Thomas Hobbes (1588
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Thomas Hobbes (1588
Thomas Hobbes (1588-1679) Vita leggerla sul libro, è inutile copiarla Opere 1628 Traduzione della guerra del Peloponneso di Tucidide 1640 Elementi di legge Naturale e Politica 1640 Obbiezioni alle meditazioni metafisiche di Cartesio ( elaborate su richiesta di Padre Marsenne). 1642 De cive 1651 il Leviatano 1656 Le questioni concernenti la libertà, la necessità e il caso (dove è riportata la polemica con il vescovo Bramhall sul libero arbitrio) 1658 Elementa Philosophiae ( composti dal De cive, De Corpore e il Nuovo de Homine ) 1670 Il Behemoth (opera della tarda vecchiaia sulla guerra civile in Inghilterra). Il progetto filosofico e Politico Per comprendere appieno il pensiero filosofico di Hobbes è necessario notare la sua situazione, egli vede la patria devastata dalla guerra civile, per altro vinta dai parlamentari, contro cui egli si era schierato, e al ritorno da 11 anni di esilio in Francia non può pubblicare le proprie idee, che minerebbero il nuovo sistema, pena il carcere, inoltre ormai vecchio deve subire un sacco di polemiche da parte di scienziati con cui non è d’accordo e per giunta le accuse di eresia della chiesa, insomma , aveva i suoi buoni motivi per essere stressato Quello che vuole Hobbes, il cui pensiero deriva da quanto ho appena scritto è PACE che secondo lui deve essere PRESEGUITA TRAMITE L’APPLICAZIONE DELLA LEGGE E UN POTERE FORTE. Il suo pensiero politico deriva anche da UN ANTROPOLOGIA BASATA SUI DIFETTI E DEI VIZI DELL’ ESSERE UMANO, e i diari di viaggio che leggeva, e che descrivevano la vita dei popoli selvaggi delle Americhe molto vicina allo stato di natura precivile che egli teorizzava gli davano conferma che l’uomo poteva vivere ed era vissuto a quel livello di esistenza. Dunque secondo il nostro amico Hobbes l’ unico modo di garantire la pace è ISTITUIRE UN SISTEMA CHE OBBLIGHI I CITTADINI A OBBEDIRE A DELLE LEGGI E LI PUNISCA SE LE VIOLANO. Perciò è necessario un sovrano (o stato ) dotato di autorità assoluta considerata da Hobbes SE NON UN BENE, IL MALE MINORE PER LA SOCIETA’. Pessimismo e materialismo. Hobbes ha una considerazione pessimistica della natura umana, determinata dalla sua esperienza di vita e che egli stesso rende più forte con una rigorosa argomentazione razionale. La natura umana secondo lui è infatti determinata dall’ EGOISMO e dall’ ISTINTO DI AUTOCONSERVAZIONE da cui deriva l’istinto di prevaricazione Egli sostiene anche che l’uomo, per combattere sé stesso deve combattere ( La vita è una guerra tutti contro tutti) Hobbes ritiene che la passione fondamentale che spinge l’uomo sia la GLORIA, che egli spesso definisce VANAGLORIA, e che s’identifica con la SODDISFAZIONE CHE OGNI UOMO PROVA CONSIDERANDO IL PROPRIO POTERE, ciò è strettamente connesso all’ istinto di autoconservazione. Da queste passioni originarie deriva lo stato di guerra tra gli uomini in costante lotta reciproca per la sicurezza e il profitto personale ( gli facciamo proprio schifo a sto qui ! ). Questo stato di guerra comporta che ognuno sia nemico dell’ altro avendo come unica occupazione prevenire gli attacchi altrui e offendere prima di essere offesi. La vita dell’ uomo in questo stadio è solitaria, misera, brutale e breve. (Hobbes è consapevole che quello che ha detto è esagerato, e perciò dichiara che però “ in ogni tempo i re dei vari paesi si comportano come gladiatori romani ” cioè con armi puntate sui vicini, dunque anche se le guerre non costituiscono la norma e sono “occasionali” la vita degli uomini è costellata di misure atte a difendersi da attacchi o ad offendere gli altri nel momento opportuno, egli nota in ciò una predisposizione alla guerra caratteristica solo dell’ uomo ( il re che vuole Hobbes a parer mio è un re per tutta l’umanità, altrimenti non servirebbe a niente, il simile sarebbe comunque lupo per il suo simile, come sottolinea la celebre frase del filosofo <<Homo, Homini Lupus>>). Il MATERIALISMO di è una dottrina che sostiene che tutto è materia e lo spirito, in particolare quello di Hobbes è definito CORPOREISMO, perché egli ritiene esistano e siano conoscibili soltanto i corpi, Dunque per Hobbes tutto è corpo, Dio, come così il pensiero, e perciò inizierà una polemica con Bramhall, che ritiene