perdono su base quotidiana (14,5 milioni di persone contro 12,5 milioni). Nel dettaglio, i 1834enni generano la metà (52%) del tempo speso online tramite device mobili e lo stesso valore è riscontrato
sul totale del tempo dedicato dagli utenti alla fruizione di applicazioni mobile (il 52% del tempo speso su
mobile app). Altra parte consistente del tempo totale dedicato alla navigazione da mobile, il 42%, è generato
dai 35-54enni che, più in dettaglio, prediligono il mobile browsing, ossia la navigazione tramite browser (48%
del tempo mobile dedicato al mobile browsing). Analizzando i dati sull'uso dei differenti device per accedere a
internet nel giorno medio (computer e apparecchi mobili) risultano 7,4 milioni gli italiani che accedono a
internet solo da mobile (il 37% degli utenti online nel giorno medio), contro i 5,3 milioni che vanno online solo
da computer, e i 7,2 milioni che lo fanno combinando l'uso dei due device (pc più mobile). Il 91 % degli utenti
tra i 18 e i 24 anni nel mese si può definire 'multiscreen surfer', con una forte propensione all'uso esclusivo
dei device mobili per accedere a internet nel giorno medio. Per quanto riguarda il consumo dell'online da
dispositivi mobili, emergono quote elevate per il tempo speso nella fruizione di social network, di applicazioni
e siti legati al mondo dei cellulari e di contenuti vari di intrattenimento; mentre le news e le e-mail risultano
avere una quota di tempo più elevata nella fruizione da computer. Dai dati sulla distribuzione del tempo totale
speso online nel giorno medio attraverso i due device rilevati emerge un trend stabile per tutta la giornata
dovuto al peso della fruizione da mobile, attiva dalle ore 9 alle 21, a differenza della fruizione da computer,
che conferma il peak time nel pomeriggio. In particolare, confrontando i dati di audience nel giorno medio dei
mezzi digitali rilevati da Audiweb (pc, mobile e total digitai audience) e della tv (elaborazione Audiweb su dati
Auditel), risulta che, per i 18-24enni, internet è il mezzo principale dalle ore 6 alle 21, in particolare nel peak
time della total digitai audience, tra le ore 15 e le 18 in cui si rilevano 2,2 milioni di utenti. "Il mobile - come
osservato da Carlo Noseda, presidente di lab Italia - rappresenta un fenomeno sempre più significativo dal
punto di vista dei contenuti e del mercato pubblicitario: ormai è il secondo schermo in Italia, dopo la tv e prima
del pc. Uno degli elementi più interessanti riguarda le fasce d'età: è vero che il mobile ha una forte
penetrazione tra i giovani, ma coinvolge un target più adulto, che comprende i decisori di acquisto. Questo
dato, cui si aggiunge il vantaggio della geolocalizzazione, che rende gli utenti raggiungibili in ogni momento e
luogo, che si trasforma in una grande opportunità per il mercato pubblicitario e per gli investitori. L'obiettivo
della nostra associazione è proprio quello di fornire alle aziende le informazioni e gli strumenti per investire in
questo campo". Investimenti online, mercato in crescita Chiudiamo con un accenno agli investimenti
pubblicitari complessivi riguardanti l'online, distinguendo tra web, mobile/ smartphone, tablet e smart
tv/console. Come rilevato da Fcp-Assointernet, nel periodo gennaio-luglio 2014, il comparto online, nella sua
interezza, conferma un andamento positivo, attestandosi sul +0,6%, cifra che sale a +4,4% se si considera il
solo mese di luglio (rispetto allo stesso mese dell'anno precedente). A confermare il suo ottimo stato di salute
è soprattutto il mobile (inteso come smartphone), che chiude i primi sette mesi dell'anno sul +23,5%, in
avanzamento anche nel mese di luglio, concluso a quot a + 1 2 , 1 % . Da segnalare (anche se meno
rilevante in termini di valori assoluti) l'impennata a tripla cifra degli investimenti pubblicitari su smart tv e
console, che registrano il +365,6% nel mese di luglio, chiudendo il periodo gennaio-luglio 2014 sul +25,1%. In
sostanziale pareggio, invece, gli investimenti sul web, che totalizzano un -0,4% nei primi sette mesi dell'anno,
ma crescono del +3,0% nel solo mese di luglio. Quanto ai tablet, nonostante un leggero calo (-1,7%) degli
investimenti relativi al periodo gennaio-luglio, si riscontra un incoraggiante +42,5% relativo al solo luglio. "A
fronte di una congiuntura che rimane problematica - ha commentato Roberto Zanaboni, presidente FcpAssointernet - dopo un mese di giugno in forte incremento, anche luglio conferma il segno più degli
investimenti sul mezzo internet", re
LA FRUIZIONE DI INTERNET DA MOBILE SUPERA QUELLA DA PC NEL GIORNO MEDIO L'audience da
PC cala del 10% in un anno. La migrazione dell'audience è in atto e, da adesso, è alla portata di tutti.
Fonte: Audiweb powered by Nielsen, marzo 2014, individui 18-74 anni Gli accessi alla Rete da mobile
battono quelli da pc su base quotidiana (14,5 milioni di persone contro 12,5 min), ma perdono su base
mensile (17,2 milioni contro 24 min di utenti connessi)
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
APPROCCIO STRATEGICO AL MOBILE_ 1. Interpretare il canale come un 'hub mediale', un 'integratore di
mezzi', valorizzandone le peculiarità e capendone i limiti. 2. Puntare su meccaniche cross-canale. 3.
Considerare il mobile come un touch point bidirezionale. 4. Elaborare una strategia mobile coerente con il
resto degli obiettivi e processi aziendali. 5. Non considerare mai il mobile come un canale residuale sul quale
investire le briciole di una pianificazione ideata per altri mezzi. 6. Realizzare una profilazione dei clienti e una
mappatura del customer journey. 7. Adottare un approccio learning-by-doing, fondato su una
sperimentazione consapevole.
ITALIANI SEMPRE PIÙ MULTISCREEN-SURFER. MOBILE SECONDO SCHERMO IN ITALIAIl mobile è
ormai il secondo schermo in Italia su base quotidiana (14,5 milioni di persone che spendono su di esso un'ora
e 28 minuti), dopo la tv (35,6 min e 5h46m) e prima del pc (12,5 min e 1h18m)
Fonte: Elaborazioni Audiweb su dati Auditel (per tv) e Audiweb powered by Nielsen (per digitai), marzo 2014,
individui 18-74
Positivo il fatturato pubblicitario del canale mobile, che chiude i primi sette mesi dell'anno sul + 2 3 , 5 % , in
avanzamento anche nel mese di luglio, concluso a quota + 1 2 , 1 % web N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A N/A
N/A N/A 96 117 199 194 170 130 135 148 116 275 220 167 135 137 107 127 115 210 193 - N/A N/A N/A N/A
N/A 55 150 100 128 139 248 60 86 137 135 124 210 880 72 57 217 161 139 175 280 - N/A N/A N/A N/A N/A
N/A N/A N/A N/A N/A mese Aprile Maggio 2013 28.875 36.316 40.842 38.691 42.961 42.127 28.315 13.161
39.542 44.223 41.894 44.884 2014 27.367 33.260 42.000 36.994 42.499 45.836 29.160 3,0% Diff% -5,2% 8,4% 2,8% -4,4% - 1 , 1 % 8,8% -0,4% 2013 1.154 1.221 1.609 1.350 1.640 1.687 1.820 1.592 1.644 1.885
1.410 2.162 10.481 1.693 2.066 2.119 2.399 2.040 12.946 mobile 2014 1.334 1.295 Diff% 15,6% 6,0% 5,2%
53,1% 29,2% 42,2% 12,1% 23,5% 2013 1.042 1.025 tablet 2014 Diff% -1,7% 40,9% 17,4% -46,2% -34,5% 32,5% 61,8% 42,5% 2014 1.101 25,1% Diff% 29,7% -61,8% 116,9% 26,1% -0,2% -29,3% 2013 30.179
37.804 42.750 40.362 44.911 44.191 30.331 14.987 totale 2014 28.907 34.750 44.017 39.348 44.872 48.619
31.674 0,6% Diff% -4,2% -8,1% 3,0% -2,5% -0,1% 10,0% 4,4% Giugno Luglio Agosto Gennaio Febbraio
Marzo Dicembre Tot. Prog. Settembre Ottobre Novembre 258.126 257.117 365,6 % 41.438 46.518 43.647
47.423 270.529 272.188 smart tv/console 2013 DEVICE / STRUMENTO Fatturato Netto (in migliaia di euro)
Fonte: Osservatorio Fcp-Assointernet, periodo gennaio-luglio 2 0 1 4
INVESTIMENTI PUBBLICITARI ONLINE_ITALIA Totale 441.831 N/A N/A I 19.174 N/A N/A I 1.967 N/A N/A I
1.571 N/A N/A I 464.543 N/A N/A
Foto: Carlo Noseda, presidente lab Italia
Foto: Enrico Casperini, presidente Audiweb
ADVERTISING ONLINE
38 articoli
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La Repubblica - Ed. nazionale
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(diffusione:556325, tiratura:710716)
Gruppo Espresso: bene i conti, tiene l'utile
Nei primi nove mesi 2014 risultato positivo di 4,6 milioni, in linea con lo scorso anno Costi in calo, sceso il giro
d'affari. "Repubblica" si conferma primo quotidiano di informazione
ROMA. Il Gruppo Espresso (editore de La Repubblica ) ha chiuso i primi nove mesi del 2014 con un risultato
positivo di 4,6 milioni di euro, in linea con quello registrato l'anno precedente. Il margine operativo lordo è
stato di 41,5 milioni di euro (+8,1%) e il risultato operativo di 26,1 milioni di euro (+14,2%). A sostenere la
redditività è stata «la riduzione dei costi di struttura», calati del 7,7%, mentre il giro d'affari è sceso dell'8,1% a
471,2 milioni di euro.A pesare sul fatturato sono stati sia la frenata dei ricavi diffusionali (-6,3% a 175,8
milioni) che quelli pubblicitari che tra gennaio e settembre sono scesi del 7,7%.
La raccolta su Internet, radio e tv è in linea con lo stesso periodo del 2013 mentre la stampa registra un 10,5%, cifra allineata all'andamento dell'intero comparto. «Per l'intero esercizio - spiega una nota della
società - si può ragionevolmente ritenere che il risultato di fine anno sarà in linea con quello dell'anno
precedente».
La Repubblica si conferma anche nel 2014 (dati Ads ad agosto) il primo quotidiano d'informazione per copie
vendute in edicola e abbonamenti e sulla base dei dati Audipress resta primo giornale nell'edizione
tradizionale per numero di lettori. Prosegue inoltre lo sviluppo degli abbonamenti ai prodotti digitali del
quotidiano (Repubblica + e Repubblica Mobile): gli abbonati medi dei primi nove mesi dell'anno sono in
aumento del 10% e a fine settembre ammontavanoa circa 76mila. Tiene meglio la diffusione in edicola dei
giornali locali che registrano pure un progressivo incremento delle copie elettroniche.
A fine dicembre il Gruppo Espresso ha superato i 100mila abbonati alle edizioni digitali delle sue testate.
«Ottimo» pure l'andamento di Repubblica.it: la total audience tra gennaio e luglio secondo la rilevazione
Audiweb ammontava a 1,7 milioni di utenti unici giornalieri, «confermandone la leadership tra i siti
d'informazione italiani con un distacco del 38% sul secondo sito». Bene pure i siti dei quotidiani locali con un
+17% di audience solo sui pc e 403mila utenti unici a luglio. A fine giugno L'Espresso ha perfezionato
l'integrazione tra le attività di operatore di rete della controllata Rete A e Telecom Italia Media broadcasting.
L'operazione ha dato luogo alla nascita di Persidera, principale operatore di rete indipendente nazionale.
Il gruppo nei primi nove mesi dell'anno ha migliorato anche la sua situazione finanziaria: l'indebitamento è
sceso dai 73 milioni di dicembre scorso a 44,8 milioni e la struttura finanziaria migliorerà ancora dal 2015
grazie al calo degli oneri garantito dal nuovo bond convertibile da 100 milioni emesso lo scorso aprile (per cui
sono arrivate richieste per oltre 500 milioni) e dal progressivo smobilizzo di crediti della A. Manzoni & C.
attraverso operazioni di factoring e di cartolarizzazione. PER SAPERNE DI PIÙ www.gruppoespresso.it
www.cirgroup.it
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Il bilancio
23/10/2014
Il Fatto Quotidiano
Pag. 11
(tiratura:100000)
" Il futuro è già sul web Ma la qualità va pagata "
IL DIRETTORE DI MEDIAPART SPIEGA LA RIVOLUZIONE NELL ' EDITORIA: " IN FRANCIA E ITALIA I
GRANDI GRUPPI NON HANNO CAPITO COME CAMBIA IL GIORNALISMO "
Alessio Schiesari
Gli editori impuri non hanno capito che la gratuità del web distrugge il giornalismo tradizionale. Anzi, l ' hanno
capito e la usano come arma nel conflitto tra capitale e lavoro " . Edwy Plenel, dopo 24 anni a Le Monde ,
quotidiano di cui è stato anche direttore, se n ' è andato per raccogliere una sfida che sembrava impossibile:
creare un giornale online a pagamento che potesse sopravvivere senza pubblicità. L ' ha chiamato Me diapar
t e, sei anni dopo, ha sfondato quota 100 mila abbonamenti, con 9 milioni di fatturato e 1,5 di profitti. Il report
di Mediobanca pubblicato dal Fa t to Quotidiano di ieri evidenzia come i fatturati dei principali editori siano
crollati dal 2009: -29% dalle edicole, -31,3% dalla pubblicità. Internet sta distruggendo il g i o r n a l i s m o? I
dati sulla situazione economica della stampa italiana non sono una sorpresa né un problema locale. Viviamo
immersi in una rivoluzione industriale: internet è al contempo distruttore del mondo esistente e motore di
nuove opportunità. Criticarlo o idolatrarlo non serve a nulla: va accettato, come abbiamo fatto con l'elettricità.
Certo, la stampa va ripensata: carta, distribuzione e vendita - che insieme rappresentano il 60% dei costi di
un giornale - rischiano di diventare obsoleti. Ma c ' è un futuro davanti, con tutte le possibilità che la
rivoluzione digitale offre. Ma i grandi gruppi editoriali, benché si dividano tra web e stampa, sono in forte
perdita. Questo perché non hanno capito quello che sta succedendo: prendono i tradizionali contenuti di
qualità che sono sempre stati a pagamento e li riversano online, gratuitamente. Hanno creato un cortocircuito
perché sono due modelli diversi che non possono coesistere. Il web com ' è inteso dalla maggior parte dei
quotidiani è superficialità, perché vive solo di pubblicità e della ricerca del clic. Il cambiamento in atto è più
profondo: parte dalla fruizione dei contenuti per arrivare alla ridefinizione dello spazio pubblico, passando dal
rapporto con i lettori. Ma, come ha dimostrato Mediapar t , anche all ' interno della rivoluzione digitale si può
fare giornalismo com ' è tradizionalmente stato inteso. In Italia i grandi editori hanno interessi diversi rispetto
ai quotidiani. Forse per questo possono accettare di perdere denaro con la stampa, perché in fondo serve ad
altro? Certamente, e la situazione è identica in Francia. Ogni volta che avviene una rivoluzione industriale si
crea un conflitto tra capitale e lavoro nel quale il capitale cerca di approfittare del mutamento per ridurre l '
auto nomia del lavoro, i suoi diritti. La fragilità della vecchia stampa è il conflitto di interessi (lo dice in italiano,
ndr ) che la tiene in piedi economicamente: i proprietari dei grandi media usano i giornali come strumento. Se
vogliamo chiedere ai lettori che paghino il nostro lavoro, dobbiamo fargli capire che siamo indipendenti, e che
loro sono gli unici che ci possono comprare. La sola soluzione adottata dagli editori italiani è stata tagliare
posti di lavoro (- 4.200 in quattro anni) come i ristoranti: ho meno clienti, ho bisogno di meno camerieri.
Funziona? No, non possiamo abbandonare la strada della qualità, e per perseguirla c ' è bisogno di risorse.
Ma anche i giornalisti devono ripensare la propria professione perché non siamo più gli unici attori dell '
informazione. Oggi quando un cittadino ci legge ha già molte informazioni. Il rapporto è cambiato: la passività
del lettore è un retaggio del passato. Il giornalismo tradizionale può sopravvivere al web? Certo, il problema
non è la carta in sé. La tecnologia è neutra, ma modifica il contesto. C ' è chi ha creduto alla gratuità dell '
infor mazione, ma quella gratuità è un'invenzione perché è pagata dalla pubblicità. Quel tipo di informazione
non c ' entra nulla con la democrazia e, anzi, è la distruzione del giornalismo. La gratuità vera è, per un
abbonato, poter regalare un articolo a un amico. L ' indipendenza ha prezzo: la sfida è far capire ai lettori
perché lo stanno pagando. 9 mln FAT T U RAT O DEL SITO CENTOMILA A B B O NAT I Così Mediapart
riesce a guadagnare 1,5 milioni di euro
Foto: Edwy Plenel: 24 anni a Le Monde prima di fondare Mediapart La Pre ss e
Foto: ERA DIGITALE Dopo 24 anni a " Le Monde " Plenel ha creato un sito che rifiuta la pubblicità e accetta
solo abbonati: così produce scoop e utili
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INTERVISTA
23/10/2014
ItaliaOggi
Pag. 1
(diffusione:88538, tiratura:156000)
L'Espresso, utile netto a 4,6 mln, costi a -7,7%
DI MARCO A. CAPISANI
Capisani a pag. 21 L'utile netto del gruppo Espresso si mantiene stabile sui 4,6 milioni di euro, alla fine dei
primi nove mesi di quest'anno. Anche se il fatturato cala dell'8,1% sui 471,2 milioni di euro, i costi sono stati
contenuti e ridotti del 7,7% e, in aggiunta, un aiuto arriva dai proventi diversi da quelli dell'attività
caratteristica, che salgono a quota 10,4 milioni da 4,6 milioni, permettendo così all'editoriale del quotidiano
Repubblica e del settimanale L'Espresso di registrare un ebitda in crescita dell'8,1% pari a 41,5 milioni e un
ebit su del 14,2% per 26,1 milioni. Migliora anche la posizione finanziaria netta a 44,8 milioni dai 73,5 mln del
31 dicembre 2013 e dai 61,7 mln di fine settembre 2013. Come approvati ieri dal cda presieduto dal
presidente Carlo De Benedetti, i conti dell'editoriale risentono quindi dell'andamento negativo del mercato che
ha portato i ricavi diffusionali giù del 6,3% intorno ai 175,8 milioni di euro e quelli pubblicitari a -7,7% per
261,7 milioni, ma si sentono anche i benefici del contenimento della spesa che vede invece i costi per
acquisti scendere del 9,7% intorno ai 51,1 milioni di euro, quelli per servizi del 6,7% per 213,5 milioni e
ancora quelli del personale giù dell'8,9% pari a 169,3 milioni. A perimetro omogeneo, il numero dei dipendenti
è pari a 2.373 lavoratori (-35 rispetto alla fi ne del 2013 e -77 dal 30 settembre 2013). N e l d e t t a g l i o
dell'attività editoriale, i ricavi diffusionali scendono del 6,3% rispetto a un mercato a -11,5% per i quotidiani
mentr e, comunque, Repubblica si conferma il primo quotidiano d'informazione per copie vendute in edicola e
negli altri canali di legge, secondo le rilevazioni Ads. Al rialzo (+10%) anche gli abbonamenti digitali del
quotidiano diretto da Ezio Mauro ( Repubblica+ e Repubblica mobile ): in tutto circa 76 mila.
Complessivamente le sottoscrizioni digitali al gruppo sono oltre 100 mila considerando per esempio anche i
quotidiani locali che, fanno sapere dal gruppo guidato d a l l ' a . d . M o n i c a Mondardini, «hanno registrato
un andamento delle diffusioni migliore di quello settoriale e, anche per essi, si registra un progressivo
incremento delle copie digitali, per quanto esse risultino meno signifi cative di quelle del quotidiano
nazionale». Spostandosi in campo pubblicitario, a fronte del calo complessivo della raccolta a -7,7% (e -9,3%
includendo anche le concessioni di editori terzi in seguito alle discontinuità di perimetro), il settore stampa
dell'editoriale contrae del 10,5% in linea col mercato mentre internet, radio e tv sono stabili. Online, in
particolare, Repubblica.it registra una total audience di 1,7 milioni di utenti unici giornalieri, da gennaio a
luglio scorso secondo dati Audiweb. I quotidiani locali sono invece sui 403 mila utenti unici giornalieri (+17%
da pc). Tenendo conto poi solo del terzo trimestre 2014, più o meno in linea col primo semestre, i ricavi sono
diminuiti del 5,2% risentendo di minori inserzioni (-7%). L'ebitda diminuisce del 15,7% a 10,7 milioni di euro,
l'ebit passa a 5,8 milioni giù del 22,1%. Il risultato netto è pari a 0,8 milioni; nello stesso periodo dell'anno
scorso era pari a 1,6 milioni di euro. Per quanto riguarda le previsioni per l'intero 2014, concludono dal
gruppo Espresso, «si può ragionevolmente ritenere che il risultato di fi ne anno sarà sostanzialmente in linea
con quello dell'anno precedente», dopo che già nei primi nove mesi è stato conseguito «un risultato netto
positivo, per quanto esiguo, mantenendo una redditività in linea con quella dello scorso anno, grazie alla
continua riduzione dei costi di struttura». © Riproduzione riservata
Foto: Monica Mondardini
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PRIMI NOVE MESI
23/10/2014
Brand News Today
Pag. 1
Nielsen e Twitter, le nuove metriche della TV sono fluide e guidate dai
contenuti
Nielsen e Twitter, le nuove metriche della TV sono fluide e guidate dai contenuti A pag. 4 Dopo aver
presentato i primi risultati del suo nuovo strumento di rating che incrocia alle audience anche le interazioni su
Twitter, Nielsen ha voluto enfatizzarne il ruolo con testimonial eccellenti, da Fred Graver, Head of TV Creative
di Twitter, a Andrew Somosi, presidente di Nielsen Social, a Jason Shalaveyus, director Integrated Insight in
Starcom, e un panel tutto italiano per raccontare cosa dia di più la social TV. Qui una serie di highlight.
FOLLOw THE PEOPLE. Il digitale ha ribaltato il concetto di fedeltà: oggi tocca alle marche essere fedeli ai
consumatori, e non viceversa, sostiene Giovanni Fantasia, ad di Nielsen. Lo stesso vale per i programmi TV.
La social TV permette di capire e conoscere meglio le persone, "per ottenere un engagement superiore". LA
TV è SOCIAL DA SEMPRE. Solo che adesso la gente ha più strumenti per condividerla e lo si può misurare.
A patto di essere veloci, ricorda Andrew Somosi , e saper reagire in tempo reale, come ha fatto Snicker in
occasione del morso di Suarez durante Italia-Uruguay: le lunghe catene di comando, nella social TV, non
portano da nessuna parte. "Incrociare i dati di audience con quelli di Twitter permette di avere una prospettiva
in più e migliorare il ROI", dice Somosi. AFFINITà E AUDIENCE. Come scegliere i programmi da pianificare?
Secondo quanto sono social, ricorda Somosi, e in base alla loro affinità con la marca. I grandi ascolti servono,
ma non sono più sufficienti. Twitter, sostiene Fred Graver , è anche in grado di dire ai network "come
reagisce l'audience, amplifica le esperienze condivise, è 'live', pubblico e funziona ovunque". Ormai non si
tratta più di un fenomeno di avanguardia, almeno in USA, ma è diventato mainstream: il 73% dei programmi
americani ha integrato Twitter, anche perché si è verificato che alimentare le conversazioni fa aumentare
l'audience. Soprattutto se nelle conversazioni sono coinvolte le star dei programmi. in quattro passaggi dove
ciò che conta è concentrarsi non tanto sui numeri quanto su "ciò che dice la gente, il tono emotivo che usa" e
la chiarezza degli obiettivi di engagement per il brand. Per esempio, come nella social-pianificazione per il
bourbon Jim Beam che è riuscita a valutare gli influencer e misurare le conversazioni generate dalle
campagne TV. LE OPPORTUNITà IN ITALIA. Anche l'Italia sta cominciando a sedersi sull'enorme divano di
Twitter. Che i valori assoluti possano sembrare risibili confrontati all'ascolto medio del prime time, non conta
perché gli 'autori' di Twitter pesano più dei telespettatori puri. Lo ha sottolineato Francesco Barbarani, a capo
dell'area web e radio di Rai Pubblicità. Barbarani, che ha annunciato un'imponente iniezione social sul
prossimo Festival di Sanremo, sta sperimentando con soddisfazione gli impatti positivi del social network
azzurro su programmi come 'Pechino Express' (+30% di utenti uniti sul sito istituzionale). I social hanno
anche altri effetti: per esempio, "tengono in vita i programmi con la moltiplicazione dell'audience in differita",
aggiunge Matteo Cardani , deputy general manager marketing & multimedia di Publitalia, il quale però
vorrebbe poter monetizzare una filiera social così ricca. "Ma oggi, dice, ci sono in circolazione più KPI che
soldi". Conversazioni che non finiscono mai, opinioni forti - quelle raccolte da #ilcalciochevogliamo la
prossima settimana diventeranno un ebook - e anche partner commerciali che non escono mai dalla
conversazione: questa la social TV secondo Emilio Vignapiano , social media manager di Sky. E anche per
Barilla - "siamo solo all'antipasto, ma ci è venuto appetito", dice Alessio Gianni, social media e digital
marketing director dell'azienda di Parma - l'esperienza appena iniziata con 'Master Chef' è già positiva: il
social, dice Gianni, "è twist in più per l'advertising, ci dà cioè la conoscenza dei nostri consumatori, una
miniera di informazioni inestimabili che lavoriamo come fossimo una redazione, con un piano editoriale e un
canovaccio su cui impostare la conversazione". Sì, perché quello che conta, al di là delle classifiche degli
utenti unici, è l'ascolto del sentiment e la qualità dei contenuti, per fare fine tuning con spettatori e
consumatori.
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RICERCHE /ITALIA SOCIAL, TV, RICERCHE
23/10/2014
Brand News Today
Pag. 1
Il mercato consumer internet italiano vale 15,7 mld. La pubblicità cresce
del 14% e arriva a quota 2 miliardi
Il mercato consumer internet italiano vale 15,7 mld. La pubblicità cresce del 14% e arriva a quota 2 miliardi A
pag. 12 In occasione di SMAU Milano 2014, l'Osservatorio SMAU - School of Management Politecnico di
Milano ha presentato i risultati della ricerca sui "Mercati Internet Consumer". Cresce del 15% rispetto al 2013
il valore complessivo dei mercati Internet consumer in Italia - intesi come tutti quei mercati rivolti al
consumatore finale, abilitati dalla piattaforma Internet, ovvero fruiti tramite Pc/Tablet, Smartphone e Internet
Tv. In valore assoluto si sfiorano i 16 miliardi di Euro, per l'esattezza 15,7 miliardi. La stragrande maggioranza
(88%) del valore dei mercati Internet consumer è ancora legata a Pc e Tablet (in crescita del 10% nel 2014),
ma è la componente Smartphone a registrare i tassi di crescita più elevati (+73%), grazie in particolare al
raddoppio delle vendite di prodotti e servizi non digitali (Mobile Commerce). Il peso dei mercati Internet su
Smartphone, che in valore assoluto complessivamente arrivano a superare i 2 miliardi di Euro, passa così dal
9% del 2013 al 12% del 2014. Ancora irrilevante, invece, il ruolo delle Internet Tv, nonostante la sempre
maggiore diffusione di schermi che portano Internet sul televisore di casa. "La dinamica dei mercati Internet
consumer è legata a tutti i comparti di riferimento, che continuano a crescere a due cifre: eCommerce
(+16%), Pubblicità su Internet (+14%) e Contenuti/servizi Internet (+11%) - afferma Andrea Rangone,
Coordinatore degli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano -. Ed, in particolare, a
trainare la crescita sono le componenti più innovative della rete, quali i nuovi device, le Applicazioni, i Social
Network e i Video". Pubblicità Internet La pubblicità su Internet raggiunge per la prima volta la soglia dei 2
miliardi di Euro, pari al 13% del totale mercati Internet, in crescita del 14% rispetto ai valori del 2013. è un
segnale fortemente positivo, alla luce dell'andamento ancora difficoltoso del mercato pubblicitario sui canali
tradizionali: la televisione e la radio chiuderanno l'anno stabili o in leggera perdita, mentre la stampa cala
ancora di oltre il 10%. Il mercato dell'Internet Advertising rimane prevalentemente concentrato nelle mani di
Pc/Tablet (86%), ma cresce velocemente la componente legata agli Smartphone (passata dall'11% del 2013
al 14% del 2014); ancora non rilevante, seppur in crescita, la pubblicità su Internet Tv. Pubblicità Internet su
Pc/Tablet La pubblicità su Pc/Tablet vale intorno ai 1,7 miliardi di Euro, in crescita del 9% rispetto al 2013. La
crescita del mercato è dovuta principalmente alla raccolta pubblicitaria sui Social Network e ai formati Video,
ma anche la componente legata alle Applicazioni per Tablet sta iniziando ad acquisire una certa rilevanza.
Pubblicità Internet su Smartphone Il Mobile Advertising cresce ancora di quasi il 50%, dopo essere più che
raddoppiato nel corso del 2013, e nel 2014 si prevede arrivi a sfiorare quota 300 milioni di Euro. Contenuti e
servizi Internet su Pc/Tablet I contenuti e servizi Internet fruiti su Pc/Tablet crescono del 7%, per un valore
complessivo di circa 1,3 miliardi. A trainare in valore assoluto il comparto sono igiochi e le scommesse, anche
se questi segmenti non sono più in crescita come negli anni passati. Crescite particolarmente interessanti si
registrano invece nell'ambito delle Applicazioni per Tablet, dei contenuti Video in pay-per-view e dello
streaming musicale, anche se, in valore assoluto, questi segmenti sono ancora limitati. Contenuti e servizi
Internet su Smartphone I contenuti Internet su Mobile crescono, invece, di circa il 20%, arrivando così
nell'intorno dei 630 milioni di Euro in valore assoluto. Responsabile di tale crescita è principalmente la
continua ascesa delle Applicazioni, con un valore più alto del 40% rispetto al 2013. Scarica l'infografica
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SCENARI
23/10/2014
DailyNet
Pag. 2
(diffusione:15000, tiratura:15000)
valentina lunardi e giulia zuffi
nel 2014 i mercati internet consumer valgono 15,7 miliardi di euro. il racconto della giornata di ieri da 3 dal 22
al 24 ottobre i padiglioni 1 e 2 di fieramilanocity ospitano la 51° edizione di smau, l'appuntamento dedicato
alle tecnologie digitali e all'innovazione per le imprese, con un calendario di oltre 300 workshop e un'area
espositiva composta da oltre 500 aziende, tra cui 200 tra startup, centri di ricerca, laboratori e le più
innovative regioni italiane; immancabile anche la partecipazione di grandi player quali aruba, cloud italia
telecomunicazioni, dell, edisoftware, fujitsu, Huawei, microsoft, sap, telecom italia e Vodafone. come è
naturale, l'edizione di quest'anno riflette il clima di attesa e aspettative creatosi intorno all'avvicinarsi di expo
2015 e alle opportunità che si offriranno alle imprese da questo appuntamento di importanza internazionale:
tema del convegno inaugurale è stato difatti expo 2015 e l'italia dell'innovazione: le imprese al centro, i
territori protagonisti. lo spazio si è presentato come un momento di confronto tra i principali fornitori di
tecnologie digitali e gli assessori delle attività produttive di alcune regioni italiane, che hanno affrontato il tema
dell'innovazione e del rinnovamento dell'ecosistema delle piccole e medie imprese italiane, vero e proprio
punto di partenza per una trasformazione del nostro comparto produttivo ed economico. secondo pierantonio
macola, amministratore delegato di smau che ha introdotto il convegno d'apertura, la grande sfida e
opportunità che si presenta oggi a quelle piccole aziende che rappresentano la tradizionale forma d'impresa
in italia, è quella di formare una moderna rappresentazione di se stesse, possibile solo a partire da un solido
network tra imprese, centri di ricerca e università, startup e regioni. le quali si presentano oggi come
l'interlocutore principale per un comparto che necessita decisi interventi di incentivi alla digitalizzazione e di
sviluppo di un vero e proprio mercato dell'innovazione. da dove partire per realizzare tutto questo? secondo
macola, solo creando un clima di fiducia intorno agli imprenditori, coloro cioè che hanno un ruolo
determinante nell'acquisizione di tecnologia digitale all'interno dei loro business. un'interpretazione ancora più
integrata di tale concetto è stata espressa da luca de biase, giornalista de il sole24ore e moderatore della
tavola rotonda dedicata alle strategie di svecchiamento e digitalizzazione del nostro sistema produttivo
promosse dai vendor internazionali. «nella terra delle piccole imprese, la startup rappresenta il modello della
piccola impresa innovativa», ha affermato de biase, che ha curato la pubblicazione di "fondatori - startup
come opportunità per te, per la tua azienda, per il tuo paese", una raccolta di "istruzioni per l'uso" scritte dai
maggiori esperti di innovazione in italia e incentrata sul concetto che proprio l'innovazione è la risposta reale
alla crescita e all'occupazione. il compito delle imprese e delle startup presenti (e non) a smau è perciò quello
di trovare un'italian way nell'ecosistema mondiale del mercato dell'innovazione, delineando un modo per
connettersi, valorizzarsi, anche e in particolare con le grandi imprese, che possono offrire un ambiente
privilegiato di incontro con gli ambiti tecnologici e di ricerca più avanzati. nche per filippo ligresti,
amministratore delegato di dell, siamo di fronte a un'opportunità senza precedenti di cambiamento in segno
positivo del sistema produttivo italiano, ma non mancano alcune resistenze. le principali criticità sono
avvicinare le imprese ai giovani, in particolare a quei neolaureati che offrirebbero competenze nuove
soprattutto nel campo digitale, e la naturale avversione culturale della piccola impresa ad accettare un ampio
rinnovamento tecnologico. per questo dell sta avviando un ampio programma di formazione, in particolare
con una declinazione per l'italia del progetto dell for entrepreneurs, nella formula di 4 ore di incontri al mese
tra diverse startup e i manager dell'importante multinazionale. ma lo sviluppo dell'economia digitale sembra
non passare soltanto attraverso la declinazione tecnologica: daryoush goljahani, regional channel manager
italia di med & Za google for Work, ha ricordato che connessione e visibilità sono elementi fondamentali per
chi vuole fare impresa in qualsiasi mercato. in un panorama dove il cliente è anche social user, digitale e
tecnologia non possono essere visti solamente come una semplificazione metodologica o una riduzione dei
costi, ma un'opportunità per connettersi globalmente con il mercato e creare attraverso l'engagement un
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Eventi Smau: pubblicità internet a quota 2 mld
23/10/2014
DailyNet
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(diffusione:15000, tiratura:15000)
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solido rapporto con i propri clienti. in tale contesto qualè quindi il ruolo delle regioni, presenti a smau 2014 in
numero elevato? per nulla secondario secondo alessandro cozzi, country director enterprise business di
Huawei, per il quale è assolutamente «necessario armonizzare i piani regionali di sviluppo e investimento per
il periodo 20142020». a oggi, difatti, come riportato recentemente da il sole24ore, solo la lombardia ha un
programma completo sulla banda larga, un punto di partenza certamente positivo, ma non sufficiente per
affrontare la forza emergente delle economie asiatiche, che si presentano sempre di più come il nuovo centro
di gravità economico mondiale. ruolo dei vendor per supportare la crescita d'impresa in italia è quindi quello di
operare per colmare il gap presente nella cultura digitale, in un paese dove, secondo una ricerca del
politecnico di milano, il 40% dei ceo vede il cloud come un fattore di rischio. il leitmotiv dell'innovazione come
soluzione, in particolare per il problema occupazionale, è stato presente anche nell'intervento di carla
masperi, coo sap italia: «sarà sempre più importante portare anche nell'università l'attenzione alle nuove
tecnologie per colmare il digital divide». come? «sviluppando più collaborazioni e progetti per gli studenti dei
nostri atenei, creando nuove competenze da mettere a disposizione delle imprese». proprio quelle piccole e
medie aziende che rappresentano ben l'80% dei clienti per sap italia e che nel sistema dell'economia digitale
, secondo carla masperi, possono trovare una nuova competitività grazie a una dimensione che, similmente
alle startup, presenta maggiore propensione al cambiamento e caratteristiche di agilità. e un'innovazione
reale e duratura deve passare necessariamente per decisioni consapevoli, prese a partire da elementi
leggibili; far diventare i dati strumenti di conoscenza è perciò la risposta di sas, nelle parole del sales director
stefano maio, per traghettare il sistema imprese italiano verso una dimensione di smart business. «il 75%
delle imprese fallite in italia nell'ultimo periodo non era mai stata presente su internet». il dato negativo ha per
gianfilippo d'agostino, direttore sales nord ovest business telecom italia, una sola risposta: far convergere i
servizi facilitando l'acquisizione di prodotti tecnologici da parte delle aziende. e per fare questo telecom è
pronta a investire 9 miliardi in inn ovazione, partnership e grant d'impresa, nonché riaffermando il suo
impegno come partner di expo 2015, appuntamento per il quale, è bene ricordarlo, ci si aspettano circa
mezzo miliardo di visitatori digitali. strategia di semplificazione e velocità delle connessioni sono stati i punti
focali anche dell'intervento di manlio costantini, enterprise business unit director Vodafone italia, che ha
concluso la tavola di ieri riportando un fatto positivo: moltissime piccole e medie imprese collaborano con
Vodafone, dalla cui partnership hanno ottenuto la possibilità di esportare best practises e prodotti di alta
qualità a livello mondiale; «un dato che - ha concluso il manager - fornisce un'idea del paese più viva di
quanto appaia». <
Foto: un momento della tavola rotonda di smau ieri a milano
Foto: il digitale rappresenta una notevole opportunità di crescita per tutte le imprese italiane, specialmente
per le pmi
23/10/2014
DailyNet
Pag. 2
(diffusione:15000, tiratura:15000)
G.B.
il blog, fresco di restyling firmato mutado, può contare su una forte integrazione con i social network e sulla
presenza di numerosi video 15 due delle storie più suggestive della rete tricolore si incontrano. da una parte
pianetadonna, il sito di banzai leader nel mondo femminile in italia, con 8,5 milioni di utenti mensili (dati
audiweb View), dall'altro cliomakeup, al secolo clio Zammatteo, la amatissima make-up artist e personaggio
televisivo, il cui blog - che conta circa 8 milioni di pagine viste al mese - è un punto di riferimento immancabile
per le beauty addict tricolori. ClIOMAkEUP comunicatrice autoironica e genuina, forte di un seguito di oltre
due milioni di fan sui principali social network (di cui oltre 1,8 milioni fan su facebook e più di 300mila su
instagram) e quasi un milione di iscritti nei suoi due canali Youtube, clio con i suoi video è diventata il punto di
riferimento indiscusso online per la tematica make-up, offrendo apprezzati spunti quotidiani riguardo a
bellezza e tecniche di maquillage. pianetadonna, in virtù di questa partnership rafforza il suo presidio nei
settori della cosmesi, bellezza e make-up, offrendo alle proprie utenti tutta la verve e la riconosciuta expertise
di clio, che condividerà con le lettrici del sito numero uno in italia presso il pubblico femminile i suoi
apprezzatissimi video-tutorial sul makeup e i suoi consigli di bellezza. delle vere e proprie pillole di
buonumore quotidiano in cui la bellezza è trattata con un mix di competenza e ironia che il pubblico ha
dimostrato di apprezzare. prevede che banzai gestirà in esclusiva la raccolta pubblicitaria di cliomakeup
sviluppando insieme innovative iniziative speciali rivolte ai clienti pubblicitari. per l'occasione il sito cliomakeup
si rinnova il look. l'agenzia mutado ha, infatti, progettato a stretto contatto con cliomakeup una nuova
piattaforma digitale che rappresenta lo stato dell'arte tecnologica e di integrazione mobile, con l'ambizione di
creare un luogo virtuale inclusivo e altamente interattivo. il nuovo sito, oltre a un inedito layout, offre
innovative funzionalità, ottimizzate per ogni tipo di fruizione, in particolare quella da mobile. banzai e clio
hanno festeggiato martedì sera insieme la loro partnership e presentato il nuovo sito, con un evento allo
spazio anni luce di milano, a cui hanno partecipato oltre duecento fra i principali advertiser e agenzie di
comunicazione. «quella di clio è una bella storia, la storia di una ragazza italiana che trova l'america in italia,
ma che per farlo... ha dovuto appunto emigrare in america. clio ha cominciato a girare i sui primi video, quasi
per gioco nel 2008, dalla sua cameretta a brooklyn tramite webcam, mentre imparava il mestiere presso la
scuola professionale per truccatori make up designory di new York - commenta andrea santagata, ad di
banzai media - ma non ha mai smesso di pensare che l'italia potesse essere il suo mercato di riferimento, e
gli oltre 160 milioni di video visti dal 2008 a oggi le hanno dato ragione». «si tratta di una partnership molto
importante, che rafforza ulteriormente il posizionamento e l'offerta di pianetadonna. siamo molto orgogliosi di
poter offrire al mercato pubblicitario l'opportunità di pianificare campagne di comunicazione su cliomakeup,
sito molto apprezzato e noto al pubblico femminile, oggi ancora più accattivante e coinvolgente, e ricco di
oltre 600 produzioni video in costante aumento», commenta giorgio galantis, responsabile di banzai
advertising. «oltre alla nuova versione del mio sito, lanciata pochi giorni fa, nelle prossime settimane
attiveremo tanti nuovi ambienti digitali, dove la nostra community potrà partecipare in prima persona, in un
vero e proprio sistema integrato dedicato alla bellezza e alla "femminilità 2.0"», ha aggiunto clio Zammatteo.
«l'obiettivo è valorizzare la nostra community, che poi è il nostro vero patrimonio. Vorremmo che questa
partecipasse alla cogenerazione di contenuti ha proseguito Zammatteo -. e l'accordo con banzai ci
permetterà di crescere, grazie alla loro expertise e alle loro competenze». cliomakeup donna
Foto: clio zammatteo, in pochi anni ha conquistato il web
Foto: I TERMINI DEll'ACCORDO l'accordo di partn e r s h i p
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Mercato PianetaDonna accoglie ClioMakeUp: raccolta a Banzai Adv
23/10/2014
DailyNet
Pag. 6
(diffusione:15000, tiratura:15000)
L'Osservatorio Smau del Politecnico di Milano presenta la ricerca "Mercati Internet Consumer". I comparti dei
mercati Internet consumer continuano a crescere: ecommerce (+16%), Pubblicità su Internet (+14%) e
Contenuti/servizi Internet (+11%)
ieri allo smau milano 2014, l'osservatorio del politecnico di milano ha presentato i risultati della ricerca sui
"mercati internet consumer". secondo questo studio, rispetto al 2013, cresce del 15% il valore complessivo
dei mercati internet consumer in italia - intesi come tutti quei mercati rivolti al consumatore finale, abilitati
dalla piattaforma internet, ovvero fruiti tramite pc/ tablet, smartphone e internet tv. in valore assoluto si
sfiorano i 16 miliardi di euro, per l'esattezza 15,7 miliardi. la stragrande maggioranza (88%) del valore dei
mercati internet consumer è ancora legata a pc e tablet (in crescita del 10% nel 2014), ma è la componente
smartphone a registrare i tassi di crescita più elevati (+73%), grazie in particolare al raddoppio delle vendite
di prodotti e servizi non digitali (mobile commerce). il peso dei mercati internet su smartphone, che in valore
assoluto complessivamente arrivano a superare i 2 miliardi di euro, passa così dal 9% del 2013 al 12% del
2014. ancora irrilevante, invece, il ruolo delle internet tv, nonostante la sempre maggiore diffusione di schermi
che portano internet sul televisore di casa. «la dinamica dei mercati internet consumer è legata a tutti i
comparti di riferimento, che continuano a crescere a due cifre: ecommerce (+16%), pubblicità su internet
(+14%) e contenuti/servizi internet (+11%) afferma andrea rangone, coordinatore degli osservatori della
school of management del politecnico di milano -. e, in particolare, a trainare la crescita sono le componenti
più innovative della rete, quali i nuovi device, le applicazioni, i social network e i video». Pubblicità su internet
la pubblicità su internet raggiunge per la prima volta la soglia dei 2 miliardi di euro, pari al 13% del totale
mercati internet, in crescita del 14% rispetto ai valori del 2013. È un segnale fortemente positivo, alla luce
dell'andamento ancora difficoltoso del mercato pubblicitario sui canali tradizionali: la televisione e la radio
chiuderanno l'anno stabili o in leggera perdita, mentre la stampa cala ancora di oltre il 10%. il mercato dell'
internet advertising rimane prevalentemente concentrato nelle mani di pc/tablet (86%), ma cresce
velocemente la componente legata agli smartphone (passata dall'11% del 2013 al 14% del 2014); ancora non
rilevante, seppur in crescita, la pubblicità su internet tv. la pubblicità su pc/tablet vale intorno ai 1,7 miliardi di
euro, in crescita del 9% rispetto al 2013. la crescita del mercato è dovuta principalmente alla raccolta
pubblicitaria sui social network e ai formati video, ma anche la componente legata alle applicazioni per tablet
sta iniziando ad acquisire una certa rilevanza. il mobile advertising invece cresce quasi del 50%, dopo essere
più che raddoppiato nel corso del 2013, e nel 2014 si prevede arrivi a sfiorare quota 300 milioni di euro.
ecommerce l'ecommerce b2c, inteso come il valore degli acquisti online di prodotti e servizi non digitali da
parte dei consumatori italiani, nel 2014 arriva a 11,7 miliardi di euro (iva esclusa), in crescita del 16% rispetto
ai valori dell'anno passato. sul totale mercati internet, il peso dell'ecommerce b2c è pari al 75%. oltre il 90%
del mercato ecommerce è ancora rappresentato dall'acquisto su pc/tablet, ma la componente smartphone è
passata in un anno dal 5% al 9%. non si registrano, invece, attività degne di nota di t-commerce (ecommerce
su tv). il mercato ecommerce su pc/ tablet vale nel 2014 quasi 11 miliardi di euro, in crescita di circa il 10%.
l'acquisto di servizi rimane la componente predominante del mercato (61%), anche se la quota di mercato dei
prodotti cresce, passando dal 34% al 39%. il solo settore del turismo continua a generare quasi il 50% degli
acquisti ecommerce su pc/tablet nel nostro paese. raddoppia addirittura l'acquisto di prodotti e servizi
attraverso smartphone (il cosiddetto mobile commerce). nel 2014 il valore si attesta intorno al miliardo di euro
(iva esclusa). il comparto che in valore assoluto contribuisce maggiormente è il turismo, seguito
dall'abbigliamento e dall'informatica ed elettronica di consumo, in linea con quanto accade su pc e tablet.
contenuti e servizi internet il 12% del valore dei mercati internet - pari quasi 2 miliardi di euro (iva esclusa) - è
rappresentato dalla spesa dei consumatori per acquistare contenuti e servizi online a pagamento,
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Ricerche Nel 2014 la pubblicità internet raggiunge quota 2 miliardi di euro.
In aumento il peso del mobile
23/10/2014
DailyNet
Pag. 6
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complessivamente in crescita dell'11% rispetto al 2013. anche in questo caso la crescita è ancora più
significativa se letta nello scenario complessivo del mercato dell'informazione e intrattenimento, dove, per
esempio, i ricavi pay del mondo della stampa subiscono ancora un calo superiore al 5% e anche la pay tv
rallenta (-2% circa). due terzi del mercato dei contenuti e servizi internet fanno riferimento ai canali pc/tablet;
poco meno di un terzo allo smartphone; ancora poco significativo (2% circa) il peso delle internet tv, anche se
c'è forte attesa per la crescita dell'offerta e il possibile ingresso dei grandi player over the top internazionali,
che sono già arrivati in alcuni paesi europei con i propri servizi video. i contenuti e servizi internet fruiti su
pc/tablet crescono del 7%, per un valore complessivo di circa 1,3 miliardi di ruro. a trainare in valore assoluto
il comparto sono i giochi e le scommesse, anche se questi segmenti non sono più in crescita come negli anni
passati. crescite particolarmente interessanti si registrano invece nell'ambito delle applicazioni per tablet, dei
contenuti video in payper-view e dello streaming musicale, anche se, in valore assoluto, questi segmenti sono
ancora limitati. i contenuti internet su mobile crescono, invece, di circa il 20%, arrivando così attorno ai 630
milioni di euro in valore assoluto. responsabile di tale crescita è principalmente la continua ascesa delle
applicazioni, con un valore più alto del 40% rispetto al 2013.
23/10/2014
DailyNet
Pag. 11
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Sizmek, sul mercato Dynamic Creative con la soluzione Omnichannel
Permette di personalizzare gli annunci in modalità scalabile utilizzando la piattaforma Sizmek MDX
sizmek ha lanciato sul mercato dynamic creative con la nuova soluzione omnichannel, che permette di
personalizzare gli annunci in modalità scalabile utilizzando la piattaforma sizmek mdX. sizmek da oggi
supporta campagne creative dinamiche e altamente scalabili su ogni canale pubblicitario digitale, compresi il
mobile, il video, i social e il display adv. ciò significa che i marketer possono incrementare la rilevanza di un
annuncio nei confronti del target e migliorare le performance delle campagne online servendo
automaticamente le versioni di una pubblicità più adatta per l'utente basandosi su numerosi fattori di
targeting, tra cui: dynamic creative per Html5 consente agli inserzionisti di pianificare campagne
personalizzate, sempre aggiornate e ottimizzate su mobile; dynamic creative per Video rende facile
personalizzare, modificare e ottimizzare gli elementi interattivi all'interno di annunci video (preroll), non
interattivi e componenti di un singolo fotogramma del video; dynamic creative con sizmek social consente la
personalizzazione dinamica degli annunci sui social network; dynamic creative con sizmek Workshop
consente di assemblare migliaia di versioni dinamiche di un'unica creatività, e gestirli con gli strumenti di
mass versioning messi a disposizione dalla piattaforma sizmek mdX. SIZMEK
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Tecnologia
23/10/2014
DailyNet
Pag. 21
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Rubicon Project riceve la certificazione di fiducia dell'EDAA
Il Trust Seal è stato assegnato a una struttura che rispetta l'autoregolamentazione richiesta dall'Unione
Europea per l'Oba
rubicon project, gestore di una delle più grandi piattaforme di trading in tempo reale indipendenti del settore
per la compravendita di pubblicità, ha ricevuto il trust seal, la certificazione di fiducia dell'edaa, che dimostra
la conformità del suo operato secondo il programma di autoregolamentazione dell'unione europea per l'online
behavioural advertising (oba). ricevere la certificazione di fiducia è l'ultima importante fase del processo per i
terzi impegnati a rispettare il programma di autoregolamentazione. con l'hardware appositamente studiato per
permettere negoziazioni a bassa latenza, l'advertising automation cloud di rubicon project attualmente
elabora 2,5 milioni di richieste al secondo e migliaia di miliardi di richieste di offerta ogni mese per conto di
centinaia di applicazioni ed editori premium e i migliori marchi pubblicitari. oli Whitten, svp europe, rubicon
project, ha commentato: «sin dal primo giorno, rubicon project si è sempre impegnata a rispettare e superare
gli standard della pubblicità digitale. l'edaa aiuta i consumatori a ottenere trasparenza e controllo, un aspetto
importante nella gestione della nostra piattaforma a beneficio di compratori e venditori in tutta europa e siamo
onorati di essere stati la prima piattaforma di scambio ad aver intrapreso il processo di audit e ad aver
ottenuto questa importante certificazione».
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Riconoscimenti
23/10/2014
DailyNet
Pag. 22
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I cinque consigli di Akamai per un Natale nel segno dell' ecommerce
Il regional manager Luca Collacciani parla di commercio elettronico sotto l'albero, tra sicurezza, modalità di
accesso, velocità, infrastruttura di rete e un buon vecchio piano B
mancano due mesi al natale, periodo che nel 2013 si è distinto per accessi record ai siti web dei maggiori
retailer online da parte degli utenti in tutto il mondo, con un acquisto su otto concluso via mobile. con un
aumento del 68% rispetto all'anno precedente, l'europa è stata l'area geografica che ha registrato il maggior
tasso di incremento per lo shopping via mobile, superiore anche ai mercati usa e asiatici. come ovvio, un
mercato in crescita come quello europeo da un lato attrae investimenti da altre regioni e dall'altro favorisce
l'espansione all'estero dei business locali. il risultato? più concorrenza e una forte spinta alla globalizzazione
offrono ai clienti più scelta e maggiore potere d'acquisto, ma anche un calo della fedeltà di marca, oggi ai
minimi storici: il 60% degli acquirenti online dichiara, infatti, di non aver nessun problema a cambiare brand.
in questo scenario, le vendite online si prospettano rosee anche per il prossimo natale, ma i retailer devono
attuare le giuste strategie per riuscire a emergere su una concorrenza ogni giorno più agguerrita e per
attrarre consumatori sempre meno fedeli. per cogliere le opportunità offerte dall'eommerce natalizio, i retailer
dovranno dunque fornire ai potenziali clienti esperienze online di assoluta qualità, in grado di tradursi in
acquisti e ulteriori visite al sito. luca collacciani, regional manager per l'italia di akamai, elenca di seguito una
serie di best practice per le aziende che desiderano cogliere tutte le opportunità del prossimo natale 2.0
COMPRENDERE lA MODAlITà DI ACCESSO Al SITO DA PARTE DEglI UTENTI E ADOTTARE lA lORO
PROSPETTIVA conoscete la modalità di accesso preferenziale dei vostri clienti al vostro sito? qual è il
traffico che converte di più? quali dispositivi e quali reti utilizzano i clienti? quali piattaforme e browser? non è
possibile offrire esperienze ottimali se non vengono analizzati i diversi percorsi dei visitatori verso il sito web
aziendale. una volta verificate queste modalità, dovrete cercare di "vedere" l'esperienza di navigazione e
d'acquisto con gli occhi dei consumatori. cercate di immaginare a cosa assomiglia l'esperienza dell'utente
finale sul vostro sito e confrontatela con quella offerta dalla concorrenza o dai leader di mercato. ricordate
che ciò che non può essere misurato, non può essere ottimizzato. sfruttate i molti strumenti di monitoraggio in
tempo reale degli utenti e di analytics disponibili sul mercato per ottimizzare e perfezionare le applicazioni
web per ottenere prestazioni migliori. OTTIMIZZARE l'INfRASTRUTTURA DI RETE DEllO STORE ONlINE
reti mal configurate spesso comportano elevati tempi di latenza e bassa capacità di banda, con conseguente
impatto negativo anche sull'ecommerce, poiché limitano i consumatori nel confronto rapido dei prezzi, nella
consultazione delle recensioni online e nella condivisione dell'esperienza d'acquisto. spesso, la causa di
queste lentezze va ricercata nell'architettura di rete e nella tipologia di connessione disponibile a supporto del
vostro sito e in negozio. i clienti, infatti, si informano e acquistano attraverso diversi canali: dai loro dispositivi
mobili, dai totem multimediali o dai tablet presenti in negozio. siamo ormai nell'era dell'omnicanalità e questi
canali fanno tutti parte della brand experience: nessuno può essere sottovalutato. VElOCE, VElOCE,
VElOCE mai far aspettare i consumatori. non importa quali siano le condizioni del traffico online o la modalità
d'accesso dell'utente finale. portate i contenuti il più vicino possibile agli utenti. più vicino uguale più veloce.
per i contenuti che possono risiedere solo all'origine - cioè presso i vostri data center o un provider cloud assicuratevi comunque di poter accelerare la comunicazione tra voi e l'utente. analizzate con cura i
componenti dell'applicazione per vedere se potete ridurre il numero di richieste che invia alla rete o la
quantità di byte trasferiti. PREPARARE UN PIANO B effettuate test per essere sicuri di essere pronti a
gestire i picchi di traffico, ricordando che quelli che vi troverete sperabilmente ad affrontare durante il periodo
natalizio sono nulla al confronto di quello che può fare un hacker al vostro sito web per renderlo inaccessibile.
per prepararvi anche a questa tipologia di attacchi (attacchi ddos - distributed denial of service) valutate il
traffico e chiedete al dipartimento it di aggiornarvi sullo stato dei sistemi di mitigazione delle minacce utilizzati
in azienda: marketing e it devo collaborare per poter garantire ai clienti un'esperienza ecommerce ottimale.
