Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno

Transcript

Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 03/04/2015
La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o
parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue;
MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto
specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE
IN PRIMO PIANO
02/04/2015 FarmaMese
Il capitale: salvezza o dannazione?
8
02/04/2015 FarmaMese
Il Premio Fenagifar alla quarta edizione
9
SANITÀ NAZIONALE
03/04/2015 Il Sole 24 Ore
Tour Aboca su alimenti, peso e salute
11
03/04/2015 La Repubblica - Nazionale
Insonnia Quelle notti in bianco che ci rendono egoisti
12
03/04/2015 La Stampa - Nazionale
In Italia sterile o infertile il 30% delle coppie: boom di figli in provetta
13
03/04/2015 La Stampa - Nazionale
"Io, prima nata in provetta ora aiuto gli altri ad avere figli"
14
03/04/2015 La Stampa - Nazionale
Altro che yoga, è colorare il nuovo antistress
15
03/04/2015 Avvenire - Nazionale
In 12.500 per 25 posti
17
03/04/2015 Avvenire - Nazionale
«Dopo la chiusura si apre una fase delicata»
18
03/04/2015 Avvenire - Nazionale
Massimiliano non è solo Sette cuori al centralino dell'ospedale del Papa
19
03/04/2015 Avvenire - Nazionale
L'Italia dei genitori "vecchi" Triplicati i bimbi in provetta
20
03/04/2015 Avvenire - Nazionale
Passera: piaga sociale da estirpare alla radice
21
03/04/2015 Avvenire - Nazionale
Binetti: i quattro impegni? Il ddl bloccato dà risposta
22
03/04/2015 Avvenire - Nazionale
Traffico internazionale di farmaci rubati: 19 arresti
23
03/04/2015 QN - Il Giorno - Nazionale
Maxi-traffico di farmaci rubati:i Nas sgominano banda criminale
24
03/04/2015 Il Mattino - Nazionale
Matachione: documenti «truccati» per incastrarmi
25
03/04/2015 Libero - Nazionale
Indagati altri 11 medici per i falsi certificati ai vigili
27
03/04/2015 ItaliaOggi
Via libera alla pubblicità
28
03/04/2015 ItaliaOggi
Università, su il sipario sulle date
29
03/04/2015 ItaliaOggi
Rc medica, l'accesso è per tutti
30
03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica
La strage nel silenzio: nel 2014 il record dei suicidi
31
03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica
DIALISI PER NEONATI: INVENTATA IN ITALIA, RICHIESTA DAGLI USA
33
03/04/2015 Il Venerdi di Repubblica
Come mettere a dieta i tumori
34
03/04/2015 L'Espresso
Guerre ideologiche sulla pelle delle donne
37
03/04/2015 L'Espresso
Alle cuffiette non rinuncio nemmeno quando dormo
39
03/04/2015 Corriere della Sera - Sette
Gli antibiotici «buttano giù»?
40
03/04/2015 Corriere della Sera - Sette
Una terapia che fa scalpore
41
03/04/2015 Viver Sani e Belli
Obesità Arriva la pillola per combatterla
42
03/04/2015 Viver Sani e Belli
LE FARMACIE AMICHE DEI VEGANI
43
03/04/2015 Medico e Paziente
PROFILASSI dell'EMICRANIA con POTENZIATORI METABOLICI
45
03/04/2015 Medico e Paziente
Epilessia di nuova diagnosi
49
03/04/2015 Medico e Paziente
Inutile TARDARE l'inizio della LEVODOPA
51
03/04/2015 Medico e Paziente
MALATTIA di PARKINSON
56
03/04/2015 Medico e Paziente
IL PAZIENTE CON ATASSIA CEREBELLARE SPORADICA GENETICAMENTE
DETERMINATA
59
VITA IN FARMACIA
03/04/2015 Corriere della Sera - Milano
Precari e disoccupati da tutta Italia «Speriamo ancora nel posto fisso»
66
03/04/2015 Corriere della Sera - Milano
La truffa dei farmaci anticancro rubati In Italia introvabili, all'estero inservibili
68
03/04/2015 La Repubblica - Milano
Traffico di farmaci antitumorali, 19 arresti
69
03/04/2015 La Repubblica - Roma
"Svolta nella Sanità, via 684 primariati"
70
03/04/2015 La Repubblica - Bari
Dilaga la necessità di medici anestesisti concorsi in tutte le Asl
72
03/04/2015 La Repubblica - Genova
Traffico di medicine, manette a una coppia di farmacisti
73
03/04/2015 La Repubblica - Napoli
Ospedale del Mare torna la Astaldi nella gara d'appalto per la gestione
74
03/04/2015 La Repubblica - Napoli
Barra, apparecchi rotti e vecchi di 20 anni stop agli interventi nel presidio sanitario
75
03/04/2015 Il Messaggero - Roma
Pronti i piani delle Asl: risparmi da 20 milioni ripartono le assunzioni
76
03/04/2015 Il Messaggero - Ancona
Medici e pazienti contro Bruciaferri
77
03/04/2015 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
«L'assistenza sanitaria è un diritto, faremo pressione sugli enti preposti»
78
03/04/2015 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Day Hospital oncologico, sì bipartisan in Consiglio Ora tocca a Regione e Ausl
79
03/04/2015 Avvenire - Milano
Farmaci rubati La gang aveva base in regione
80
03/04/2015 Avvenire - Milano
Carate Brianza, apre il nuovo pronto soccorso dell'ospedale
81
03/04/2015 Il Gazzettino - Venezia
Nuovo pediatra, l'Ulss interviene
82
03/04/2015 Il Gazzettino - Venezia
Crisi, assalto ai dentisti dell'Asl
83
03/04/2015 Il Gazzettino - Pordenone
Le farmacie comunali ampliano l'orario d'apertura
84
03/04/2015 Il Gazzettino - Venezia
Il nuovo Civile , tra cultura e servizi
85
03/04/2015 QN - Il Giorno - Milano
Dal commissario al manager
87
03/04/2015 QN - Il Giorno - Brianza
Operazione Pharmatraffic I medicinali salvavita finivano nel mercato nero
88
03/04/2015 QN - Il Giorno - Sondrio
Farmaci rubati, arrestato sondriese
89
03/04/2015 QN - La Nazione - Livorno
Rapina la farmaciama il bottinoè solo 30 euro
90
03/04/2015 QN - La Nazione - Pisa Pontedera
La psicosi si combatteanche in farmacia:con informazioni giuste
91
PROFESSIONI
03/04/2015 Milano Finanza
Gran shopping 2015
93
03/04/2015 Viver Sani e Belli
UNA PERSONA SU 6 SOFFRE DI RINITE ALLERGICA
96
02/04/2015 FarmaMese
È davvero PERICOLO SCAMPATO?
97
02/04/2015 FarmaMese
3, 2, 1... COSMOFARMA!
100
02/04/2015 FarmaMese
Il farmacista ? UN PREZIOSO ALLEATO
102
PERSONAGGI
03/04/2015 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - Brindisi
Listone o terzina: le carte dei fittiani E spuntano i nomi
106
02/04/2015 FarmaMese
KEYCRIME: il peggior incubo dei rapinatori
108
02/04/2015 IlFarmacistaOnline.it 11:43
Senato. De Filippo risponde su tutela sanità animale in Sardegna, precari nelle Aou e
nuovi ticket
111
IN PRIMO PIANO
2 articoli
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 3
(diffusione:17700, tiratura:18000)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'editoriale
Il capitale: salvezza o dannazione?
Lorenzo Verlato
Non si registrano mezze misure nel!'affrontare il tema dell'entrata del capitale nella proprietà delle farmacie.
O si è contro o si è a favore, e con toni infiammati, soprattutto da parte dei contrari, che al momento sono ipiù
nell'acceso dibattito provocato dal Ddl Concorrenza del Governo Renzi. Per esempio, il segretario della Fofi,
Maurizio Pace, paventa il «riciclaggio di capitali criminali- e Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo
e vicepresidente Utifar, paventa per i farmacisti il rischio di diventare «tutti servi della gleba di un rinnovato
Medioevo-. L'invito, quindi, è di "mettere paletti'' durante il dibattito parlamentare, per limitare l'accesso del
capitale, e poi promuovere subito aggregazioni per "diventare catene di noi stessi". Chi, al contrario, sostiene
che l'ingresso del capitale porterà benefici fa riferimento alle molte farmacie in difficoltà, che così si
salveranno, e in generale al recupero di valore nella valutazione dell'azienda farmacia. Alla grande
Convention di Alphega, tenutasi a Montecarlo, Omelia Barra -che del tema se ne intende, sia per la lunga
esperienza in farmacia e nella distribuzione, sia per l'attuale posizione di vicepresidente del colosso
Wallgreens Boots Alliance- ha detto a chiare lettere che il Ddl 'per la farmacia italiana sarà solo una fortuna-.
Cruciale è. però, il fattore tempo: se cambia qualcosa o arriva tardi, le farmacie in crisi non faranno in tempo
a salvarsi. Peraltro è quanto sosteneva Carlo Ghiani, presidente di Credifarma, e in tempi non sospetti: «Una
buona legge sull'ingresso del capitale potrebbe far superare lo stato dì crisi dì tutto il comparto- (vedasi
l'intervista al nostro giornale, "Farma Mese" n. 9-2013). Il sospetto di interessi privati per Omelia Barra è
logico e immediato, viste le 2.700 farmacie di proprietà Boots (e lasciamo perdere la decina di ex-comunali
della sua Alleanza). Ma dovere di cronaca ci fa ricordare che il suo intervento a Montecarlo è stato tutto un
peana all'indipendenza dei farmacisti: «Mantenete la vostra iderttità, state indipendenti" ha detto al migliaio di
farmacisti venuti da tutt'Europa. 'Faremo di tutto perché restiate indipendenti, ma forti. È un mio impegno
assoluto e io le promesse le mantengo sempre-. E durante l'intervista ai giornalisti italiani ha precisato: «Noi
serviamo ogni giorno 180.000 farmacie: la nostra forza sta nella farmacia indipendente». Il tempo ci dirà se il
capitale sarà la salvezza oppure la dannazione. La vita mi ha, però, insegnato che non esiste tanto il bianco o
il nero, quanto una gran varietà di grigi. E allora, seguendo la saggezza antica (in medio stat virtus)
dovremmo forse ricordarci che la farmacìa opera sì avendo un supporto economico, ma è la professionalità il
vero capitale del farmacista. È proprio questa consapevolezza, e soprattutto questo orgoglio, che vanno
assolutamente difesi, senza se e senza ma. E quando si parla dì aggregazioni, non cadiamo nel banale
"l'unione fa la forza". Inutile, infatti, proporre astratte aggregazioni, se non si ha ben chiaro come, dove e
quando bisogna unirsi e, soprattutto, con quali strategie e tattiche. Questo il primo essenziale impegno che
ora attende la farmacia.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 03/04/2015
8
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 7
(diffusione:17700, tiratura:18000)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Lettere
Il Premio Fenagifar alla quarta edizione
cura della Redazione [email protected]
Fenagifarpromuove anche quest'anno (in collaborazione e con il patrocinio della Fofi e della Conferenza
nazionale direttori farmacia e farmacia industriale) il "Premio di laurea" che porta il suo nome, destinato a un
giovane, laureando o neolaureato in Farmacia o Ctf, che si sia particolarmente distinto nel corso della sua
carriera universitaria. Così il presidente di Fenagifar Pia Policicchio presenta l'iniziativa: «Siamo
particolarmente soddisfatti di promuovere, per il quarto anno consecutivo, il Premio di Laurea Fenagifar.
Vuole rappresentare un riconoscimento alla preparazione professionale e al merito dei nostri giovani colleghi
che si affacciano al mondo lavorativo». Il concorso intende, infatti, dare un riconoscimento a uno studente
laureando o a un neolaureato in Farmacia o Chimica e Tecnologia farmaceutiche, da considerarsi
particolarmente meritevole a seguito della valutazione della tesi di laurea e del curriculum universitario. La
partecipazione è aperta a studenti di tutte le università italiane, la candidatura è libera e non vi sono vincoli
sul numero di domande per ateneo. I candidati dovranno, però, avere conseguito tutti i crediti formativi
previsti dal piano di studi. I neolaureati devono avere ottenuto il diploma dopo il 1 ° gennaio 2014 e non
devono avere preso parte a precedenti edizioni del Premio. Il vincitore sarà deciso insindacabilmente da una
commissione esaminatrice formata dal presidente di Fenagifar, Pia Policicchio (o da un suo delegato), dal
presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti, Andrea Mandelli, e dal presidente della Conferenza
nazionale direttori farmacia e farmacia industriale, Ettore Novellino. Il prescelto riceverà un premio del valore
di 1.000 euro, che gli sarà consegnato durante I lavori del Convegno Fenagifar nel corso della manifestazione
FarmacistaPiù, in programma a Milano il 9 maggio 2015. Il materiale per partecipare (certificato della carriera
universitaria e copia della tesi) dovrà essere consegnato alla segreteria di Fenagifar entro il 7 aprile 2015. Per
ulteriori informazioni, rivolgersi a Zeroseicongressi (tei. 06.8416681 e-mail: [email protected]).
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 03/04/2015
9
SANITÀ NAZIONALE
32 articoli
03/04/2015
Il Sole 24 Ore - ed. MODA24
Pag. 18
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Tour Aboca su alimenti, peso e salute
Ma.Ge.
Parte da Genova il 7 aprile e prosegue fino al 10 giugno l'In-forma tour nazionale #iopesolamiasalute,
promosso da Aboca, azienda specializzata in dispositivi medici e integratori alimentari a base di complessi
molecolari vegetali. Un viaggio alla scoperta del proprio corpo per comprendere i meccanismi metabolici alla
base del controllo del peso e dello stato in salute. Ventiquattro appuntamenti con Pier Luigi Rossi, medico
specialista in scienza dell'alimentazione, inventore del metodo molecolare e autore del libro "Dalle calorie alle
molecole" (Aboca Edizioni 2014), e l'attrice, doppiatrice e scrittrice Lella Costa, per affrontare i temi della
corretta alimentazione e del controllo del peso in modo innovativo unendo arte, scienza, intrattenimento ed
educazione. Il tour nasce con l'obiettivo di divulgare una nuova cultura della salute. L'obesità e il sovrappeso
sono patologie multifattoriali che possono favorire l'insorgenza di gravi complicanze, legate a squilibri
metabolici. «La salute, il peso corporeo e l'immagine estetica di ciascuno di noi nascono dalla gestione
metabolica dei nutrienti alimentari e dall'ossigeno respirato all'interno delle cellule umane», spiega Rossi. Il
suo approccio si propone come un vero e proprio stile di vita, duraturo, che supera i concetti base della
dietologia attuale. «Attraverso la scelta dei cibi - spiega il professore - e quindi delle molecole che ingeriamo,
come carboidrati, proteine, lipidi, vitamine e minerali, possiamo agire sul controllo di glicemia, insulina e
lipemia, veri responsabili dell'accumulo di peso e di alcune delle più diffuse patologie dei nostri tempi. Una
buona conoscenza del proprio corpo aiuta a migliorare lo stato generale di salute. Bastano due esami,
insulina e glicemia, per verificare la propria salute metabolica». Il tour inizierà il 7 aprile da Genova e
proseguirà fino al 10 giugno, toccando in tutto 24 città italiane. L'ingressoè gratuito. Per avere un postoa
sedere riservatoè possibile registrarsi nella sezione di iscrizione sul sito www.aboca.com, dove è anche
possibile trovare maggiori informazioni.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
11
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
metabolismo
03/04/2015
La Repubblica
Pag. 39
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Insonnia Quelle notti in bianco che ci rendono egoisti
Uno studio mostra gli effetti di poche ore di sonno: non riusciamo a essere empatici con gli altri Diminuisce la
creatività, rallentano i tempi di reazione e calano anche le capacità logiche
CATERINA PASOLINI
DIMENTICATEVI Leonardo, capace di creare la Gioconda dormendo solo tre ore, Churchill, vittorioso in
guerra nonostante anni di notti in bianco o Chuck Palahniuk che grazie alla perenne insonnia ha scritto un
capolavoro come "Fight club". Alla maggior parte dei comuni mortali dormire poco fa male, vivere in costante
debito di sonno ancora peggio. Uno studio dell'Università dell'Aquila, messo a punto in collaborazione con i
ricercatori di Luiss, Sapienza e dell'ateneo di Genova, lo dimostra: stare in piedi una notte intera rende più
egoisti, tirchi, meno empatici, più inclini al rischio se maschi, più conservatrici se donne. Le ore lontano dai
sogni ci cambiano in peggio, rendono più aridi i rapporti visto che con i neuroni affaticati non riusciamo più
comprendere emozioni, desideri e paure di chi ci sta davanti. Studi che fanno sperare: forse basterebbe farli
dormire di più e l'incontentabile egoista, l'arido tirchio o la perenne incompresa con cui dividiamo casa o
ufficio, si trasformerebbero per miracolo. «I miei studenti dopo ore insonni erano meno capaci del solito di
individuare le giuste emozioni nelle immagini test mostrategli», spiega il professor Michele Ferrara del
dipartimento di medicina dell'università dell'Aquila che li ha sottoposti a notti in bianco per studiare deficit e
cambiamenti nelle capacità intellettuali e nella psiche. «Dal punto di vista mentale - continua - non dormire
diminuisce la creatività, si ha un pensiero meno capace di trovare soluzioni originali ai problemi. Cala la
capacità di passare da un compito all'altro senza compiere errori, rallentano i tempi di reazione.
Si riducono le capacità logiche, di prendere decisioni e pianificare».
Non solo. Notti in biancoe umor nero è il luogo comune confermato dai test. E la spiegazione scientifica ci
riporta alle caverne. «C'è un principio di adattamento noto come: meglio sicuri che dispiaciuti, secondo il
quale dal punto di vista evoluzionistico è più sicuro decidere che qualcosa sia un pericolo, anche se poi non
lo è affatto, piuttosto che il contrario», aggiunge Ferrara. «La deprivazione di sonno viene vissuta come
situazione di pericolo e sembra accrescere questa tendenza innata.
Portandoci a pensare le cose più negative di quello che sono».
Sottoposti a prove di generosità, dividere una certa somma con altri prima a mente riposata e poi esausta,
uomini e donne si sono comportati in maniera diversa. Le donne, abitualmente generose, private del riposo
hanno tenuto più soldi per sé rispetto ai compagni di corso. E nel caso di scommesse hanno preferito
rischiare meno mentre i maschi hanno fatto il contrario. «Gli uomini hanno maggiore resistenza agli effetti
dalla mancanza di sonno ma la donna ha innata la tendenza alla protezione della prole.
E visto che la mancanza di sonno viene vissuta come pericolo, lei accaparra e sceglie di puntare sul sicuro
per garantire il futuro dei figli. Anche se ha 20 anni e nessun bambino».
Gli italiani e il sonno Quante ore di sonno servono alle varie età 6ore la soglia sotto la quale il sonno viene
considerato di breve durata 1ora e 30 minuti il tempo di sonno perso in media dagli italiani dagli anni ottanta
ad oggi So!rendo di disturbi del sonno non si rivolgono a un medico 86% So!rono di sonnolenza durante il
giorno 46% Gli italiani che dormono male 39% Ricorrono all'aiuto del medico 16% Prendono farmaci per
dormire 7% 9-12 anni 10 ore 5-8 anni 11 ore 3-5 anni 12 ore 10-13 anni 9ore 14- 18 anni 9ore 19- 30 anni
8ore 33-45 anni 7ore 50-70 anni 6,5 ore oltre 70 anni 6ore
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
12
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
R2 Stili di vita
03/04/2015
La Stampa
Pag. 1
(diffusione:309253, tiratura:418328)
In Italia sterile o infertile il 30% delle coppie: boom di figli in provetta
Giacomo Galeazzi
A PAGINA 17 In Italia sterile o infertile il 30% delle coppie: boom di figli in provetta ROMA Boom di bimbi in
provetta. La maggior parte delle coppie va dallo specialista dopo un anno di tentativi di avere una gravidanza
(53%). «E' indispensabile offrire informazioni corrette sui comportamenti che compromettono la fertilità e sulle
patologie che se opportunamente trattate possono consentire comunque di avere un figlio», afferma il
ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Nel 2012, ultimo anno di cui sono disponibili i dati, sono nati con la
fecondazione assistita in Italia quasi diecimila bimbi, con una crescita del 170% nei sette anni precedenti,
quasi triplicate. Le famiglie nel nostro paese pensano troppo tardi a un figlio, con il rischio sempre maggiore
di trovarsi di fronte a problemi di fertilità che le portano sempre più spesso nei centri per la fecondazione
assistita, con i bimbi nati in provetta quasi triplicati in pochi anni. Una situazione che è tra le cause del tasso
di natalità troppo basso del paese e che è stata descritta dal rapporto «Diventare genitori oggi » realizzato dal
Censis e dalla fondazione Ibsa. Non è aumentato di molto invece, sottolinea il rapporto, il tasso di successo
dei trattamenti, passato dal 21 al 24%. La metà degli specialisti consultati ritiene che i problemi di infertilità e
sterilità colpiscano il 2030% delle coppie italiane, e la maggioranza è certa (lo pensa il 91,3% dei medici
interpellati) che questi problemi siano in aumento rispetto al passato. Per quanto riguarda gli uomini, la visita
dall'andrologo in circa metà dei casi è fatta tra 35 e 40 anni, mentre nell'altra metà tra 30 e 35, con una
minima percentuale di più giovani. Per le donne invece la maggioranza (il 77,3%) si preoccupa dei problemi
di fertilità tra i 35 e i 40, il 16,4% tra 30 e 35 mentre tra le over 40 la percentuale è del 3,6%. La maggior parte
delle coppie va dallo specialista dopo un anno di tentativi e prima di due (53,3%), mentre il 32% va tra sei
mesi e un anno. Il calo delle nascite non è dovuto al fatto che le italiane stiano perdendo la fecondità, ma è
un problema di età e sociale, legato al lavoro e non alla crisi.I bambini in provetta % Nati nel 2005 % Nati nel
2012 % 9.800 3.650 % Coppie trattate in Italia con tecniche di procreazione medicalmente assistita nel 2005
% 30.749 % Coppie trattate in Italia nel 2012 azie
- LA STAMPA 23,2 46,6 + 1 7 0 39,7 13,7 Casi in cui si arriva alla gravidanza Pazienti seguiti privatamente
54.458 Pazienti assistiti da strutture pubbliche Pazienti trattati sia nel pubblico che nel privato Aumento
nascite tra il 2005 e il 2012
1983 Napoli Nasce la prima bimba concepita in provetta in Italia, è Alessandra Abbisogno, oggi mamma
felice
2004 Roma La legge sulla fecondazione assistita in Italia continua ancora a fare discutere sulle nuove
tecnologie
1762 Marburgo Stephan Jacobi riuscì a fecondare artificialmente uova di trote e salmoni, prelevando le uova
deposte e bagnandolo con il liquido spermatico
1780 Bologna Lazzaro Spallanzani riuscì a fecondare artificialmente una cagnetta spaniel, la quale partorì tre
cuccioli
1978 Londra Si ebbe la prima fecondazione artificiale in vitro su un essere umano, messa in atto dai medici
ricercatori anglosassoni Patrick Steptoe e dal premio Nobel Robert Edwards
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
13
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
FECONDAZIONE ASSISTITA
03/04/2015
La Stampa
Pag. 17
(diffusione:309253, tiratura:418328)
"Io, prima nata in provetta ora aiuto gli altri ad avere figli"
Alessandra Abbisogno, concepita 32 anni fa in vitro, è embriologa "Ho partorito in modo naturale ma difendo
chi si rivolge alla scienza"
GIACOMO GALEAZZI ROMA
«La vita vince su tutto. Nessuno più di me può capire la gioia della maternità e la scienza è lo strumento per
realizzare i nostri sogni». Laureata in biologia con specializzazione in embriologia, Alessandra Abbisogno, 32
anni, è la prima italiana nata con la fecondazione assistita. Il Censis attesta che le famiglie nel nostro paese
pensano troppo tardi a un figlio, con il rischio di trovarsi di fronte a problemi di fertilità che le portano sempre
più spesso nei centri per la fecondazione assistita, con i bimbi nati in provetta quasi triplicati in pochi anni.
«Non c'è nulla di più appagante che far nascere quei bimbi che senza un aiuto medico non sarebbero mai
nati», assicura. Vive a Bologna e due anni fa è diventata mamma di Andrea.«Per vie naturali». 32 anni dopo,
il boom della procreazione assistita rende universale la sua storia personalissima Da bambina le è mai
capitato di sentirsi una «marziana»? «No. E' come aver sempre saputo come sono nata. I miei genitori
avevano 40 e 38 anni. Mi hanno detto tutto fin da quando avevo ho potuto capire. Avevo quattro, anni. Grazie
alla mamma non ho mai subito traumi: ha sempre parlato della mia nascita come di un evento del tutto
normale. Adesso che sono io stessa madre capisco compiutamente la radicalità dell'esperienza. Per essere
genitori si percorre qualunque strada. Il cuore ci guida, la scienza ci aiuta». Per questo è embriologa? «Sì. E'
stata un po' una vocazione scritta già nella mia origine. E' maturata presto in me l'esigenza di approfondire, di
tornare alla radice, di capire come funziona la procreazione medicalmente assistita. Quando sono venuta al
mondo io fu un evento mai visto in Italia, oggi è prassi diffusa. In questo momento sono al parco con mio figlio
e ho una certezza: molti bambini che giocano qui sono nati attraverso la fecondazione in vitro. Non è stato
così per me ma molte ragazze non sanno da giovani cosa vogliono davvero. Gli anni passano. Quando si
inizia a dare il giusto valore agli affetti, alla famiglia l'età biologica è avanzata». Sulla sterilità incide lo
spostamento del momento in cui si decide di fare il primo figlio? «Si fanno figli troppo tardi. La maggior parte
delle coppie va dallo specialista dopo un anno di tentativi. Purtroppo in Italia restano resistenze culturali alle
nascite in provetta. Il dibattito sulla legge 40 lo dimostra. Io sono assolutamente contraria all'aborto e mi
addolora vedere donne che negano il valore assoluto della vita. Molte di loro interrompono volontariamente la
gravidanza da giovani e poi dopo parecchi anni decidono di fare la fecondazione. Se Dio dona una
gravidanza, occorre accettarla. Un figlio è una benedizione. Mio figlio è una benedizione per me come io lo
sono stata per mia madre». Sua madre si è sottoposta a tecniche all'epoca avveniristiche. Lo avrebbe fatto
anche lei? «Non ne ho avuto bisogno. Ma è giusto e comprensibile chiedere alla scienza di fare tutto ciò che
può. L'essere tanto desiderata dai miei genitori si è concretizzato in un amore immenso, persino eccessivo.
Lentamente il desiderio di maternità di mia madre è diventato il mio. Non mi è servita la procreazione assistita
però non ho preclusioni. Anzi ho dedicato la mia vita d aiutare le persone a realizzare il loro sogno. Nei limiti
del possibile, certo. Non ti puoi accorgere a 50 anni di volere un figlio. Ma la medicina deve essere al servizio
della vita».
Foto: Mamma Alessandra Abbisogno
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
14
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Intervista
03/04/2015
La Stampa
Pag. 29
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Altro che yoga, è colorare il nuovo antistress
Adulti alle prese con fogli e matite, una moda che arriva dal Nord Europa La psicologa: "Il disegno già fatto è
un contenitore che dà sicurezza"
FRANCESCA ROSSO TORINO
Belli da vedere, toccare, annusare. E colorare. Nella crisi dei libri di carta arriva una nuova moda da Gran
Bretagna, Francia e Nord Europa: i libri da colorare per adulti. Sono simili a quelli per bambini ma hanno
disegni più complessi e sorprendenti. Animali, fiori, giardini, motivi astratti ispirati all'India, al Giappone, al
Messico o all'art déco e soprattutto ai mandala, i disegni circolari (dalla parola sanscrita che significa
circonferenza) tracciati con polveri colorate o dipinti nella tradizione buddista e induista come percorso di
meditazione e che Carl Gustav Jung ha utilizzato come immagini per inventare o rappresentare il proprio sé.