ciò blasfemo perché Dio è infinito, e se fosse materia non potrebbe esserlo, invece Hobbes ritiene che Dio possa essere infinito anche come materia. Conoscenza secondo Hobbes Hobbes ritiene, sin dalle prime pagine del leviatano che ogni conoscenza derivi dai sensi. Per Hobbes conosciamo attraverso i sensi, quando vediamo un oggetto ne creiamo un immagine mentale, quando non abbiamo più la presenza fisica dell’ oggetto l’immagine si affievolisce via via fino a diventare una sensazione, L’ immaginazione dunque non è immateriale in quanto si limita a connettere sensazioni, che comunque dipendono dal nostro corpo. Su questo processo si innesta l’attività di intelletto che “come una calcolatrice opera segni linguistici collega tra loro i nomi attribuiti convenzionalmente alle immagini delle cose”. Inoltre per lui la ragione non è altro che attività “calcolatrice che riduce le proprie funzioni ad addizione e sottrazione di nomi che esprimono i nostri pensieri” Riguardo la scienza Hobbes ritiene che non rispecchi la realtà ma si solo un reticolo di concetti convenzionali, L’uomo infatti non può conoscere le cause dei fenomeni perché l’autore del mondo fisico è Dio. L’uomo può invece conoscere scientificamente la Politica, in quanto costruzione del tutto umana, e la ragione può solo generalizzare i concetti attraverso un'altra, nonché la più importante invenzione umana: Il LINGUAGGIO senza il quale non ci sarebbe società o stato ma solo lotta e inciviltà. Senza di esso il “PATTO” che ora andrò a descrivere non potrebbe nemmeno essere stato stipulato. Prima di conoscere questo patto però è necessario sapere che dottrina argomenta Hobbes per definirlo, il Giusnaturalismo: “ Dottrina filosofica che afferma l’esistenza di diritti Naturali eterni e inviolabili che possediamo a prescindere da tutto e che ogni stato o persona deve rispettare “ Hobbes non è il primo a citare i diritti naturali, ne parlano anche Sofocle, Cicerone e Tommaso d’Aquino, anche se il giusnaturalismo, partito timidamente come diritto alla vita e alla pace arriverà ad acquistare sempre più forza fino al 700, dove comprenderà anche i diritti di libertà di pensiero, stampa, proprietà ecc.. con i suoi massimi esponenti (Grozio, Pufendorf, Thomasius). E Per Hobbes è antecedente al Diritto positivo, che è dato da leggi fatte dell’ uomo, temporanee , mutabili, diverse da stato a stato e figlie della necessità storica del momento. Tali diritti determinano 2 stati che andremo ora a descrivere STATO DI NATURA Condizione prepolitica, precontrattuale in cui gli uomini sono non associati liberi e uguali tra loro, caratterizzato solo dai diritta naturali STATO DI DIRITTO Condizione in cui gli individui sottoscrivono un patto, volontario (contratto) dal quale nasce un ordine politico artificiale che rende efficaci i diritta naturali (funzione tutelante) Secondo Hobbes gli uomini nello stato di natura seguono la loro vera natura, una natura egoista che li porta a soddisfare i propri bisogni e la propria “vanagloria” tutti contro tutti, ognuno guarda ai propri interessi e per la gloria del proprio piccolo lotta fino alla morte, egli definisce ciò BELLUM OMNIUM CONTRA OMNES. Tutto ciò determina una condizione di infelicità in cui nessuno vorrebbe vivere e tra l’altro i cui i diritti naturali di vita e pace vengono meno. Perciò ad un certo punto nella storia gli uomini sottoscrissero un patto volontario che sancì l’abbandono dello stato di natura e l’entrata nello stato di diritto, che è sostanzialmente un patto di unione tra gli uomini in società ( PACTUM UNIONES ). Il patto però non basta ancora a spiegare che vi è un bene superiore a quello individuale, a questo punto è necessario accettare il patto di sottomissione PACTUM SUBIECZIONIS ) patto a cui gli individui si sottomettono dando nelle mani di un singolo individuo o qualsivoglia assemblea i propri diritti e la propria forza, accettando totalmente le scelte di quest’ entità sovrana. ( Secondo Hobbes la migliore è la monarchi , secondo me perché tutti i membri di un assemblea, per la natura che ha l’uomo secondo Hobbes, tenderebbero a voler prevaricare uno sull’atro ). Perché Hobbes vuole uno stato così ? Perché con quest’ assoluta obbedienza vuole teorizzare uno stato dove non ci sia una guerra civile come quella che egli ha vissuto.