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Aziende
23/10/2014
DailyNet
Pag. 22
(diffusione:15000, tiratura:15000)
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per ultimo, non dimenticate di aggiornare il firewall o di valutare una soluzione cloud per la sicurezza che offra
protezione per attacchi ancora più potenti. NON TRAlASCIARE lA QUESTIONE SICUREZZA gli hacker
cercheranno di sfruttare il traffico del periodo natalizio per eludere i firewall che proteggono le applicazioni:
assicuratevi che le regole del firewall aziendali siano aggiornate. inoltre, eseguite una scansione del vostro
sito web per scovare eventuali nuove vulnerabilità.
Foto: luca collacciani
23/10/2014
DailyNet
Pag. 27
(diffusione:15000, tiratura:15000)
gli otto vantaggi del Rtb secondo Tradelab
tradelab ha rilasciato ieri un'infografica, con cui rivela quelli che a suo avviso sono gli otto principali vantaggi
del rtb. tra questi, l'efficacia del targeting, l'accesso ad un ampio bacino, l'ottimizzazione in tempo reale,
creatività personalizzate, performance migliori, trasparenza, risparmio di tempo e controllo dei parametri della
campagna. cliccando sull'immagine a sinistra, si accede all'infografica completa.
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Infografiche
23/10/2014
Pubblicita Today
Pag. 23
Nuova alleanza tra PianetaDonna e ClioMakeUp
Pianetadonna , il sito di Banzai leader nel mondo femminile in Italia, con 8,5 milioni di Utenti mensili (Dati
Audiweb View) e Cliomakeup , la amatissima make-up artist e personaggio televisivo hanno siglato una
partinership che consente al sito di rafforzare il suo presidio nel settore della cosmesi, bellezza e make-up,
offrendo alle proprie utenti tutta la verve e la riconosciuta expertise di Clio, che condividerà con le lettrici del
sito numero i suoi video-tutorial e i suoi consigli di bellezza. L'accordo di partnership prevede che Banzai
gestirà in esclusiva la raccolta pubblicitaria di ClioMakeUp sviluppando insieme innovative iniziative speciali
rivolte ai clienti pubblicitari. Per l'occasione il sito ClioMakeUp si rinnova il look: l'agenzia mutado ha infatti
progettato a stretto contatto con ClioMakeUp una nuova piattaforma digitale che rappresenta lo stato dell'arte
tecnologico e di integrazione mobile, con l'ambizione di creare un luogo virtuale inclusivo e altamente
interattivo. Il nuovo sito, oltre a un nuovo layout, offre innovative funzionalità, ottimizzate per ogni tipo di
fruizione, in particolare quella da mobile. "Quella di Clio è una bella storia, la storia di una ragazza italiana
che trova l'America in Italia, ma che per farlo... ha dovuto appunto emigrare in America - commenta andrea
santagata , amministratore delegato di Banzai Media -. È una storia di talento e di tenacia che presenta tanti
punti in comune con alcune delle storie di maggior successo di Banzai. Anche per questo siamo contenti di
potere completare grazie a Clio la nostra offerta di contenuti rivolti all'utenza femminile, in particolare quella di
contenuti video, campo nel quale Clio ha dimostrato originalità ed eccellenza".
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A Banzai la raccolta pubblicitaria
23/10/2014
Pubblicita Today
Pag. 25
Sizmek lancia Dy namic Creative per il mobile, video, social e display
advertising
sizmek , annuncia il lancio di sizmek dynamic Creative , il nuovo tool Omichannel che supporta campagne
creative dinamiche e altamente scalabili su ogni canale pubblicitario digitale, compreso il mobile, il video, i
social e il display adv. Il nuovo strumento offre ai marketer la possibilità di incrementare la rilevanza di un
annuncio nei confronti del target e migliorare le performance delle campagne online servendo
automaticamente le versioni di una pubblicità più adatta per l'utente basandosi su numerosi fattori di
targeting: Dynamic Creative per HTML5 consente agli inserzionisti di pianificare campagne personalizzate,
sempre aggiornate e ottimizzate su tablet e smartphone; Dynamic Creative per Video rende facile
personalizzare, modificare e ottimizzare gli elementi interattivi all'interno di annunci video (preroll), quali
overlay o companion banner, personalizzare elementi non interattivi e i componenti di un singolo fotogramma
del video; Dynamic Creative con Sizmek Social consente la personalizzazione dinamica degli annunci su tutti
i principali social network, tra cui Facebook, Twitter, Pinterest, Tumblr e Google+; Dynamic Creative con
Sizmek Workshop consente di assemblare migliaia di versioni dinamiche di un'unica creatività di essere
facilmente gestiti con gli strumenti di mass versioning messi a disposizione dalla piattaforma Sizmek MDX.
Secondo i dati di benchmark di Sizmek, Dynamic Creative aumenta la performance degli annunci in media
del 47% (69% per le conversioni post-clic) su banner standard. La soluzione ottimizza il time to market e
migliora la rilevanza di una campagna.Secondo i dati di benchmark di Sizmek, Dynamic Creative aumenta la
performance degli annunci in media del 47% (69% per le conversioni post-clic) su banner standard. La
soluzione ottimizza il time to market e migliora la rilevanza di una campagna. La piattaforma Sizmek MDX
consente agli inserzionisti di creare versioni di annunci in varie modalità in base agli obiettivi della campagna.
Per le campagne con un minor numero di versioni si possono utilizzare strumenti basati su fogli di calcolo,
mentre gli strumenti unici di Sizmek di mass versioning o feed XML, possono essere utilizzati per creare e
gestire facilmente migliaia di versioni di ogni singolo annuncio.
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tool Omnichannel per persona lizzare gli annunci in moda lità scalabile con Sizmek MDX
23/10/2014
Pubblicita Today
Pag. 28
Smau: l' adv online nel 2014 supera i 2 miliardi di euro
In occasione di smau milano 2014 , l' osservatorio smau - school of management Politecnico di milano ha
presentato i risultati della ricerca sui 'Mercati Internet Consumer'. Cresce del 15% rispetto al 2013 il valore
complessivo dei mercati Internet consumer in Italia - intesi come tutti quei mercati rivolti al consumatore
finale, abilitati dalla piattaforma Internet, ovvero fruiti tramite pc/tablet, smartphone e internet tv. In valore
assoluto si sfiorano i 16 miliardi di euro, per l'esattezza 15,7 miliardi. La stragrande maggioranza (88%) del
valore dei mercati Internet consumer è ancora legata a pc e tablet (in crescita del 10% nel 2014), ma è la
componente smartphone a registrare i tassi di crescita più elevati (+73%), grazie in particolare al raddoppio
delle vendite di prodotti e servizi non digitali (Mobile Commerce). Il peso dei mercati Internet su smartphone,
che in valore assoluto complessivamente arrivano a superare i 2 miliardi di euro, passa così dal 9% del 2013
al 12% del 2014. L'eCommerce b2c, inteso come il valore degli acquisti online di prodotti e servizi non digitali
da parte dei consumatori italiani, nel 2014 arriva a 11,7 miliardi di euro (Iva esclusa), in crescita del 16%
rispetto ai valori del 2013. Il mercato eCommerce su pc/ tablet vale nel 2014 quasi 11 miliardi di euro, in
crescita di circa il 10%. Raddoppia l'acquisto di prodotti e servizi attraverso smartphone, che si attesta intorno
al miliardo di euro. La pubblicità su internet raggiunge per la prima volta la soglia dei 2 miliardi di euro, pari al
13% del totale mercati Internet, in crescita del 14% rispetto ai valori del 2013. Il mercato dell'internet
advertising rimane prevalentemente concentrato nelle mani di pc/tablet (86%), ma cresce velocemente la
componente legata agli smartphone (passata dall'11% del 2013 al 14% del 2014); ancora non rilevante,
seppur in crescita, la pubblicità su internet tv.
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Dati Osservatorio Smau - School of Management Politecnico di Milano
22/10/2014
Industria e Finanza
Pag. 4
FRENA LA PUBBLICITÀ SUL WEB , MOBILE IN CRESCITA CONTINUA
La Rete cede il 6% dopo un'estate con il segno più. Le note positive arrivano dal mobile, in continuo aumento
da 9 mesi
Dopo un'estate positiva torna il segno meno per il fatturato pubblicitario su Internet. A dirlo è l'Os servatorio di
FCP-Asso internet che a settembre segnala un calo del 6 per cento. In particolare, per il web il decremento è
del 6,8 per cento mentre per le smart tv/console si arriva addirittura a -53,8 per cento seguendo un trend
altalenante che dura da inizio anno. In controtendenza invece il fatturato della pubblicità per quanto riguarda
mobile (+14,8 per cento) e tablet (+6,1 per cento). "Nel periodo estivo, particolarmente nei mesi di luglio e
agosto, gli investimenti pubblicitari su Internet sono stati contrassegnati da una performance positiva a fronte
di un mercato complessivamente in flessione - commenta Ro berto Zana boni, presidente di FCPAssointernet -. A settembre il mezzo torna a risentire della perdurante congiuntura ne ga tiva. Tut ta via, in
chiusura del terzo trimestre dell'anno, il fatturato progressivo si mantiene in linea col 2013. Da registrare per il
nono mese consecutivo la sensibile crescita degli investimenti in mobile". A questo riguardo si osserva che da
gennaio a settembre 2014 c'è una crescita del 21,9 per cento.
Foto: Roberto Zanaboni
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INTERNET
22/10/2014
Azienda Banca - N.196 - ottobre 2014
Pag. 46
(diffusione:7800, tiratura:7500)
Abbattere la barriera cartacea
COMPASS HA IMPLEMENTATO, IN COLLABORAZIONE CON DEDAGROUP ICT NETWORK, UNA
SOLUZIONE DI FIRMA DIGITALE REMOTA: DEBUTTERÀ PER LA VENDITA ONLINE DI CONTI E CARTE
PREPAGATE E HA L'OBIETTIVO IMPORTANTE DI VALORIZZARE I CONTATTI GENERATI ONLINE CON
UN PROCESSO DI ACQUISTO RAPIDO E COMPLETAMENTE DIGITALE. DOPO L'ESTENSIONE AI
PRESTITI, UN NUOVO OBIETTIVO SARÀ LA VENDITA IN MOBILITÀ
Completare il processo di vendita direttamente online, ottimizzando gli investimenti promozionali sul web ed
evitando che il passaggio al canale fisico si trasformi in una perdita di clienti. Compass, società di credito al
consumo e IMEL (Istituto di Moneta Elettronica) del gruppo Mediobanca, ha portato in produzione da alcune
settimane una soluzione di firma elettronica remota, CompassKey, sviluppata con Dedagroup ICT Network in
collaborazione con Intesi Group, digitalizzando completamente la vendita di alcuni prodotti sul web.
«Storicamente, siamo operativi nel credito al consumo e, più recentemente, nei pagamenti come Imel e
lavoriamo con presidi territoriali e accordi con banche, assicurazioni e GDO - spiega Luigi Pace, Direttore
Centrale Marketing e Assicurazioni di Compass. Sul web abbiamo incontrato, come tutte le altre realtà, una
difficoltà evidente: l'iter di vendita di un prodotto online è tutt'altro che semplice, richiedendo passaggi
complessi per il riconoscimento del cliente ai fini antiriciclaggio. Chiedere al cliente di stampare, firmare e
inviare dei documenti non è solo "poco digitale", ma è un onere per entrambi: anche i nostri addetti, infatti,
devono verificare il materiale e contattare il cliente per un nuovo invio in caso di errori o dimenticanze». 1
cliente su 2 rinuncia a causa della carta Una procedura complessa che lascia sul campo, secondo le stime di
Pace, in media un cliente su due (con valori molto diversi in base alla tipologia di prodotto). Facendo di fatto
impennare i costi di advertising sull'online. «Il riconoscimento tradizionale e l'invio di documenti cartacei è una
barriera enorme all'acquisizione dei clienti - conferma Pace - ed è addirittura impensabile guardando allo
sviluppo di servizi in mobilità. Per questo abbiamo scelto di dotarci di uno strumento di firma elettronica
remota sul canale web: lo strumento ha valore legale per firmare digitalmente un contratto, anche di natura
bancaria, evitando l'invio di materiale cartaceo. Il cliente, nel richiedere un servizio, si registra e associa un
PIN univoco alla sua identità: inserendo quel PIN genera ogni volta una One Time Password (OTP) con cui
firma digitalmente il contratto, creando un PDF con un "print stamp" che associa inequivocabilmente quel PIN
a quel cliente e a quel momento. L'esperienza del cliente è così molto rapida e totalmente digitale, mentre
l'azienda riceve immediatamente la documentazione, avviando nel caso ulteriori verifiche per dare risposta al
cliente, penso ad esempio all'interrogazione dei sistemi creditizi. E può affidarsi a una conservatoria digitale
per la conservazione digitale del contratto per 20 anni». Come si genera il PIN La creazione del PIN avviene
presso un'agenzia, qualificata all'AgID, che certifica la firma, all'interno di un processo continuo in cui il cliente
non avverte alcuna discontinuità: un web service trasmette i dati tra Compass e l'ente certificatore, che dà l'ok
all'autenticazione della firma. Da quel momento il cliente avrà un PIN statico, modificabile in qualunque
momento, con cui firmare i contratti in remoto. «Questo strumento è strategico per due motivi - racconta
Pace. Oggi investiamo una parte elevata del nostro budget marketing in pubblicità online, ma senza un
processo di vendita snello il cliente che arriva sul nostro sito è costretto a venire in filiale. Spendiamo denaro
per intercettare un cliente sul web e poi lo portiamo sul territorio. Ora possiamo aumentare l'efficacia dei
nostri investimenti in web advertising. Il secondo passo riguarda la mobilità: non è un passaggio scontato,
perché per richiedere un prodotto finanziario si vuole stare comodi, ma siamo interessati a cogliere anche le
esigenze di acquisto da impulso, come piccoli finanziamenti per un acquisto». Processi ex novo per il digitale
Per permettere la vendita online, Compass ha dovuto procedere all'implementazione di nuovi processi,
completamente digitali. «Un lavoro di 6 mesi - racconta Pace - in cui abbiamo integrato la soluzione di firma
elettronica remota sia con il front sia con il back end. Proprio nel back end abbiamo dovuto ridisegnare
interamente alcuni processi: per la gestione dei contratti e dei documenti di identità in formato digitale, ad
esempio, abbiamo previsto un iter diverso, anche dal punto di vista degli uffici coinvolti, rispetto ai vecchi
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 23/10/2014
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DOSSIER - COMPASS
22/10/2014
Azienda Banca - N.196 - ottobre 2014
Pag. 46
(diffusione:7800, tiratura:7500)
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 23/10/2014
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documenti cartacei, che il cliente ci inviava via posta. In altri casi, invece, la revisione dei processi è stata
dettata dalla volontà di garantire una risposta rapida alle richieste del cliente. In futuro, comunque,
procederemo sulla strada della dematerializzazione della documentazione aziendale dotando anche le filiali
di firma grafometrica con tablet». Si parte da conti e carte Il debutto ufficiale della firma digitale remota è
previsto tra qualche settimana e riguarderà l'apertura di conti e carte di pagamento con processi paperless in
remoto, utilizzando CompassKey per firmare digitalmente i contratti e, a breve, anche per confermare le
operazioni dispositive. «Fino a oggi, l'autorizzazione delle disposizioni avveniva mediante soft token inviato
via SMS sul telefono - afferma Pace - adesso l'obiettivo è far convergere tutte le "firme" del cliente sulla firma
elettronica remota. L'offerta di prodotto non comprende ancora i prestiti perché finora non abbiamo reso
disponibili i finanziamenti sul canale web, proprio perché con un processo basato su carta i costi sarebbero
stati molto onerosi. D'altronde, tra tutti i prodotti finanziari online il prestito è il più giovane e in Italia mancano
ancora esperienze significative di vendita a distanza». Aumentare la "quota web" Il primo, importante campo
di prova per misurare il successo dell'iniziativa riguarderà la quota di mercato attribuibile al web. Il dato
attuale è appena al di sotto del 10%, ma è in qualche modo falsato dalla necessità di portare il cliente web a
recarsi in una delle 160 filiali, che coprono i capoluoghi di provincia e i centri principali: la sfida è aumentare
sensibilmente la quota di clienti portati a "conversione", ottimizzando l'efficacia degli investimenti web. A.G.
Foto: Luigi Pace, Direttore Centrale Marketing e Assicurazioni di Compass
22/10/2014
Azienda Banca - N.196 - ottobre 2014
Pag. 56
(diffusione:7800, tiratura:7500)
Un rapporto diretto con il cliente. Anche online
DOPO LA STAGIONE DEI CONTI DEPOSITO, LA BCC FOR WEB HA RIMODULATO LA PROPRIA
PRESENZA ONLINE , PUNTANDO SULLA FIDELIZZAZIONE DELLA FASCIA NON SPECULATIVA DELLA
SUA CLIENTELA E SVILUPPANDO UNA OFFERTA COMPLETA CON UN PORTALE RINNOVATO. E CON
UN CONTATTO DIRETTO CON IL CLIENTE VIA SOCIAL MEDIA E VIDEOCONFERENZE
È nata nel dicembre del 2011, nel pieno boom dei conti deposito, come emanazione online della BCC di
Fornacette (nel frattempo diventata BCC di Pisa e Fornacette): la BCC for Web è stata per mesi al vertice
delle "classifiche di rendimento" pubblicate da quotidiani e siti web in un periodo (sembra lontanissimo, ma
era solo un paio di anni fa) in cui la sete di liquidità spingeva le banche a una gara al rialzo dei tassi applicati
ai conti deposito. «Oggi lo scenario è cambiato in maniera radicale - racconta Grazia Guantini, Direttore
Marketing di Banca di Pisa e Fornacette - e l'attività di tutte le banche si è adattata in modo rapido. BCC for
Web è partita nel dicembre del 2011 puntando sul conto deposito e sul canale online: ci siamo allineati alle
altre banche per ottenere visibilità in un momento in cui il sistema aveva un funding gap da colmare. Una
scommessa, almeno all'inizio, ma che oggi ci ha portato ad avere decine di migliaia di clienti in tutta Italia e
ad allargare la nostra offerta». Un portale rinnovato e un'offerta completa Circa la metà degli attuali clienti di
BCC for Web risiede nelle regioni del nord Italia e un ulteriore 30% al Centro: la normativa relativa al credito
cooperativo pone alcuni paletti all'operatività al di fuori del territorio presidiato dagli sportelli fisici, «ma stiamo
comunque per presentare un portale rinnovato, con nuove funzionalità per i clienti - spiega Guantini. Oggi che
la politica monetaria ha ricondotto i tassi di interesse offerti dalle banche a ben altri livelli, la nostra natura di
credito cooperativo ci ha avvantaggiato rispetto ad altri competitor che hanno puntato tutto sul rendimento: il
one-to-one è nel nostro modo di fare banca, così come le strategie di fidelizzazione del cliente, l'arricchimento
dei servizi e l'approccio immediato alla clientela. Il cliente che abbiamo oggi cerca un rapporto diretto e vuole
servizi, non è un opportunista alla ricerca del rendimento migliore». Un rapporto "corto" con il cliente BCC for
Web punterà su un sito rinnovato con deposito titoli e attività di trading online, espandendosi poi
gradualmente con soluzioni innovative nel comparto del risparmio amministrato, proseguendo il percorso di
consolidamento sulla fascia di clientela non speculativa iniziato con il lancio di un conto corrente, anche
grazie a convenzioni con enti, associazioni e Ministeri. «E puntiamo soprattutto a un rapporto "corto" con il
cliente - afferma Guantini - con un customer care presente su tutti i social media e nuove soluzioni di
contatto, come Skype e videoconferenze, per mantenere un rapporto visivo, come fossimo in filiale. Sui social
network siamo già presenti sia come vetrina della banca sia come intrattenimento ed engagement del
pubblico: c'è una linea editoriale, concordata all'interno della banca, che vuole coinvolgere il pubblico anche
divertendolo, in modo che possa condividere e diffondere il nostro brand. Una linea editoriale ben progettata
permette di creare una nuova comunicazione con il cliente a costi molto inferiori rispetto ai canali pubblicitari
tradizionali». Chi lavora dietro ai profili social Alla pagina pubblica della Banca lavorano colleghi bancari,
formati per la comunicazione a distanza: chi si occupa, ad esempio, dell'assistenza via Skype, ha seguito
corsi di public speaking. Anche il call center è gestito internamente dalla banca, almeno per le tematiche di
prodotto: per gli aspetti tecnici di funzionamento della piattaforma, il referente telefonico è della capogruppo
Cabel. «Sui social facciamo customer care - continua Guantini - rispondendo sempre, anche il sabato e la
domenica: ci sono colleghi che si rendono disponibili anche durante le festività. D'altronde, sui social il tempo
è relativo: abbiamo molti clienti italiani che sono all'estero per vari motivi e che vivono su altri fusi orari. A
seconda del problema, la risposta può richiedere più tempo e l'utilizzo di canali privati o dell'email. La nostra
strategia punta anche al passaparola e alla diffusione della nostra buona reputazione online: le attestazioni di
fiducia e di stima funzionano». Esposti alle opinioni, positive e negative Il web, e i social network in
particolare, espongono però anche alle intemperanze dell'opinione pubblica, in un momento in cui il settore
bancario non è proprio agli apici della popolarità: gli insulti online hanno riguardato istituzioni, politici,
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 23/10/2014
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ESPERIENZE - BCC FOR WEB
22/10/2014
Azienda Banca - N.196 - ottobre 2014
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ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 23/10/2014
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personaggi dello spettacolo, grandi aziende e così via. Praticamente tutti, banche comprese. «Nel momento
in cui una banca si espone, lo fa nel bene e nel male - commenta Guantini - a volte ci arrivano affermazioni
pesanti o accuse. Noi rispondiamo sempre e comunque, comprendiamo che c'è un malcontento diffuso e
cerchiamo di mantenere trasparenza e comunicazione diretta. Va detto che per un cliente che ci tratta male
ce ne sono molti di più che hanno una opinione positiva: in diversi casi non è necessario neppure che il
nostro Team intervenga, sono gli stessi clienti a rispondere alle critiche». Controllo quotidiano della
reputazione online E anche la web reputation della Banca viene monitorata costantemente, sia con attività
interne alla banca sia avvalendosi dei report di una società specializzata. «La reputazione online è tutto conferma Guantini - perché il passaparola non si alimenta con recensioni o commenti negativi. Stiamo attenti
a Google, ai Forum, ai commenti sui social, persino ai commenti dei competitor: rispondiamo prontamente ai
giudizi positivi e a quelli negativi, se non si elidono da soli per intervento degli altri utenti. Ma non facciamo
confronti con la reputazione online di altre banche: non possiamo confrontarci, ad esempio, con grandi
banche che hanno approcci e obiettivi completamente diversi. Ci muoviamo in autonomia, in coerenza con le
strategie della nostra azienda». A.G.
IL CONTO SI APRE DAL PC. E SI GESTISCE DAL TELEFONINO In futuro c'è già l'evoluzione del portale
verso funzionalità "responsive", in cui i contenuti si adattano cioè al dispositivo che il cliente sta usando per
visualizzarli: che sia lo schermo di un pc, di un tablet o di uno smartphone, l'essenziale è garantire al cliente
la piena usabilità e l'accesso alle informazioni e ai servizi. «Proponiamo già app di supporto scaricabili sugli
smartphone - racconta Guantini - ma noi puntiamo soprattutto sul tablet. Il cliente vuole trovare nell'home
banking una visione chiara della propria situazione, con informative ben visibili etc. Già adesso c'è un
accesso differenziato da vari dispositivi: il pc tradizionale è privilegiato per l'apertura del rapporto, ma nelle
fasi successive il 60-70% degli accessi avviene da dispositivo mobile, utilizzato per gestire il conto corrente».
Foto: Grazia Guantini, Direttore Marketing di Banca di Pisa e Fornacette
23/10/2014
Media Key - N.337 - settembre 2014
Pag. 22
(diffusione:10500, tiratura:10500)
UN'AGENZIA DALLA DOPPIA ANIMA
I RISULTATI PREMIANO LA STRUTTURA DEL GRUPPO OMNICOM, GRAZIE ALLA CAPACITÀ DI
CAMBIARE CONTINUAMENTE, AFFIANCANDO ALLE ATTIVITÀ PIÙ TRADIZIONALI UN'AMPIA OFFERTA
DI SERVIZI ORIENTATI AL DIGITAL DOVE ONLINE E OFFLINE NON SONO ENTITÀ SEPARATE MA
COMPLEMENTARI.
INVENTA CPM VA IN CONTROTENDENZA E REGISTRA NEGLI ULTIMI TRE ANNI MARGINI SUPERIORI
ALLE ASPETTATIVE. CON OLTRE 200 DIPENDENTI, L'AZIENDA PUÒ CONTARE SU UN REPARTO
DIGITAL IN ESPANSIONE NEL QUALE SONO STATE INTEGRATE NUOVE PROFESSIONALITÀ. IL
PRESIDENTE MARCO GUALDI E IL DIRETTORE GENERALE ANTONIO MAGARACI RACCONTANO A
MEDIA KEY LE STRATEGIE E IL POSIZIONAMENTO DELL'AGENZIA. LA COMUNICAZIONE STA
VIVENDO UN MOMENTO DIFFICILE CHE SEMBRA RISPECCHIARE L'ANDAMENTO DELL'ECONOMIA...
COSA NE PENSA MARCO GUALDI DI QUESTA SITUAZIONE? ANCHE L'ATTIVITÀ PROMOZIONALE
VIVE QUESTA FASE? Se dovessi unirmi al coro, non potrei far altro che confermare che si vive un momento
difficile. Gli investimenti anche quest'anno hanno registrato un andamento negativo, seppure con decrementi
meno forti di un anno fa. Le agenzie, per certi versi, stanno vivendo una crisi di identità. Con il passaggio dai
media tradizionali a quelli nuovi è cambiato il modo di comunicare. Di fatto, se da un lato i consumi sono
calati e le aziende investono meno, è anche vero che i media alternativi sono meno costosi e allo stesso
tempo più efficaci e, quindi, di grande interesse per i responsabili marketing. Di conseguenza, l'analisi va fatta
per i settori nei quali si opera. Nel nostro caso, il termine 'promozione' è superato. Le promozioni, oggi, sono
appannaggio dei retailer e delle società di CRM, orientate alla fidelizzazione. Per noi le iniziative promozionali
rappresentano ormai una parte marginale del nostro lavoro e sono complementari ad altre strategie. Oggi è
molto importante la relazione con il consumatore e il digitale, in tal senso, assicura i massimi risultati. È inoltre
cambiato il modello di business delle agenzie e quello di relazione con il cliente. Prima si veniva remunerati a
percentuale o a 'fee'. Oggi in base agli effettivi risultati ottenuti. Prima si parlava di conoscenza della marca e
di Grp, oggi si parla di reputazione e dei risultati di vendita. Bisogna lavorare affinché i consumatori arrivino
nel punto vendita già preparati. È inoltre necessario confrontarsi con i nuovi media, luogo nel quale i
consumatori stessi possono dare giudizi e scambiarsi opinioni. E anche gli attori si sono moltiplicati. Ci sono
piccole agenzie molto attive e interessanti per i responsabili marketing delle aziende. Quindi, la crisi è a due
livelli: l'entità del mercato e la frammentazione dello stesso a favore di un maggior numero di agenzie. IN UN
QUADRO RECESSIVO CHE DURA ORMAI DA TROPPI ANNI COME STA CAMBIANDO IL
CONSUMATORE E COME SONO CAMBIATE LE ESIGENZE DEI CLIENTI? Il consumatore è cambiato.
Anche per un fatto generazionale. Ci sono nuovi responsabili acquisti, oggi più attenti. Prima la
comunicazione era unidirezionale, oggi è come minimo bi-direzionale. Le aziende hanno una necessità di
ascolto continua, ma anche l'esigenza di definire il brand content in modo che i contenuti siano coerenti con
la marca e interessanti per il pubblico. E questo, oggi, comporta un lavoro diverso per le agenzie. Prima si
produceva una comunicazione che durava nel tempo, anche due/tre anni. Oggi, al contrario, per produrre
brand content di qualità si deve lavorare a ciclo continuo e trovare spunti per comunicare con il pubblico in
modo aggiornato. Il brand content è tanto più efficace quanto più legato all'attualità. Per fare un esempio, cito
la catena Grom che, dopo la vicenda di Renzi con il gelato sulla copertina dell' Economist , ha portato il
carrettino davanti a Palazzo Chigi. Questa è stata un'iniziativa che per Grom non ha avuto costi ma che ha
portato a risultati in termini di conoscenza della marca, dimostrando come sia possibile cogliere delle
opportunità a costo zero. Le agenzie, perciò, hanno bisogno di team dedicati. I free lance per questo tipo di
attività non vanno bene. Ed è per questo che i costi per l'agenzia sono diventati più alti. È cambiato il mix di
investimenti ma sono cambiati anche i canali. Oggi tutto è 'Owned media', formula che rappresenta il metro
della capacità che un'azienda possiede di attrarre il consumatore attraverso il digitale, mentre gli 'Earned
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 23/10/2014
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INVENTA CPM
23/10/2014
Media Key - N.337 - settembre 2014
Pag. 22
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ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 23/10/2014
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media' rappresentano lo spazio che l'azienda ha saputo costruire con presenza continuativa e focus sui social
media. Il futuro sarà invece il 'Phigital' (phisical + digital), cioè l'incrocio tra la componente che parte dal web e
quella che termina sul punto vendita. Perché, nonostante l'e-commerce, non possiamo pensare a un domani
dove il punto vendita sparisca. Tanto è vero che già diversi brand permettono di acquistare su internet e di
ritirare il prodotto in un luogo fisico. Il compito del comunicatore è far arrivare il consumatore nel punto
vendita con idee molto chiare. CHE CONSUNTIVO PUÒ TRARRE DELL'ATTIVITÀ DELLA STRUTTURA DI
CUI È A CAPO? COME SI È CHIUSO IL 2013 E COME STA ANDANDO IL 2014? QUALI CLIENTI NUOVI?
Stiamo andando bene e i buoni risultati si devono alla nostra costanza nel cambiare continuamente e a
un'offerta di servizi più indirizzati sull'area digital. Le vendite registrano un incremento tra il 6 e l'8% annuo,
sono aumentati i nostri dipendenti e i margini negli ultimi tre anni hanno sempre superato le aspettative del
gruppo. Ci premia la nostra doppia anima, che copre anche il retail in ambito merchandising&sales per clienti
come Mediaset, Nike, P&G e Samsung. Il 2014 quindi si chiude bene. DELLE ACQUISIZIONI PIÙ RECENTI
PARLA INVECE IL DIRETTORE GENERALE ANTONIO MAGARACI. Tra le nuove acquisizioni c'è Bit (Borsa
italiana del turismo) della quale gestiamo tutto il budget digitale. Nel 2015 si vedrà una fiera completamente
rinnovata nella formula e nei contenuti. Poi, Unipol con MyUnipol, la banca web per la quale ci stiamo
occupando della nuova comunicazione con una serie di attività digitali. Per Audi stiamo invece realizzando un
evento di Crm. E poi c'è Meetic, il sito di incontri per single. Qui la particolarità è che un prodotto che nasce
digitale ha chiesto di organizzare serate a tema all'interno di location per incrementare la conoscenza del
brand. Oggi, perciò, non esiste separazione tra l'online e l'offline ma commistione. Per Eridania infine stiamo
realizzando un progetto di retail communication all'interno dei punti vendita che si concretizzerà in una nuova
formula espositiva dei prodotti che non si limitano solo allo zucchero. Possiamo insomma contare su una
grande eterogeneità di clienti. QUALI SERVIZI È IN GRADO DI OFFRIRE INVENTA CPM? Se volessimo
utilizzare una definizione grossolana, potremmo dire che le nostre attività coprono due macro-aree: il 'field
marketing', che coinvolge le attività sul territorio nei punti vendita; e il 'relationship marketing'. Siamo tra le
poche realtà italiane con un approccio integrato e imparziale. All'interno di questo comparto di marketing
communication realizziamo attività di 'brand activation' ma anche iniziative di 'loyalty' e di Crm. Per pochi
clienti ma solidi. Poi c'è la parte della 'school marketing' che prevede progetti didattici. L'AVVENTO DI
INTERNET È STATO UN PO' COME LA SCOPERTA DELL'AMERICA: HA CAMBIATO IL MONDO. LEI
COSA NE PENSA? COSA STA FACENDO INVENTA CPM IN QUESTA AREA? Dopo lo scoppio della bolla
agli inizi del 2000, si sono ricostruite le strategie in modo più organico. La vision della nostra agenzia va a
integrare nuove professionalità al nostro interno, a partire dal mondo digitale e questo ci ha dato la possibilità
di acquisire nuovi clienti. Le aziende hanno oggi bisogno di raccontare qualcosa di diverso e di rilevante per
suscitare l'interesse del consumatore. SAPPIAMO CHE FRA LE ATTIVITÀ CONSOLIDATE DI INVENTA VI
SONO ANCHE PROGETTI DI EDUTAINMENT E CHE QUELLO REALIZZATO PER LA BOSCH HA VINTO
PREMI INTERNAZIONALI. QUALI OBIETTIVI VI PONETE CON QUESTI PROGETTI? È di questi giorni la
notizia del premio internazionale promosso da IMC, vinto grazie al progetto didattico realizzato per Bosch in
collaborazione con Giunti Editore, leader nell'editoria scolastica. Abbiamo vinto con la 5ª edizione e stiamo
già lavorando sulla settima. Bosch Missione Ambiente è un progetto educational rivolto alle scuole e il tema
con cui docenti e allievi hanno dovuto confrontarsi era il 'Regno della Tecnologia'. Inventa Cpm ha
predisposto in collaborazione con Giunti un Kit didattico, un sito web con tutti i contenuti di infoteinment e una
App per smartphone con un gioco educativo e interattivo. I bambini hanno inoltre partecipato a un contest
creativo, raccontando una storia sul tema. I migliori racconti sono stati selezionati per diventate un libro
illustrato che ha venduto più di 2mila copie, raccogliendo fondi devoluti a una Onlus che si occupa di infanzia.
Missione Ambiente by Bosch, che prevedeva anche un tour in laboratori didattici a tema ambiente e
tecnologia all'interno di 20 librerie Giunti, nasce dall'idea di insegnare come lo sviluppo può essere raggiunto
nel rispetto dell'ambiente. L'etica del brand si sposa con le attività all'interno delle scuole. Iniziative di questo
tipo sono interessanti per le aziende che possono trovare un punto di contatto con le famiglie alle quali
23/10/2014
Media Key - N.337 - settembre 2014
Pag. 22
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trasmettere attraverso la scuola i valori del brand. MK
IN ALTO, IL KIT MISSIONE AMBIENTE BY BOSCH. SOTTO, DUE SOGGETTI DELLA CAMPAGNA
IDEATA PER MY UNIPOL. NELLA PAGINA PRECEDENTE, IL PRESIDENTE MARCO GUALDI (IN PRIMO
PIANO) E IL DIRETTORE GENERALE ANTONIO MAGARACI.
23/10/2014
Media Key - N.337 - settembre 2014
Pag. 87
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L'ORGOGLIO DEI SINGOLI
ANCHE SE I DATI SUGLI INVESTIMENTI PUBBLICITARI RIBADISCONO CHE QUOTIDIANI E PERIODICI
STANNO PAGANDO ALLA CRISI UN DAZIO PARTICOLARMENTE PESANTE, LE DIFFICOLTÀ DEL
COMPARTO NON IMPEDISCONO AGLI OPERATORI DI METTERE SUL PIATTO INIZIATIVE EDITORIALI
DI RILIEVO E UN'AMMIREVOLE VOLONTÀ DI 'CREDERCI' ANCORA.
VITTORIO ROSSINI
ANALIZZARE L'ANDAMENTO DI UN COMPARTO CHE HA FATTO LA STORIA DELLA COMUNICAZIONE
E ANCHE QUELLA DEL COSTUME E DELLA SOCIETÀ (CON BUONA PACE DEL PLURIOSANNATO WEB
, GIORNALI E LIBRI CARTACEI SONO SULLA BRECCIA DA QUALCHE ANNO IN PIÙ...) E DOVER
CERCARE CON IL LANTERNINO QUALCHE DATO, NOTIZIA E TENDENZA PIACEVOLE E POSITIVA
NON È CERTAMENTE FACILE. Nel caso della carta stampata, purtroppo, la cruda realtà delle cifre
conferma e avalla tesi già note: sul fondamentale versante degli introiti pubblicitari, proprio questo storico
settore è forse quello che ha dovuto pagare dazio più di ogni altro alla generale politica di disinvestimento. Le
concause di tale amara constatazione sono diverse ed è sostanzialmente corretto ricondurle da un lato
all'arcinoto quadro generale e, dall'altro, anche a qualche specifica colpa, con particolare riferimento a un
processo di convergenza integrativa con l'online che è oggettivamente partito in ritardo rispetto a quanto
sarebbe stato necessario. Per citare qualche dato, si può comunque ricordare che l'ultima edizione del report
predittivo di Assocom 'Comunicare Domani' ipotizza per la stampa una chiusura del 2014 con una flessione
nell'ordine del -13,1% (il dato peggiore dell'intero mercato pubblicitario italiano); in sostanza, il comparto
dovrà condividere con radio, cinema e out-of-home una fetta di torta del 24,5%, in uno scenario che vede
quasi i tre quarti delle risorse stanziate dagli spender prendere la strada che porta alle casse della televisione
o a quelle dell'advertising online. Se nel trovare le note dolenti viene purtroppo in supporto la dura legge delle
cifre, dove trovare invece le buone notizie? Ancora una volta la risposta è 'nei singoli', ovvero non tanto in un
comparto che a livello generale è in tale difficoltà da essere analiticamente 'indifendibile' quanto nello spirito
d'iniziativa, nella perseveranza e nella volontà di alcuni operatori (anche numerosi, a voler ben guardare) che
'non ci stanno' e insistono sulla strada della progettualità strategica, dell'investimento anche rischioso e,
ovviamente, della modernità e dell'innovazione. In quest'ottica, va ovviamente precisato che il nostro
precedente riferimento al 'colpevole ritardo' relativo all'avvio del processo di convergenza sinergica fra offline
e online è un'accusa non certamente estesa a tutti gli operatori e, in ogni caso, del tutto 'retroattiva', non certo
riferita a un 2014 in cui non c'è più nessuno (ci mancherebbe altro...) che si sogna di considerare il digitale
come un 'nemico' anziché come un alleato. E, volendo fare un rapido e pur sintetico excursus su indicativi
esempi di recenti iniziative editoriali varate da alcuni dei principali competitor del mercato della stampa, i casi
che lo testimoniano non mancano di certo. Da alcune settimane, ad esempio, è online il nuovo sito mobile di
Repubblica.it, che verte su una struttura completamente rinnovata e una grafica più chiara e leggera,
finalizzata a trasportare sullo schermo dei dispositivi portatili la ricchezza informativa della testata e, al
contempo, a rispettare l'esigenza di non appesantire la navigazione. Gli accessi a Repubblica.it da dispositivi
mobili (smartphone e tablet) hanno ormai raggiunto il 30% del totale, con punte di oltre il 40% nel fine
settimana: secondo i vertici del Gruppo L'Espresso si tratta di "una crescita dirompente e che non ha
precedenti nella storia delle nuove tecnologie". Il nuovo sito permette a questa massa crescente di lettori di
accedere a tutte le informazioni, alla multimedialità e all'intrattenimento di Repubblica.it, senza perdere
neanche un contenuto; tra l'altro, il lancio ha coinciso con lo svolgimento dei recenti Campionati Mondiali di
calcio disputati in Brasile, il che ha consentito di seguire dal cellulare tutte le dirette e gli aggiornamenti in
tempo reale forniti dagli inviati della testata. "La scelta di creare un sito dedicato e non un adattamento
responsive della versione desktop", sottolineano ancora i vertici del Gruppo, "è stata guidata dalla volontà di
fornire ai lettori un prodotto ottimizzato per la mobilità: un prodotto ugualmente ricco ma più veloce, senza
appesantimenti inutili, in grado di proporre all'occorrenza anche una gerarchia diversa di notizie per chi si
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IL MERCATO DELLA STAMPA
23/10/2014
Media Key - N.337 - settembre 2014
Pag. 87
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collega a Repubblica.it quando non è seduto alla sua scrivania. Anche su mobile, Repubblica.it continua a
essere un sito completamente gratuito. Il restyling, inoltre, riguarda anche Repubblica+, la sezione premium
che offre in abbonamento i migliori contenuti pubblicati su Repubblica, RSera, D, Affari & Finanza e Il Venerdì
. Con il rilascio del nuovo sito mobile, arrivato a nove mesi di distanza dal restyling web, Repubblica.it ha
dunque inteso confermare la sua leadership nel campo dell'informazione online in Italia". Ricordiamo anche,
sia pure in estrema sintesi, che solo pochi mesi fa era stata la testata cartacea a essere rinnovata, all'insegna
di un forte cambiamento sul fronte del segno grafico accompagnato da novità di sostanza. "Come sempre", si
sottolinea in casa del Gruppo L'Espresso, "per Repubblica la grafica non è solo un elemento estetico, ma uno
strumento giornalistico vero e proprio. Il cambiamento è stato infatti concettuale: per la prima volta un grande
giornale ha preso davvero atto della sua doppia declinazione, su carta e sul sito. Potendo contare su circa tre
milioni di lettori al giorno certificati da Audipress e sugli oltre due milioni e mezzo di utenti unici giornalieri di
Repubblica.it, il quotidiano ha diversificato radicalmente l'informazione, riducendo notevolmente le notizie che
fanno parte del 'paniere comune' della giornata (e che campeggiano sui siti magari già dal mattino) per aprire
le sue pagine a servizi speciali, inchieste, reportage, grandi interviste, analisi, commenti". In sede di analisi
dello stato dell'arte del mercato editoriale, un altro elemento da sottolineare è la volontà di non lasciare solo...
alla televisione o ai social network il compito di offrire il necessario supporto comunicazionale al big event che
Milano ospiterà fra pochi mesi, ovvero l'Esposizione Universale. Il Gruppo Mondadori ha infatti annunciato,
insieme a Gruppo FS Italiane e ad Expo Milano 2015, che sarà ExpoExpress, un 'treno mostra' in viaggio
attraverso l'Italia, a promuovere l'Esposizione offrendo al pubblico incontri, eventi, laboratori, casting e show
cooking gratuiti. L'iniziativa è stata presentata a Venezia lo scorso 30 agosto (giorno della partenza del treno)
dall'Amministratore delegato del Gruppo FS Italiane, Michele Mario Elia, dal Commissario Unico del Governo
per Expo Milano 2015 e Amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala, e dall'Amministratore
delegato del Gruppo Mondadori Ernesto Mauri. Era presente anche la madrina dell'evento, l'attrice Ornella
Muti, Ambassador di Expo Milano 2015 e di WE-Women for Expo. Il treno terminerà il suo viaggio il prossimo
12 dicembre, dopo aver toccato dodici città italiane: tre le carrozze in viaggio (Live Expo, Food Expo e Casa
Expo), ognuna delle quali dedicata ad attività specifiche. Sulle prime due vengono ospitate le varie iniziative,
gratuite per il pubblico, promosse da alcune testate del Gruppo ( Donna Moderna, Grazia, TuStyle, Starben e
e Sale&Pepe ): tra queste spiccano gli incontri su moda e cucina o su nutrizione e benessere, i casting per
diventare protagoniste di un servizio fotografico, un women wall con le testimonianze delle lettrici e show
cooking con grandi chef. All'interno di Casa Expo, invece, si colloca il percorso dedicato al racconto interattivo
di Expo Milano 2015, focalizzato sul tema 'Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita': questa specifica carrozza
ospita dunque gli Ambassador di Expo Milano 2015 e di WE-Women For Expo, progetto realizzato
dall'Esposizione Universale in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e la Fondazione Arnoldo e
Alberto Mondadori. Come sottolineato da Ernesto Mauri, "il Gruppo Mondadori metterà a disposizione
dell'evento che porrà l'Italia al centro dell'attenzione mondiale un patrimonio editoriale e un know-how unici in
termini di contenuti e di valore dei brand. Le attività gratuite organizzate da Donna Moderna, Grazia, TuStyle,
Starbene e Sale&Pepe a bordo di ExpoExpress si trasformeranno infatti in una enorme piattaforma di
comunicazione, in grado di avvicinare, informare e sensibilizzare ogni cittadino e un pubblico esteso di lettori
e appassionati sui temi di Expo Milano 2015". A parere di Michele Mario Elia "la scelta di promuovere
l'Esposizione Universale con un treno non è casuale: il treno è infatti occasione di incontro e di interscambio
culturale tra le persone, proprio come avverrà per i Paesi che animeranno Expo 2015. Il supporto del Gruppo
FS Italiane si esprime a tutto campo: dalla fornitura e dal potenziamento dei servizi ferroviari al contributo
tecnico/logistico per il sito espositivo, nonché alla promozione nazionale e internazionale dell'Esposizione
Universale con i nostri canali di vendita". Il supporto comunicazionale all'intera operazione viene fornito anche
dai media del Gruppo FS Italiane (il quotidiano online fsnews.it, la web radio FSNews Radio, il profilo Twitter
@fsnews_it,) e dai canali web e social creati per l'occasione dal Gruppo Mondadori (expo-express.info, i
profili social Twitter e Instagram con hashtag #expoexpress), nonché dai canali Social Media di Expo2015.
23/10/2014
Media Key - N.337 - settembre 2014
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Per quanto concerne le testate di punta del Gruppo RCS, la Gazzetta dello Sport ha iniziato il mese di
settembre celebrando l'inizio del campionato di calcio di Serie A (ovviamente un evento di assoluto
riferimento per la testata) con un eccellente risultato registrato dal sito, una delle primarie componenti di
quell'articolato mix multimediale che il Direttore Andrea Monti definisce con orgoglio 'Sistema Gazzetta':
2.130.062 browser unici (Fonte: Audiweb Report) totalizzati nella giornata successiva all'apertura del torneo.
Si tratta della seconda miglior performance in assoluto nella storia del sito della 'rosea', nonché di un dato
quasi doppio rispetto al traffico registrato nello stesso giorno dal competitor più vicino. Tale performance, tra
l'altro, è in linea con il trend della stagione agonistica precedente, culminato nell'avvicinamento alla soglia dei
2,2 milioni di contatti (record assoluto in Italia) all'indomani dell'eliminazione della Nazionale di Prandelli dai
Mondiali in Brasile. Sul versante delle operazioni di marketing e promozione editoriale varate dalle testate
cartacee si prosegue, tra le altre cose, con il filone delle proposte apparentemente rivolte a un pubblico
giovane (fumetti, dvd di cartoni animati) ma in grado, in realtà, di coinvolgere anche e soprattutto
appassionati e nostalgici di altre fasce anagrafiche. Nel campo del fumetto d'autore, segnatamente di quello
franco-belga degli anni Sessanta, il successo della collana dedicata al mito di Michel Vaillant ha spinto la
Gazzetta a riproporre al pubblico italiano anche le avventure di altri due 'fuoriclasse' come Ric Roland e il
Tenente Blueberry ; per quanto concerne i fan dei cartoon giapponesi che proliferavano nei primi anni
Ottanta, dalla fine di agosto Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport presentano congiuntamente per la
prima volta in dvd la collezione completa di Ufo Robot , una serie che fece il suo debutto sulle reti Rai nel
1978 e che divenne rapidamente un assoluto cult, trasformando il protagonista Goldrake e le sue suggestive
armi ipertecnologiche in un vero e proprio fenomeno mediatico. La proposta verte su 19 uscite a cadenza
settimanale, ciascuna delle quali ripropone quattro episodi completi, le sigle italiane dell'epoca e ben tre
opzioni di doppiaggio (italiano versione storica, italiano nuova versione e l'originale giapponese). Tornando
invece al pluricitato processo integrativo offline/online, da inizio settembre è attivo il nuovo canale Moda di
Corriere.it, che accoglierà anche le notizie su fashion e lifestyle di Amica, IO donna e Style . Il canale, che
arricchisce ulteriormente l'ampio ventaglio di sezioni tematiche del sito, ha l'obiettivo di raccontare il mondo
della moda attraverso le news del panorama nazionale e internazionale e di esplorarlo con approfondimenti
specifici, con il tipico taglio che caratterizza l'informazione quotidiana del Corriere . Moda è realizzato dalla
redazione Tempi Liberi del Corriere della Sera , che cura anche le pagine dell'edizione cartacea su questo
tema. MK
A POCHI MESI DI DISTANZA DAL RESTYLING DELLA TESTATA CARTACEA È ONLINE DA ALCUNE
SETTIMANE ANCHE IL NUOVO SITO MOBILE DI REPUBBLICA.IT.
INVESTIMENTI, LE PREVISIONI PER FINE 2014
IL MERCATO DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICITARI SI PRESENTA POLARIZZATO: TIENE LA TV
MENTRE IL WEB CONTINUA A CRESCERE. TUTTE CON IL SEGNO NEGATIVO INVECE: RADIO, OUT
OF HOME, CINEMA E STAMPA.
A SINISTRA, IL NUOVO CANALE MODA DI CORRIERE.IT, ACCOGLIE ANCHE LE NOTIZIE SU FASHION
E LIFESTYLE DI 'AMICA', 'IO DONNA' E 'STYLE'. SOTTO, DOPO IL SUCCESSO DI MICHEL VAILLANT,
LA GAZZETTA HA RIPROPOSTO AI LETTORI UN ALTRO MITO DEL FUMETTO FRANCOBELGA DEGLI
ANNI SESSANTA: RIC ROLAND. DALLA FINE DI AGOSTO 'CORRIERE DELLA SERA' E 'GAZZETTA
DELLO SPORT' PRESENTANO PER LA PRIMA VOLTA IN DVD LA COLLEZIONE COMPLETA DI UFO
ROBOT, SERIE CULT DI FINE ANNI SETTANTA.
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LA NUOVA ORIGINE
ALLA FINE DEL 2014, SECONDO UNA VALUTAZIONE DELL'UPA FORNITA ALL'ULTIMA ASSEMBLEA
DEGLI UTENTI, IL MERCATO CHIUDERÀ IN SOSTANZIALE PAREGGIO RISPETTO ALL'ANNO
PRECEDENTE: UNO 'ZERO' CHE RAPPRESENTA IL TRAMPOLINO DI LANCIO VERSO UNA PROSSIMA
'RIPRESA PERFETTA'. A SFIDARE IL FUTURO DOVRANNO ESSERE TANTO LE GRANDI
MULTINAZIONALI QUANTO LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, IN UN PERCORSO EVOLUTIVO CHE
VEDE LA COMUNICAZIONE DIVENTARE PROGRESSIVAMENTE 'SENZA PAUSE'.
MAURO MURERO
IL CONCETTO DI FONDO EMERSO DALL'ASSEMBLEA UPA SVOLTASI A MILANO LO SCORSO 2
LUGLIO È CHE 'GLI INVESTIMENTI PUBBLICITARI HANNO ORMAI SUPERATO LE COLONNE
D'ERCOLE DELLA RASSEGNAZIONE'. Trasponendo la metafora - un po' forzata ma comunque suggestiva scelta dall'Associazione a un piano più concreto, il risultato è che per la fine del 2014 è lecito prevedere una
chiusura del mercato in sostanziale pareggio: uno 'zero' da prendere ovviamente come un inizio, una nuova
origine, l'apertura di rinnovati orizzonti per le marche dopo ben sei anni di 'catastrofi combinate' e segni
algebrici negativi. Confortata anche e soprattutto dalla ritrovata fiducia dei consumatori, che non sarà alle
stelle (sarebbe davvero un miracolo...) ma che è comunque ai livelli più alti registrati dal 2010 a oggi, questa
nuova fase pone di fatto davanti a una sorta di sliding door, riportando in auge il consueto interrogativo che
aleggia sul mercato nei momenti critici: insistere o chiamarsi fuori? Attaccare o limitarsi a difendersi? Osare o
farsi in disparte? LA 'RIPRESA PERFETTA' La contrapposizione, in sostanza, è tra chi preferisce analizzare
gli effetti della crisi 'restando fermo' e chi, invece, considera che guardare al futuro sia un dovere e preme
sull'acceleratore. Non sembrano esserci dubbi sul fatto che l'organismo di rappresentanza degli utenti
investitori si voglia collocare nella parte a destra della barriera: sempre in tema di metafore azzardate ma
esaustive, secondo Lorenzo Sassoli de Bianchi la vita di un brand "è come il galoppo di un cavallo: in
ciascuno dei suoi movimenti si modifica, in ciascuno dei suoi istanti si sposta. La marca si rimette sui giusti
binari e la sfida si gioca su due rette parallele, tra chi acquista una cover che fa da batteria aggiuntiva per lo
smartphone e chi non ha più l'energia per reagire. Tra coloro che hanno energia per sfidare il futuro, il mio
auspicio è quello di annoverare le grandi marche multinazionali: la loro lungimiranza ci può portare nel 2015 a
una crescita nell'ordine del 2% e a una fase di 'ripresa perfetta'. Detto questo, è ovvio che la sfida la vogliamo
lanciare anche alla piccola e media impresa: chi ha il coraggio di investire oggi, moltiplicherà gli effetti
dell'investimento domani. Da una crisi epocale si esce solo attraverso una nuova forma di energia: liberi dalla
tenaglia dei numeri negativi, entriamo nell'universo dei numeri immaginari". In quest'ottica, la famosa
'sequenza di Fibonacci' (in matematica indica una serie di numeri interi positivi ciascuno dei quali è uguale
alla somma dei due che lo precedono) indica cabalisticamente, secondo l'UPA, la via da intraprendere. La
sequenza comincia sempre con due '1': e 1+1 fa 2, ovvero i punti di crescita percentuale previsti per il 2015.