Stanno arrivando anche in Italia. Le case editrici Un po' tutte le case editrici si stanno muovendo: la Logos di
Modena, specializzata in arte e grafica, propone una collana per imparare a disegnare: 20 mondi per
disegnare un gatto e altri 44 elementi buffi. Ci sono anche l'albero, il baffo, la farfalla. Ma qui si richiede un
impegno più creativ o . S o n o usciti per Gallucci Il giardino segreto. Giochi in punta di pennino e La foresta
incantata. Un intreccio a china da esplorare e colorare di Johanna Basford, che in Inghilterra hanno venduto
un milione di copie. Con tanto di consigli in apertura del libro: «Trova la via del castello nascosto nel cuore
della foresta, attraverso l'intreccio delle felci e dei fiori, le case magiche sugli alberi e le viti spinose». In arrivo
anche ben 7 titoli di «arttherapy » da Ippocampo di Milano. «In autunno - racconta l'editore Patrick Le Noël
abbiamo proposto due titoli di O'Mara e Hachette che sono andati letteralmente a ruba. Niente di nuovo sotto
il sole. È l'antica arte dei mandala rilanciata in Inghilterra tre anni fa. Un successo. Il pubblico è per l'80 per
cento femminile. Di ogni età». La psicologia Le quarte di copertina promettono qualità anti-stress,
miglioramento della concentrazione e dell'umore. Ma perché colorare farebbe bene alla nostra mente? Nella
prefazione al libro da colorare dell'illustratore spagnolo Antonio Forges, lo psicologo Luis Rojas Marcos scrive
che «colorare ci conforta, ci dà pace e ci rilassa - anche se per poco, ci libera dalle nostre pressioni
quotidiane... Anche se colorare per un paio d'ore non elimina tutti i problemi e le preoccupazioni, ci porta
altrove, al riparo dallo stress che spesso ci assale». La psicologa e psicoterapeuta Giovannina Boeretto
rincara: «il disegno già fatto è come un contenitore che dà sicurezza, un luogo che protegge ed evita
dispersioni, contiene emotivamente e poi c'è la piacevolezza della gestualità, dello scegliere il tipo di colori
perché un pennarello è molto diverso da un colore a tempera. Colorare permette un consapevole e fluido
passaggio fra mondo esteriore e mondo interiore». Giuliana Bitelli, fondatrice del Cpp Centro di Psicologia e
Psicoterapia di Torino, è più critica: «Un adulto non si metterebbe mai a colorare se non sotto proposta o
tortura». Per sottolineare che il vero creativo il mandala se lo disegna da solo. «Stare nei confini - continua ha limiti e vantaggi: stai all'ombra di una cosa fatta da un altro, non è un'attività creativa se non nella scelta di
materiali e colori. A livello preconscio il rosso attiva, il blu va in profondità, il verde calma. Nella nostra società
c'è il pericolo di creare un'illusione di onnipotenza mentre si sta solo utilizzando il divertimento come
consumo». I mandala Nessuna creatività dunque, ma un semplice eseguire seguendo le tracce lasciate da
altri. Spiega la Bitelli: «La nostra società ha nei nostri confronti una preoccupazione materna con finalità di
lucro. Ci tiene occupati facendoci stare nei confini, come quando coloriamo. Noi ci possiamo affidare.
Diventiamo passivi e protetti. Ci deresponsabilizziamo e torniamo bambini, felici nella braccia della mammacontenitore». Molti disegni per adulti sono mandala o disegni circolari. Perché? «In senso junghiano il
mandala rappresenta il sé profondo. Le forme tonde sono archetipiche, rappresentano l'unità e la continuità,
la con-centrazione. Colorare un mandala ha una risonanza psichica migliore di una testa di tigre». Ma quindi
colorare non fa bene come promettono le quarte di copertina? «Di certo non fa male, basta sapere che si è
semplici esecutori. Colorare è un automassaggio calmante e un passatempo». Male non fa. Forse non
diventeremo artisti, ma saremo senza dubbio più sereni.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
15
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Tendenze
03/04/2015
La Stampa
Pag. 29
(diffusione:309253, tiratura:418328)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
16
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Alla spagnola In Spagna Espasa ha pubblicato «Coloréitor», un libro che raccoglie i disegni del celebre
illustratore satirico Antonio Forges, classe 1942. «Far spazio al sorriso è un rimedio molto efficace contro lo
stress che accumuliamo durante il giorno»
Per i più bravi È ormai difficilissimo da trovare anche online il complesso «Between the Lines. An Expert
Level Colouring Book», 22 disegni realizzati a mano dall'artista Peter Deligdisch. Ma sta per arrivare (in
luglio) la sua nuova attesissima opera «Color me crazy»
Alla francese Arriverà per Tea «The Mindfulness Colouring Book» di Emma Farrarons, una delle più
promettenti illustratrici francesi. In Francia la casa editrice Hachette propone tra l'altro una raccolta di
ArteTerapia che permette di colorare farfalle, fiori, cupcake e graffiti
I divi La serie «Colour me good» dell'illustratrice Mel Elliott propone da colorare i disegni di celebrities come
la supermodel Kate Moss (in foto) o gli attori Ryan Gosling, Benedict Cumberbatch e James Franco. Il target
qui è più adolescenziale
Terapeutico «Colour Yourself Calm», una raccolta di 30 mandala che dovrebbero rilassare ma anche aiutare
a sviluppare il proprio lato creativo. «Colorare è un ottimo modo per capire il concetto di pienezza mentale»
dice infatti l'autore del libro Tiddy Rowan
All'italiana In Italia la casa editrice Ultra ha appena dato inizio a una serie di 12 volumi, «ArtActivity - Libri per
adulti che vogliono colorare». L'Ippocampo pubblica «Art Therapy - colouring book», mentre Logos Edizioni,
propone «20 modi per disegnare».
Foto: 1 milione di copie Vendute da Johanna Basford nel Regno Unito con i suoi due volumi Il giardino
segreto e La foresta incantata
Foto: Provate a finirlo voi Nella foto grande il particolare di un mandala, il disegno circolare (dalla parola
sanscrita che significa circonferenza) della tradizione buddista e induista come percorso di meditazione
03/04/2015
Avvenire
Pag. 2
(diffusione:105812, tiratura:151233)
In 12.500 per 25 posti
Sono circa 12.500 le domande arrivate all'ospedale Niguarda di Milano, per il concorso riservato agli
infermieri: aperto ieri, selezionerà fino a domani i 25 migliori operatori sanitari da collocare nella struttura.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
17
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
INFERMIERI
03/04/2015
Avvenire
Pag. 6
(diffusione:105812, tiratura:151233)
«Dopo la chiusura si apre una fase delicata»
Il passaggio dagli Opg alle Rems resta sotto i riflettori, dopo l'avvio della nuova fase coincisa con la chiusura
degli ospedali psichiatrici giudiziari il 31 marzo. Secondo Emilia Grazia De Blasi, presidente della
Commissione Sanità del Senato, «è chiaro che si tratta di un inizio. Sono consapevole che c'è molto da fare,
ma è importante che si sia cominciato a fare in tutte le regioni, tranne il Veneto che, come prescrive la legge,
dovrebbe essere commissariato». Oltre al mondo politico, anche giudici e medici hanno espresso grande
attenzione per un passaggio titenuto storico. «È iniziata una fase molto delicata, in cui sarà necessario
prevenire vuoti di intervento e disfunzioni che creerebbero sofferenze a molti e che al primo incidente
rischierebbero di rimettere in discussione le soluzioni adottate» hanno rilevato Luigi Marini, presidente di
Magistratura democratica, ed Emilio Lupo, segretario di Psichiatria democratica.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
18
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Opg.
03/04/2015
Avvenire
Pag. 6
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Massimiliano non è solo Sette cuori al centralino dell'ospedale del Papa
La svolta dei detenuti di Rebibbia, centralinisti per il Bambino Gesù di Roma
ANTONIO MARIA MIRA
Ieri, nel carcere di Rebibbia, Papa Francesco ha incontrato anche alcuni suoi "dipendenti". Si tratta dei sette
detenuti che lavorano al Centro unico di prenotazione dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, di proprietà
della Santa Sede. Uno di loro, Massimiliano, ha addirittura fatto da chierichetto alla Santa Messa celebrata
dal Papa nella cappella del carcere. Un altro, invece, Roberto, non ha potuto essere presente perché da venti
giorni, grazie allo stesso progetto, è in semilibertà e lavora fuori da Rebibbia, al Centro direzionale
dell'"ospedale del Papa" che si trova in via Baldelli. «Un progetto per dare concretezza all'insegnamento del
Vangelo - spiega Salvatore Vecchio, direttore del personale del Bambino Gesù -. Cura dei malati e di chi ha
bisogno, cura del corpo ma anche dell'anima. Per dare dignità e consistenza al percorso di riabilitazione del
detenuti». E funziona. I detenuti, infatti, ci tengono a dire all'ospedale, «lavorano con un'efficienza, una
professionalità e una dedizione encomiabili». Un lavoro regolarmente retribuito. I detenuti, appositamente
formati, lavorano in postazioni dotate di specifiche apparecchiature telefoniche fornite dall'ospedale e
approntate all'interno del carcere. I genitori che telefonano per informazioni, prenotazioni, spiegazioni, non lo
sanno. Spesso sono preoccupati per la salute dei figli. E trovano nella voce dei sette lavoratori «efficienza,
accoglienza, pazienza e comprensione». E non è facile. Visto il gran numero di chiamate: quasi mille al
giorno, per un totale di oltre un milione e 400mila prestazioni ambulatoriali erogate all'anno. Tutto nasce nel
2011, grazie alla collaborazione tra l'ospedale, la Casa circondariale di Rebibbia e il Consorzio Sol.co che si
occupa di reinserimento dei detenuti. A febbraio i primi contatti tra Bambino Gesù e carcere, grazie
all'impegno proprio di Salvatore Vecchio e dell'allora direttore di Rebibbia, Carmelo Cantone. E a settembre si
è partiti col corso di formazione e poi il lavoro per i primi quattro detenuti, oggi diventati sette. «Un'iniziativa spiegano ancora - che, con molta modestia, si inserisce nella tradizione di impegno e attenzione privilegiata
della Chiesa e dei Pontefici nei confronti di quanti devono scontare una pena». Motivazione e professionalità.
E dopo tre anni si è appena rinnovata la convenzione per lo stesso periodo. Contemporaneamente ha
cominciato a lavorare il primo detenuto in semilibertà. Roberto, 50 anni, da più di 10 in carcere per una serie
di rapine, ogni mattina lascia il carcere per raggiungere in metropolitana i colleghi "liberi" nel Cup vicino alla
Basilica di San Paolo. E a sera ritorna in cella. «È un aiuto vicendevole - spiega Salvatore Vecchio -. I
detenuti aiutano i genitori, il lavoro li aiuta a realizzare che vi sono molte strade che permettono all'uomo di
migliorare, anche chi ha sbagliato». Parole importanti visto che Salvatore è figlio di Francesco Vecchio,
manager catanese, ucciso a 52 anni il 31 ottobre 1990. Vittima innocente di mafia. Uno dei tanti omicidi
senza colpevoli. Ma una delle piste seguite si lega proprio a carcere e lavoro. «L'azienda dove lavorava papà
aveva fatto una convenzione con una cooperativa di detenuti per farli lavorare in fabbrica, ma lui si accorse
che non venivano mai. Che era una sorta di "pizzo", perché erano pagati, e un'occasione per andare chissà
dove. Allora impose dei controlli molto severi. Forse qualcuno si è vendicato... Anche per questo ho voluto
trasformare il mio dolore in impegno. Non è stato facile, ma bisogna dare gambe alle idee. E noi lo stiamo
facendo con questi detenuti».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
19
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La storia/2 Carcere, uno spazio per uomini liberi
03/04/2015
Avvenire
Pag. 10
(diffusione:105812, tiratura:151233)
L'Italia dei genitori "vecchi" Triplicati i bimbi in provetta
EMANUELA VINAI
Aumentano i bambini nati con la fecondazione artificiale, ma il dato è direttamente proporzionale al numero
delle coppie che si rivolgono alla provetta per avere un figlio. E, allo stesso tempo, il tutto deriva dall'aumento
dell'età di chi cerca la prima gravidanza. I fatti snocciolati dal Censis nel corso della ricerca "Diventare
genitori oggi: il punto di vista degli specialisti" - realizzata su 150 esperti fra ginecologi, andrologi e urologi in
collaborazione con la Fondazione Ibsa - mettono in fila questi elementi e ne traggono una conclusione
univoca: il nostro Paese ha un problema di scarsa natalità e di carente informazione riguardo la fertilità. I
numeri evidenziano un incremento del 170% in 7 anni dei nati a seguito di trattamenti di procreazione
medicalmente assistita. I bambini "in provetta" venuti alla luce in Italia nel 2012 sono stati 9.818: nel 2005
erano 3.649. Nello stesso periodo le coppie che si sono sottoposte a cicli di Pma sono passate dalle 30.749
del 2005 alle 54.458 nel 2012 (ultimo dato ufficiale disponibile). Un'impennata che gli esperti spiegano con
una tabella semplice quanto efficace: l'età prevalente dei pazienti con problemi di infertilità o sterilità è, per il
70%, compresa nella fascia 35/40 anni. Il posticipare la genitorialità per ragioni sociali, economiche o culturali
sposta in avanti la percezione e la presa in consapevolezza di una serie di problematiche che ostacolano
l'arrivo di un figlio e, spesso, a questo punto gli interventi non sono più efficaci o risolutivi. «In quale altra
branca della medicina - ha sottolineato Andrea Lenzi, ordinario di Endocrinologia alla Sapienza di Roma e
presidente del Consiglio universitario nazionale - accetteremmo una tecnica che ha poco più del 20% di casi
di riuscita? Eppure per la Pma sembra perfettamente plausibile. Le donne e gli uomini oggi sono
"giovanilissimi" e a 50 anni se ne sentono 30, ma non così i loro gameti». L'aumento dell'infertilità/sterilità tra
le coppie non è solo una percezione popolare, ma un dato di fatto dichiarato dal 91% dei camici bianchi.
Secondo i medici interpellati inoltre, l'infertilità colpisce il 20-30% delle coppie italiane, a fronte delle stime
dell'Organizzazione mondiale della sanità che parlano del 10-15%. Perché questa disparità rispetto ai dati
mondiali? «L'Oms fa la media su tutto il mondo - ha spiegato Felice Petraglia, Direttore della Clinica ostetrica
e ginecologica dell'Università di Siena -, considerando quindi Paesi come l'Africa, l'Asia, il Sudamerica dove
si continuano a fare figli da giovani. La caduta della fertilità in Italia è dovuta a un solo fattore: l'età». La quasi
unanimità dei medici ritiene infine che la Legge 40, pur migliorabile con l'eterologa e non omogeneamente
applicata sul territorio, si confermi necessaria per regolamentare un tema così delicato. Maurizio Romani,
vicepresidente della Commissione Igiene e sanità del Senato, ha auspicato al più presto il varo delle nuove
linee guida rimarcando però che «andrebbe facilitato il percorso adottivo». In conclusione, i medici chiedono
più politiche di prevenzione da attuarsi attivando programmi regionali e nazionali di screening iniziando già in
età pediatrica, per intercettare precocemente i problemi e indirizzare subito i pazienti a uno specialista. Ma, a
fronte di una scarsissima informazione dei propri assistiti sia sui problemi di infertilità e sterilità, sia sulle
tecniche di Pma, i camici bianchi invocano anche politiche culturali che aumentino la conoscenza e la
consapevolezza del bene prezioso e fragile che è la fertilità maschile e femminile.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
20
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ricerca del Censis
03/04/2015
Avvenire
Pag. 11
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Corrado Passera (presidente di Italia Unica)
Caro direttore, plaudo all'iniziativa di "Avvenire" e al documento delle associazioni contro il dilagare del gioco
d'azzardo. Da mesi Italia Unica denuncia questa autentica piaga sociale. La Costituzione (articolo 32) tutela
la salute dei cittadini considerandola un diritto fondamentale: ebbene la ludopatia in quanto dipendenza
compulsiva dal gioco d'azzardo è una vera e propria malattia, e come tale deve essere affrontata. Quello che
finora si è fatto e si fa è troppo poco. Soprattutto è sbagliato immaginare le slot machine e quant'altro un
terreno da arare fiscalmente da parte dello Stato per aumentare i propri introiti. La ludopatia o, meglio, il Gap
(gioco d'azzardo patologico) va combattuto senza quartiere, e vanno estirpate alle radici le condizioni che lo
determinano. Troppe vite individuali, troppe famiglie sono state rovinate dalla colpevole sottovalutazione di un
fenomeno così grave che si sta allargando a dismisura e nella quasi rassegnazione delle autorità. Una
malattia sociale, un fenomeno pericolosissimo che proprio per questo va affrontato con la determinazione
necessaria. Non illudiamoci che togliere le macchinette dai bar risolva il problema: ormai si gioca online e
tanti minori ne sono coinvolti sfuggendo a ogni controllo. Ben vengano maggiori poteri ai sindaci e le cure a
carico dello Stato. Ma la battaglia, insisto, deve andare fino in fondo. L'allarme ormai è lanciato: ogni
tiepidezza non può che diventare complicità.
Foto: Paola Binetti
Foto: Corrado Passera
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
21
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Passera: piaga sociale da estirpare alla radice
03/04/2015
Avvenire
Pag. 11
(diffusione:105812, tiratura:151233)
«La legge giace nei cassetti della Commissione bilancio, perché si è preferito dare la precedenza alla delega
fiscale, in cui il primato è ovviamente la garanzia del gettito fiscale»
Caro direttore, grazie ad Avvenire che in modo coraggioso si schiera sempre dalla parte del buon senso e di
quel senso comune, che a tutti gli effetti appare come il meno comune dei sensi. Il gioco d'azzardo nuoce alla
salute, è un fenomeno contagioso e progressivo, ad oggi scarsamente curabile perché si continua a
rimandare quell'insieme di decisioni, che potrebbero prima arginarlo e poi determinare un'inversione di
tendenza, fino a ricondurlo nei limiti fisiologici del gioco sociale ed occasionale. Un anno fa, il 26 giugno 2014,
la Commissione Affari sociali completava l'iter di un testo di legge approvato da tutti i gruppi parlamentari. La
legge, come è noto, giace nei cassetti della Commissione bilancio, perché si è preferito dare la precedenza
alla Delega fiscale, in cui il primato è ovviamente la garanzia del gettito fiscale e il contrasto alla evasione
fiscale. In questa chiave va interpretata la resistenza a mettere uno stop definitivo alla pubblicità e
all'introduzione di nuovi giochi d'azzardo. Alle associazioni preoccupate dall'impatto che l'azzardo ha sulla
vita dei cittadini, vorrei far presente che il cuore dei 4 impegni che il Manifesto definisce come inderogabili,
era già contenuto nel ddl approvato dalla Commissione Affari sociali, tristemente stoppato da logiche poco
comprensibili. Cito i quattro articoli: Art. 3. Livelli essenziali di assistenza per la cura del gioco d'azzardo
patologico e relativa certificazione. Le attività di prevenzione della patologia da gioco d'azzardo patologico
(GAP) e di cura e riabilitazione dei soggetti che ne sono affetti sono individuati nei servizi per le dipendenze
istituiti dalle Regioni nell'ambito dei rispettivi sistemi sanitari regionali. Art. 6. Divieto di introdurre nuovi
apparecchi e nuovi giochi d'azzardo e moratoria delle concessioni. A decorrere dalla data di entrata in vigore
della presente legge è vietata l'introduzione di nuovi apparecchi e piattaforme on line per il gioco d'azzardo e
di nuove tipologie di giochi per un periodo di almeno cinque anni. Art. 12. Divieto di propaganda pubblicitaria
del gioco d'azzardo. La propaganda pubblicitaria diretta e indiretta del gioco d'azzardo è vietata nel territorio
nazionale. Art. 15. Obblighi relativi ai luoghi per il gioco d'azzardo. I Comuni sono tenuti ad adottare, entro sei
mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un regolamento comunale che stabilisce i criteri in
materia di ubicazione, di orari di apertura, di caratteristiche logistiche e di funzionamento dei locali in cui si
svolge l'attività di gioco con vincita in denaro. Lo ricordo, caro direttore, per rafforzare la posizione presa dalle
Associazioni che hanno sottoscritto il Manifesto. C'è una buona politica, che ascolta i bisogni dei cittadini e si
muove a tutela dei loro diritti, a cominciare dal diritto alla salute, che richiede interventi di prevenzione, di
diagnosi e di cura. Per questo chiediamo di insistere perché, prima della legge sulla Delega fiscale, sia
portata in Aula la legge "Disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco
d'azzardo patologico". Solo una legge a forte impatto sociale può dare ragione delle argomentazioni
contenute nel Manifesto, che nella legge di Delega Fiscale apparirebbero comunque diluite e sfocate rispetto
alla dichiarata priorità del Mef, che è quella di non ridurre il gettito fiscale prodotto dal gioco. Cordialmente
Paola Binetti, deputato e relatrice della legge
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
22
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Binetti: i quattro impegni? Il ddl bloccato dà risposta
03/04/2015
Avvenire
Pag. 12
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Traffico internazionale di farmaci rubati: 19 arresti
Nell'operazione coinvolti farmacisti , titolari di società di commercio all'ingrosso e autotrasportatori Sequestrati
beni per 23 milioni di euro
TINO READELLI
MONZA Rubavano medicinali rari e costosi (tra i quali antitumorali da 10mila euro a confezione) nei
magazzini e nelle farmacie ospedaliere del Milanese, per poi commercializzarli all'estero grazie ad abili
operazioni di riciclaggio e false fatturazioni. Un vero e proprio mercato parallelo del farmaco, in grado di
generare in pochi mesi un volume d'affari di oltre 10 milioni di euro, senza tener conto dei potenziali rischi per
i pazienti, i quali ignari assumevano medicine non tenute a regime di temperatura controllata, come prescritto.
A sgominare l'associazione a delinquere composta da una cinquantina di persone sono stati i Nas di Milano
attraverso un'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza denominata "Pharmatraffic",
che ha portato all'arresto di 19 persone (6 in carcere e 13 agli arresti domiciliari) e al sequestro preventivo di
oltre 23 milioni di euro tra beni mobili, immobili, titoli e conti correnti. I reati contestati sono quelli di
associazione per delinquere, furto, ricettazione, riciclaggio e traffico internazionale di farmaci attraverso
l'emissione di fatture per operazioni inesistenti in Italia e all'estero. L'indagine prende piede nel 2011, quando
i Carabinieri del Nas si rendono conto che i furti di medicinali stanno "cambiando pelle": da quelli di fascia C, i
cosiddetti farmaci da banco, rubati soprattutto dai camion, ci si è spostati a medicine più costose, rare e
destinate esclusivamente ad uso ospedaliero come gli antitumorali, sottratti da depositi farmaceutici o dalle
farmacie degli ospedali. Nel corso delle sue ricerche, il Nucleo Anti Sofisticazioni di Milano risale ad un
grossista tedesco che sta commercializzando 16mila confezioni di farmaci ad alto costo per un valore di 2,8
milioni di euro, che risultano rubati in provincia di Milano. Le informazioni assunte tramite l'Interpol e la
collaborazione delle polizie tedesche, inglesi e svizzere - oltre che l'utilizzo di pedinamenti e intercettazioni
telefoniche e ambientali - fanno risalire gli inquirenti ad una società all'ingrosso di farmaci di Monza, che agiva
da collettore del riciclaggio, giustificando la provenienza dei farmaci mediante false fatture di acquisto da
società inglesi (le cosiddette cartiere). Successive indagini hanno poi portato al coinvolgimento
nell'organizzazione di alcuni magazzini farmaceutici all'ingrosso di Milano, Caltanissetta, Crotone, Genova,
Pavia, Napoli e Sondrio, oltre che all'arresto, da parte dell'Autorità Giudiziaria Elvetica, di tre cittadini svizzeri
e uno italiano per riciclaggio internazionale di denaro. Figura chiave dell'organizzazione è un milanese,
titolare di un'azienda che commercializza farmaci all'ingrosso, attualmente sotto processo per una vicenda
analoga risalente al 2008.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
23
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Milano.
03/04/2015
QN - Il Giorno
Pag. 16
(diffusione:69063, tiratura:107480)
Maxi-traffico di farmaci rubati:i Nas sgominano banda criminale
Stefania Totaro MONZA LA PRIMA organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di farmaci
ospedalieri ad alto costo, destinati alla cura del cancro e di malattie rare. Farmaci rubati da grossisti o durante
la consegna negli ospedali italiani e rivenduti all'estero, a volte anche senza essere conservati alle giuste
temperature. A sgominare la banda sono stati i carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni di Milano che, a
conclusione dell'indagine denominata «Pharmatraffic» coordinata dalla Procura di Monza, hanno eseguito 19
ordinanze di custodia cautelare (6 in carcere e 13 agli arresti domiciliari) con le accuse di associazione a
delinquere finalizzata a ricettazione, riciclaggio e commercio internazionale di farmaci rubati. A QUESTE
imputazioni si aggiunge anche quella di commercio di medicinali guasti perché spesso i farmaci sottoposti al
regime della temperatura controllata non erano conservati sottozero come previsto. I militari hanno anche
eseguito un sequestro di medicinali per circa 3 milioni di euro e un sequestro per equivalente di beni per circa
23 milioni di euro ritenuti pari al danno complessivo causato al servizio sanitario nazionale e all'Erario. In
arresto sono finiti farmacisti, titolari e addetti di società di commercio all'ingrosso di farmaci, agenti di
commercio e autotrasportatori tra Lombardia, Liguria, Toscana, Campania, Calabria e Sicilia. L'indagine avviata nel 2011 - ha permesso ai carabinieri del Nas di scoprire un'associazione per delinquere composta da
50 persone che, sfruttando le rispettive cariche sociali e professionali, si erano organizzati per riciclare i
farmaci, rubati in ditte depositarie e grossiste di Milano e Monza (è stata la tracciabilità di questi farmaci,
obbligatoria in Italia, a mettere gli investigatori sulla loro strada e a permettere di ritrovare 16 mila confezioni
di farmaci per un valore di 3 milioni di euro in Germania) attraverso l'emissione di fatture per operazioni
inesistenti in Italia e all'estero, principalmente in Bulgaria, Germania, Inghilterra, Irlanda, Malta, Olanda e
Svizzera. GRAZIE a rogatorie internazionali in Inghilterra e Svizzera, i militari del Nas di Milano hanno
tracciato i flussi del denaro illecito (si parla di un giro di affari da 10 milioni di euro in pochi mesi) diretto verso
una società centroamericana del Belize, che aveva una succursale e un conto corrente in Svizzera. L'Autorità
Giudiziaria elvetica ha identificato alcuni appartenenti all'organizzazione criminale acquisendo informazioni
sulla ripartizione dei proventi illeciti e, grazie alla collaborazione del Nas di Milano, che ha ricostruito le
transazioni finanziarie dei conti bancari svizzeri di alcune società, lo scorso ottobre aveva già arrestato tre
cittadini svizzeri e un italiano ed eseguito un sequestro per equivalente di beni per 5 milioni di euro.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
24
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
MONZA L'INDAGINE DELLA PROCURA SI CHIUDE CON 19 ARRESTI
03/04/2015
Il Mattino
Pag. 36
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Matachione: documenti «truccati» per incastrarmi
Dario Sautto
Torre Annunziata. «Non vivo a casa della mia ex moglie da oltre tre anni, i documenti trovati in
quell'abitazione non sono sicuramente miei». È tornato definitivamente in libertà Nazario Matachione, il re
delle farmacie, iscritto nel registro degli indagati per corruzione con alcuni funzionari regionali e due ufficiali
della guardia di finanza. Ieri mattina ha ottenuto dal gip la revoca della misura dell'obbligo di dimora nella sua
abitazione di Posillipo ed è tornato in provincia di Napoli, nei luoghi in cui è cresciuto e dove ha costruito le
sue fortune da imprenditore del settore farmaceutico. E, naturalmente, ha fatto ritorno a Torre Annunziata,
alla Farmacia del Corso. Appena arrivato, ha baciato la «M» rossa in mattonelle, simbolo della Matachione
Group che si trova all'ingresso. Poi ha varcato la porta ed è stato accolto con baci e abracci da amici, parenti
e dipendenti.
Prima di arrivare qui, però, ci sono state delle tappe obbligate.
«Prima sono andato al cimitero di San Giorgio a Cremano da mia madre, poi ho fatto visita a mio padre che
sta poco bene. Ma alla fine avevo bisogno di tornare a "casa mia", a Torre Annunziata, nella mia farmacia».
Le mancava la città?
«Tantissimo. Qui sul corso c'è il mio primo ufficio, quello che è stato per anni la mia seconda casa. Appena
ho varcato la porta ho riassaporato quel profumo di farmacia che mi mancava tanto».
Un passo indietro è obbligato. C'è l'inchiesta, ci sono le indagini, ci sono le accuse di Maria Palomba. Cosa
ne pensa?
«Per rispetto e per l'affetto che provo per le mie figlie, io non pronuncerò mai il nome della mia ex moglie.
Sono stato calunniato, ho subito una grande ingiustizia ma, per fortuna, ho avuto giustizia. Ringrazio il giudice
Gallo che si è comportato in maniera corretta, ha valutato bene le carte, ha saputo ascoltare, e mi dispiace
per i magistrati che sono stati fuorviati da quei racconti».
Il riferimento è ancora alla sua ex moglie?
«Sì, ma ripeto che non dirò il suo nome. Per quanto mi riguarda, trovo strano che ci sia una perquisizione in
quella casa e non venga trovato nulla, poi una fonte confidenziale avvisa dell'esistenza di documenti scottanti
e all'improvviso, dopo sei mesi, spuntano delle carte che sostengo non siano mie. E non spiego perché quella
donna non sia mai stata indagata neanche per un minuto».
Intanto lei è stato in carcere per oltre due mesi e poi agli arresti domiciliari.
«Devo dire che si è trattato di un'esperienza formativa, che fortifica. Ho provato il carcere, ho avuto un
impatto forte con quella realtà, ma ho incontrato tanta gente sfortunata, ho conosciuto storie particolari e ho
aiutato tante persone che continuo ad aiutare tuttora. Ancora oggi ricevo centinaia di lettere di ringraziamenti
da quei detenuti che sono stati, per me, una famiglia durante la mia detenzione. Credo che sia stata la
Madonna a portarmi lì, che tutto faccia parte di un percorso, che il carcere sia stato una tappa della mia vita.
Ma adesso sono tornato e mi sento più forte di prima».
Quali sono le sue priorità?
«Sicuramente la famiglia, gli affetti, le mie figlie. Poi ci sono le mie aziende, i miei dipendenti. Questa vicenda
ha causato danni notevoli al mio gruppo, ma abbiamo le spalle forti e siamo ancora in piedi. Qui ci sono tre
generazioni di imprenditori: tutto è cominciato con mio nonno nel 1929, poi è passato nelle mani di mia
madre, e adesso ci sono io che ho intenzione di continuare, ancora più forte di prima. Dopo le mie aziende e i
mie dipendenti c'è un'altra priorità».
Quale?
«Il Savoia, la squadra di calcio di questa città. Con i miei legali stiamo valutando seriamente la possibilità di
poter acquistare nuovamente il club per ricominciare il percorso interrotto qualche anno fa».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
25
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'inchiesta Libero il re delle farmacie
03/04/2015
Il Mattino
Pag. 36
(diffusione:79573, tiratura:108314)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
26
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Quindi tornerà allo stadio Giraud?
«Sicuramente. Adesso posso venire di nuovo a Torre Annunziata, quindi già alla prossima partita sarò in
tribuna per il derby tra Savoia e Juve Stabia».
03/04/2015
Libero
Pag. 12
(diffusione:125215, tiratura:224026)
Indagati altri 11 medici per i falsi certificati ai vigili
I dottori sono crollati davanti ai carabinieri e hanno ammesso di aver sottoscritto le esenzioni senza aver
visitato i «pizzardoni»
ANDREA VALLE ROMA
Il numero dei medici coinvolti nell'inchiesta sui vigili che hanno disertato il lavoro a Capodanno sale a undici.
Hanno dichiarato davanti agli inquirenti di aver firmato certificati senza aver realmente visitato i pazienti e
acclarato la loro inabilità al servizio. Anche per questi dottori, come per gli altri già identificati, l'accusa è falso
in certificazione medica. I certificati sospetti segnalati dal comando della Municipale romana erano 634. Gli
inquirenti consegneranno ai due pm titolari deldell'inchiesta, Stefano Fava e Nicola Maiorano, una informativa
con i risultati dei primi accertamenti. Gli agenti, dal canto loro, ora rischiano l'accusa di truffa. Tabulati
telefonici e altra documentazione che servirà a inchiodare anche chi non ha mai ammesso di non avere
visitato il paziente. Il comandante della polizia municipale Raffaele Clemente, dopo qualche giorno da
Capodanno, aveva consegnato al procuratore una relazione in cui segnalava una serie di anomalie, tra le
quali anche certificati sanitarie compilati in località di villeggiatura sparsi per l'Italia: dall'Abruzzo all'Umbria
passando per Marche e Puglia. I primi ad essere sentiti sono stati proprio quei medici. Ma, giorno dopo
giorno, i carabinieri li stanno interrogando tutti per capire se il malore esisteva davvero o se, invece, era una
scusa per non presentarsi al lavoro e rimanere in famiglia a festeggiare il nuovo anno. Nominativi che
allungano la lista degli indagati: oltre ai dottori ci sono anche tre «pizzardoni» accusati di tentata interruzione
di pubblico servizio. Sarebbero stati loro, tramite social network e via e-mail, a organizzare l'ammutinamento
che la sera del Veglione ha rischiato di mettere in crisi la città. Sarebbero stati loro ad organizzare questa
forma di protesta, come ha sempre detto il comandante del corpo, contro la rotazione «anticorruzione» voluta
dai vertici della municipale.
::: LA VICENDA LE ASSENZE La notte di Capodanno l'83% dei vigili urbani di Roma non si è presentato al
lavoro. I certificati sospetti, segnalati dal comando del Corpo, sono 634 I MEDICI Per quella vicenda sono
adesso indagati undici medici. I camici bianchi hanno ammesso di aver firmato i certificati senza aver visitato i
pazienti L'ACCUSA Per i medici l'accusa è di falso in certificazione medica
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
27
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Lo scandalo di Capodanno
03/04/2015
ItaliaOggi
Pag. 25
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Benedetta Pacelli
I medici possono farsi pubblicità. Ma questa deve essere «priva di profi li di ingannevolezza, equivocità e
denigratorietà». Così i giudici amministrativi del Tar Lazio (sentenza n.4943) hanno condannato i vincoli
contenuti nel Codice di deontologico approvato dalla Fnomceo, la Federazione dei medici e degli odontoiatri,
confermando così l'impianto giuridico con il quale lo scorso settembre l'Agcom aveva multato lo stesso ordine
dei medici, che a sua volta aveva fatto ricorso al Tar. Ma la Fnomceo non ci sta e, pure con una pena
economica dimezzata, annuncia ricorso in Consiglio di stato «per portare avanti le ragioni a tutela della
deontologia». Il tutto prende il via lo scorso settembre quando all'indomani dell'emanazione del nuovo codice
deontologico di categoria l'Authority guidata da Giovanni Pitruzzella aveva sanzionato la Federazione con
una multa di 831 mila euro per aver ostacolato l'attività pubblicitaria degli iscritti.A quel punto era scattato il
ricorso davanti al Tar respinto con questa sentenza. Il tribunale infatti con la decisione di ieri innanzitutto
richiama le diverse discipline intervenute in materia (Ln. 248/2006, ln. 148/2011, dpr 137/2012) che hanno
liberalizzato la pubblicità sanitaria stabilendo che questa si può fare a patto che risponda ai criteri di
correttezza, non ingannevolezza e trasparenza. «Sulla base delle norme primarie applicabili e dei principi
comunitari vigenti in materia», dicono i giudici del tribunale capitolino, «sia la pubblicità promozionale che la
pubblicità comparativa sono lecite,e non possono essere vietate, laddove prive di profi li di ingannevolezza,
equivocità e denigratorietà». I giudici hanno inoltre sancito che il nuovo codice di deontologia medica «pur
abbandonando il criterio del decoro quale parametro di valutazione dei messaggi pubblicitari, continua a
utilizzare una serie di parametri potenzialmente idonei a produrre il medesimo effetto di una applicazione
restrittiva della concorrenza, in precedenza riconducibile al richiamo al concetto di decoro professionale. Ma
la Fnomceo andrà avanti. «La vera questione», dice il neoeletto presidente dell'ordine Roberta Chersevani,
«è il profi lo giuridico del Codice di deontologia medica, che non è un atto regolamentare interno ad
un'associazione di imprese, non potendosi ridurre il ruolo della Federazione nazionale e degli ordini
provinciali a mera impresa o ad associazioni di imprese. Quando invece è ormai consolidata la qualifi cazione
di questi come p.a. che svolgono funzioni in conto e per conto dello stato nella tutela di interessi pubblici». In
particolare secondo la presidente «la contestazione riguardo al divieto di pubblicità comparativa non ha
tenuto conto dei limiti che rendono inaffidabili la comparazione delle prestazioni mediche e odontoiatriche.
Tutto portando al paradosso il rispetto dei requisiti di non denigratoria ed ingannevole pubblicità».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
28
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Via libera alla pubblicità
03/04/2015
ItaliaOggi
Pag. 25
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Università, su il sipario sulle date
Facoltà a numero chiuso, si alza il sipario sui test di ammissione. È stato, infatti, pubblicato, sul sito del
ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il calendario delle prove di ammissione ai corsi di
laurea ad accesso programmato a livello nazionale per l'anno accademico 2015/2016. Per le professioni
sanitarie i test si svolgeranno il prossimo 4 settembre 2015. Per medicina e chirurgia in lingua inglese la data
scelta è il 16 settembre. Le prove per medicina e chirurgia e odontoiatria e protesi dentaria in lingua italiana
sono previste invece per l'8 settembre prossimo. Penne in mano il 9 settembre, poi, per medicina veterinaria.
Per i corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico direttamente finalizzati alla professione di Architetto la
data prescelta è il 10 settembre. Per scienze della formazione primaria, infine, il test è programmato per l'11
settembre 2015. © Riproduzione riservata
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
29
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
TEST INGRESSO
03/04/2015
ItaliaOggi
Pag. 25
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Rc medica, l'accesso è per tutti
La polizza va garantita anche a chi non può permettersela
BENEDETTA PACELLI
Il regolamento sulla responsabilità civile e professionale delle professioni sanitarie «appare, per così dire,
incompiuto rispetto agli obiettivi che si propone di realizzare» e lascia «uno spazio non coperto dalla
normativa» che dovrebbe essere «oggetto di ulteriore e approfondita riflessione da parte del legislatore
primario». Il Consiglio di stato (01040/2015) liquida così il dpr del ministero della salute che stabilisce la
disciplina dei requisiti minimi uniformi per l'idoneità dei contratti di assicurazione per gli esercenti le
professioni sanitarie. E, pur esprimendo parere favorevole, obbliga il dicastero proponente a rimetterci mano,
allungando ancora i tempi di un attesa che dura da circa due anni. Cuore del provvedimento, attuativo della
riforma delle professioni (dpr 137/12) prima, e della legge Balduzzi (158/12) poi, era, oltre a quello di
agevolare la copertura assicurativa per le specialità a rischio, il circoscrivere le responsabilità dei camici
bianchi e limitare i costi dei risarcimenti, di costituire un Fondo rischi sanitari a cui dovrebbero attingere i
professionisti che dice il dpr «in considerazione del rischio derivante dall'attività professionale svolta non
riescono a trovare un'adeguata copertura assicurativa ovvero che siano stati rifiutati dal mercato». La
Balduzzi prevedeva che questo fondo fosse finanziato «in parte dai professionisti che ne facciano espressa
richiesta» e in parte dalle imprese di assicurazione che esercitano il ramo dell'rc sanitaria nella misura
massima del 4% della raccolta premi del settore dell'anno precedente. Tuttavia secondo i giudici rimane «uno
spazio non coperto dalla normativa» costituito da tutte le situazioni nelle quali al mancato accesso al Fondo
corrisponda anche la mancata stipula di un contratto di assicurazione da parte del professionista incapace di
sostenere il costo della polizza o respinto dal mercato. Tutte situazioni che «in ipotesi non è dato di escludere
nonostante l'obbligo» e su cui il ministero dovrà intervenire. Nessun rilievo invece sulle modalità di intervento
del Fondo che, dice il dpr in entrata, nel caso in cui il professionista dimostri di aver corrisposto un premio
assicurativo il cui importo sia superiore ai parametri definiti dal comitato, provvede a rimborsare all'assicurato
il surplus rispetto al premio. Nel caso in cui il professionista dimostri di aver ricevuto tre rifiuti sul mercato
assicurativo, il Fondo provvede alla ricerca di idonea polizza, assicurando che il relativo premio sarà
corrisposto con l'eventuale contributo del Fondo. Il dpr, poi, prevede tra i requisiti minimi la durata non
inferiore ai tre anni e un massimale minimo non inferiore a 1 mln di euro per ciascun sinistro e per ciascun
anno, fatta salva la possibilità di reintegrare il massimale.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
30
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il parere del Consiglio di stato sul dpr: vanno integrate le norme sul fondo rischi sanitari
03/04/2015
Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015
Pag. 50
(diffusione:687955, tiratura:539384)
La strage nel silenzio: nel 2014 il record dei suicidi
Giacomo Papi
MILANO. Sono passati tre anni, ma assomigliano a decenni. C'era Mario Monti, Elsa Fornero al lavoro, e non
passava giorno senza che qualcuno si suicidasse per la crisi. Non si parlava d'altro. Tv e giornali, soprattutto
di Berlusconi, accusavano Monti che accusava i governi precedenti, soprattutto di Berlusconi: «Le
conseguenze umane», chiosava il premier, dovrebbero «far rifettere chi ha portato l'economia in questo stato
e non chi da questo stato sta cercando di farla uscire». Il compianto Giorgio Stracquadanio su Radio24
inventava l'espressione «suicidi di Stato». Poi, come accade alle cose umane, le polemiche si placarono e i
suicidi passarono di moda, entrò in scena il femminicidio. Invece non fanno che aumentare - 89 nel 2012, 149
nel 2013, 201 nel 2014 - a un tasso di crescita del 125 per cento in due anni. I dati di LinkLab, il laboratorio di
sociologia della Link Campus University di Roma diretto da Nicola Ferrigni, a cui si deve l'unico monitoraggio
serio, raccontano che se la ripresa sta arrivando, molti sono ancora nel tunnel. Come ogni anno, i picchi sono
ad aprile e luglio, «forse per bilanci e tasse», ipotizza Ferrigni. Come ogni anno, a uccidersi sono quasi solo
uomini (187 contro 14 donne), soprattutto tra i 45 e i 54 anni. Ma se nel 2012 i suicidi si concentravano nel
Nord, in particolare in Veneto, oggi sono distribuiti su tutto il territorio italiano. I dipendenti si sono dimezzati
(erano il 12,8 per cento nel 2013, sono il 5,5 nel 2014) e per la prima volta i disoccupati (48,3 per cento)
hanno superato gli imprenditori (40,3). I suicidi economici segnalano un disagio ampio e invisibile. Gli
psicologi parlano di un generico aumento della depressione in un tempo che in apparenza punta sulle
emozioni. Gli emoticon sostituiscono l'alfabeto e in fondo a ogni articolo puoi dire cliccando se ti sei sentito
allegro, perplesso o indignato. Ma statistiche sugli stati d'animo non ne esistono. Bisogna afdarsi a indicatori
indiretti come i suicidi, appunto, o il consumo di antidepressivi che sale inesorabilmente al tasso del 2,5 per
cento medio annuo: nei primi nove mesi del 2014, segnala l'ultimo rapporto dell'Aifa, l'Autorità nazionale sul
farmaco, gli antidepressivi sono diventati «una delle principali componenti della spesa farmaceutica
pubblica». «Ci stiamo battendo per ottenere dei dati», si lamentano all'Ordine nazionale degli psicologi, «ma
senza risultati». In efetti il ministero della Sanità ti rimbalza alle Asl che non rispondono se non per dirti che
non hanno risposte. Unica eccezione, la Regione Lombardia dove dal 2007 al 2014 le persone che hanno
chiesto aiuto al Dipartimento di salute mentale sono passate da 1200 a 1600. Stabilire quanto abbia inciso la
crisi è impossibile. «Da anni si registra un decremento di pazienti privati», spiega Rafaele Felaco dell'Ordine,
«i soldi non ci sono anche se le tarife sono scese. Però un confronto con lo psicologo è importante perché
quando si arriva al pubblico si è già in casi avanzati». Gli ultimi dati sull'economia non fanno intravedere una
prospettiva? «Noi siamo solo un'antenna», risponde, «ma la percezione prolungata di una crisi senza sbocco
ha aggravato gli aspetti depressivi nelle personalità predisposte. Il formarsi di una percezione sociale richiede
tempo e quindi ci vuole tempo perché cambi». È un circolo vizioso: la crisi contribuisce alla depressione che a
sua volta contribuisce alla crisi. Non è patologia, è una disperazione difusa su cui la psicologia può
intervenire. Si domanda Felaco: «Quanta sofferenza c'è in persone che non hanno più neppure la spe ranza
di trovarlo un lavoro? Magari non presentano una patologia psichica strutturata, ma una soferenza sì, e la
loro soferenza che efetti ha sulla società? È questo il contributo degli psicologi, invece si preferiscono rimedi
semplici e pagabili, come gli antidepressivi che sono dannosi perché rimandano il problema». Nel 1918, al V
Congresso di psicanalisi di Budapest, Sigmund Freud proclamò: «Il povero ha diritto all'assistenza
psicologica come all'intervento chirurgico». Il complesso di Edipo è universale, ma per Freud la psiche non
c'entra con la miseria. Antonino Ferro, presidente della Società psicoanalitica italiana, non ha dubbi: «Dubito
che dal nostro osservatorio si possa inferire qualcosa sulla società. Certo, è un momento difcile, ma a
Londra, sotto le bombe, i suicidi crollarono. La verità della nostra specie è la nostra mente, non il denaro. E
quando la realtà diventa brutta, la nostra mente diventa più forte». Nel frattempo le tarife degli psicanalisti
sono calate - «anche meno di 20 euro, a volte», conferma Ferro - e spesso si fa ricorso a terapie più brevi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
31
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
italia ANALISI
03/04/2015
Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015
Pag. 50
(diffusione:687955, tiratura:539384)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
32
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
«sarebbero necessarie 3-4 sedute a settimana» -, ma in Italia le richieste non sono diminuite, come è
avvenuto negli Usa. «Non dico che è bella la crisi o che rimanere senza lavoro non conta», continua Ferro,
«dico che quando il paziente mi comunica di essere stato morso da un cane, l'ultima cosa che devo pensare
è che il cane lo abbia morso davvero. Perché un paziente viene a dire a me che ha perso il lavoro? Io non
andrei dallo psicoanalista. Se un paziente mi dice che la sua azienda è fallita e poi si suicida, la sua azienda
non c'entra. È fallita la sua azienda interna, i suoi progetti, la sua identità. Forse, prima o poi, si sarebbe
suicidato lo stesso». Ammettere un rapporto tra psiche e ricchezza per la psicanalisi signifcherebbe attribuire
al denaro la potenza originaria dei fantasmi. «La crisi può agire da denotazione perché diventa lo specchio in
cui si vede la propria situazione interna», concede Ferro, «ma i vissuti catastrofci non appartengono mai alla
sfera della realtà. La mente umana è sempre la stessa. Di volta in volta a farla crollare saranno la guerra in
Gallia, le Crociate o la Grande depressione». Non ci si può ammazzare per paura di diventare poveri. Se
accade - e accade - è perché questa paura avvolge dentro di sé il terrore di essere esclusi e diventare
invisibili, che non a caso viene esorcizzato in decine di reality show attraverso il rito quotidiano delle
nomination e del televoto. La vergogna è il sentimento che nell'adolescenza presiede all'elaborazione del
senso di identità. Sul versante relazionale si traduce nell'alternativa tra l'accettazione degli altri e la pubblica
disapprovazione. È la vergogna che fa di noi quello che siamo, perché implica il giudizio di un Super Io critico
e si fonda sul fantasma di una platea immaginaria che ci osserva e giudica per decretare i nostri fallimenti e
successi. Per questo i suicidi di tipo economico non sono mai solo economici. Si intrecciano a motivazioni
profonde che hanno a che fare con l'immagine di Sé e, forse, anche con i modelli culturali che hanno
contribuito a formarla. «Il fantasma degli altri è uno specchio che rimanda un'immagine intollerabile di noi
stessi», spiega Ferro. Chi si vergogna vorrebbe sparire. Chi si vergogna distoglie lo sguardo, volta la testa,
cerca di fare più piccolo il suo corpo nel tentativo di ritrarsi in se stesso. In molte lingue l'etimologia della
parola vergogna - dal latino vereor - rimanda al nascondersi, al desiderio di scomparire per preservare se
stessi dallo sguardo impietoso degli altri. L'enfasi sul successo, la crisi economica e la visibilità universale
promessa dai social network, forse hanno provocato un'epidemia di vergogna, e reso più violento l'impulso a
sparire. Uno degli ultimi si chiamava Davide Cantone, aveva 47 anni. Si è ucciso l'11 marzo con un colpo di
pistola alla tempia nella sua azienda a Verrua Po, vicino a Pavia. Quando è successo che il lavoro è
diventato il nostro specchio? Nessuno oggi sarebbe più eroico di un fallito felice. GIANLUCA PERTICONI /
IPA
Bologna, 2 maggio 2012: la marcia delle vedove di suicidi per la crisi economica. In primo piano, Tiziana
Marrone , moglie di Giuseppe Campaniello, che il 28 marzo si diede fuoco davanti alla Commissione
tributaria di Bologna
Disoccupato Imprenditore Dipendente Pensionato Non specifcato TOTALE 38,9 45,6 12,8 0,7 2,0 100,0 2013
48,3 40,3 5,5 0,9 5,0 100,0 2014 31,5 55,1 7,9 5,5 0,0 100,0 2012 CONDIZIONE PROFESSIONALE SUICIDI
PER CRISI ECONOMICA Senza lavoro o indebitati: i numeri della tragedia Fonte: LinkLab
Foto: Per gli esperti alla radice di tutto c'è il senso di esclusione sociale
03/04/2015
Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015
Pag. 60
(diffusione:687955, tiratura:539384)
DIALISI PER NEONATI: INVENTATA IN ITALIA, RICHIESTA DAGLI USA
IL NEFROLOGO IDEATORE RIPERCORRE IN UN LIBRO LA STORIA DELLA MACCHINA. E DELLA
PRIMA PAZIENTE
Angela Simone
Quando nel 2013 la prima macchina di dialisi per neonati è entrata nella pratica medica, si è parlato di
rivoluzione nella terapia pediatrica. Ora la storia di quella macchina chiamata Carpediem, da CArdio-Renal
PEdiatric DIalysis EMergency (e della prima piccola paziente, Lisa) è raccontata dal suo ideatore, il nefrologo
italiano di fama mondiale Claudio Ronco, in un libro, Carpediem appunto, edito da Angelo Colla (pp. 244,
euro 16,50). «La macchina per la dialisi esisteva da circa settant'anni ma, come quasi sempre accade, le
tecnologie per curare gli adulti non possono essere applicate così come sono, o semplicemente
miniaturizzate, su bambini e neonati, vista la loro particolare fisiologia» racconta Ronco. «Arrivare a
Carpediem ha richiesto un lungo percorso di studio personale tra Stati Uniti e Italia e impegno su diversi
fronti». Uno dei quali è stato la raccolta fondi, cui Ronco ha fatto fronte con creatività: «Ho organizzato eventi
come concerti rock e partite di hockey, di cui sono stato personalmente protagonista, per raccogliere
donazioni sia per questa macchina sia in generale per sostenere l'Istituto internazionale di ricerca renale
dell'Ospedale civile di San Bortolo di Vicenza (Irriv), dove Carpediem è nata e dove ormai passa la tecnologia
più innovativa di questo settore, o perché viene progettata qui o perché siamo i primi a testarla». L'Istituto,
creato dallo stesso Ronco, coniuga infatti cura, ricerca e didattica e raccoglie un team multidisciplinare di
medici, biologi, farmacologi, ingegneri ed economisti da tutto il mondo con un'età media di 25 anni. «Un
esempio virtuoso che mette insieme in modo proficuo ricerca e applicazione nelle cure e contaminazione tra
discipline, che all'estero è conosciuto proprio come "modello Vicenza» sottolinea orgoglioso il nefrologo.
Proprio grazie alla presenza di tecnici nell'Irriv, nel 2013 è nata quindi Carpediem come prototipo e poi come
prodotto commerciale, che per volontà di Ronco non è coperto da brevetto. «Carpediem è stata pensata per
curare una malattia che possiamo considerare "orfana": l'insufcienza renale neonatale per fortuna è rara, ma
questo significa che le aziende non hanno interesse economico a fare ricerca e a trovare terapie. Senza
brevetto poi c'è la possibilità che qualcuno modifichi e migliori ulteriormente la macchina, attraverso la
ricerca» continua Ronco. Carpediem è in pratica un mini rene artificiale, che usa filtri ridotti per pulire il
sangue dei neonati. La macchina è già difusa in molti centri di terapia intensiva neonatale in tutta Europa e,
dopo il primo caso raccontato nel libro, sono stati già trattati trenta bambini. Presto potrebbe sbarcare anche
oltreoceano. «Da poco la Food and Drug Administration, l'agenzia che regola l'utilizzo e il commercio di
farmaci e terapie negli Stati Uniti, ci ha sollecitato a fare richiesta per l'uso di Carpediem anche lì, perché
vogliono utilizzarla il prima possibile» conclude Ronco. «Motivo di orgoglio per noi perché l'Fda è in genere
molto severa e sono i ricercatori a fare richiesta, non il contrario». AP
Foto: Il nefrologo Claudio Ronco e la macchina per dialisi sui neonati al San Bartolo di Vicenza
Foto: La copertina di Carpediem. Storia di una bambina, di un medico e di una macchina (Angelo Colla
editore)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
33
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
scienze
03/04/2015
Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015
Pag. 66
(diffusione:687955, tiratura:539384)
Come mettere a dieta i tumori
SECONDO MOLTI STUDI ALCOL, ZUCCHERO, CARNI E LATTICINI IN eccesso POSSONO FAVORIRE IN
VARI MODI LA PROLIFERAZIONE CELLULARE. IN UN LIBRO LE RICETTE PER CONTRASTARLA. E
PER DIFENDERSI ANCHE DA OSTEOPOROSI E ALZHEIMER
Alex Saragosa
I tumori, per svilupparsi nel loro modo tumultuoso e anarchico, hanno bisogno di un ambiente favorevole,
ricco di stimoli chimici e di nutrienti. Come tutto nell'organismo, anche questo ambiente dipende in buona
parte da ciò che mangiamo. E allora perché non combattere i tumori anche «tagliando loro i viveri», con una
dieta ad hoc? Non sarà risolutivo, ma potrà forse rendere lo sviluppo della malattia più raro e lento, in modo
da dare al sistema immunitario o alle cure mediche il tempo di intervenire. È un'idea semplice, che però la
medicina, concentrandosi giustamente nella lotta al cancro con bisturi, radiazioni e sostanze tossiche, ha
finora largamente trascurato. La ripropone, nel libro Il cibo dell'uomo (Franco Angeli, pp. 320, euro 25), il
patologo ed epidemiologo Franco Berrino, 71 anni, che fino alla pensione ha diretto il Dipartimento di
medicina preventiva e predittiva dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano. Berrino è un sostenitore della dieta
macrobiotica (una dieta di origine orientale, basata quasi esclusivamente su cibo vegetale), ma quando parla
di relazioni fra cibo e salute preferisce mettere da parte le convinzioni personali e lasciar parlare solo i risultati
degli studi scientifici condotti in tutto il mondo per tentare di capire come l'alimentazione inuenzi la malattia.
«Gli esseri umani» spiega Berrino «nel corso della loro storia hanno seguito le diete più varie. In genere però
hanno avuto a disposizione quantità ridotte di cibo, quasi sempre a prevalenza vegetale, assunto in parallelo
a una intensa attività fisica. Oggi viviamo in una condizione unica nella storia: siamo sedentari e disponiamo
di cibo a volontà, spesso troppo rafnato e sbilanciato verso alimenti ipercalorici e iperproteici. Non c'è da
sorprendersi se questa inedita condizione aumenti la frequenza di alcune malattie, compresi i tumori,
altrimenti, in parte, evitabili: forse un 20-30 per cento dei casi di cancro hanno una causa alimentare. Per
massimizzare le possibilità di prevenirli e, nel caso, curarli, oltre a tornare a essere fisicamente attivi, è
fondamentale trovare una dieta adatta alla particolare condizione in cui viviamo. Non c'è bisogno di cercare
lontano, è ormai riconosciuto che questa dieta "ideale" si avvicina molto a quella tradizionale mediterranea».
Però è molto difcile individuare con certezza legami fra cibo e specifiche malattie, perché gli uomini vivono a
lungo, mangiano di tutto, variano la dieta nel tempo e sono esposti a molte cause di malattia. «Questo è vero,
e spiega anche perché studi diversi sugli stessi temi arrivino talvolta a risultati opposti. Per questa ragione ho
considerato in particolare le ricerche meglio organizzate, fatte su campioni grandi e per periodi lunghi, come
l'europea Epic: questa dagli anni Novanta segue lo stato di salute di 500 mila persone che non solo riportano
che cosa mangiano ogni giorno ma, in parte, si sottopongono anche a esami periodici di laboratorio. Dai dati
di Epic, e di analoghe ricerche americane, sono derivate conclusioni interessanti, di cui si è parlato molto
poco». Anche sulla prevenzione dei tumori? «È stato uno dei temi principali. Prima erano pochissimi i fattori
di rischio "certi", per esempio erano note le correlazioni tra fumo e tumore ai polmoni e amianto e
mesoteliomi. Oggi, grazie a queste ricerche, siamo in grado di associare con precisione il richio di tumori con
alcune abitudini alimentari. Per esempio, l'uso di alcol aumenta di circa cinque volte il rischio di tumori del
tratto superiore degli apparati digestivo e respiratorio, troppa carne rossa o conservata è associata a un
raddoppio del rischio di tumore dello stomaco e del colon, troppi latticini sono associati al tumore della
prostata, mentre 50 grammi di zucchero al giorno fanno crescere di 1,4 volte il rischio di tumori al fegato e lo
stesso tumore sembra favorito anche da un forte consumo di latticini. Al contrario è confermata l'azione
protettiva di alcuni cibi: frutta e verdura, ricchi di antiossidanti, limitano i danni al Dna indotti dai radicali liberi,
riducendo l'incidenza di quasi tutti i tumori, mentre le fibre vegetali, ma anche i latticini e il pesce, proteggono
dal tumore del colon e la vitamina C da quello dello stomaco. Flavonoidi e fibre riducono il rischio di cancro al
seno, la vitamina D quello della leucemia linfatica cronica. Più in generale, si sono trovate molte connessioni
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
34
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
scienze PIATTI SALUTARI
03/04/2015
Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015
Pag. 66
(diffusione:687955, tiratura:539384)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
35
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
fra obesità e cancro: chi supera il peso ideale si ammala di più di tumori al fegato, al colon, al seno,
all'esofago e alla colecisti». Ma che c'entra l'obesità con i tumori? «L'obesità è spesso associata alla
sindrome metabolica, vera epidemia dei nostri tempi, cioè la presenza di almeno tre di queste alterazioni:
accumulo di grasso addominale, pressione alta, glicemia, trigliceridi alti, colesterolo HDL basso. Questa
condizione, oltre a portare a un grande aumento del rischio di diabete e di malattie cardiocircolatorie,
favorisce anche i tumori, perché l'eccesso di glucosio nel sangue ne aiuta lo sviluppo. Le cellule tumorali,
infatti, hanno questo zucchero come fonte di nutrimento. Il grasso addominale è pericoloso invece perché
induce uno stato cronico di infiammazione, che favorisce la proliferazione cellulare. Persone con
infiammazione cronica, rivelata da alti livelli ematici di proteina C reattiva, sono risultate più a rischio per molti
tumori, compresi i più difusi, come quelli del colon, del seno, della prostata e del polmone. Lo stato
infiammatorio, inoltre, peggiora la prognosi». A proposito di prognosi, lei ha cercato di delineare anche una
dieta da afancare alla cura dei tumori. «Sì, ma è bene specificare che prima di tutto è fondamentale seguire
le indicazioni degli oncologi, intervenendo con chirurgia, chemio e radioterapia. La dieta può però essere
d'aiuto, ed è molto strano che la moderna oncologia trascuri quasi completamente questo aspetto. Per
esempio, come detto prima, il fatto che il tumore "ami" il glucosio dovrebbe indurci ad "afamarlo" tenendo
bassa la glicemia, e di riesso anche l'insulina, che induce la crescita cellulare: per questo meglio ridurre
zuccheri e farine rafnate. Così come occorre ridurre latticini e proteine animali, perché aumentano i fattori di
crescita cellulare e lo stato infiammatorio indotto dal tumore, mentre possono essere utili alimenti, come le
cipolle, i mirtilli o il riso integrale, che riducono l'infiammazione. Possono servire anche, come dimostrato da
alcuni studi su animali, brevi periodi di digiuno, uno o due giorni a settimana prima delle cure: fanno calare
glicemia, insulina e fattori di crescita, aumentando l'efcacia delle terapie». Far digiunare e tagliare le proteine
in malati come quelli di tumore, che spesso dimagriscono fortemente, non troverà d'accordo molti suoi
colleghi. «Molti non sono d'accordo, infatti. Ma gli studi che cito nel libro suggeriscono il contrario: non
propongo certo di afamare i malati, ma solo di non sovralimentarli e di sostituire le proteine da carne rossa e
latticini con quelle che vengono da pesce, cereali integrali e legumi, evitando così di aumentare i fattori di
crescita cellulare e lo stato infiammatorio». E la frutta? «La frutta, con i suoi antiossidanti che contrastano
l'azione mutagena dei radicali liberi, è importante nella prevenzione dei tumori. Ma quando ci si cura da un
cancro troppa frutta può rendere le terapie meno efcaci, perché chemio e radioterapia producono esse stesse
radicali liberi, che uccidono le cellule tumorali. Alcuni frutti, poi, come agrumi, banane, kiwi, pomodori sono
anche ricchi di poliammine, che stimolano la crescita cellulare». Per concludere, la dieta «moderna» secondo
lei è nociva. Ma non è quella che, in fondo, ha consentito a un numero mai così abbondante di persone di
superare gli 8090 anni? Non pare che farine rafnate, zucchero, salumi o abbondanti proteine animali siano
stati così deleteri. «Quel che tiene in vita gli anziani di oggi non è la dieta attuale, bensì i farmaci che ne
correggono gli efetti nocivi: il solo diabete assorbe quasi il 10 per cento delle spese sanitarie europee. Inoltre
chi oggi è vecchio ha seguito per gran parte della sua vita diete molto più parche e sane di quelle proposte
dall'attuale industria alimentare, svolgendo più attività fisica e vivendo in ambienti in genere meno inquinati.