Si prosegue con il 3 (numero perfetto per eccellenza: 'perfetto' come la ripresa) e poi con il 5, numero
cabalistico che indica la fortuna, componente che ha sempre il suo inevitabile peso. Il numero successivo è
l'8 (3+5): e 8 sono i nuovi device che sono nati durante la presidenza di Sassoli de Bianchi. Infine, si chiude
con 5+8 = 13: ossia l'esatto numero di piattaforme che si sono consolidate sul mercato in quest'ultimo
difficilissimo lustro. Qualche numero interessante e non scoraggiante, al di là della cabala, è dunque lecito
citarlo: come ha ribadito il Presidente dell'UPA "siamo sull'onda del cambiamento, anche se forse siamo
troppo vicini per comprenderlo: nessuno è abbastanza pronto per il domani, il futuro arriva troppo presto e
nell'ordine sbagliato. Visto che oggi parliamo anche e soprattutto di come far ripartire i consumi in Italia,
proprio a proposito di consumi vorrei fare un paio di esempi eloquenti. KLM ha lanciato il biglietto 'misterioso':
si compera alla cieca il lunedì, il martedì si scopre la propria destinazione e si parte al venerdì, al prezzo di 99
euro per tutto l'anno. Al solo costo di un dollaro, a San Francisco, un drone consegna un farmaco nel giro di
15 minuti: il ritiro del prodotto dall'altezza di venti piedi si attiva con il cellulare. Questi sono esempi di come
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IL MERCATO DELLA PUBBLICITÀ
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aumentare i consumi usando la 'leggerezza': 'prendere con levità le cose serie ed essere seri contro le
leggerezze', in questo momento storico, potrebbe essere un altro claim efficace". In tema di 'momento
storico', le aziende lo inquadrano come l'epoca della 'touch me technology': fra un decennio o giù di lì i tweet
rappresenteranno, di fatto, il riconoscimento di volto e voce di chi naviga, la mappatura finale del cervello
fatta da un social, la rivoluzione industriale della stampa in 3D. Sempre in prospettiva decennale, il punto di
arrivo dovrebbe essere una comunicazione 'senza pause', in cui il creativo dovrà per forza di cose detenere il
'segreto della leggerezza', mandando in archivio la vitalità 'rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante' di
questi tempi. In questo contesto e in tema di risvolti creativi del percorso evolutivo assunto dal mercato,
acquisisce crescente importanza il concetto di 'velocità', tratto essenziale della comunicazione
contemporanea e autentico 'sistema indotto' delle trasformazioni in atto. Non a caso, la stessa UPA rivendica
la volontà e la capacità di essersi fatta interprete di questo concetto nel corso degli ultimi anni, durante i quali
ha messo l'accento sul ruolo della velocità come elemento in grado di allargare il perimetro della
comunicazione. "A fronte di un cedimento degli investimenti", ha infatti voluto ricordare Sassoli de Bianchi,
"abbiamo contribuito ad accelerare la progressiva scoperta di nuovi spazi per riuscire a comunicare le nostre
marche. Abbiamo rappresentato la tradizione ma con un occhio di riguardo per la rivoluzione, ponendoci
come un anello di congiunzione tra il mondo della comunicazione - un mondo in fermento - e le marche sotto
assedio e creando per primi un'indagine strategica in grado di incrociare consumi e media". Più
specificamente, è in cantiere il progetto per il cosiddetto superpanel di Auditel: 15mila famiglie che
permetteranno al mercato di comprendere meglio il consumo dei contenuti televisivi in Italia. Ma
l'adeguamento alle mutazioni comportamentali e alle nuove abitudini dei target in materia di fruizione
mediatica non riguarda certamente la sola indagine 'storica', quella, per intenderci, solitamente conosciuta almeno nelle sue funzioni essenziali - anche dal profano poco avvezzo all'utilizzo dei sistemi di rilevazione.
Audipress, ad esempio, è in grado di misurare il processo di digitalizzazione delle letture; AudiOutdoor sta
creando il network del 'fuori casa'; e, mentre Audiweb si amplia in direzione delle misurazione dell'audience
correlata ai dispositivi mobili, il mercato resta anche in attesa della fase di gestazione della nuova Audiradio.
IL RUOLO CENTRALE DELLA BANDA LARGA E, secondo UPA, si resta anche in attesa di un'altra notizia
fondamentale: l'annuncio congiunto, convinto e definitivo, da parte di tutti gli organi e i mezzi d'informazione,
che senza la banda larga questo Paese è destinato a morire. Per dirla con le parole del Presidente
dell'Associazione degli utenti investitori, lo si sostiene da tempo ma egualmente "si rallenta, perché il Paese
stesso non ci crede, e la banda larga resta un miraggio. Le campagne portate avanti dalle società di
telecomunicazione, nostre associate, hanno sollevato il problema della copertura come fattore distintivo; le
stesse società investiranno miliardi nella connettività, mentre il Paese continua nel suo cattivo andamento, in
una fase di continua emergenza senza tempo. Non è che il futuro non sia già qui: è che esso è 'mal
distribuito'. Pur nella loro infinita provvisorietà, il Governo e le istituzioni, sul tema dell'Agenda Digitale,
dovrebbero cominciare a parlare di meno e a investire di più". Accanto alla velocità, la 'precisione' deve
essere e sarà un altro elemento prioritario di questa comunicazione che si rinnova. La precisione del
contenuto risiede in un linguaggio che a sua volta deve essere il più preciso possibile, evocando immagini
nitide, incisive e memorabili. Visto che anche il Vocabolario della Comunicazione è in costante evoluzione,
due termini specifici sintetizzano la tesi appena esposta: trans-media da un lato (ovvero 'realizzazione di
storie diverse per media differenti') e cross-media dall'altro ('realizzazione di contenuti che si adattano a
mezzi diversi'). In uno scenario in cui i contenuti non vengono più acquistati, bensì 'fruiti e affittati', anche alle
ricerche spetta l'onere di combinare e interpretare questo nuovo modo di intendere il contatto. Orientarsi nel
passaggio dalle metriche lineari delle platee tradizionali alle logiche caotiche delle nuove audience è possibile
grazie agli Smart Data: il sentiero si sviluppa attraverso un universo composto da centinaia di canali, registra
le relazioni, quantifica le hit su Twitter di un programma televisivo, si insinua nel podcast e termina nei video
on demand. Velocità e precisione, dunque; ma, sempre secondo UPA, anche visibilità e molteplicità.
L'Associazione si è sforzata di dare visibilità al complesso rapporto tra media e marca e, come ricordato dal
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Presidente, ha ad esempio inteso "ridare spessore alle professioni legate al mondo della comunicazione" o,
ancora, suggerito alla Rai di rigenerarsi "sganciandosi dalle soffocanti pressioni della politica, liberandosi
dalla tirannia dell'audience e perseguendo un modello che misceli contenuti, stili e target in grado di passare
dall'offerta rigida al consumo personale, dal broadcasting alla media company". La molteplicità, dal canto suo,
ha reso la relazione con il consumatore non più unilaterale e ha consentito di passare, in soli cinque anni,
dalla verticalità del broadcasting all'orizzontalità del podcasting, al casting organizzato nel soggiorno di casa
propria. Fra gli altri interventi ricordiamo ad esempio quello di Lorenzo Bini Smaghi, Presidente di Snam
(Società Nazionale Metanodotti), che ha spiegato che "l'economista deve inevitabilmente partire dai dati per
effettuare le sue analisi: e, purtroppo, in riferimento all'Italia e al periodo di crisi i dati sono eloquenti. Negli
ultimi sei anni abbiamo registrato un calo complessivo dei consumi di quasi 14 punti percentuali; solo la
Grecia ha fatto peggio dell'Italia e le previsioni non sono particolarmente confortanti anche per il prossimo
biennio. Va però anche detto che sia nel 2014 sia, secondo le stime, nel 2015 registriamo e registreremo
risultati un po' meno negativi rispetto al recente passato, soprattutto in rapporto a quell'autentico annus
horribilis che era stato il 2009". Bini Smaghi ha anche precisato che tale contrazione non era del tutto
inevitabile e, anzi, che "non era scritto da nessuna parte che le cose dovessero per forza andare così male: lo
si evince da un confronto con la Germania, che nello stesso lasso di tempo ha fatto il suo cammino in
direzione opposta, registrando un incremento dei consumi nell'ordine del 5%". Al centro di tutto, come
sempre, si colloca l'urgenza di varare un adeguato piano di riforme, sorta di conditio sine qua non nell'ambito
del percorso di ripresa del Sistema Paese e del tentativo di recuperare competitività. MK
SOPRA, MARCO TESTA, PRESIDENTE DI ASSOCOM; A LATO, LORENZO SASSOLI DE BIANCHI,
PRESIDENTE DELL'UPA E IN BASSO, LORENZO BINI SMAGHI, PRESIDENTE DI SNAM.
Foto: VITTORIO MELONI, DIRETTORE CENTRALE RELAZIONI ESTERNE DI INTESA SANPAOLO.
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NC Nuova Comunicazione - N.49 - ago/set 2014
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SERVICEPLAN GROUR CRESCE LA CASA DELLA COMUNICAZIONE
IN SOLI DUE ANNI, IL GRUPPO SI È DISTINTO PER QUALITÀ DEI PROGETTI E RISULTATI DI
BUSINESS [CHIUSURA 2014 A +30%). LA RAGIONE DEL SUCCESSO? L'EFFICACIA DELLA CASA
DELLA COMUNICAZIONE, INTESA COME IL LUOGO FISICO CHE METTE IN MOVIMENTO LE IDEE,
PROMUOVENDO UNA REALE INTEGRAZIONE DELLE SPECIALIZZAZIONI TRA LE ANIME DEL
GRUPPO: SERVICEPLAN, PLAN.NET E MEDIAPLUS.
MARIO GARAFFA
Visione globale e forte know-how locale. Presente in Germania dagli anni Settanta e attivo in Italia dall'aprile
del 2012, Serviceplan Group si fonda sul concetto di Casa della Comunicazione, intesa come il luogo fisico in
cui hanno sede le varie anime che caratterizzano il Gruppo, ossia Serviceplan, Plan.Net e Mediaplus. La
parola chiave che meglio descrive la filosofia professionale del network è 'integrazione'. "Ogni agenzia spiega Giovanni Ghelardi, managing partner Serviceplan Group Italia - ha una sua specializzazione: con
Serviceplan siamo attivi nel campo della creatività classica, declinandola in modo innovativo, con Plan.Net
operiamo nel settore del digitale, e con l'ultima arrivata, Mediaplus, abbiamo recentemente esteso le nostre
competenze anche nel 'media'". Tre agenzie diverse, ma profondamente connesse e integrate, sia tra loro sia
con la casa-madre tedesca, accomunate, come fosse un fil rouge, dalla comune passione nel costruire e
sviluppare i brand, creare valore per l'azienda e coinvolgere il pubblico. "La filosofia dell'integrazione - precisa
Ghelardi - è simboleggiata e supportata dagli spazi fisici che occupiamo nella nostra sede e dal modus
operandi con cui lavoriamo". Ma attenzione, molte strutture operanti sul mercato sono costrette a sacrificare il
valore delle specializzazioni sull'altare dell'integrazione, perdendo così in efficacia complessiva. Viceversa, la
forza del Gruppo Serviceplan risiede proprio nella capacità di garantire la 'seconda', ossia l'integrazione,
senza dover in alcun modo smorzare la 'prima', ossia la specializzazione, offrendo ai clienti un'elevata e reale
integrazione delle competenze. Nel day-by-day ciò si traduce in una squadra di professionisti, che fanno
riferimento a strutture autonome, ognuna guidata da un partner e manager, focalizzate su specifiche
discipline, che lavorano in piena sinergia, co-abitando nella stessa sede, e condividendo idee, progetti e
informazioni, in maniera quotidiana e continuativa: in poche parole la 'Casa della Comunicazione'. Oggi il
Gruppo si completa con nuovi arrivi. Mediaplus è il centro media, operativo già da qualche mese, ma
ufficialmente attivo in Italia dal settembre 2014, guidato da Andrea Malgara e Riccardo Mannelli, i quali
gestiscono tutte le operazioni media in sinergia con le altre agenzie della Casa della Comunicazione e con
Inmediato, il centro media indipendente torinese con cui è attiva una partnership da più di un anno. Ma non
solo. Sempre nell'ottica di una completa integrazione delle specializzazioni, Serviceplan ha avviato una
collaborazione con Pininfarina, che ha portato alla nascita di Goodmind, struttura specializzata in strategie
design. Si tratta di una partnership virtuosa in cui, come spiegato da Ghelardi, "Pininfarina porta il suo
heritage riconosciuto a livello mondiale nel car, industriai design e architecture/interior design, Goodmind il
suo sapere nello strategie branding e nel consumer, e noi di Serviceplan le competenze di comunicazione e
la visione internazionale". Infine, a completare l'offerta del Gruppo, la partnership con L'Ovo, struttura
focalizzata sulla comunicazione nel punto vendita, tramite la quale presidiare anche il campo del retail, con la
massima specializzazione. Il modello vincente: partnership, compatibilita e meritocrazia Per spiegare le
ragioni del successo di Serviceplan dobbiamo comprendere, nel dettaglio, il modello di business che
caratterizza il network, un modello che, anziché procedere per classiche acquisizioni, si fonda sulle logiche
delle partnership. "La parola chiave, in questo caso, - spiega Ghelardi - è sostenibilità. Il Gruppo si fonda su
una squadra di professionisti della comunicazione, che sono disposti a mettersi in gioco in prima persona.
Grazie al principio delle partnership si abbassano i costi di gestione e i guadagni dei manager si legano a
doppio filo ai profitti della società. Questa dinamica genera un modello di partecipazione fondato su logiche
meritocratiche, che si estendono dal vertice della società a tutte le altre figure professionali. Ciò che conta
sono i risultati, ecco perché le retribuzioni sono caratterizzate da una componente fissa e da una parte
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variabile, il cosiddetto 'Kikk', un modelio remunerativo fondato sugli items Cliente, Innovazione-Integrazione,
Conto e Colleghi, tramite il quale vengono valutate le persone chiave del Gruppo". Ecco perché, in uno
scenario in cui la crisi economica ha spinto molte agenzie del settore a riorganizzarsi, il Gruppo Serviceplan
si è trovato già preparato a gestire la difficile congiuntura. "Noi - precisa Ghelardi - siamo nati in piena crisi e
dunque sapevamo, fin da subito, che dovevamo puntare all'efficienza ed evitare gli sprechi". I successi che
Serviceplan sta riscuotendo in Italia sono confermati anche dal Premio Speciale dell'Editore 'La Sfida Vinta',
ottenuto nell'ambito degli NCAwards 2014. Riconoscimento, lo ricordiamo, che va alla realtà che più si è
distinta, riuscendo ad avere successo, nonostante le difficili condizioni del mercato. "Ciò che alla fine ha
davvero fatto la differenza, permettendoci di ottenere questo premio che ci riempie di orgoglio - spiega
Ghelardi - è stato l'essere riusciti a mettere in piedi, concretamente e in poco tempo, un sistema integrato di
specializzazioni, fornendo soluzioni reali ai bisogni di comunicazione dei clienti. In altre parole, l'aver
realizzato compiutamente il progetto della Casa della Comunicazione". Fatturato 2014 a quota 8 milioni di
euro, in crescita del 30% Alla nascita di Serviceplan Italia nel 2012, Ghelardi stimò la possibilità di
raggiungere i 10 milioni di euro di fatturato in tre anni. "Ecco - commenta con orgoglio il partner e
amministratore delegato del Gruppo - oggi posso confermare che, al termine del primo triennio, saremo vicini
a quel risultato". Quanto all'anno in corso, la previsione di Serviceplan Group è quella di chiudere il 2014
raggiungendo gli otto milioni di euro di fatturato, con un incremento del 30% rispetto al precedente anno
solare. Non male, soprattutto se si tiene conto che Mediaplus è ancora piccola, perché appena nata, e
soprattutto che il Gruppo, nel nostro Paese, non si avvale di eventuali clienti arrivati tramite la casa-madre,
ma conta solo sulle sue forze, grazie a un 'business 100% italiano'. Notizie positive giungono anche dal fronte
internazionale. Il fatturato globale del Gruppo, con riferimento all'anno fiscale terminato il 30 giugno 2014, ha
raggiunto quota 250 milioni di euro, con una crescita del 15% sull'anno precedente. Il Gruppo è attivo in più di
20 Paesi, con l'obiettivo strategico di aumentare ancora la natura internazionale del network. Il modello di
riferimento è ovviamente quello delle Case della Comunicazione, da intendersi come dei veri e propri Hub
metropolitani della comunicazione, già operativi in città come Mosca, Delhi, Pechino, Dubai, Seul, Bruxelles,
Parigi, Zurigo, oltre ovviamente a Milano e all'headquarter di Monaco. Ma il network è attivo anche in altre
parti del mondo, dal Sud America al Giappone, dove al momento opera tramite partnership, e dunque senza il
modello della Casa della Comunicazione. Innovazione e creatività: Moving Piace e Moving Ideas Altra parola
chiave della filosofia professionale del Serviceplan Group è sicuramente 'innovazione'. "Si tratta di un
concetto - spiega Ghelardi -, inteso come passione per il nuovo e il non convenzionale, che permea tutte le
aree, tutte le discipline e tutte le competenze del Gruppo. In Serviceplan, tutto parte dal concetto della Casa
della Comunicazione, che ha ispirato l'idea del Moving Piace, inteso come luogo dinamico in cui tutto si
muove e si confronta, dalle persone alle intuizioni, fino ai progetti di comunicazione". L'architettura della Casa
della Comunicazione non è quella di un semplice 'open space' ma di una struttura pensata per dare a ognuno
un proprio spazio di lavoro e allo stesso tempo promuovere punti d'incontro che permettano alle persone di
vedersi, di scambiarsi pensieri, idee, opinioni e informazioni. "Ecco perché - precisa Ghelardi - nella Casa
della Comunicazione l'ingresso è anche una caffetteria dove discutere informalmente, e presto apriremo una
grande terrazza, luogo ideale di incontro, mentre gli spazi isolati sono principalmente quelli per le riunioni e le
stanze per la creatività". Da qui nasce il modello delle Moving Ideas, che caratterizza Serviceplan dal punto di
vista creativo, ossia idee costantemente in viaggio, che si contaminano alla ricerca di nuove soluzioni di
comunicazione, idee capaci di rimbalzare per le strade e sui media, a cominciare da internet e dai social
network, e soprattutto in grado di affascinare, sedurre e conquistare. Sempre per favorire discussioni e
incontri, questa cultura dell'innovazione e della creatività si traduce in una serie di eventi. In Italia, la Casa
della Comunicazione di Milano promuove i Competence Circles, cicli di incontri monografici di
approfondimento, formazione e business con le aziende, che si svolgono presso la sede meneghina del
Gruppo; recentemente ne sono stati fatti due sul mobile, uno sulla digitalizzazione del retail, uno su Facebook
e un altro su Twitter; e nuovi temi sono già in preparazione per il prossimo futuro.
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NC Nuova Comunicazione - N.49 - ago/set 2014
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Con Nonna Aldina sul web una Moving Idea al giorno per battere i prezzi e seguire la mission di Auchan
'Vivere bene ti conviene'. Virai - Facebook Altra Moving Idea: le confezioni di latte Humana diventano sei
piccoli mostri da costruire per crescere e divertirsi. Promo - Instagram - Pack Moving Idea con l'obiettivo di
riaffermare la forza del brand storico degli integratori. Tv 30" - Display video adv
SERVICEPLAN ITALIA, IDEE E INNOVAZIONE. Agenzia attiva sul fronte della 'comunicazione classica',
Serviceplan vanta una forte specializzazione in Strategie Branding. All'interno della Casa della
Comunicazione, Serviceplan svolge una funzione di volano e di aggregatore di competenze, che possono
lavorare insieme sullo stesso progetto, o in maniera autonoma, ma sempre mantenendo l'approccio
specialistico della disciplina. Con l'apertura della sede in Italia nel 2012, il Gruppo ha deciso di investire in un
mercato difficile, ma con una forte domanda di innovazione. Nella sede italiana, diretta dal managing partner
Nicola Pardelli, opera un team creativo di eccellenza sotto la guida di Giuliana Guizzi e Salvatore Giuliana.
Serviceplan Italia lavora a stretto contatto con il Gruppo in Germania. Il progetto per il Bilancio di Sostenibilità
di Auchan Italia ha conquistato ben 14 premi nei più importanti festival internazionali di comunicazione.
Auchan Italia è uno dei brand con i quali l'agenzia mette a frutto tutte le sue competenze, a partire dal brand
positioning fino alla comunicazione su tutti i mezzi, inclusi i volantini promozionali, il retail, il digitai e il social.
PLAN.NET, CREATING RELEVANCE_ Una ricerca costante del giusto mix tra new media, creatività e
tecnologia, per garantire ai brand il successo del proprio business in un mondo digitale. Questa è la mission
di Plan.Net, agenzia nata in Germania nel 1997 come consociata di Serviceplan ed oggi presente in molti dei
principali mercati mondiali, dove segue prestigiosi brand fra i quali Bmw, Lufthansa, Media Market, Sprite,
Weight Watchers e Zdf. Un network in espansione con 25 sedi e 800 collaboratori. Plan.Net Italia vanta una
profonda expertise in ambito di social media, UX design e Crm, occupandosi di concept creation, online
advertising, e-commerce, realizzazione di siti e portali, gestione profili social, creatività e progettazione di
applicazioni mobile. La squadra è guidata da Sara Baroni, ingegnere creativo con una passione innata per la
strategia e l'innovazione. Con Baroni ha preso il via la riorganizzazione dei ruoli con una focalizzazione delle
competenze sulla figura del project manager, specialista da affiancare ai clienti nei processi strategici per
riportare al centro dell'attenzione il marketing come disciplina in grado di generare risultati concreti e valore
per il brand. La struttura di Milano conta 15 professionisti interni e lavora in siner- Bgia con il Serviceplan
Group sia su contatti comuni sia su clienti propri.Tra i marchi in portfolio, Auchan, Humana Baby, Bioscalin,
Kimbo, Johnson & Johrson e Linear.
LE STRUTTURE SPECIALIZZATE DELLA CASA DELLA COMUNICAZIONE_ • Serviceplan: advertising e
strategie branding • Plan.Net: comunicazione digitale e digitai marketing • Mediaplus: strategia e
pianificazione media • Goodmind: strategie e branding design • L'Ovo Concept: below thè line, retail,
packaging • Sasserath Munzinger Plus: brand creation, market strategy, brand architecture
MEDIAPLUS, IL VALORE AGGIUNTO DEL *MEDIA'_ Sigla del Gruppo Serviceplan specializzata in ambito
media, ad oggi Mediaplus è attiva, oltre che in Germania, anche in Austria, Svizzera, Belgio e a Dubai.
Secondo l'istituto Recma, Mediaplus è l'agenzia media indipendente numero uno in Europa. A partire dal
settembre 2014, la struttura è operativa anche nel nostro Paese. L'avvio in Italia, all'interno della Casa della
Comunicazione di via Solferino, a Milano, rappresenta un passo importante nella strategia di
internazionalizzazione di Mediaplus stessa e di tutto il Gruppo Serviceplan. La struttura è guidata da Andrea
Malgara e Riccardo Mannelli. Il primo è amministratore delegato di Mediaplus Holding; alle sue spalle
un'esperienza in Publitalia, nel Gruppo ProSiebenSati e in Sky Deutschland. Il secondo è direttore clienti e
arriva dall'headquarter di Mediaplus Holding a Monaco, una struttura all'avanguardia per quanto riguarda i
sistemi di targeting e pianificazione dei media digitali. Mediaplus Milano può, inoltre, contare sul supporto di
Inmediato, il centro media indipendente (secondo in Italia) guidato da Sandra Grifoni, Graziarla Fracchia e
Paolo Trioni, con il quale Serviceplan ha stretto un importante accordo di partnership. In questo modo, ai
clienti di Serviceplan Group in Italia viene offerta la possibilità di una competenza innovativa anche nel media
e nel digitai media.
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Andrea Malgara, managing partner Mediaplus
L'ENERGIA DELLA MOVING IDEA_ La 'moving idea' non è semplicemente un'invenzione capace di
muoversi. È uno stato della mente. Di più, dell'anima. Cioè la predisposizione solare, lucida, niente affatto
seria di tradurre un'idea in un potenziale spettacolo. A chiarire l'essenza del concetto è Sandro Gorra, eco e
managing partner Serviceplan Group Italia: "Un'idea si deve poter muovere e parlare più lingue, tutte
comprensibili; dev'essere ampia, senza limiti nello spazio e nel tempo. Per questo, è buona regola andarla a
cercare tra i luoghi comuni, quelli che la gente vive quotidianamente, così come sono, oppure ribaltandoli. Per
esempio, Charlot era una perfetta moving idea, lui da solo; per contrapposizione scatenava la sua energia
illuminando la normalità. Per noi pubblicitari è invece fondamentale non essere soli, ma condividere.
Altrimenti chiudi l'idea, chiudi il suo potenziale di comunicazione innovativa e spettacolare. Per me,
piccolissimo Charlot, la fortuna è di poter vivere con tutti una filosofia che vale molto. Potenziata e applicata
dai gruppi coinvolti a turno nel progetto, l'idea si allarga, migra, si integra: adesso l'idea è diventata moving".
Foto: Giovanni Ghelardi, managing partner Serviceplan Group Italia
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UPA, LA PUBBLICITÀ RIPARTE DA ZERO
DOPO UN PRIMO SEMESTRE CHIUSO A -2%, IL MERCATO PUBBLICITARIO, SECONDO LE STIME
RILASCIATE DAL PRESIDENTE UPA, SASSOLI, CONCLUDERÀ IL 2 0 1 4 IN PAREGGIO. NON C'È
NULLA DI PIÙ SIMBOLICO DELLO 'ZERO', DA INTENDERSI COME SINONIMO DI ORIGINE, COME UN
NUOVO INIZIO. DOPO SEI ANNI CATASTROFICI, L'EMORRAGIA SI È ARRESTATA. ORA SI TRATTA DI
AVVIARE LA RICOSTRUZIONE, CON L'AUSPICO DI RAGGIUNGERE IL +2% NEL 2015 E IL +3% NEL
2016 .
A CURA DELLA REDAZIONE
Leggera, ma anche veloce, molteplice e senza pause. È la comunicazione di oggi secondo Lorenzo Sassoli
de Bianchi, presidente Upa - Utenti Pubblicità Associati. Gli investimenti pubblicitari hanno superato le
colonne d'Ercole della rassegnazione, nel 2014 il mercato chiuderà in pareggio, ha affermato Sassoli
nell'ambito della tradizionale assemblea annuale dell'associazione, svoltasi a Milano lo scorso 2 luglio. "Non
c'è nulla di più leggero dello zero - ha aggiunto il presidente Upa -: la sospensione, l'origine, l'inizio, un'altra
nozione di possibilità. Dopo sei anni di catastrofi combinate e segni meno, possiamo dire che l'emorragia si è
arrestata, è un primo segno contrastante, confortato, però, dalla fiducia dei consumatori che è ai massimi dal
2010". Affinchè però lo zero possa trasformasi in una crescita, le aziende devono crederci e rendersi conto
che chi ha il coraggio di investire oggi moltiplicherà gli effetti dell'investimento domani. In quella che Sassoli
ha definito l'era della 'touch me technology', dobbiamo imparare a "prendere con levità le cose serie ed
essere seri contro le leggerezze", anche perché, aggiunge il presidente Upa, "comunicare con forza porta alla
complessità, mentre comunicare con leggerezza conduce a una sana follia". Sana follia che fa rima con
creatività, perché se cambia la comunicazione, anche la creatività, che ne è uno dei pilastri fondamentali,
deve evolvere. Comunicazione 'leggera', dunque, ma allo stesso tempo 'veloce'. "La velocità - ha spiegato
Sassoli - è il tratto della comunicazione contemporanea, un condensato di mito ed enigma, che porta ad
associare cose che spesso non stanno insieme, compiendo un balzo in avanti della ragione o semplicemente
trasformando un algoritmo". A cambiare velocemente sono, per esempio, i mezzi e i linguaggi, basti pensare
che, solo negli ultimi anni, si sono consolidate ben 13 piattaforme e sono nati otto nuovi device. "Negli ultimi
anni, Upa si è fatta interprete della velocità come elemento in grado di allargare il perimetro della
comunicazione - ha sottolineato Sassoli -.A fronte di un cedimento degli investimenti abbiamo contribuito ad
accelerare la scoperta di nuovi spazi per comunicare le nostre marche". Ma non tutti gli operatori del mercato
si stanno muovendo con la stessa velocità: se le Audi stanno (anche se lentamente) cambiando per riflettere i
cambiamenti dello scenario mediale, la banda larga nel nostro Paese resta ancora un miraggio, tanto che
siamo ancora all'89esimo posto in classifica su scala mondiale. E sull'Agenda Digitale, ha polemizzato
Sassoli, il governo, nella sua infinita provvisorietà, dovrebbe parlare di meno e investire di più. Altra parola
chiave della comunicazione contemporanea è sicuramente 'molteplicità', intesa come molteplicità di
possibilità da esplorare, che hanno reso la relazione con il consumatore non più unilaterale. Nell'universo
infinito della comunicazione si aprono sempre altre vie da esplorare."Molteplicità - ha spiegato Sassoli - ha
significato passare, in soli cinque anni, dalla verticalità del broadcasting all'orizzontalità del podcasting, al
casting organizzato nel soggiorno di casa propria. Il passo successivo sarà analizzare in tempo reale quello
che gli utenti provano". Torna la fiducia, è l'ora di sperimentare Dopo un primo semestre a -2%, il mercato
pubblicitario, secondo le previsioni dell'Upa, chiuderà il 2014 in pareggio. Con l'auspicio di raggiungere il +2%
nel 201 5 e il +3% nel 2016. Dimenticando il -14% del 2013. D'altra parte dopo sei anni difficili "siamo ottimisti
- osserva Sassoli - perché ci sono segnali, seppur deboli, che vanno nella stessa direzione: la fiducia degli
italiani è la più alta dal 2010, l'ultimo anno nel quale la pubblicità ha avuto un incremento; rallenta il calo dei
consumi e gli 80 euro in busta paga daranno un ulteriore impulso ai consumi stessi, dei quali, su base annua,
rappresenteranno l"l% dei 700 miliardi complessivi". Un effetto benefico sull'andamento del mercato a giugno
è arrivato dai Mondiali, seguitissimi, complice anche l'orario di trasmissione delle partite, dalle 18 in poi. Si
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area strategica _ primo piano
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arresta dunque l'emorragia negli investimenti, grazie ad alcuni settori in ripresa come automotive, finanza
(Sassoli fa notare che lo stato di salute delle banche migliora) e largo consumo, mentre restano in difficoltà le
telecomunicazioni. Riguardo ai media, la televisione si conferma come il mezzo principe, raccogliendo poco
meno della metà degli investimenti del mercato, così come prosegue la crescita di internet, soprattutto il
display, che per le aziende rappresenta una grande opportunità di segmentazione del target con conseguente
maggior facilità di raggiungere gli obiettivi di comunicazione. Segnali positivi anche dalla radio, mentre
restano ancora negative a doppia cifra stampa periodica e quotidiana. È il momento di "ripensare il Paese e il
modo di comunicarlo, utilizzando il pensiero laterale - dichiara Sassoli. Se vogliamo uscire da questo tunnel
dobbiamo pensare in modo diverso a tutti i livelli, cercando nuove vie inesplorate anche nel raccontare nostri
beni culturali, i peggio comunicati nel mondo, e che richiedono dunque un atto di responsabilità da parte della
Presidenza del Consiglio". Il rinnovamento auspicato dall'Upa tocca anche la riforma della Rai, perché resti
pubblica, governata da una fondazione sul modello della Bbc inglese e dunque sganciata dalla politica. E che
sia espressione di chi paga il canone. Sassoli risollecita inoltre l'ipotesi di una rete pubblica senza pubblicità
cosicché, senza il fardello dell'audience, possa sperimentare nuovi linguaggi e nuove formule, come per
esempio le produzioni in lingua originale, ripristinando così l'originario ruolo educativo e linguistico della
principale azienda culturale italiana. Estendendolo anche alla digitalizzazione della considerevole parte della
popolazione anziana che ancora ha difficoltà nell'accesso alla Rete. "La Rai - ha osservato Sassoli - raccoglie
300 milioni di euro di pubblicità a fronte di un'evasione di 600 milioni. Crediamo ci sia spazio per recuperare il
canone e addirittura per ridurlo, poiché oggi le persone sono meno disposte a pagarlo vedendo la tv anche su
pc e cellulari, e sempre meno sul piccolo schermo. Il canone deve diventare un premio per la tv che fa il suo
mestiere di educatore pubblico. Più in generale, dal punto di vista strategico, Sassoli ha spiegato che Upa
insisterà con il governo per ottenere una parziale defiscalizzazione degli investimenti in comunicazione e di
quelli sulle piattaforme di e-commerce, che in Italia ha ancora grandi spazi di crescita. Upa cercherà inoltre di
accelerare la risoluzione della questione banda larga, in merito al quale sollecita le aziende a investire in
copertura, elemento fondamentale oggi anche per la fruizione televisiva, che avviene sempre più da mobile,
come già da tempo succede negli Usa. "Siamo stati i primi a costruire negli anni '50 le autostrade - ha
ricordato Sassoli -, ma in quelle digitali siamo ultimi in Europa e ottantanovesimi nel mondo, l'Uruguay che ci
ha eliminato ai Mondiali è al trentacinquesimo posto e il Madagascar al 55esimo". Testa (Assocom): serve
una collaborazione virtuosa fra agenzie e imprese L'assemblea annuale Upa ha rappresentato l'occasione
per raccogliere il punto di vista di alcuni dei principali esponenti dell'industry. Partendo dalla rievocazione dei
tempi di suo padre Armando, Marco Testa, presidente di Assocom, ha auspicato un ritorno ai tempi 'da
favola' di una volta, quando i clienti 'amavano' le loro agenzie e il rispetto e la credibilità erano all'ordine del
giorno, quando i pubblicitari erano delle star e ogni loro nuova idea era accettata con coraggio. Un amore
ricambiato, perché le agenzie avrebbero fatto qualsiasi cosa per i loro committenti. Poi, pian piano, ha
proseguito Testa, qualcosa nel rapporto si è incrinato, come spesso succede nelle coppie che entrano in crisi.
Fino ad arrivare alla situazione a dir poco problematica che ci si trova di fronte oggi. Citando i dati di alcune
ricerche internazionali, il presidente di Assocom ha evidenziato quanto sia tesa la relazione fra le due parti:
"Solo il 57% dei clienti ritiene che le agenzie siano un proprio partner; il 17% ci considera fornitori e
un'analoga percentuale venditori. Non oso pensare a come ci giudichi il rimanente 9%" ha ironizzato Testa,
analizzando quindi le ragioni dell'attuale malcontento da ambo i lati. Ragioni che, in fondo, sono ben note: i
clienti si dichiarano insoddisfatti della collaborazione e del contributo che le agenzie hanno saputo dar loro in
termini di pensiero strategico e di avanguardia, spesso considerandole troppo lente nello stare al passo con
l'evoluzione del mercato. Sul fronte opposto, le agenzie rimproverano ai clienti l'enorme aumento del ricorso a
gare e consultazioni. Sul tema, Testa ha riportato i dati di un'indagine Ipa (Institute of Practitioners in
Advertising) sulla dispersione di valore e risorse causata dalle gare nel mercato britannico: per una grande
agenzia il costo per partecipare alle gare durante l'anno è infatti stimabile in circa 270.000 euro, per un
impegno complessivo di circa 90 giorni. Nel caso delle agenzie medie il costo è di 110.000 euro e il tempo 72
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giorni. Per le più piccole, infine, 80.000 euro e 47 giorni. Per le aziende, il costo - sottostimato, secondo Testa
- è superiore ai 40.000 euro annui. A tutto ciò va aggiunto che in Italia ogni agenzia partecipa in media a 10
gare l'anno, tre delle quali terminano in un nulla di fatto: senza alcuna scelta o decisione finale, o addirittura
con un annullamento. C'è poi il discorso della grande attenzione ai costi in tempi di crisi, anche se
naturalmente da questo punto di vista ognuno recita 'il gioco delle parti': per le agenzie la remunerazione non
è mai abbastanza, per i clienti è sempre eccessiva. Il vero problema, però, è che in questo scenario molte
aziende sono state tentate dalla strada del 'fai da te', bypassando le agenzie e rivolgendosi direttamente a
fotografi o registi, anche se spesso con risultati tutt'altro che eclatanti o rifugiandosi nei 'big data': ma la
corazza dei numeri e delle analisi, secondo Testa, anche se sicuramente utile, di certo non è da sola
sufficiente. È dunque l'ora di far nascere un nuovo rapporto fra agenzia e cliente all'insegna di alcuni punti
fermi. Per prima cosa che il rapporto sia di vera partnership, perché è dimostrato che quando il rapporto è
migliore anche i risultati ottenuti sono migliori. E poi che si riapra il dialogo all'insegna della massima
trasparenza da ambo le parti, che non sono e non devono essere 'contro-parti'. Bini Smaghi (Snam): riforme
per far crescere il Paese Attuare le riforme di cui si parla da tempo. È questa la chiave per far tornare a
crescere il nostro Paese, spingendo l'acceleratore sui consumi. A sostenerlo è Lorenzo Bini Smaghi,
presidente Snam, intervenuto anche lui nell'ambito dell'assemblea annuale Upa. "Negli ultimi sei anni i
consumi in Italia sono calati di quasi il 14% - ha affermato Bini Smaghi - e le previsioni per i prossimi due anni
non sono rosee. Una situazione molto diversa da quella, ad esempio, della Germania, dove non solo i
consumi non hanno mai registrato un calo nel corso degli ultimi anni, ma sono addirittura aumentati di circa il
5%". Come mai? "Solitamente i consumi seguono l'andamento del reddito atteso, ma nel nostro Paese non è
stato così - ha spiegato l'economista -.Anzi, i consumi hanno seguito l'andamento del Pii, diminuendo più del
reddito non solo atteso, ma attuale. In primis questo è avvenuto perché in Italia regna l'incertezza". A riguardo
gli economisti hanno formulato quattro ipotesi. Secondo la prima, ['incertezza è determinata dalla mancanza
di consapevolezza della situazione. In breve, non si è compresa fino in fondo la gravita della crisi che ha
colpito l'economia. Prova ne sono gli errori che sono stati fatti in termini di previsioni, che spesso hanno dato
adito a false speranze. "Dobbiamo renderci conto che la crisi italiana è di natura strutturale, non solo ciclica, e
che pertanto sarà impossibile tornare alle condizioni pre-crisi, senza importanti cambiamenti", ha sottolineato
Bini Smaghi. Per la seconda ipotesi, è l'incertezza sulle scelte di fondo della politica economica [a causa
dell'insicurezza che regna nel Paese. "Si è parlato di uscita dall'euro, di ristrutturazione del debito, di
patrimoniale, ma non c'è chiarezza e tutto questo sicuramente non aiuta", ha commentato l'economista.
Terza ipotesi: è colpa dell'incertezza sulla durata dei governi, che porta gli italiani a essere cauti nei consumi.
Infine, quarta e ultima ipotesi: l'incertezza sulla capacità dei governi e del Parlamento fa calare la fiducia che
si riflette, ancora una volta, in un calo della spesa. "D'altra parte, in Italia per combattere la crisi si è
penalizzata la domanda intema - ha affermato Bini Smaghi -. Si è preferito rimandare le riforme e aumentare
le tasse, ad esempio sul lavoro. Completamente diverse le misure di politica economica adottate dalla
Germania, dove si è cercato di stimolare i consumi in primis attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro,
agevolati da una riduzione delle imposte sul lavoro e sulle imprese". Certo, per creare posti di lavoro bisogna
essere competitivi e per essere competitivi, occorre fare le riforme. "Quando ha iniziato la sua avventura con
l'euro, la Germania era poco competitiva, ma nel corso degli anni ha messo in atto una serie di provvedimenti
che l'hanno trasformata in una delle economie più solide al mondo", ha dichiarato Bini Smaghi. Non che in
Italia non si sappia quali riforme sarebbero da attuare. "Sono quelle di cui si parla da anni, ormai note a tutti:
dalla lettera della Bce alle raccomandazioni della Commissione Europea, al piano nazionale delle riforme.
Peccato che non vengano mai realizzate", ha affermato l'economista. "Eppure, basta guardarsi intorno per
vedere che riformare porta i suoi frutti - ha continuato Bini Smaghi - Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia, che
si sono dati da fare sul fronte delle riforme, anche chiedendo aiuto se necessario, stanno riprendendo a
crescere e continueranno a farlo nei prossimi anni, mentre le previsioni per il nostro Paese parlano di ulteriore
crescita del tasso di disoccupazione". Il ragionamento è semplice: senza riforme non c'è crescita e senza
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crescita il debito è insostenibile. Un debito insostenibile crea incertezza e questa deprime i consumi. Meloni
(Intesa Sanpaolo): made in Italy per uscire dalla crisi La relazione di Vittorio Meloni ha chiuso i lavori
dell'assemblea Upa con una nota di positività: il direttore relazioni esterne di Intesa Sanpaolo ha messo infatti
in evidenza i punti di forza del sistema economico italiano, sottolineando come in particolare l'industria
manifatturiera e l'export siano stati i due fattori chiave che hanno permesso all'Italia - seppur in recessione di non affondare definitivamente e di resistere all'onda d'urto di questa lunga crisi. Il suo discorso è partito da
quella che ha definito 'la metafora dello spread': originariamente e tecnicamente, come è noto, con il termine
spread si definiva il differenziale di rischio fra i titoli di stato italiani e tedeschi. Nel tempo e con l'altalenarsi del
suo valore - passato dal 100 del 2010 al picco di oltre 570 nel 2011 -, il suo significato si è allargato
diventando un indicatore di ricchezza e di povertà: con lo spread alle stelle, ha osservato Meloni, i titoli
perdono valore e per le famiglie, per le quali Bot e Cct costituiscono una parte importante dei propri risparmi,
cresce ovviamente la percezione negativa. Oggi che tale indice è tornato sotto quota 200, l'atmosfera è
sicuramente più rilassata. Ma non solo. Dopo il drenaggio fiscale, ha aggiunto Meloni, gli italiani stanno infatti
tornando a risparmiare e a disporre di liquidità: "È vero che la ripresa è fragile e incerta, ma questa nuova
condizione delle famiglie e il ritorno della progettualità rappresentano un indicatore di fiducia che non
vedevamo da tempo". In questo scenario, cosa possono fare le banche? Meloni ha ricordato il piano
industriale da 170 miliardi di euro di credito a medio/lungo termine che Intesa Sanpaolo ha messo a
disposizione delle imprese: un'offerta che però non ha ancora trovato una domanda corrispondente. E ha
mostrato come la nuova piattaforma di comunicazione dell'istituto bancario, che ha per testimonial Claudio
Bisio, attraverso un investimento particolarmente concentrato sul fronte digitale, punti a dare alle imprese
italiane di ogni dimensione la possibilità di trovare nuovi spazi. ne
MAURI (MONDADORI): NEL PRIMO SEMESTRE RISULTATI MIGLIORI RISPETTO ALLE STIME_
Ernesto Mauri, ad Mondadori, a margine dell'assemblea Upa, ha dichiarato che a giugno la società è "più
avanti" rispetto ai risultati attesi in base al piano industriale. "Avevamo fornito un obiettivo di Ebitda di 68
milioni su base prospettica, siamo avanti su questo, sono molto fiducioso", ha affermato. Ora l'obiettivo è il
calo dell'indebitamento a 300 milioni a fine anno. Mauri ha aggiunto che sono in corso "operazioni immobiliari
per ridurre l'indebitamento come si vedrà già da giugno con l'obiettivo di scendere, a fine anno, dai 396 di
marzo a 300 milioni di euro e avere una situazione finanziaria più sana e tranquilla". "L'importante quest'anno
- ha proseguito Mauri - è arrivare a un'inversione di tendenza rispetto agli ultimi due anni. Stiamo
recuperando anche con Mediamond (jont venture con Publitalia per la raccolta pubblicitaria su carta, web e
radio, ndr) e la pubblicità dei periodici segna - 6 % in un mercato a -12%. Sul web, nei grandi siti, da Grazia.it
a Donnamoderna.com, registriamo una crescita del 13% e +35% delle audience".
Previsioni mercato pubblicitario_ltalia_2014-2016
GURRIERI (MANZONI): GIUGNO DECENTE DOPO CINQUE MESI DIFFICILI_ Anche se è presto per
parlare di ripresa, il secondo semestre si annuncia più positivo del primo per quanto riguarda gli investimenti
pubblicitari. È questa l'opinione di Luca Gurrieri, direttore commerciale stampa e web di Manzoni & C,
intercettato a margine dell'assemblea annuale Upa, che ha dichiarato: "Dopo i primi mesi dell'anno davvero
complicati, a giugno i risultati sono decenti, anche se è presto per parlare di ripresa dal momento che i numeri
positivi sono anche frutto del rimbalzo tecnico sui pesanti cali dello scorso anno". Ad avere maggiore slancio,
dopo cinque mesi fiat, è il web, che ha beneficiato anche dei Mondiali. "La raccolta su internet è caratterizzata
da un trend di ripresa - ha affermato Gurrieri -, in generale ci aspettiamo che l'andamento dei prossimi mesi
sia migliore rispetto a quello che ha caratterizzato il periodo appena trascorso".
ZANABONI (RCS): GIUGNO IN CRESCITA GRAZIE AI MONDIALI Dopo un andamento negativo, in linea
con il mercato, nei primi due mesi dell'anno, Rcs ha recuperato terreno, segnando una crescita della raccolta
a maggio e anche giugno, grazie soprattutto ai Mondiali di calcio, il cui effetto positivo dovrebbe proseguire
anche a luglio. Lo ha dichiarato Raimondo Zanaboni, direttore generale Pubblicità del Gruppo, a margine
dell'assemblea Upa. Dopo il restyling dei siti del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, e il lancio
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dell'app 'Gazzetta Gold', a ottobre è previsto il debutto del nuovo 'Abitare'.
Foto: Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa
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IL RETAIL SI FA CROSSCANALE
INTEGRARE L'ESPERIENZA ONLINE CON QUELLA OFFLINE NEL PROCESSO DI ACQUISTO È OGGI
UNA TENDENZA IN AFFERMAZIONE SEMPRE PIÙ CRESCENTE, CHE INTERESSA LE VARIE FASI: DA
QUELLA INIZIALE DI PREACQUISTO A QUELLA FINALE DEL 'POST', IN CUI È IMPORTANTE
MANTENERE UN'INTERAZIONE E UN DIALOGO CON L'ACQUIRENTE. PROTAGONISTA INDISCUSSO È
IL MOBILE, CHE ARRICCHISCE E COMPLETA L'ESPERIENZA CON APR M-SITE E STRUMENTI DI
SERVIZIO.
Integrazione è ormai diventata la parola chiave dei mondo del retail oggi, in cui sempre di più l'esperienza
fisica si fonde con quella digitale. Multicanale, omnicanale e crossmediale sono dunque aggettivi che
vengono utilizzati frequentemente in riferimento al mondo del retail, per indicarne una continua maturazione
sul fronte dell'integrazione fra online e offline. Ma cosa significano questi termini? "Innanzitutto è molto
importante dare alle parole il giusto significato: multicanalità, omnicanalità e crosscanalità molto spesso
vengono impropriamente usate come sinonimi - spiega Fabrizio Valente, fondatore Kiki Lab -. La multicanalità
è un concetto storico nel retail che si è velocemente ampliato con l'avvento di internet. Con l'omnicanalità il
messaggio è poi diventato: bisogna essere presenti in tutti i canali. Infine, per crosscanalità si intende
selezionare solo i canali strategici per la propria azienda attuando una strategia a somma positiva". Ed è
proprio quest'ultima la strada scelta oggi dai retailer più avanzat i , che si rendono conto di come questa
forma evoluta di 'multicanalità selettiva' raggiunga l'obiettivo principale: fare in modo che le vendite dei canali
fisici, sommate a quelle digitali, aumentino il fatturato totale. Alla base dell'approccio crosscanale vi sono una
profonda selezione dei canali strategici per il target a cui ci si rivolge e un'attenta integrazione con i mezzi
fisici: il tutto nell'ottica di aumentare i risultati economici dell'azienda e, al contempo, la soddisfazione dei
clienti, fornendo loro degli spunti per creare un dialogo con il brand. Negozi sempre più connessi Per capire
come il retail stia cavalcando nel mondo le opportunità offerte dalla crosscanalità, è sufficiente guardare la
ricerca 'Crosscanalità: retail e surf fra negozi e web', condotta da tre anni da Kiki Lab in partnership con il
consorzio Ebeltoft Group in 16 Paesi del mondo. La metodologia della ricerca comprende un'indagine su 132
manager di 15 Paesi attraverso un questionario online e anche un'indagine di Mystery Web&Store Shopping
condotta su 146 catene leader in 16 Paesi. La ricerca evidenzia come i numerosi e rapidi cambiamenti stiano
creando opportunità molto interessanti in tutti i Paesi, e come di anno in anno siano sempre più numerosi i
retailer che si muovono in questa direzione. Ovviamente, vi sono alcune aree geografiche più mature su
questo fronte (come Usa, Regno Unito e Paesi nordici) e altre (fra cui l'Italia) che sembrano muoversi più
sull'onda delle mode del momento, piuttosto che essere guidate da strategie adeguate e sostenibili
economicamente. "I clienti italiani sono pronti, e lo prova il fatto che i negozi di abbigliamento online hanno
superato quelli del largo consumo - spiega Valente -. Ciò nonostante, nelle aziende manca ancora una vera
conoscenza del mondo retail, che non è sentito come una priorità". Rimane il fatto che, anche da noi, si nota
una crescita di maturità nell'approccio crosscanale al retail: lo dimostrano alcune case history che
analizzeremo più avanti nell'inchiesta. Venendo ai dati dell'ultima edizione della ricerca, il primo che emerge è
che la crosscanalità avanza nel mondo (dal 35% al 41%) e anche in Italia (dal 3 1 % al 37%), che passa dal
dodicesimo al decimo posto della classifica. "Dal raffronto con i dati della ricerca 2012 - continua Valente emerge come anche in Italia l'area che in due anni è cresciuta di più sia il 'negozio connesso', che misura
l'intensità dei 'flussi' che dal punto vendita portano al digitale del retailer (nel mondo passa dal 22% al 37%, in
Italia dal 2 1 % al 39%)". A livello di settori, in Italia, l'abbigliamento (passato dal 23% al 44%) supera
l'elettronica (scesa dal 43% al 41%) sotto il profilo della crosscanalità, come avvenuto anche nell'e-commerce
. Interessante, poi, è ciò che emerge dalle interviste ai manager sui servizi che più apprezzano: l'area che li
soddisfa di più è quella del 'Clicca e ritira', mentre all'ultimo posto ci sono gli 'Addetti vendita', che risultano
molto poco formati in termini di crosscanalità."Eppure gli addetti possono diventare alleati della crosscanalità
- commenta Valente -. Uno strumento può essere quello degli incentivi, ovvero prevedere un'attribuzione di
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ne inchiesta retail scenario
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una percentuale delle vendite realizzate online anche ai negozi fisici". Il web protagonista del processo di
acquisto multicanale Un discorso sulla crosscanalità nel mondo del retail non può però prescindere da
un'analisi più ampia di come la multicanalità sia centrale nel processo di acquisto del consumatore, che
oggigiorno inizia ben prima dell'ingresso nel punto vendita e non sempre si conclude nel negozio, ma online.
Come rivela l'edizione 2013 dell'Osservatorio Multicanalità, condotto da Nielsen, Connexia e School of
Management del Politecnico di Milano, internet si conferma un canale essenziale nella fase di preacquisto:
ben il 78% dei consumatori italiani utilizza internet per la ricerca di informazioni su prodotti e servizi. Internet
interviene anche in una fase di pre-acquisto più avanzata, per il confronto dei prezzi di prodotti/servizi (74%
dei rispondenti) e la scelta dei punti vendita fisici ove acquistare (60%). Inoltre, il web ricopre un'importanza
sempre più centrale nella condivisione di informazioni: il 40% dichiara di condividere le proprie esperienze su
internet circa la soddisfazione o insoddisfazione nei confronti di un prodotto/servizio acquistato. Internet gioca
però un ruolo chiave anche a supporto della fase di acquisto: continua, infatti, a chiudersi la forbice tra
'infocommerce' (che passa nel 2013 dal 74% al 67%), e 'showrooming' (che cresce dal 34% al 36%), ossia,
tra il fenomeno che vede i consumatori ricercare le informazioni su internet per poi concludere l'acquisto in
punto vendita e quello opposto che li vede visitare un punto vendita per raccogliere informazioni sui prodotti,
ma poi concludere l'acquisto online. Un aspetto importante da considerare quando si parla di crosscanalità e
multicanalità nel retail è il giusto rapporto che deve esistere fra e-commerce e punto vendita fisico. "Spesso il
canale di vendita online diventa un ulteriore punto vendita, che può sovrapporsi o entrare in concorrenza con
quello fisico - spiega Andrea Boaretto, head of marketing projeets School of Management del Politecnico di
Milano -. Importante è invece che l'online si integri con l'offline, fornendo dei servizi che da un canale
rimandano all'altro". Mobile, mai più senza Un ruolo di primo piano nel processo di acquisto è quello svolto
dal mobile, che si conferma come mezzo innovatore del mondo retail. I dati di una recente ricerca
internazionale commissionata da Google parlano chiaro: il 90% degli utenti utilizza lo smartphone per
compiere attività finalizzate all'acquisto di un prodotto: legge le recensioni e ne studia le caratteristiche, ne
compara i prezzi, cerca le offerte migliori e i negozi dove può recarsi per acquistarlo. E il 19% lo utilizza per
finalizzare l'acquisto. Inoltre, da notare come L'84% degli acquirenti faccia uso dello smartphone come
strumento di supporto alle attività di acquisto dentro il negozio: ciò avviene soprattutto nel caso in cui si
desidera acquistare elettrodomestici, generi alimentari, prodotti di elettronica o dedicati alla cura dei bambini.
Ma non solo: la ricerca evidenzia anche che le persone che utilizzano attivamente uno smartphone durante la
loro visita al punto vendita hanno una propensione all'acquisto più alta rispetto agli altri, soprattutto per
quanto riguarda gli elettrodomestici e i prodotti legati alla cura della persona. La sfida per i retailer è quindi
quella di fornire dei servizi su mobile (m-site e app in prima linea) che non solo facilitino l'esperienza di
acquisto, ma che la arricchiscano anche con informazioni sui prodotti, soluzioni di comparazione di prezzi e
tutto ciò che può rendere lo shopping completo e interattivo."Una soluzione che non tarderà molto ad
affermarsi è quella degli wearable object, oggetti indossabili (braccialetti, orologi e altro ancora) capaci di
dare e ricevere informazioni tramite dei totem posti all'interno del negozio - continua Boaretto -. La marca
deve insomma trasformarsi in un 'maggiordomo' dell'acquirente, a cui fornire attenzioni e servizi, in cambio
dei quali quest'ultimo acconsentirà poi a rilasciare dei dati su di sé". La strada, comunque, è ormai segnata:
la multicanalità, anche nel retail, è un trend inevitabile sia per i grandi sia per i piccoli esercenti. "È su questo
terreno che si gioca la partita dei retailer - conclude Boaretto -, soprattutto agli occhi dei clienti internazionali
più evoluti". ne Fabrizio Valente, fondatore Kiki Lab Andrea Boaretto, head of marketing projeets School of
Management del Politecnico di Milano
Secondo la ricerca 'Crosscanalità 2: retail e surf fra negozi e web' di Kiki Lab con Ebeltoft Group, cresce la
crosscanalità nel mondo (dal 35% al 41%) e in Italia (dal 3 1 % al 37%)
LA CROSS-CANALITA AVANZA CLASSIFICA PER PAESE 74% 59% 54% 52% 46% 46% 43% 43% 4 1 %
39% 39% 37% 37% 35% 30% 20% 13% 13% Stati Uniti Gran Bretagna Paesi Bassi Svezia Canada
Germania Danimarca Media Uè Media mondo Francia Portogallo Italia Svizzera Spagna Brasile Singapore
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Romania India
Fonte: 'Crosscanalità 2: retail e surf fra negozi e web', Kiki Lab
MORACE: "LA SPINTA DIGITALE SUL RETAIL"_ Al di là della crosscanalità, che è sicuramente una
tendenza dominante, il retail oggi è attraversato da molti altri trend, eloquenti dell'evoluzione in corso. Uno di
questi è quello che Francesco Morace (nella foto), presidente Future Concept Lab, chiama
l'intergenerazionalità. "Grazie ai mezzi digitali - spiega Morace - si sta creando, sempre di più, una complicità
fra generazioni diverse, che effettuano insieme acquisti ontine. Quello del nipote che aiuta il nonno a
comprare sul web è insomma un fenomeno ormai onnipresente, che fa capire come l'avvento del digitale nel
processo di acquisto abbia modificato totalmente i ruoli". Salta dunque il tema, fino a oggi ben solido nel
marketing tradizionale, del responsabile di acquisto, e si afferma al suo posto un quadro dominato dalla
circolazione e dalla condivisione di competenze e responsabilità fra soggetti diversi. Un altro aspetto
interessante è poi quello della sostenibilità e di una forte cooperazione fra il produttore e il consumatore, che
determina economie circolari senza soluzioni di continuità. "Sta avvenendo esattamente il contrario di quello
che si pensava, e cioè che il globale ammazzasse il locale - commenta Morace -. L'universalità di questi
strumenti sta invece dando ampio spazio a esperienze molto specifiche, con cui si può venire a contatto nel
tempo di un click".
Internet si conferma un canale essenziale nella fase di pre-acquisto per consultare informazioni, confrontare
prezzi, cercare il punto vendita e condividere l'esperienza su intemet
II ruolo di internet nel processo d'acquisto
Per me internet è la (onte principale per cercare info su prodotti e servizi Attraverso intemet scelgo in quali
punti vendita andare a fare i miei acquisti Attraverso internet confronto i prezzi dei prodotti/servizi che ho
deciso di acquistare(% Molto * Abbastanza - Base, user intemet) Fonte:'Osservatorio Multicanalità, È il
momento di osare, Rapporto 2013'
Se sono rimasto deluso/soddifatto di un prodotto tendo a condividere la mia esperienza su internet
Si stringe la forbice tra 'infocommerce' (ricerca delle informazioni su internet e acquisto in punto vendita), e
'showrooming' (visitare il negozio per raccogliere informazioni sui prodotti, ma poi acquisto online)
Una ricerca commissionata da Google rivela come un'alta percentuale degli acquirenti faccia uso dello
smartphone dentro il negozio soprattutto per l'acquisto di elettrodomestici, generi alimentari, prodotti di
elettronica o dedicati alla cura dei bambini
Il rapporto tra showrooming e infocommerce (% rispondere motto • abbastanza • Base lAhzzaton internet) •
Mi capita di andare a vedere sul punto vendita un prodotto ma poi di acquistarlo su internet •Cerco
informazioni su internet ma poi acquisto in un punto vendita
Fonte:'Osservatorio Multicanalità, È il momento di osare, Rapporto 2013'
Utilizzo dello smartphone in-store per qualsiasi attività commerciale
Fonte: 'Mobile in store research', Google
21/10/2014
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Raddoppiano le vendite via Smartphone, che, con quelle via Tablet, incidono per il 20% dell'eCommerce. Tra
i settori che hanno registrato gli incrementi più elevati ci sono Editoria (+34%), Informatica ed elettronica di
consumo (+31%) e Abbigliamento (+25%).La penetrazione dell'eCommerce sul totale vendite retail
nell'Editoria passa così dal 4 al 7%, nell'Informatica cresce dal 7,5 al 10,5% e nell'Abbigliamento passa dal
2,9 a quasi il 4%. L'eCommerce B2c in Italia cresce del 17% nel 2014 e il valore delle vendite raggiunge
quota 13,3 miliardi di euro. Questi i dati dell'Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of
Management del Politecnico di Milano e da Netcomm. Le startup eCommerce in fermento: sono 1000 quelle
finanziate, di cui 54 italiane, soprattutto nell'Abbigliamento, nell'Arredamento e Design, e nel Food&Wine .
Continua la crescita dell'eCommerce B2c in Italia: +17% se consideriamo le vendite da siti italiani (verso
consumatori italiani e stranieri), per un valore complessivo di 13,3 miliardi di euro, e +16% se consideriamo
gli acquisti dei clienti italiani (da siti italiani e da siti stranieri), per un valore totale di 14,6 miliardi di euro. Il
valore dell'eCommerce passa così dal 2,6 al 3,5% del totale vendite retail e cresce significativamente la
penetrazione in diversi settori merceologici: nell'Editoria dal 4 al 7%, nell'Informatica dal 7,5 al 10,5% e
nell'Abbigliamento dal 2,9 a quasi il 4%. I device mobili sono sempre più protagonisti: le vendite via
Smartphone registrano un incremento del 100% nel 2014 e superano gli 1,2 miliardi di euro, pari al 9% dell'
eCommerce complessivo. Se si aggiungono quelle via Tablet, l'incidenza delle vendite da dispositivi mobili
raggiunge il 20% del totale eCommerce. Sono questi i principali numeri presentati dall'Osservatorio
eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm al convegno
intitolato "L'eCommerce B2c in Italia: le Dot Com corrono, i retailer rincorrono".* "L'eCommerce nel nostro
Paese è sempre più appannaggio delle Dot Com - prevalentemente straniere (come ad esempio Amazon,
Booking.com, eBay, Expedia, Privalia, vente-privee.com), ma anche italiane (ad esempio Banzai e YOOX
Group) - che complessivamente pesano per il 54% delle vendite (oltre il 70% se consideriamo solo i comparti
di prodotto )", afferma Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio eCommerce B2c di
Politecnico di Milano e Netcomm. " Questa percentuale, non negativa di per sé, mette però in luce le
debolezze degli operatori tradizionali (produttori e retailer), che ancora stentano a interpretare l'online come
un reale canale alternativo e che per questo non riescono a giocare un ruolo da protagonisti come è invece
avvenuto in molti mercati occidentali. Nonostante oltre 30 nuovi ingressi online tra gli operatori tradizionali nei
diversi comparti merceologici, vediamo molto spesso un approccio poco convinto, volto più a enfatizzare i
limiti dell'eCommerce rispetto al business tradizionale piuttosto che a coglierne pienamente le potenzialità. "
Nell'ultimo anno, in Italia, gli acquirenti online hanno superato i 16 milioni. Gli acquirenti abituali - ossia quelli
che effettuano almeno un acquisto al mese - sono circa 10 milioni e generano il 90% circa del valore dell'eCommerce B2c, mentre quelli sporadici sono 6 milioni. In media spendono 1000 € all'anno. Se confrontiamo i
nostri 16 milioni di acquirenti con i web shopper dei principali mercati eCommerce europei non riscontriamo
valori di spesa annua molto differenti: 1.100 euro/anno per quelli tedeschi, 1.000 euro/anno per i francesi e
700 euro/anno per gli spagnoli. Solo gli inglesi fanno registrare un valore degli acquisti annui decisamente
superiore con quasi 2.000 euro all'anno. Resta ancora differente la numerosità: in UK i web shopper sono 39
milioni, in Germania 44 e in Francia 29, ossia rispettivamente il 78, il 74 e il 59% degli Internet User. "Anche
nel 2014" , afferma Riccardo Mangiaracina (nella foto), Responsabile della ricerca dell'Osservatorio
eCommerce B2c del Politecnico di Milano, " l'analisi condotta attraverso le interviste agli operatori di
eCommerce italiani conferma che il fattore determinante nell'indurre i web shopper all'acquisto online è il
vantaggio di prezzo nei confronti dei canali tradizionali. La forte sensibilità dei clienti al prezzo ha come ovvia
conseguenza una competizione molto agguerrita, potenzialmente pericolosa per la sostenibilità del business
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Agli italiani piace l' eCommerce via Smartphone: +100% le vendite nel
2014, oltre 1,2 mld
21/10/2014
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di molti operatori, che si sono quindi attivati per introdurre elementi di differenziazione del servizio, più efficaci
sia nel creare fidelizzazione sia nel preservare marginalità adeguate. Si stanno quindi migliorando
progressivamente le prestazioni di consegna, attraverso servizi aggiuntivi come la consegna su
appuntamento, e si offrono modalità di acquisto sempre più personalizzate e su misura per il cliente." " Gli
eShopper non solo stanno crescendo, ma si stanno evolvendo. Siamo di fronte alla nascita di un nuovo tipo
di cliente: Il 'Superconsumatore'" afferma Roberto Liscia, presidente di Netcomm. "Il Consumatore, infatti, è
profondamento diverso dal passato: ha preso il pieno controllo del processo di acquisto per soddisfare i suoi
bisogni. Non solo acquista online, ma utilizza il web per effettuare acquisti tradizionali consapevoli. Il suo
comportamento multicanale da per scontato che, in qualsiasi momento della giornata, egli possa accedere
alle informazioni a lui utili attraverso tutti i mezzi, dallo Smartphone ad una vetrina di un negozio in strada
abilitata ad essere un touch screen e che, nel contempo, possa effettuare l'acquisto dagli stessi mezzi ". Il
mercato Le vendite da siti italiani - 13,3 miliardi di euro nel 2014 - hanno fatto registrare una crescita pari a
circa 2 miliardi di euro, riconducibile per il 70% alla vendita di prodotti e per il 30% alla vendita di servizi. Tra i
comparti di prodotto spiccano Abbigliamento e Informatica ed Elettronica di consumo, che contribuiscono alla
crescita complessiva con circa 350 milioni di euro ciascuno. Tra i servizi emerge ancora il Turismo, a cui è
riconducibile un quarto della crescita totale, mentre restano sostanzialmente stabili gli altri settori
(Assicurazioni, Ricariche telefoniche, Biglietteria per eventi e i servizi venduti attraverso i siti di Couponing). Il
risultato di queste dinamiche è nel 2014 un incremento del peso dei prodotti sul totale eCommerce dal 40 al
45%, un passo importante verso la parità con i servizi, attesa a questo punto per il 2015. Il paniere dell'
eCommerce italiano si sta quindi lentamente conformando a quello rilevato nei principali mercati stranieri,
dove i comparti di prodotto hanno un peso più elevato rispetto ai servizi: si va dal 65% di UK e USA, al 75%
circa di Francia e Germania fino all'80% di Cina e Corea del Sud. Il valore del mercato eCommerce italiano
(acquisti dei consumatori italiani da siti italiani ed esteri) pari a 14,6 miliardi di euro e in crescita del 16%
rispetto al 2013, porta la penetrazione dell'online a oltre il 3,5% del totale vendite retail. Cresce in modo
considerevole il tasso di penetrazione dei comparti Informatica ed Elettronica di consumo (dal 7,5 al 10,5%),
Editoria (dal 4 al 7%) e Abbigliamento (dal 2,9 a quasi il 4%), grazie ad una crescita delle vendite
rispettivamente pari al 31, 34 e 25%. Nei servizi, la penetrazione media resta intorno all'8%, senza variazioni
significative rispetto al 2013. Nel 2014 inizia a essere rilevante anche il contributo di alcuni comparti, poco
significativi in passato, ma con un potenziale online notevole. In primis segnaliamo il Food&Wine
'gastronomico', che nel 2014 vale oltre 200 milioni di euro, in crescita del 30%, c'è poi l'Arredamento, che vale
oltre 130 milioni di euro, in crescita del 100%, infine segnaliamo la Profumeria e cosmetica che nel 2014
raggiunge 40 milioni di euro, in crescita del 25%. Nel 2014 anche il Grocery (inteso come spesa da
supermercato) fa qualche passo in avanti. Il valore complessivo del mercato cresce del 18% e raggiunge 160
milioni di euro, per un'incidenza sul totale vendite retail ancora trascurabile (0,1%). L'Export L'Export dell'
eCommerce B2c italiano cresce del 24% e supera i 2,5 miliardi di euro. Le esportazioni valgono quindi un
quinto delle vendite da siti italiani e sono imputabili per oltre il 50% al Turismo, grazie prevalentemente agli
operatori del trasporto e ai portali di hotel, e per circa un terzo all'Abbigliamento grazie a operatori con
spiccata vocazione internazionale e ai produttori I principali mercati di sbocco restano quelli occidentali
(Europa e USA) con l'aggiunta del Giappone e la Russia. Restano sostanzialmente non aggrediti gli altri
mercati, come ad esempio Cina e Sudamerica (Brasile in primis), e quasi assenti gli altri settori merceologici,
come ad esempio il Food&Wine e il Design nonostante le interessanti potenzialità. Suddivisione dell'offerta
tra DotCom e retailer Le Dot Com trainano la crescita dell'eCommerce e, soprattutto nei comparti di prodotto,
acquisiscono una posizione dominante rispetto ai retailer. Le Dot Com incluse nella lista dei primi 20 player
dell'eCommerce italiano (ad esempio Amazon, eBay, Expedia) generano da sole più di metà dell'intera
crescita, grazie ad un aumento del 22% rispetto al 2013 (superiore alla media del mercato). Le Dot Com
arrivano così a pesare per il 54% delle vendite. Il restante 46%, appannaggio delle imprese tradizionali, è in
realtà in gran parte costituito dal contributo delle imprese produttrici di servizi che da sole pesano per il 32%
21/10/2014
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
delle vendite da siti italiani. Il peso dei produttori (di prodotti) e dei retailer tradizionali è quindi ridotto al 14%.
Analizzando le sole vendite di prodotti, infatti, il peso delle Dot Com supera il 70%, con produttori e retailer
tradizionali che contribuiscono per meno di un terzo del valore totale. Non è tuttavia facile per le grandi Dot
Com coniugare leadership di gamma, prezzo e servizio con marginalità positive: su dieci Dot Com analizzate,
solo tre hanno registrato un utile sempre positivo negli ultimi tre esercizi. Anche nel 2014 ben 30 importanti
imprese tradizionali hanno attivato un sito di eCommerce. Molte nell'Abbigliamento e negli accessori,
comparto in cui la sensibilità nei confronti dell'eCommerce è ormai particolarmente elevata. Nel 2014 la
percentuale di insegne della grande distribuzione con un sito di eCommerce in ambito non food sale al 55%
(era il 53% nel 2013) e in ambito food al 10% (8% nel 2013). Una quota importante (30% circa dei brand
tradizionali - produttori e retailer - con un sito di eCommerce) si è rivolta ad un service provider completo, in
grado di offrire lo sviluppo del sito, la gestione della comunicazione e i servizi logistici. " Questo approccio, di
per sé positivo, avviene molto spesso con aspettative errate da parte dei brand che attribuiscono al canale
online capacità di generazione del fatturato ben oltre le sue reali potenzialità e trascurano invece la
progettazione di iniziative volte a sfruttare al meglio la multicanalità " afferma Alessandro Perego. " Per i
grandi brand è difficile, come dimostrato dai numeri, essere concorrenziali rispetto alle Dot Com, se la
competizione avviene puramente online (logiche di pricing differenti, gamma prodotti non comparabile,
investimenti e abilità in comunicazione online assai diverse, usabilità e soprattutto continuo sviluppo del sito
non paragonabili). Aggiunge Alessandro Perego: "A nostro avviso, quindi, la strategia dovrebbe essere
quella della progettazione integrata dei percorsi multicanale, volta a sfruttare al massimo il reale asset
differenziale degli operatori tradizionali, ossia lo store . In questa direzione, anche lo Smartphone avrà un
ruolo sempre più significativo nell'unire il mondo fisico con quello digitale". Startup Una rilevante spinta
innovativa per il settore sta arrivando dalle Startup: sono ben 1000 quelle finanziate e di queste 54 sono
italiane. Operano sia per colmare una reale mancanza di offerta online sia per migliorare il processo di
vendita. Sono infatti due le iniziative identificate: i "merchant", ossia operatori che vendono online prodotti o
servizi, e i "service provider", ossia aziende che offrono ai merchant soluzioni di supporto all'attività
eCommerce. La loro attività si sta focalizzando su 4 obiettivi: rendere il processo eCommerce più multicanale
(con un'integrazione dei diversi canali/device in grado di offrire agli utenti un'esperienza di acquisto geolocalizzata e personalizzata), più semplice (agendo sulla customer journey offerta), più rapido (in ottica di
one-click buy) e con una miglior customer experience (offrendo servizi a valore aggiunto e garantendo
supporto lungo l'intero processo di interazione azienda-consumatore). Le startup Merchant sono
maggiormente concentrate nei settori Abbigliamento (30%), Arredamento e Design (10%), Food&Wine (8%)
e Turismo e trasporti (7%). Altri comparti molto attivi sono la Ristorazione, i Prodotti per l'infanzia, la
Cosmetica e il Ticketing. * L'edizione 2014 dell'Osservatorio eCommerce B2c è realizzata con il supporto di
Accenture, Amadeus Italia, Banca Sella, BizUp, BRT Corriere Espresso, CartaSi, Dynatrace, eBay, FACTFinder, hybris software, IBM, Intesa Sanpaolo, Nexive, PayPal, SDA Express Courier - Gruppo Poste Italiane,
SIA; Compass, GS1 Italy | Indicod-Ecr, Telecom Italia EC
22/10/2014
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Nella sua rubrica Pasquale Diaferia riflette sul ruolo delle marche e dei comunicatori prendendo a modello
l'intervento di Vileda che, sollecitata via twitter da due professioniste di Genova e Parma, hanno inviato alle
due città in difficoltà per gli allagamenti, una dotazione di strumenti per effettuare i lavori. "Tutto questo è
avvenuto nel silenzio più totale dei professionisti della comunicazione nazionale. Il problema sta nella bassa
reputazione dei player del mercato della comunicazione, che hanno perso il loro ruolo di saggi ed efficaci
strateghi. Il problema sta in un mondo di comunicatori che ancora parlano solo tra di loro, e pensano di
essere rilevanti perché si applaudono a vicenda. Senza vedere, come la politica e le istituzioni, che la gente
fa da sé. E compra altro". Cara Marca, benvenuta nel Terzo Millennio. Se ancora non te ne sei accorta, non
basta più l'invasivo Interruption Marketing, Non basta più il Finto Marketing Relazionale. Ormai, i consumatori,
o li tratti come cittadini, come esseri umani pensanti, come clienti intelligenti, o sei destinata a diventare
irrilevante, marginale, dimenticata, in questo mondo cinico, iperconnesso, ultrarapido. Prendi ad esempio,
quello che è successo la scorsa settimana. Dopo la tragedia degli allagamenti a Genova, la gente non è stata
ad aspettare le Istituzioni, che come le marche sono in crisi perché sono lontane, mute e cieche. Ragazzi e
ragazze, uomini e donne, sono scesi in strada a spalare, meritandosi l'appellativo "Angeli del Fango". Alcuni, i
volontari fisici, usavano le mani. Altri, i volontari digitali, cominciavano ad esercitare la loro influenza,
altrettanto forte e proveniente dal basso. Cristiana Solinas, giovane professionista ligure, ha aiutato il
coordinamento degli angeli via twitter. Ha lanciato appelli, attraverso il suo account Genova4Tourist. Ha
chiamato in causa una marca molto precisa, Vileda, parte di una multinazionale, che ha nel suo portafoglio
prodotti proprio come quei guanti, quegli stracci, quei mocio che servivano ai volontari. Quattro ore e tac, il
tweet di risposta. Un giorno, e gli scatoloni erano sotto la Lanterna. Nel frattempo, visto che anche Parma era
andata sott'acqua, un'altra giovane comunicatrice ha ripetuto il tweet in chiave emiliana. Stessa reazione del
Social Media Manager dell'azienda. Lunedì gli scatoloni sono stati consegnati anche a Viadana. E nel
frattempo, un'altra azienda, più piccola, ha offerto agli angeli i suoi prodotti via tweet. E così via. Inutile
segnalare l'incredibile risultato di reputazione per Vileda, in seguito alle numerose riprese su tutti i social
network. Un valore per la marca che va enormemente al di là del costo del materiale inviato. Altrettanto inutile
sottolineare che tutto questo è avvenuto nel silenzio più totale dei professionisti della comunicazione
nazionale. Nonostante avvenisse in giorni lavorativi, nessuna agenzia si è posta il problema. Nessun
professionista ha pensato di mettere le sue capacità al servizio di qualcuno o qualcosa. Nessuna
associazione ha colto la necessità di mettere in contatto aziende e volontari, attorno ad un evento che prima
che di cronaca è di attualità civile. Questo è il passaggio decisivo. Nessun operatore ha ancora capito che se
è vero che la crisi nasce dal fatto che se il mondo è cambiato, è necessario cambiare il modo di fare questo
lavoro. Quando continuiamo a parlare dell'advertising civile e portiamo esempi concreti come questi, molti
sorridono pensando che si tratti di attività senza ritorni immediati, o addirittura senza futuro. La verità è che
da oggi le agenzie di comunicazione, analogiche o digitali, verranno esaminate: in Vileda come in tutte le altre
aziende, le antiche modalità saranno analizzate in modo diverso, più scettico e più moderno. E forse tutto
quello che sta fuori dalla Industry della comunicazione, da domani sarà preso in considerazione con
attenzione diversa. Il problema, come dicevamo già qualche mese fa, non viene dalla immediatezza del
digitale e dai social network, o dai servizi di crowdsourcing a basso costo di Zooppa o di LogoGratis.
Il problema sta nella bassa reputazione dei player del mercato della comunicazione, che hanno perso il loro
ruolo di saggi ed efficaci strateghi. Il problema sta in un mondo di comunicatori che ancora parlano solo tra di
loro, e pensano di essere rilevanti perché si applaudono a vicenda. Senza vedere, come la politica e le
istituzioni, che la gente fa da sé. E compra altro. Altri Amministratori. Altri Politici. Soprattutto altre Marche.
(pasquale diaferia Twitter @pipiccola)
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Space Available Here. 'I Guanti degli Angeli'
22/10/2014
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L'azienda specializzata nell'offerta di servizi cloud elenca una serie di best practice per le aziende che
desiderano cogliere tutte le opportunità del prossimo Natale 2.0: comprendere la modalità di accesso al sito
da parte degli utenti e adottare la loro prospettiva; ottimizzare l'infrastruttura di rete dello store online; essere
veloci; preparare un piano B; non tralasciare la questione sicurezza. Il Natale 2013 si è distinto per accessi
record ai siti web dei maggiori retailer online da parte degli utenti in tutto il mondo. La parte del leone l'ha fatta
il mobile, con un acquisto su otto effettuato da dispositivi quali smartphone e tablet. Con un aumento del 68%
rispetto all'anno precedente, l'Europa è stata l'area geografica che ha registrato il maggior tasso di
incremento per lo shopping via mobile, superiore anche ai mercati Usa e asiatici. Come ovvio, un mercato
in crescita come quello europeo da un lato attrae investimenti da altre regioni e dall'altro favorisce
l'espansione all'estero dei business locali. Il risultato? Più concorrenza e una forte spinta alla globalizzazione
offrono ai clienti più scelta e maggiore potere d'acquisto, ma anche un calo della fedeltà di marca, oggi ai
minimi storici: il 60% dei acquirenti online dichiara infatti di non aver nessun problema a cambiare brand. In
questo scenario, le vendite online si prospettano rosee anche per il prossimo Natale, ma i retailer devono
attuare le giuste strategie per riuscire ad emergere su una concorrenza ogni giorno più agguerrita e per
attrarre consumatori sempre meno fedeli. Per cogliere le opportunità offerte dall'e-commerce natalizio, i
retailer dovranno dunque fornire ai potenziali clienti esperienze online di assoluta qualità, in grado di tradursi
in acquisti e ulteriori visite al sito. Luca Collacciani, regional manager per l'Italia di Akamai, elenca di seguito
una serie di best practice per le aziende che desiderano cogliere tutte le opportunità del prossimo Natale 2.0:
1. Comprendere la modalità di accesso al sito da parte degli utenti e adottare la loro prospettiva Conoscete
la modalità di accesso preferenziale dei vostri clienti al vostro sito? Qual è il traffico che converte di più? Quali
dispositivi e quali reti utilizzano i clienti? Quali piattaforme e browser? Non è possibile offrire esperienze
ottimali se non vengono analizzati i diversi percorsi dei visitatori verso il sito web aziendale. Una volta
verificate queste modalità, dovrete cercare di "vedere" l'esperienza di navigazione e d'acquisto con gli occhi
dei consumatori. Cercate di immaginare a cosa assomiglia l'esperienza dell'utente finale sul vostro sito e
confrontatela con quella offerta dalla concorrenza o dai leader di mercato. Ricordate che ciò che non può
essere misurato, non può essere ottimizzato. Sfruttate i molti strumenti di monitoraggio in tempo reale degli
utenti e di analytics disponibili sul mercato per ottimizzare e perfezionare le applicazioni web per ottenere
prestazioni migliori. 2. Ottimizzare l'infrastruttura di rete dello store online Reti mal configurate spesso
comportano elevati tempi di latenza e bassa capacità di banda, con conseguente impatto negativo anche sull'
eCommerce, poiché limitano i consumatori nel confronto rapido dei prezzi, nella consultazione delle
recensioni online e nella condivisione dell'esperienza d'acquisto. Spesso, la causa di queste lentezze va
ricercata nell'architettura di rete e nella tipologia di connessione disponibile a supporto del vostro sito e in
negozio. I clienti, infatti, si informano e acquistano attraverso diversi canali: dai loro dispositivi mobili, dai
totem multimediali o dai tablet presenti in negozio. Siamo ormai nell'era dell'omnicanalità e questi canali
fanno tutti parte della brand experience: nessuno può essere sottovalutato. 3. Veloce, veloce, veloce Mai far
aspettare i consumatori. Non importa quali siano le condizioni del traffico online o la modalità d'accesso
dell'utente finale. Portate i contenuti il più vicino possibile agli utenti. Più vicino uguale più veloce. Per i
contenuti che possono risiedere solo all'origine - cioè presso i vostri data center o un provider cloud assicuratevi comunque di poter accelerare la comunicazione tra voi e l'utente. Analizzate con cura i
componenti dell'applicazione per vedere se potete ridurre il numero di richieste che invia alla rete o la
quantità di byte trasferiti. 4. Preparare un piano B Effettuate test per essere sicuri di essere pronti a gestire i
picchi di traffico, ricordando che quelli che vi troverete sperabilmente ad affrontare durante il periodo natalizio
sono nulla al confronto di quello che può fare un hacker al vostro sito web per renderlo inaccessibile. Per
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Akamai, 5 consigli per un e-commerce sicuro e di successo
22/10/2014
ADV Express
Sito Web
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
prepararvi anche a questa tipologia di attacchi (attacchi DDoS - Distributed Denial of Service) valutate il
traffico e chiedete al dipartimento IT di aggiornarvi sullo stato dei sistemi di mitigazione delle minacce
utilizzati in azienda: marketing e IT devo collaborare per poter garantire ai clienti un'esperienza eCommerce
ottimale. Per ultimo, non dimenticate di aggiornare il firewall o di valutare una soluzione cloud per la sicurezza
che offra protezione per attacchi ancora più potenti. 5. Non tralasciare la questione sicurezza Gli hacker
cercheranno di sfruttare il traffico del periodo natalizio per eludere i firewall che proteggono le applicazioni:
assicuratevi che le regole del firewall aziendali siano aggiornate. Inoltre, eseguite una scansione del vostro
sito web per scovare eventuali nuove vulnerabilità. Nulla di quello che è stato suggerito è difficile da
implementare; tuttavia, solo le giuste risorse e la giusta preparazione permetteranno di cogliere tutte le
opportunità per una stagione natalizia sicura e di successo. MG
22/10/2014
ADV Express
Sito Web
Targeting più specifico, accesso a un ampio bacino, ottimizzazione delle campagne in tempo reale, creatività
personalizzate, performance migliori, trasparenza, risparmio di tempo per concentrarsi maggiormente sulla
strategia e controllo dei parametri della campagna, adattandoli in tempo reale. Questi i plus del RTB
evidenziati dalla struttura. Attraverso 8 punti, Tradelab fornisce una panoramica completa di tutti i plus che
porta con sé il Real Time Bidding. In particolare, si evidenziano i principali vantaggi legati ai concetti di:
targeting più specifico, accesso a un ampio bacino, ottimizzazione delle campagne in tempo reale,
creatività personalizzate, performance migliori, trasparenza, risparmio di tempo per concentrarsi
maggiormente sulla strategia e controllo dei parametri della campagna, adattandoli in tempo reale. Tradelab
ha sintetizzato in questo documento i principali punti che possono creare valore aggiunto alle campagne degli
advertiser, migliorando così le performance. (In allegato la grafica) EC
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Tradelab rivela i vantaggi del Real Time Bidding
22/10/2014
ADV Express
Sito Web
Makeitapp (www.makeitapp.com/it), azienda specializzata nella realizzazione di app native per iPhone e
Android, lancia la prima piattaforma italiana di proximity marketing "su misura" anche per le esigenze e i
budget delle piccole e medie imprese. Il funzionamento della nuova piattaforma si basa su "ingredienti"
semplici: una brandedApp e dei dispositivi iBeacon, dei radiofari Bluetooth che inviano un segnale constante
agli smartphone nelle vicinanze. Makeitapp (www.makeitapp.com/it), azienda specializzata nella
realizzazione di app native per iPhone e Android, lancia la prima piattaforma italiana di proximity marketing
"su misura" anche per le esigenze e i budget delle piccole e medie imprese. La piattaforma Makeitapp si
caratterizza per l'integrazione del nuovo standard Apple iBeacon, una delle novità di punta del sistema
operativo iOS 8 per iPhone e iPad, ed è tra le prime ad averlo reso compatibile con i dispositivi Android. La
soluzione si articola in una app "iBeacon ready" completamente personalizzata, un CMS per la gestione dei
contenuti e un sistema di proximity marketing integrato, corredato di uno strumento di analytics. Grazie a
Makeitapp, non solo i big brand ma anche le piccole e medie imprese potranno sfruttare azioni di marketing di
prossimità, efficaci e misurabili, per raggiungere tutti i consumatori in possesso di uno smartphone (66,6%
della popolazione tra i 16 e i 54 anni, secondo i dati Nielsen "THE MOBILE CONSUMER A GLOBAL
SNAPSHOT " Febbraio 2013, riproporzionato su dati ISTAT ). Il funzionamento della nuova piattaforma si
basa su "ingredienti" semplici: una brandedApp e dei dispositivi iBeacon, dei radiofari Bluetooth che inviano
un segnale constante agli smartphone nelle vicinanze. Una volta che uno smartphone rileva un segnale
trasmeso da un iBeacon (in assenza di ostacoli può arrivare fino a un massimo di 70 metri), si attivano
meccanismi di "trigger" e localizzazione che fanno comparire sul display del dispositivo contenuti rilevanti e
offerte speciali. Lo spazio che circonda l'utente si trasforma in un luogo interattivo: è l'ambiente stesso, in
base alla posizione del cliente, a fornire le informazioni e i contenuti desiderati. In altre parole, grazie a un
sistema di notifiche in prossimità, diventa possibile invitare un passante a entrare nel punto vendita per
visionare i nuovi articoli, aiutarlo a scegliere mostrandogli un catalogo interattivo quando è davanti ai prodotti
e incoraggiarlo ad acquistare subito proponendo un voucher di sconto temporale. Si possono fidelizzare i
clienti regalandogli dei punti fedeltà ogni volta che visitano l'attività o condividono eventi e offerte con gli amici
sui social network. Il sistema inoltre raccoglie preziosi dati sul comportamento, utili all'azienda per analizzare
l'andamento della promozione e valutare l'efficacia dell'esposizione nel punto vendita. In aggiunta, le app
create da Makeitapp possono interagire con qualsiasi oggetto - dai cartelli al packaging - attraverso Tag NFC
o QR-Code che attivano collegamenti a contenuti multimediali di approfondimento. Gli ambiti di applicazione
della nuova piattaforma non sono limitati al settore retail, ma spaziano dal turismo alla cultura, dagli eventi
all'ho.re.ca, passando per il wellness e l'health care, solo per citarne alcuni. "Abbiamo realizzato questo
prodotto pensando inizialmente alle esigenze delle piccole e medie imprese mantenendolo però scalabile,
flessibile e personalizzabile, adatto quindi anche alle grandi multinazionali. La finalità è stata quella di creare
una piattaforma che consentisse la produzione di app di qualità, con interfaccia grafica e di navigazione
personalizzata e dotate di funzioni adatte alle esigenze più specifiche, rendendo allo stesso tempo possibile
la realizzazione in tempi brevi, in media 20 giorni, e a costi sostenibili." - dichiara Flavio Piccioni (foto 1), CEO
di MakeIitApp - "Dopo due anni e mezzo di sviluppo abbiamo arricchito l'offerta, rilasciando un framework di
proximity marketing unico nel suo genere, integrato con le molteplici funzioni disponibili sulla piattaforma
(couponing, m-commerce, loyaty, sociali engagemente, conteuti multimediali, sistemi di prenotazone e
pagamento). Il prodotto si rivolge alle medie imprese ma, al tempo stesso, permette a quelle più piccole di
usufruire dell'innovazione realizzata". "Il carattere distintivo della nostra piattaforma è la sua versatilità" aggiunge Aurelio Muccio (foto 2), Co-Fondatore di MakeIitApp, nonché Responsabile dell'ideazione del
prodotto e del coordinamento del team di sviluppo. "Questo ci permette di fornire un prodotto out of the
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Con MakeItApp il proximity marketing alla portata di tutti
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ADV Express
Sito Web
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
boxper le esigenze più semplici, ma al tempo stesso consente l'integrazione con complesse
realtà preesistenti, come ad esempio sistemi di CRM, e-commerce e business intelligence, posizionando la
nostra azienda anche come integrator partner".
22/10/2014
ADV Express
Sito Web
I ricavi netti consolidati del Gruppo, pari a 471,2 mln, registrano un calo dell'8,1% rispetto ai primi nove mesi
del 2013 ( 512,6 mln). La stampa segna un decremento della raccolta pubblicitaria del 10,5%. La raccolta
internet, radio e tv, è in linea con quella del corrispondente periodo dell'esercizio precedente. Si è riunito
oggi a Roma, presieduto da Carlo De Benedetti (in foto), il Consiglio di Amministrazione di Gruppo Editoriale
L'Espresso che ha approvato i risultati consolidati al 30 settembre 2014 presentati dall'Amministratore
Delegato Monica Mondardini. Come si legge nel comunicato stampa, malgrado le evoluzioni negative del
mercato, che incidono significativamente sui ricavi, il Gruppo ha chiuso i primi nove mesi del 2014 con un
risultato positivo ed in linea con quello del corrispondente periodo dell'esercizio precedente. Va considerato
che a seguito dell'integrazione delle attività di operatori di rete in Persidera, il perimetro di consolidamento
risulta variato. I ricavi netti consolidati del Gruppo, pari a 471,2 mln, registrano un calo dell'8,1% rispetto ai
primi nove mesi del 2013 ( 512,6 mln). I ricavi diffusionali, pari a 175,8 mln, mostrano una flessione del 6,3%
rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio precedente (187,7 mln), in un mercato che, come sopra
riportato, continua a registrare una significativa riduzione delle diffusioni dei quotidiani (-11,5%) Sulla base
degli ultimi dati ADS (Agosto 2014), la Repubblica si riconferma quale primo quotidiano d'informazione per
copie vendute in edicola, abbonamenti e altri canali di legge, e, sulla base dei dati Audipress, quale primo
giornale nell'edizione tradizionale per numero di lettori. Prosegue, inoltre, lo sviluppo degli abbonamenti ai
prodotti digitali del quotidiano (Repubblica+ e Repubblica Mobile): gli abbonati medi dei primi nove mesi sono
in aumento del 10% rispetto all'equivalente periodo del 2013 e a fine settembre ammontano a circa 76 mila. I
quotidiani locali hanno registrato un andamento delle diffusioni migliore di quello settoriale e, anche per essi,
si registra un progressivo incremento delle copie digitali, per quanto esse risultino meno significative di quelle
del quotidiano nazionale. Complessivamente il Gruppo a fine settembre ha superato i 100 mila abbonati alle
edizioni digitali delle sue testate giornalistiche. I ricavi pubblicitari sui mezzi del Gruppo hanno registrato un
calo del 7,7% (-9,3% se si includono anche le concessioni di terzi, in seguito alle discontinuità di perimetro).
Per settore, la stampa registra un decremento della raccolta pubblicitaria del 10,5%, in linea con l'andamento
dell'intero comparto. La raccolta sui restanti mezzi, internet, radio e tv, è sostanzialmente in linea con quella
del corrispondente periodo dell'esercizio precedente. Si segnala, in particolare, l'ottimo andamento di
Repubblica.it, la cui Total Digital Audience media nel periodo gennaio - luglio, secondo la nuova rilevazione
Audiweb, ammonta a 1,7 milioni di utenti unici giornalieri, confermandone la leadership tra i siti d'informazione
italiani con un distacco del 38% sul secondo sito; significativo anche lo sviluppo dell'audience dei siti dei
quotidiani locali (+17% sul solo PC), con una Total Digital Audience media nel periodo gennaio - luglio di 403
mila utenti unici giornalieri. I costi registrano una riduzione del 7,7% sostanzialmente equivalente a quella dei
ricavi; sono diminuiti in particolare i costi fissi industriali, grazie al proseguimento delle attività di
riorganizzazione della struttura produttiva del Gruppo, i costi di distribuzione, per la razionalizzazione operata
sui trasporti, ed i costi di gestione e amministrazione principalmente per le misure adottate per il
contenimento del costo del lavoro. Il margine operativo lordo consolidato è pari a 41,5 mln, in leggero
miglioramento rispetto ai 38,4 mln del corrispondente periodo del 2013. Il risultato operativo consolidato è
pari a 26,1 mln, in lieve crescita rispetto ai 22,8 mln del corrispondente periodo dell'esercizio precedente. Il
risultato netto consolidato, a perimetro omogeneo, riporta un utile di 4,9 mln, contro 3,9 mln nei primi nove
mesi del 2013. Includendo anche le attività cedute, il risultato netto è pari a 4,6 mln rispetto ai 4,5 mln del
corrispondente periodo dell'esercizio precedente. L'indebitamento finanziario netto consolidato, pari a 44,8
mln al 30 settembre 2014, mostra un'ulteriore riduzione rispetto ai 73,5 mln di fine 2013 e ai 61,7 mln al 30
settembre 2013; l'avanzo finanziario del periodo è stato di 28,7 mln. L'organico del Gruppo, inclusi i contratti
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Gruppo Espresso: nei primi nove mesi utile stabile a 4,6 milioni, ricavi a 8%. Pubblicità a -7,7%
22/10/2014
ADV Express
Sito Web
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
a termine, ammonta a fine settembre a 2.373 dipendenti e l'organico medio del periodo, a perimetro
omogeneo, è inferiore del 4,1% rispetto ai primi nove mesi del 2013. EC
22/10/2014
ADV Express
Sito Web
L'accordo prevede la presenza sul sito dei video-tutorial della make-up artist. Banzai gestirà in esclusiva la
raccolta pubblicitaria di ClioMakeUp sviluppando insieme iniziative speciali rivolte ai clienti pubblicitari. Per
l'occasione il sito ClioMakeUp si rinnova il look. L'agenzia Mutado ha infatti progettato una nuova piattaforma
digitale nel segno dell'integrazione mobile, con l'ambizione di creare un luogo virtuale inclusivo e interattivo.
PianetaDonna, il sito di Banzai sul mondo femminile in Italia, con 8,5 milioni di Utenti mensili (Dati Audiweb
View) e ClioMakeUp, al secolo Clio Zammatteo, la nota make-up artist e personaggio televisivo autrice
di un celebre blog e con quasi un milione di iscritti nei suoi canali Youtube, come già anticipato da
ADVexpress (leggi news), hanno stretto una partnership. PianetaDonna, in virtù di questa partnership,
rafforza il suo presidio nel settore della cosmesi, bellezza e make-up, offrendo alle proprie utenti
l'expertise di Clio, che condividerà con le lettrici del sito numero uno in Italia presso il pubblico femminile i
suoi apprezzati video-tutorial sul make-up e i suoi consigli di bellezza. L'accordo prevede che Banzai
gestirà in esclusiva la raccolta pubblicitaria di ClioMakeUp sviluppando insieme innovative iniziative speciali
rivolte ai clienti pubblicitari. Per l'occasione il sito ClioMakeUp si rinnova il look. L'agenzia Mutado ha infatti
progettato a stretto contatto con ClioMakeUp una nuova piattaforma digitale nel segno dell'integrazione
mobile, con l'ambizione di creare un luogo virtuale inclusivo e interattivo. Il nuovo sito, oltre a un nuovo
layout, offre nuove funzionalità, ottimizzate per ogni tipo di fruizione, in particolare quella da mobile. Banzai e
Clio hanno festeggiato ieri insieme la loro partnership e presentato il nuovo sito, con un evento allo Spazio
Anni Luce di Milano, a cui hanno partecipato oltre duecento fra i principali advertiser e agenzie di
comunicazione. "Quella di Clio è una bella storia, la storia di una ragazza italiana che trova l'America in Italia,
ma che per farlo... ha dovuto appunto emigrare in America. Clio ha cominciato a girare i sui primi video, quasi
per gioco nel 2008, dalla sua cameretta a Brooklyn tramite webcam, mentre imparava il mestiere presso la
scuola professionale per truccatori Make Up Designory di New York", commenta Andrea Santagata,
Amministratore Delegato di Banzai Media, "ma non ha mai smesso di pensare che l'Italia potesse essere il
suo mercato di riferimento, e gli oltre 160 milioni di video visti dal 2008 a oggi le hanno dato ragione. E' una
storia di talento e di tenacia che presenta tanti punti in comune con alcune delle storie di maggior successo di
Banzai. Anche per questo siamo contenti di potere completare grazie a Clio la nostra offerta di contenuti
rivolti all'utenza femminile, in particolare quella di contenuti video, campo nel quale Clio ha dimostrato
originalità ed eccellenza". "Si tratta di una partnership molto importante, che rafforza ulteriormente il
posizionamento e l'offerta di PianetaDonna. Siamo molto orgogliosi di poter offrire al mercato pubblicitario
l'opportunità di pianificare campagne di comunicazione su ClioMakeUp, sito molto apprezzato e noto al
pubblico femminile, oggi ancora più accattivante e coinvolgente, e ricco di oltre 600 produzioni video in
costante aumento" - commenta Giorgio Galantis, Responsabile di Banzai Advertising. "Sono felice di
annunciare l'inizio della collaborazione con Banzai, un partner di alto livello che saprà valorizzare i miei
contenuti e la mia storia al meglio. Oltre alla nuova versione del mio sito, lanciata pochi giorni fa, nelle
prossime settimane attiveremo tanti nuovi ambienti digitali, dove la nostra community potrà partecipare in
prima persona, in un vero e proprio sistema integrato dedicato alla bellezza e alla "femminilità 2.0" - è il
commento di Clio Zammatteo. EC
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
PianetaDonna ancora 'più bello' con ClioMakeUp
22/10/2014
ADV Express
Sito Web
E' quanto è emerso dal convegno The Social tv Opportunity, promosso da Nielsen per tracciare un quadro
dei benefit di Nielsen Twitter Tv Ratings, da poco lanciato anche in Italia, che a settembre ha fatto
registrare 240 mila utenti unici, i quali hanno postato 2 mln e 700 mila tweet.Ne hanno discusso: Francesco
Barbarani, Direttore Area Radio e Web RAI Pubblicità; Luca Bordin, General Manager Media Sales &
Solution Nielsen Italia; Matteo Cardani, Deputy GM Marketing Publitalia; Alessio Gianni, Social Media &
Digital Marketig Director Barilla; Salvatore Ippolito, Country Manager Twitter Italia; Emilio Vignapiano, Social
Media Manager SKY. Nielsen ha organizzato a Milano il convegno The Social tv Opportunity per sondare e
analizzare, con gli esponenti delle principali concessionarie, delle aziende e delle meda company i vantaggi
di Nielsen Twitter TV Ratings, il nuovo strumento di misurazione delle attività totali (tweet, unique author) e
della reach (impression e unique audience) relative ai tweet sui programmi tv, recentemente lanciato anche in
Italia (leggi news), dopo il debutto negli Usa e volto a catturare la social tv audience. Luca Bordin, General
Manager Media Sales & Solution Nielsen Italia, ha fornito i numeri rilevati da NTTR: "A settembre si sono
contati 240 mila utenti unici che hanno postato 2,7 mln di tweet, a cui sono state esposte 220mila persone".
"A ottobre - ha aggiunto il manager - la rilevazione è ancora in corso, ma le prime due settimane hanno
determinato un incremento del 10% dell'audience e un +83% di impression, indice di un engagement in forte
crescita. Record assoluto per la partita Juve - Roma, che ha registrato un'audience di 250 mila persone e 7,5
mln di impression". Andrew Somosi, President Nielsen Social, ha sottolineato che grazie a engagement e
loyalty le marche sfruttando Twitter possono costruire rapporti individuali con gli utenti consumatori. Il 51%
delle persone che twittano sui brand, tra l'altro, sono le stesse che twittano anche su contenti e programmi
della tv. Giovanni Fantasia (nella foto), Ad di Nielsen, ha posto l'accento sul fatto che quando si parla di
fedeltà non si intende solo quella del consumatore verso il brand, ma soprattutto quella del brand verso i
consumatori, coi quali le marche, attraverso i social, devono costruire interazioni personalizzate. Fred
Graver, Creative Lead for Twitter TV ha affermato che la comunicazione via twitter è soprattutto 'live', poiché
tutto su twitter accade in tempo reale, e 'public', perchè non c'è niente tra chi twitta e la 'twittersphere'. Inoltre
il professionista ha evidenziato che il 70% dei tweet è fruito durante la messa in onda dei programmi
televisivi. Citando un'indagine americana, inoltre, Graver ha reso noto che negli Usa il 90% delle persone che
twitta su un brand, successivamente compie azioni concrete verso quello stesso marchio, effettuando
ricerche online o acquistando con l'e-commerce. Graver ha poi ricordato come Nielsen Twitter TV Ratings sia
uno strumento che moltiplica l'efficacia della brand communication perchè la possibilità di misurare
l'engagement degli active users rappresenta un grande valore aggiunto per gli inserzionisti. Tanto che si
riscontra una maggiore propensione a ricordare la pubblicità da parte degli utenti attivi sul social network.
Matteo Cardani, Deputy GM Marketing Publitalia, ha riflettuto sul fatto che i media sono nati social ancor
prima della diffusione dei social network, i quali, da parte loro, twitter in primis, hanno ovviamente amplificato
il fenomeno. Bisogna considerare, osserva Cardani, che non esiste solo l'audience reale rappresentata dai
dati Auditel, ma anche una audience differita, composta, ad esempio, da coloro che si collegano tramite web
e social al sito di un programma come Le Iene generando un enorme traffico nei giorni successivi alla messa
in onda. Emilio Vignapiano, Social Media Manager SKY, ha ricordato gli ottimi risultati registrati da Xfactor in
termini di social tv audience, tanto da aver raccolto 600 mila tweet nelle prime cinque puntate registrate.
Paragonando l'attuale stagione della trasmissione con quella dello scorso anno , si nota una crescita del 42%
dei tweet che rendono Xfactor lo showcon il più alto audience sui social. Salvatore Ippolito, Country Manager
Twitter Italia, ha definito Twitter un ponte che connette gli utenti con i propri interessi. Inoltre ha osservato
come la social brand communication viaTwitter favorisca l'abbattimento dei vecchi antagonismi tra le
discipline della comunicazione on/off, atl/btl, earned/paid. Alessio Gianni, Social Media & Digital Marketig
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Twitter moltiplica l'efficacia della brand communication
22/10/2014
ADV Express
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Director Barilla ha rivelato che Twitter è uno strumento molto importante per l'azienda di Parma perchè aiuta
a conoscere meglio i gusti dei consumatori. Digital strategico anche per Rai Pubblicità, come ha ricordato
Francesco Barbarani, Direttore Area Radio e Web della concessionaria (leggi news).
22/10/2014
ADV Express
Sito Web
Come spiegato ad ADVexpress da Francesco Barbarani, Direttore Area Radio e Web RAI Pubblicità,
nell'ambito del convegno Nielsen The Social tv Opportunity, a trainare la raccolta digital sono mobile adv e
formati video pre roll. La concessionaria prevede una chisura 2014 con una crescita a doppia cifra, con
la possibilità di un ulteriore incremento rispetto al risultato di gennaio -settembre. La strategia è di puntare
sul digital come driver di crescita della raccolta stessa in un'ottica muiltiscreen e multipiattaforma. Nell'ambito
del convegno The Social tv Opportunity, promosso da Nielsen per tracciare un quadro dei benefit di Nielsen
Twitter Tv Ratings (leggi news), ADVexpress ha fatto il punto con Francesco Barbarani, Direttore Area Radio
e Web RAI Pubblicità, che ha anticipato che " a gennaio - settembre la raccolta digitale della concessionaria
cresce a doppia cifra, trainata dal mobile adv e dai formati video pre roll". La concessionaria prevede una
chisura 2014 con una crescita a doppia cifra, con la possibilità di un ulteriore incremento rispetto al risultato di
gennaio -settembre. In generale la strategia, spiega Barbarani, nell'economia complessiva della raccolta
Rai, è di valorizzare il digital come driver di crescita della raccolta stessa in un'ottica muiltiscreen e
multipiattaforma.
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Barbarani (Rai Pubblicità ): "nei primi nove mesi 2014 la raccolta digitale
cresce double digit"
22/10/2014
ADV Express
Sito Web
E' quanto emerge dall'indagine dell'Osservatorio SMAU - School of Management Politecnico di Milano. La
Pubblicità su internet raggiunge per la prima volta i 2 miliardi di euro e cresce del 14%. In occasione di
SMAU Milano 2014, l'Osservatorio SMAU - School of Management Politecnico di Milano ha presentato i
risultati della ricerca sui "Mercati Internet Consumer". Cresce del 15% rispetto al 2013 il valore complessivo
dei mercati Internet consumer in Italia - intesi come tutti quei mercati rivolti al consumatore finale, abilitati
dalla piattaforma Internet, ovvero fruiti tramite Pc/Tablet, Smartphone e Internet Tv. In valore assoluto si
sfiorano i 16 miliardi di Euro, per l'esattezza 15,7 miliardi. Il valore dei mercati online in Italia nel 2014 La
stragrande maggioranza (88%) del valore dei mercati Internet consumer è ancora legata a Pc e Tablet (in
crescita del 10% nel 2014), ma è la componente Smartphone a registrare i tassi di crescita più elevati
(+73%), grazie in particolare al raddoppio delle vendite di prodotti e servizi non digitali (Mobile Commerce). Il
peso dei mercati Internet su Smartphone, che in valore assoluto complessivamente arrivano a superare i 2
miliardi di Euro, passa così dal 9% del 2013 al 12% del 2014. Ancora irrilevante, invece, il ruolo delle Internet
Tv, nonostante la sempre maggiore diffusione di schermi che portano Internet sul televisore di casa. La
dinamica dei mercati Internet consumer è legata a tutti i comparti di riferimento, che continuano a crescere a
due cifre: eCommerce (+16%), Pubblicità su Internet (+14%) e Contenuti/servizi Internet (+11%) - afferma
Andrea Rangone (nella foto), Coordinatore degli Osservatori della School of Management del Politecnico di
Milano. Ed, in particolare, a trainare la crescita sono le componenti più innovative della rete, quali i nuovi
device, le Applicazioni, i Social Network e i Video. eCommerce B2c 'eCommerce B2c, inteso come il valore
degli acquisti online di prodotti e servizi non digitali da parte dei consumatori italiani, nel 2014 arriva a 11,7
miliardi di Euro (Iva esclusa), in crescita del 16% rispetto ai valori del 2013. Sul totale mercati Internet, il peso
dell'eCommerce B2c è pari al 75%. Oltre il 90% del mercato eCommerce è ancora rappresentato
dall'acquisto su Pc/Tablet, ma la componente Smartphone è passata in un anno dal 5% al 9%. Non si
registrano, invece, attività degne di nota di T-commerce (eCommerce su Tv). eCommerce su Pc/Tablet Il
mercato eCommerce su Pc/Tablet vale nel 2014 quasi 11 miliardi di Euro, in crescita di circa il 10%.