Bisognerà vedere cosa accadrà alle generazioni attuali, esposte fin dall'infanzia a un eccesso di cibo
industriale, proteine animali, carni conservate e zuccheri rafnati, e spesso, purtroppo, sovrappeso fin da
giovani: purtroppo non esistono studi che chiariscano a quale età un'alimentazione sbilanciata cominci a
inuire su malattie e mortalità. Nel dubbio consiglierei di migliorare la dieta nostra e dei nostri figli, secondo le
indicazioni che arrivano dalla scienza». Alex Saragosa DAVID MALAN / GETTY IMAGES, © MICRO
DISCOVERY/CORBIS, CORBIS
RISO INTEGRALE CAVOLO E NOCI FIN DALL'INFANZIA n lieve stato infammatorio è la condizione
normale dell'organismo, continuamente preso d'assalto da inquinanti e microrganismi, ma quando questo
stato supera certi livelli, per esempio a causa dell'obesità, diventa uno stimolo allo sviluppo dei tumori e un
ostacolo alla cura» dice il nutrizionista Paolo Bellingeri, autore di La dieta nel tumore (Edizioni tecniche
nuove, pp. 214, euro 16), con informazioni scientifiche ma anche un buon numero di ricette. «La lista degli
03/04/2015
Il Venerdi di Repubblica - ed. N.1411 - 3 aprile 2015
Pag. 66
(diffusione:687955, tiratura:539384)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
36
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
alimenti che ofrono benefci è lunga. Oltre ai ben conosciuti effetti positivi degli antiossidanti di frutta, verdura,
olio d'oliva, cereali integrali e degli omega 3 di pesce e semi di lino, hanno un potente effetto antinfiammatorio
e antitumorale anche riso integrale, cavolo, cipolla, aglio, curry, zenzero, frutti di bosco, noci e mandorle.
Validi anche rosmarino, timo e basilico. L'assunzione deve essere quotidiana, e l'ideale sarebbe partire dalla
gravidanza: in questo modo gli effetti si imprimeranno nel Dna del piccolo, e ne godranno anche le
generazioni future».
OSTEOPOROSI
PREVENIRE L'OSTEOPOROSI? MENO LATTICINI E PIÙ SPORT
ranco Berrino dedica un capitolo del suo libro all'osteoporosi. La cui causa principale, sostiene, è la vita
sedentaria: le ossa degli arti inferiori sono irrobustite dalla gravità (il peso), quelle degli arti superiori dal
lavoro muscolare, le vertebre dai carichi portati sulle spalle. Invece, dice Berrino, il consumo di latte, yogurt e
integratori di calcio non serve. «Nessuno studio serio ha mai trovato una correlazione fra alto consumo di
latticini e riduzione di fratture da osteoporosi. Si sa invece, ma non si dice, che assumere troppe proteine
aumenta il rischio di osteoporosi, perché le proteine acidifcano il sangue e fanno rilasciare calcio dalle ossa.
Latte e derivati contengono sì calcio, ma anche tante proteine, quindi i due efetti si annullano. Contro
l'osteoporosi la cosa importante è fare attività fsica regolare, avere vitamina D nel sangue, anche usando
integratori, e assumere calcio da verdure e semi, che non acidifcano il sangue».
ALZHEIMER
DIECI CIBI AMICI PER MANTENERE GIOVANE IL CERVELLO
bridando la dieta mediterranea con la dieta Dash, che è stata pensata per ridurre l'ipertensione,
l'epidemiologa Martha Clare Morris, della Rush University, ha elaborato Mind, un regime alimentare pensato
per contrastare il rischio del morbo di Alzheimer. Come la dieta mediterranea, Mind prevede un largo uso di
cibo vegetale e pesce e, in particolare, si basa su dieci cibi «amici del cervello»: insalate, verdure, noci, mirtilli
e altre bacche, fagioli, cereali integrali, pesce, pollo, olio di oliva, mentre vanno ridotti al minimo carni rosse,
sale, burro, margarina, formaggio, dolci e cibo fritto. È stata provata per nove anni su un gruppo di 923
anziani di Chicago. Risultato: quelli che avevano seguito con più attenzione Mind hanno sviluppato la metà
dei casi di Alzheimer del resto del campione, mentre anche solo un'adesione moderata alla dieta ha
comunque abbassato di un terzo il rischio di ammalarsi.
Foto: Sotto, Franco Berrino , 71 anni, che fno alla pensione ha diretto il Dipartimento di medicina preventiva
dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano, e il suo libro Il cibo dell'uomo. La via della salute tra conoscenza
scientifca e antiche saggezze
Foto: A destra, tumore al colon visto al microscopio: mangiare troppa carne rossa farebbe raddoppiare il
rischio di ammalarsi di questa patologia
Foto: Il grasso addominale porta a uno stato cronico di infammazione che favorisce il cancro
03/04/2015
L'Espresso - ed. N.14 - 9 aprile 2015
Pag. 11
(diffusione:369755, tiratura:500452)
Guerre ideologiche sulla pelle delle donne
La "pillola dei cinque giorni" senza ricetta. È un piccolo passo avanti. In un paese dove la libertà femminile è
ancora troppo spesso negata
Roberto Saviano
IL CORPO DELLE DONNE è terreno di scontro. Lo è ovunque. Lo è quando sono oggetto di violenza,
quando vengono maltrattate, stuprate e poi incolpate di essere le uniche responsabili. Lo è quando si parla di
anticoncezionali, anzi soprattutto quando si parla di anticon cezionali. Lì il corpo della donna diventa
elemento "biologico", carne morale o immorale, presa nel suo archetipo e mai davvero valutata nella sua
complessità. La donna deve... La donna non può... La donna dev'essere in grado di... inizia no così sempre i
commenti. Donna come categoria mediatica, dove i media sono ormai sempre meno in grado di accogliere
una reale rifessione sulla donna. La notizia di questi giorni è di quelle importanti: l'anticoncezionale orale,
ovvero la pillola dei cinque giorni dopo, potrà essere richiesto in farmacia senza ricetta medica e senza
doversi sottoporre a test di gravidanza, l'unico requisito sarà la maggiore età. L'Aifa (Agenzia italiana del
farmaco) ha preso una decisione a metà strada da quella proposta dall'Ema (European medicines agency)
che non prevede prescrizione per nessuno, senza limiti di età, e il parere del Consiglio su periore di sanità
che suggerisce invece la prescrizione obbligatoria per tutti. Il direttore dell'Aifa, Luca Pani, ha detto che il
limite della maggiore età esiste per tutelare le più giovani dal mo mento che in Italia «in ogni momento in
ospedali e consultori» esiste la possibilità di prescrivere la pillola. È vero, esiste questa possibilità, ma viene
di fatto rispettata? No. Sono proprio le minorenni a subire le pressioni maggiori quando decidono di
interrompere una gravidanza. Spesso le pressioni non arrivano dalle famiglie, che talvolta condividono,
quando avvisate, lo stato di smarrimento della minorenne che magari ha altri progetti per la propria vita che
avere un fglio a 15 anni. Le fa miglie pensano a studio, carriera, alla possibilità che un fglio arrivi in un
momento di maggiore consapevolezza. Ma è proprio nelle strutture pubbliche, dove le linee guida sono
spesso dettate più che dalla volontà della paziente, dall'orien tamento religioso di medici e assistenti sociali,
che si decide talvolta di portare avanti gravidanze più per senso di colpa che per consapevolezza. CONTRO
LA POSSIBILITfi di poter acquistare in farmacia la pillola dei cinque giorni dopo senza prescrizione, a riprova
di quanto dico, c'erano soprattutto i medici cattolici, per i quali si tratterebbe di "aborto mascherato" e il parere
del ministro Beatrice Lorenzin, contrario alla vendita senza prescrizione per un possibile abuso del farmaco.
Ancora una volta "la donna" come categoria, e non un dibattito che preveda consapevolezza, razionalità,
capacità di decisione. Togliere la pos sibilità di decidere, questa era la proposta del ministro Lorenzin sulla
"necessità di prescrizione" del farmaco. Ma parlare di aborto mascherato e abuso del farmaco vuol dire non
farsi scrupolo nel voler determinare il corso delle vite altrui. In Italia l'aborto è lega le, ma in molte strutture
(soprattutto) del Sud Italia mancano medici abortisti. C'è sempre chi mi risponde che anche obiettare è un
diritto. Concordo. Ma spetta alle aziende ospedaliere stilare una lista dei medici non obiettori e fare in modo
che il territorio sia coperto da un servizio che per legge è un diritto. Al Sud ancora è diffcile accedere alle liste
d'attesa per la fecondazione eterologa perché il non detto è: se non puoi pro creare è per volontà di Dio.
QUESTI RAGIONAMENTI , ancor più, se mascherati da fnto paternalismo, sono inaccettabili. Sono, ancora
una volta, espressione di una società che non esita a mortifcare, con i mezzi che ha a di sposizione, la
donna. L'invito è a evitare di parlare in nome delle donne e far parlare le donne. L'Italia è un paese vecchio e
sterile, e non perché si praticano aborti o avvengono divorzi, inutile dare colpa ai diritti per manometterli. Se si
vuol aiutare le famiglie a non implodere e le donne a non abortire si parta da progetti sociali, si parta dal
lavoro, si parta dalle strategie fscali. La pillola dei 5 giorni dopo è uno strumen to che va nella direzione della
gravidanza come scelta e non come "accadimento" e per fortuna l'ostruzionismo espressione dell'anima più
retrograda del nostro paese questa volta non ha vinto. Anche se le minorenni sono lun gi dall'essere tutelate:
non sarà una ricetta medica a sopperire a un dibattito che in Italia chi sa per quanto tempo ancora mancherà.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
37
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'antitaliano
03/04/2015
L'Espresso - ed. N.14 - 9 aprile 2015
Pag. 11
(diffusione:369755, tiratura:500452)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
www.lespresso.it
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
38
03/04/2015
L'Espresso - ed. N.14 - 9 aprile 2015
Pag. 82
(diffusione:369755, tiratura:500452)
Alle cuffiette non rinuncio nemmeno quando dormo
Carola Frediani
AURICOLARI Anche chi è abituato a indossare ovunque le cuffette trova un limite fsico nel letto. E si stanno
diffondendo dei modelli pensati appositamente per chi vuole usarli mentre appoggia la testa di lato. Come gli
auricolari Bedphones prodotti da StackSocial, che essendo morbidi e sottili sono pensati per "scomparire" tra
l'orecchio e il cuscino, e presentati come cuffe per dor mire. Anche perché sono sempre di più le persone che
prima di abbandonarsi al sonno amano ascoltare non solo musica, ma anche podcast per la meditazione o
programmi audio pensati apposta per rilassarsi. Eppure, un uso eccessivo delle cuffe è sconsigliato dall'Orga
nizzazione mondiale della sanità, secondo la quale un numero crescente di giovani rischia di avere danni
all'udito. La raccomandazione è dunque quella di tenere basso il volume di ciò che si ascolta e di limitare
anche l'utilizzo quotidiano di dispo sitivi con auricolari.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
39
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
News Scienze&Tecno / IPod mania
03/04/2015
Corriere della Sera - Sette - ed. N.14 - 3 APRILE 2015
Pag. 107
Gli antibiotici «buttano giù»?
Mito da sfatare, anche se alcuni possono ridurre le difese immunitarie e altri hanno effetti collaterali non
trascurabili
/ di Luigi Ripamonti
Come ti vedo stanco»! «Per forza, dopo una settimana di antibiotici, come vuoi che stia?». Beh, intanto vivo,
e con ogni probabilità stanco per la malattia da cui l'antibiotico ti ha guarito. Fra i vari miti della medicina
popolare uno fra quelli di maggior successo attribuisce agli antibiotici la mirabolante capacità di abbattere le
energie di chiunque, fosse anche Mike Tyson. «Tutte storie, li ho presi ed ero davvero uno straccio». Già,
peccato che probabilmente chi obietta li ha presi magari per una settimana, per un'infezione batterica, con
febbre altra, disidratazione consistente e ovvia mancanza di appetito: la spossatezza era sicuramente colpa
degli antibiotici no? «Già, però il mio intestino....». In questo caso l'obiezione è accolta: gli antibiotici alterano
la fora intestinale, cioè i milioni di batteri "buoni" con cui conviviamo in perfetta sintonia e che fanno un sacco
di lavoro utile per noi. Effettivamente gli antibiotici passando "di lì" non è che stiano a fare troppe distinzioni
fra buoni e cattivi, col risultato che... la disidratazione aumenta e se uno perde liquidi diffcilmente poi si
sentirà un leone. Sì, però, ancora una volta, non ci raccontiamo che non ci avevano avvertiti che il rimedio
fosse a portata di farmacia sotto il nome di "fermenti lattici", preparati che servono proprio a evitare, o almeno
a limitare, questa seccatura. Finita qui? Troppo facile. «Mio marito ha preso gli antibiotici e si sentiva i
muscoli a pezzi». Una curiosità, signora: «Non è che suo marito prende anche farmaci per abbassare il
colesterolo?». Perché se la risposta è sì la spiegazione è banale: alcuni antibiotici, non tutti, possono
aumentare la concentrazione di questi farmaci (le statine) e dare qualche problema muscolare. Ed è soltanto
una delle numerose, possibili, interazioni degli antibiotici con altri farmaci o anche altre erbe o persino con
bevande, come il succo di pompelmo. Il segreto per evitarle? Farsi sempre prescrivere gli antibiotici dal
medico e ricordarsi di raccontargli quali altre medicine si stanno assumendo: il dottore potrà indicare
l'antibiotico più adatto o almeno avvertire che, sì, qualche disturbo potrebbe verifcarsi, ma se lo si sa prima è
un'altra storia. Attenti al medico. Detto questo, va riconosciuto che alcuni antibiotici possono ridurre
transitoriamente le capacità difensive del sistema immunitario», sottolinea il professor Francesco Scaglione,
già presidente della Società italiana di Chemioterapia e direttore della scuola di specialità in Farmacologia
clinica dell'università degli Studi di Milano, «ma è anche vero che ce ne sono alcuni capaci di stimolare il
sistema immunitario». E va anche ricordato anche che alcuni antibiotici hanno effetti collaterali tosti, e i
medici li conoscono (o almeno dovrebbero) e li usano (o almeno dovrebbero usarli) solo e se quando
necessario. Oppure ci sono antibiotici che non danno problemi in generale ma, per esempio, non vanno
utilizzati nei bambini, oppure in chi ha fegato o reni non troppo in forma. Insomma la faccenda è un po'
complicata e non a caso gli antibiotici possono essere prescritti dopo aver studiato sei anni medicina. Ma che
"buttino giù" tout court è un mito da sfatare.
Foto: Alcuni antibiotici non danno problemi in generale,manon vanno utilizzati da chi ha fegato o reni non
troppo in forma
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
40
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Piaceri&Saperi Detti & Contraddetti
03/04/2015
Corriere della Sera - Sette - ed. N.14 - 3 APRILE 2015
Pag. 56
Una terapia che fa scalpore
Marijuana somministrata ai bambini. I risultati? Positivi, ma creano polemiche
Nove bambini affetti da epilessia e ricoverati al Children's Health Center della capitale polacca sono stati
sottoposti a una terapia sperimentale a base di marijuana. I risultati? Incoraggianti, anche se il campione di
piccoli pazienti sottoposti al test è numericamente piccolo, ha detto il dottor Marek Bachanski, uno dei medici
coinvolti nell'esperimento. Neuroscienziato del Dipartimento di neurologia ed epilettologia di Varsavia,
Bachanski ha raccontato nel dettaglio l'esperienza con il primo bambino al quale è stata somministrata la
droga: Maks, 5 anni, soffriva dai 200 ai 300 attacchi di epilessia al giorno. Da settembre dello scorso anno ha
iniziato la terapia con la marijuana e oggi gli attacchi si sono ridotti del 90 per cento. Risultati meno eclatanti
ma altrettanto signifcativi sono stati riscontrati anche sugli altri pazienti. Contro i benefci ottenuti, gli effetti
collaterali riscontrati, ha detto il medico, sono stati minimi, solo un po' di apatia e un po' di affaticamento.
Come è facile immaginare, la notizia dei test effettuati sui bambini - i cui genitori erano naturalmente tutti
consenzienti - ha scatenato polemiche e critiche. In Polonia, l'uso della marijuana per scopi medici non è mai
stato reso legale da una specifca legge e i sanitari che vogliono utilizzarla sui loro pazienti devono sottostare
a un rigido protocollo - nel quale, tra l'altro, l'identità di ogni singolo malato deve essere dichiarata -,
sottoposto all'approvazione del ministero della Sanità. Il quantitativo di marijuana ritenuto necessario viene
poi importato dall'Olanda. Un meccanismo complicato che fa perdere tempo, secondo l'ex ministro della
Sanità Marek Balicki, che ha fatto sentire la sua voce accanto a quella dei critici auspicando che la Polonia si
doti di una nuova legge che snellisca le procedure per l'uso della droga a fni medici. «Se vogliamo parlare di
diritto alla salute, allora dobbiamo rendere la marijuana disponibile a chi ne ha bisogno», ha poLonia
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
41
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Europa / di Donatella Bogo
03/04/2015
Viver Sani e Belli - ed. N.15 - 10 aprile 2015
Pag. 12
(diffusione:178924, tiratura:864000)
Obesità Arriva la pillola per combatterla
a cura di Maura Prianti
Sarà in vendita in farmacia entro la fine dell'anno, perché la Commissione europea ne ha da poco autorizzata
la vendita nei 28 Paesi Ue. Si tratta di un farmaco (il suo principio attivo è il liraglutide 3 mg) in grado di
combattere l'obesità e il forte sovrappeso. Attenzione, però: questa non è la pillola magica che fa perdere chili
in più senza sacrifici. Il medicinale deve essere sempre prescritto da un medico e deve essere affiancato da
una dieta con poche calorie e da un programma di attività fisica. Da rispettare entrambiI Il medicinale, già in
vendita in Usa e in Canada, è utile anche per le persone obese che soffrono di altre malattie, come: diabete,
ipertensione, dislipidemia o apnee ostruttive durante il sonno. In questi malati perdere i chili in più non è solo
un problema estetico, ma può migliorare molto il loro stato di salute generale.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
42
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
le buone notizie
03/04/2015
Viver Sani e Belli - ed. N.15 - 10 aprile 2015
Pag. 88
(diffusione:178924, tiratura:864000)
LE FARMACIE AMICHE DEI VEGANI
Esistono solo da un anno. Rispondono all'esigenza, sempre più sentita, di dare consigli e risposte a chi
segue questa filosofia di vita
Servizio di Laura Raimondi.
Nel 2014 hanno aperto in Italia le farmacie per vegetariani e vegani, in linea con l'attenzione etica e salutista
che spinge sempre più persone a rifiutare i prodotti di derivazione animale. Ma perché sono state pensate
delle farmacie proprio per loro? Vediamo di scoprirlo. Una scelta etica I vegetariani non consumano carne ma
possono nutrirsi con i derivati animali, come latticini e uova; i vegani, invece, evitano anche tutti i prodotti di
origine animale, incluso per esempio il miele, basandosi essenzialmente sul consumo di legumi, cereali e
frutta. * Ma "essere veg" non è solo una scelta alimentare poiché spesso è legata a motivi etici. E anche una
filosofìa e uno stile di vita: nessun animale deve essere sfruttato o ucciso non solo per "dare" nutrimento, ma
anche per produrre abiti, tinture, cosmetici e farmaci.!!? NON CE UNA '' MANIA '' DI OGGI Pare che i filosofi
Socrate e Pitagora, e anche Ippocrati "padre" della medicina, fossero vegani, sia per motivi etiche perché
l'uccisione degli animali predispone l'u alla violenza, sia per motivazioni salutistiche. Albert Einstein, in tempi
ancora non sospetti, si rese conto che la sopravvivenza della Terra sarebbe stata legata a un'alimentazione
pressoché vegetale. LA DIFFERENZA la fa il punto vendita Non esistono medicine o prodotti omeopatici
creati apposta per i vegani. Quello che rende una farmacia "vegana" è la formazione specializzata del
personale, che deve saper consigliare sia dal punto di vista alimentare, suggerendo integratori di elementi
che scarseggiano nella loro dieta, sia dal punto di vista etico. «È UN PASSO AVANTI IMPORTANTE PER
TUTTI» Abbiamo intervistato sul tema la dottoressa Paola Lombardi, dottore in Farmacia con master in
dietetica e alimentazione vegetariana, consulente in medicina e alimentazione funzionale, docente alla
formazione Calantfia e Pharmavegana. Perché si fa questa scelta? Diventare vegani può essere dettato da
più motivi. C'è chi si converte al "veganesimo" per ragioni etico-filosofiche e ricerca prodotti cruelty-free,
ovvero senza violenza nei confronti degli animali, non limitandosi solo all'alimentazione. Altri, per questioni
salutistiche: esistono ricerche comprovate che dimostrano la correlazione tra un eccessivo consumo di carne
rossa e i tumori all'intestino e i danni alla salute dovuti ai latticini, sia per la percentuale di grassi saturi sia per
la quantità eccessiva, secondo alcuni studiosi, di ormoni e antibiotici somministrati all'animale. Altri ancora
per tutelare l'ambiente: il consumo di carne a livello mondiale è in continua espansione e questo ha inciso
sull'equilibrio ambientale attraverso l'aumento dei rifiuti e lo spreco di risorse come acqua ed energia. Perché
è importante avere una figura di riferimento? Il farmacista "veg-friendly", che si specializza con corsi di alta
formazione diventando anche consulente, può essere importante non solo per i vegani, ma per chiunque
voglia approfondire il mondo farmacologico e alimentare. Il farmacista che consegue questo tipo di
abilitazione rappresenta un valido aiuto per il consumatore, non solo per quanto riguarda farmaci e prodotti
erboristici, ma anche per l'integrazione delle sostanze che non assumiamo con la semplice alimentazione,
fornendo una visione a 360° L'obiettivo è di orientare un comportamento alimentare finalizzato alla
prevenzione. Quali sono i componenti nei farmaci non adatti ai vegani? Tra i farmaci più comuni si trova
spesso il lattosio, eccipiente diffuso soprattutto negli antibiotici o nelle pillole anticoncezionali e che viene
estratto dal caglio vaccino. La gelatina perché è ottenuta da ossa e pelle dell'animale (generalmente da
bovini e suini) e il magnesio stearato, ricavato dal grasso di animali come pecore e suini, usato come
lubrificante nelle compresse solubili.
Farmaci
?prodotti erboristici & Co È importante fare una distinzione tra farmaci e prodotti erboristici: ogni nuova
molecola chimica deve essere per legge obbligatoriamente testata su animali. Tuttavia, anche parafarmaci
più semplici possono avere qualche collegamento con gli animali e quindi non essere adatti ai vegani: per
esempio, la propoli non è cruelty free (letteralmente "libera da crudeltà") perché per la sua produzione è
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
43
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ECO FAMIGLIA
03/04/2015
Viver Sani e Belli - ed. N.15 - 10 aprile 2015
Pag. 88
(diffusione:178924, tiratura:864000)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
44
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
sfruttato il lavoro delle api. * Tra i vari processi di produzione dei farmaci, parafarmaci e prodotti omeopatici,
solo il produttore può certificare come siano stati realizzati. * Tra i "farmaci da banco" esistono probiotici e
integratori che non sono derivati dal mondo animale, ma spesso il farmacista non è informato e non può
aiutare chi, come i vegani, ha esigenze di questo tipo.
LE INIZIATIVE GIÀ ATTIVE Pharmetics Pharmavegana E un progetto presentato nel 2014 dall'Associazione
vegani italiani onlus (e sponsorizzato da Sitar, specializzata in prodotti di medicina naturale) per creare un
network di farmacisti specializzati soprattutto per vegani e vegetariani. S Offre corsi formativi ai farmacisti
che, dopo un percorso di quattro anni di studi e il conseguimento di un patentino identificativo, saranno in
grado di orientare i consumatori nell'acquisto di prodotti adatti alle loro esigenze, che non impiegano derivati
animali nel loro processo di produzione. E una community virtuale per un "modo etico di fare farmacia", che
collega professionisti del settore, studenti, associazioni e divulga articoli per il pubblico. Il farmacista è visto
come un punto di riferimento per la prevenzione e il rispetto dell'ambiente. I vegani, non consumando prodotti
di derivazione animale, devono integrare soprattutto la vitamina B12, indispensabile per la salute di cellule
nervose e globuli rossi, che può essere sintetizzata da batteri, funghi e alghe. ^ Inoltre, dato che i vegani
generalmente consumano più frutta secca e semi oleaginosi, tendono ad avere un rapporto sbilanciato tra
omega 3 e omega ó: sarebbe opportuno preferire noci, olio di canapa o olio di lino rispetto ad altri semi
(zucca, girasole, sesamo...), f' Altre vitamine da integrare sono la vitamina D, responsabile del metabolismo
del calcio nelle ossa, lo zinco, che si può assumere da diversi legumi (ceci specialmente) e dai semi di zucca,
il ferro contenuto soprattutto nelle lenticchie. È importante prevenire anche la carenza di calcio.