L'acquisto di servizi rimane la componente predominante del mercato (61%), anche se la quota di mercato
dei prodotti cresce passando dal 34% al 39%. Il solo settore del Turismo continua a generare quasi il 50%
degli acquisti eCommerce su Pc/Tablet nel nostro Paese. Mobile Commerce Raddoppia l'acquisto di prodotti
e servizi attraverso Smartphone (il cosiddetto Mobile Commerce). Nel 2014 il valore si attesta intorno al
miliardo di Euro (Iva esclusa). Il comparto che in valore assoluto contribuisce maggiormente è il Turismo,
seguito dall'Abbigliamento e dall'Informatica ed elettronica di consumo, in linea con quanto accade su Pc e
Tablet. Pubblicità su Internet La pubblicità su Internet raggiunge per la prima volta la soglia dei 2 miliardi di
Euro, pari al 13% del totale mercati Internet, in crescita del 14% rispetto ai valori del 2013. È un segnale
fortemente positivo, alla luce dell'andamento ancora difficoltoso del mercato pubblicitario sui canali
tradizionali: la televisione e la radio chiuderanno l'anno stabili o in leggera perdita, mentre la stampa cala
ancora di oltre il 10%. Il mercato dell'Internet Advertising rimane prevalentemente concentrato nelle mani di
Pc/Tablet (86%), ma cresce velocemente la componente legata agli Smartphone (passata dall'11% del 2013
al 14% del 2014); ancora non rilevante, seppur in crescita, la pubblicità su Internet Tv. Pubblicità Internet su
Pc/Tablet La pubblicità su Pc/Tablet vale intorno ai 1,7 miliardi di Euro, in crescita del 9% rispetto al 2013. La
crescita del mercato è dovuta principalmente alla raccolta pubblicitaria sui Social Network e ai formati Video,
ma anche la componente legata alle Applicazioni per Tablet sta iniziando ad acquisire una certa rilevanza.
Pubblicità Internet su Smartphone Il Mobile Advertising cresce ancora di quasi il 50%, dopo essere più che
raddoppiato nel corso del 2013, e nel 2014 si prevede arrivi a sfiorare quota 300 milioni di Euro. Contenuti e
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
In Italia i mercati Internet consumer crescono del 15% e valgono 16 mld. L'
eCommerce B2c a quota 11,7 mld (+16%)
22/10/2014
ADV Express
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ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 23/10/2014
89
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
servizi Internet Il 12% del valore dei mercati Internet - pari quasi 2 miliardi di Euro (Iva esclusa) - è
rappresentato dalla spesa dei consumatori per acquistare contenuti e servizi Internet a pagamento,
complessivamente in crescita dell'11% rispetto al 2013. Anche in questo caso la crescita è ancora più
significativa se letta nello scenario complessivo del mercato dell'informazione e intrattenimento, dove, ad
esempio, i ricavi Pay del mondo della Stampa subiscono ancora un calo superiore al 5% e anche la Pay Tv
rallenta (-2% circa). Due terzi del mercato dei Contenuti e servizi Internet fanno riferimento ai canali
Pc/Tablet; poco meno di un terzo allo Smartphone; ancora poco significativo (2% circa) il peso delle Internet
Tv, anche se c'è forte attesa per la crescita dell'offerta e il possibile ingresso dei grandi player Over the Top
internazionali, che sono già arrivati in alcuni paesi europei con i propri servizi Video. Contenuti e servizi
Internet su Pc/Tablet I contenuti e servizi Internet fruiti su Pc/Tablet crescono del 7%, per un valore
complessivo di circa 1,3 miliardi di Euro. A trainare in valore assoluto il comparto sono igiochi e le
scommesse, anche se questi segmenti non sono più in crescita come negli anni passati. Crescite
particolarmente interessanti si registrano invece nell'ambito delle Applicazioni per Tablet, dei contenuti Video
in pay-per-view e dello streaming musicale, anche se, in valore assoluto, questi segmenti sono ancora
limitati. Contenuti e servizi Internet su Smartphone I contenuti Internet su Mobile crescono, invece, di circa il
20%, arrivando così nell'intorno dei 630 milioni di Euro in valore assoluto. Responsabile di tale crescita è
principalmente la continua ascesa delle Applicazioni, con un valore più alto del 40% rispetto al 2013.
22/10/2014
Engage.it
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Sizmek lancia Dynamic Creative, soluzione per mobile, video, social e
display adv
Con il nuovo tool Omnichannel, la società rende possibile ai clienti personalizzare gli annunci in modalità
scalabile utilizzando la piattaforma Sizmek MDX e facendo levas su numerosi fattori di targeting
Nuovo lancio per Sizmek, che annuncia oggi l'arrivo di Dynamic Creative con la nuova soluzione
Omnichannel.La società internazionale leader per la gestione dell'advertising sceglie così di rendere
campagne creative dinamiche e altamente scalabili su ogni canale pubblicitario digitale, compreso il mobile, il
video, i social e il display adv. Ciò significa che i marketer possono incrementare la rilevanza di un annuncio
nei confronti del target e migliorare le performance delle campagne online servendo automaticamente le
versioni di una pubblicità più adatta per l'utente basandosi su numerosi fattori di targeting:«Il nuovo corso del
marketing digitale richiede sempre maggiore impegno e attenzione sulle competenze necessarie e sui canali
di distribuzione: individuare soluzioni in grado di ridurre l'impiego di tutte le risorse coinvolte è una priorità
assoluta. Sarebbe molto meglio riassegnare tali risorse per la pianificazione strategica. La possibilità di
automatizzare in maniera semplice gli aggiornamenti, di personalizzare in modo intelligente l'esperienza del
consumatore utilizzando dati significativi e di ottimizzare le prestazioni cross-platform costiuisce un enorme
vantaggio per chi si occupa di media buying», afferma Mike McLaughlin, VP Digital Media di Palisades Media
Group. «La gestione dinamica delle singole componenti creative è particolarmente importante in ambito
social perché ci si aspetta che tutto avvenga in tempo reale. Sapere che il messaggio del nostro cliente è
coerente e istantaneamente aggiornato su tutti i principali canali sociali è un prezioso miglioramento rispetto a
quanto avviene adesso».Secondo i dati di benchmark di Sizmek, Dynamic Creative aumenta la performance
degli annunci in media del 47% (69% per le conversioni post-clic) su banner standard. La soluzione ottimizza
il time to market e migliora la rilevanza di una campagna.Oltre alla personalizzazione e al retargeting,
Dynamic Creative semplifica notevolmente il processo di offerta di immagini e messaggi sempre nuovi,
consentendo ai marketer dei maggiori mercati a livello globale di mostrare continuamente offerte aggiornate e
messaggi rilevanti senza la necessità di ritrafficare le creatività e quindi riducendo significativamente i tempi
di refresh. Su tutti i canali l'ottimizzazione automatizzata assicura che gli annunci che garantiscono le migliori
performance vengano privilegiati nella distribuzione, in base alle metriche del target dell'inserzionista, su tutti i
dispositivi e i canali di acquisto.«Gli inserzionisti devono essere in grado di condividere e adattare la storia
che vogliono raccontare su ogni dispositivo e canale con soluzione di continuità» dichiara Ricky Liversidge,
cmo e head of product di Sizmek. «Attraverso Dynamic Creative, la soluzione cross-channel più scalabile
attualmente esistente, Sizmek offre al mercato una flessibilità senza precedenti».La piattaforma Sizmek MDX
consente agli inserzionisti di creare versioni di annunci in varie modalità in base agli obiettivi della campagna.
Per le campagne con un minor numero di versioni si possono utilizzare strumenti basati su fogli di calcolo,
mentre gli strumenti unici di Sizmek di mass versioning o feed XML, possono essere utilizzati per creare e
gestire facilmente migliaia di versioni di ogni singolo annuncio.«Dagli annunci per i diversi prodotti da
catalogo personalizzati a quelli targettizzati per le condizioni meteo, i clienti di Sizmek stanno sperimentando
sempre nuove modalità d'uso di Dynamic Creative», continua Liversidge. «Ora, rendendo scalabile Dynamic
Creative e disponibile per desktop, mobile, social, video, siamo in grado di offrire sempre più opportunità di
innovazione e strumenti per aumentare la rilevanza degli annunci per i consumatori».
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22/10/2014
Engage.it
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Triboo Digitale, si cambia: Michael Scatigna è il nuovo ceo
La nomina rientra nell'ambito dell'acquisizione da parte della stessa Triboo Digitale di E-volve, e-commerce
provider con sede in svizzera e oltre 40 clienti all'attivo. La società si avvia intanto a chiudere l'anno a quota
50 milioni di fatturato (+30%)
Cambio ai vertici di Triboo Digitale: Michael Scatigna ha assunto il ruolo di ceo dell'ecommerce company che
fa capo a Triboo S.p.A. al posto di Marco Realfonzo, che diventa chief digital officer di Triboo S.p.A.La
nomina di Scatigna, che si è presentato oggi nel nuovo ruolo all'evento Decoded Fashion a Milano, a quanto
ci risulta rientra nell'ambito dell'acquisizione da parte della stessa Triboo Digitale di E-volve, e-commerce
provider con sede in svizzera e oltre 40 clienti all'attivo, di cui Michael Scatigna era tra i soci fondatori,
nonché ceo.Scatigna ha iniziato la sua carriera a Milano, operando nel campo del marketing applicato alla
ricerca e alla market analysis. Nel 2008 si è poi trasferito a Lugano, dove ha assunto il ruolo di e-commerce
manager in Guess Europe prima di fondare, nel 2011, E-volve.L'acquisizione di E-Volve consolida la
posizione di primo piano già detenuta da Triboo Digitale nel settore della moda online, che l'ha vista
ultimamente impegnata in diversi progetti di primo piano.A quindici giorni di distanza dal lancio dello store
digitale di Coccinelle, l'ecommerce company proprio oggi ha infatti annunciato il go-live del nuovo Online
Luxury Shop di Lanificio Colombo.Triboo Digitale dà così ulteriore slancio a un anno ricco di soddisfazioni,
che la stanno confermando tra i key player nell'ambito delle ecommerce solutions. Basta pensare che il
numero di e-shop gestiti arriverà a 50 entro la fine dell'anno (senza considerare quelli portati in dote da Evolve, ndr) grazie a diverse importanti collaborazioni. «In rampa di lancio c'è il nuovo Toys Center di Giochi
Preziosi, un progetto particolarmente ambizioso che fa capo all'azienda che detiene oltre il 30% del mercato
fisico del settore giocattoli in Italia, mentre entro la fine dell'anno sarà la volta dell'e-commerce di De Cecco»,
ci ha detto Alessio Barbati, amministratore delegato della Divisione eCommerce di Triboo Digitale, che ha
aggiunto: «Stiamo viaggiando a tassi di crescita sul +30%, al momento abbiamo una ipotesi si chiusura sui
50 milioni di euro di fatturato».
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22/10/2014
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SMAU / Svelati i numeri dei Mercati Internet Consumer: nel 2014 valgono
15,7 miliardi
A dirlo sono i dati dell'Osservatorio SMAU - School of Management Politecnico di Milano. Tra i comparti più
dinamici c'è la Pubblicità su internet che raggiunge per la prima volta la soglia dei 2 miliardi di euro, in
crescita del 14% sul 2013
In occasione della giornata di apertura della 51esima edizione di SMAU, l'appuntamento dedicato alle
tecnologie digitali e all'innovazione per le imprese, l'Osservatorio SMAU - School of Management Politecnico
di Milano ha presentato i risultati della ricerca sui "Mercati Internet Consumer".Tra i dati più rilevanti, va
segnalata la crescita del 15%, rispetto al 2013, del valore complessivo dei mercati internet consumer in Italia
- intesi come tutti quei mercati rivolti al consumatore finale, abilitati dalla piattaforma internet, ovvero fruiti
tramite Pc/Tablet, Smartphone e Internet Tv.In valore assoluto si sfiorano i 16 miliardi di euro, per l'esattezza
15,7 miliardi.La stragrande maggioranza (88%) del valore dei mercati internet consumer è ancora legata a Pc
e Tablet (in crescita del 10% nel 2014), ma è la componente Smartphone a registrare i tassi di crescita più
elevati (+73%), grazie in particolare al raddoppio delle vendite di prodotti e servizi non digitali (Mobile
Commerce). Il peso dei mercati internet su smartphone, che in valore assoluto complessivamente arrivano a
superare i 2 miliardi di euro, passa così dal 9% del 2013 al 12% del 2014. Ancora irrilevante, invece, il ruolo
delle Internet Tv, nonostante la sempre maggiore diffusione di schermi che portano internet sul televisore di
casa.«La dinamica dei mercati internet consumer è legata a tutti i comparti di riferimento, che continuano a
crescere a due cifre: eCommerce (+16%), Pubblicità su Internet (+14%) e Contenuti/servizi Internet (+11%)»,
dichiara Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori della School of Management del Politecnico di
Milano. E a trainare la crescita sono le componenti più innovative della rete, quali i nuovi device, le
Applicazioni, i Social Network e i Video.In particolare, la pubblicità su internet raggiunge per la prima volta la
soglia dei 2 miliardi di euro, pari al 13% del totale mercati internet, in crescita del 14% rispetto ai valori del
2013. È un segnale fortemente positivo, alla luce dell'andamento ancora difficoltoso del mercato pubblicitario
sui canali tradizionali: la televisione e la radio chiuderanno l'anno stabili o in leggera perdita, mentre la
stampa cala ancora di oltre il 10%. Il mercato dell'Internet Advertising rimane prevalentemente concentrato
nelle mani di Pc/Tablet (86%), ma cresce velocemente la componente legata agli Smartphone (passata
dall'11% del 2013 al 14% del 2014); ancora non rilevante, seppur in crescita, la pubblicità su Internet Tv.Il
valore della pubblicità su Pc/Tablet - quello di fatto più rilevante - vale intorno ai 1,7 miliardi di euro, in
crescita del 9% rispetto al 2013. La crescita del mercato secondo l'Osservatorio è da imputarsi principalmente
alla raccolta pubblicitaria sui Social Network e ai formati Video, ma anche la componente legata alle
Applicazioni per Tablet sta iniziando ad acquisire una certa rilevanza.Il Mobile Advertising cresce ancora di
quasi il 50%, dopo essere più che raddoppiato nel corso del 2013, e nel 2014 si prevede arrivi a sfiorare
quota 300 milioni di euro.
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22/10/2014
03:08
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In Italia i mercati online valgono 16 miliardi di euro. L' online adv alla
soglia dei 2 miliardi di euro, ma i ricavi da contenuti stampa pay calano del
5% (DOCUMENTO)
Cresce del 15% rispetto al 2013 il valore complessivo dei mercati Internet consumer in Italia - intesi come tutti
quei [...]
Cresce del 15% rispetto al 2013 il valore complessivo dei mercati Internet consumer in Italia - intesi come tutti
quei mercati rivolti al consumatore finale, abilitati dalla piattaforma Internet, ovvero fruiti tramite Pc/Tablet,
Smartphone e Internet Tv. In valore assoluto si sfiorano i 16 miliardi di Euro, per l'esattezza 15,7 miliardi.Il
comunicato stampa In occasione di SMAU Milano 2014, l'Osservatorio SMAU - School of Management
Politecnico di Milano ha presentato i risultati della ricerca sui "Mercati Internet Consumer".Cresce del 15%
rispetto al 2013 il valore complessivo dei mercati Internet consumer in Italia - intesi come tutti quei mercati
rivolti al consumatore finale, abilitati dalla piattaforma Internet, ovvero fruiti tramite Pc/Tablet, Smartphone e
Internet Tv. In valore assoluto si sfiorano i 16 miliardi di Euro, per l'esattezza 15,7 miliardi.Il valore dei mercati
online in Italia nel 2014La stragrande maggioranza (88%) del valore dei mercati Internet consumer è ancora
legata a Pc e Tablet (in crescita del 10% nel 2014), ma è la componente Smartphone a registrare i tassi di
crescita più elevati (+73%), grazie in particolare al raddoppio delle vendite di prodotti e servizi non digitali
(Mobile Commerce). Il peso dei mercati Internet su Smartphone, che in valore assoluto complessivamente
arrivano a superare i 2 miliardi di Euro, passa così dal 9% del 2013 al 12% del 2014. Ancora irrilevante,
invece, il ruolo delle Internet Tv, nonostante la sempre maggiore diffusione di schermi che portano Internet
sul televisore di casa.La dinamica dei mercati Internet consumer è legata a tutti i comparti di riferimento, che
continuano a crescere a due cifre: eCommerce (+16%), Pubblicità su Internet (+14%) e Contenuti/servizi
Internet (+11%) - afferma Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori della School of Management del
Politecnico di Milano. Ed, in particolare, a trainare la crescita sono le componenti più innovative della rete,
quali i nuovi device, le Applicazioni, i Social Network e i Video.eCommerce L'eCommerce B2c,inteso come il
valore degli acquisti online di prodotti e servizi non digitali da parte dei consumatori italiani, nel 2014 arriva a
11,7 miliardi di Euro (Iva esclusa), in crescita del 16% rispetto ai valori del 2013. Sul totale mercati Internet, il
peso dell'eCommerce B2c è pari al 75%. Oltre il 90% del mercato eCommerce è ancora rappresentato
dall'acquisto su Pc/Tablet, ma la componente Smartphone è passata in un anno dal 5% al 9%. Non si
registrano, invece, attività degne di nota di T-commerce (eCommerce su Tv).eCommerce su Pc/Tablet Il
mercato eCommerce su Pc/Tablet vale nel 2014 quasi 11 miliardi di Euro, in crescita di circa il 10%.
L'acquisto di servizi rimane la componente predominante del mercato (61%), anche se la quota di mercato
dei prodotti cresce passando dal 34% al 39%. Il solo settore del Turismo continua a generare quasi il 50%
degli acquisti eCommerce su Pc/Tablet nel nostro Paese.Mobile Commerce Raddoppia l'acquisto di prodotti e
servizi attraverso Smartphone (il cosiddetto Mobile Commerce). Nel 2014 il valore si attesta intorno al
miliardo di Euro (Iva esclusa). Il comparto che in valore assoluto contribuisce maggiormente è il Turismo,
seguito dall'Abbigliamento e dall'Informatica ed elettronica di consumo, in linea con quanto accade su Pc e
Tablet.Pubblicità su Internet La pubblicità su Internet raggiunge per la prima volta la soglia dei 2 miliardi di
Euro, pari al 13% del totale mercati Internet, in crescita del 14% rispetto ai valori del 2013. È un segnale
fortemente positivo, alla luce dell'andamento ancora difficoltoso del mercato pubblicitario sui canali
tradizionali: la televisione e la radio chiuderanno l'anno stabili o in leggera perdita, mentre la stampa cala
ancora di oltre il 10%. Il mercato dell'Internet Advertising rimane prevalentemente concentrato nelle mani di
Pc/Tablet (86%), ma cresce velocemente la componente legata agli Smartphone (passata dall'11% del 2013
al 14% del 2014); ancora non rilevante, seppur in crescita, la pubblicità su Internet Tv.Pubblicità Internet su
Pc/Tablet La pubblicità su Pc/Tablet vale intorno ai 1,7 miliardi di Euro, in crescita del 9% rispetto al 2013. La
crescita del mercato è dovuta principalmente alla raccolta pubblicitaria sui Social Network e ai formati Video,
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22/10/2014
03:08
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ma anche la componente legata alle Applicazioni per Tablet sta iniziando ad acquisire una certa rilevanza.
Pubblicità Internet su Smartphone Il Mobile Advertising cresce ancora di quasi il 50%, dopo essere più che
raddoppiato nel corso del 2013, e nel 2014 si prevede arrivi a sfiorare quota 300 milioni di Euro.Contenuti e
servizi Internet Il 12% del valore dei mercati Internet - pari quasi 2 miliardi di Euro (Iva esclusa) - è
rappresentato dalla spesa dei consumatori per acquistare contenuti e servizi Internet a pagamento,
complessivamente in crescita dell'11% rispetto al 2013. Anche in questo caso la crescita è ancora più
significativa se letta nello scenario complessivo del mercato dell'informazione e intrattenimento, dove, ad
esempio, i ricavi Pay del mondo della Stampa subiscono ancora un calo superiore al 5% e anche la Pay Tv
rallenta (-2% circa). Due terzi del mercato dei Contenuti e servizi Internet fanno riferimento ai canali
Pc/Tablet; poco meno di un terzo allo Smartphone; ancora poco significativo (2% circa) il peso delle Internet
Tv, anche se c'è forte attesa per la crescita dell'offerta e il possibile ingresso dei grandi player Over the Top
internazionali, che sono già arrivati in alcuni paesi europei con i propri servizi Video.Contenuti e servizi
Internet su Pc/Tablet I contenuti e servizi Internet fruiti su Pc/Tablet crescono del 7%, per un valore
complessivo di circa 1,3 miliardi di Euro. A trainare in valore assoluto il comparto sono igiochi e le
scommesse, anche se questi segmenti non sono più in crescita come negli anni passati. Crescite
particolarmente interessanti si registrano invece nell'ambito delle Applicazioni per Tablet, dei contenuti Video
in pay-per-view e dello streaming musicale, anche se, in valore assoluto, questi segmenti sono ancora
limitati.Contenuti e servizi Internet su Smartphone I contenuti Internet su Mobile crescono, invece, di circa il
20%, arrivando così nell'intorno dei 630 milioni di Euro in valore assoluto. Responsabile di tale crescita è
principalmente la continua ascesa delle Applicazioni, con un valore più alto del 40% rispetto al 2013.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO
49 articoli
23/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 8
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Bonus bebè, c'è il tetto di 90 mila euro Le Regioni: manovra da cambiare
Si terrà conto del reddito dei coniugi. Il Tesoro in un tweet: bollinatura della Ragioneria Le nuove assunzioni
Sale a 8.066 euro il tetto alla decontribuzione per i neoassunti
Antonella Baccaro
ROMA La legge di Stabilità ha ottenuto ieri sera il visto della Ragioneria, la «bollinatura», ed è stata
trasmessa al Quirinale nella sua versione ufficiale, dopo che un testo non vidimato era già stato consegnato
al capo dello Stato. Lo ha annunciato con un tweet il Tesoro: «Completato il corredo tecnico dalla Ragioneria
Generale dello Stato il ddl Stabilità viene ora trasmesso al #Quirinale».
Mentre l'incontro inizialmente previsto per oggi tra l'esecutivo e l'Anci, l'associazione dei Comuni, è stato
rinviato a giovedì 30 ottobre, stamattina alle 8 la manovra sarà al centro del vertice tra il governo e le Regioni
riunitesi ieri in conferenza straordinaria sui tagli da 4 miliardi previsti dalla manovra. «La decisione - ha detto
al termine il presidente Sergio Chiamparino, che si è definito un "sostenitore incondizionato di Renzi" - è di
andare all'incontro, augurandoci che sia possibile aprire un percorso breve di confronto che consenta di
costruire insieme, e di rendere sostenibile, per la parte che riguarda le Regioni, la manovra». La proposta
delle Regioni sarà «l'applicazione rigorosa dei costi standard», secondo lo schema già proposto al
commissario alla spending review , Carlo Cottarelli.
Intanto ieri, in assenza di un testo ufficiale, sono circolate notizie tratte da nuove bozze della legge, alcune
smentite dallo stesso dicastero. È il caso del bonus-bebè che ieri pomeriggio sembrava dovesse essere
conferito in un'unica soluzione annua, per un importo non inferiore ai 900 euro, solo alle famiglie con reddito
basso, inferiore ai 30 mila euro annui, definiti con il metodo di calcolo dell'Isee.
Ma il Tesoro è intervenuto con due tweet per puntualizzare che il bonus verrà erogato mensilmente, anche
per i figli adottati, e spetterà quando il reddito dei coniugi complessivamente al lordo non superi i 90 mila
euro. La misura varrà per i bambini nati tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. Dunque le coperture
riguarderanno un arco di tempo che va dal 2015 al 2020.
Intanto si chiarisce la vicenda del pagamento delle pensioni il 10 di ciascun mese che aveva messo in
allarme i sindacati. È stato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a dire che l'ipotesi, prevista inizialmente,
sarebbe ormai circoscritta a «chi è titolare di più pensioni». Poletti ha anche annunciato un'altra novità: nella
legge di Stabilità non ci sarebbero interventi per i forestali della Calabria mentre «sarebbe fondata» la notizia
di norme per i lavoratori socialmente utili di Palermo e Napoli.
Dal Tesoro, in merito agli sgravi Irap, giunge la precisazione che questi porteranno un risparmio per le
imprese di 7,7 miliardi, comprensivi dei 2,1 derivanti dalla riduzione dell'aliquota dal 3,9% al 3,5% decisa con
il decreto 66. L'aliquota tornerà al 3,9%, con effetto retroattivo dal 2014, ma l'aumento verrà compensato
dall'eliminazione dalla base imponibile del costo del lavoro dei contratti a tempo indeterminato. Poiché però la
legge di Stabilità entra in vigore nel 2015 l'acconto per ora verrà pagato con aliquota al 3,5% salvo
compensare nel 2015 a saldo.
Sembra chiarito un altro punto della manovra, quello relativo al tetto della decontribuzione triennale per le
nuove assunzioni a tempo indeterminato. Tale tetto salirebbe a 8.066 euro dai 6.200 euro ipotizzati
inizialmente. Lo sgravio varrebbe per i neoassunti entro il 31 dicembre 2015 e per tre anni. Il tetto di 8.066
euro consentirebbe di assumere con zero-contributi lavoratori la cui retribuzione sia sotto i 30 mila euro lordi
annui.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le misure
L'aiuto per tre anni Dal 2015 arriva bonus bebè per i redditi complessivi lordi dei genitori fino a 90 mila euro
all'anno. L'assegno - erogato su base mensile - dovrebbe ammontare a non meno di 900 euro annui e varrà
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
96
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
I provvedimenti
23/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 8
(diffusione:619980, tiratura:779916)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
97
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
fino a fine 2017
Anticipo in busta paga Sarà possibile su base volontaria chiedere l'anticipo del trattamento di fine rapporto
in busta paga. Potranno richiederlo solo
i dipendenti privati, non i dipendenti pubblici e nemmeno i lavoratori agricoli
Meno Irap alle imprese Decisa anche la cancellazione della componente del costo del lavoro (per
il personale a tempo indeterminato) dell'Irap. Aumenta invece l'aliquota ordinaria dell'imposta che passa dal
3,5% al 3,9%
Foto: Sul canale economia del sito del Corriere della Sera tutte le misure contenute nella legge di Stabilità
23/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 10
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Juncker: 300 miliardi. Più tempo sul deficit Gli esami Oggi il vertice sul piano di crescita e sul nodo dei Paesi
a rischio bocciatura
Ivo Caizzi
BRUXELLES - I 300 miliardi di nuovi investimenti, promessi dalla Commissione europea entrante del
lussemburghese Jean-Claude Juncker per rilanciare la crescita e l'occupazione, da definire entro dicembre.
Le modifiche nelle leggi di stabilità di Francia, Italia e altri Paesi membri con i conti pubblici in difficoltà, volute
dalla Commissione europea in scadenza questo mese, da concordare con i nuovi commissari sempre entro
fine anno. Sulla base di queste due ipotesi di compromesso passa al massimo livello politico del Consiglio dei
capi di Stato e di governo dell'Ue, in programma oggi e domani a Bruxelles, la composizione dello scontro in
atto in Europa sulla flessibilità nei bilanci nazionali e sugli investimenti per la crescita e l'occupazione.
Dall'Europarlamento, dalla Germania e dalla Commissione europea sono arrivati ieri vari segnali di apertura
per la conclusione positiva di questa trattativa. Ha iniziato Juncker a Strasburgo, dove la sua squadra di
commissari è stata approvata dalla maggioranza composta dai suoi popolari, dai socialisti e dai liberali con
423 si, 209 no e 67 astenuti. «Entro Natale» è la scadenza promessa dal lussemburghese per presentare il
suo piano con 300 miliardi di investimenti aggiuntivi per la crescita, dopo che il mese prossimo si insedierà
alla guida della Commissione al posto del portoghese Josè Manuel Barroso.
Da Berlino fonti del governo hanno fatto sapere di un possibile rinvio al summit Ue di dicembre della
discussione sul progetto di bilancio della Francia, che è il caso più delicato tra quelli sotto osservazione per il
mancato rispetto gli impegni Ue. La Commissione europea si sarebbe poi limitata a usare e-mail e una
teleconferenza per chiedere chiarimenti a Roma sulla legge di Stabilità. L'istituzione di Barroso, fino a tarda
sera, non ha confermato le indiscrezioni diffuse dal quotidiano Financial Times di Londra, che ventilavano
entro ieri l'invio a cinque Paesi di lettere ufficiali dagli effetti politici e mediatici generalmente traumatici.
Il summit dei 28 capi di governo inizia oggi con in agenda temi di energia, cambiamenti climatici, ebola,
terrorismo islamico. Solo domani è prevista la discussione sull'economia, a cui è stato invitato il presidente
della Banca centrale europea Mario Draghi (che dovrebbe anticipare ai leader in modo informale i risultati
delle verifiche sulla solidità delle principali banche europee). Ma l'aspettativa di varie delegazioni è che il
negoziato sulla flessibilità e gli stimoli per la crescita inizi da oggi,a margine dei lavori, per avvicinare i due
schieramenti contrapposti. I Paesi del Nord sostenitori del rigore finanziario, guidati dalla cancelliera tedesca
Angela Merkel, vorrebbero il rispetto degli impegni Ue nelle leggi di stabilità di Francia e Italia, senza dover
sborsare in cambio per nuovi investimenti pubblici. Il presidente francese Francois Hollande e il premier
Matteo Renzi, sollecitano una vera svolta dell'Europa verso politiche orientate a rilanciare la crescita e
l'occupazione entro il semestre di presidenza italiano dell'Ue, che termina a fine anno. L'annuncio di Juncker
a Strasburgo, la disponibilità di Berlino a non accelerare i tempi sulle leggi di Stabilità e la maggiore prudenza
della Commissione uscente di Barroso in questi suoi ultimi giorni di verifiche sembrano aprire più spazi alle
trattative.
Il presidente uscente del Consiglio Ue, il belga Herman Van Rompuy, che verrà sostituito dal già designato
successore polacco Donald Tusk, ha invitato anche Juncker alla due giorni del summit per dare il segnale del
passaggio da una stagione a un'altra. Quella nuova, però, potrebbe non coincidere con le speranze di
Hollande e Renzi. La nomina di Tusk, di Juncker e dei suoi due vicepresidenti coordinatori dei portafogli
economici della Commissione, il finlandese Jyrki Katainen e il lettone Valdis Dombrovskis, è stata imposta
direttamente da Merkel, che li considera fidati europopolari e convinti sostenitori dei rigore nei conti pubblici.
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Il summit europeo tenta l'intesa su stimoli e conti
23/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 10
(diffusione:619980, tiratura:779916)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
99
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
il rapporto deficit/Pil italiano
nel 2013
128 per cento
il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo
44,2 per cento la disoccupazione giovanile nell'ultima rilevazione
di agosto
Foto: Il programma da 300 miliardi della nuova Commissione della Ue sarà presentato prima di Natale ha
detto ieri il presidente entrante Jean-Claude Juncker (foto)
23/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
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Italia e Ue, le incomprensioni e la grande sfida sul deficit
Le parole del premier e l'irritazione dei tecnici europei
Luigi Offeddu
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES Nel Belgio che è la patria del cioccolato, esistono cioccolati neri come l'inchiostro della seppia,
e altrettanto amari perché contengono il 70-80% di cacao. Ieri ha avuto un po' lo stesso sapore, in qualche
stanza della Commissione europea, il primo commento di Matteo Renzi alla lettera (non ancora) inviata da
Bruxelles sul piano di Stabilità italiano. Documento di «genere letterario emblematico», e meritevole
dell'auspicio del nostro primo ministro: «Vorrei che le nuove istituzioni europee mostrassero un po' più di
coraggio e orgoglio per la nostra appartenenza a questa comunità..». Scesa la notte, la lettera non era
ancora partita da Bruxelles e nessuno l'aveva vista. Ma le parole di Renzi che la pre-commentavano, erano
state lette dagli esperti che in quelle ore passavano al setaccio il piano di Stabilità italiano, e seguivano le
trattative con Roma. Mentre, proprio da Roma, arrivavano in tempo reale voci inquietanti: la notizia del ritardo
del via libera da parte della Ragioneria generale dello Stato, i dubbi sulla copertura finanziaria del piano. Era
come se qualcuno giocasse a ping-pong fra le due capitali, riportando le parole più elettriche. Qualcuno che
avesse buoni legami in entrambi le città. A Bruxelles giravano anche due nomi: Antonio Tajani e Franco
Frattini. Tajani, oggi eurodeputato ed ex commissario Ue all'Industria, ha smentito: «Non ho parlato con
nessuno, e poi in questi giorni sto sempre a Strasburgo, non a Bruxelles». Non è stato invece possibile avere
un commento da Frattini, in serata irraggiungibile al telefono.
Ad ogni buon conto, l'invito di Renzi che chiede alla Ue di «avere un po' più di coraggio», o il suo monito
«niente diktat esterni», sono stati subito deposti dalle agenzie di stampa sulle scrivanie della Commissione:
come tante altre parole che negli anni hanno composto e alimentato un certo vecchio malumore dell'Ue verso
l'Italia. Perché sarà certo un caso, ma da altri Paesi - Francia a parte - parole così arrivano assai raramente.
È un malumore, quello europeo verso l'Italia, sempre smentito ufficialmente, e sempre realmente esistito nei
fatti e negli atteggiamenti, fin dai tempi bruxellesi di Silvio Berlusconi. È un umor grigio alimentato da queste
frasi e anche da certe sinuosità della politica italiana, per Bruxelles a volte indecifrabile. Esempi più citati:
l'alleanza, vera o finta che fosse, proclamata solo pochi mesi fa fra Matteo Renzi e François Hollande per
rilanciare il tema della crescita, e poi sbiadita, perdutasi per strada, mentre Hollande si rifugiava tra le forti
mura di Berlino; o il rapporto caloroso fra l'Italia e la Russia, che almeno nei primissimi tempi dell'era
Mogherini ha fatto diffidare vari Stati Ue, gli stessi che considerano il Cremlino un'entità pericolosa o nemica.
Perfino il tema delle sanzioni contro la Siria è stato per qualche ora avvelenato da pettegolezzi britannici che
attribuivano a Roma la volontà di «rompere il fronte» della solidarietà contro Assad: poi Roma ha votato con
tutti gli altri Stati, ma intanto un dubbio ulteriore era stato seminato.
Ora che si spalancano pentoloni roventi come quelli del deficit o del debito pubblico, i malumori e le
diffidenze contano forse ancor di più. Negli ambienti della Commissione si dice che, data ormai quasi per
scontata la lettera con la richiesta di chiarimenti a Palazzo Chigi, questa non si trasformerà in una vera e
propria «bocciatura» del governo italiano: José Manuel Barroso, presidente uscente della Commissione,
potrebbe forse anche ammetterla, ma dopotutto è già entrato negli «8 giorni» che precedono la fine del
mandato; mentre Jean-Claude Juncker, suo successore, teme che una caduta di Renzi possa aprire anni di
vuoto a Roma come a Bruxelles. La destabilizzazione per mancanza di alternative; mentre lui, Juncker,
avrebbe tutto l'interesse a trovarsi davanti un interlocutore conosciuto e non il caos, nei prossimi cinque anni
di mandato. E così, dicono, la pensa anche una signora che abita a Berlino.
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La vicenda
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Retroscena
23/10/2014
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Il premier Matteo Renzi ha chiesto più coraggio alle nuove istituzioni europee. L'oggetto del contendere è la
nuova legge di Stabilità sulla quale la Commissione europea, che ha cambiato il presidente proprio in queste
ore, ha chiesto dei chiarimenti. Per il premier Renzi le richieste sono «naturali» e non ci sono «diktat esterni».
Ma al centro della sfida rimane il deficit
Bruxelles
Il commissario europeo agli Affari economici, il finlandese, Jyrki Katainen, e, sotto, Josè Manuel Barroso, il
presidente uscente della Commissione europea. Il suo posto sarà preso da Jean- Claude Juncker
23/10/2014
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UNA CONFUSIONE CHE ALIMENTA IL RISCHIO DI ELEZIONI
Massimo Franco
Matteo Renzi sostiene che un'eventuale lettera di richiamo dell'Unione Europea all'Italia non sarebbe una
tragedia. Anzi, «è naturale» e non basterebbe per «parlare di bocciatura». Non è esattamente quanto
sosteneva in passato. Ma è possibile che l'ottimismo derivi anche dal «sì» che ieri la Ragioneria generale
dello Stato ha dato alla legge di Stabilità preparata dal governo: sette giorni dopo la sua presentazione; e
dall'udienza che il premier e alcuni ministri hanno avuto ieri al Quirinale con Giorgio Napolitano in vista del
Consiglio europeo di oggi e domani. Viene solo da chiedersi che cosa sia accaduto nel frattempo, e che idea
ci si sia fatti a Bruxelles del ritardo tra versione non «bollinata» e testo definitivo della Legge. Il presidente del
Consiglio è convinto che l'Europa stia parlando un linguaggio più italiano, perché si discute di investimenti.
La volontà è di fare apparire il semestre della nostra presidenza diverso dagli altri. Si tratta di un'ambizione
sacrosanta, contraddetta da una confusione paradossalmente in aumento. Il caso della legge di Stabilità
approvata in ritardo dalla Ragioneria ne è solo un esempio. Fa il paio con la riunione tra governo e Regioni, in
subbuglio per i tagli decisi da Palazzo Chigi, prima data per annullata e poi riconvocata per questa mattina; e
con le nuove ipotesi di riforma elettorale lanciate da Renzi, e bocciate dal suo principale interlocutore Silvio
Berlusconi. Le opposizioni additano il premier come un moltiplicatore di tasse e di annunci.
E promettono fuoco e fiamme.
Non si vedono, tuttavia, minacce per la stabilità del governo. L'impressione, semmai, è che i troppi fronti
aperti da Renzi stiano producendo esiti contraddittori; e mettano in tensione lo stesso patto del Nazareno con
FI. Il consigliere berlusconiano Giovanni Toti lo definisce più o meno carta straccia, dopo che il premier ha
parlato di un premio alla lista di un partito: un Pd dato vincente. In realtà, l'ex Cavaliere è più cauto e si limita
a ribadire che la riforma del sistema elettorale va concordata tra Renzi e lui. Berlusconi sa, infatti, di non
potersi permettere rotture col capo del Pd. In teoria, non conviene neppure al capo del governo.
Ma le aperture al Movimento 5 Stelle sull'elezione dei giudici costituzionali, frustrata da tre mesi di nulla di
fatto, segnala una spregiudicatezza e una voglia di mani libere che FI teme. Il timore è che preluda a prove di
intesa a oggi altamente improbabile. In grado di emergere, però, se aumentassero il caos e l'impossibilità di
arrivare a risultati concreti sulla legge di Stabilità e su altre riforme. A quel punto, lo sbocco di un voto
anticipato potrebbe quasi apparire il male minore, anche in assenza di un nuovo sistema elettorale; e cogliere
il centrodestra impreparato come non è stato mai da anni. La strategia del Pd come «partito pigliatutto» è
esplicita. E la riunione fiorentina di domani alla vecchia stazione della Leopolda serve a consacrarle tra i
mugugni altrui. Quando Berlusconi si dice convinto che «non si andrà a votare prima del 2018», mira a
rassicurare il proprio partito. In realtà, cerca di esorcizzare le urne.
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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La Nota
23/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
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Risparmi senza crescita e tensioni internazionali I lati negativi (poco
evidenti) del petrolio a ottanta dollari
Stefano Agnoli
Dai 115 dollari dello scorso giugno agli 82-85 di questi giorni. A prima vista per un Paese come l'Italia che
importa più del 90% del petrolio che le serve, e per l'Europa che ne è storicamente dipendente, il calo del
prezzo del barile dovrebbe essere una buona notizia. Più o meno velocemente la discesa si rifletterà anche
sul prezzo di benzina e gasolio pagato da consumatori e aziende. La bolletta energetica nazionale scenderà,
il sistema delle imprese ne beneficerà riguadagnando competitività. Come ha ricordato l' Economist , una
caduta di 10 dollari del barile trasferisce all'incirca mezzo punto del Pil mondiale dai Paesi produttori a quelli
consumatori. Tutto facile? Non proprio. In un contesto come l'attuale ci sono parecchi dubbi che questo
spostamento avvenga senza intoppi. Nel suo ultimo bollettino l'Agenzia internazionale dell'energia ha dovuto
abbassare le stime sulla domanda mondiale di petrolio per il 2014. La revisione era a sua volta motivata dal
taglio della crescita delle maggiori economie del pianeta. Non è scontato che imprese e consumatori in
difficoltà destinino a spesa e investimenti risparmi che potrebbero magari servire a ripagare debiti. Quando il
barile «strappa» con questa violenza, infine, non è solo l'economia a subirne i contraccolpi. Tensioni e
instabilità reali si potrebbero avvertire proprio sul fronte dei Paesi produttori, i cui budget interni sono a
rischio. Non è un mistero che negli ultimi anni i prezzi di break-even del petrolio dei produttori (il prezzo che
serve a coprire gli impegni statali, a iniziare dagli stipendi) siano lievitati. L'Iran sarebbe addirittura a 150
dollari al barile, l'Algeria sopra i 120 dollari, la Russia (il 50% del budget statale russo viene dall'energia) poco
sotto. Anche l'Arabia Saudita sarebbe al limite, intorno a 80 dollari. E tra i tanti focolai di incertezza
internazionale non si sente proprio il bisogno di una nuova preoccupazione legata ai prezzi del barile.
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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ANALISI COMMENTi Il corsivo del giorno
23/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
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Voci dalla Spagna sui risultati degli stress test. Ma la Bce: soltanto speculazione Fitch teme per tre istituti
italiani. Borse ancora in ripresa, Piazza Affari maglia rosa
Fabrizio Massaro
MILANO A quattro giorni dalla pubblicazione dei risultati degli stress test e degli esami complessivi (
comprehensive assessment ) della Bce sulle prime 128 banche dell'Eurozona - funzionali a far scattare, dal 4
novembre, la vigilanza unica di Francoforte sugli istituti maggiori - è la stessa authority presieduta da Mario
Draghi a scendere in campo per frenare le speculazioni sulle banche promosse e soprattutto su quelle
bocciate. E l'ha fatto con una nota in cui chiarisce che l'esame di stress test e qualità degli attivi ( asset
quality review ) «non è ancora completato e nessun risultato finale è stato comunicato alle banche coinvolte».
Di conseguenza «qualsiasi notizia sui risultati degli stress test di qui a domenica prossima, quando verranno
resi noti ufficialmente, è assolutamente speculativa».
Il tema quanto mai caldo considerato che oggi la banca centrale comunica i risultati effettivi ai singoli istituti. I
quali fino a domenica potranno prendere atto dei risultati e cominciare ad approntare le contromisure, anche
convocando i consigli di amministrazione. Anche quelli di oggi «saranno comunque dati preliminari»,
sottolineano fonti della Bce, perché la decisione finale sarà presa dal consiglio dei governatori domenica
mattina prima della diffusione dei risultati a mezzogiorno. La Bce chiede che nell'aqr il patrimonio di vigilanza
sia almeno dell'8% e che negli stress test non scenda sotto il 5,5% nello scenario estremo. In caso di
sforamento, le banche hanno 15 giorni (per gli aqr) o fino a 9 mesi (per gli stress test) per indicare i piani di
rafforzamento.
Sul mercato intanto i rumor si susseguono, anche se in maniera non univoca. Le Borse ne hanno preso atto
mostrando una volatilità più attenuata: ieri Piazza Affari ha recuperato ancora, +1,09%, mentre più moderata
è stata la crescita delle altre piazze europee. Il grande rumor è arrivato ieri mattina dalla Spagna: secondo
l'agenzia Efe undici banche non supereranno i test Bce. E tre sarebbero italiane: Montepaschi, Banco
Popolare e Bpm. A queste si aggiungono tre banche greche (Piraeus Bank, Eurobank Ergasias e Alpha
Bank), due austriache (Erste Bank e una seconda non identificata), una portoghese (dovrebbe essere BCP
Millennium), una belga (Dexia) e una cipriota, anche se i risultati sono ancora suscettibili di revisione. Ma
sono circolate anche stime differenti.
In un report del 20 ottobre Jp Morgan ha promosso Mps, ieri positiva in Borsa (+4,16%): solo nello scenario
peggiore la banca senese avrà un deficit patrimoniale di 200 milioni. Più problematica la situazione per
Carige, per la quale la banca Usa stima un deficit di 400 milioni. Intanto l'agenzia di rating Fitch in un report
ha sottolineato che alcuni istituti italiani medi rischiano di non superare gli stress test a causa dei rischi al
ribasso legati alle sofferenze, alla redditività e all'andamento dell'economia.
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L'andamento di Piazza Affari d'Arco Banca Carige Monte dei Paschi di Siena Credito Valtellinese Popolare
dell'Emilia Romagna Popolare di Milano Popolare di Sondrio Popolare di Vicenza Banco Popolare Credito
Emiliano Iccrea Holding Intesa Sanpaolo Mediobanca Unicredit Ubi Banca Veneto Banca Le 15 banche
italiane sotto esame 20.975 20.363 19.140 17.916 19.751 18.528 4 ago 18 ago 1 set 15 set 29 set 13 ott Ftse
Mib Ieri +1,09%
Foto: Sul canale economia
del sito del
Corriere della Sera spunti, retroscena e analisi di finanza e risparmio
La scheda
Sono 128 gli istituti europei sottoposti alla verifica degli attivi (asset quality review, aqr) e agli stress test per il
passaggio alla vigilanza Bce
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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«Banche, undici a rischio in Europa»
23/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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I requisiti di patrimonio richiesti sono dell'8% nell'aqr (sommando i rafforzamenti avvenuti nel 2014) e del
5,5% negli stress test
Le ipotesi sull'Italia negli stress test: rendimento Btp al 2015 tra 4,1- 5,6%; Pil tra +1,2% e -1,6%; tasso di
disoccupazioneal 13,7%
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
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Sala: porteremo all'Expo un milione e mezzo di visitatori dalla Cina
Rita Fatiguso
Rita Fatiguso u pagina 13
PECHINO. Dal nostro corrispondente
In quindici mesi, vale a dire dall'ultima volta che ha messo piede qui, in Cina, per la firma del padiglione
nazionale, l'entusiasmo dei cinesi per l'Expo milanese è schizzato alle stelle. Giuseppe Sala, commissario del
governo, raccoglie i frutti di una decisione maturata quasi per riflesso condizionato nel passaggio di consegne
da Shanghai 2010 a Milano 2015.
Lei c'era, allora, e dell'Expo 2015 ha poi vissuto tutti gli snodi, inclusa l'apertura ai cinesi decisa quattro anni
fa. Che effetto le fa vedere che sono i fan più accaniti dell'Expo 2015?
In Cina, ci sono dei presupposti davvero straordinari per quanto riguarda non solo l'Expo, ma i rapporti
italocinesi. Come me la spiego tanto entusiasmo? Non è un gioco di parole: infatti in linea di massima non è
semplice spiegare cosa è l'Expo, ma in Cina è un evento molto conosciuto perché è stato un evento recente
e di grande successo, di orgoglio per i cinesi. Qui in Cina siamo partiti con questo grande vantaggio. La parte
istituzionale cinese è stata, inoltre, molto collaborativa, a partire dall'ambasciata cinese a Roma. Piuttosto
avremmo avuto spazio per altri padiglioni, ma loro si sono fermati a tre. Infine, c'è stato l'apporto essenziale
dei tour operator cinesi.
Dobbiamo credere alla profezia del milione di turisti cinesi all'Expo di Milano 2015?
Il mood oggi è "non ci basta il milione, vogliamo portarne un milione e mezzo, di cinesi all'Expo". Una cosa di
cui sarei estremamente contento se si verificasse, insomma i presupposti ci sono.
Vista da qui si ha l'impressione che l'Expo sia un po' considerata come una vetrina per mettersi in mostra su
un palcoscenico più ampio, essenzialmente europeo. Cosa ne pensa di questa angolazione?
Penso che non sia sbagliata, i cinesi sanno benissimo che la conoscenza che c'è in Europa della Cina è
ancora molto limitata. A parte chi ha viaggiato da almeno vent'anni in Cina e la conosce, per il resto ci sono
molti stereotipi. Loro si stanno internazionalizzando a vari livelli e questa mi sembra una buona opportunità...
Il padiglione nazionale metterà in mostra usi e costumi di almeno una dozzina di province cinesi.
Appunto, anche il roadshow che parte da Pechino ha lo scopo di far incontrare le varie culture locali. Ma è
l'Italia che ha bisogno di conoscere i cinesi.
L'Expo agevolerà il business con la Cina?
Noi stiamo creando delle opportunità. L'Expo in sé non è un evento di natura commerciale, ma stiamo
lavorando con la Camera di commercio di Milano, con la Fiera di Milano e con il ministero degli Affari esteri
per creare una piattaforma B2B che permetterà scambi e contatti tra imprese italiane e cinesi. Ci sarà un
luogo fisico, anche. All'interno dell'Expo o della Fiera di Milano è da vedere, all'inizio sarà una piattaforma
telematica, poi ci saranno anche contatti concreti.
La Cina è sempre più attenta alla sicurezza alimentare, il tema sembra tagliato ad arte per le necessità e le
riflessioni di questa fase dello sviluppo cinese.
Anche per questo si tratta di un'opportunità per loro. Bisognerà capire loro come vedono, a questo punto, il
futuro delle tecnologie nel settore alimentare. Da questo punto di vista loro sono attentissimi, noi non
dobbiamo avere preconcetti ma dobbiamo essere davvero una piattaforma aperta. La Cina anche dal punto
di vista dell'agrofood è una grandissima potenza.
Un'urgenza che ci sembra di aver individuato è il costo dell'accoglienza durante l'Expo, molti cinesi
viaggeranno per la prima volta, se saranno in tanti come si spera, dove li mettiamo e soprattutto, quanto
dovranno pagare per soggiornare?
Ci stiamo lavorando, sui giornali milanesi il dibattito è aperto, però è chiaro che sarebbe folle proporre prezzi
troppo alti per sei mesi. Se fossero anche solo 900mila i cinesi da ospitare tutto ciò potrà funzionare se ci
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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INTERVISTA AL COMMISSARIO
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
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saranno le condizioni, altrimenti si perde business. Inoltre i cinesi alle loro abitudini ci tengono e gli
albergatori, magari, non le conoscono. Stiamo organizzando incontri con gli operatori proprio per parlare con
loro di questo.
Un altro intoppo da evitare è quello dei dati biometrici per i visti ai cinesi. Prescritti dall'Europa dovrebbero
scattare, ironia della sorte, proprio con l'apertura dell'Expo, a maggio 2015. A che punto siamo?
Ne riparleremo con la Farnesina. Tecnicamente le azioni possibili sono due: lavorare con Bruxelles perché
questo evento che non è solo italiano, ma anche europeo. Nessuno contesta la necessità ma dobbiamo
vedere se riusciamo a prendere qualche mese sull'entrata in vigore di questa misura. La seconda possibilità
vede come interlocutore il governo cinese, al momento le impronte possono essere raccolte solo nei cinque
consolati italiani, è troppo poco per un paese così grande. Bisogna vedere se è possibile contare su altri
centri visti. Bisogna assolutamente lavorare sia con Bruxelles sia qui, per evitare che l'entusiasmo cinese si
smorzi.
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I TRE PADIGLIONI CINESI 4.590
Il padiglione nazionale
La Cina si presenta a Milano con tre padiglioni. Il primo è quello ufficiale, che consta di una metratura
seconda solo alla Germania, quasi 4.600 metri quadrati. Il tema della partecipazione cinese è "Terra di
speranza, cibo per la vita"
1.270
Il China Corporate United
È il secondo padiglione presente, che avrà un'estensione di 1.270 metri quadrati. Vi partecipa una cordata di
oltre venti imprese, che rappresentano la filosofia cinese nell'affrontare i probelmi alimentari e ambientali
3 milioni
Il padiglione China Vanke Co.
L'investimento che il colosso immobiliare cinese ha effettuato per un padiglione proprio, che ricrea le
atmosfere della Cina tradizionale
Foto: Al timone dell'Expo. Il commissario unico Giuseppe Sala
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
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Unione bancaria, sfida da vincere
Ana Patricia Botín
Oggi le banche sono di fronte a sfide senza precedenti. Alcune sono scoraggianti, altre entusiasmanti, ma
tutte impongono alle banche un cambiamento.
La sfida più profonda è quella rappresentata dai cambiamenti nel comportamento dei consumatori. Il cliente
è sempre stato il re, ma il re non è mai stato così potente. Ana Patricia Botín
Ciò avviene grazie soprattutto alla rivoluzione digitale, che sta dando ai clienti più scelta e informazioni che
mai. È un cambiamento esponenziale, creativo e distruttivo al tempo stesso: modelli d'impresa leggendari
vengono sradicati e altri prendono forma nel giro di mesi, se non di settimane. Nel frattempo, la fiducia dei
cittadini nelle banche non è mai stata così bassa e il flusso di nuove regole non è mai stato così intenso.
Come se non bastasse, dobbiamo fronteggiare la seria possibilità di una crescita tendenziale più bassa nel
mondo sviluppato, oltre a una situazione persistente di inflazione bassa, tassi di interesse bassi e crescita del
credito bassa.
Come dovrebbero reagire le banche? Qual è la nostra funzione. Le banche esistono per aiutare le persone e
le imprese a prosperare. Troppi banchieri hanno perso di vista questo scopo nella fase che ha preceduto il
disastro. Per riconquistare la fiducia dell'opinione pubblica, dobbiamo ripensare il nostro modo di lavorare.
Qui al Banco Santander lo faremo puntando sulla semplicità, il rapporto personale e l'equità. Per conquistare
e conservare la clientela nell'era del digitale dobbiamo capire che la fedeltà è più importante che mai. Non è
più sufficiente seguire passo passo i clienti. Dobbiamo essere un passo avanti, anticipare quello che
desiderano. Dobbiamo creare rapporti prolungati nel tempo in cui rivestiamo la funzione di soci, non di
venditori. È questa la strada per garantire un rendimento sostenibile ai nostri azionisti.
Per riuscirci, le banche devono innovare. Oltre a costruire le relazioni personali con i nostri clienti nelle filiali,
dobbiamo offrire un servizio di prima qualità su web e telefono. Anche se siamo grandi corporation dobbiamo
avere lo spirito di una piccola start-up. Per riuscire a fare tutto questo sarà fondamentale il ruolo dei regulator.
Il programma di riforme lanciato nel 2009 sarà sostanzialmente completato quando il G20 terrà il suo
prossimo vertice, a novembre. I requisiti patrimoniali delle banche, secondo il Comitato per la stabilità
finanziaria, si sono moltiplicati per sette.