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 14
(diffusione:39903, tiratura:40255)
PROFILASSI dell'EMICRANIA con POTENZIATORI METABOLICI
II ruolo del Coenzima Q10
Piero Barbanti, Serena Piroso
L'emicrania è il prodotto dell'interazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali e si caratterizza per
un'abnorme elaborazione cerebrale intercritica delle informazioni sensoriali e nocicettive. Montagna fu il primo
a descrivere interessanti correlazioni tra emicrania e malattie del metabolismo mitocondriale, enfatizzando la
presenza di cefalea migraine-like in pazienti con patologie mitocondriali e di alterazioni istochimiche tipiche
delle mitocondriopatie negli emicranici (2,3,4,18,22). Da tali considerazioni sono derivati negli anni studi di
base e farmacologici che hanno portato oggi all'impiego terapeutico di sostanze (potenziatori metabolici) in
grado di potenziare la fosforilazione ossidativa mitocondriale nella terapia dell'emicrania. Il cervello
emicranico manifesta una condizione d'ipereccitabilità con aumentata suscettibilità alla conica! spreading
depression, eccesso di trasmissione glutammatergica e disfunzione dei meccanismi neuronali di modulazione
della concentrazione ionica. Il paziente emicranico presenta in condizioni intercritiche un deficit del fenomeno
neurofisiologico dell'abitudine nel processamento dell'informazione: ciò comporta un'eccessiva reattività delle
aree corticali sensoriali a fronte di stimoli ripetuti. La causa viene imputata a una disritmia talamo-corticale
conseguente a deficit della trasmissione monoaminergica (13). L'emicranico presenta pertanto come tratto
distintivo un maggiore dispendio energetico cerebrale in condizioni basali rispetto al soggetto sano. A questa
peculiarità si associa, paradossalmente, un deficit del metabolismo energetico neuronaie sia in fase ictale che
intendale, condizione che sta alla base del concetto di soglia emicranica: l'emicranico si trova stabilmente in
una condizione ipoenergetica cerebrale facilmente scompensabile di fronte ad aumentate richieste di
controllo omeostatico prodotte da variazioni dell'ambiente interno (es: stress, ormoni) o esterno (es: clima)
all'organismo (20). Il risultato è lo scatenamento dell'attacco a seguito di stimoli non dolorosi. Secondo recenti
vedute, questo deficit energetico sarebbe responsabile dello shift del metabolismo della tirosina dalla sua
fisiologica idrossilazione (che conduce alla produzione di catecolamine) verso la sua decarbossilazione, con
produzione di amine elusive quali tiramina, octopamina, sinefrina, provocando così una sorta di regressione
metabolica verso forme più arcaiche di neurotrasmissione. Tale sbilanciamento di neurotrasmettitori e
neuromediatori nelle sinapsi dopaminergiche e noradrenergiche della paia matrix attiverebbe il sistema
trigeminale scatenando l'attacco (20). MITOCONDRI ED EMICRANIA La principale funzione dei mitocondri è
la produzione energetica attraverso la catena respiratoria. Altre funzioni includono la produzione di derivati
reattivi dell'ossigeno (ROS), la regolazione dell'apoptosi e dell'omeostasi del calcio. I mitocondri giocano un
ruolo nel controllo del tono vasale attraverso la regolazione della concentrazione intracellulare dello ione
calcio e dei ROS. In questo processo sembra essere coinvolto l'ossido nitrico (NO), potente vasodilatatore a
sua volta legato dalla citocromo-ossidasi (COX). conosciuta anche come complesso IV della catena
respiratoria. Quando la COX è prodotta in abbondanza può verificarsi un sequestro di NO con inibizione della
vasodilatazione. L'encefalo, tessuto altamente dipendente dal metabolismo ossidativo, risulta severamente
danneggiato nelle malattie mitocondriali, patologie relativamente frequenti con una prevalenza di 1/5.000. La
frequenza delle 10 mutazioni patogenetiche del DNA mitocondriale più conosciute nella popolazione generale
è pari a circa 1/200, suggerendo che individui con fenotipo normale possano essere portatori di mutazioni a
rischio, clinicamente manifeste solo in determinate condizioni di stress. Diverse evidenze sperimentali
suggeriscono che una disfunzione mitocondriale possa contribuire alla patogenesi di almeno alcuni tipi di
emicrania attraverso un alterato metabolismo ossidativo (3,14,18,22). La corticalspreadingdepression, base
neurofisiopatologica dell'aura emicranica. deriva da una disfunzione del ricambio neurotrasmettitoriale e da
un'instabilità della membrana neuronaie, fenomeni entrambi legati al metabolismo energetico. Il riciclo dei
radicali liberi risulterebbe alterato in pazienti con emicrania cronica, come suggerito dall'accumulo di ione
ferroso a livello del troncoencefalo. Un importante contributo alla conoscenza del metabolismo mitocondriale
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
45
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
TERAPIA
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 14
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
46
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
nell'emicrania è derivato dagli studi di risonanza magnetica spettroscopica (1). Essi hanno evidenziato nel
cervello emicranico un alterato rapporto tra i livelli intracellulari di fosfocreatina e di fosfato inorganico (indice
di minore disponibilità energetica cellulare), una minore concentrazione encefalica di N-acetil-aspartato
(marker d'integrità neuronaie prodotto esclusivamente a livello dei mitocondri neuronali) e una riduzione Idel
picco di colina a livello del talamo. Si ritiene che disfunzioni mitocondriali e anomalie del metabolismo
energetico mitocondriale delle piastrine del paziente emicranico siano responsabili di aumentate
concentrazioni di oftraceamina, sucastiramina, octopamina e sinefrina, neuromodulatori implicati
nell'alterazione della soglia del dolore (20). Gli emicranici presentano inoltre concentrazioni ematiche di
lattato e piruvato significativamente maggiori rispetto ai soggetti sani per via di una ridotta utilizzazione nel
ciclo di Krebs del piruvato. ridotto a lattato dalle lattato-deidrogenasi. Un aumento dei livelli ematici e liquorali
di lattato, marker di malattia mitocondriale indicante un difetto del metabolismo ossidativo, è stato riscontrato
negli emicranici durante gli attacchi. All'aumento della concentrazione di lattato contribuisce anche un
aumento del consumo di glicogeno e dell'attività glicolitica nei tessuti con un difetto del metabolismo
aerobico. È stato suggerito che mutazioni del DNA mitocondriale possano avere un ruolo nella patogenesi
dell'emicrania e della sindrome del vomito ciclico (14). Tuttavia, gli studi sono risultati finora negativi
verosimilmente per ragioni diverse: a) le malattie mitocondriali sono eteroplasmiche e varie proporzioni di
DNA normale e mutato coesistono in diversi tessuti; b) nei pazienti oligosintomatici la proporzione di DNA
mutato potrebbe essere molto bassa, così come potrebbe essere più alta in cellule che non si dividono
attivamente, come i neuroni; e) è possibile che l'emicrania possa essere associata a mutazioni del DNA
mitocondriale non ancora identificate o a mutazioni del DNA nucleare che influenzino la produzione di energia
a livello dei mitocondri. Una disfunzione mitocondriale può ridurre la soglia di scatenamento di un attacco
emicranico attraverso diverse modalità. Innanzitutto le aree corticali a ridotta riserva metabolica mitocondriale
dopo stimoli esogeni possono andare incontro a un deficit energetico che può accelerare l'aumento della
concentrazione dei lattati normalmente indotto dall'attività neuronaie con possibile attivazione del sistema
trigemino-vascolare. Inoltre, un difetto del metabolismo ossidativo mitocondriale nel nucleo trigeminale o nel
troncoencefalo potrebbe influenzare il processamento degli input nocicettivi (10). La presenza di anomalie
strutturali mitocondriali nelle cellule della parete dei vasi meningei potrebbe spiegare la loro iperresponsività a
stimoli esogeni. I POTENZIATORI METABOLICI II deficit di produzione energetica neuronaie costituisce il
razionale per l'impiego dei potenziatori metabolici nella profilassi dell'emicrania. L'esistenza di dati favorevoli
da studi randomizzati controllati ne ha valso la considerazione e il suggerimento nelle vigenti linee guida
diagnosticoterapeutiche dell'AGENAS. Il primo potenziatore metabolico studiato è stato la riboflavina. In un
trial multicentrico randomizzato su 55 emicranici alla dose di 400 mg/die per 3 mesi, essa si è dimostrata
superiore al placebo nella riduzione della frequenza degli attacchi e del numero di giorni di cefalea con un
NNT di 2,3. Un successivo studio farmacogenetico in aperto ha evidenziato nei portatori dell'aplotipo non-H
mtDNA una risposta alla riboflavina superiore rispetto agli H mtDNA, ipotizzando una associazione tra
l'aplotipo H e aumentata attività del complesso I, principale target della riboflavina (5,7). COENZIMA Q10 ED
EMICRANIA II coenzima Q10 (CoQlO) è un lipide idrofobico che agisce come carrier di elettroni a livello della
catena respiratoria (Figura 1). All'interno dei mitocondri facilita la trasformazione di grassi e zuccheri in
energia, ed è in grado di muoversi nel core idrofobico del doppio strato lipidico della membrana mitocondriale
interna trasportando un elettrone per volta dai complessi I e II al complesso III della catena respiratoria. Il
CoQlO protegge le lipoproteine e stabilizza l'endotelio mediante stimolazione del rilascio di NO, proteggendo
la membrana mitocondriale dal collassamento e impedendo l'apertura dei pori di transizione. Il CoQlO
contrasta inoltre eventi pro-apoptotici come la deplezione di ATP, il rilascio di citocromo C nel citosol,
l'attivazione della caspasi-9, la depolarizzazione della membrana mitocondriale e la frammentazione del DNA.
È inoltre un potente scavenger di radicali liberi ed esercita numerosi effetti antinfiammatori, modulando
l'espressione dell'NFKBl. Esistono due isoforme di CoQlO denominate ubichinolo, elettrondonatore, e
ubichinone, elettron-accettore. Gli elettroni rilasciati dall'ubichinolo neutralizzano i radicali liberi. La capacità
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 14
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
47
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
del CoQlO di riciclarsi da un'isoforma all'altra ne spiega l'azione protettiva su DNA, proteine e lipidi in
presenza di reazioni ossidative tossiche. I livelli di CoQlO diminuiscono con l'età, verosimilmente per ridotta
sintesi o aumentato consumo per aumentata lipoperossidazione. Sono stati condotti diversi trial clinici con il
CoQlO nella profilassi emicranica. In un primo studio in aperto su 32 pazienti con emicrania con e senz'aura,
il CoQlO (150 mg/die per 3 mesi) si è dimostrato efficace nel ridurre la frequenza degli attacchi e il numero di
giorni con cefalea con una percentuale di responders del 61,3 % (9). Un successivo trial randomizzato in
doppio cieco verso placebo su 42 emicranici ha dimostrato che la profilassi con CoQlO (300 mg/die per 4
mesi) induce una significativa riduzione di attacchi emicranici. giorni di cefalea e giorni con nausea a partire
dal 3° mese di trattamento, con una percentuale di responders del 47,6 % e un NNT di 3 (11; Figura 2). Boles
ha confrontato 22 soggetti affetti da sindrome del vomito ciclico in trattamento con CoQlO con 162 in
trattamento con amitriptilina, riscontrando in questi ultimi una percentuale di risposta solo di poco superiore al
CoQlO (72 % vs 68 %), ma con maggiore incidenza di eventi avversi (50 % vs 0 %) (15). In uno studio
crossover, randomizzato, controllato con placebo su 120 bambini e adolescenti emicranici, il CoQlO (100
mg/die per 224 giorni) ha mostrato un'efficacia superiore al placebo in termini di riduzione della frequenza
degli attacchi nelle prime 4 settimane di trattamento (16). Uno studio in aperto su 252 pazienti emicranici
pediatrici con bassi livelli di CoQlO ha dimostrato che la supplementazione di CoQlO (1-3 mg/kg/die) induce
una riduzione significativa della frequenza (P <0,0001) e della disabilità degli attacchi (P <0.001) (12).
CONCLUSIONI II deficit del metabolismo energetico mitocondriale è un tratto caratteristico del paziente
emicranico, responsabile - in associazione con la condizione d'ipereccitabilità cerebrale - della bassa soglia
per lo scatenamento del dolore cefalico per stimoli non dolorosi. Ciò rappresenta il razionale d'uso dei
potenziatori metabolici nella cura dell'emicrania. Sulla base di RCTs. le linee guida nazionali e internazionali
riconoscono che il CoQlO e la riboflavina sono strumenti efficaci, tollerabili e sicuri per la prevenzione
emicranica (23). Tali caratteristiche li rendono composti ideali per la terapia profilattica in età evolutiva e
strumenti utili per il trattamento dell'adulto. L'interesse futuro dovrà essere indirizzato su trial controllati su
casistiche più ampie e sulla possibilità di utilizzo dei potenziatori metabolici come "add-on therapy" a fianco di
trattamenti attivi sull'eccitabilità neuronaie (es: topiramato e valproato) nelle forme emicraniche più severe,
episodiche e croniche. Sarà auspicabile chiarire se i livelli di CoQlO pre-trattamento abbiano una qualche
influenza sull'efficacia della terapia e identificare al meglio il dosaggio pediatrico, attualmente stimato in 1-3
mg/kg/die (21). ^Mevalonato I- Farnesilpirofosfato Note: Acetil CoA, aceti] coenzima A; HMG CoA, idrossimetil-glutaril coenzima A
FIGURA 1. Biosintesi del Coenzima Q10baseline(i) 2 3 4
FIGURA 2. Frequenza media mensile degli attacchi emicranici nei gruppi placebo (triangoli grigi) e coenzima
Q10 (circoli neri) La riduzione della frequenza rispetto al basale è risultata significativa per il coenzima Q1O
(p=0,01), ma non perii placebo (p=0,81) Fonte: Sandor et al. 2005
BIBLIOGRAFIA 1. Chance B, Clark BJ, Nioka S, Subramanian H, Maris JM, Argov Z, Bode H. Phosphorus
nuclear magnetic resonance spectroscopy in vivo. Circulation 1985; 72 (Suppl. IV):103-10. 2. Montagna P et
al. Mitochondrial abnormalities in migraine. Preliminary findings. Headache 1988; 28: 477-480. 3. Montagna P
et al. Migrarne as a defect of brain oxidative metabolismi hypothesis. J Neurol 1989; 236; 124-125. 4.
Montagna P et al. 31P-magnetic resonance spectroscopy in migraine without aura. Neurology 1994; 44(4):
666-669. 5. Schoenen J, Lenaerts M, Bastings E. High dose riboflavin as a prophylactic treatment of
migraine: results of an open label pilot study. Cephalalgia 1994; 14:328-9. 6. Shimomura T et al. Mutation in
platelet mitochondrial gene in patients with migraine. Cephalalgia 1995; 15(Suppl 13):IO. 7. Schoenen J,
Jacquy J, Lenaerts M. Effectiveness of high-dose riboflavin in migraine prophylaxis. A randomized controlied
trial. Neurology 1998; 50: 466-70. 8. Sangiorgi S et al. Abnormal platelet mitochondrial function in patients
affected by migraine with and without aura. Cephalalgia 1994; 14:21 -23. 9. RozenTD et al. Open label trial of
coenzyme QW as a migraine preventive. Cephalalgia 2002; 22: 137-141. 10. Cao Y, Aurora SK, Nagesh V,
Patel SC, Welch KMA. Functional MRI-BOLD ofbrainstem struetures during visually triggered migraine.
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 14
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
48
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Neurology 2002; 59: 72-8. 11. Sàndor PS et al. Efficacy of coenzyme QW in migraine prophylaxis: A
randomized controlied trial. Neurology 2005; 64: 713-715. 12. Hershey AD, Powers SW, Vockell AL et al.
Coenzyme QW deficiency and response to supplementation in pediatrie and adolescent migraine. Headache
2007; 47: 73-80. 13. Coppola G, Pierelli F, Schoenen J. Habituation and migraine. Neurobiol Learn
Mem.2009 Sep; 92(2): 249-59. 14. Zaki EAet al. Two Common Mitochondrial DNA Polymorphisms Are Highly
Associated With Migraine Headache and Cyclic Vomiting Syndrome. Cephalalgia 2009; 29(7): 719-728. 15.
Boles RG et al. Treatment of cyclic vomiting syndrome with co-enzyme QW and amitriptyline, a retrospective
study. BMC Neurology 2010; 10:10. 16. Slater SK. A randomized, double-blinded, placebo-controlled,
crossover, add-on study of CoEnzyme QW in thè prevention of pediatrie and adolescent
migra/ne.Cephalalgia 2011 Jun; 31(8): 897-90. 17. Corderò MD. Oxidative stress correlates with headache
symptoms in fibromyalgia: coenzyme QW effecton clinical improvement. PLoS One 2012; 7(4). 18. Stuart et
al. A possible mie for mitochondrial dysfunctionin migraine. Mol Genet Genomics 2012; 287: 837-844. 19.
Markley HG. CoEnzyme QW and Riboflavin: The Mitochondrial Connection. Headache 2012; 52;S2:81-87.
20. D'Andrea G, D'Arrigo A, Dalle Carbonare M, Leon A Pathogenesis of migraine: mie of neuromodulators.
Headache 2012; 52(7): 1155-1163. 21. Hershey AD. Pediatrie headache: update on recent research
Headache. 2012 Feb; 52(2): 327-32. 22. Yorns WR et al. Mitochondrial Dysfunction in Migraine. Semin
Pediatr Neurol 2013; 20: 188-19. 23. AGE./VAS Cefalea nell'adulto. Linee guida nazionali di riferimento per la
prevenzione e la terapia. Settembre 2011.
Foto: Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore - Dipartimento di Scienze Neurologiche, Motorie e
Sensoriali - IRCCS San Raffaele Pisana, Roma
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 18
(diffusione:39903, tiratura:40255)
Epilessia di nuova diagnosi
Sicurezza ed efficacia a lungo termine di zonisamide in monoterapia per il trattamento di crisi parziali in adulti
A cura di STEFANO MELETTI
L'epilessia è uno dei disturbi neurologici più comuni, che colpisce circa 50 milioni di persone nel mondo.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che il costo per la salute dovuto all'epilessia sia lo 0,5% del
carico globale di malattia, con un costo totale annuo di circa 15,5 miliardi di euro in Europa e 9,5 miliardi di
dollari negli USA. In termini generali, circa il 50% dei pazienti con epilessia di nuova diagnosi dovrebbe
diventare libero da crisi con la prima monoterapia. Un altro 20% può raggiungere il controllo delle crisi con un
secondo farmaco o con una bi-terapia. Pertanto, è evidente che la scelta del primo farmaco antiepilettico è
critica. Inoltre, la monoterapia ha una serie di vantaggi in termini di buona compliance del paziente, basso
rischio di interazioni farmacologiche, e di riduzione di costi sanitari diretti e indiretti. La zonisamide è un
derivato benzisossazolico chimicamente correlato ad altri farmaci antiepilettici (FAE), che mostra una varietà
di meccanismi d'azione, tra cui l'inibizione dei canali del sodio e la riduzione delle correnti tipo-T dei canali del
calcio. Attualmente zonisamide è approvata in Europa come monoterapia per il trattamento delle crisi parziali
(con o senza generalizzazione secondaria! nei pazienti adulti con epilessia di nuova diagnosi, e come terapia
aggiuntiva delle crisi parziali (con o senza generalizzazione secondaria) in adulti, adolescenti e bambini a
partire da 6 anni di età. L'approvazione di zonisamide in monoterapia si è basata sui risultati di uno studio
multicentrico di fase III, randomizzato in doppio-cieco, di non inferiorità [Baulac et al., Lancet Neurology 2012;
11:589-588]. In questo studio la monosomministrazione giornaliera di zonisamide ha dimostrato di essere non
inferiore rispetto alla somministrazione di carbamazepina a rilascio controllato due volte al giorno, secondo i
criteri di non inferiorità raccomandati dalla International League Against Epilepsy (ILAEl. Nello studio il 79,4%
dei pazienti [177/223] nel gruppo zonisamide e l'83,7% dei pazienti (195/233) nel gruppo carbamazepina
hanno raggiunto la libertà da crisi per^26 settimane (endpoint primario]. Inoltre, nel corso dello studio, che ha
avuto una durata superiore a 1 anno come raccomandato dalla ILAE, l'incidenza di eventi avversi emergenti
dal trattamento era simile per la zonisamide (60,5%) rispetto a carbamazepina (61,7%), così come l'incidenza
di eventi avversi gravi (5% vs 6%). A seguito dei risultati emersi da questo studio, zonisamide è stata inclusa
nelle linee guida ILAE come avente livello A di evidenza come monoterapia iniziale per il trattamento di adulti
con crisi epilettiche parziali. Attualmente, solo carbamazepina, fenitoina, e levetiracetam sono gli altri FAE
con questo livello di raccomandazione. Presentiamo qui i risultati dello studio di estensione a lungo termine (2
anni) nei pazienti che hanno completato il trial registrativo di fase III [Baulac et al., Epilepsia 2014; 55(10):
1534-43]. Gli obiettivi dello studio di estensione (sempre in doppio-cieco] erano di valutare (a)
sicurezza/tollerabilità e |b] efficacia di zonisamide a lungo termine somministrata in monoterapia una volta al
giorno rispetto alla somministrazione due volte al giorno di carbamazepina a rilascio controllato in pazienti
adulti con diagnosi recente di epilessia parziale. Un totale di 295 pazienti ha partecipato allo studio in
estensione dopo aver completato lo studio registrativo di fase III. Di questi, hanno completato lo studio
120/137 (87,6%) pazienti randomizzati a zonisamide e 134/158 (84,8%) pazienti randomizzati a
carbamazepina. Durante lo studio, la maggior parte dei pazienti ha ricevuto un trattamento a dosi di
zonisamide di 300 mg/die (82,5%) e di carbamazepina 600 mg/die (84,2%). SICUREZZA E TOLLERABILITÀ
DI ZONISAMIDE A LUNGO TERMINE L'incidenza di eventi avversi [EA] correlati al trattamento è stata del
26,3% per la zonisamide rispetto al 19,6% per carbamazepina. Gli EA più frequentemente riportati sono stati
una riduzione del peso (5,1% vs 0%), diminuzione dell'appetito (3,6% vs 0%), deficit della memoria [2,9% vs
3,2%). L'incidenza di EA gravi è stata pari al 5,1% per il gruppo zonisamide e del 4,4% per il gruppo
carbamazepina. Non ci sono stati decessi durante lo studio. Tre pazienti hanno presentato EA che hanno
determinato l'interruzione dello studio (zonisamide n =2; carbamazepina n =1). C'è stata una segnalazione di
rash nel gruppo carbamazepina e non ci sono state segnalazioni di sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
49
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SPECIALE EPILESSIA
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 18
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
50
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
epidermica tossica in nessuno dei due gruppi. Infine, sono stati segnalati due casi di iponatriemia nel gruppo
carbamazepina. EFFICACIA DI ZONISAMIDE A LUNGO TERMINE II parametro primario di efficacia
misurato è stato la retention rate, definito come la percentuale di pazienti rimasti nello studio di estensione a
ogni visita [per la popolazione intention-to-treat (ITT)]. La retention rate è stata molto simile tra i gruppi di
trattamento, a tutti gli intervalli di osservazione (Figura 1). Nel complesso, 24/281 pazienti in zonisamide
(8,5%) e 24/300 pazienti in carbamazepina (8,0%) si sono ritirati per mancanza di efficacia. Infine per quanto
riguarda l'efficacia misurata dalla percentuale di pazienti liberi da crisi per >24 mesi, lo studio ha dimostrato
risultati simili nei due gruppi: 32,3% (95% CI 26,5-38,0%) per i pazienti che assumevano zonisamide e 35,2%
(95% CI 29,5-40,9%) per i pazienti in carbamazepina (popolazione ITT ). CONCLUSIONI Questo studio a
lungo termine sull'efficacia e tollerabilità di zonisamide in monoterapia è notevole perché nessun altro FAE
attualmente disponibile è stato valutato in monoterapia attraverso uno studio con un disegno in doppio cieco
di tale durata. I risultati dello studio dimostrano che zonisamide somministrata una volta al giorno e
carbamazepina a rilascio controllato somministrata due volte al giorno sono entrambi ben tollerate in
Imonoterapia negli adulti con epilessia di nuova diagnosi. I due farmaci hanno simili percentuali di EA ed EA
gravi. Come nello studio registrativo originale, l'incidenza di perdita di peso e diminuzione dell'appetito erano
più alti con zonisamide rispetto a carbamazepina, in linea con le precedenti segnalazioni. Nel complesso non
sono emersi nuovi o inattesi problemi di sicurezza con la monoterapia a lungo termine con zonisamide.
Anche gli endpoint secondari hanno dimostrato che l'efficacia a lungo termine della monoterapia con
zonisamide rispetto carbamazepina è paragonabile. Infatti, simili proporzioni di pazienti in ciascun gruppo di
trattamento hanno interrotto lo studio a causa della mancanza di efficacia o di eventi avversi, e simili
proporzioni di pazienti hanno raggiunto 24 mesi di libertà dalle crisi. Questo è un dato rilevante perché la
libertà da crisi è particolarmente importante per la qualità complessiva della vita. È da notare che nessun altro
studio ha confrontato i tassi di libertà da crisi in condizioni di doppio cieco a 24 mesi. In termini generali, tutti i
dati presentati suggeriscono che la zonisamide è un farmaco efficace e ben tollerato per i pazienti adulti con
epilessia focale. Il profilo farmacocinetico di zonisamide ha anche un certo numero di vantaggi. In primo
luogo, la lunga emivita consente un dosaggio una volta al giorno, migliorando la compliance del paziente. In
secondo luogo, la mancanza di proprietà inducenti implica un basso potenziale di interazioni farmacologiche.
Inoltre, l'ampio spettro di efficacia nel trattamento di diversi tipi di crisi può essere vantaggioso in forme di
epilessia non chiaramente classificate. Sono però necessari ulteriori dati sulla monoterapia in popolazioni
speciali, come per esempio le donne in età fertile.Zonisamide - Carbamazepina
Figura 1. Curva di Kaplan-Meier per la retention rate, misurata a partire dall'inizio dello studio di estensione
(popolazione 314-ITT)
Foto: Centro Epilessia. Dipartimento di Scienze Biomediche, Metabolismo, Neuroscienze; Università di
Modena e Reggio Emilia
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 21
(diffusione:39903, tiratura:40255)
Inutile TARDARE l'inizio della LEVODOPA
I risultati di uno studio in pazienti de novo in Africa Lo studio qui presentato è stato condotto da un gruppo di
ricercatori italiani e ghanesi e aveva l'obiettivo di valutare se la comparsa di complicanze motorie nella
malattia di Parkinson (MP) era principalmente legata alla durata della terapia con levodopa oppure a fattori
dipendenti dalla patologia. Sono stati studiati pazienti italiani e africani affetti da MP
1. Centro Parkinson, ICP, Milano; 2. Korle Bu Teaching Hospital, Accra, Ghana; 3. Komfo Anokye Teaching
Hospital, Kumasi, Ghana; 4. Ospedale Comboni, Sogakope, Ghana; 5. Dipartimento di Medicina e Chirurgia,
Università di Salerno, Salerno; 1DC Hermitage-Capodimonte, Napoli; 6. Servizio di Nutrizione e Dietetica,
Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia; 7. IRCCS Istituto di Scienze Neurologiche, Bologna Enoto
che dopo più di 50 anni dalla sua introduzione nella pratica clinica la levodopa (1) è ancora il farmaco più
efficace in assoluto per il controllo della sintomatologia motoria nella malattia di Parkinson, ma che a lungo
termine la sua efficacia viene limitata dalla comparsa di complicazioni motorie ovvero le fluttuazioni motorie e
le discinesie, che hanno un impatto pesante sulla qualità di vita dei pazienti (2). LO STATO DELL'ARTE
SULLA LEVODOPA Molti si sono posti la domanda se la comparsa di queste complicazioni motorie sia un
effetto collaterale a lungo termine del farmaco oppure la conseguenza della progressione del processo
neurodegenerativo. Nell'animale da esperimento sono associate sia all'entità della perdita dei neuroni
dopaminergici, che alla dose e ,alla durata della terapia con levodopa (3-5). Tuttavia, non è certo che questi
dati siano validi anche nell'uomo, in quanto la patologia viene indotta con una lesione in acuto che non riflette
la natura progressiva della malattia. Per questo è stata effettuata una serie dì studi nell'uomo nel tentativo di
chiarire questo aspetto. Diversi studi, che hanno confrontato pazienti che iniziavano la terapia dopaminergica
con levodopa subito con pazienti che posticipavano l'introduzione della levodopa assumendo prima
dopamino agonisti, hanno suggerito che l'uso di questi ultimi in monoterapia nei primi anni di malattia
permettesse di ridurre l'incidenza delle complicazioni motorie (6-8). Inoltre, altri studi hanno evidenziato che
l'incidenza delle discinesie aumentava man mano che aumentava la dose e si allungava il periodo di
trattamento con levodopa (911). Al contrario, lo studio ELLDOPA (EarLier vs Later levoDOPA ovvero
levodopa prima vs più tardi), una sperimentazione condotta in doppio cieco con assegnazione randomizzata
al placebo oppure a una di tre diverse dosi di levodopa non ha evidenziato una progressione più rapida della
malattia nei pazienti trattati con levodopa (12). Nonostante i dati clinici non fossero univoci, i neurologi
giunsero alla conclusione che le complicazioni motorie fossero un effetto collaterale a lungo termine della
terapia a base di levodopa. Di conseguenza, diventava una fonte aggiuntiva di invalidità (13) e pertanto
doveva essere aggiunta solo quando era diventata veramente indispensabile (12, 14). In altre parole, la sua
introduzione doveva essere posticipata il più possibile, soprattutto nei pazienti più giovani, tranne nei pazienti
che non tolleravano i dopamino agonisti. Del resto, lo studio che avrebbe dimostrato inequivocabilmente se la
levodopa era o non era responsabile per le complicazioni motorie non era fattibile per motivi etici: serviva uno
studio controllato di confronto tra pazienti trattati subito con terapia dopaminergica a base di levodopa e
pazienti in cui questa terapia veniva posticipata di anni e questo non era ammissibile. Pertanto, l'evidenza
che serviva veramente non sarebbe mai stata disponibile. L'AMBULATORIO PER I PARKINSONIANI IN
AFRICA DELLA FONDAZIONE CRIGIONI Nel 2008 la Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson ha
contribuito all'apertura di un ambulatorio per i pazienti parkinsoniani presso un centro comboniano italiano a
Sogakote, in Ghana. L'Africa sta vivendo una transizione demografica e la popolazione anziana diventerà
molto più numerosa negli anni a venire. Pertanto, anche lì la popolazione comincia a sviluppare le malattie
neurodegenerative e i neurologi scarseggiano: secondo le stime dell'Oms, è necessario un neurologo ogni
100.000 abitanti, e in Africa ci sono solo 0,3 neurologi per milione di abitanti - in Ghana due in tutto.
L'ambulatorio, oltre ad avere scopi umanitari, è stato organizzato fin dall'inizio per effettuare ricerca. Era
chiaro che in Ghana ci sarebbe stato un ambiente particolare, con la presenza di fattori ambientali molto
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
51
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
MALATTIA DI PARKINSON
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 21
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
52
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
diversi da quelli del mondo occidentale, nonché la possibilità di esaminare pazienti con un patrimonio
genetico diverso e mai trattati con la terapia farmacologica moderna. Inizialmente le ricerche erano
imperniate soprattutto sulle cause della malattia (studi genetici e sui fattori ambientali, tra cui l'alimentazione),
ma ì neurologi, dopo l'osservazione di fluttuazioni motorie in pazienti de novo con una storia di parecchi anni
di malattia poco dopo l'introduzione della levodopa (in una paziente di 61 anni con una storia di 6 anni di
malattia di Parkinson e sintomatologia relativamente lieve-UPDRS III 19/108-addirittura dopo la prima
somministrazione di 150 mg, 2,2 mg/kg) si sono resi conto che là vi era un'opportunità unica nel suo genere
per comprendere il ruolo della levodopa nelle complicazioni motorie, effettuando gli studi impossibili da
eseguire nel mondo occidentale. Si è così deciso di avviare uno studio con questo scopo che è ora stato
pubblicato su Brain (15). L'IMPOSTAZIONE DELLO STUDIO Analisi trasversale Una casistica di pazienti
parkinsoniani africani è stata confrontata con un gruppo di controllo di pazienti parkinsoniani italiani, appaiati
per sesso, età e durata di malattia avente numerosità doppia ovvero vi erano 2 pazienti italiani per ogni
paziente africano; successivamente è stata effettuata una analisi aggiuntiva in un sottogruppo dei pazienti
italiani che stavano assumendo una terapia sovrapponibile a quella dei pazienti africani (senza dopamino
agonisti e inibitori delle COMT). I Analisi prospettica longitudinale I pazienti dei gruppi descritti sopra sono
stati inseriti nella analisi longitudinale prospettica se erano disponibili almeno due visite effettuate a distanza
di almeno 6 mesi (Figura 1). LA CASISTICA La casistica africana comprendeva 101 pazienti reclutati tra il
mese di dicembre 2008 e novembre 2012, da cui 10 sono stati esclusi perché non avevano una diagnosi di
malattia di Parkinson confermata da neurologi italiani secondo criteri moderni (16,17). In caso di dubbio, il
paziente veniva ricoverato per una valutazione approfondita basata su reperti clinici e di neuroimaging. Tra
questi, 32 pazienti erano de novo ovvero non avevano mai assunto levodopa, 32 pazienti avevano
abbastanza dati di follow-up per l'analisi longitudinale; tra questi 21 erano de novo. La casistica italiana
comprendeva 2.282 pazienti visitati presso il centro Parkinson ICP a Milano nel periodo sovracitato. Di essi
sono stati presi in considerazione come gruppo di controllo 182 pazienti appaiati per sesso, età e durata di
malattia a quelli africani; tra questi, 50 non erano mai stati trattati con dopamino agonisti e inibitori delle
COMT e 160 sono stati inseriti nell'analisi longitudinale. Il confronto tra i 91 pazienti africani e i 2.282 pazienti
italiani ha evidenziato caratteristiche simili (sesso maschile 63,7 per cento in Ghana, 56,6 per cento in Italia),
età media all'esordio 60,6 (range 27-91 anni) rispetto a 62,0 (range 20-89 anni), esordio prima dei 50 anni
20,9 per cento, rispetto a 15,1 per cento; storia familiare di Parkinson 20,9 per cento rispetto a 15,6 per
cento, esordio a destra 51,7 per cento, rispetto a 59,4 per cento. Le principali differenze erano: mai trattati
35,2 vs 6,3 per cento e fumo di sigaretta 6,6 vs 15,8 per cento. GLI ACCERTAMENTI Oltre ai dati
demografici sono state raccolte informazioni anamnestiche sulla malattia, quali anno e caratteristiche
all'esordio, anno in cui è stata introdotta la levodopa. La raccolta è stata effettuata adattando le domande alla
cultura locale. Per esempio, per stabilire l'anno di esordio, quando era comparso il primo sintomo, veniva
chiesto se era avvenuto prima o dopo eventi importanti nella vita del paziente, come il matrimonio di un figlio,
la nascita di un nipotino, il giorno in cui un nipotino aveva cominciato a camminare; dato l'elevato numero di
figli e nipoti, questo metodo permetteva di collocare l'esordio nel tempo in maniera abbastanza precisa. Tutti i
pazienti sono stati sottoposti a un esame neurologico completo con annotazione dei punteggi sulla scala
UPDRS (18), lo stadio secondo Hoehn & Yahr (19), e formulazione di un'eventuale diagnosi di demenza
secondo DSM-IV-TR (20). Altri parametri erano il fenotipo motorio in OFF, la risposta alla somministrazione di
150-200 mg levodopa dispersibile/75-100 mg benserazide a seconda del peso corporeo (> 70 kg) per una
durata di 4 ore. Tutti i pazienti sono stati valutati in OFF ( 12 ore dopo la sospensione della terapia) e in ON
(90 minuti dopo l'assunzione della levodopa). A ogni visita veniva accertata la presenza o assenza di
fluttuazioni motorie (wearing off prevedibile, fluttuazioni ON-OFF imprevedibili e periodi OFF improvvisi) e
discinesie, che comprendevano movimenti involontari anormali, movimenti coreici e distonie (ma non la
distonia in OFF). I pazienti venivano visitati da un neurologo italiano ogni 6 mesi e ogni 2 mesi dal medico
locale, che valutava la tollerabilità, la presenza di complicazioni motorie e riforniva i pazienti di levodopa
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 21
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
53
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
TERAPIA A BASE DI LEVODOPA NEI PAZIENTI AFRICANI DE NOVO La levodopa è stata introdotta subito
iniziando con 50 mg xl/die e aumentando lentamente fino a 100 mg tre volte al giorno 20-30 minuti prima dei
pasti. Se tale terapia era insufficiente, la posologia poteva essere aumentata ulteriormente in base alle
necessità. RISULTATI I Analisi trasversale Le principali differenze tra i 91 pazienti africani rispetto ai 182
pazienti italiani erano: • maggiore durata media ± DS della malattia alla diagnosi negli africani (3,9 anni ± 2,4
anni; vs 1,1 ± 1,4 anni) (p <0,001); • maggiore durata media della malattia al momento di introduzione della
levodopa negli africani (4,2 anni ±2,4 anni; vs 1,1 ± 1,4 anni) (p <0.001); • fenotipo con tremore predominante
più frequente negli africani (74,7 vs 52,2 percento) (p <0,001); • la dose media ± DS giornaliera di levodopa
era inferiore solo in termini assoluti (365 ± 154 mg vs 426 ± 182 mg p =0,01), ma quando i valori venivano
aggiustati in base al peso corporeo la dose risultava addirittura leggermente superiore nei pazienti africani
(6,5 ±3,2 mg/kg vs 6,0 ± 2,2 mg p =0,58). II tasso di fluttuazioni motorie nei pazienti africani è stato del 56 per
cento, mentre il tasso di discinesie era del 14 per cento. La durata mediana di malattia quando sono
comparse le complicazioni motorie era sovrapponibile nei due gruppi: africani 6.0 rispetto a 5.5 anni negli
italiani per le fluttuazioni motorie (principalmente vvearing off- 90,9 per cento); 7,0 vs 6,5 anni per discinesie.
La durata mediana della terapia a base di levodopa invece differiva significativamente nei due gruppi: 0,5
negli africani vs 2 anni negli italiani per le fluttuazioni motorie (p =0,001) e 1,0 vs 3 anni per le discinesie (p
=0,004; Figura 2A). L'analisi è stata ripetuta tra il gruppo di 91 pazienti africani e 50 pazienti italiani non
trattati con dopammo agonisti o inibitori delle COMT, per escludere il fattore confondente della diversità della
terapia farmacologica. In questa analisi il tasso di fluttuazioni motorie è stato del 56 per cento in entrambi i
gruppi, mentre le discinesie sono state più frequenti negli italiani (13,6 vs 34 per cento). I risultati sono stati
simili. La durata mediana di malattia quando sono comparse le fluttuazioni motorie era sovrapponibile nei due
gruppi (africani 6,0 rispetto a 5,5 anni negli italiani; 7,0 vs 6,0 anni per le discinesie. La durata mediana della
terapia a base di levodopa invece differiva significativamente nei due gruppi: 0.5 negli africani vs 4,5 anni
negli italiani (p <0,001) per le fluttuazioni motorie e 1,0 vs 5 anni per le discinesie (p =0.003; Figura 2B).
L'analisi di regressione logistica ha confermato che sia lo wearing-off che le discinesie sono associate alla
durata della malattia (p =0,04) e alla dose di levodopa, ma non alla durata della terapia con quest'ultima
(Tabella 1). I Analisi longitudinale Durante il follow-up dei pazienti africani, la terapia a base di levodopa è
stata corretta per ottimizzare il controllo della funzione motoria. Dopo un follow-up medio di 2,6 anni 10 dei 21
pazienti de novo inseriti in questa analisi (48 per cento) presentavano wearing-off e 3 su 21 (14 per cento)
presentavano discinesie. Le complicazioni motorie sono comparse molto presto, dopo una durata mediana di
terapia con levodopa di soli 6 mesi, mentre la durata mediana della malattia era di 7 anni. È PIÙ
IMPORTANTE LA DURATA DI MALATTIA OPPURE IL REGIME POSOLOGICO DELLA LEVODOPA? Tra i
due fattori che contribuiscono alla comparsa delle complicazioni motorie ovvero la durata di malattia e la dose
di levodopa, appare più importante il primo, in quanto le complicazioni motorie sono comparse nei pazienti
africani a una dose media inferiore alla soglia per le discinesie individuata nello studio STRIDE-PD (in media
365 rispetto alla soglia di 400 mg)(10). Inoltre, in uno studio basato su neuroimmagini acquisite con PET e il
tracciante [HC]raclopride, dosi identiche di levodopa hanno indotto cambiamenti progressivamente maggiori
dei livelli di dopamina nello striato man mano che la durata della malattia aumentava in seguito a un
meccanismo compensatorio secondario alla riduzione della capacità di tamponamento e della ricaptazione
presinaptica della dopamina che si verifica man mano che la malattia di Parkinson progredisce.
CONCLUSIONI In base a questo studio in pazienti de novo dell'Africa subsahariana (Ghana) risulta che le
complicazioni motorie con la terapia a base di levodopa nella malattia di Parkinson sono associate alla durata
della malattia e alla dose giornaliera somministrata di levodopa, ma non alla durata della terapia con
quest'ultima. peso corporeo del paziente (tenere presente il rapporto mg/kg). È importante inoltre, consigliare
al paziente lo spostamento del consumo Pertanto non vi è alcun motivo per la dose di levodopa in funzione
del di alimenti proteici, che interferiscoposticipare l'inizio di una terapia adeguata a base di levodopa nei
pazienti affetti da malattia di Parkinson. È importante ricordarsi di prescrivere no con l'assorbimento della
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 21
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
54
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
levodopa, alla sera, in modo da poter ridurre al minimo il dosaggio di levodopa prescritto. <£Pazienti de novo
(N =32) Pazienti de novo (N=21) MP in terapia cronica con levodopa (N =59) Pazienti MP in terapia cronica
con levodopa (N=160) "Gruppo appaiato per terapia" pazienti con MP mai esposti a DA-A e iCOMT (N =50)
Accertamenti al basale "Gruppo appaiato in modo consecutivo" pazienti con MP appaiati in rapporto 1:2
(casixontrolli) (N=182) Note: MP, malattia di Parkinson; DA-A, dopaminoagonisti; iCOMT, inibitori delle COMT
Accertamenti di follow up Malattia di Parkinson idiopatica (N=91) Parkinsonismo atipico primario (N =2);
parkinsonismo secondario (N =8) Pazienti con MP con almeno 2 visite effettuate a distanza di almeno 6 mesi
(N =32) Pazienti con qualsiasi forma di parkinsonismo diagnosticata dal team italiano e inclusi nello studio (N
=101) Pazienti consecutivi con MP idiopatica, visitati presso il Centro Parkinson di Milano dal dicembre 2008
al novembre 2012 (N =2.282)
FIGURA 1. DIAGRAMMA CHE ILLUSTRA L'IMPOSTAZIONE DELLO STUDIO Casi africani Disegno dello
studio e analisi Pazienti controllo italianiB | t a | i a n i Discinesie (n =64) Africani (n =33) Italiani (n =28)
Africani (n =33) (1,6 anni) Levodopa (3,5 anni) Levodopa Diagnosi (4,9 anni) (5,5 anni) (5,5 anni) (6,0 anni)
Discinesie Wearing-OFF Wearing-OFF Coorte MP con fluttuazioni motorie Coorte MP con fluttuazioni motorie
Durata della patologia (anni) Durata della patologia (anni) ' Appaiamento per terapia (5,9 anni) (6,0 anni) (7,0
anni) Levodopa Wearing-OFF Discinesie Tempo dall'esordio alla diagnosi Tempo dalla diagnosi alla levodopa
l i Durata della terapia con levodopa in assenza di complicazioni motorie I I Wearing-OFF (4,9 anni) (5,9 anni)
(6,0 anni) (7,0 anni) Diagnosi Levodopa Wearing-OFF Discinesie
FIGURA 2. RELAZIONE TRA INIZIO DELLA TERAPIA CON LEVODOPA E COMPARSA DI FLUTTUAZIONI
MOTORIE, E INIZIO DELLA LEVODOPA E COMPARSA DI DISCINESIE IN PAZIENTI AFRICANI CON MP
E PAZIENTI CONTROLLO ITALIANI CON MP CON FLUTTUAZIONI MOTORIE (A). IL GRUPPO
CONTROLLO MP È STATO ULTERIORMENTE APPAIATO PER IL REGIME DI TERAPIA (B)b 2 c d a e 1 "
11 0,77 0,71 0,79 0,75 0,019 0,606 0,040 0,045 0,550 0,014 A+B+C B+C+D Valore di P
TABELLA 1 Set di variabili OR (95% CI) 1,36(1,01-1,83) 1,19(1,00-1,42) 1,33 (1,05-1,68) 1,09 (0,80-1,48)
0,93 (0,73-1,18) 1,42 (1,07-1,87) Dose di levodopa (mg/kg) Modello per le discinesie Dose di levodopa
(mg/kg) Modello predirtivo (AUC) Modello per le fluttuazioni motorie Fluttuazioni motorie Discinesie il modello
che include il set di variabili A+B+C+D Durata della terapia con levodopa all'evento (anni) Durata della terapia
con levodopa all'evento (anni) Durata di malattia alla comparsa delle fluttuazioni motorie (anni) Durata di
malattia alla comparsa delle fluttuazioni motorie (anni) alla comparsa di complicanze (anni); D, gravita della
malattia (stato in OFF punteggio UPDRS parte MI); Analisi di regressione: le variabili predittive di
complicanze motorie A, dose giornaliera di levodopa (mg/kg); B, durata della levodopa alla comprasa di
complicanze (anni); C, durata di malattia Note: 'capacità di classificare correttamente i casi positivi come
quantificato dall'area sotto la curva (AUC): valori vicini a 1 sono indicativi di una migliore performance del
modello; non può essere usato data l'elevata collinearità (indice di correlazione di Pearson r >0,5) tra la
gravita della patologia e il dosaggio giornaliero di levodopa; i modelli predittivi migliori per le complicanze
motorie sono quelli che includono il dosaggio di levodopa, durata della levodopa e durata della patologia alla
comparsa; i valori in bold sono quelli statisticamente significativi (p O BIBLIOGRAFIA 1. Cotzias GC, Van
Woert MH, Schiffer LIVI. Aromatic amino acids and modification ofparkinsonism. N Engl J Med 1967; 276:
374-9. 2. Chapuis S, Ouchchane L, Metz 0, Gerbaud L, Durif F. Impact ofthe motor complications of
Parkinson's disease on thè quality of life. Mov Disord 2005; 20: 224-30. 3. Boyce S, Rupniak NM, Steventon
MJ, Iversen SD. Nigrostriatal damage is required for induction of dyskinesias by L-DOPA in squirrel monkeys.
Clin Neuropharmacol 1990; 13: 448-58. 4. Guigoni C, Dovero S, Aubert I, Li Q, Bioulac BH, Bloch B, et al.
Levodopa-induced dyskinesia in MPTP-treated macaques is not dependent on thè extent andpattern of
nigrostrial lesioning. Eur J Neurosci 2005; 22: 283-87. 5. Jenner P. Molecular mechanisms of L-DOPAinduced dyskinesia. Nat Rev Neurosci 2008; 9: 665-77 6. Parkinson Study Group. Pramipexole vs levodopa
as initial treatment for Parkinson disease: a randomized controlied trial. Parkinson Study Group. JAMA 2000;
284: 1931-8. 7. Rascol O, Brooks DJ, Korczyn AD, DePeyn PP, Clarke CE, Lang AE. A five-year study of thè
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 21
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
55
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
incidence of dyskinesia in patients with early Parkinson's disease who were treated with ropinirole or
levodopa. N Engl J Med 2000; 342: 1484-91. 8. Fahn S, Oakes D, Shoulson I, Kieburtz K, Rudolph A, Lang
A, et al. Levodopa and thè progression of Parkinson's disease. N Engl J Med 2004; 351: 2498-508. 9. Hauser
RA, McDermott MP, Messing S. Factors associated with thè development of motor fluctuations and
dyskinesias in Parkinson disease. Arch Neurol 2006; 63: 1756-60. 10. OlanowWC, Kieburtz K, Rascol 0,
Poewe W, Schapira AH, Emre M, et al. Stalevo Reduction in Dyskinesia Evaluation in Parkinson's Disease
(STRIDE-PD) Investigators. Factors predictive of thè development of Levodopa-induced dyskinesia and
wearing-off in Parkinson's disease. Mov Disord 2013; 28: 1064-71. 11. Miyawaki E, Lyons K, Pahwa R,
Tròster Al, Hubble J, Smith D, et al. Motor complications of chronic levodopa therapy in Parkinson's disease.
Clin Neuropharmacol 1997; 20: 523-30. 12. Fahn S. Parkinson disease, thè effect of levodopa, and thè
ELLDOPA trial. Arch Neurol 1999; 56: 529-35. 13. Poewe W, Mahlknecht P. The cllnica! progression of
Parkinson's disease. Parkinsonism Relat Dis 2009; 15 (Suppl 4): S28-S32. 14. Kieburtz K. Therapeutic
strategies to prevent motor complications in Parkinson's disease. J Neurol 2008; 255 (Suppl 4): 42-5. 15. Cilia
R, Akpalu A, Sarto FG et al. The modern pre-levodopa era of Parkinson's disease: insights into motor
complications from subSaharan Africa. Brain 2014; 137: 2731-42 16. Hughes AJ, Daniel SE, Kilford L, Lees
AJ. Accuracy of clinical diagnosis of idiopathic Parkinson's disease: a clinico-pathological study of 100 cases.
J Neurol Neurosurg Psychiatry 1992; 55: 181-4. 17. Litvan I, Bhatia KP, Bum DJ, Goetz CG, Lang AE,
McKeith I, et al. Movement Disorders Society Scientific Issues Committee report: SIC Task Force appraisal of
clinical diagnostic criterio for Parkinsonian disorders. Mov Disord 2003; 18: 467-86. 18. Fahn S, Elton RL
UPDRS Program Members. Unified Parkinson's disease rating scale. In: Fahn S, Marsden CD, Goldstein M,
Calne DB, editors. Recent developments in Parkinson's disease. Voi. 2. Florham Park, NJ: Macmillan
Healthcare Information; 1987. p. 153-63, 293-304. 19. Hoehn M, Yahr M. Parkinsonism: onset, progression
and mortality. Neurology 1967; 17: 427-42. 20. American Psychiatric Association. Diagnostic and statistica!
manual of menta! disorders. 4th edn. Washington, DC: American Psychiatric Association; 2000. 21. de la
Fuente-Fernandez R, Sossi V, Huang Z, Furtado S, Lu JQ, Calne DB, et al. Levodopa-induced changes in
synaptic dopamine levels increase with progression of Parkinson's disease: implications for dyskinesias.
Brain 2004; 127: 2747-54.
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 27
(diffusione:39903, tiratura:40255)
MALATTIA di PARKINSON
Strategie per migliorare l'assorbimento gastrointestinale di Levodopa L'apparato digerente è uno dei sistemi
primariamente affetti dalla malattia di Parkinson. La disfunzione gastrointestinale si manifesta in tutti gli stadi
di malattia, con una frequenza del 45-75 per cento dei casi
Francesca Morgante
Dopo circa 50 anni dalla sua scoperta, la levo-3,4-diidrossi-fenilalanina (Levodopa) costituisce ancora il
farmaco più rilevante nel trattamento della Malattia di Parkinson (MP). L'ipotesi che la Levodopa fosse tossica
è stata superata nel corso degli anni [1] così come l'idea che fosse necessario procrastinarla il più possibile
per ritardare le complicanze motorie. È ormai chiaro che le fluttuazioni motorie e le discinesie sono legate
all'interazione della modalità pulsatile di somministrazione della Levodopa con la progressione di malattia [2].
Per tale motivo, nel corso degli anni numerose formulazioni sono state sviluppate per consentire di migliorare
l'assorbimento e la biodisponibilità della Levodopa, specie nelle fasi più complicate della malattia.
L'assorbimento della Levodopa avviene in un tratto relativamente breve del duodeno e della porzione
prossimale digiunale attraverso il sistema di trasporto degli aminoacidi aromatici situato nella parete
intestinale e nella barriera emato-encefalica. In entrambi questi siti l'uptake della Levodopa entra in
competizione con quello di altri aminoacidi aromatici. L'uso degli inibitori della Dopa decarbossilasi
(carbidopa. benserazide) nelle comuni formulazioni di Levodopa è necessario per ridurre la conversione
periferica a dopamina e a minimizzare gli effetti periferici. COINVOLGIMENTO GASTROINTESTINALE
NELLA MP Uno dei problemi principali che condiziona la farmacocinetica della Levodopa è determinato dal
fatto che Tapparato digerente è uno dei sistemi primariamente affetti dalla MP. La disfunzione
gastrointestinale è comune in tutti gli stadi della MP con una frequenza dei sintomi gastrointestinali che va dal
45% nelle fasi più precoci al 75% nelle fasi più avanzate [3]. Tutto l'apparato digerente è colpito da
disfunzione sia funzionale che strutturale con una vasta gamma di sintomi che includono la scialorrea, la
disfagia, il rallentato svuotamento gastrico, la stipsi (Tabella 1). E noto ormai da parecchi anni come la
disfunzione gastrointestinale preceda spesso l'esordio dei sintomi motori e che il sistema nervoso enterico è
uno dei primi sistemi a essere coinvolto dall'aggregazione patologica di a-sinucleina, la proteina che
costituisce i corpi di Lewy nigrali e la cui propagazione sembra associata alla patogenesi della MP [4]. Studi
autoptici condotti in pazienti con MP o in soggetti con corpi di Lewy incidentali hanno dimostrato una più
elevata concentrazione di a-sinucleina nelle ghiandole sottomandibolari, nella porzione inferiore dell'esofago,
nello stomaco, nell'intestino tenue, nel colon e nel retto. Studi bioptici ottenuti dalla mucosa del colon, dalle
ghiandole salivari minori e dallo stomaco hanno confermato la presenza di queste inclusioni in elevata
concentrazione nei pazienti con MP [5,6]. Il rallentato svuotamento gastrico è uno dei sintomi gastrointestinali
più frequenti che riduce l'assorbimento della Levodopa e che determina ritardo nell'inizio del beneficio motorio
(fase ON), prolungati periodi di disabilità motoria (Fase OFF), mancata o minore risposta alla Levodopa
("dose failure" e ON subottimale) (Figura 1). Secondo una recente revisione sistematica della letteratura, il
rallentato svuotamento gastrico si presenterebbe nel 70-100% dei casi con MP, sebbene in una proporzione
non chiara di pazienti sia asintomatico [7]. Il meccanismo del rallentato svuotamento gastrico nella MP non è
noto, ma la deposizione di a-sinucleina nel nucleo dorsale motore del vago e nel sistema nervoso enterico sin
dalle fasi precoci di malattia potrebbe contribuire al disturbo della motilità gastrica. È tuttavia noto che anche
nei pazienti con MP non ancora trattati farmacologicamente vi è un rallentamento dello svuotamento gastrico.
Poiché la Levodopa è assorbita quando raggiunge la porzione prossimale del duodeno, la velocità di
svuotamento gastrico è uno dei fattori principali che ne condizionano il suo assorbimento. La velocità di
svuotamento gastrico e i livelli plasmatici di Levodopa sono correlati, supportando l'ipotesi che la gastroparesi
contribuisce alle fluttuazioni motorie [8]. Altri fattori che inficiano l'assorbimento della Levodopa sono costituiti
dall'infezione da Helicobacter pylori (HP) e dalle infezioni intestinali (Figura 1). La Sindrome da proliferazione
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
56
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
TERAPIA
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 27
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
57
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
batterica intestinale (small intestinal bacterial overgrowth, SIBO) è una condizione in cui nel piccolo intestino
si verifica un'eccessiva proliferazione di batteri appartenenti alla normale flora intestinale, spesso provenienti
dal colon. La SIBO ha un'alta frequenza nella MP ed è associata al tipo e gravita delle fluttuazioni motorie
[9,101; l'eradicazione della SIBO tramite terapia antibiotica si associa a un miglioramento delle fluttuazioni
motorie, ma tuttavia vi è un'elevata frequenza di recidiva (circa il 40%), il che rende la terapia antibiotica
insufficiente [9]. LE OPZIONI CHE FAVORISCONO L'ASSORBIMENTO DI LEVODOPA Da quanto esposto
precedentemente, è evidente come in mancanza di un sistema di raccolta e sintesi della dopamina a livello
nigrale così come si realizza con il progredire della MP, la causa principale che determina le fluttuazioni
motorie è legata al passaggio della Levodopa dal tubo digerente al sistema nervoso centrale. Le fluttuazioni
motorie sono il fenomeno clinico maggiormente studiato e associato al problematico assorbimento della
Levodopa, specie per ciò che concerne il fenomeno del "delayed ON" (ritardo nella fase ON). Vi sono
numerose strategie per migliorare tale delicato passaggio, sia dietetiche (limitare il consumo di proteine all'ora
di pranzo) che farmacologiche. Fra le strategie farmacologiche, l'uso di formulazioni solubili di Levodopa è
associato a una migliore biodisponibilità rispetto alle formulazioni in compresse solide. La Levodopa
metilestere (melevodopa) è un profarmaco altamente solubile prodotto dall'esterificazione del gruppo
carbossilico della Levodopa; grazie alle sue caratteristiche chimico-fisiche, melevodopa è 250 volte più
solubile di Levodopa [11,12] consentendo un assorbimento più consistente e meno erratico e un'azione più
rapida rispetto alle formulazioni standard di Levodopa. Uno studio recente ha dimostrato un inizio della fase
ON più precoce nei pazienti parkinsoniani che assumevano melevodopa rispetto alla formulazione standard
di levodopa, con una durata d'azione comparabile fra queste due formulazioni [13]. Altre strategie
farmacologiche per minimizzare la variabilità nella riposta legata all'assorbimento intestinale della Levodopa
sono i sistemi di infusione di apomorfina (per via sottocutanea) o di levodopa (per via enterale); tuttavia, tali
procedure sono proponibili solo a una piccola percentuale di pazienti avanzati che soddisfano gli stretti criteri
di selezione per tali procedure. Sebbene il ruolo dell'assorbimento enterale della Levodopa sia consolidato
nei pazienti con MP e fluttuazioni motorie, non sono ancora del tutto chiari i fattori che determinano una
variabilità della risposta nei pazienti in fase iniziale e stabili, indipendentemente dalla presenza di
complicanze motorie. Infatti, è noto che l'entità della risposta alla Levodopa mostra variabilità interindividuale:
alcuni pazienti hanno una risposta eccellente con un abbattimento quasi totale della disabilità motoria, altri
invece presentano un beneficio minore. Un'iniziale buona risposta alla Levodopa spesso è predittiva di
fluttuazioni motorie e discinesie; coloro che invece hanno una minore riposta spesso hanno una minore
frequenza di complicanze motorie, ma un più frequente impegno assiale precoce. Uno dei fattori che
condiziona la variabilità di risposta è l'età; più è avanzata, minore è la riposta in un test acuto con 250/25 mg
di Levodopa/Carbidopa [14]. È altresì stato dimostrato che i pazienti con MP e disturbo del comportamento in
sonno REM (RBD) presentano una minore risposta alla Levodopa [15]. Tuttavia, il ruolo dell'assorbimento
intestinale della Levodopa non è stato sistematicamente studiato come variabile in grado di condizionare la
grandezza della risposta nei pazienti con MP in fase stabile. Studi prospettici che valutino formulazioni solubili
di Levodopa in grado di migliorare l'assorbimento sono auspicabili nei pazienti con MP che presentano una
minore risposta alla Levodopa. La concomitante patologia gastrointestinale causa di alterato svuotamento
gastrico e assorbimento intestinale deve essere presa in considerazione anche nei pazienti iniziali e/o stabili
che mostrano minore beneficio dalle formulazioni standard di Levodopa in modo tale da poter adottare
precocemente terapie con formulazioni solubili di Levodopa. ^Retto Colon Faringe Esofago Stomaco •
Disfagia • Disfagia Cavo orale • Scialorrea • Dilatazione Intestino tenue • Deterioramento dentale • Reflusso
gastroesofageo • Ritardato svuotamento gastrico • Stipsi • Disturbi della motilità intestinale • Volvolo •
Megacolon • Perforazione • Difficoltà defecatorie
TABELLA 1. Sintomi gastrointestinali associati alla malattia di Parkinson SITO DI DISFUNZIONE DISTURBO
ASSOCIATO ALLA MPII rallentato transito gastrico e l'infezione da Helicobacter pylori (HP) a livello gastrico
e la "small intestinal bacterial overgrowth" (SIBO) riducono l'assorbimento della Levodopa e si associano ad
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 27
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
58
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
aumentata frequenza di fluttuazioni motorie, specie imprevedibili, ritardata fase ON (delayed ON) e minore
risposta alla Levodopa (ON subottimale)
FIGURA 1. Fattori intrinseci alla Malattia di Parkinson che influiscono sull'assorbimento intestinale della
Levodopa
BIBLIOGRAFIA 1. Agid Y. Levodopa: is toxicity a myth? Neurology 1998; 50(4): 858-63. 2. Cilia R, Akpalu A,
Sarfo FS, Cham M, Amboni M, Cereda E et al. The modern pre-levodopa era of Parkinson's disease: insights
into motor complications from sub-Saharan Africa. Brain 2014; 137(Pt 10): 2731-42. 3. Barone P, Antonini A,
Colosimo C, Marconi R, Morgante L, AvarelloTP et al. The PRIAMO study: A multicenter assessment of
nonmotor symptoms and their impact on quality of lite in Parkinson's disease. Mov Disord 2009; Aug 15;
24(11): 1641-9. 4. Luk KC and Lee VIVI. Modeling Lewy pathology propagation in Parkinson's disease.