Le nuove regole dovranno superare alcuni semplici test. Consentiranno alle banche di assolvere alla loro
funzione mettendo il settore bancario nelle condizioni di sostenere adeguatamente la crescita? La nuova
struttura normativa creerà le condizioni perché una banca possa fallire senza oneri per i contribuenti?
Dobbiamo trovare il giusto equilibrio fra obbiettivi concorrenti: rafforzare il capitale e la liquidità; ridurre la
complessità; incrementare la possibilità di risoluzione; migliorare la conduzione dell'attività mettendo al tempo
stesso le banche nelle condizioni di sostenere la crescita. Non sarà facile. In certi istituti, per esempio,
potrebbe essere necessario separare o vietare determinate branche di attività, ma se una politica del genere
venisse applicata a tutte le banche si correrebbe il rischio di limitare l'accessibilità ai servizi bancari e far
aumentare il prezzo di certi prodotti per i clienti individuali e le Pmi. Sull'altro versante, potrebbe essere
necessario un indice di leva per evitare un eccessivo indebitamento del sistema finanziario nel suo
complesso. Ma se questo dovesse diventare il principale vincolo di capitale per certi istituti, il rischio sarebbe
di mettere a repentaglio il principio cruciale "più capitale per più rischio", creando incentivi sbagliati per le
banche. Sul più lungo termine, può essere utile disporre di un requisito di capacità idoneo ad assorbire le
perdite, che faccia in modo che il costo della crisi di una banca ricada sui suoi creditori e non sul
contribuente; ma tutto questo non deve tradursi in strutture di finanziamento che favoriscono il debito
finanziario rispetto ai depositi.
Detto tutto ciò, è evidente che le banche devono cambiare. In Europa la crisi ha dimostrato che per avere
crescita e stabilità servono non soltanto banche solide, ma un sistema istituzionale comunitario rafforzato.
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VIGILANZA E CRESCITA
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
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Abbiamo fatto passi in avanti molto importanti quando abbiamo gettato le basi dell'Unione bancaria. Questo
contribuirà a rimuovere l'incertezza, grazie al processo di stress test/revisione della qualità degli attivi e grazie
al supervisore unico. Consentirà ristrutturazioni o risoluzioni ordinate delle banche in crisi e preparerà la
scena per una maggiore integrazione, efficienza e competitività.
Tutto questo dovrebbe stimolare le banche a cambiare modo di pensare. Finora abbiamo visto l'Eurozona
come un insieme di mercati, ma per la Bce (e per noi del Banco Santander) diventerà una cosa sola: un unico
insieme di regole, un unico supervisore, un unico mercato.
Ana Patricia Botín è presidente del Banco Santander
(Traduzione di Fabio Galimberti)
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
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Irap, fondi e utili: resta la retroattività
Giovanni Parente
L'aumento dell'aliquota Irap al 3,9% resta retroattivo. Stessa sorte per il rincaro della tassazione su fondi
pensione e fondazioni. E si applicherà dal 1° gennaio 2014 anche la tassazione dei proventi percepiti sulle
polizze vita.
Giovanni Parente u pagina 45
L'aumento dell'aliquota Irap resta retroattivo. Nessun passo indietro anche sull'aumento della tassazione per
i fondi pensione e le fondazioni. Stesso discorso anche per lo stop all'esenzione dall'Irpef per i capitali
percepiti in caso di morte dai beneficiari di polizze vita.
L'ultima bozza del Ddl di Stabilità «bollinata» conferma gli aumenti di imposta in deroga allo Statuto del
contribuente, oltre a modificare il regime della deduzione dei costi black list (si veda l'articolo in pagina). A
cominciare dall'Irap. I versamenti per il 2014 dovranno, quindi, essere effettuati con un'aliquota più alta
rispetto a quella che aveva ridotto il decreto sul bonus Irpef (Dl 66/2014) e per la quale era stato introdotto a
copertura l'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20% al 26% a partire dal 1° luglio scorso.
Così l'aliqauota ordinaria dell'Irap da applicare sarà quella del 3,9% e non più del 3,5 per cento. Nel
determinare il saldo dell'Irap in scadenza il 16 giugno 2015, non si potrà beneficiare neanche della nuova
agevolazione sulla deduzione integrale del costo del lavoro derivante da contratti a tempo indeterminato. La
"neutralizzazione" della componente lavoro dalla base imponibile Irap scatterà soltanto dall'esercizio
successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014. Tradotto in soldoni, il beneficio si vedrà solo al momento
dei versamenti d'imposta da effettuare nel 2016, al netto della scelta per l'acconto previsionale. L'anno
prossimo, invece, nessun nuovo vantaggio: l'Irap, dunque, si calcolerà con l'aliquota del 3,9% e con la
deduzione limitata per le retribuzioni dei dipendenti a tempo indeterminato (7.500 euro a testa per gli over 35
e 13.500 per donne e under 35, con importi raddoppiati in talune regioni meridionali). L'unica mitigazione alla
retroattività è rappresentata dal fatto che vengono fatti salvi i minori versamenti in acconto effettuati in base
all'aliquota 3,5% utilizzando il metodo previsionale, come aveva espressamente stabilito dal decreto Irpef
(articolo 2, comma 2, del Dl 66/2014).
La retroattività, però, non si ferma all'Irap. Tutto confermato anche sul versante fondi pensione e fondazioni.
L'incremento della tassazione dei proventi percepiti dai fondi pensione, passa dall'11,5% al 20% con efficacia
retroattiva dal 1° gennaio 2014 al netto dei riscatti già effettuati. Per quanto riguarda gli investimenti in titoli di
Stato di Paesi white list è confermata la tassazione del 12,5 per cento.
Scatteranno, invece, dal 2015 le nuove aliquote sulla tassazione delle Casse di previdenza (dal 20 al 26%) e
sull'imposta sostitutiva sulla rivalutazione del Tfr (dall'11 al 17%).
Capitolo fondazioni e trust. L'incremento dal 5% al 77,74% della quota imponibile dei dividendi percepiti dagli
enti non commerciali sarà applicabile con riferimento alle distribuzioni di utili effettuate dal 1° gennaio 2014.
L'imposta dovuta dagli enti non commerciali (in primo luogo trust e fondazioni bancarie) sarà quindi pari al
21,38% (il 27,5% del 77,74%) del dividendo percepito.
La retroattività "colpisce" anche il comparto assicurazioni. Il Ddl di Stabilità sancisce l'addio all'esenzione
dalla tassazione Irpef per «i capitali percepiti in caso di morte in dipendenza di contratti di assicurazione sulla
vita, a copertura del rischio demografico». Solo che inizieranno a essere tassati i proventi percepiti dai
beneficiari dalle polizze vita a partire dal 1° gennaio 2014 e non quindi dalla "naturale" entrata in vigore del
Ddl di stabilità (ossia dal 2015).
L'ultima bozza del disegno di legge conferma anche un altro addio all'esenzione. Si tratta dell'esonero dal
bollo auto per le auto d'epoca, che quindi dovranno essere soggette al prelievo. L'unica magra consolazione
che almeno in questo caso la disposizione non sarà retroattiva.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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FOCUS LEGGE DI STABILITÀ
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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© RIPRODUZIONE RISERVATAI punti critici
IRAP
La revisione del prelievo
per l'imposta regionale
Il testo definitivo del disegno di legge di stabilità conferma il ritorno (dal 3,5% al 3,9%) all'applicazione
dell'aliquota piena per il periodo d'imposta 2014. Confermata anche l'esclusione dalla base imponibile del
costo del lavoro riferito ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato per il 2015
FONDAZIONI La stretta fiscale
su trust e fondazioni
Il disegno di legge per la stabilità conferma che l'intervento destinato ad allargare significativamente la base
imponibile per le fondazioni e i trust produrrà effetti a partire dagli utili messi in distribuzione dal 1° gennaio
2014. Con un incremento del prelievo di fatto retroattivo
FONDI PENSIONE IL secondo pilastro
non fa pace con il Fisco
La deroga allo Statuto del contribuente si estende anche alla tassazione dei proventi percepiti che passa
dall'11,5% al 20% con efficacia retroattiva dal 1° gennaio 2014 al netto dei riscatti già effettuati. E sarà
retroattiva anche la tassazione dei proventi percepiti dai beneficiari di polizze vita
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
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Manovra «bollinata», ecco i nuovi tagli
È la Difesa la più penalizzata - Risparmi anche su Tar, Consiglio di Stato e Corte dei conti FORZE ARMATE I
risparmi della Difesa si concentrano su approvvigionamenti militari e pianificazione delle Forze armate
Marco Mobili Marco Rogari
ROMA
Arriva nella serata di ieri la tanto attesa "bollinatura" della Ragioneria generale dello Stato al disegno di legge
di stabilità varato dal Governo la scorsa settimana. Un lungo e articolato lavoro di verifica dei 47 articoli che
compongono il Ddl e degli allegati che, mai come quest'anno, rappresentano la bussola per orientarsi
soprattutto sulla portata della cura dimagrante cui saranno sottoposti ministeri, enti di rilevanza costituzionale
(dalla Corte dei conti ai Tar), enti pubblici (dall'Istat al Commercio estero) e organismi internazionali (Onu in
testa).
Un puzzle complesso che nel totale già annunciato dallo stesso premier, Matteo Renzi, dovrà portare a una
riduzione complessiva delle spese dello Stato per almeno 6,1 miliardi di euro. Una grossa parte arriverà dai
ministeri, a partire dai 2,5 miliardi alle singole voci di spesa di diretta competenza dei dicasteri con
portafoglio. Oltre ai tagli espressamente codificati nella Sezione III del Ddl sotto la voce "Misure di settore", si
va dalla riduzione del 5% dei trasferimenti alla Rai del canone Tv alla vendita degli alloggi della Difesa, e che
nel loro complesso dovrebbero ridurre la spesa per oltre 1,4 miliardi (si veda Il Sole 24 Ore di sabato scorso,
si dovranno sommare 1,017 miliardi che emergono dalle riduzioni delle dotazioni finanziarie a disposizione di
vari ministri.
In questo caso i tagli, frutto del lavoro di scrematura delle proposte fatte pervenire nelle settimane scorse
all'Economia dai singoli ministeri, vedono al primo posto la Difesa che con 504 milioni di riduzione
contribuisce al 50% del taglio complessivo. Di questi 504 milioni ben 496 arriveranno dalla revisione delle
spese per la pianificazione delle Forze armate e l'approvvigionamento militare. Altra sforbiciata pesante in
arrivo anche per l'istruzione che subirà una stretta per altri 148,6 milioni. Con un taglio di circa 55 milioni
all'istruzione secondaria di primo grado, di 36 milioni per l'istruzione primaria e di altri 30 per la prescolastica.
La Giustizia e l'Interno sono gli altri due ministeri che si vedono ridurre i fondi, rispettivamente, per 102 milioni
e per 100 milioni. Il taglio del Guardasigilli si concentra sulla giustizia civile e penale (64,1 milioni) e il restante
quasi tutto sull'amministrazione penitenziaria (36,1 milioni). Dal Viminale i risparmi colpiranno soprattutto
l'ordine pubblico e la sicurezza con un taglio di circa 74 milioni sui 100 complessivi previsti dall'elenco 2. Di
questi 42,7 riguarderanno le risorse destinate al contrasto e alla tutela dell'ordine pubblico e circa 30 quelle
destinate per la pianificazione e il coordinamento delle Forze di polizia.
Nel mosaico dei tagli ai ministeri entrano di diritto anche i 38,7 milioni riportati nella tabella D allegata alla
"stabilità" 2015 e che riporta il dettaglio delle riduzioni apportate alle autorizzazioni di legge di spesa corrente
già disposte. Dieci pagine dettagliate in cui spiccano il taglio ai contributi per le emittenti televisive, quelli per
lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell'ambiente, il fondo per la formazione e l'aggiornamento
della dirigenza scolastica o ancora i tirocini nella Pa.
Ma la spending review targata Renzi non si limita ai soli ministeri. Nel mirino sono finiti anche 43 enti e
organismi pubblici. Questi contribuiranno alla riduzione delle spese per poco più di 22 milioni di euro. L'Istat,
ad esempio, si vedrà ridurre i trasferimenti, a decorrere dal 2015, per 2 milioni. Mentre per l'Agea la riduzione
di risorse sarà di 3 milioni. Stesso taglio per la valorizzazione dell'istituto di tecnologia. Penalizzata la
promozione all'estero, l'internazionalizzazione delle imprese e l'attrazione degli investimenti esteri che si
vedranno tagliare fondi per oltre 1,5 milioni. Lo stesso Cantone si vedrà tagliare subito 100mila euro dalla
somma che deve ancora essere assegnata all'autorità anticorruzione. La spending made in italy non
risparmierà neanche i contributi a organismi internazionali. Dei 25 milioni di risparmio ben 20 saranno sotto la
voce Onu e altri 3 sotto la casella Osce.
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La legge di stabilità LE MISURE DEL GOVERNO
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
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Infine, 10 milioni arriveranno complessivamente dal taglio ai bilanci di organi a rilevanza costituzionale: circa
6 saranno dalla Corte dei conti e 3,2 da Consiglio di Stato e Tar.
Tra le voci di riduzione della spesa ci sono anche quelle in conto capitale (circa 864 milioni indicati nella
Tabella E) che impattano su missioni e programmi dei ministeri: tra questi 463,7 milioni tagliati al fondo per lo
sviluppo e la coesione, i 200 milioni di contributo in conto impianti per le Fs. Ma ci sono anche i 75 milioni
tagliati per le Zone franche urbane e i 25 milioni per Tetra, la rete tecnologica di comunicazione tra le forze
dell'ordine.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Lamappa 5.931 825 3.209 I TAGLI AI MINISTERI Riduzione delle dotazioni
finanziarie delle spese 2015. Dati in migliaia di euro Difesa Istruzione Giustizia Interno Economia Beni e
attività culturali e turismo 21.500 Sviluppo economico 11.722 Salute 11.350 Infrastrutture e trasporti 11.281
Politiche agricole 8.303 Ambiente 6.580 0 Lavoro 4.600 Affari esteri TOTALE 1.017.702 TOTALE 10.000
TOTALE 25.243 TOTALE 22.060 di cui I TAGLI AGLI ORGANI COSTITUZIONALI Riduzione degli
stanziamenti 2015. Dati in migliaia di euro I TAGLI AGLI ORGANISMI INTERNAZIONALI Riduzione contributi
2015. Dati in migliaia di euro Altri 2.243 I TAGLI A ENTI E ORGANISMI PUBBLICI Riduzione dei trasferimenti
2015. Dati in migliaia di euro Assegnazione all'agenzia per le erogazioni in agricoltura (A.G.E.A.) Istat
Consiglio di presidenza della giustizia tributaria Consob Anac 3.000 2.000 Agenzia Ice 1.550 300 200 100
504.495 148.610 102.724 100.923 85.614 Corte dei Conti Consiglio di stato e Tar Csm Consiglio giustizia
amministrativa Sicilia 35 583 Agenzia delle dogane e dei monopoli Formez Enti parco Enac Enea 1.000 1.000
1.000 1.000 ONU 20.000 OSCE 3.000
IL GIRO DI VITE
2,5 miliardi Tagli ai ministeri con portafoglio
Dai dicasteri arriverà oltre un terzo
della stretta sulla spesa dello Stato
463,7 milioni Fondo sviluppo e coesione
Una riduzione consistente
tra le spese in conto capitale
74 milioni Ordine pubblico e sicurezza
Verranno in massima parte da questo
comparto i tagli del Viminale
64,1 milioni Giustizia civile e penale
La quota maggiore dei tagli
al ministero della Giustizia
Foto: Bollinatura. Ieri è arrivato il sigillo della Ragioneria generale dello Stato alla legge di stabilità
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 3
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Saltano le risorse per «Piano export» e investimenti esteri
INIZIATIVE A RISCHIO Il governo aveva annunciato un mix di azioni per 270 milioni in tre anni. Spunta
invece un taglio di 7 milioni per contributi ad enti vari
Carmine Fotina
ROMA
Saltano i fondi per il Piano sul made in Italy. Il finanziamento per le nuove attività di promozione e per
l'attrazione degli investimenti esteri non compare nella Tabella C della legge di stabilità, nonostante quanto
era stato previsto con il decreto Sblocca Italia. A prima vista un'altra occasione persa, a dispetto degli
annunci, e al pari del mancato rifinanziamento della "nuova Sabatini" che agevola l'acquisto di macchinari
industriali (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).
Sulle politiche per l'internazionalizzazione si attendeva una robusta iniezione di risorse, per circa 130 milioni
nel primo anno. Il premier Matteo Renzi, a luglio, di ritorno dalla missione istituzionale in Africa subsahariana,
aveva preannunciato che il piano sarebbe stato un pilastro del programma dei "mille giorni" per guadagnare
«oltre un punto di Pil dalla crescita delle esportazioni, con 22mila nuove aziende italiane presenti sui mercati
esteri».
Le iniziative, la cui elaborazione è stata curata nei dettagli dal viceministro per lo Sviluppo economico Carlo
Calenda, erano state poi presentate in conferenza stampa dal ministro Federica Guidi il 29 agosto. Il
comunicato preannunciava un Piano «per oltre 270 milioni di euro nel triennio 2015-2017». Non ce n'è
traccia. Ma non basta. Perché, a fronte del mancato finanziamento del Piano, la Tabella C contiene un'altra
sorpresa, stavolta con il segno meno: scatta un taglio di 6,9 milioni, praticamente il 50%, per un mix di
stanziamenti previsti a «sostegno all'internazionalizzazione»: organizzazione mostre, funzionamento camere
di commercio italiane all'estero, consorzi per le materie prime, supporto prodotti agroalimentari.
Ora c'è da attendersi il pressing del ministero di via Molise per ottenere dal premier e dal ministero
dell'Economia un recupero delle risorse durante il passaggio parlamentare.
Per quanto riguarda il Piano, il decreto Sblocca Italia elencava una lunga serie di azioni rinviando però
l'individuazione delle coperture alla Stabilità. Il contenitore doveva essere l'Agenzia Ice attraverso il «Fondo
per la promozione degli scambi e l'internazionalizzazione delle imprese». Ma, per questa voce, la Tabella C,
che contiene gli stanziamenti da quantificare anno per anno con la Stabilità, non va oltre la conferma della
dotazione già prevista a legislazione vigente, ovvero 19,107 milioni. Invariato anche il finanziamento delle
spese di funzionamento dell'Agenzia (14,8 milioni).
Il Piano appare ora legato a filo doppio a possibili integrazioni in Parlamento. A rischio c'è un pacchetto
composto da 5 azioni all'estero ed altrettante in Italia. Tra le prime spiccano accordi con la grande
distribuzione per inserire marchi italiani; il progetto di comunicazione contro il fenomeno dell'"italian sounding"
e un'iniziativa specifica per concretizzare la ricaduta commerciale dell'Expo nell'agroindustria e in altri settori
industriali. In Italia l'obiettivo è rafforzare i principali eventi fieristici; finanziare le imprese che assumono dei
manager temporanei per l'export; favorire la diffusione dell'e-commerce per le vendite oltreconfine;
organizzare un roadshow in 20 piazze finanziarie per attrarre investimenti stranieri. Gli obiettivi sono apparsi
subito ambiziosi: 50 miliardi di dollari di esportazioni in più al 2016 e 20 miliardi di flussi aggiuntivi di
investimento in Italia.
Ottime intenzioni in cerca adesso delle risorse perdute.
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IL PROGETTO
68 milioni
Azioni all'estero nel 2015
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Made in Italy. Non aumenta la dote Ice
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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La stima del costo delle cinque azioni previste dal Piano all'estero, dagli accordi con la grande distribuzione
alle iniziative contro l'italian sounding. Ammonta invece a 62 milioni l'insieme delle iniziative previste in Italia
22mila
Potenziali nuovi esportatori
Il Piano punta a favorire lo sbarco nei mercati internazionali di 22mila nuove imprese. Ulteriori obiettivi: 50
miliardi di dollari di esportazioni in più al 2016 e 20 miliardi di flussi aggiuntivi di investimento in Italia
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 7
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Gay: «Il Made in Italy sia il motore del Paese»
LE PRIORITÀ «Serve un potenziamento dell'Ace e la riduzione della pressione fiscale sugli immobili
d'impresa»
Nicoletta Picchio
ROMA
Un patrimonio italiano e anche europeo. È quel made in Italy che rappresenta un valore del paese e che ci fa
essere unici nella qualità. Protagonista è l'impresa, con le sue eccellenze: «una ricchezza italiana, una unicità
che non può essere contraffatta». È partendo da questa considerazione che Marco Gay, presidente dei
Giovani imprenditori di Confindustria, si rivolge al governo e alla politica: «Si sta andando avanti con coraggio
sulle riforme, ci sono vari cantieri aperti. Ma quello che manca è il cantiere dell'impresa, un industrial compact
nostro. Occorre una strategia di lungo periodo di politica industriale che metta al centro l'impresa come
motore della crescita e dell'occupazione».
Bene l'avvio delle riforme, sottolinea Gay, ma occorre far ripartire il mercato per ritrovare la fiducia e ridare
slancio all'economia. Il mondo dell'impresa c'è e vuol fare la propria parte, consapevole del ruolo che ricopre
nel paese. "Fatti. In Italia" è il titolo del convegno dei Giovani che si aprirà domani, il tradizionale
appuntamento autunnale che si svolgerà a Napoli. «Le nostre proposte dimostrano il desiderio di essere
partecipi nella sfida per il futuro del paese. I Giovani imprenditori hanno voglia di fare, di investire, di far
ripartire le nostre aziende. Scommettendo sul paese». Fatti, in Italia, quindi: i prodotti, sinonimo di qualità e di
eccellenza; le scelte, per creare un ambiente più favorevole all'impresa.
Il governo ha messo mano ad una serie di riforme: si va nella giusta direzione?
Il governo sta dimostrando velocità, coraggio, determinazione. Le azioni che sta avviando devono essere
concretizzate con la stessa velocità dal Parlamento. Serve responsabilità da parte della classe politica per
dare seguito alle riforme e renderle operative. La direzione è quella giusta, penso ad interventi come quello
sull'Irap, che aspettavamo da anni. Oppure alla possibilità di assumere per tre anni con un risparmio sui
contributi: è uno stimolo per le aziende a crescere e ad assumere.
Il numero di 800mila posti in tre anni è verosimile?
È auspicabile. Ma non bisogna dimenticare che il lavoro si crea facendo ripartire il mercato. Bisogna ridare
slancio alla domanda interna. Ed è fondamentale la fiducia per far ripartire gli investimenti. Occorre che il
governo rimetta in moto gli investimenti pubblici e crei le condizioni per dare una spinta a quelli privati.
E quindi si torna alle riforme e ad una politica industriale: quali sono gli interventi che ha in mente?
Li presenterò nel dettaglio domani, nelle tesi con cui aprirò il convegno. Penso per esempio ad un
potenziamento dell'Ace, con cui si defiscalizzano gli utili reinvestiti. Non chiediamo incentivi, piuttosto misure
che possano facilitare le azioni delle imprese. Interventi anticiclici che magari hanno un costo immediato per
le finanze pubbliche ma che nel medio periodo hanno ricadute positive sull'economia. Il successo della Legge
Sabatini è la riprova che c'è la voglia di investire e dimostra l'utilità di un suo rifinanziamento. Tra le priorità
rimane fondamentale, inoltre, la riduzione della pressione fiscale sugli immobili d'impresa che sta strozzando
le aziende. Bisogna ritrovare la fiducia, creare un ecosistema favorevole alle imprese: la spinta naturale degli
imprenditori è crescere, anche dimensionalmente.
Quali sono le priorità?
Il rilancio degli investimenti pubblici, la semplificazione burocratica, perché oggi un mese all'anno viene
dedicato dalle aziende per adempiere agli obblighi della burocrazia, con spreco di tempo e risorse. E poi la
lotta all'evasione fiscale, una forte spending review, per rendere disponibili risorse da destinare allo sviluppo.
Un percorso virtuoso che potrà attrarre anche investimenti esteri?
Sono favorevole ad un arrivo di capitali stranieri da noi se questo significa sviluppo di imprese nel nostro
paese. Diverso è se un'azienda multinazionale arriva per comprare un concorrente e chiudere l'impresa.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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INTERVISTA Marco Gay Presidente Giovani Confindustria
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 7
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Spetta al governo avere una visione e valutare.
Riforme e fiducia, quindi...
Sì, noi Giovani imprenditori crediamo nell'Italia e nel suo futuro. L'economia oggi è in ginocchio ma siamo il
secondo paese manifatturiero europeo e senza i vincoli che oggi ci troviamo a fronteggiare potremmo
certamente diventare il primo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CONVEGNO
Si svolge oggi e domani a Napoli, presso Città della Scienza, il 29° convegno dei Giovani Imprenditori di
Confindustria dal titolo "Fatti. In Italia". Interverrà, tra gli altri, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.
Chiuderà i lavori il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi
Foto: Marco Gay
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 8
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BTp Italia a quota 4,5 miliardi
Termina l'offerta retail - Cannata (Mef): la cedola potrebbe aumentare DOMANDA SOTTO LE ATTESE Ieri
richieste per soli 532 milioni: sono lontani i record di raccolta del passato Gli ultimi due BTp Italia avevano
superato 20 miliardi
Mara Monti
MILANO
La prima tranche di sottoscrizione del BTp Italia, quella dedicata al retail, si è fermata a 4,572 miliardi di
euro. Questa mattina è il turno degli investitori istituzionali che hanno due ore di tempo - dalle 9 alle 11 - per
immettere gli ordini sulla piattaforma dell'EuroMot. Un ammontare al di sotto delle aspettative dal momento
che si era ipotizzata una eventuale chiusura anticipata delle sottoscrizioni di ieri che non è avvenuta avendo
raccolto nella giornata soltanto 532 milioni di euro. A dare impulso all'ultima fase del collocamento della
settima tranche sono state le parole di Maria Cannata, responsabile debito pubblico del Mef, che nel
giudicare «soddisfacente» il risultato retail, non ha escluso che «il tasso minimo reale garantito dell'1,15%
fissato per l'emissione del BTp Italia in corso, possa essere rivisto al rialzo al termine del collocamento,
considerata la volatilità del mercato registrata negli ultimi giorni».
Il tasso finale verrà, infatti, comunicato da Tesoro oggi al termine del collocamento dopo il tasso minimo
garantito fissato venerdì scorso. Non è escluso che l'ultima comunicazione dovrà tenere conto dell'escursione
subita in questi giorni dal mercato: basti pensare che il benchmark di riferimento ovvero il BTp Italia 2020 ha
subito una variazione di 10 punti base da lunedì quando il rendimento era schizzato all'1,30% per poi portarsi
ai livelli di ieri della chiusura all'1,23%. Anche lo spread tra BTp e Bund ha avuto giornate di forte volatilità
passando da 175 punti base a 165 di ieri. Nonostante questi fattori, «il BTp Italia si conferma un prodotto che
piace ai risparmiatori individuali che cercano una semplice tutela del proprio risparmio», ha commentato
Cannata.
Sembra difficile, se non impossibile, che la finestra di questa mattina dedicata agli investitori istituzionali
possa avvicinarsi ai 20,5 miliardi complessivi raccolti ad aprile, molto probabilmente il riferimento sarà il primo
BTp Italia scadenza marzo 2016 quando il Tesoro raccolse 7,3 miliardi, ma in quella fase il titolo garantiva
una cedola del 2,45 per cento. Tra i motivi del minore appeal del BTp Italia c'è sicuramente un tasso reale
annuo minimo garantito dell'1,15%, considerato basso ma comunque figlio della deflazione. Il tasso reale
minimo sull'emissione di aprile, sempre con scadenza a sei anni, era stato invece all'1,65%. In precedenza, la
quinta emissione di BTp Italia, novembre 2013, aveva raccolto ordini complessivi per 22,27 miliardi, offriva un
tasso reale annuo minimo del 2,15% e una scadenza di quattro anni.
Nessuno si spinge a fare previsioni su quanto potrà essere aumentato il tasso finale. Molto dipenderà da
come andrà il mercato questa mattina e se i dati in calendario a comunicare dal Pmi dell'eurozona con
particolare attenzione a quelli di Francia e Germania: eventuali segnali di debolezza della fiducia delle
imprese potrebbero essere letti negativamente dai mercati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Tutti iBTp Italia TUTTI I BTP ITALIA BTp Italia BTp Italia 2 BTp Italia 3 BTp
Italia 4 BTp Italia 5 BTp Italia 6 BTp Italia 7 APR 2020 NOV 2017 APR 2017 OTT 2016 GIU 2016 MAR 2016
OTT 2020 APR 2014 NOV 2013 APR 2013 OTT 2012 GIU 2012 MAR 2012 OTT 2014 Scadenza Emissioni
Cedola min. reale annua 2,45% 3,55% 2,55% 2,25% 2,15% 1,65% 1,15% 4,57* 22,27 20,60 18,00 17,05
1,70 7,30 collocati al retail Ammontare collocato (in mld di €) 3,63% CTZ 4,48% CCTeu 2,54% CCT 4,86%
BTP Italia rivalutato 7,19% BTP €i rivalutato 7,71% BOT 0,10% Estero in valuta 3,02% Estero in euro 66,48%
BTP COMPOSIZIONE DEI TITOLI DI STATO In circolazione al 30 settembre 2014
Foto: - Fonte: Dipartimento del Tesoro
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La lunga crisi TITOLI DI STATO
23/10/2014
Il Sole 24 Ore
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L'Italia rilancia sul Giappone
Infrastrutture, turismo e agro-alimentare tra i settori di maggiore interesse PIÙ INVITANTE Tokyo promette di
diventare attraente per gli investitori stranieri, a cominciare dalla corporate tax che vuole far scendere sotto il
30%
Stefano Carrer
TOKYO. Dal nostro corrispondente
A dare il viatico all'Italy-Japan Business Group (la cui assemblea plenaria si svolgerà a Torino lunedì
prossimo), ci ha pensato il primo ministro giapponese. Shinzo Abe, nell'incontro con il premier Matteo Renzi a
margine del recente vertice Asem di Milano, ha sottolineato che, per la Corporate Japan, l'Italia e l'Europa
rappresentano una terra per potenziali ulteriori investimenti, anche di rilevante profilo. Secondo le
indiscrezioni, per esemplificare avrebbe accennato esplicitamente alla volontà di espansione nel settore
ferroviario della Hitachi (che ha fatto una offerta per Ansaldo Sts e Ansaldo Breda, in concorrenza con quella
di una cordata cinese: Finmeccanica dovrebbe decidere a novembre), nel quadro di una forte
decentralizzazione per aree regionali ormai diventata una caratteristica strategica dei grandi gruppi nipponici.
Al Business Forum dell'Asem, invece, Abe ha sottolineato che il Giappone sta cambiando per diventare uno
dei Paesi più attraenti per gli investimenti diretti stranieri, sollecitando quelli europei e italiani. Non è mancato
qualche osservatore che ha fatto la tara alle sue dichiarazioni, paragonandole magari alla politica degli
"annunci anticipati" (su misure non necessariamente scontate) che i critici addebitano a Renzi: per esempio,
ha dato per assodato che la corporate tax in Giappone scenderà sotto il 30% nei prossimi anni (il che è tutto
da vedere) e che lui personalmente tiene moltissimo alla conclusione rapida del Free trade agreement con la
Ue (e con gli Usa in ambito Tpp), la cui finalizzazione non appare ancora vicina. Abe, infine, ha riaffermato
l'investimento strategico nell'Expo milanese 2015 in quanto vetrina globale del settore alimentare, che in
Giappone l'Abenomics intende trasformare proprio in direzione dell'export. È un Sol levante, insomma, che
vuole somigliare di più all'Italia, come esportatore di prodotti alimentari e importatore di turisti. Non a caso,
per la prima volta a memoria d'uomo, di recente la bilancia dei pagamenti turistica giapponese è passata in
positivo; non però - ovviamente - con il nostro Paese, anche se un numero insolito di italiani ha visitato
l'arcipelago nell'estate scorsa proprio grazie all'Abenomics che ha provocato la svalutazione dello yen. L'Italia
non demorde in alcuni dei suoi tradizionali punti di forza, come si è visto alla recente fiera del turismo Jata di
Tokyo (dove l'Enit ha organizzato anche un meeting B2B tra 163 buyers e 751 sellers). È appena iniziata,
inoltre, la nuova edizione di "3000 anni di vino italiano", manifestazione-ombrello per la promozione dei vini
italiani in Giappone sorta tre anni fa come settimana e ora estesasi su un arco di un mese e mezzo in 25
province. «Le vendite dei nostri spumanti sono in aumento del 50%. Quasi raddoppiate anche quelle di vini
fortificati, che però partono da livelli bassi», rileva Aristide Martellini, direttore dell'Ice a Tokyo. Barometro
positivo anche per le articolazioni della simpatia verso l'Italia. «Tutto quello che fanno gli italiani è bello», ha
dichiarato il sindaco di Nagoya, Takeshi Kawamura, alla cerimonia di venerdì scorso per l'entrata in servizio
dei nuovi autobus urbani il cui design è stato realizzato da una studentessa dell'Iaad di Torino, Alessia Frau,
su allegri motivi astratti - che richiamano la città piemontese - prescelti da un referendum popolare.
Nel settore trasporti, la giapponese Terra Motors inizia dall'Italia il suo ingresso nel mercato europeo dei
motocicli elettrici, presentando il suo "A4001" all'Eicma di Milano di inizio novembre.
Oscar Farinetti, che dal Giappone iniziò la campagna internazionale di espansione di Eataly, interverrà
all'assemblea di Torino (città prescelta quest'anno anche per via del decennale della scomparsa del
fondatore e animatore dell'Ijbg, Umberto Agnelli), che sarà aperta dal saluto del sindaco Piero Fassino,
mentre la sessione "politica" sarà guidata dal viceministro allo sviluppo economico Carlo Calenda. «Le
prospettive della cooperazione nel settore industriale, anche verso Paesi terzi, e in quello dell'energia
saranno in primo piano - afferma il co-presidente dell'Ijbg, Giorgio Zappa - Altri panel si focalizzeranno in
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Asia. Lunedì a Torino si svolgerà l'assemblea plenaria dell'Italy-Japan business group - Il focus sarà sugli
investimenti
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Il Sole 24 Ore
Pag. 19
(diffusione:334076, tiratura:405061)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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particolare sul comparto alimentare e sul turismo». L'esordio come co-presidente giapponese di Masami
Iijima, numero uno della casa di trading Mitsui, segnala altresì il ruolo crescente delle trading house nella
promozione di business e di investimenti. A margine della riunione, il premio giornalistico della Fondazione
Italia-Giappone intitolato a Umberto Agnelli sarà consegnato da Donna Allegra Agnelli a Mario Sechi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA L'IMPORT DEL GIAPPONE DAL MONDO Quote%per macroarea.
Dati2012 Il peso del Sol Levante per ilmadein Italy Unione Europea (di cui 1,1% l'Italia) 9,4% Oceania 6,9%
America Centro Meridionale 3,8% Paesi europei extra Ue 3,7% America Settentrionale 10,3% Medio Oriente
19,2% Asia Orientale 43,3% Africa 2,4% Asia Centrale 1,0% EXPORT ITALIANO VERSO TOKYO Gennaio luglio. Miliardi di euro IMPORT ITALIANO DA TOKYO Gennaio - luglio. Miliardi di euro 2014 1,60 2013 1,56
Var. 2014/13 +2,6% 2013 3,67 2014 3,30 Var. 2014/13 -10,1%
Foto: - Fonte: Istat, Ice, Onu-Comtrade
Foto: - Nota: il Pil è rilevato su dati Esa95 Eurostat a prezzi costanti destagionalizzati; le variazioni T/T sono
quelle dell'ultimo trimestre rispetto al precedente annualizzate.
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Il Sole 24 Ore
Pag. 35
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Un outsider che viene dal «largo consumo»
Simone Filippetti
In America quelli come lui li chiamano «Underdog». Noi diremmo lo «sfavorito», il cavallo su cui nessuno
punterebbe, ma che poi si piazza vincitore, a sorpresa. Il nuovo co-amministratore delegato Adil MehboobKhan dal nome quasi impronunciabile in italiano è in realtà molto italiano: ha sposato una moglie italianissima
e ha vissuto tanti anni a Roma per la Procter&Gamble, che ha i suoi uffici proprio nella capitale. Per trovare
un profilo simile a capo di un'azienda bisogna andare nella conterranea Safilo e la cosa non è casuale.
Simone Filippetti
u Continua da pagina 35
Ma al di là del passaporto del nuovo ceo di Luxottica, conta il suo curriculum. E da quello si coglie che la
Luxottica post-Guerra e post-Cavatorta (il cui regno è durato appena un mese) sposterà probabilmente il suo
baricentro. Con un manager che ha passato tutta la sua vita, lavorativa, nella più grande multinazionale al
mondo del largo consumo, ci si aspetta una virata sul «consumer» a scapito del lusso, come strategia. L'italopakistano è un commerciale e la scelta proposta da Egon Zhender, e ovviamente avallata da Del Vecchio, si
può leggere in controluce come la conferma che l'industria sta per imboccare una strada diversa da quella del
business delle licenze, che negli ultimi 15 anni è stata la fortuna degli occhialieri. L'industria è a uno snodo: il
futuro riserverà meno licenze di grandi griffe.
Coincindenza, o forse no, la nomina di Mehboob è speculare a quella fatta, un anno fa, dalla concorrente
Safilo. A Longarone hanno chiamto Luisa Delgado, ex Ikea, una manager commerciale pura e anch'essa
proveniente dal largo consumo. Oggi, alla guida dei due principali produttori di occhiali al mondo, ci sono due
manager con un Dna spiccatamente di largo consumo.
E visto quello che è successo proprio a Safilo, dove la holding del lusso Kering, proprietaria di Gucci si è
riportata in-house la produzione di occhiali, prima appaltata a Safilo appunto (per opera peraltro dell'ex
manager Roberto Vedovotto), è probabile che l'industria sia davanti a uno snodo: quella di Kering sarebbe
solo l'inizio di un nuovo trend. Le grandi maison mondiali tenderanno sempre più a riportarsi in azienda le
produzioni. Per gli occhialieri un futuro più di prodotto che di licenza. E allora ecco che un commerciale è il
manager ideale per cavalcare il cambio.
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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LE SCELTE PER IL MANAGEMENT
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La Repubblica - Ed. nazionale
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Doria: "Insultatemi ma non mollo I premi scandalo? Dovevo darli"
LUIGI PASTORE
A PAGINA 17 Doria: "Insultatemi ma non mollo I premi scandalo? Dovevo darli" GENOVA. «Come uomo e
come sindaco di una comunità ferita, penso continuamente a chi ha perso la vita e a chi è stato colpito. Non
credo che le cause di questi eventi siano da ricercarsi in quanto fatto dal Comune nei due anni della mia
amministrazione, ma, come sindaco, mi assumo la mia parte di responsabilità per quello che le istituzioni
tutte non hanno saputo fare in anni e anni». Marco Doria è sotto assedio. A Genovaè tornato il sole, ma due
settimane dopo la rabbia della gente non si è placata. Anzi, a freddo, si è acuita. «I genovesi che mi hanno
contestato, tra cui De Andrè e Baccini, li capisco. Ma dimettermi è l'unica cosa che sono sicuro di non fare in
questo momento, anche a costo di prendere degli insulti. Sarebbe come abbandonare la nave in tempesta. E
io devo stare qui per dare delle risposte ai miei concittadini».
Quelle che sono mancate sinora. In tre anni, dall'alluvione che costò la vita a sei donne, non è stato fatto
nulla.
«Questo, per quanto mi riguarda, non è vero. Appena mi sono insediato, nel 2012, ho fatto partire la gara per
realizzare lo "Scolmatore", cioè l'opera fondamentale, attesa da vent'anni, che dovrebbe scongiurare altre
alluvioni del Fereggiano, il torrente esondato tre anni fa, e mitigare il rischio sul Bisagno. Siamo riuscitia
sbloccare l'opera con il governo Monti, abbiamo reperito i fondi: 25 milioni a carico dello Stato, 15 a carico del
Comune e 5 della Regione. Siamo andati avanti, abbiamo preparato il progetto». Però, cantieri nulla.
«È accaduto che ci sono voluti cinque mesi tra aprile e agosto di quest'anno, per ottenere il parere positivo
della Corte dei Conti.O meglio, tre mesi per il parere e due per depositarlo. Adesso, forse, ce la facciamo a
far partire i lavori entro fine anno. Questo è uno dei problemi principali dell'Italia. Serve un modello svizzero
per fare le cose e sono convinto che il premier Matteo Renzi possa essere la persona giusta per cambiare».
Nel frattempo, però, si è appreso che tre dirigenti, attualmente imputati per l'alluvione di tre anni fa e per aver
falsificato i verbali, sono stati premiati.
« Queste persone sono state trasferite dalla Protezione Civile ad altri settori e a qualcuno è stata anche
diminuita la retribuzione, in attesa di una sentenza». Sì, ma il concetto stesso di premio suona offensivo per
le vittime.
«Nonè una voce una tantum, ma una parte fissa della retribuzione legata automaticamente al
raggiungimento di certi risultati. Noi potevamo riconoscerla per intero o per metà. Abbiamo scelta la seconda
soluzione. Questa è la normativa». Che però, si potrebbe cambiare.
«Questo è un altro discorso. Serve una riforma radicale. La pubblica amministrazione non va picconata,
perché comprende anche tanti funzionari encomiabili, ma va radicalmente riformata. Serve una struttura più
flessibile, con tempi di reazione più rapidi di fronte a eventi come quello del 9 ottobre, servono leggi che
permettano di realizzare le opere urgenti più rapidamente, appunto come nel caso dello Scolmatore». Lei si
era candidato dopo l'alluvione del 2011, proprio perché la gente si sentiva tradita dai politici. Adesso, questo
sentimento è ancora più forte. Nelle ore del disastro in giro per la città si vedevano solo i volontari.
«I nostri dipendenti hanno lavorato tantissimo, per mettere in sicurezza scuole, strade e edifici. Abbiamo dato
assistenza nei Municipi a chi voleva pulire le strade, abbiamo fornito 1.200 pale, abbiamo portato via tutto il
fango che migliaia di volontari, e li ringrazio, hanno spalato. E adesso io devo dare delle risposte urgenti ai
genovesi. Per questo, lo ribadisco, resto al mio posto».
Cosa farete? «Abbiamo sospeso il pagamento delle tasse comunali. Poi, abbiamo creato un fondo di due
milioni con l'obiettivo di ridurle o se possibile addirittura azzerarle. Lo devo ai genovesi devastati e per questo
pretendo, come sindaco, che il governo Renzi mantenga ciò che ha promesso in queste ore in cui l'ho sentito
molto vicino e soprattutto operativo. Il caso Genova deve diventare una delle prime due-tre emergenze
nazionali».
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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IL SINDACO DI GENOVA L'intervista
23/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Sindaco, una domanda che si fanno in molti. Perché andare a Courmayeur una settimana dopo l'alluvione?
Non le sembra uno schiaffo alla città ferita? «Dopo nove giorni di emergenza assoluta avevo bisogno, e
credo, il diritto, di passare mezza giornata con la mia famiglia. Ma ho capito che il problema non era questo,
era il luogo, Courmayeur. Se fossi andato a Ovada, nessuno avrebbe avuto da eccepire».
Infatti, è una questione di opportunità. Non le pare? «Sono tornato subito a Genova e ho ripreso a lavorare».
I DIRIGENTI PREMIATI Quel denaro non è una tantum, ma una voce automatica della retribuzione: per
evitarla, va cambiata la legge LE FERIE Sono sicuro che il problema sia stata la località: fossi stato a Ovada,
nessuno avrebbe detto nulla...
NIENTE DIMISSIONI Devo restare al mio posto per dare ai cittadini tutte le risposte che meritano
PER SAPERNE DI PIÙ genova.repubblica.it
Foto: PRIMO CITTADINO Marco Doria (nella foto durante un sopralluogo in città), 57 anni, è sindaco di
Genova dal 21 maggio 2012. Dopo l'alluvione è stato duramente criticato per la gestione dell'emergenza e dei
lavori sul Bisagno mai completati FOTO: ANSA
23/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 2
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"Ore di paura in una città sotto assedio"
Siamo in un centro congressi a due passi dal Parlamento Ci hanno detto di stare lontani dalle finestre
PAOLO G. BRERA
« SIAMO qui, bloccati nel Centro congressi di Ottawa a pochi passi da Capitol Hill: ci hanno chiusi dentro, al
sicuro». Enrico Brugnoli, direttore del dipartimento Terra e Ambiente del Cnr, è nella capitale canadese per
un progetto di ricerca.
Avete paura? «Ci hanno detto di non avvicinarci alle finestre, di rimanere qui nell'androne. Ci hanno avvertiti
gli uomini della sicurezza con gli altoparlanti, dandoci ordini precisi su istruzioni che penso arrivassero dalla
polizia. Ci hanno portato qualcosa da mangiare e ci hanno avvertito che per ragioni di sicurezza non
possiamo entrare né uscire». Sono trascorse ore dalla sparatoria, ma n el centro di Ottawa la crisi è ancora in
atto? «Dicono che la situazione sia sotto controllo, forse potremmo anche cominciare a uscire». Arrivano
immagini di strade deserte, una città sotto assedio in un silenzio spettrale.
«Ci hanno appena avvertiti che l'operazione di polizia è ancora in corso, ma forse si è spostata in un'altra
area. Ora dalle finestre si vede qualche auto, qualche passante».
Quanti italiani ci sono con lei? «Sono insieme ad altri quattro studiosi italiani, e qui accanto a me c'è anche
l'ambasciatore italiano in Canada, Gian Lorenzo Cornado. Insieme ai colleghi canadesi siamo tutti qui per un
progetto di studio sui cambiamenti climatici nell'Artico». Quando tornerete? «Domani (oggi, ndr ) abbiamo il
volo, ma dormiamo nell'albergo Château Laurier accanto al centro commerciale nel quale hanno sparato. Il
Centro congressi è a tre minuti di strada a piedi, e per arrivarci si passa proprio davanti al War Memorial dove
hanno ucciso il soldato. Terribile, proprio ieri eravamo in visita al Parlamento».
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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LA TESTIMONIANZA/ IL RICERCATORE ITALIANO ENRICO BRUGNOLI
23/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 11
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"Rispunta il bipartitismo per governare davvero serve un premio più alto"
i profila un Pd forte alleato con i centristi una destra agguerrita una sinistra residua con l'incognita M5S
ROMA. Professore D'Alimonte è sorpreso dalla svolta di Renzi sulla legge elettorale? «Ero stato più sorpreso
dall'accenno che ne aveva fatto Berlusconi dopo l'ultimo vertice. Evidentemente Renzi gliene aveva parlato.
Renzi invece non mi sorprende affatto. Perché sotto sotto ha sempre pensato ad una drastica semplificazione
del sistema partitico». Ma Berlusconi perché dovrebbe accettare il premio alla lista o al partito? «Perché forse
ha capito che non è più in grado di ricompattare tutto il centrodestra, idea che stava dietro alle mediazioni di
Verdini. Perché si era partiti da un modello spagnolo che produceva un sistema bipartitico. Ma poi, sotto la
spinta di Letta, dei piccoli partiti e di altre pressioni, l'idea bipartitica era stata abbandonata e si era passati al
Porcellum correttoe poi all'Italicum.
Forse il Cavaliere ha capito oggi che il tempo del centrodestra unito è finito. La Lega di Salvini ha imboccato
una deriva lepenista, radicale, anti-sistema e Salvini snobba gli accordi perché pensa di erodere una parte
dei voti berlusconiani. Meglio allora un accordo con Renzi. Ma Berlusconi potrebbe riservare ancora qualche
sorpresa».
Ma con questo sistema Forza Italia potrebbe essere scavalcata per il ballottaggio dai grillini...
«Credo che questo sia una dei temi di maggiore discussione dentro Forza Italia. Ma alla fine a Berlusconi
potrebbe importare più la salvezza delle imprese a scapito del partito». Ma perché anche Alfano appoggia la
proposta di Renzi? «Il problema principale di Alfano, Casini e Mauro è che mai e poi mai vogliono tornare da
Berlusconi. Per loro contano le soglie di sbarramento perché con quelle attuali, senza alleanze, resterebbero
fuori dal Parlamento: cercheranno di strappare una soglia al 3 per cento per sopravvivere da soli. E nella
trattativa potrebbero chiedere anche di introdurre l'apparentamento fra il primo e il secondo turno».
Professore, lei disegna uno scenario politico nuovo....
Sì. Con un forte Pd in posizione centrale. Solo il Pd,o meglio il Partito della Nazione, potrebbe essere
funzionale alla stabilizzazione del sistema minacciato da una destra agguerrita, una sinistra residuale e
l'incognita dei grillini Ma per evitare questo rischio fra le modifiche all'Italicum si devono prevedere 340 seggi
a chi vince al secondo turno. Ma col tramonto di Berlusconi sta tramontando anche il bipolarismo della
Seconda Repubblica. Stiamo tornando ad un'Italia governata da un grande centro imperniato sulla figura di
Renzi». PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it www.camera.it
Foto: PROFESSORE Il docente Roberto D'Alimonte esperto di sistemi elettorali
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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L'INTERVISTA/ IL POLITOLOGO D'ALIMONTE
23/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 12
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"Nomi degni e alla luce del sole, e li votiamo"
La caduta di Violante è merito nostro. Renzi bussa da noi perché non ha voti sufficienti onne? Gioco senza
senso. Le persone vanno scelte per le loro competenze, non per genere
a.cuz.
ROMA. «Mi hanno detto che qualcuno del Pd verràa parlarmi per conto di Renzi, ma finora non ho visto
nessuno». Danilo Toninelli - il deputato dei 5 stelle che ha guidato la strategia sulle votazioni per la Consulta
e il Csm - dice chiaro che lui, di incontri segreti, non ne vuole sapere. Il vicepresidente della commissione
Affari Costituzionali rimane fermo sulle posizioni che il movimento esprime da mesi: «Ci facciano nomi degni,
e noi li voteremo. Parlare di donne in quanto tali non ha alcun senso». Come risponderete all'offerta del Pd?
«Renzi viene a bussare alla nostra porta perché ha capito che non ha i numeri per eleggere nessuno, né
Violante - la cui caduta è una nostra vittoria - né qualcun altro, perché i sostenitori dell'ex presidente della
Camera lo impallinerebbero subito, e arrivare a quota 570 sarebbe impossibile». Il presidente del Consiglio
bussa, voi aprite? «Per ora siè solo affacciato, partendo male perché ha proposto uno scambio di poltrone.
Non è in questi termini che vogliamo ragionare: ci vengano a dire perché non dovrebbero votare il nostro
candidato al Csm, Alessio Zaccaria».
Sembrano pronti a sostenerlo.
Voi siete pronti a votare con loro sulla Consulta? «Qualsiasi discussione la facciamo alla luce del sole.
Dicano i nomi pubblicamente, spieghino la loro scelta e noi valuteremo. Abbiano la dignità di rispondere sul
perché un candidato come il professor Franco Modugno, che neppure conosciamo ma che abbiamo scelto
per i titoli che ha, a loro non va bene».
Chi sono gli altri candidati che avete proposto? «Il 12 giugno, con una lettera a tutti i partiti, abbiamo
proposto Modugno, Antonio D'Andrea, Felice Besosti - che però si è ritirato - e Silvia Niccolai.
C'è anche una donna, se Renzi vuol sostenerla». Siete disposti a votare anche altri? «Chiediamo solo che
abbiano i requisiti di onorabilità, competenza e terzietà dalla politica. Appena faranno i nomi, li porterò in
assemblea e decideremo tutti insieme».
Ne parlerà anche con Grillo e Casaleggio? «È una vicenda che stiamo seguendo internamente, ma con la
condivisione di Grillo e Casaleggio. È un percorso assolutamente condiviso».
Perché non vi è piaciuta la proposta di due donne? «Se fossi donna, sarei offesa. Le persone vanno scelte in
base alle competenze, non in base al genere. È un gioco di figurine che non ha alcun senso».
Foto: DEPUTATO Danilo Toninelli è il "regista" della strategia del M5S nelle votazioni per Csm e Consulta
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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L'INTERVISTA TONINELLI (M5S): FINORA NESSUNO DEL PD È VENUTO DA NOI
23/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
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"Cannavaro, un milione frodato al Fisco"
Napoli, la Guardia di Finanza indaga la sua società di noleggio di barche di lusso e gli sequestra beni per 900
mila euro L'ex capitano della Nazionale, tramite l'avvocato: "Sono tranquillo. Io, contribuente da record, pago
sempre le tasse" "La Fd service srl, gestita insieme alla moglie, permetteva di eludere la normativa tributaria"
DARIO DEL PORTO
NAPOLI. Un dribbling alle tasse da un milione di euro. Una società «costituita ai soli fini fiscali» avrebbe
permesso all'ex capitano della Nazionale di calcio, Fabio Cannavaro, di acquistare e utilizzare tre
imbarcazioni da diporto eludendo la normativa tributaria. Ieri è scattato il sequestro, eseguito dal Gico della
Guardia di Finanza, di beni dell'importo di circa 900 mila euro, ritenuti riconducibili al campione del Mondo di
Berlino 2006.
Il pm Fabrizio Vanorio, che coordina le indagini con il procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli, indaga per
frode fiscale e contesta un'evasione di oltre un milione dalle imposte dirette e all'Iva fra il 2005 e il 2010.
Al centro dell'inchiesta, partita a seguito di una verifica da parte dell'Agenzia delle Entrate, la "Fd service srl",
società di noleggio di imbarcazioni di lusso gestita da Cannavaro insieme alla moglie, Daniela Arenoso.
Secondo l'accusa, «la Fd service è nata per effetto di una simulazione e ha operato grazie a simulazioni.
Tant'è che la dichiarata attività commerciale di noleggio natanti nella realtà nonè mai stata effettuata», scrive
il giudice Claudio Marcopido. Le tre barche risultate nella disponibilità della società, un Pershing 62
denominata Massivus , un Pershing 76 chiamata Chriman Naplese un Pershing 72 chiamata Chriman II ,
«sono state utilizzate da Cannavaro e dalla ristretta cerchia dei suoi familiari». Un riscontro all'ipotesi
accusatoria è arrivato dai rappresentanti delle società di ormeggio sentiti su delega della Procura: «Tutti gli
ormeggiatori si sono espressi con certezza in termini di uso personale dei natanti da parte di Cannavaro»,
rileva il giudice. I magistrati considerano l'ex calciatore «unico finanziatore della società, nonché effettivo
proprietario delle imbarcazioni». La moglie, Daniela Arenoso, pur per un certo periodo amministratore della
società, avrebbe utilizzato le barche, rileva il giudice, «di certo più come moglie che come imprenditrice». Il
ruolo di «prestanome» sarebbe stato invece «scientemente assunto» da Eugenio Tuccillo, un pensionato di
75 anni che rilevò le quote della società nel corso della verifica mettendola poco dopo in liquidazione. Nel
2012, anche dopo il passaggio di mano della società, Cannavaro ha continuato ad effettuare da Dubai, dove
ha chiuso la carriera di calciatore, versamenti mensili sui conti della Fd Service «per consentire ad altri in suo
nome», come il commercialista Giovanni De Vita, «di gestire la società. Il passaggio di quote sarebbe dunque
avvenuto «al solo fine di liquidare la società ed eludere l'accertamento delle imposte da parte del Fisco». Il
sequestro «per equivalente» è stato applicato su beni immobili fino a 650 mila euro. I sigilli sono stati apposti
inoltre inoltre a una barca modello Itama 38, del valore di circa 180 mila euro, ritenuto oggetto di una «fittizia
cessione», finalizzata secondoi magistrati «a sottrarsi alla riscossione» da parte del fisco. L'imbarcazione fu
venduta a una società totalmente partecipata dal cognato di Cannavaro, Giuseppe Noviello (che non risulta
indagato) e da un ex dipendente della Sd Service, Giuseppe Fiorentino.
Gli avvocati Luigi Petrillo e Virgilio Marino, legali degli indagati, ricordano che sulla vicenda ««è in atto da
anni un importante contenzioso tributario che non si è ancora concluso».
E attraverso l'avvocato Petrillo arriva anche la replica dell'ex calciatore: «Fabio Cannavaro non può e non
deve essere bollato come un evasore fiscale.
Basti dire che fin quando ha giocato in Italia prima ed in Europa poi versava all'erario una media di quasi
quattro milioni di euro l'anno in imposte, diventando uno dei principali contribuenti campani. Pensare che una
persona di questo tipo si esponga a contestazioni di natura penale per risparmiare qualche punto percentuale
sulle tasse apparea chiunque un'enormità, a prescindere dalla fondatezza delle pretese dell'Agenzia delle
Entrate, di cui discuteremo in Tribunale».
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L'inchiesta
23/10/2014
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Pag. 22
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LE TAPPE LA PROCURA La Procura di Napoli indaga su una società di noleggio di imbarcazioni di lusso
che sarebbe stata costituita solo al fine di aggirare le norme fiscali DAL 2005 AL 2010 I magistrati calcolano
una presunta evasione alle imposte dirette e all'Iva, nel periodo compreso tra il 2005 e il 2010, pari a circa un
milione di euro IL VALORE Il pm Vanorio indaga per frode fiscale. Il Gico ha sequestrato beni riconducibili a
Cannavaro del valore di circa 900 mila euro PER SAPERNE DI PIÙ napoli.repubblica.it www.gdf.it
Foto: I CONIUGI SOTTO ACCUSA Fabio Cannavaro, 41 anni, ex giocatore di Napoli, Parma, Juve e Real
Madrid e Al-Ahli (ritirato dal calcio nel 2011) insieme alla moglie Daniela Arenoso con cui gestiva la Fd
Service Srl
23/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 30
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Luxottica rinnova il vertice Mehboob-Khan lascia Wella e prende il timone
con Vian
Il cda del gruppo e il Comitato risorse umane danno l'ok all'unanimità all'arrivo del manager di Procter &
Gamble
MILANO. Il consiglio di amministrazione di Luxottica, riunitosi ieri pomeriggio, ha approvato all'unanimità
l'indicazione per il nuovo Ceo-mercati che andrà a sostituire il dimissionario Enrico Cavatorta.
Sarà Adil Mehboob-Khan, manager del gruppo Procter & Gamble e dal 2011 presidente del marchio Wella,
ad affiancare dal primo gennaio 2015 Massimo Vian, l'uomo che avrà la responsabilità di operations e
prodotti di Luxottica.
Nel prossimo cda del 29 ottobre il presidente Leonardo Del vecchio passerà tutte le deleghe operative a Vian
mentre Mehboob-Khan verrà cooptato nel consiglio Luxottica ma sarà operativo dal primo gennaio 2015
quando terminerà il suo incarico alla Wella. «Il comitato risorse umane, immediatamente riunitosi su invito del
presidente Leonardo Del Vecchio - spiega un comunicato della società - ha preso atto dell'elevato profilo
professionale di Adil Mehboob-Khan e ha espresso parere favorevole sui profili retributivi dei due futuri coCeo, Adil Mehboob-Khan e Massimo Vian: la definitiva attribuzione delle remunerazioni sarà formalizzata non
appena entrambi i co-Ceo saranno operativi».
Il cda Luxottica aveva inoltre proceduto a ricostituire il Comitato risorse umane nominando Marco Mangiagalli
al posto di Roger Abravanel che si era dimesso in polemica con Del Vecchio e con la nuova governance con
doppio amministratore delegato adottata dalla società. La decisione sul rinnovo completo dei vertici di
Luxottica ha invece contribuito a spingere in alto il titolo che sta parzialmente recuperando la debacle della
settimana scorsa. Le azioni Luxottica ieri hanno chiuso a quota 38,13 euro con un rialzo del 2,47%.
Foto: PRESIDENTE Leonardo Del Vecchio, presidente e proprietario di Luxottica, ha scelto Adil MehboobKhan come co-Ceo
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LA GIORNATA
23/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 30
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Del Vecchio esce dalla bufera puntando sul manager globale
Il consiglio aveva preso le distanze con l'uscita di Abravanel e la minaccia di dimissioni in toto
GIOVANNI PONS
MILANO. Dopo la tempesta arriva sempre un po' di sereno. Il primo a segnare il punto di svolta è proprio
Leonardo Del Vecchio: «Siamo a un punto fermo che pone fine a tutte le illazioni degli ultimi giorni, è stato
completato e rafforzato il verticee la nuova governance: la linea strategica non cambia». Il cda ha appena
confermato all'unanimità i nomi di Mehboob-Khan e Vian per la futura guida del gruppo e il fondatore ci tiene
a rimarcare che «la ricerca si è conclusa rapidamente, ha evidenziato una significativa attrattività della
posizionee ancor più del nostro gruppo per manager internazionali di grande prestigio».
Solo una settimana fa sembrava tutto in alto mare, con l'uscita da Luxottica di due amministratori delegati
nell'arco di un mese e il titolo che veniva bersagliato dalle vendite degli investitori internazionali sconcertati
per l'ennesimo pasticcio all'italiana. Ma Del Vecchio, alla soglia degli 80 anni, ha saputo tenere la barra dritta
e oggi comincia a rialzare la testa. La situazione era precipitata con le inattese dimissioni di Enrico Cavatorta
motivate da dissidi con il consulente-assistente Francesco Milleri che ha assunto in azienda un ruolo non ben
definito ma avendo alle spalle la fiducia di Del Vecchio. Tutto ciò si sovrapponeva al riassetto della holding di
famiglia, la Delfin, con il quale il fondatore sta cercando di riequilibrare i pesi tra i Lo stesso cda, in una
seduta burrascosa che ha registrato le dimissioni di Roger Abravanel fortemente critico con la nuova
governance imposta dal ritorno di Del Vecchio, aveva cominciato a prendere le distanze dal fondatore,
minacciando le dimissioni in blocco. In una riunione fiume i consiglieri di minoranza avevano messo Del
Vecchio in un angolo e imposto il "congelamento" della nomina di Massimo Vian a capoazienda in attesa di
un secondo ad. Un affronto che sicuramente Del Vecchio non ha preso bene ma che ha dovuto trangugiare
per evitare che la palla di neve si trasformasse in una valanga.A testa bassae in silenzio, come è stata sua
abitudine sinora, ha preso in mano la short list preparata dal cacciatore di testa Egon Zhender e si è
focalizzato su un manager straniero, cinquantenne, con esperienza in una grande multinazionale, ma con un
trascorso in Italia (Mehboob-Khan è sposato con l'italiana Benedetta Minutillo Turtur). L'ideale, insieme
all'uomo di fabbrica Vian, per rassicurare i mercati. Ora però il nuovo assetto dovrà passare il test delle sfide
concrete di tutti i giorni.
sei figli e l'attuale moglie, Nicoletta Zampillo, oggi non presente nell'azionariato. D'un tratto era sembrato che
Luxottica avesse perso improvvisamente il suo aplomb di regina del mercato per sprofondare in una torrida
guerra di potere per il controllo dell'azienda. Il meno 13% fatto segnare in Borsa in tre sole sedute dal titolo
del gruppo di Agordo è lì a testimoniare lo smarrimento degli investitori di fronte alla soap opera che stava
montando. Luxottica in Borsa 30 apr 2 giu 20 giu 4 set 2 ott 20 ott ieri 29 lug 41,27 41,75 43,20 42,64 41,11
39,88 35,70 38,01
Foto: Adil Mehboob-Khan
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IL RETROSCENA
23/10/2014
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"Sesso con gli adulti? Meglio dei coetanei che poi ti rovinano"
Martinie Poletto
"Sesso con gli adulti? Meglio dei coetanei che poi ti rovinano" A PAGINA 19 «Meglio andare con i grandi che
con i ragazzini. Se ci stai con i tuoicoetanei,rischiche,quando tuttoèfinito,quellivadanoingiro a sputtanarti con i
loro amici. Esaichebellavita fai dopo. Con i grandi no, questo rischio non c'è. E poi, alla
fine,chec'eradimaleinciòchefacevo?» Eccolaquilababysquilloche fa arrossire la Provincia Granda, come
chiamano da queste partiilCuneese.Eccolaquiladiciottenne che per due anni ha fatto la «vita dei grandi», che
guadagnava forse più di suo padre, grazieaquelgirodi«amici»concuisi prostituiva. Sesso e soldi. E cocaina, a
un certo punto, quando ormai la storia era diventata qualcosa di più che una trasgressione. Lei, adesso,
racconta tutto, quasi tutto, ma l'unica cosa che chiede è l'anonimato assoluto. Non il nome, non un dettaglio
che possafarlariconoscere. Partiamo da qui, da questa casa in centro a Cuneo, camera
bagnoecucina.Eraquestal'alcova? «Maassolutamenteno.Quiciabito io, è casa mia. Ma siamo matti?».
Edoveandavate? «Daunamico.Che,adesso,èfinito pure lui nel tritacarne di questa
storia.Èinunpaesequivicino.Me la prestava. Hanno detto che gli davo dei soldi, ma la questione è diversa.
Pagavo le spese. E qualche volta sono andata anche a casadallepersonecheincontravo». Il suo amico è il
primo. Quanti sapevano che faceva nel suo tempolibero? «Percarità,nessunodeimieiamici sapeva nulla. E
nessuno deve sapere nulla. È stato un errore, lo ammetto.Ioinquestacittàcivivo
esequalcunovieneasapereilmio nome,cosafaccionellavitaditutti igiorni,sonofinita». Ma neanche i suoi genitori
sapevano o almeno dubitavano? «Loro meno di chiunque altro. Dubitare? Perché mai avrebbero dovuto». E il
suo fidanzato, quello con cui è in atteggiamenti innocenti e casti nelle foto su Facebook?
«Neanchelui.Eancheogginonsa ancora tutto. Quando è esplosa questa storia ha intuito qualcosa,
mamièsemprerimasto accanto senza fare troppe domande». Però sapeva la sua amica, quella più grande di
lei che l'ha agganciataquandoeraancoraminorenne.Eraleichelasfruttava? «Non è vero che mi ha agganciata
echemihaportataleiinquelgiro lì. Ci siamo entrate insieme, e insieme abbiamo fatto tutto. Quello
erailnostrosegreto.Enonparlidi sfruttamento: guadagnavamo qualcosainsieme». Più che segreto una doppia
vita.Maiclientisapevanochelei eraminorenne.Nonèvero? «Non tirate in ballo quella gente,
perfavore.Sonotuttidellebravissimepersone.Hannounabellafamiglia, un lavoro onesto e importante e con me
si comportavano bene.Epoilorochecipotevanofare? Io dicevo che ero maggiorenne. Se hanno commesso uno
sbaglio è stato quello di non chiedermilacartad'identità.Maperilresto non posso che parlarne benissimo. Mi
hanno sempre rispettata.Sempre». Insomma, lei aveva 16 anni. Noncapivanocheerapocopiù diunabambina?
«Guardi che agli incontri non andavo mica vestita così, in tuta, eh. L'abbigliamentoaiutaincertecircostanze. E
loro non facevano domande». Aiutavano anche le sue foto, decisamente esplicite, che pubblicava su
Facebook. Perchélehalasciateancoralí? «Perché mi sono dimenticata. È stato un errore, è vero, devo
cancellarle. Da quelle si potrebbe risalireame». Quante storie fa adesso sulla su identità. Prima non ci ha
maipensato? «Facciostorieperchéadessosono disperata. Non so se qualcuno mi riesce a capire. Io ho messo
nei guaidellepersoneperbene». Perché parla dei suoi clienti in modo così entusiastico?
Nessunolehamaifattodelmale? «Io ho sempre scelto le persone con cui stare. Quelli che non mi
piacevanoliallontanavo». Eoggihapuradiloro? «Di loro assolutamente no. C'è soltanto una persona di cui ho
paura davvero. Che potrebbe rovinarmi la vita. Ma non è un cliente». Siriferisceall'uomochelevendeva la
cocaina? La consuma ancora? «Chi è non lo dico. E per quanto riguarda la cocaina io non la adopero più.
Con quella roba lì ho chiuso per sempre. Non sono andata in comunità per smettere. Ho fatto tutto con l'aiuto
degli psicologi». Ha iniziato per quello a prostituirsi? «Ho iniziato perchémiandavaepoimidavanodei soldi. E io
potevo permettermi delle cose che altrimenti mi sarei solosognata». Pentita? Silenzio.
Ha detto
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INTERVISTA Cuneo, parla la escort ragazzina
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Hoiniziatoperché miandavaepoi midavanodeisoldi Epotevopermettermi cosechealtrimenti misareisolosognata
I primi appuntamenti
I suoi «frequentatori»
Sonotuttidelle bravissimepersone Hannounabella famiglia,unlavoro onestoeconme
sicomportavanobene
Il fidanzatino
Nonsaancoratutto Quandoèesplosa questastoria haintuitoqualcosa, mamièsempre rimastoaccanto
L'alcova
Usavolacasa diunamico.Hanno dettocheglidavo deisoldi,mala questioneèdiversa Pagavolespese
Foto: In coppia La ragazza che oggi ha 18 anni smentisce di essere stata agganciata da un'amica più grande
Racconta di aver iniziato a prostituirsi insieme a lei e che quello era il loro «segreto» COSTANZA BONO
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Ponte tra Pd e dem Usa
A dicembre un evento insieme in Italia Il politologo Browne «Partito trasformato»
Mattia Feltri
A PAGINA 13 Ponte tra Pd e dem Usa Da una decina d'anni qualche osservatore sottolinea il paradosso che
gira attorno al Pd e alle coalizioni di sinistra, che si chiamassero Gad, Unione o roba simile: che senso ha
mantenere la struttura del partito se la legittimazione al leader discende dal voto popolare attraverso le
primarie? Cioè, che senso ha l'intermediazione del partito se il rapporto con l'elettore è diventato diretto, ed è
l'elettore a scegliere il candidato sindaco, il candidato governatore, il candidato premier? Se ne discusse un
poco fra il 2007 e il 2008, quando il Pd nacque con l'investitura (mediante primarie) di Walter Veltroni, che al
partito voleva consegnare una vocazione maggioritaria. Si parlava di partito liquido con le conseguenti ironie
di chi soprattutto non pareva attrezzato a cogliere l'aria mutata - cioè di un partito che abbandonasse
l'armamentario di tessere, quadri, sedi, e si muovesse agilmente in un mondo dall'andamento frenetico. Si
impegnavano paragoni con i partiti americani, quello repubblicano e quello democratico, che tessere e quadri
e sedi non sanno che siano, e hanno giusto un'organizzazione da comitato elettorale permanente. Poi
Veltroni non ce la fece, troppe opposizioni interne, non poche titubanze, e mediazioni disastrose come quella
che lo condusse a metà del guado fra la sua idea di bipartitismo e quella prodiana di grande ammucchiata: si
alleò con Antonio Di Pietro, che subito dopo le elezioni istituì in Parlamento il gruppo dell'Idv, e si portò con
sé i radicali, con cui il filarino non andò benissimo. Però la direzione era giusta e se n'è avuta conferma alla
direzione del Pd, quando Matteo Renzi ha appoggiato l'ipotesi di attribuire alla lista e non alla coalizione il
premio di maggioranza, e non per caso lo ha notato e sottolineato Europa . Se il premio di maggioranza va
alla lista, e dunque al partito, la coalizione non ha più ragioni sociali: inutile mettere insieme quella carovana
fracassona con comunisti, verdi, cattolici, giustizialisti, garantisti, società civile, professionisti della sezione,
tutti concentrati sull'impresa di dare un senso al loro simboletto, se necessario con la guerriglia. Invece di
aprire la coalizione, l'idea di Renzi è di aprire il partito: dentro chi vuole, lo spazio c'è, dentro gli ex vendoliani
di Sinistra e libertà, dentro i cattolici di Per l'Italia, dentro Scelta civica, e se vuole benvenuto a Marco
Pannella, a ex grillini e, per gli amanti del prontuario medico della politica, benvenuti a ex Api, Centro
democratico, socialisti, popolari di centrosinistra... Tanto ora si può fare perché la vera novità del dominio
renziano è che dal partito si è esteso al governo e si è preso tutto. Pareva l'errore madornale, mai nessuno
aveva conservato da Palazzo Chigi la leadership del partito. Una cosa era il segretario e un'altra il premier. E
invece Renzi si è preso il modello americano per cui il candidato alla presidenza (sempre via primarie) è
automaticamente il leader del partito, lo sarà anche dalla Casa Bianca e, finché dura, spadroneggia. E Renzi
spadroneggia di già, e lo teorizza, perché ha vinto le primarie e ha preso il 41 per cento alle Europee. E'
sempre complicato paragonare la nostra politica con qualsiasi altra, ma il Pd che frulla nella testa di Renzi ha
sempre più l'aria del partito americano: un capo indiscusso, chedecide prioritàedottrina,e una lista sostenuta
e finanziata da gruppi di varia ispirazione, religiosa o economica o sociale o generazionale, e infatti nei
democratici di Barack Obama convivono liberisti, pro-gay, antiabortisti, apostoli irriducibili del possesso
privato di armi, interpreti di interessi territoriali. Un'organizzazione del genere qui è ancora improponibile,
perché c'è una solida tradizione partitica e di fazione, e perché prevede una totale assenza di mandato
parlamentare: senatori e deputati americani rispondono soltanto all'elettore, non certo al Matteo Renzi di
passaggio e alle sue esigenze. E però si guarda da quella parte. Nei prossimi giorni, Renzi sarà a due cene
in cui il posto a tavola costa mille euro, e il cui obiettivo dichiarato è raccoglierne un milione per il Pd, un
sacrilegio berlusconiano per la sinistra, una strategia anticamente americana per il premier: si comanda se ti
danno il voto, e se ti danno di che campare si comanda anche meglio.
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"Oggi nessuno ha il coraggio di fare inchieste come le sue"
PAOLO MASTROLILLI
INTERVISTA A PAGINA 29 "Oggi nessuno ha il coraggio di fare inchieste come le sue" «Risorse,
indipendenza e coraggio». Da questi tre elementi, secondo Steve Coll, dipenderà la possibilità di vedere
ancora in futuro scoop giornalistici come quello del Watergate. Di sicuro, però, «il mondo digitale avrà un
ruolo determinante, non solo per la diffusione più vasta delle notizie, ma anche per la creazione delle strutture
che produrranno i contenuti». Coll è il preside della Scuola di Giornalismo della Columbia University, quella
che assegna i premi Pulizter, di cui in passato lui stesso è stato vincitore due volte. Di Ben Bradlee, però,
parla anche a titolo personale. Loconosceva? «Mi assunse lui al Washington Post , e questo è uno dei tanti
episodi che dimostrano la sua capacità di leadership». Perché? «Avevo 26 anni, ero appena uscito dal
college, e in tutto avevo scritto quattro articoli per giornali periodici. Sulla base di questo curriculum quasi
inesistente, decise che era il caso di scommettere su di me, facendomi entrare direttamente nella newsroom
a lavorare. Ha fatto lo stesso con decine di altri giornalisti, e si tratta di una prassi molto significativa per
almeno due motivi: primo, il coraggio che aveva nel puntare sui giovani; secondo, le risorse di cui
disponeva». Qualerailsuostiledidirezione? «Al primo posto c'era il reporting , il giornalismo di inchiesta, la
ricerca delle notizie che avevano impatto. Questo però non significa che fosse permissivo sul lato dell' editing
: voleva scoop, ma voleva anche che fossero provati. Il suo stile ha avuto la fortuna di coincidere con un
periodo fortunato per l'editoria: l'economia cresceva, i giornali si espandevano, e quindi poteva assumere il
personale necessario a raggiungere gli obiettivi». Questo giornalismo oggi è ancora possibile? «Sì, come ad
esempio ha dimostrato il caso Snowden. Però è sempre più difficile, e le organizzazioni in grado di condurlo
si contano ormai sulle dita di una mano». Perché? «Il primo problema è quello delle risorse, e quindi del
modello per la sostenibilità dei media. Parlando del caso Snowden, ad esempio, il Guardian fa ancora
giornalismo di inchiesta alla Bradlee, ma oltre al giornale di carta ha una piattaforma digitale molto ampia, e si
finanzia con altre attività che hanno poco a che fare con l'editoria. Il secondo problema è l'indipendenza, e
quindi il coraggio di dare fastidio alle istituzioni. Quando i media erano gestiti da editori puri, come Katharine
Graham nel caso del Post di Bradlee, pubblicare notizie di impatto serviva anche a vendere copie e finanziare
i giornali. Quando gli editori hanno anche altri interessi, bisogna vedere se poi conservano la stessa
determinazione a essere coraggiosi con le istituzioni, perché devono avere la volontà di dare fastidio ed
essere pronti a sostenere i loro giornalisti, anche quando vengono perseguiti o finiscono in tribunale per il
proprio lavoro». Chipotrebbefareoggiun'inchiestacomeilWatergate? «All'epoca di Bradlee, ogni grande
giornale americano avrebbe potuto sostenere una simile campagna. Oggi forse potrebbero farlo in tre o
quattro. Il New York Times è uno di questi, però avrebbe delle difficoltà, a causa dei problemi economici che
attraversa». Avrebbepiùimpattoungiornaledicarta,unsito,unatvoisocialmedia? «Ormai si va verso un modello
che integra tutti questi aspetti. Un'organizzazione efficace deve essere multimediale, perché è indispensabile
un'audience più ampia e diversificata. Può trattarsi di un media con una base tradizionale che si allarga, o
anche nuovi soggetti che partono direttamente dal digitale». Il prossimo presidente degli Stati Uniti
potrebbefarlocadereTwitter? «Di sicuro i social media , ma anche le grandi aziende digitali come Google o
Yahoo, hanno le risorse e l'audience necessarie a condurre simili campagne. Ora bisogna vedere se avranno
la voglia e il coraggio di sviluppare anche le strutture per produrre i contenuti. Yahoo si sta muovendo in
questa direzione, e Twitter sta pensando di farlo. I problemi da risolvere sono la qualità dell'informazione che
produrranno, la volontà di porsi in antagonismo alle istituzioni, e la determinazione poi a resistere alle
pressioni delle istituzioni stesse». Un banco di prova è proprio il WashingtonPost ,dicuiadessoèproprietarioil
fondatorediAmazonJeffBezos. «Esatto. Il fatto che abbia deciso di investirci è una buona notizia, ma resta il
dubbio che gli interessi della sua impresa prevalgano su quelli del giornale. Sul caso Snowden il Post ha
avuto coraggio, ma le decisioni erano state prese prima che Bezos prendesse davvero il controllo: aspettiamo
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Coll, due volte premio Pulitzer INTERVISTA
23/10/2014
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ora che venga messo alla prova, per vedere se questo modello è il futuro».
Foto: Steve Coll, 56 anni, venne assunto da Bradlee al Post quando ne aveva 26 «Tutti gli uomini del
Presidente» Jason Robards (a destra) nei panni di Ben Bradlee in una scena di Tutti gli uomini del Presidente
. Il film, girato nel 1976 da Alan Pakula, ripercorre lo scandalo Watergate basandosi sull'omonimo libro di Bob
Woodward e Carl Bernstein, i due giornalisti del Washington Post che svelarono il caso. Nella foto, sono
interpretati da Dustin Hoffman (Bernstein, seduto vicino al direttore) e Robert Redford (Woodward, a sinistra)
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Renzi tratta con Juncker per un'intesa sul deficit
Il premier: l'Europa è la cenerentola del mondo, cambiamo le priorità Il governo ha risorse per sacrifici ulteriori
fino allo 0,3% del Pil
CARLO BERTINI ROMA
Matteo Renzi sa di dover combattere una battaglia sul filo dei numeri conBruxelles.L'averachefare in questa
delicata fase di transizione con una commissione uscente poco incline a fare scontinonvienesottovalutato:
tanto che le diplomazie sono al lavoro su tutti i fronti e l'opera deipompierièquantomaifaticosa. E anche se
punta a giocarsi al meglio la partita sulla legge di stabilità con Juncker, Renzi si attrezza a far fronte
all'eventualità di dover assecondare le richieste di allineare la manovra un po' di più al
pattodistabilitàperevitarerichiamiopeggioancorasanzioni: «Possiamo pure spingerci di poco oltre i 3,4 miliardi
preventivati, ma teniamo il punto»,dicono isuoi collaboratori. L'importante è voltare pagina e passare al nuovo
ciclo che deveaverecomefarolacrescitaenonilciecorigore.«L'Italia è molto soddisfatta del percorso che si è
svolto in Europa in questi ultimi mesi: siamo passati dalla discussione sulle virgole, seusare leparole
flessibilità e crescita, al fare un passo avanti che dovrà concretizzarsi in scelte della commissione
Junckersucuisaremoinflessibili, attenti e gelosi custodi, del valore della scommessa sulla crescita», dice il
premier in Parlamento. Prima di salire al Colle per un pranzo insieme ai suoi ministri con Napolitano, alla
vigilia del consiglio europeo di Bruxelles. Che il premier ormai consideri suo interlocutore il nuovo presidente
Jean Claude Juncker lo si capisce da come saluta con favore che «l'Europa volta pagina nelle sue
istituzioni»; e da come lo incalza prima del suo insediamento. Il primo successo che Renzi conta di incassare
domani è aver imposto che si parli subito di come far ripartire l'economia di un continente che «è la
cenerentola del mondo» in quanto a crescita. «È evidente che il tema dei 300 miliardi di investimenti, un
grande elemento di novità sarà nel comunicato finale del Vertice Ue ma la declinazione di questi investimenti
sarà assente dal dibattito sinché Juncker non assumerà il proprio incarico». Insomma, come spiega Sandro
Gozi, sottosegretario con delega all'Europa, «è un enorme risultato dell'Italia che nelle conclusioni del vertice
si dia la priorità a investimenti aggiuntivi nel nuovo ciclo europeo basati su risorse pubbliche e private».
Perché così si avrà la garanzia che gli aspetti operativi del piano, che verrà presentato a fine anno e non a
febbraio, verranno discussi sotto la presidenza italiana al consiglio europeo di dicembre. Intanto Renzi tiene a
sgombrare il campo dalla «filosofia di un'Europa come matrigna cattiva», perché l'Italia comunque si presenta
al vertice Ue «avendo mantenuto l'impegno ad aprire cantieri di riforma credibili». E quanto ai rilievi sulla
legge di stabilità che costituiscono una prassi usuale «si dice che arriva la lettera dell' Ue, evocando chissà
quali procedure, messaggi o minacce. Ma è naturale quando mandi la legge di stabilità, che l'Europa verifichi
i punti in cui ritiene di individuare eventuali scostamenti». Il che non significa incorrere in una bocciatura.
«Lettera o non lettera, la questione gira solo intorno alla richiesta di tagliare il deficit», racconta da Palazzo
Chigi chi ha voce in capitolo, facendo intendere che se pure la trattativa con Bruxelles è solo all'inizio e sarà
lunga, alla fine si potrebbe fermare intorno a quello 0,25% che comporterebbe un impegno pari a 3,4 miliardi.
Renzi è convinto di spuntarla al meglio e che comunque le riserve disponibili sono tali da consentirgli perfino
di far fronte a eventuali limature al rialzo fino allo 0,30% del Pil se si dovesse rendere necessario, pure se
lotterà fino alla fine per non snaturare gli interventi messi in campo con la manovra.
Ha detto
Gli investimenti sono un grande elemento di novità che sarà contenuto nel comunicato finale del vertice I 300
miliardi
Il futuro della Commissione Ue
Ci sono tutte le condizioni perché, una volta che si siano cambiate le poltrone, si possano cambiare
anche le politiche
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23/10/2014
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Foto: Sul filo Matteo Renzi sa di dover combattere una battaglia sul filo dei numeri e si sta attrezzando per far
fronte all'eventualità di dover assecondare le richieste di allineare la manovra al patto di stabilità per evitare
richiami o sanzioni
Foto: VINCENZO BRUNI/IPP
23/10/2014
La Stampa - Ed. nazionale
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Torna l'ombra del voto anticipato ma Napolitano resta contrario
MARCELLO SORGI
L'ombra delle elezioni anticipate continua ad aleggiare su un quadro politico che si fa di giorno in giorno più
complicato. Sono sensazioni, più chefattiveriepropri,edanzi tutti gli interessati continuano a smentire. Renzi
ieri ha chiesto a un vertice del suo partito convocato ad hoc di accelerare l'iter per l'approvazione definitiva
della legge elettorale, concepita con il premio di lista e non più di coalizione, nei termini in cui l'ha anticipata
alla direzione del Pd. Il nuovo Italicum dovrebbe essere varato entro l'anno, superando lo slalom affollato di
provvedimenti a cui le Camere sono sottoposte: prima il voto del Senato, poi un nuovo passaggio a
Montecitorio per il sì finale. E poi? Fatta la legge, di solito si va a votare, presto o tardi, e più presto che tardi
stando ai precedenti più recenti. Da Forza Italia, l'altro contraente del patto del Nazareno che ha portato alla
prima approvazione dell'Italicum, arrivano dei no ufficiali (ribaditi, ieri, dal capogruppo dei senatori Paolo
Romani) e dei ni ufficiosi, come quello che lo stesso Berlusconi ha pronunciato nell'intervistadimartedìseraal
Tg5. In sintesi: l'ex-Cavaliere, benchè sconsigliato dai suoi più stretti collaboratori, non sarebbe del tutto
contrario a trasferire il premio di maggioranza dalla coalizione alla lista che prende più voti. Ma a patto che le
soglie di sbarramento per l'ingresso dei partiti minori in Parlamento restino alte o altine, come prevede il testo
votato in prima lettura. Si può discutere che il 4,5 per cento attualmente previsto scenda fino al 4, ma non più
giù, perchè altrimenti l'obiettivo di Berlusconi di riportare a casa la maggior parte dei transfughi dal suo partito
diventa più difficile da raggiungere. Ai suoi parlamentari preoccupati che un nuovo appuntamento alle urne
riduca ulteriormente la pattuglia degli eletti, l'exCav ha detto che non prevede che si voti almeno fino al 2018.
Ma quando ha aggiunto di sentirsi di nuovo in campo e di voler concludere la sua carriera politica con una
vittoria, a chi lo ascoltava è venuto in mente qualche dubbio. Ai blocchi di partenza, la discussione sul nuovo
Italicum e su un eventuale appuntamento elettorale anticipato e ravvicinato si presenta dunque con gli stessi
schieramentieglistessilimiti del precedente, tormentato, confronto alla Camera: Renzi e Berlusconi potrebbero
ricostruire il loro patto, ma a condizione di far scattare la tagliola per i partiti più piccoli. Di qui all'apertura
effettiva delle urne, tuttavia, ce ne corre. E l'ostacolo maggiore resta la contrarietà del presidente Napolitano:
piuttosto che siglare un nuovo scioglimento delle Camere, metterebbe la firma sulla lettera di dimissioni.
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Taccuino
23/10/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 13
(diffusione:309253, tiratura:418328)
«Basta tessere Ormai siamo il partito del Paese»
FRANCESCA SCHIANCHI
«Il partito del Paese». Così il senatore veltroniano Giorgio Tonini, membro della segreteria Renzi, definisce il
Pd per come si sta trasformando. Cosaintendeconquestadefinizione? «È un modo suggestivo per definire la
vocazione maggioritaria. Per definire un partito che esce dai confini storici della sinistra italiana con
l'ambizione di competere per avere la maggioranza. Di fatto, le ragioni di fondo per cui è nato il Pd». Nella
minoranza del partito però si teme di mettereinsiemedituttoeannacquareleragionidellasinistra... «Negli angusti
confini della sinistra tradizionale non c'è di tutto, ma a volte non ci sono le cose che dovrebbero esserci: alle
elezioni del 2013, il Pd è stato il terzo partito tra gli operai. Nel 2014 siamo il primo. Il Pd che vogliamo è
quello dove non stanno solo gli intellettuali e i dipendenti pubblici, ma anche quelli che stanno sul mercato, un
pezzo di mondo che ora finalmente ci guarda con interesse». Dal punto di vista organizzativo non è un
problemailfattochesianocalatiivostritesserati? «L'idea del partito delle tessere è in declino in Europa da
decenni. Noi abbiamo immesso in quel corpo stanco il sangue nuovo delle primarie, che hanno ridato linfa
facendo apparire vecchio il modello del partito mediatico di Berlusconi. Ora, certo, le tessere più sono e
meglio è, ma fondamentale è che siano iscritti veri, a cui offriamo anche un percorso nel partito e che fanno
da elemento catalizzatore del popolo più vasto dei nostri elettori». In due parole: è il modello del partito
liquido? «Quella è un'espressione denigratoria che rifiuto. Noi non abbiamo mai parlato di partito liquido, ma
aperto. Il Pd è stato un big bang che ha creato situazioni impreviste: ora tutto questo va trasformato in
un'organizzazione matura. Ma partendo da un dato di fatto: il Pd è un'esperienza di successo».
NelpartitoapertocistapurelaLeopolda?O èinopportuna,comedicelaminoranza? «Renzi ha vinto la competizione
interna al Pd anche grazie alla mobilitazione del popolo della Leopolda: se oggi, da segretario e premier,
avesse detto "Ora non mi interessate più", allora sì che avrebbe fatto un danno al Pd. La Leopolda non va
guardata con gelosia, ma con orgoglio, espressione di un Pd che sa comunicare in tanti modi».
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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INTERVISTA 5 domande a Giorgio Tonini
23/10/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 24
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Intesa Sanpaolo, nuovi vertici per la Banca dei Territori
[R. E.]
Cambiano i direttori regionali della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo con una svolta generazionale (l'età
media si riduce di dieci anni) realizzata attingendo da risorse interne, e una casella, quella di responsabile di
Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria che si tinge di rosa con l'arrivo di Cristina Balbo. «Sono certo che i nuovi
capi sapranno raccogliere il meglio dell'eredità dei loro predecessori e superare di slancio le grandi sfide
professionali che hanno di fronte», commenta il ceo Carlo Messina. Accanto alla Balbo, la prima donna nella
storia del gruppo a cui è affidata una direzione regionale, il giro di incarichi vede Paolo Giuseppe Graziano
diventare responsabile della Lombardia, Alessandro D'Oria di Milano e Provincia, Luca Severini di Emilia
Romagna, Marche, Abruzzo e Molise, Pierluigi Monceri di Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna nonché
direttore generale di Banca Cr Firenze. Francesco Guido sarà a capo di Campania, Basilicata, Calabria,
Puglia e Sicilia e direttore generale del Banco di Napoli mentre Renzo Simonato mantiene la responsabilità
del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, insieme all'incarico di direttore generale della Cassa di
Risparmio del Veneto.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Nel Nord-Ovest il primo direttore donna
23/10/2014
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 2
(diffusione:210842, tiratura:295190)
IL PREMIER "LICENZIA" BARROSO: «SI VOLTA PAGINA, BASTA RIGORE» E NELLA TRATTATIVA SUL
DEFICIT NON OFFRE PIÙ DI 3,4 MILIARDI
Alberto Gentili
IL RETROSCENA ROMA «Oggi abbiamo ottenuto la più grande vittoria dell'Italia in Europa. Il resto sono
chiacchiere». Nel giorno in cui tutti si interrogano sulla lettera della Commissione europea con le osservazioni
alla legge di stabilità, Matteo Renzi sposta l'attenzione sul «gigantesco» piano di investimenti da 300 miliardi
firmato da Jean-Claude Juncker, il nuovo presidente della Commissione. «Un piano che abbiamo proposto e
per certi versi imposto e che permetterà all'Unione di voltare pagina, uscendo dai margini stretti del rigore e
impostando finalmente una strategia di crescita», celebra il premier a sera, dopo aver incassato due
risoluzioni del Parlamento a sostegno del suo approccio europeo. Renzi e Juncker, a quanto filtra da palazzo
Chigi e dagli ambienti della Commissione, hanno cominciato a giocare di sponda. LA SPONDA DI JUNCKER
Il nuovo presidente ha incassato ieri a Strasburgo il via libera alla sua squadra, grazie anche ai voti degli
eurodeputati del Pd. E il premier ha chiesto e ottenuto, alla riunione Affari generali che si è svolta l'altra notte
in Lussemburgo, che il piano da 300 miliardi venisse inserito nell'ordine del giorno del Consiglio europeo che
si apre questa sera a Bruxelles. «In questo modo», spiega il sottosegretario all'Europa Sandro Gozi, «il piano
avrà il via libera del Consiglio e al vertice di dicembre potrà diventare operativo». Incassando
un'accelerazione di sei mesi, visto che secondo il calendario precedente Juncker avrebbe presentato il suo
piano soltanto in primavera, per poi farlo ratificare al Consiglio di giugno. La collaborazione con Juncker, a
quanto si apprende, servirebbe anche per tentare di disinnescare il presidente uscente José Manuel Barroso,
determinato a stroncare la legge di stabilità italiana. Juncker, Renzi, Hollande, ma anche il presidente
Herman Van Rompuy, che non vuole che il suo ultimo Consiglio europeo si trasformi in una rissa sulle leggi di
stabilità di vari Paesi (oltre all'Italia sono osservate speciali la Francia, l'Austria, Malta, Slovenia e forse la
Finlandia), avrebbero fatto pressioni per fermare «l'azione punitiva» di Barroso, facendogli presente che
ormai «è scaduto» e che è inutile continuare a fare la faccia feroce sul fronte del rigore. Tant'è che a palazzo
Chigi ieri sera davano per sfumata la lettera della Commissione Barroso e, dunque, anche l'eventuale
bocciatura della legge di stabilità entro il termine del 29 ottobre. Ma questo è tutto da vedere. Come finirà si
capirà oggi. In ogni caso, secondo Renzi, siamo in presenza di «una svolta». Il premier mette molta enfasi sul
rinnovo della Commissione: «Ci sono tutte le condizioni perché una volta cambiate le poltrone, si cambino le
politiche. Ora si volta pagina, con Barroso si conclude una lunga stagione di rigore cieco e se ne apre una
nuova rivolta alla crescita». In quattro parole: «E' un passaggio rilevante». Dato il ben servito al nemico di
sempre, a chi vorrebbe far lievitare il taglio dei deficit strutturale di ben 6,4 miliardi (dallo 0,1% del Pil scritto
nella legge di stabilità dall'Italia, allo 0,5%), Renzi conta di affrontare la grana delle eventuali correzioni con
Juncker. E i diplomatici e gli sherpa italiani a Bruxelles hanno già fatto sapere che «mai e poi mai l'Italia andrà
sopra lo 0,25% di taglio del deficit strutturale». Vale a dire: al massimo Roma getterà sul tavolo della trattativa
un paio di miliardi. «E se proprio si mettesse male», dice una fonte accreditata, «potremmo arrivare a 3,4
miliardi, pari allo 0,32% di correzione del deficit strutturale». Il tesoretto accantonato per prudenza dal
ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan.
Foto: Matteo Renzi
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Renzi: sono sereno e il piano-Juncker è un nostro successo
23/10/2014
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 9
(diffusione:210842, tiratura:295190)
IL RITORNO ALLA VOCAZIONE MAGGIORITARIA: SIAMO UN GRANDE PARTITO SENZA BISOGNO DI
ALLEATI
Mario Ajello
IL RETROSCENA ROMA Chi mai ha creduto che Berlusconi potesse lasciare il partito ad Alfano, ai tempi del
Pdl? Nessuno. E infatti è andata come è andata. Chi poteva pensare che dopo di lui sarebbe toccato a
Marina prendersi sulle spalle il peso ereditario delle leadership o addirittura a Barbara diventare il nuovo
azionista politico dell'azienda Forza Italia? Pochi ci credevano, qualcuno per goliardia o per gusto
spettacolare fingeva di abboccare alle ipotesi ma adesso the game is over. «Io non mollerò mai», dice l'ex
premier ai senatori azzurri: «Sono in campo più che mai, non sciolgo e non svendo la mia creatura politica».
La «mia» ha detto Berlusconi: ribadendo così che il partito è un partito personale e punto e basta. Ma il punto
vero è dove collocare Forza Italia: affianco a Renzi (per non dire insieme a Renzi: visto che di Matteo ha
parlato benissimo anche l'altra notte nell'incontro con Putin) o contro Renzi? Davanti ai senatori, Silvio è
turgido nei confronti del governo, si mostra distante dal premier («Come potete credere che io abbia barattato
la morte di Forza Italia con la salvezza delle mie aziende? E che cosa può fare in concreto Renzi per
Mediaset? Niente») e arriva a dire che «la proposta di modifica dell'Italicum di Renzi è pessima». L'uditorio un
po' gli crede e un po' no. RUPTURE Ma davvero il leader azzurro vuole rompere con il premier e mandare a
monte il Patto del Nazareno che ha nella legge elettorale uno dei suoi punti cruciali? Verdini non suda freddo,
dunque capisce che nessuna rottura è all'orizzonte. Molti altri invece sperano che i Due Nazareni, Silvio e
Matteo, finalmente stiano prendendo strade diverse e invece arriva a stretto giro la gelata. Tramite un
comunicato da Palazzo Grazioli, che riporta ordine nell'apparente disordine: «L'accordo è quello del
Nazareno - si legge nella nota - e ogni eventuale modifica dev'essere discussa tra le parti». Traduzione:
Renzi vuole il premio di maggioranza nell'Italicum al primo partito, e non alla prima coalizione, e questa non è
una proposta «pessima» ma qualcosa su cui si può trattare. Resta aggrappato a Matteo l'ex Cavaliere. Sa
che non può muoversi (non ne avrebbe alcuna convenienza) dal patto del Nazareno. Vedrà il premier la
prossima settimana. Negozierà con lui modifiche eventuali, tenendosi mani libere su ogni possibile modello di
premio di maggioranza, visto che a lui queste cose tecniche non appassionano. E intanto, prende tempo
Berlusconi. Perchè lo fa? Per il motivo che ripete confidenzialmente a chi lo va a trovare a Palazzo Grazioli:
«Renzi vuole andare a votare subito. Già a marzo. Occorre evitare che lo faccia, perchè noi non siamo pronti.
Se rompiamo con lui, lui ne approfitta per dire: non posso fare le riforme, meglio andare alle urne. E darebbe
la colpa a noi di questa deriva». E' «concavo e convesso», come si sa, Silvio, secondo sua autodefinizione.
Con i senatori riuniti a Palazzo Giustiniani, e convinti come tanti deputati che l'ossequio a Renzi stia portando
alla dissoluzione di Forza Italia, fa quello da opposizione dura e «la riforma della giustizia è perfino una
regressione» e «la legge di stabilità fa acqua da tutte le parti» e «torneremo ad essere la forza maggioritaria
e trainante di tutto il centrodestra» e «Salvini senza di noi non va da nessuna parte». Ma allo stesso tempo,
sotto i proclami, sta perfezionando con Matteo l'ennesima intesa.
Foto: Silvio Berlusconi, leader di FI
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Berlusconi ora è pronto a trattare e avverte FI: «Io non esco di scena»
23/10/2014
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 14
(diffusione:192677, tiratura:292798)
La pista del terrorismo islamico A settembre la minaccia dell'Isis
Il portavoce del Califfato diede l'ordine: «Ammazzate infedeli europei o canadesi»
Fausto Biloslavo
«Ammazzauninfedeleamericano, europeo oppure australianoocanadeseinqualsiasimaniera» è l'appello che
ha lanciato il portavoce del Califfato, Abu Muhammad al-Adnani, un mese fa. Non servivano le generalità del
terrorista ucciso, fornite in serata, per capire che la pista più probabiledegliattacchidelleultime ore in Canada
era quella dell'attivazioneadistanzadeiseguaci dello Stato islamico. Ma certo quel cognome, Zehaf-Bibeau, di
originenordafricana,fornisceun elemento in più. Il portavoce dei tagliagole lo aveva invocato: «Civili o militari
uccidete i cittadini deiPaesichefannopartedellacoalizione contro lo Stato islamico. Non si devono sentire sicuri
neppure nella loro stanza da letto». Il Canada partecipa alla lotta al terrorismo con degli addestratori dei corpi
speciali nel nord dell'Iraq e manderà due aerei cisterna. Lo stesso impegno previsto dall'Italia, che inizierà in
Kurdistan entro l'anno. Il risveglio del terrorismo del Califfato in Canada è scattato lunedì, quando un
convertito all'Islamhatravoltoeuccisounmilitareepoinonsièarresofacendosi ammazzare. «Se non riuscite a
trovare una bomba o un proiettile...usatelavostraautoeinvestiteli» era uno dei "consigli" di al Adnani nell'audio
di 42 minuti trasmessoviatwitteril21settembre. Una specie di «attivazione», che rischia di trovare altre bombe
umane ad orologeria in giro per il mondo. Non cita solo i canadesi, ma si accanisce anche sui «maligni e
ripugnanti francesi», che assieme ad altri Paesi occidentali, come l'Italia, hanno lanciato «la campagnafinale
della loro crociata». Il portavoce del Califfato insiste sul colpire in maniera indiscriminata «perché è legale
versare il sangue degli infedeli che ci muovono guerra». E consiglia di compiere gli attacchi in qualsiasi modo
«senza chiedere consigli o attendere verdetti da alcuno». Almeno 130 canadesi combattono con le formazioni
jihadiste sopratutto in Siria ed Iraq. Fonti giornalistiche parlano di 300 volontari.Uno di questi, il ventunenne
Abu Usamah Somali, si è fatto pure intervistare. Non sono partiti per la guerra santa solo uomini, ma pure
donne innamorate del velo. Due giornalisti che erano stati sequestrati in Siria avevano dei secondini di origine
canadese, che mandavano mail alle loro famiglie con le richieste di riscatto. Grazie alle carte di credito degli
ostaggi facevano la spesa su E-bay. Il problema è che un'ottantina di combattenti jihadisti sono
tranquillamente tornati a casa, anche se il governo conservatore ha cominciato a sequestrare i passaporti di
chi vuole unirsi ai tagliagole: Martin Rouleau, il convertito canadese che lunedì presso Montreal ha ucciso con
la sua vetturaun soldato ene ha ferito un secondo, era stato fermato mentre cercava di prendere un volo
diretto in Turchia per raggiungere il Califfato. In agosto, sul principale quotidiano canadese, il capo dei servizi
segreti Michel Coulombe, scriveva: «La minaccia più ovvia alla sicurezza nazionale è il ritorno degli
estremisti». E chiedendosi se «useranno il loro addestramento terroristico per un atto violento in Canada»
rispondeva che «questa è una prospettiva reale». In Europa i lupi solitari hanno già colpito: nel 2012 con
l'assassino suicida Mohammed Merah ed i decapitatori di Londra, che hanno staccato la testa ad un soldato
in permesso. Con la guerra al Califfato le rappresaglie ad orologeria sono un rischio concreto. Il Canada ha
già inviato 26 dei 69 uomini previsti delle forze speciali nel Kurdistan iracheno per addestrare i peshmerga
contro il Califfato. E parteciperà alle operazioni della coalizione a guida Usa con due aerei cisterna. Mercoledì
scorso il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha annunciato una missione italiana praticamente uguale con
280 istruttori che andranno ad Erbil, nel nord dell'Iraq, un velivolo cisterna e due droni Predator. Per Isis
anche l'Italia sarà un obiettivo. www.gliocchidellaguerra.it
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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il retroscena Martedì in Canada soldato ucciso da un jihadista
23/10/2014
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 30
(diffusione:192677, tiratura:292798)
Tuffi in piscina e discriminazione al contrario
Paolo Granzotto
Caro Granzotto, il Comune di Sesto San Giovanni, per favorire le quattro musulmane desiderose di abluzioni
ha deciso di riservare alle sole donne islamiche la propria piscina comunale tutti i lunedì mattina. La
presidenta Boldrina non ha proprio niente da dire? Non è forse una intollerabile discriminazione sessista,
religiosa e culturale? In attesa che vengano presi analoghi provvedimenti a favore di gay, migranti, rom e
originari del Burkina Faso, gli italiani si affrettino a farsi una nuotata dove è ancora possibile. Roberto Bestetti
e-mail Nel caso di Sesto San Giovanni emerge, ancor più della discriminazione, un balordo concetto di
integrazione, caro Bestetti. Che si ritiene debba procedere a senso unico, come le direttrici di marcia delle
autostrade. Spetta a noi, italiani e ospitanti, integrarci, adottando o quanto meno non contrastando «cultura»,
usi, costumi e tabù del forestiero ospitato. La vicenda in questione è da questo punto di vista esemplare:
acconsentire a un drappello di islamiche l'uso della piscina comunale in deroga alle presenti regole civili. Che
le vogliono aperte senza eccezioni a donne e uomini. «Abbiamo voluto favorire momenti di sport e di
incontro», si giustifica Giorgio Oldrini, presidente della polisportiva che ha in gestione la piscina. Incontro!
Con chi, se quando le islamiche vi accedono il luogo è interdetto ai sestesi? Integrazione sarebbe stata se al
Centro islamico che richiese la deroga Giorgio Oldrini avesse risposto: vedete, se io entro in una moschea ho
cura di togliermi le scarpe, perché così è d'uso tra di voi. Paese che vai, usanze che trovi. Beh, qui da noi in
piscina ci vanno maschi e femmine e queste, pensate un po', senza doversi necessariamente paludare in
barracani da bagno. Siam sempre lì: paese che vai, usanze che trovi. Se poi l'usanza non vi piace o
addirittura v'offende, invece del nuoto fate praticare alle vostre signore l'alpinismo e amici come prima.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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L'angolo di Granzotto
23/10/2014
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 30
(diffusione:192677, tiratura:292798)
L'angoscia di Trieste fra liberazione e sovietizzazione
Mario Cervi
È aberrante sentir affermare, da esponenti del Pd di origine slovena come Furlanic e Baudin, che la
liberazione di Trieste è avvenuta grazie a Tito. Dimenticano che con il trattato di Parigi del 1947 Trieste venne
dichiarata Territorio Libero e divisa a metà tra Italia e Jugoslavia e poi, dopo scontri sanguinosi, con il patto di
Londra venne destinata all'Italia e liberata nel 1954. L'Italia dovette però rinunciare all'Istria. I due esponenti di
origine slovena, avendo un profondo spirito antiitaliano, dovrebbero andarsene nel loro Paese di origine.
Armando Vidor Loano (Savona) Caro Vidor, i due esponenti di origine slovena del Pd hanno formalmente
ragione quando affermano che Trieste fu «liberata» dalle milizie titine. Queste s'impadronirono infatti della
città prima che, dopo lungo negoziato, gli angloamericani potessero mettervi piede. Ma qui bisogna intendersi
sul termine «liberata». Con l'occupazione titina Trieste precipitò in un inferno, gli italiani ne furono angosciati.
Solol'Unità, di tutta la nostra stampa, esultò con un grande e menzognero titolo: «Trieste è libera». Trieste
era invece sotto la schiavitù dì un dispotismo crudele. Fu quella la stagione delle orribili foibe - a Basovizza gli
alleati trovarono 450 metri cubi di resti umani - delle fughe, delle requisizioni, della sovietizzazione d'ogni
realtà economica. Molti milioni di lire in banconote, custoditi nella sede locale della Banca d'Italia, vennero
prontamente trasferiti in forzieri jugoslavi. A quei giorni di dolore e di passione seguì una sofferta normalità,
Trieste fu dichiarata territorio libero, prima della ricongiunzione con una Madrepatria piuttosto distratta. Sì, le
avanguardie titine entrarono per prime in Trieste. Una tragedia della quale tanti portano ancora i segni nel
corpo e nell'animo.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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la stanza di Mario Cervi
23/10/2014
Il Secolo XIX - Ed. nazionale
Pag. 7
(diffusione:103223, tiratura:127026)
Doria: «Non ho le persone per proteggere la città»
«Senza le opere su Fereggiano e Bisagno restiamo fragili»
. «Bisogna realizzare lo scolmatore del Fereggiano e terminare i lavori sulla copertura del Bisagno. Solo così
Genova sarà in sicurezza. Solo così». Il sindaco Marco Doria non vede altre soluzioni per il futuro prossimo
venturo della città: «Nel frattempo non posso paralizzare una gran parte di Genova, non posso deprimere
ulteriormente le attività economiche con provvedimenti troppo drastici». Morale: «Fino alla realizzazione di
quelle opere, che devono essere finite nel più breve tempo possibile, bisogna sapere che questa città è
così». Opere che potevano essere già quasi concluse. Lei, è vero, ha denunciato i problemi burocratici che le
rallentavano, prima del disastro. Sapendo però che erano fondamentali per la gente e le attività di Genova,
pensa di averlo fatto con sufficiente determinazione? «L'ho fatto ma con questo tono, che è il mio: garbato.