Parkinsonism Relat Disord 2014; 20 Suppl 1: S85-S87. 5. Visanji NP, Marras C, Hazrati LN, Liu LW, Lang
AE. Alimentary, my dear Watson? The challenges of enteric alpha-synuclein as a Parkinson's disease
biomarker. Mov Disord 2014; 29(4): 444-50. 6. Shannon KM, Keshavarzian A, Dodiya HB, Jakate S, and
Kordower JH. Is alpha-synuclein in thè colon a biomarker for premotor Parkinson's disease? Evidence from 3
cases. Mov Disord 2012; 27(6): 716-9. 7. HeetunZS, Quigley EM. Castroparesis and Parkinson's disease: a
systematic review. Parkinsonism Relat Disord 2012; 18(5): 433-40. 8. Djaldetti R, Baron J, Ziv I, Melamed E.
Castrìc emptyìng in Parkinson's disease: patients with and without response fluctuations. Neurology 1996;
46(4): 1051-4. 9. Fasano A, Bove F, Gabrielli M, Petracca M, Zocco MA, Ragazzoni E et al. The mie of small
intestina! bacterial overgrowth in Parkinson's disease. Mov Disord 2013; 28(9): 1241-9. 10. Gabrielli M,
Bonazzi P, Scarpellini E, Bendia E, Lauritano EC, Fasano A et al. Prevalence of small intestina! bacterial
overgrowth in Parkinson's disease. Mov Disord 2011 ; 26(5): 889-92. 11. Stocchi F, Zappia M, Dall'Armi V,
Kulisevsky J, Lamberti P, Obeso JA Melevodopa/carbidopa effervescent formulatìon in thè treatment of motor
fluctuations in advanced Parkinson's disease. Mov Disord 2010; 25(12): 1881-7. 12. Steiger MJ, Stocchi F,
Carta A, Ruggieri S, Agnoli A, Quinn NP et al. The dinical efficacy of orai levodopa methyl ester solution in
reversing afternoon "off"periods in Parkinson's disease. Clin Neuropharmacol 1991 ; 14(3): 241-4. 13. Fasano
A, Bove F, Gabrielli M, Ragazzoni E, Fortuna S, Tortora A et al. Liquid melevodopa versus standard levodopa
in patients with Parkinson disease and small intestina! bacterial overgrowth. Clin Neuropharmacol 2014;
37(4): 91-5. 14. Durso R, Isaac K, Perry L, Saint-Hilaire M, Feldman RG. Age influences magnitude but not
duration of response to levodopa. J Neurol Neurosurg Psychiatry 1993; 56(1): 65-8. 15. Postuma RB,
Gagnon JF, Vendette M, Charland K, Montplaisir J. Manifestations of Parkinson disease differ in association
with REM sleep behavior disorder. Mov Disord 2008; 23(12): 1665-72.
Foto: Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Messina
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 6
(diffusione:39903, tiratura:40255)
IL PAZIENTE CON ATASSIA CEREBELLARE SPORADICA
GENETICAMENTE DETERMINATA
Indicazioni per un possibile percorso diagnostico
Michelangelo Mancuso
Tra le atassie cerebellari ereditarie (CA), oggi si conoscono almeno 36 forme a ereditarietà autosomica
dominante, 20 recessive, due atassie X -linked e numerose atassie associate a difetti mitocondriali. Nella
pratica clinica, il segno atassia si può presentare come sindrome cerebellare isolata o, più spesso, associato
a un ampio spettro di manifestazioni neurologiche e sistemiche. Una stretta integrazione tra i dati clinici,
neurofisiologici, neuroradiologici e, in alcuni casi, biochimici, può aiutare il Neurologo nel percorso
diagnostico con possibili ripercussioni terapeutiche. Alcune forme di CA sono, infatti, potenzialmente trattabili,
e l'efficacia della terapia è correlata a una diagnosi precoce. Nonostante i progressi della neurogenetica,
numerosi pazienti rimangono ancora senza diagnosi molecolare. La maggior parte dei casi di atassia
cerebellare sono sporadici, e il work-up diagnostico rimane una sfida. In questo scritto, guideremo il lettore
attraverso il labirinto delle CA, cercando di proporre un possibile percorso diagnostico Le atassie cerebellari
comprendono un'ampia gamma di patologie neurologiche in cui l'atassia rappresenta il segno clinico cardine,
spesso accompagnato da altri segni di disfunzione neurologica e\o di altri organi o apparati. Una volta
escluse le atassie secondarie a patologie (Tabella 1), il paziente atassico deve essere indirizzato a un workup diagnostico molecolare. Le atassie cerebellari genetiche (CA) sono di solito patologie croniche e
progressive, molto raramente episodiche. Tra le CA, che hanno una prevalenza di circa 9 casi per 100.000
abitanti, ci sono almeno 36 forme autosomiche dominanti (ADCAs), 20 recessive (ARCAs), due atassie Xlinked e varie forme associate a difetti mitocondriali. Nonostante i progressi delle neuroscienze, numerosi
pazienti rimangono senza diagnosi molecolare (si stima circa il 40 per cento). La maggior parte dei casi di
atassia cerebellare è sporadico, e il work-up diagnostico rimane una sfida. In questo scritto, guideremo il
lettore attraverso il labirinto della CA sporadiche o recessive, cercando di proporre un possibile percorso
diagnostico, tenendo conto che per alcune forme di CA potenzialmente trattabili, l'efficacia della terapia è
correlata alla precocità della diagnosi. ATASSIE MITOCONDRIALI I mitocondri sono organelli cellulari la cui
principale funzione è produrre energia sotto forma di ATP. Originando da un procariote primordiale in grado di
utilizzare la fosforilazione ossidativa allo scopo di produrre energia, essi sono gli unici organelli delle cellule
animali dotate di un proprio genoma, il DNA mitocondriale (mtDNA), trasmesso per via matrilineare dalla
cellula uovo alle figlie. Le malattie mitocondriali (MM) sono malattie rare dovute a disfunzione della
fosforilazione ossidativa, con una prevalenza calcolata di almeno 1 su 5.000. Esse sono pertanto le patologie
neurogenetiche di più frequente riscontro. Gli effetti delle mutazioni che causano MM tendono a essere
multisistemici ed estremamente variabili. Accanto alla variabilità delle manifestazioni cliniche (variabilità
fenotipica), nel campo delle MM è nota l'estrema "variabilità genotipica", poiché sono note numerose cause
genetiche diverse responsabili di MM, sia nel mtDNA che nel DNA nucleare (nDNA), causanti un fenotipo
simile. Oltre a MM da mutazione del mtDNA, esiste poi un ampio gruppo di MM causate da mutazioni del
nDNA (dove viene codificata la maggior parte delle proteine mitocondriali). I sistemi più frequentemente
interessati dalle MM sono l'apparato muscolare e il sistema nervoso centrale e periferico, ma possono essere
coinvolti, con variabile slavità e in diverse combinazioni, anche le vie visive e uditive, il cuore, le ghiandole
endocrine ecc. Le "red flags" che inducono a prendere in considerazione una diagnosi di MM sono bassa
statura, ipoacusia neurosensoriale, atassia, crisi epilettiche, episodi tipo stroke, ptosi palpebrale,
oftalmoplegia, neuropatia assonale, diabete mellito, miopatia, cardiomiopatia ipertrofica, emicrania. Queste
manifestazioni devono essere ricercate nel paziente e nei familiari. Nella sezione che segue, sono
brevemente descritte le forme di MM in cui l'atassia rappresenta un segno cardine. Mutazioni puntiformi del
mtDNA Le mutazioni puntiformi del mtDNA sono ereditate secondo le regole della genetica mitocondriale
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
59
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
MALATTIE RARE
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 6
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
60
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
(ereditarietà materna, eteroplasmia ed effetto soglia, segregazione mitotica). Ogni cellula contiene copie
multiple di mtDNA (poliplasmìa), che negli individui sani sono tutte uguali (omoplasmia). Quando si parla di
eteroplasmia si fa riferimento alla coesistenza di due popolazioni di mtDNA, normale e mutato. La
popolazione mutata in un dato tessuto deve raggiungere un valore soglia prima che il metabolismo ossidativo
sia compromesso e porti a disfunzione. L'epilessia mioclonica con fibre ragged red fMERRFì è
prevalentemente caratterizzata da mioclono, epilessia, atassia e ipoacusia neurosensoriale. Questa sindrome
è stata associata a diverse mutazioni puntiformi del mtDNA, di cui le più frequenti sono TA8344G e la
T8356C nel tRNA della lisina. Studi recenti del Network Italiano delle MM hanno mostrato che il mioclono è
maggiormente associato all'atassia piuttosto che all'epilessia, suggerendo che la MERRF potrebbe essere
meglio definita come atassia mioclonica piuttosto che come epilessia mioclonica. Encefalomiopatia
mitocondriale. episodi simil-stroke e acidosi lattica (MELASI: MM a carattere progressivo caratterizzata da
ripetuti eventi simil-stroke (spesso coinvolgenti il circolo posteriore), cefalea ricorrente, intolleranza allo
sforzo, crisi epilettiche e acidosi lattica. Le mutazioni di più frequente riscontro in questa mitocondriopatia
sono le A3243G e T3271C nel tRNA della leucina (UUR) nel mtDNA. L'atassia può essere presente, anche
se non è un sintomo tipico della malattia, almeno all'esordio. Sindrome di Leigh a trasmissione materna
fMILSÌ: si manifesta nei primi anni di vita con ritardo e regressione psicomotori, ipotonia, atassia, crisi
epilettiche, mioclono, neuropatia, atrofia ottica e acidosi lattica. La causa più comune è la mutazione
puntiforme T8993G nel gene ATP6. Se la percentuale di mtDNA mutato è <90 per cento, il fenotipo clinico è
più benigno, l'esordio più tardivo ed è caratterizzato da neuropatia, atassia e retinite pigmentosa (NARP).
Altre mutazioni puntiformi del mtDNA sono state associate a fenotipi neurologici complessi che includono tra
le manifestazioni cliniche l'atassia; pertanto, l'analisi del mtDNA sarebbe indicata in tutte le sindromi
atassiche inusuali e di difficile interpretazione, anche in assenza di una chiara ereditarietà materna.
Riarrangiamenti sporadici del mtDNA Le forme sporadiche di mitocondriopatia, come l'oftalmoplegia esterna
progressiva (PEO) e la sindrome di Kearns-Sayre (KSS; PEO associata a retinite pigmentosa e disturbi di
conduzione cardiaca) sono causate da una delezione mitocondriale singola. La KSS è caratterizzata da
retinite pigmentosa e PEO. Altri segni clinici di malattia possono essere disturbi di conduzione cardiaca e
atassia cerebellare. Altri sintomi possono essere ritardo di sviluppo, bassa statura, sordità, ipostenia,
endocrinopatie, tubulopatie renali e iperlattacidemia. L'atassia cerebellare può inoltre essere una
caratteristica dei fenotipi "PEO plus" causati da delezioni singole del mtDNA. Atassie associate a mutazioni di
POLG1 La DNA polymerase gamma (POLG) è l'unica DNA polimerasi nei mitocondri umani ed è essenziale
per la replicazione e la riparazione del mtDNA. I geni nucleari codificano per le subunità 1 e 2 di questa
polimerasi (POLG1 e POLGI). Le mutazioni di POLGI sono causa di malattie a trasmissione autosomica
dominante o recessiva in cui si ha un coinvolgimento multisistemico spesso severo. Queste MM sono
associate ad accumulo di delezioni multiple nel mtDNA. Atassia e disturbi del movimento sono manifestazioni
comuni. Recentemente si è visto che mutazioni di POLGI sono di frequente riscontro in pazienti atassici
dell'Europa centrale, causando atassia spesso associata a PEO, comorbidità psichiatrica ed epilessia. In
particolare, la sindrome mitocondriale atassica recessiva (MIRAS) è una comune causa di CA sporadica
causata dalle mutazioni A467T e W748S, talora con esordio anche dopo la VI decade di vita. Un'altra forma
recessiva di CA da mutazione POLG è la SANDO, caratterizzata da neuropatia atassica sensitiva, disartria e
oftalmoparesi. Atassia spinocerebellare a esordio infantile (JOSCA) La IOSCA è una grave malattia ereditaria
caratterizzata da una progressiva atrofia del cervelietto, del tronco encefalico, dei cordoni spinali e da
neuropatia assonale sensitiva, causata da mutazioni recessive del gene C10orf2, codificante Twinkle,
un'elicasi mtDNA specifica. Deficit di coenzima Q10 Le malattie da deficit di coenzima Q10 sono un gruppo di
patologie recessive che clinicamente si manifestano in cinque sindromi maggiori: (i) encefalomiopatia; (ii)
malattia multisistemica severa dell'infanzia; (iii) atassia cerebellare; (iv) sindrome di Leigh; (v) miopatia
isolata. Numerosi sono i geni che mutati causano deficit di biosintesi di coenzima Q10. L'atassia cerebellare è
il fenotipo più comune nel deficit del coenzima Q10. Altre manifestazioni di malattia includono neuropatia,
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 6
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
61
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
crisi comiziali, ritardo mentale, emicrania, disturbi psichiatrici, ipostenia e intolleranza allo sforzo, ipotonia
congenita, segni piramidali, distonia e corea, ptosi e oftalmoplegia, retinite pigmentosa, atrofia ottica, aprassia
oculomotoria, ipoacusia, l'ipogonadismo e altri disturbi endocrinologici. Il precoce riconoscimento di tali
pazienti è essenziale. Il deficit di coenzima Q10 è potenzialmente trattabile, indipendentemente dall'origine
genetica, con alte dosi di coenzima Q10. ATASSIA ASSOCIATA A PARAPARESI SPASTICA EREDITARIA
(HSP) Le HSP sono un gruppo eterogeneo di disordini causati da una degenerazione del tratto corticospinale clinicamente manifeste con la spasticità degli arti inferiori, iperreflessia e Babinski. L'età d'esordio è
variabile, dall'infanzia all'età adulta. Esistono forme pure e complicate di HSP, secondo la presenza o meno
di altri sintomi neurologici associati quali atassia, neuropatia periferica, amiotrofia distale, retinopatia, atrofia
ottica, segni extrapiramidali, decadimento cognitivo, sordità ed epilessia. Molti casi di HSP a trasmissione
dominante sono puri, mentre i fenotipi complessi tendono a essere recessivi; SPG4 (SPAST, spastina),
SPG3A e SPG31 (REEP1) sono le forme più comuni di HSP pura a trasmissione dominante. Mutazioni del
gene SPG7 (paraplegina) sono le cause più comuni di HSP recessiva, sia come forme pure che come
fenotipi più complessi, che frequentemente includono atrofia cerebellare e segni cerebellari alla valutazione
neurologica. I sottotipi di HSP che più comunemente causano "atassia spastica" sono forme recessive di
SPG7 e SPG15; queste condizioni entrano in diagnosi differenziale con altre forme di CA quali l'atassia
spastica di Charlevoix-Saguenay (ARSACS), e con le atassie spino-cerebellari (SCA) con spasticità (per
esempio, SCA1, 3, 7, 10, 11, 12). ATASSIA DI FRIEDREICH L'atassia di Friedreich (FA), la più comune
forma di atassia autosomica recessiva della popolazione caucasica, è causata da mutazioni nel gene FXN, in
genere espansioni della tripletta intronica GAA. L'età d'esordio è variabile tra 5-25 anni. Il sintomo cardine è
la presenza di un'atassia mista (cerebellare e sensitiva). La storia naturale di malattia è variabile, ma
solitamente a 10-15 anni dall'esordio di malattia i pazienti perdono la capacità di deambulare autonomamente
e di alzarsi o sedersi senza un supporto. I neuroni sensitivi dei gangli delle radici posteriori sono i primi a
essere compromessi, con una degenerazione secondaria del tratto spinocerebellare e piramidale e delle
colonne dorsali. FA è caratterizzata da progressiva atassia della marcia e degli arti, da disartria, perdita della
sensibilità pallestesica e propriocettiva, areflessia, movimenti oculari abnormi e segni piramidali. Nel corso
della malattia in genere compaiono altre manifestazioni sistemiche quali la cardiomiopatia ipertrofica, il
diabete mellito e la scoliosi. La RM non mostra atrofia cerebellare, ma atrofia lieve-moderata del tronco
encefalico e dei cordoni spinali. ATASSIA ASSOCIATA A DEFICIT DI VITAMINA E L'atassia associata a
deficit di vitamina E è un disturbo autosomico recessivo clinicamente simile alla FA, ma in cui cardiomiopatia
e diabete sono molto meno comuni. La malattia è causata da una mutazione nel gene che codifica la proteina
trasportatrice dell'cc-tocoferolo. La concentrazione sierica di vitamina E, nei pazienti affetti, è bassa. La
supplementazione con vitamina E può moderatamente migliorare il quadro. ABETALIPOPROTEINEMIA
L'abetalipoproteinemia è una sindrome metabolica rara a trasmissione autosomica recessiva, causata dal
deficit di una proteina MTP (microsomal triglyceride transfer protein) essenziale per la sintesi di chilomicroni e
lipoproteine a bassa densità. Il fenotipo neurologico si manifesta prima dei 20 anni ed è simile alla FA; in
questa patologia, oltre ai sintomi neurologici sono presenti malassorbimento lipidico, ipocolesterolemia,
acantocitosi e retinite pigmentosa. MALATTIA DI REFSUM La malattia di Refsum è una patologia
neurometabolica ereditaria recessiva, causata da una mutazione del gene fitanoil-CoA idrossilasi (PHYH), ed
è clinicamente caratterizzata da atassia cerebellare, polineuropatia periferica, sordità neurosensoriale, retinite
pigmentosa e anosmia con anomalie scheletriche, ictiosi, insufficienza renale, cardiomiopatia e/o aritmie.
L'esordio è tipicamente intorno ai 20 anni. L'acido fitanico si accumula ad alte dosi nel tessuto adiposo e nella
mielina. XANTOMATOSI CEREBROTENDINEA Questa malattia è causata da una mutazione nel gene che
codifica per l'enzima 27-sterolo idrossilasi mitocondriale (CYP27), coinvolto nella sintesi degli acidi biliari, con
secondario accumulo di elementi intermedi degli acidi biliari nei vari tessuti tra cui quello nervoso. I sintomi
neurologici iniziano intorno ai 20 anni e includono atassia, segni piramidali ed extrapiramidali, neuropatia
periferica sensitivo-motoria, crisi comiziali, disturbi psichiatrici e demenza. Altre caratteristiche sono la
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 6
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
62
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
cataratta giovanile, la xantomatosi tendinea, l'osteoporosi e la diarrea cronica. La RM mostra atrofia cerebrale
generalizzata e atrofia cerebellare con lesioni diffuse della sostanza bianca. La terapia si basa sull'uso di
acido chenodessosicolico. MALATTIA DI NIEMANN-PICK TIPO C Con il nome di malattia di Niemann-Pick si
fa riferimento a un gruppo di malattie multisistemiche da accumulo lisosomiale, autosomiche recessive, che
possono presentare, in grado variabile, manifestazioni neurologiche. D'interesse neurologico è il tipo C,
causato da mutazione nei geni NPC1 e NPC2. I disturbi neurologici variano con l'età e includono ipotonia,
impaccio motorio, cadute, crisi comiziali, difficoltà di apprendimento, atassia, deficit cognitivi e psicosi.
Elemento caratteristico di questa malattia è la paralisi di verticalità dello sguardo. Il riconoscimento precoce di
questa malattia è essenziale in quanto esiste in commercio un farmaco, il miglustat, che ha mostrato un
positivo impatto sul management clinico dei pazienti. ATASSIA TELEANGECTASICA L'atassia
teleangectasica è una ARCA causata da mutazione di una kinasi (ATM) coinvolta nei meccanismi di
trasduzione del segnale innescati da danni del DNA. La disfunzione cerebellare si manifesta intorno al 2-3
anno di vita ed è severamente progressiva; l'aprassia oculomotoria è comune. Altre manifestazioni sono la
teleangectasia cutanea e oculare, l'immunodeficienza, l'aumentato rischio di leucemia e linfomi. L'alta
concentrazione di alfa-fetoproteina sierica è un riscontro tipico. ATASSIA CON APRASSIA OCULOMOTORIA
TIPO 1 E 2 L'atassia con aprassia oculomotoria di tipo 1 si manifesta prima dei 10 anni di età con atassia
della marcia e degli arti, neuropatia sensitivo-motoria, disturbi della motilità oculare con nistagmo, disturbi
della fissazione dello sguardo, aprassia oculomotoria, segni extrapiramidali e decadimento cognitivo. L'atrofia
cerebellare, l'ipoalbuminemia e l'ipercolesterolemia sono caratteristici. La malattia è causata da una
mutazione nel gene dell'apratassina (APTX). L'atassia con aprassia oculomotoria di tipo 2 ha un fenotipo
analogo al tipo 1 ; si differenzia per l'età d'esordio che nel tipo 2 è nella prima adolescenza, e per il riscontro
di normali livelli plasmatici di albumina ed elevata concentrazione sierica di alfa-fetoproteina. Essa è causata
da una mutazione nel gene della senatassina (SETX), un'elicasi DNA/RNA. ATASSIA SPASTICA
AUTOSOMICA RECESSIVA DI CHARLEVOIX-SACUENAY (ARSACS) ARSACS è una malattia
neurodegenerativa, causata da mutazioni nel gene che codifica per la proteina chaperone sacsina (SACS); è
caratterizzata da disfunzione cerebellare progressiva, segni piramidali e neuropatia sensitivo-motoria con
amiotrofia. La malattia esordisce intorno a 1-5 anni di età e la risonanza magnetica mostra atrofia del verme
cerebellare. ATASSIA CEREBELLARE AUTOSOMICA RECESSIVA TIPO 1,2 E 3 L'atassia cerebellare
autosomica recessiva tipo 1 (ARCAI) è un'atassia dell'età adulta, lentamente progressiva, caratterizzata da
disartria marcata e atrofia cerebellare causata da mutazioni nel gene SYNEl. Una forma simile di atassia
pura, causata da mutazioni in omozigosi di ADCK3, è stata denominata ARCA2. Infine, mutazione nel gene
codificante l'anoctamina 10 (ANO10) è stata di recente riscontrata in numerosi pazienti con CA a esordio in
età adulta associata ad atrofia cerebellare e segni piramidali, in assenza di segni di neuropatia periferica.
SINDROME DELL'X FRAGILE ASSOCIATA A TREMORE/ATASSIA La sindrome dell'X-fragile associata ad
atassia e tremore (FXTAS) è una malattia neurodegenerativa a esordio tardivo che colpisce individui portatori
della premutazioneespansione (55-200 CGG ripetute) nella regione 5' non tradotta del gene FMR1 (fragile X
mental retardation 1). Tale malattia è caratterizzata da tremore intenzionale a esordio tardivo e atassia della
marcia, con possibile parkinsonismo, neuropatia, disfunzione autonomica e demenza. È una delle più comuni
forme di CA dell'adulto. Tipiche della malattia sono le iperintensità di segnale nelle sequenze T2,
simmetriche, nei peduncoli cerebellari medi e nella sostanza bianca cerebellare. APPROCCIO AL PAZIENTE
CON ATASSIA Le nuove tecniche di sequenziamento del DNA hanno consentito lo studio di una larga parte
del genoma in modo rapido e relativamente economico negli ultimi anni, portando all'identificazione di
numerosi nuovi geni causa di patologia, inclusi quelli correlati a CA. Tuttavia, molti casi di CA sono sporadici
e a oggi un work-up diagnostico resta una sfida, con almeno il 40 per cento di pazienti senza una diagnosi
molecolare. Un'anamnesi dettagliata e uno studio approfondito dell'albero genealogico sono solitamente
sufficienti a discriminare le forme genetiche da quelle acquisite (Figura 1). Una volta che le forme acquisite
sono state escluse, l'analisi dettagliata dell'albero genealogico può essere indicativa del modello di
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 6
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
63
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ereditarietà. Nei casi di ADCAs, non trattati in quest'articolo, i test genetici devono essere mirati anche in
considerazione di segni clinici aggiuntivi, che talora possono definire una forma etiologica piuttosto che
un'altra (Figura 2). Nei casi sporadici, un approccio multidisciplinare è essenziale, ed è proposto in Figura 3. Il
Neurologo deve sempre tenere in considerazione i seguenti punti: (i) esordio e decorso clinico della malattia
(le forme più comuni dell'adulto sono la FXTAS, FA, ARCA3 e quelle correlate al gene POLG: quelle a
esordio infantile AT, IOSCA, ARSACS); (ii) sintomi e segni clinici associati (neurologici, ma anche psichiatrici,
oftalmologici, dermatologici; Figura 3); (iii) parametri neurofisiologici, con particolare attenzione allo studio
delle conduzioni nervose e alla presenza o meno di neuropatia periferica (sensitiva o sensitivo-motoria); (iv)
aspetti di neuroimaging (presenza o meno di leucodistrofia e atrofia cerebellare); (v) aspetti laboratoristici.
Nonostante non tutti i test siano disponibili come esami di routine, la ricerca dettagliata di alcuni di questi
parametri può portare il medico a una diagnosi corretta. Dovremmo essere tutti consapevoli che l'atassia
sporadica a esordio tardivo, là dove altre possibili cause siano già state escluse, potrebbe essere dovuta a
disturbi metabolici (per esempio, NP-C o malattie mitocondriali), che in alcuni casi possono essere trattati. <»
1 TABELLA 1. Cause di atassia acquisita 1
• Etanolo • Farmaci (antiepilettici, litio, antineoplastici, ciclosporina, metronidazolo, altri) • Metalli pesanti •
Solventi
Sindromi paraneoplastiche
Ascessi, cerebelliti Ì ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ H - Stroke Trauma Tossiche Infezioni Anomalie strutturali Neoplasie
Ipotiroidismo Immuno-mediate Endocrinologiche Primitive cerebrali, ripetizioni Malformazione di Chiari,
agenesia, ipoplasiaSI NO Storia familiare > Esame neurologico > NCS-EMG > RM ENCEFALO > Biomarkers
Esordio acuto ATASSIA ACQUISITA O SPORADICA Paziente con atassia cerebellare
Figura 1. Approccio al paziente atassico Fonte: modificata da Mancuso e coli. J Neurology 2014Segni SCA6
SCA7 SCA3,17 Corea, discinesie piramidali Solo segni cerebellari SCA2,3,17,6 POLG Parkinsonismo
Degenerazione retinica EREDITARIETÀ AD SCA1,3,7 SCA2 Segni clinici aggiuntivi Fonte: modificata da
Mancuso e coli. J Neurology 2014
Figura 2. Approccio diagnostico differenziale al paziente con atassia cerebellare autosomica
dominanteNeuroimaging ETÀ DI ESORDIO STORIA NATURALE PROGRESSIONE • Atrofia cerebellare: mt,
SAN DO, AT, ARCA, FXTAS, AOA1.2 • No atrofia cerebellare: FA, AVED, abetalipoproteinemia •
Leucodistrofia: Krabbe, xantomatosi cerebrotendinea ecc. ESAMI LABORATORIO SEGNI CLINICI
ASSOCIATI Biochimica • Vit. E . AFP^AT,AOA2 • Abetalipoproteinemia • Ac.lattico, CK^ mt • Coenzima Q10 •
(muscolo, fibroblasti) -^mt • Ossisteroli -> NPC • Colesterolo t -» AOA1 • Colesterolo J -^abetalipop •
Colestanolo -^CTX • Albumina |^AT, AOA1 Velocità di conduzione sensitivo motoria • Neuropatia sensitiva -»
FA, AVED, SANDO, abetalipoproteinemia • Neuropatia sensitivomotoria -* mt, AT, AOA1.2 • No neuropatia -»
NP-C, ANO10 ATASSIA CEREBELLARE RECESSIVA CA SUBACUTA-CRONICA (no episodica)
SPORADICA O CONSANGUINEITÀ Fonte: modificata da Mancuso e coli. J Neurology 2014
Figura 3. Approccio multidisciplinare al paziente con atassiaTEST GENETICI Coinvolgimento organi Esame
ispettivo generale • Lipomi • Ittiosi • Xantomi • Teleangectasie • Angiocheratomi
Neurologici: • Disordini del movimento • Oftalmoparesi verticale • Ritardo mentale • Declino cognitivo •
Alterazione oculomozione • Segni piramidali • Mioclono, epilessia • Cataratta • Retinopatia • Sordità •
Cardio(mio)patia • Disturbi psichiatrici • Dismotilità gastrointestinale • Splenomegalia • Scoliosi, piede cavo
O RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI • Apartis E e coli. FXTAS: new insights and thè need for revised diagnostic
criterio. Neurology 2012; 79: 1898-1907. • Durr A. Autosomal dominant cerebellar ataxias: polyglutamine
expansions and beyond. Lancet Neurol 2010; 9: 885-894. • Emmanuele V e coli. Heterogeneity of coenzyme
Q10 deficiency: patient study and literature review. Arch Neurol 2012; 69: 978-983. • Hersheson J, Haworth
A, Houlden H. The inherited ataxias: genette heterogeneity, mutation databases, and future directions in
research and clinical diagnostics. Human Mutation 2012; 33: 1324-1332. • Mancuso IVI e coli. The genetics
ofataxia: through thè labyrinth ofthe Minotaur, looking for Ariadne's thread. J Neurol. 2014 Sep;261 Suppl 2:
03/04/2015
Medico e Paziente - ed. N.1 - marzo 2015
Pag. 6
(diffusione:39903, tiratura:40255)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/04/2015
64
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
S528-41. • Mancuso M e coli. Mitochondrial Ataxias. In: Hong SH (ed) Ataxia: Causes, Symptoms and
Treatment. Nova Science Publishers, Inc., Hauppauge NY, 2012. • Mancuso M e coli. Myodonus in
mitochondrial disorders. Mov Disord 2014; May; 29(6): 722-8. • Mancuso IVI e coli. Phenotypic heterogeneity
ofthe 8344A>C mtDNA "MERRF" mutation. Neurology 2013; May 28; 80(22): 2049-54. • Orsucci D e coli.