Avrei dovuto urlare, battere i pugni. Questo me lo rimprovero». E, a giorni di distanza, non si rimprovera il
caso dei premi ai dirigenti del Comune? A quelli che dovevano impedire il disastro più recente, addirittura a
quelli già indagati per l'alluvione di tre anni fa. «Tutti i dirigenti sotto indagine per le vicende del 2011 sono
stati spostati in altri incarichi dalla nostra amministrazione. Chi non è oggetto di una condanna definitiva ha
diritto al rispetto del contratto, se no si rivolge subito al giudice che lo fa applicare». La giunta ha già sospeso
o licenziato senza attendere sentenze definitive protagonisti di clamorosi casi di assenteismo. «C'era
un'oggettiva evidenza in quei casi, erano indagini fatte da noi, dalla polizia municipale. La questione delle
responsabilità di un disastro è sicuramente molto più complessa. Il "premio" è una parte variabile della
retribuzione secondo il contratto, che in quei casi non abbiamo nemmeno corrisposto per intero. In quei casi
l'abbiamo decurtata, anche se non del 100 per cento». Troppi dirigenti in Comune? «La nostra
amministrazione li ha diminuiti: sono passati da 93 a 78, con una retribuzione media pro capite inferiore alla
precedente. Per 5.600 dipendenti». Dopo l'alluvione, i cittadini hanno avuto la percezione che sia subito
iniziato lo scaricabarile delle responsabilità. «Io mi assumo, come sindaco, tutte le colpe per quello che è
stato compiuto o non compiuto. Come rappresentante delle istituzioni, mi prendo una parte di responsabilità
per quello che le istituzioni non sono riuscite a fare. Accetto, ogni giudizio. Accetto la critica feroce rivolta alle
istituzioni». Ha mai pensato di dimettersi dopo il disastro o anche dopo qualche polemica che l'ha investita
nei giorni successivi? «Pensato sì, per carità. Ma mi sarei sentito nel ruolo di un comandante che fugge dalla
nave che affonda. Per affrontare l'emergenza del dopo alluvione serve un sindaco nel pieno dei poteri, non
un commissario prefettizio. Di più: è diritto dei cittadini che vogliono sfogare la propria rabbia di farlo con un
sindaco, degli assessori, una giunta in carica». E tuttavia, lo scaricabarile è proseguito. Questa la percezione.
«Il meccanismo era corretto. Un ente tecnico, l'Arpal, che fa parte della protezione civile, la quale deve
decidere sull'allerta. Poi le comunicazioni devono arrivare al sindaco. Non sono arrivate. Qualcosa si è
inceppato: i bollettini dei previsori vedevano il fenomeno smorzarsi». Arpal ribatte che le previsioni non
possono essere una scienza esatta e che certi fenomeni non possono essere anticipati se non quando si
stanno per realizzare . «Io continuo a ripetermi: per fortuna che non è successo di giorno. E anche dare
l'allerta con pochissimo anticipo avrebbe scatenato il panico, gente in fuga paralizzata negli ingorghi». Non è
ipotizzabile un robusto sistema di protezione civile che rimanga stabile, sempre, almeno nei due, tre mesi
dell'anno in cui questi fenomeni si concentrano? «Noi pensiamo a più strumentazione tecnica da installare sui
rivi per monitorarli. Vengono controllati dai volontari della protezione civile, ma soltanto quando c'è l'allerta».
Un presidio operativo fisso? Un piano dettagliato attivo almeno nelle zone più pericolose? «Noi ci scontriamo
con i numeri delle persone che abbiamo a disposizione». Il Comune, l'ha detto lei, ha 5.600 dipendenti. «Non
affermo che abbiamo pochi dipendenti. Dico che ci troviamo ad affrontare uno dei grandi problemi delle
pubbliche amministrazioni: spesso non abbiamo le persone giuste. Quelle che servono per le esigenze
dell'oggi e non di quando sono state assunte». Una domanda precisa: tasse imposte, rimborsi. Questa volta
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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IL SINDACO DOPO L'ALLUVIONE: MANCANO I DIPENDENTI GIUSTI PER QUESTI COMPITI
L'INTERVISTA
23/10/2014
Il Secolo XIX - Ed. nazionale
Pag. 7
(diffusione:103223, tiratura:127026)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
147
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quanto tempo dovranno attendere i cittadini? «Chi è stato colpito dall'alluvione ha diritto a tempi certi e
procedure semplici. Per tutto quello che compete il Comune il nostro obiettivo è l'inizio 2015». Lei è finito nel
mirino delle polemiche per due episodi. Il primo: la sera del disastro era a teatro. «Ero al Carlo Felice per
dovere istituzionale. Ed ero stato tranquillizzato dai bollettini Arpal». A che ora è stato avvisato? «Dal capo di
gabinetto Marco Speciale, poco dopo le 23. Mi ha detto di una situazione complicatissima». A che ora è
uscito? È un dettaglio non secondario, visto che il processo per l'alluvione di 3 anni fa si gioca anche sui
minuti delle comunicazioni e gli spostamenti rilevati dalle celle telefoniche. «Sono andato via subito. Ho fatto
un passo a casa: abito vicino. Mi sono cambiato d'abito e sono venuti a prendermi per andare al Matitone».
Poi la cena a Courmayeur.. . «Dopo giorni e notti di lavoro ininterrotto, mi sono preso non più di mezza
giornata con la mia famiglia. Ho scelto una destinazione a un paio d'ore di distanza proprio per andare e
tornare in fretta: una passeggiata, la cena, il ritorno. Se fossi andato a Santo Stefano d'Aveto ci avrei messo
di più. Ma capisco: il nome francese, la scelta di una località percepita come "vip" hanno irritato qualcuno.
Non era nelle mie intenzioni. E non ho casa lì». Lei parla di un sistema-Italia che non funziona. Ma
esisteranno pure responsabilità precise. Lei pensa che il presidente della Regione Claudio Burlando negli
ultimi anni abbia fatto tutto il possibile? «Io mi prendo le mie responsabilità. A questa domanda non rispondo,
proprio perché non voglio fare lo scaricabarile».
I PUNTI D'ACCUSA SCANDALO DIRIGENTI INDAGATI I dirigenti sotto indagine sono stati spostati ad altri
incarichi. Chi non ha condanne definitive ha diritto al rispetto del contratto QUELL'ALLARME MAI ARRIVATO
Il meccanismo era corretto: l'Arpal decide l'allerta e le comunicazioni arrivano al sindaco. Ma non sono
arrivate LA CENA A COURMAYEUR Dopo giorni e notte di lavoro interrotto mi sono preso mezza giornata.
Capisco che la località percepita come vip abbia irritato qualcuno
LA TENTAZIONE DI LASCIARE
Ho pensato a dimettermi, ma sarei stato come un comandante che lascia la nave che affonda MARCO
DORIA sindaco di Genova
23/10/2014
ItaliaOggi
Pag. 2
(diffusione:88538, tiratura:156000)
L'Italia non ha interesse a prolungare l'inutile rito delle sanzioni alla
Russia
Moda, export giù del 25%, quelle agricole del 63%
EDOARDO NARDUZZI
Tra qualche settimana saranno rimosse le sanzioni economiche che da vari decenni penalizzano l'Iran. Le
stesse sanzioni non hanno in nulla modificato la traiettoria politica di Teheran, più semplicemente hanno
meglio integrato la ex Persia con alcune economie emergenti del globo e hanno favorito la volatilità politica
nella regione, oggi perfettamente incarnata dalla minaccia dell'Isis e del Califfato all'intero Occidente. L'Iran è
una grande potenza regionale e come tale deve essere trattata, pensare di piegarla isolandola
economicamente non porta lontano in termini di risultati utili. Con la Russia, come ha spiegato bene martedì
scorso Pierluigi Magnaschi, un Occidente troppo piegato ai soli interessi americani sta provando a giocare la
stessa partita iraniana: sanzioni economiche importanti e prolungate nel tempo per costringere Mosca a
mollare la presa sull'Ucraina. Ovvio che la Russia non mollerà nulla di più, rispetto a quanto ha già concesso,
fino a quando non vedrà riconosciuti alla minoranza russofona del Donbass gli stessi diritti che hanno le altre
minoranze linguistiche in Europa. Altrettanto ovvio che le sanzioni allontaneranno la Russia, che è una
nazione europea, dalle attuali relazioni economiche verso l'Ue in favore di nuovi paesi quali la Cina, la Corea,
il Sudafrica, il Vietnam e così via. Anche perché la Russia è molto meno dipendente dalla tecnologia
occidentale di altri Bric. Il premier Matteo Renzi, rispetto ad altri leader europei, non ha convenienza a restare
imprigionato in un gioco internazionale nel quale gli interessi economici italiani sono poco considerati. Guida
un paese ancora in recessione, l'unico dell'Eurozona,e con una scarsissima capacità di attrarre investimenti
internazionali e non ha convenienza a giocare partite di braccio di ferro economico verso un paese che
compra tanto made in Italy. Le esportazioni della moda italiana verso la Russia sono già crollate del 25%,
quelle agricole del 63%. La situazione politica in Ucraina è chiara, tutte le carte sono sul tavolo. Le sanzioni
economiche non serviranno a sbrogliare la matassa, perché per farlo serve la politica con la P maiuscola.
Oggi a Verona si apre il terzo Forum euroasiatico con un titolo che non necessita commenti: «RussiaItalia,
fondamentale recuperare il dialogo». Un'occasione per provare a spingere il confronto nell'Europa dell'Est
oltre la banalità muscolare delle sanzioni economiche. La Russia è la porta orientale dell'Europa da molti
secoli, illudersi che possa essere isolata o sanzionata per decenni senza effetti sistemici è dilettantistico. Nel
nuovo mondo globale multipolare lo spazio di gioco dell'Ucraina non è per nulla chiaro, quello della Russia e
dell'Europa invece sì. Quello dell'Italia di Renzi non può prescindere dall'export verso Mosca. © Riproduzione
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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IL PUNTO
23/10/2014
ItaliaOggi
Pag. 11
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Mediobanca continua a sostenere Barbetti
ANDREA GIACOBINO
Barbetti, gruppo umbro di cementifici, è in seria difficoltà ma Mediobanca continua a sostenerlo. Uno dei più
importanti produttori medi nazionali di calcestruzzo, la cui capogruppo è la Cementerie Aldo Barbetti (Cab),
ha infatti comunicato poche settimane fa all'azienda che accetta la richiesta di "waiver" (moratoria) sul
finanziamento di 181,6 milioni erogato, richiesta avanzata perché il gruppo non ha rispettato alcuni covenants
alla fine dello scorso anno. Il contratto originario di finanziamento, che risale al 2007, era originariamente di
210 milioni erogato in due tranche. A fi ne dello scorso anno è stato rimborsato per 21,8 milioni: il piano di
ammortamento è stato già rivisto nel 2013 attraverso il rinvio del pagamento di talune rate capitali al giugno
del 2016 e il rinvio alla stessa data del pagamento degli interessi maturati a partire dall'1 gennaio 2013 su
quota parte del fi nanziamento originario. Mediobanca ha inviato al gruppo a fi ne dello scorso anno un
"ipotesi di rimodulazione", in base alla quale il rimborso previsto è di 68,5 milioni a fi ne di quest'anno
accompagnato dalla rivisitazione del debito residuo per circa 113,2 milioni con un nuovo piano di
ammortamento. Il fi do di Piazzetta Cuccia è garantito da ipoteca sugli immobili di proprietà del gruppo, da
privilegio speciale sugli impianti e da pegno sulla controllata Tecnocal. Il 2013 di Cab, presieduta da Maria
Antonella Barbetti, è stato pesantissimo perché il civilistico si è chiuso con una perdita di 93,6 milioni rispetto
al rosso di 49,4 milioni dell'anno prima e il consolidato ha segnato un disavanzo di 64,1 milioni (-19,8 milioni
del 2012). Il fatturato è sì crollato anno su anno da 178 a 92,8 milioni per via della vendita del 30% nella turca
Cimko Cimento, rilevata nel 2007 in joint venture col gruppo locale Sank Holding. Ma la cessione ha fatto
segnare una minusvalenza di quasi 90 milioni che ha determinato la maxiperdita: il passivo del 2013 e quello
dell'anno prima, per complessivi 143 milioni, sono stati contestualmente ripianati attingendo alle riserve.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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CARTA CANTA
23/10/2014
MF - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:104189, tiratura:173386)
Tasse sulle Fondazioni, boom del 100%
Andrea Di Biase
Con la manovra le imposte relative ai soli dividendi saliranno da 3 a 47,5 milioni per i sette grandi soci di
Intesa Sanpaolo e di Unicredit (Compagnia San Paolo, Cariplo, Cariparo, CrFirenze, Carisbo, Cariverona e
Crt). Scoppia la protesta dell'Acri (Di Biase a pag. 7) Dura presa di posizione delle fondazioni di origine
bancaria contro gli ultimi provvedimenti del governo sulla tassazione di rendite finanziarie e dividendi, il cui
effetto, a loro giudizio, sarà quello di ridurre drasticamente le risorse destinate al terzo settore e al
volontariato. La stragrande maggioranza dei proventi incassati ogni anno dalle fondazioni (1,48 miliardi nel
2013), che costituiscono la base per le erogazioni ai territori (885 milioni lo scorso anno), derivano infatti dagli
strumenti finanziari (azioni, titoli a reddito fisso, gestioni patrimoniali) in cui è investito l'ingente patrimonio
(circa 40 miliardi a fine 2013) degli enti ex bancari. Finora le fondazioni, che pur essendo a tutti gli effetti dei
soggetti non profit non hanno goduto (contrariamente ai luoghi comuni e come invece accade in altri Paesi
europei) di una fiscalità di vantaggio, pagavano le imposte sulla base delle aliquote in vigore per i soggetti
privati con finalità di lucro: il 12,5% sulle rendite finanziarie e il 27,5% sui dividendi percepiti ma a fronte di
una base imponibile limitata al 5%. Sulla base di questo carico fiscale, le tasse pagate dal sistema delle
fondazioni a valere sui bilanci 2013 è stato di 170 milioni. Una cifra che, in base alla nuova aliquota sulle
rendite finanziarie (20% anziché 12,5%) e alle modifiche relative alla tassazione dei dividendi contenute nella
bozza della legge di Stabilità, secondo le stime dell'Acri è destinata a lievitare fino a 340 milioni in relazione ai
bilanci 2014, per poi salire a 360 milioni rispetto ai conti del 2015. L'articolo 41 comma 21 della manovra
prevede infatti che la base imponibile per la tassazione dei dividendi passi, a parità di aliquota (ferma al
27,5%), dal 5 al 77,74%. Ma questo solo per gli enti non commerciali come le fondazioni, non invece per i
soggetti privati con finalità di lucro come le società di capitali. Per fare un esempio, sui dividendi percepiti nel
2014, le fondazioni azioniste di Intesa Sanpaolo e Unicredit pagheranno dunque un'imposta superiore a
quella che saranno tenuti a versare gli azionisti privati. Se il provvedimento contenuto nella manovra dovesse
diventare legge, sui 188 milioni complessivamente percepiti lo scorso 22 maggio, le cinque fondazioni
azioniste della Ca' de Sass sarebbero tenute a versare al Fisco 40 milioni anziché i 2,6 milioni che
dovrebbero versare con riferimento alla base imponibile tuttora in vigore. Allo stesso modo la Fondazione
Cariverona (20,3 milioni il dividendo incassato da Unicredit lo scorso giugno) e la Fondazione Crt (14,7
milioni) sarebbero chiamate a pagare rispettivamente 4,3 e 3,13 milioni, anziché i 278 mila e i 202 mila euro
che pagherebbero con l'attuale imposizione fiscale, che continuerà a valere per le società con fini di lucro. Il
paradosso ha mandato su tutte le furie il presidente dell'Acri e della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti,
che ieri ha denunciato l'incongruenza della norma che avvantaggia soggetti «le cui risorse, a differenza di
quanto avviene per le Fondazioni, non vengono riversate a favore della collettività». Concetto sottolineato
anche dalle associazioni che riuniscono gli operatori del Terzo settore. La Confederazione permanente delle
associazioni, federazioni e reti di volontariato ha espresso preoccupazione per la norma che «in virtù
dell'ampliamento dal 5 al 77,74% della base imponibile sulla tassazione dei dividendi» andrebbe «a colpire le
erogazioni al volontariato delle Fondazioni di origine bancaria». (riproduzione riservata)
Foto: Giuseppe Guzzetti Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/stabilità
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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STRETTA BRUTALE GLI ENTI DI ORIGINE BANCARIA NEL 2014 POTREBBERO PAGARE 340 MILIONI
DI EURO CONTRO I 170 MILIONI DEL 2013
23/10/2014
MF - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:104189, tiratura:173386)
Euler Hermes lancia le cauzioni anche in Italia, mercato da mezzo miliardo
di premi
Anna Messia
(Messia a pag. 17) Euler Hermes lancia le cauzioni anche in Italia, mercato da mezzo miliardo di premi Euler
Hermes, la compagnia del gruppo Allianz, leader mondiale nell'assicurazione del credito, è pronta a investire
ancora sull'Italia, con l'ingresso in un nuovo ramo d'attività, le cauzioni. Un settore in cui la società non era
ancora presente nella Penisola nonostante, a livello mondiale, sia uno specialista anche in questa attività. Il
cantiere per l'avvio del ramo è aperto già da un po' di tempo, tanto che Euler Hermes ha già designato il
responsabile di questa nuova divisione. Si tratta di Dario Locatelli, nominato head of bonding di Euler Hermes
Italia, che ha già maturato una lunga esperienza nel settore, prima in Zurich e poi in Axa e Rsa Sun
Insurance. Michele Pignotti, capo della regione Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa in Euler Hermes,
spiega le ragioni della scelta. Domanda. Dottor Pignotti, perché avete deciso di entrare nel mercato delle
cauzioni in Italia? Risposta. Il mercato delle cauzioni in Italia è il più grande in Europa con circa 500 milioni di
premi, con l'intero mercato europeo che vale 5,4 miliardi. Rappresenta quindi un'ottima opportunità di
business nonostante oltre 50 players assicurativi in aggiunta al settore bancario, gestiscano l'intero
portafoglio del mercato. D. Si tratta, però, anche di un comparto che può rivelarsi rischioso. R. È un mercato
che negli ultimi 10 anni si è dimostrato profittevole per chi ha saputo ben equilibrare i rischi tenendo sotto
controllo il combined ratio. Euler Hermes ha un'esperienza pluridecennale nel settore e nei principali Paesi.
Pensi che il primo bond fu emesso nel 1957. Siamo pronti a giocare un ruolo di primo piano grazie a una
solidità finanziaria unica, con un rating S&P e Dagong AA-. Dalla nostra parte abbiamo poi il costante
monitoraggio dei trend dei pagamenti di oltre 40 milioni di imprese nel mondo. Alla conoscenza del mercato
locale, Euler Hermes aggiunge inoltre un profondo know how globale, che le consentirà di garantire i
business delle imprese italiane anche al di fuori dei confini nazionali e in Paesi dove normalmente risulta
difficile coprire il rischio. D. Una scommessa anche sulla ripresa dell'economia italiana? R. Crediamo nel
Paese Italia dove deteniamo il 49% del mercato dell'assicurazione del credito. Proprio per questo motivo
abbiamo deciso di mettere a disposizione delle imprese italiane un altro strumento finanziario come il
bonding, che va a integrare i prodotti già presenti sul mercato. A rafforzare l'investimento c'è poi la
consolidata cooperazione con Allianz Italia. A oggi tutti i piani di investimento sono stati rispettati così come i
primi risultati in termini di new business. (riproduzione riservata)
Foto: Michele Pignotti Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/euler
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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INTERVISTA
23/10/2014
MF - Ed. nazionale
Pag. 20
(diffusione:104189, tiratura:173386)
Che bisogno ha Club Med di aprire resort in Asia? È sull'Europa che
occorre investire
Gaetano Casertano*
L'opa sul tour operator francese Club Med ha innescato una forte competizione tra due cordate concorrenti:
quelle guidate rispettivamente dalla cinese Fosum e dalla Global Resort, controllata a sua volta dal finanziere
italiano Andrea Bonomi. Le due offerte hanno impostazioni industriali diverse. A favore della scelta cinese si è
schierato il presidente del Club Med, Henri Giscar D'estaing, che apprezza l'ipotesi di espansione nei nuovi
mercati asiatici e in particolare in Cina, dove si prospetta la costruzione di nuovi villaggi. In questo caso si
tratterebbe di una vera svolta, se si considera la centralità dell'Europa e che solo nel recente passato Club
Med ha aperto un importante villaggio in Francia, a Valmorel. Infatti, il tour operator è nato ed è radicato nel
territorio francese. Senza entrare nel dibattito tutto francofono relativo alla territorialità e alla perdita
dell'identità nazionale, è evidente che in determinati settori economici, come appunto il turismo, le logiche
finanziarie non sempre sono strettamente legate al variare dei fattori macroeconomici, ma hanno radici su
fattori diversi quali, tra i primi, quello della bellezza del territorio. I flussi turistici, il cosiddetto incoming, sono
quelli che hanno tenuto in piedi i risultati economici delle aziende turistiche continentali in quanto l'Europa,
Francia e Italia in particolare, esercitano una forte attrattiva. Ci si chiede allora perché andare a posizionare
gli investimenti in strutture turistiche in Asia piuttosto che potenziare quelle esistenti o nuove in Paesi il cui
sforzo di marketing per attrarre turisti, proprio dall'Asia, è già consolidato ed è in crescita. E allora ci si chiede
anche perché il Club Med, che si vuole posizionare nell'alto di gamma, con i famosi due o tre tridenti, abbia
abbandonato in Italia posizioni uniche come Otranto, Cefalù e Pisticci che aveva da numerosi anni. Una
scelta strana visto che l'Italia è riconosciuta in tutto il mondo come luxury destination per i suoi prodotti quale
moda, cultura, cibo e paesaggio. Su questo punto anche l'offerta della Global Resort, che si caratterizza per
un piano di investimenti più massiccio, non sembra dare una particolare enfasi. Inoltre, un punto importante in
termini economici di investimenti sul turismo è determinato dal fatto che i margini di profitto dalla gestione di
un'attività turistica, con eccezione, forse, del segmento del lusso, stanno diminuendo; il recupero di questa
marginalità può essere ottenuto attraverso un investimento sulla parte immobiliare che, combinata con il
risultato gestionale, può incrementare la redditività complessiva dell'investimento. In sostanza, se nel giro di
qualche anno il resort è ben gestito e funziona, crea flussi di cassa e anche il valore immobiliare cresce. Ci si
domanda allora per quale motivo si vada a investire in Asia dove il ciclo immobiliare è già cresciuto a due
cifre percentuali, e proprio il governo cinese sta mettendo in piedi delle misure volta a frenare la crescita
eccessiva dei valori del mattone, in pratica la speculazione. Se si guarda invece al mercato europeo, qui i
valori sono più depressi, e siccome nel turismo ci vuole qualche anno per vedere una gestione che rende
bene, forse si potrebbe pensare a investire in Europa, peraltro meno esposta ai problemi di sicurezza, che
sono molto sentiti in ambito turistico. Inoltre, un investimento fatto oggi in un mercato immobiliare
caratterizzato da bassi prezzi consentirebbe di profittare della la futura ripresa di un settore che è ciclico,
come definito da tutte le teorie economiche in materia. (riproduzione riservata) *docente di Finanza
Immobiliare, Luiss Guido Carli Roma
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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COMMENTI & ANALISI
23/10/2014
Financial Times
Pag. 24
(diffusione:265676, tiratura:903298)
INSIGHT
As Europe is spooked by the spectre of deflation, never has it been more important to unclog the region's
lending channels. Eurozone bank lending to companies remains weak and fragmented. So the stakes are
high for the European Central Bank's comprehensive assessment and related stress tests. These have the
potential to accelerate the process of cleansing banks' balance sheets to support economic recovery. But to
achieve the catharsis the euro-zone needs, the stress tests need to be a catalyst for a shift in the broader
policy debate. Investors have a degree of scepticism given the ill-fated previous stress tests. So how should
we judge the current tests' success? First, are they rigorous enough to give confidence and help lower the
banks' cost of funding? Italian banks pay on average 1.1 per cent more for deposits than German banks,
which inevitably gets passed on through higher costs to companies and consumers. Ideally the tests would
provide assurance so that funding costs for Italian banks fall in much the way they did for Spanish banks after
their stress tests. While most of the inputs look tough, it is a shame that deflationary scenarios are not in this
year's exercise. Banks appear to have been treated as consistently as possible, even if local rules mean
there are a large number of inconsistencies. Second, will there be transparency in the results? The odds look
reasonable. We will get more than 10,000 data points on the scenarios. But the market will also want to know
what the implications for capital plans and dividends will be for banks that achieve only marginal passes, and
the ECB and European Banking Authority are likely to be silent on this. To yield the full benefit, it is critical
that the results shift policy debate. This exercise underscores the fact that Europe sorely needs a more
competitive and diverse funding market for companies. The crisis has shown the drawbacks of over-reliance
on a bank-centred lending model. We need to find new ways to channel non-bank finance to businesses and
infrastructure projects, which will require big changes to Europe's market plumbing and policy makers'
approach to markets. That is why urgent action needs to be taken to turn the slogan of capital markets union
into a workable programme of initiatives. We also need to address blockages to the flow of funding to
companies - whether accelerating managing non-performing loans or modestly recalibrating overlapping rules
if they are holding back good lending. Third, do the tests facilitate capital raising and restructuring? This is the
acid test, because this is what will form the basis for future lending. The good news is the larger banks have
used their time well. Some €48bn in equity has been raised into the stress tests and banks have sold many
underperforming assets. While some people will want to see a few large institutions fail the tests to show their
toughness, we wonder if the true signal of success will be how big a clean-up is driven through the size of
writedowns on the day and assets sold during the following year. As blockages are cleared, it will become
even clearer that stronger measures to support aggregate demand are needed - and it is not just the banks
that are to blame. Our rule of thumb for the weakness of eurozone bank lending has been: two-thirds weak
demand and one-third supply-side issues. An example is the weak take-up of the first targeted longer-term
refinancing operation. We estimate that northern European banks took just 5 per cent of their eligible funds,
underscoring lack of confidence in their lending prospects. As Mario Draghi, ECB president, powerfully put it
at Jackson Hole this year, action on "aggregate demand has to be accompanied by national structural
policies". Last, dare I say it, there could be advantages if the ECB were to make the stress tests annual, akin
to the US Federal Reserve's. Rome was not built in a day, and nor will the banking union. But the benefits
would not just be at the macro level - where policy makers can see the system in the round - but also change
the incentives for bank executives. Moreover, given that no test can encompass all emerging risks, an
ongoing process can incorporate them next time - heading off inevitable criticism. Huw van Steenis is a
managing director at Morgan Stanley and a member of World Economic Forum's Global Agenda Council for
Banking Huw van Steenis
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Bank stress tests need to be a catalyst for policy shifts in Europe
23/10/2014
Le Monde
Pag. 11
(diffusione:30179, tiratura:91840)
Soren Seelow, et Sylvia Zappi
La situation à Calais, confrontée à un afflux massif de migrants clandestins depuis le début de l'année, est en
train devenir ingérable. Depuis le début de la semaine, les rixes entre ethnies se sont multipliées, faisant
plusieurs blessés et contraignant les CRS à intervenir.Les premières tensions sont apparues lundi 20 octobre
dans l'après-midi aux abords du port, où plusieurs centaines de migrants ont profité d'un ralentissement pour
prendre d'assaut les poids-lourds en partance pour l'Angleterre.Les CRS ont dû appeler à la rescousse des
policiers des commissariats de Calais et de Boulogne-sur-Mer pour les repousser vers le camp " Tioxide ", le
plus important de la ville avec ses quelque 500 occupants. " Le nombre les rendant très agressifs, on a dû
faire usage de gaz lacrymogène, mais il n'y a eu aucun blessé ", explique Thierry Alonso, le directeur
départemental de la sécurité publique.Dans la nuit de lundi à mardi, plusieurs batailles rangées ont éclaté
entre groupes ethniques dans la zone industrielle des Dunes. Vers 22 heures, un différend entre Ethiopiens
et Erythréens a dégénéré en bagarre à coup de pierres et de bâtons, qui a fait une dizaine de blessés. Les
CRS ont dû de nouveau faire usage de gaz lacrymogène. Deux migrants, armés d'un bâton prolongé d'une
pointe acérée, ont été interpellés. toujours la police.Puis dans la nuit et dans la journée de mardi, les CRS se
sont interposés pour interrompre une demi-douzaine de répliques de batailles rangées opposants plusieurs
dizaines de migrants, dans un climat d'extrême tension. Yuri, un membre du mouvement No Border, qui vient
en aide aux migrants, a expliqué à l'AFP que " la tension est à fleur de peau : il y a les pressions policières, la
faim, les mauvaises conditions de vie. Ils sont dans une situation désespérée. "Mardi à l'aube, une
adolescente éthiopienne de 16 ans, qui cheminait parmi un groupe de migrants, est morte après avoir été
renversée par une automobile tandis qu'elle tentait de traverser l'autoroute A16 à hauteur de Marcq, près de
Calais. Le conducteur, pris à partie par le groupe, s'est enfui et s'est immédiatement présenté au
commissariat.Une réunion de médiation a été organisée mardi en fin d'après-midi à la sous-préfecture de
Calais, avec le Secours catholique et des représentants des communautés concernées. Cette méthode " qui
avait déjà été utilisée avec succès en août ", a souligné le préfet le préfet du Pas-de-Calais, Denis Robin, a
semble-t-il porté ses fruits. Le calme était revenu dans la ville, mardi vers 17 heures.Près de 2 000
clandestins sont répartis dans une dizaine de camps de fortune autour de Calais. Selon le ministère de
l'intérieur, leur nombre a été multiplié par quatre depuis le début de l'année, en raison de la déstabilisation de
la Libye, des différents conflits africains et du déclenchement en novembre 2013 de l'opération Mare Nostrum
par l'Italie après le naufrage de Lampedusa qui avait fait 366 morts le 3 octobre.Paris est très réservé face à
cette opération de sauvetage italienne, et lui reproche d'avoir facilité le travail des passeurs. " Derrière des
motifs louables, il y a de nombreux effets pervers ", explique-t-on place Beauvau. La fin de l'opération a été
actée lors du dernier conseil européen. Elle sera remplacée à compter du 1er janvier 2015 par une opération
conjointe des pays européens." Depuis la condamnation des violences policières par le Défenseur des droits
en 2012, M. Cazeneuve a accepté de discuter des moyens des associations et les policiers se sont fait moins
visibles ", explique Jean-Pierre Alaux, du Gisti. Un assouplissement qui aurait entraîné un afflux de migrants,
disséminés de Dieppe à Calais.D'ici la fin de la semaine, le ministre de l'intérieur devrait annoncer plusieurs
mesures pour répondre à la crise. Outre l'ouverture d'un centre d'accueil de jour, la place Beauvau réfléchit à
assouplir la procédure d'asile pour ces migrants, afin de permettre de désengorger la ville.Les migrants qui
s'entassent à Calais, souvent anglophones, veulent rejoindre la Grande-Bretagne. Mais c'est l'Allemagne,
avec quelque 200 000 demandes d'asile cette année (contre 130 000 en 2013), qui attire le plus grand
nombre de migrants en provenance d'Italie. Avec 60 000 demandes d'asile, la France est l'un des rares pays
à avoir vu cette année le nombre de demandeurs d'asile diminuer, d'environ 4 %.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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A Calais, la situation au bord du chaos
23/10/2014
Les Echos
Pag. 6
(diffusione:118722, tiratura:579000)
Pierre de Gasquet
Face aux pressions de la Commission, l'Italie serait prête à un compromis sur une réduction accrue du déficit
structurel en 2015. Pas de dramatisation de la demande d'éclaircissement de Bruxelles : Rome a ouvert les
consultations. Tout en qualifiant de « dialectique naturelle » les observations de la Commission sur le budget
2015, Matteo Renzi s'est dit prêt à un « bras de fer » avec Bruxelles pour défendre son budget de « relance
». Pas question de renoncer à ses 18 milliards de baisses d'impôts (dont plus de la moitié provient de la
reconduction du bonus mensuel de 80 euros pour les revenus modestes). En revanche, le Trésor a prévu
une enveloppe de 3,4 milliards dans la « loi de finances » (« loi de stabilité ») en vue d'un éventuel
ajustement de l'objectif de réduction du déficit structurel (hors effets de cycle) en 2015. « On brandit des
procédures et des menaces. Mais il s'agit d'un processus naturel, comme il est naturel que l'Italie soit
protagoniste sans subir de "diktats" externes », a rappelé hier Matteo Renzi au Sénat. Au centre de la
négociation entre Rome et Bruxelles : la question de la réduction du déficit structurel sur les trois prochaines
années. Alors que la Commission avait fixé pour l'Italie un objectif de réduction de 0,7 % du PIB pour 2015, le
projet de budget de Matteo Renzi a fixé un objectif limité à... 0,1 % du PIB seulement, en acceptant une
aggravation de 11 milliards du déficit nominal (qui va flirter avec les 3 %) pour mener des politiques «
anticycliques ». Selon les analystes, Bruxelles pourrait transiger sur un objectif de 0,5 % (6 milliards d'euros),
mais ce chiffre reste supérieur aux 3,4 milliards mis en « réserve » par le Trésor pour un ajustement éventuel.
La tentation italienne serait de négocier un objectif de 0,2 % du PIB en invoquant les « circonstances
exceptionnelles » de la détérioration de l'économie. En clair, Matteo Renzi compte sur la nouvelle
Commission pour qu'elle fasse preuve « d'un peu plus de courage ». « La plus grande victoire de l'Italie en
Europe a été d'avoir proposé, et par certains côtés imposé, un plan d'investissement de 300 milliards d'euros
», a-t-il rappelé en revendiquant une partie de l'inspiration du « plan Juncker ».
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Rome prêt à faire des efforts supplémentaires
23/10/2014
Les Echos
Pag. 22
(diffusione:118722, tiratura:579000)
Pierre de Gasquet
Le fondateur du groupe familial a désigné Adil Mehboob-Khan, comme co-CEO en charge des marchés.
Rarement succession à la tête d'un fleuron du « made in Italy » aura suscité autant de fébrilité. Huit semaines
après la démission surprise de son ex-administrateur délégué, Andrea Guerra (parti avec un parachute de 45
millions d'euros), et deux semaines après le départ de son successeur, le numéro un mondial des lunettes,
Luxottica, a dévoilé hier son nouvel organigramme. Après plusieurs semaines de spéculations, Adil
Mehboob-Khan, cinquante ans, le président de Wella (groupe Procter & Gamble), a été désigné comme
coadminisitrateur délégué, en charge des marchés et des finances, au côté de Massimo Vian. Décidée à
l'issue d'une réunion de crise, sa nomination sera formellement soumise au conseil du 29 octobre.
Restructuration du capital familial Le choix du patron de Wella, qui a accompli une grande partie de sa
carrière en Italie, intervient deux semaines après le départ surprise d'Enrico Cavatorta, un des principaux
dirigeants du groupe (quinze ans de maison) initialement pressenti pour former un triumvirat, mais en
désaccord sur la gouvernance. La nomination d'Adil Mehboob-Khan devrait mettre fin à une période de fortes
turbulences, qui a vu Luxottica perdre près de 1,8 milliard d'euros en Bourse. Mais il n'est pas dit qu'elle
mette un coup d'arrêt aux interrogations sur la solidité de sa gouvernance. Après la tempête des démissions
en cascade se profile aussi une restructuration du capital familial. Selon la presse italienne, Leonardo Del
Vecchio, le fondateur, s'apprête à proposer une augmentation de capital destinée à réorganiser les parts au
sein du holding luxembourgeois Delfin, qui contrôle 61,3 % du groupe coté (outre les 5 % détenus par Giorgio
Armani). En particulier, la manoeuvre viserait à transférer 25 % des actions de Delfin à Nicoletta Zampillo, la
seconde épouse de Leonardo Del Vecchio avec laquelle il s'est marié une seconde fois. A soixante-dix-neuf
ans, le fondateur semble bien décidé à remettre de l'ordre dans sa succession compliquée, du fait de sa
division entre ses six enfants (issus de trois mariages). Fondé en 1961, le groupe familial, coté à New York et
à Milan, a plus que doublé son chiffre d'affaires en douze ans (à 7,3 milliards d'euros en 2013), emploie
73.000 salariés et affiche une présence dans 130 pays. Nombre d'analystes y voient un test crucial pour
l'avenir d'autres empires familiaux du « made in Italy », comme Armani, Ferragamo, ou Ferrero.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Del Vecchio propulse un transfuge de Procter à la tête de Luxottica
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Les Echos
Pag. 28
(diffusione:118722, tiratura:579000)
Pierre de Gasquet
Après son entrée dans Generali, Fiat Chrysler, Enel et ENI, People's Bank of China a pris 2 % dans
Mediobanca. De quoi faire retourner dans sa tombe le fondateur de Mediobanca, Enrico Cuccia. Révélée
mardi par la Consob (la commission des opérations de Bourse), l'entrée de la banque centrale chinoise
People's Bank of China, à 2 %, dans le capital de Mediobanca, pour 110 millions d'euros, a été saluée par un
net rebond de 4,3 % du cours de la banque d'affaires milanaise. Largement commentée par la presse
italienne, l'opération est aussi le signe d'un intérêt croissant de la Chine pour la troisième économie de la
zone euro, où la Safe (State Administration of Foreign Exchange), le bras armé de la banque centrale
chinoise chargé de gérer les réserves de change massives du pays, a déjà investi plus de 7 milliards d'euros
dans des sociétés cotées (ENI, Enel, Telecom Italia, Fiat Chrysler, Generali...). Accélérer l'internationalisation
« Piazzetta Cuccia sort du petit monde antique », titre le quotidien économique italien « Il Sole 24 Ore ». De
fait, la banque d'affaires fondée en 1946 par Enrico Cuccia, en vue de piloter la restructuration du capitalisme
transalpin dans l'immédiat après-guerre, accélère son internationalisation. Après avoir renoué avec les
bénéfices pour son dernier exercice clos au 30 juin (465 millions d'euros de résultat net), la banque dirigée
par Alberto Nagel est désormais détenue à hauteur de 35 % par des investisseurs institutionnels étrangers,
dont la moitié sont, comme Blackrock, anglo-saxons, et divers fonds souverains. Dans la foulée de la cession
de ses participations financières (Telecom Italia, RCS MediaGroup...) et six ans après la création de sa filiale
à Londres, Mediobanca souhaite accélérer cette internationalisation. Avec une capitalisation boursière de 5,7
milliards d'euros (supérieure à celle de la troisième banque italienne, MPS), Mediobanca réalise déjà 48 % de
ses revenus annuels de banque d'affaires et de banque privée à l'international (sur un total de 768 millions
d'euros). L'entrée de la banque centrale chinoise dans le capital de Mediobanca intervient une semaine après
l'annonce de 8 milliards de contrats entre Pékin et Rome, à l'occasion de la dernière rencontre entre Matteo
Renzi et le Premier ministre chinois, Li Keqiang, le 14 octobre. Outre un accord de financement de 1 milliard
d'euros conclu entre la banque commerciale Bank of China et Enel, le Fonds stratégique italien (FSI) et CIC
International se sont engagés à investir 500 millions d'euros chacun dans des opérations communes. La
Caisse des dépôts italienne (CDP) s'est, par ailleurs, alliée à la China Development Bank pour investir 3
milliards d'euros dans les projets d'infrastructures et les PME. « Plus de Chine en Italie » « Bank of China
veut servir de pont entre les entreprises italiennes qui veulent investir en Chine et les entreprises chinoises
qui cherchent des partenaires en Italie », a récemment déclaré Tian Guoli, président de la banque
commerciale Bank of China, qui a déjà ouvert deux filiales à Milan et à Rome. « Nous devons apporter un
peu plus de Chine en Italie et un peu plus d'Italie en Chine », a renchéri le président du Conseil, Matteo
Renzi, à l'occasion de la récente visite du Premier ministre chinois dans la Péninsule. D'ores et déjà, la Chine
est le deuxième partenaire commercial extra-européen pour l'Italie (après les Etats-Unis), avec un volume
total d'échanges de 32,9 milliards d'euros en 2013.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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La banque centrale chinoise entre au capital de Mediobanca
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Wall Street Journal
Pag. 16
BY MANUELAMESCO
MILAN-Italy's Luxottica Group SpA named a Procter & Gamble Co. veteran as new co-chief executive
Wednesday, seeking to put an end to a month of turmoil caused by the return of founder Leonardo Del
Vecchio to active management of the world's largest eyewear group.The selection of Adil MehboobKhan,
currently president of Global Salon Professional at P& G, aims to fill a managerial vacuum following the
resignations of two chief executives in a month and a half.The void caused investors to doubt Luxottica's
stability in the short term, with its share price falling nearly 10% since early September.Mr. Mehboob-Khan
will fill out a co-CEO structure that Mr. Del Vecchio had engineered earlier this year and which was put in
place after longtime CEO Andrea Guerra quit in September.According to Mr. Del Vecchio's initial CEO
structure, the two chief executives would have shared authority and reported to Mr. Del Vecchio
himself.Investors and analysts didn't welcome the proposal as many feared the renewed powers of the 79year-old founder would be a step back for the company, which was long seen as a model of balancing the
virtues of family ownership with strong, independent management.As a result, Mr. Del Vecchio backtracked.
In the new structure, Mr. Del Vecchio will go back to his role of nonexecutive chairman, which he held during
Mr. Guerra's tenure, while Mr. Mehboob-Khan and a second CEO, Massimo Vian-now chief operating officer
in Luxottica- would have full executive powers.Mr. Mehboob-Khan will join Luxottica in early January, the
company said. Meanwhile, Mr. Vian will take on all executive powers on an interim basis.The P&G executive
will be introduced to the Luxottica board at the next meeting, slated for Oct. 29, when the company will also
approve its third- quarter results.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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Luxottica Taps P&G Executive As Co-CEO
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Panorama - N.44 - 29 ottobre 2014
Pag. 11
(diffusione:446553, tiratura:561533)
tu QuoQue, Padoan
Giorgio Mulè
in dal giorno della sua nomina salutammo molto favorevolmente l'ingresso nel governo di Pier Carlo Padoan.
Di lui conoscevamo bene la storia e le idee perché per anni, da capo economista e vicedirettore generale
dell'Ocse, aveva scritto su Panorama analisi lucide sullo stato dell'economia e sulle misure da prendere per
rilanciare questa povera Italia, purtroppo affogata nel pantano degli esecutivi guidati da Mario Monti e da
Enrico Letta. Erano iniziative certamente liberali, coraggiose e per certi versi sorprendenti quelle suggerite su
questo giornale da Padoan tra il 2011 e l'inizio del 2014. Per capirci: il Padoan che conoscevamo era quello
che, giustissimamente, affermava: «Nelle condizioni italiane una riduzione significativa delle imposte non può
che passare per una altrettanto significativa riduzione delle spese». Oppure: «Facilitare la crescita significa
sostenere le imprese nella conquista di quote di mercato mondiale e invogliarle ad assumere». E ancora:
«Bisogna semplificare e accelerare la giustizia amministrativa». Ora: gli approfondimenti sulla legge di
stabilità, sul Jobs act, sulla riforma della scuola e sulle politiche del governo Renzi, sviluppati all'interno di
questo numero di Panorama, dimostrano con il rigore dei numeri che tutto ciò non sta accadendo e che non
c'è neppure la speranza che possa accadere nei mesi a venire. Al contrario: assistiamo a una pericolosissima
e inutile «melina», mascherata dal solito rincorrersi di annunci roboanti. La verità è che la legge di stabilità,
che il 15 ottobre il premier aveva presentato come fatta e finita, è arrivata al Quirinale solo nel pomeriggio del
21 ottobre. Il ministro Padoan non appartiene certamente alla combriccola dello Zecchino d'Oro di cui ama
circondarsi Renzi. Quel che sfugge è vedere una persona saggia e di esperienza come lui tenere bordone al
presidente del Consiglio anche a costo di nascondere ciò che accade in Italia. Come può l'esperto Padoan
lasciarsi andare a previsioni avventurose come la creazione di 800 mila posti di lavoro in tre anni («Ma
potremmo sbagliarci per difetto» ha aggiunto), quando nella molto presunta legge di stabilità ci sono risorse
che a stento basteranno per garantire gli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato fino a primavera
2015? Dal Padoan che conoscevamo ci saremmo aspettati di vedere all'opera un garante della verità, visto il
ruolo centrale che ha il ministro dell'Economia, in grado di valutare il presente e di amministrare
realisticamente il futuro. E invece anche lui sembra aver trovato uno strapuntino nella grande giostra renziana
dove l'annuncio o il tweet a effetto sono essenziali per garantirsi il consenso nell'immediato. Attenti, però,
perché prima o poi la giostra si fermerà e dovremo tutti necessariamente fare i conti con la crudeltà dei
numeri e dei fatti concreti. E saranno dolori.
La tua opinione è un fatto Caro direttore, confesso di essermi perso. Sulla legge di stabilità non faccio in
tempo al mattino a leggere il giornale che al pomeriggio trovo smentite e nuove indiscrezioni sui siti internet,
per concludere la sera con talk show dove esponenti del governo o lo stesso presidente Renzi annunciano
nuove e diverse azioni. Ma perché, nel nome della trasparenza, questa benedetta legge di stabilità non viene
distribuita quando viene annunciata? Gugliemo Di Bernardo, Roma
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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editoriale
23/10/2014
Panorama - N.44 - 29 ottobre 2014
Pag. 29
(diffusione:446553, tiratura:561533)
Mps e il rischio di un nuovo aumento
Anche se la banca superasse gli stress test europei, non scongiurerebbe la necessità di raccogliere mezzi
freschi.
Ansia da stress test a Siena. Domenica 26 ottobre saranno pubblicati i risultati degli esami Bce e dell'Eba
(European banking authority) su 128 istituti europei. Per il Monte dei Paschi sarà una giornata col fiato
sospeso. Nei giorni scorsi si sono intensificati i rumor che inseriscono l'istituto nella lista delle banche
bocciate. Non solo. Iniziano già a trapelare ipotesi su una possibile carenza di capitale compresa tra 0,5 e 1,7
miliardi di euro per la banca senese. Rocca Salimbeni ha smentito, ma sui mercati il titolo è finito
sull'ottovolante, dopo aver registrato negli ultimi sei mesi un calo del 40 per cento delle azioni. In borsa la
banca vale ora circa 4,5 miliardi, meno dei 5 miliardi raccolti a giugno con l'aumento di capitale. Quante sono
le probabilità che Mps non passi gli esami? Gli analisti sono divisi. Vincenzo Longo, strategist Ig,è trai
pessimisti: per lui le probabilità «arrivano al 70 per cento». Secondo l'esperto, la banca senese è quella piùa
rischio per colpa dei bilanci sofferentie del portafoglio di crediti deteriorati. Allo stesso tempoè un istituto che
faticaa recuperare redditività. Ammettendo che la banca non superi lo stress test, che cosa accadrà? Ci sarà
bisogno di una nuova ricapitalizzazione. Rimane da capire chi metterà i soldi, visto che i fondi hanno già dato
il loro contributoa giugno. L'ultima volta che sono stati condotti gli stress test, nel 2011, ci sono state otto
bocciature in Europa. Tre degli istituti che non hanno superato gli esami hanno avviato pesanti
ristrutturazioni, gli altri si sono fusio sono stati ceduti. Non tutti però vedono nero nel futuro di Siena. Secondo
gli analisti di Fidentiis «l'attuale posizione patrimoniale della banca potrebbe consentirle di non fallire l'esame
sulla cosiddetta "asset quality review", vale a dire l'analisi della qualità degli attivi, e probabilmente di passare
gli stress test». Ci sarebbe però subito un'altra prova da affrontare: gli analisti non escludono che nel breve
termine Mps possa avere bisogno comunque di fondi. Stavolta il rischio è di non poter generare abbastanza
capitale per ripagare la parte dei Monti bond ancora da rimborsare. (Sandra Riccio)
40
% il ribasso del titolo mps in borsa negli ultimi 6 mesi
Foto: Fabrizio Viola, amministratore delegato del monte dei paschi di siena, e alessandro profumo,
presidente.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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economia scenari _
23/10/2014
Panorama - N.44 - 29 ottobre 2014
Pag. 75
(diffusione:446553, tiratura:561533)
La stangata sul risparmio previdenziale, l'aumento della tassazione sul Tfr, la previsione di nuove entrate
sulla casa: la sinistra perde il pelo ma non il vizio...
Oscar Giannino
Il problema del fisco in Italia è che continua a dar ragione a Mark Twain. Lui diceva che c'è una sola
differenza tra l'impagliatore e l'esattore pubblico: l'impagliatore si accontenta della vostra pelle. Purtroppo,
continua a essere vero anche nella bozza di legge di stabilità varata dall'attuale governo, che pure ha il vanto
di abbattere di 18 miliardi le entrate, di azzerare la componente lavoro dell'Irap, di aggiungere 1,9 miliardi di
incentivi agli assunti a tempo determinato, mezzo miliardo di bonusbebè, confermare gli eco-incentivi e quelli
alla ristrutturazione, e via continuando. Che cosa fa storcere il naso a un incorreggibile liberale, allora?
Parecchie cose. Una certa qual disinvoltura su numeri e saldi, per cominciare. E poi tre scelte di fondo. Sui
numeri è presto detto: se si dice che ci sono meno entrate per 18 miliardi, quanto meno insieme
bisognerebbe dire che ce ne sono di aggiuntive per 3 miliardi e mezzo, che diventano 4 e mezzo a dire il vero
se ci aggiungiamo il prelievo straordinario annunciato sui giochi legali (al momento nessuno ci fa caso o
quasi, ma per i conti delle aziende concessionarie è una botta clamorosa, visto che lo Stato da loro ha
ricavato 8,4 miliardi in tasse nel 2013). Direte voi: non sottilizziamo. Mica vero. In altri tempi, assumere 3,8
miliardi di euro di incassi dalla lotta all'evasione come copertura ex ante di nuova spesa pubblica avrebbe
fatto urlare allo scandalo assoluto. Si tratta di questioni di sostanza, di sana e prudente gestione della
contabilità pubblica, non di sfumature. Ma le cose più dure da mandar giù sono altre: le tre scelte di fondo che
ispirano la filosofia delle entrate della legge di stabilità. La prima è la stangata sul risparmio previdenziale,
venduta come «allineamento alle medie europee». Si passa dall'11,5 per cento di tassazione dei fondi di
previdenza integrativa, al 20. Per le casse previdenziali professionali, l'aliquota sale dal 20 al 26 per cento.
L'allineamento all'Europa, già utilizzato per elevare al 26 l'aliquota sui conti correnti mentre i titoli di Stato
restano tassati al 12,5, non c'entra assolutamente nulla. L'idea vera è quella di scoraggiare gli italiani al
risparmio, perché occorre incentivare i consumi. È la tenaglia fiscale che risponde alla stessa filosofia del
bonus di 80 euro sul versante della spesa, confermato per il 2015. Ma questa idea è profondamente
sbagliata. Per almeno due ragioni. La prima è che viviamo in un Paese dove la previdenza pubblica,
malgrado il drastico innalzamento dell'età pensionabile disposto dalla legge Fornero, pesa per il 16 per cento
del Pil cioè 3 punti più della media europea e oltre 4 rispetto alla media Ocse. E questo bel peso si regge solo
grazie a oltre 50 miliardi di euro l'anno che vengono dalla fiscalità generale, rispetto ai contributi raccolti, che
sono l'unica fonte per pagare i trattamenti visto che il sistema resta a ripartizione. In un sistema tanto
squilibrato, dopo anni trascorsi a tentare di convincere gli italiani a metter da parte quote crescenti del proprio
salario per una pensione integrativa che si aggiunga a quella molto più magra di un tempo che maturerà col
sistema non più agganciato alle ultime retribuzioni, diamo oggi agli italiani un messaggio totalmente opposto.
Spendete cari italiani, perché sulla pensione integrativa lo Stato allunga le mani. Come le allunga sul Tfr sia
che decidiate di ritirarlo in busta, visto che vi alzerà il prelievo Irpef complessivo, sia che lo facciate restare
accantonato, visto che l'aliquota sale anche in quel caso di 6 punti rispetto a oggi. Dicono che sia
un'impostazione keynesiana. Non è vero per nulla. Dimenticano che per il buon economista invocato dai
fautori di Stato e deficit la leva essenziale per uscire dalla crisi sono gli investimenti: e colpire il risparmio
previdenziale significa proprio disboscare le masse finanziarie che, accantonate con versamenti rateali,
intanto vengono impiegate sui mercati acquistando titoli privati e pubblici, e a sostegno delle imprese. Ma la
cosiddetta stretta sulle rendite finanziarie non è solo sbagliata economicamente, è anche una vera e propria
trappola verbale cara alla sinistra. Oggi tornata platealmente di moda, citando a raffica Thomas Piketty e il
suo tomo che invoca tasse patrimoniali à gogo. L'aliquota del 26 per cento sul conto corrente, che con il
concomitante bollo titoli patrimoniale può arrivare per interesse composto anche a una tassa superiore al 40
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 23/10/2014
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fisco le patrimoniali nascoste nella manovra
23/10/2014
Panorama - N.44 - 29 ottobre 2014
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per cento del rendimento maturato, colpisce il ceto medio e basso, non certo magnati e industriali. La stessa
cosa avviene con lo stellare aumento della tassazione sugli immobili, ascesa in 4 anni da poco più di 9
miliardi annui a, ci scommetto, oltre 28 miliardi in questo 2014 (e occhio alla local tax semplificata annunciata
dal governo, perché nelle bozze fino a due settimane fa si parlava di un plafond «contenuto», si fa per dire, in
30 miliardi annui di entrata, cioè un ulteriore aumento nel 2015). E oggi si aggiunge un terzo pilastro: la sberla
al risparmio previdenziale. Paragonare risparmi, pensioni e case alla manomorta dei latifondisti da colpire nel
Settecento illuminista è un trucco che solo a dei malati di mente può risultare accettabile. Eppure così va il
mondo, in un'Italia in cui parole e fatti coincidono in sempre minor misura. Infine. Ancora una volta nella legge
di stabilità lo Stato gioca da baro con la retroattività degli aumenti fiscali. Lo sgravio Irap annunciato per 5
miliardi nel 2015 in realtà vale poco più della metà, perché contestualmente si rialza al 3,9 per cento l'aliquota
e lo si fa retroattivamente, cioè a partire dal primo gennaio 2014 quando alle imprese si era detto che
quest'anno pagavano un 10 per cento in meno, sgravio che ovviamente scompare. Idem dicasi per gli aggravi
di aliquota sul risparmio previdenziale. Anche quelli retroattivi dal 2014. Con tanti saluti alla delega fiscale
innovativa, allo Statuto del contribuente, all'impegno di retrocedere al contribuente onesto almeno parte dei
proventi della lotta all'evasione invece usati per coprire nuova spesa. Peccato. Peccato continuare a
prevedere clausole di garanzie con ulteriori aumenti fiscali nel triennio a venire: se i governi toppano sui conti
dovrebbe bloccarsi automaticamente la spesa come negli Usa, non aumentare automaticamente le entrate.
Peccato che le imprese ancora non saldate dallo Stato non siano ammesse a compensazione fiscale
immediata. Peccato non far pagare all'Agenzia delle entrate un 15 per cento del petitum al contribuente come
ristoro del danno e tempo perso, se è questi a vincere. Niente di tutto questo. Speriamo di essere ancora in
grado di pagare qualcosa, quando il fisco italiano deciderà di cambiare strada e di non essere un impagliatore
di cadaveri.
Foto: Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.
Foto: fino a due settimane fa si ipotizzava un plafond di entrate sul mattone pari a 30 miliardi annui in
aumento rispetto al 2014