Hereditary spastic paraparesis in adults. A clinical and genetic perspective from Tuscany. Clin Neurol
Neurosurg2014; 120: 14-19. • Patterson MC e coli. Recommendations for thè diagnosis and management of
Niemann-Pick disease type C: an update. Mol Genet Metab 2012; 106: 330-344. • Renaud M e coli.
Autosomal recessive cerebellar ataxia type 3 due to ANO10 mutations: delineation and genotype-phenotype
correlation study. JAMA Neurol 2014; Oct; 71 (10): 1305-10. • Salinas S e coli. Hereditary spastic paraplegia:
clinical features and pathogenetic mechanisms. Lancet Neurol 2008; 7: 11271138. • Schicks J, Synofzik M,
Schulte C, Schols L. POLG, but not PEOI, is a frequent cause of cerebellar ataxia in Central Europe. Mov
Disord 2010; 25: 2678-2682.
Foto: Clinica Neurologica, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, Pisa
VITA IN FARMACIA
23 articoli
03/04/2015
Corriere della Sera - ed. Milano
Pag. 6
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Tredicimila infermieri alla preselezione per 25 contratti al Niguarda
Alessandra Dal Monte
Tredicimila candidati da tutta Italia. Tredicimila infermieri neolaureati, precari o disoccupati in cerca di un
posto fisso in ospedale. Tredicimila iscritti per 25 contratti a tempo indeterminato. Il concorso per operatori
sanitari bandito dall'ospedale Niguarda di Milano è stato sommerso di candidature (12.600, per la precisione).
«Non ci aspettavamo un numero così alto di partecipanti - spiega Giuseppe Genduso, direttore sanitario del
Niguarda -. All'ultimo concorso, nel 2012, per 80 posti si erano presentati in cinquemila. Comunque ci siamo
organizzati: abbiamo affittato sei aule al Politecnico e abbiamo predisposto un test di preselezione».
E così la fila sterminata di candidati sta svolgendo i test di scrematura all'edificio Trifoglio, in via Bonardi: si è
partiti ieri e si continua oggi con quattro turni al giorno da 1.600 persone l'uno e un quiz da 30 domande su
procedure sanitarie, deontologia professionale, tecniche di assistenza e operazioni d'emergenza a cui
rispondere in 20 minuti. «La preselezione deciderà quali candidati potranno affrontare le prove scritte, orali e
pratiche - continua Genduso -. Tutti coloro che avranno totalizzato la sufficienza (21 punti su 30) passeranno
alla fase successiva del concorso». Le stime parlano di un migliaio di persone, ma potrebbero anche essere
di più. Ci penseranno poi le prove successive a selezionare i 25 infermieri da assumere.
La proporzione è da brivido: verrà preso un candidato su 500. Eppure gli infermieri di tutta Italia si iscrivono e
tentano la sorte. Perché di concorsi ce ne sono sempre meno, e con sempre meno posti. L'ultimo, bandito a
Brescia, ha registrato novemila partecipanti per tre contratti. Già una rarità: di solito sono uno o due. «Il
mercato del lavoro purtroppo è bloccato: i concorsi pubblici sono pochissimi, così come le opportunità nel
settore privato», racconta Mario Fratino, 37enne foggiano disoccupato da un anno. La situazione è
drammatica soprattutto al Centro e al Sud: non è un caso che i due terzi dei partecipanti al concorso del
Niguarda siano arrivati dal Meridione.
Jessica Apponi, 22 anni, vive a Frosinone ed è fresca di laurea: «Qualche anno fa chi finiva l'università
trovava subito lavoro, perlomeno tra case di riposo, cooperative o strutture private. Adesso anche quello è
difficilissimo - racconta, tenendo stretto il trolley -. Aspetto con ansia la comunicazione dei risultati, il 30 aprile.
Ma non ci spero: siamo veramente troppi». I giovani iscritti al concorso sono tantissimi, forse la maggior
parte. Ragazzi neolaureati, oppure laureati da qualche anno, che finora non hanno visto l'ombra di un
contratto a tempo indeterminato. Solo sostituzioni, chiamate, lavoretti a ore o, quando va bene, contrattini di
pochi mesi. Perciò scatta la corsa al concorso: Alfredo Apicella, 26enne di Vicenza, si è iscritto a 15 prove nel
giro di tre mesi. «Pur di lavorare in ospedale sarei disposto ad andare ovunque», dice, speranzoso. La sua
amica Elisa Galliotto, 23 anni, fa lo stesso ragionamento: «Sto provando tutti i bandi che escono. La mia
fortuna è che dalle nostre parti le strutture private chiamano ancora, ma i contratti sono brevissimi, di un paio
di mesi al massimo».
Gli infermieri disoccupati a livello nazionale sono 30 mila, nonostante ci sia bisogno di forza lavoro. Non ci
sono i soldi per assumerli, così i neolaureati rischiano un futuro di precariato. Questi concorsi sono l'unica
speranza per garantirsi un futuro stabile: 1.600 euro di stipendio base al mese, più il compenso per i turni
straordinari. «Non è molto, considerando che la nostra non è una vita facile, ma sarebbe già tantissimo»,
raccontano in coro i candidati. L'intenzione del Niguarda - che per questo concorso tra affitto delle aule,
spese di cancelleria e mobilitazione di 50 dipendenti ha sborsato 20 mila euro - è compilare una graduatoria
da usare anche in futuro. «Speriamo, col tempo, di poter assumere più delle 25 persone stabilite con questo
bando - spiega il direttore sanitario Giuseppe Genduso -. Useremo la graduatoria finale come database di
profili cui attingere per le prossime necessità».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
66
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Precari e disoccupati da tutta Italia «Speriamo ancora nel posto fisso»
03/04/2015
Corriere della Sera - ed. Milano
Pag. 6
(diffusione:619980, tiratura:779916)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
67
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Jessica Apponi Al Sud
i concorsi neppure esistono
Federico Laganà Laureato
da 5 anni: mai visto
un contratto
Loredana Grigoras Non lavoro da sei mesi: il mercato
è bloccato
Alfredo Apicella Iscritto
a 15 gare, difficilissimo
entrare
Elisa Galliotto Farei di tutto per un posto fisso in ospedale
Mario Fratino
Disoccupato,
trovo solo impieghi
«a ore»
Foto: Esami Gli aspiranti infermieri al concorso di preselezione dell'ospedale di Niguarda, ieri, nelle aule del
Politecnico di Milano ( foto Matarazzo )
03/04/2015
Corriere della Sera - ed. Milano
Pag. 10
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Arrestate 19 persone per il traffico di medicine «sparite» e conservate in modo scorretto
Federico Berni
MONZA Il grande business nasceva da piccoli furti di medicinali. Anche pochi scatoloni alla volta, sottratti dai
magazzini e dai camion che facevano le consegne a Milano, provincia, e non solo. Episodi solo
apparentemente slegati fra loro, ma che in realtà hanno dato vita ad un «mercato parallelo di farmaci», per
usare l'espressione del procuratore aggiunto di Monza Luisa Zanetti. C'erano anche antitumorali costosissimi,
oltre che essenziali, che finivano per essere venduti sottocosto e conservati malamente negli ospedali
tedeschi o dell'Est europeo.
Lo hanno capito i carabinieri del Nas di Milano, agli ordini del capitano Paolo Belgi, che hanno eseguito 19
ordinanze restrittive (6 in carcere, 13 ai domiciliari) nell'ambito dell'operazione denominata «Pharmatraffic»
ed effettuato sequestri di beni per oltre 23 milioni di euro. Un'indagine che vede coinvolte 50 persone in tutta
Italia tra farmacisti, titolari di società di vendita all'ingrosso di medicinali, autotrasportatori: 25 sono accusate
di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di farmaci e al riciclaggio. Elemento di spicco
dell'organizzazione, un imprenditore milanese 50enne, attivo in questo settore, attualmente sotto processo
per reati analoghi scoperti nel 2008 dal Nas, ma che intanto proseguiva negli stessi affari, anzi li aveva
decisamente ampliati visto che fruttavano anche 10 milioni di euro in pochi mesi.
Oltre a lui, un ruolo di rilievo lo rivestivano altri due basisti monzesi, alla cui società sono arrivati gli inquirenti
due anni fa, indagando su un furto in un magazzino di Settala. Quello era solo il primo passaggio: la merce
rubata passava al ricettatore, poi al primo grossista (in certi casi erano la stessa persona), e ad un
«riciclatore» che dava una nuova «veste commerciale» ai farmaci rubati attraverso l'emissione di false fatture
con società «cartiere» inglesi, e infine ad altri grossisti che li piazzavano sui mercati stranieri, principalmente
negli ospedali di Germania, Olanda, Bulgaria e Montenegro. Questo, almeno, era il giro destinato a
costosissimi farmaci antitumorali (anche 10 mila euro la confezione) per uso ospedaliero, commercializzabili
all'estero, ma non in Italia.
Gli indagati non avevano considerato che i lotti medicinali spariti erano «tracciati», come prevede il ministero
della Salute, e per questo gli investigatori hanno potuto ricostruire «la loro vita commerciale», come ha
sottolineato il colonnello Demetrio Conti, a capo del Nucleo Tutela Salute dei carabinieri di Milano. Da
«semplici» sparizioni di singoli lotti nei camion che arrivavano negli ospedali italiani, gli inquirenti sono arrivati
cosi a ricostruire complesse operazioni di riciclaggio per milioni di euro che finivano su conti svizzeri. Con
relativo danno agli ospedali italiani, che si vedevano privati della disponibilità di preziosi medicinali
antitumore, e agli inconsapevoli malati di mezza Europa ai quali arrivavano farmaci che non erano conservati
in modo corretto, e quindi erano completamente inefficaci.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L'indagine
La Procura di Monza e i carabinieri dei Nas di Milano hanno eseguito 19 ordinanze restrittive (6 in carcere, 13
ai domiciliari) e sequestrato beni per 23 milioni di euro nell'ambito dell'operazione Pharmatraffic La banda
rubava farmaci, anche costosissimi, che venivano rivenduti a prezzi bassi all'estero I lotti medicinali erano
«tracciati», come prevede il ministero della Salute. Così è partita l'indagine
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
68
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La truffa dei farmaci anticancro rubati In Italia introvabili, all'estero
inservibili
03/04/2015
La Repubblica - ed. Milano
Pag. 11
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Traffico di farmaci antitumorali, 19 arresti
Il ministro Lorenzin: "Così si garantisce la sicurezza dei cittadini"
GABRIELE CEREDA
RUBAVANO i farmaci più costosi sul mercato: quelli per le terapie antitumorali, li ripulivano con un giro di
false fatturazionie poi li rivendevano. Ma a quel punto erano ormai privi di efficacia terapeutica, in quanto
conservati in luoghi e a temperature non idonee. Non per niente il ministro della Salute Lorenzin si è
congratulata con i carabinieri del Nas di Milano per l'operazione,e ha spiegato che entro il 1° luglio «l'Italia
recepirà la direttiva per il contrasto alla vendita online di farmaci».
Diciannove gli arresti, l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata a ricettazione, riciclaggio e
commercio internazionale di farmaci rubati. La centrale era una società all'ingrosso di Monza che, attraverso
false fatturazioni di acquisto da società inglesi, irlandesi e maltesi, cancellava la provenienza italiana (illecita)
e immetteva i prodotti sul mercato: ospedali tedeschi, olandesi, bulgari e del Montenegro, dove i farmaci
antitumorali sono commercializzabili, a differenza dell'Italia, e dove costano più di 10mila euro a confezione.
Ma la rete criminale non aveva tenuto conto che quei farmaci, su disposizione del ministero, sono tracciati da
numeri di serie dal momento in cui escono dall'azienda produttrice.
L'operazione "Pharmatraffic", coordinata dai pm di Monza Caterina Trentini (ora a Milano) e Franca Macchia,
ha portato all'individuazione di 19 persone (6 in carcere, 13 ai domiciliari), più altri coinvolti. L'indagine è
partita nel 2011, dopo ripetuti furti di medicinali in alcune ditte depositariee grossiste di Milanoe provincia.
Dalle informazioni arrivate da Interpol e polizie dei Paesi coinvolti, i carabinieri sono riusciti a ricostruire il
traffico illegale. Nel giro di pochi mesi, le operazioni di ricettazione e riciclaggio hanno fruttato 10 milioni. I
soldi finivano su conti in Svizzera e Belize.
«Le menti dell'organizzazione erano i grossisti italiani, che operavano a Milano, Monza, Sondrio, Napoli,
Pavia, Genova, Caltanissetta e Crotone - spiega il procuratore aggiunto di Monza, Luisa Zanetti - . I farmaci,
sottratti alle aziende farmaceutiche, nei magazzini ospedalieri o durante il trasporto, venivano rivenduti grazie
a fatturazioni fittizie emesse da società con sede all'estero, privando così gli ospedali lombardi a cui erano
destinati». Nell'operazione sono stati sequestrati medicinali per un valore di tre milioni.
Foto: Il deposito di farmaci rubati era nella sede di una società
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
69
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'INCHIESTA/ RUBATI IN ITALIA E RIVENDUTI ALL'ESTERO
03/04/2015
La Repubblica - ed. Roma
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
"Svolta nella Sanità , via 684 primariati"
Zingaretti: "Con i piani aziendali assunzioni per seicento precari Bilancio in pareggio, addio commissario"
D'Amato: "Dal 2007 ospedali e Asl hanno perso ottomila addetti"
MAURO FAVALE CARLO PICOZZA
«RAZIONALIZZARE », «razionare» e, perché no?, «tagliare». Prima di tutto sprechi e incongruenze.
Tra questi, «684 primariati», annuncia il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, commissario di governo
per la Sanità del Lazio, «alcuni con un solo posto letto». Saranno così accorpati servizi e divisioni. Risultato:
«Risparmi da 20 milioni» per le casse esangui del Servizio sanitario. È una delle misure adottate (in
attuazione del decreto legge 158, il "Balduzzi" del 2012) nei 16 atti aziendali, i piani di ospedali e Asl,
presentati ieri. All'appuntamento era attesa la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha dato forfait.
Motivo, «un'influenza» (ha spiegato Zingaretti) che non le ha impedito però di presenziare, nel pomeriggio, un
evento al Maxxi.
Tant'è, con gli atti aziendali, i dirigenti del Servizio sanitario, sono chiamati a fare la loro parte per il
«pareggio di bilancio entro il 2015». Deficit permettendo. «La sua riduzione resta l'obiettivo prioritario», ha
ripetuto il governatore, «contiamo di arrivare alla verifica prima dell'estate, attestandoci sui 400 milioni».
«Dopo anni», ha aggiunto, «per la prima volta il Lazio é sotto il 5% del disavanzo, la condizione per uscire dal
commissariamento dopo un solo anno di risultati virtuosi». E, cifre alla mano, Alessio D'Amato, coordinatore
della Cabina di regia per la sanità, ha argomentato: «Il deficit è passato da 1,7 miliardi del 2008 ai 400 milioni
del preconsuntivo 2014». Ma c'è un ma: il solo gettito degli aumenti dell'addizionale Irpef e dell'aliquota Irap,
quasi 900 milioni, riuscirebbe, a coprire il deficit. E con avanzi consistenti. Che, però, sono già impegnati nei
servizi socio sanitari (278 milioni), nel trasporto pubblico locale (180) e in altre spese correnti. Formalmente,
l'uscita dal commissariamento sembra a portata di mano con l'abbattimento del deficit sotto il 5% del saldo tra
entrate e uscite. Nei fatti, però, l'impresa del pareggio di bilancio e del disimpegno dell'extragettito per la
restituzione degli aumenti di Irpef e Irap ai contribuenti del Lazio, i più spremuti d'Italia, resta lontana.
Complicata dalla manovra del governo Renzi che, per il Lazio, graverà ben oltrei 600 milioni.È peraltro ancora
sconosciuta l'entità del fondo sanitario regionale 2015.
La Conferenza Stato Regioni due giorni fa è stata aggiornata a dopo Pasqua con l'intento di abbozzare un
decreto legge che indichii tagli ai singoli capitoli di spesa, dal riordino della rete ospedaliera alla farmaceutica,
dagli acquisti di beni e servizi all'appropriatezza delle prestazioni. Mentre il glossario del rientro dal deficit si
arricchisce di parole nuove, il mastodonte ferito della sanità regionale sembra rialzarsi. Arranca «verso
l'obiettivo del pareggio entro il 2015».
«Mi state annunciando», ha scherzato il subcommissario Giovanni Bissoni, «il mio licenziamento». «Dagli atti
aziendali», ha detto, «ci attendiamo meno razionamento, più trasformazione e riorganizzazione».
«Si aprirà la possibilità», per D'Amato e Zingaretti, «di regolarizzare i contratti per i primi 600 precari
avviando, d'intesa con i ministeri di Economia e Salute, una fase di nuove assunzioni entro l'anno».
«Complice il commissariamento», ha spiegato D'Amato, «la Sanità regionale, dal 2007, ha perso 8.000
addetti». Con oltre 2.000 contratti a tempo determinato e il 35% della forza lavoro con età media di 55 anni,
«c'è il rischio», ha segnalato il governatore, «di escludere un'intera generazione tra medici, tecnici e
infermieri: un paradosso in una regione che forma buona parte del personale sanitario italiano».
LE MISURE VIA I "REPARTINI" I piani di ospedali e Asl, forti del decreto Balduzzi, prevedono l'abolizione di
684 primariati. Saranno accorpati reparti e servizi L'ABBATTIMENTO DEL DEFICIT «La riduzione del deficit
resta l'obiettivo prioritario» Impresa ardua stanti gli impegni di spesa e il taglio di oltre 600 milioni al Lazio
STABILITÀ PER 600 PRECARI «Entro il 2015 saranno regolarizzati 600 contratti precari tra gli oltre 2.000 in
panchina: una generazione di addetti sanitari "esclusa"» PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.lazio.it
www.roma.repubblica.it
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
70
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La Regione
03/04/2015
La Repubblica - ed. Roma
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
71
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Foto: LE PAROLE NUOVE Il glossario della Sanità si arricchisce di verbi: "razionare" meno "tagliare" con
mira "riorganizzare"
03/04/2015
La Repubblica - ed. Bari
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Dilaga la necessità di medici anestesisti concorsi in tutte le Asl
ANTONELLO CASSANO
NON solo l'Asl Bat. La carenza di medici, in particolar modo anestesisti, riguarda tutta la regione e presto
anche altre aziende sanitarie locali potrebbero essere costrette a fare dei bandi per selezionare medici
dall'esterno, seguendo l'esempio della sesta provincia. Nei giorni scorsi, infatti, l'Asl di Barletta-Andria-Trani
ha avviato un bando da 198mila euro per acquistare un pacchetto di 3mila ore di prestazioni di anestesia e
medicina di urgenza dall'esterno (medici singoli o cooperative), scatenando la polemica dei sindacati.
«Troppo pochi gli anestesisti disponibili in Puglia - si è difeso il dg Ottavio Narracci - dobbiamo selezionarli
dall'esterno perché paghiamo anni di errori di formazione medica». Anche l'azienda sanitaria locale di Lecce
non esclude a priori il ricorso a bandi per acquistare pacchetti di prestazioni da cooperative esterne. Del resto
l'Asl del capoluogo salentino è stata la prima a far ricorso a questo espediente nell'estate scorsa, affidando
direttamente un pacchetto di quasi 3mila ore di pronto soccorso, ostetriciae sala operatoria a due cooperative
emiliane. «Al momento - dice il direttore generale Giovanni Gorgoni - possiamo contare su 115 anestesisti, ne
servono almeno altri 30. Abbiamo avuto l'autorizzazione ad assumerne 13, ma fino ad ora ne abbiamo
reclutati solo 6 perché c'è una effettiva carenza di queste figure professionali sul mercato. Per questo non
posso escludere il ricorso alle esternalizzazioni». L'origine del problema pare essere quindi nella formazione
universitaria, come sottolineano i vari direttori generali e come conferma anche il preside della facoltà di
medicina dell'Università di Bari, Paolo Livrea: «Ogni anno abbiamo a disposizione 20 borse per anestesisti,
ma il fabbisogno regionale è di 35. Per i medici di pronto soccorso il problema è ancora più grave visto che
abbiamo ogni anno 3 borse specialistiche. Numeri irrisori. In totale le borse specialistiche per Bari sono 172 e
circa 40 per Foggia. Questo vuol dire che non arriviamo neanche al 65 per cento della media italiana».
Il problema però riguarda tutta la classe medica. A preoccupare maggiormente è la gobba pensionistica in
arrivo nei prossimi anni. I dati forniti dall'Ordine dei medici di Bari sono allarmanti: entro il 2026 andranno in
pensione 10mila medici pugliesi sugli attuali 23mila. Su Bari mancheranno almeno 3mila camici bianchi:
«Bisogna urgentemente pensare a una programmazione basata su dati attendibili - avverte il presidente
dell'Ordine Filippo Anelli - non si può lasciare tutto al caso».
PER SAPERNE DI PIÙ bari.repubblica.it
Foto: I GRANDI ASSENTI Negli ospedali pugliesi mancano anestesisti. In basso Paolo Livrea
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
72
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
DOPO IL CASO DELLA BAT / L'EMERGENZA
03/04/2015
La Repubblica - ed. Genova
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Marito e moglie gestiscono la San Giacomo in via Bixio nel quartiere di Carignano
(s.o.)
hanno portato alla luce un maxiintrigo internazionale. Un meccanismo basato su false fatturazioni, architettato
per immetterei prodotti sul mercato europeo con un'identità nuova. Tocca anche Genova, il cuore di
Carignano, l'operazione "Pharmatraffic" che ha portato, in esecuzione di un'ordinanza del gip del tribunale di
Monza, all'arresto di 19 persone (6 in carcere e 13 agli arresti domiciliari), al sequestro di beni mobili,
immobili, titoli e conti correnti per 23 milioni e al sequestro di medicinali per circa 3. Due farmacisti e tre ex
dipendenti di Pharmazena, casa farmaceutica di Sestri Ponente (completamente estranea alla vicenda) sono
agli arresti domiciliari con accuse che vanno dall'associazione per delinquere finalizzata al furto, ricettazione
e riciclaggio. Il provvedimento è scattato nei confronti dei farmacisti Valentina Drago e Marco Ballario
Menetto, marito e moglie, entrambi 35 anni, titolare della farmacia San Giacomo in via Nino Bixio che si
occupa anche della vendita all'ingrosso, del consulente della ditta di Sestri, Anne Dietze, di Stefano
Casagrande, 61 anni, addetto acquisti della stessa aziendae Matteo Gavini. Sequestrati anche 200 mila euro.
L'indagine è partita dopo i furti in depositi e grossisti della provincia di Milano che i carabinieri hanno
rinvenuto in Germania (16 mila confezioni per un valore di 2,8 milioni di euro). I farmaci ospedalieri ad
IFARMACI antitumorali rubati, venivano rivenduti all'estero attraverso società fittizie, le così dette "cartiere", e
poi piazzati in tutta Europa. Una "PharmaConnection" che attraverso fatture false, usciva dai confini per
arrivare in Inghilterra, Olanda, Germania, Irlanda, Svizzera, Montenegro, Bulgaria, addirittura a Malta e nel
Belize, in Centro America. Seguendo le rotte di costosi farmaci rubati negli ospedali nazionali, e tracciando i
flussi di denaro, i carabinieri del Nas di Milano e Genova alto costo venivano riciclati mediante false
fatturazioni da parte di ditte inglesi, irlandesi, maltesie svizzere, poi reimmessi nel mercato europeo da alcune
ditte di Monza, Milano, Caltanissetta, Crotone, Genova, Pavia, Napoli e Sondrio, che si occupavano di dare
una veste legale, facendoli figurare come acquistati da società estere. L'importatore italiano, per esempio,
liquidava la falsa fattura estera; la società estera, sull'importo ricevuto, tratteneva la propria commissione (510%) e liquidava il suo falso fornitore, sempre estero, rappresentato da una società costituita ad hoc da
soggetti legati ai furti in Italia.
Foto: LA COLLABORAZIONE Le indagini sono state condotte d'intesa tra le procure di Genova e Milano
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
73
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Traffico di medicine , manette a una coppia di farmacisti
03/04/2015
La Repubblica - ed. Napoli
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Ospedale del Mare torna la Astaldi nella gara d'appalto per la gestione
Il Gruppo edile rientra nell'affare da cui era uscito dopo una transazione con la Regione di oltre 200 milioni
Lavori bloccati dal 2009 al 2012 per il contenzioso Il project financing diventa appalto ordinario
GIUSEPPE DEL BELLO
PRIMA vince l'appalto, poi va in contenzioso con la Regione, oggi rientra in gioco partecipando alla gara per
la gestione dell'Ospedale del Mare. Nonostante centinaia di milioni ricevuti da Santa Lucia con atto di
transazione. L'opera della Astaldi diventa un caso singolare. Con ordine. Tutto parte con la gara vinta dal
Gruppo Astaldi undici anni fa per la progettazione e la costruzione dell'opera. Un appalto in project financing
che prevede un contributo privato (in questo caso l'Astaldi) di 91 milioni 286 mila euro (43 per cento) che si
aggiunge al finanziamento pubblico di 119 milioni (57 per cento). A compenso dell'impegno, la ditta (vincitrice
del bando internazionale cui hanno partecipato 19 concorrenti) avrà la gestione (per 25 anni) dei servizi
ospedalieri di pertinenza non sanitaria, dalle cucine all'albergo, alla lavanderia e fino alla manutenzione.
Nessun problema fino al 2009, anno che vede aprirsi una lite tra Astaldi e Asl Napoli 1 aggiudicataria della
gara (anche a causa di una variante in corso d'opera di circa otto milioni). Tutto, inspiegabilmente si blocca
(anche se la Asl ha già erogato per intero la sua quota di finanziamento). Si arriva al commissariamento che
viene affidato all'ingegnere Ciro Verdoliva, già capo dell'Ufficio tecnico del Cardarelli.
Niente lavori e cantiere fermo, siamo al 5 ottobre 2012 quando la Regione pur di risolvere il contenzioso
sottoscrive una transazione che trasforma il contratto di concessione da project financing in semplice
contratto di appalto ordinario (solo costruzione del plesso ospedaliero). Non è particolare da poco. Significa
che la Astaldi esce fuori dalla futura gestione dei servizi, non investe i 91 milioni previsti e, in più, riceve dalla
Regione, a vario titolo e per il completamento dell'ospedale, circa 200 milioni. Insomma a Palazzo Santa
Lucia, il cambio delle regole costa 362 milioni in più. Tutto concluso. No, appena 15 giorni fa la Soresa
(società che gestisce gli acquisti di beni e servizi per le Asl campane e, quindi, anche per la Napoli 1) indice
un'altra gara. Atto dovuto, visto che essendo fuori la Astaldi dalla gestione occorre individuare una ditta che
se ne occupi. Ed è qui che la situazione si fa paradossale. Chi partecipa alla gara? Proprio la Astaldi, cioè lo
stesso gruppo edile che aveva chiesto e ottenuto una rinegoziazione del contratto con un esborso milionario
da parte della Regione. Come dire, uscita dalla porta rientrata dalla finestra. Con un'ulteriore possibilità di
guadagno, visto che, in caso di vittoria della gara (cosa tutt'altro che peregrina, tenendo conto che, da
realizzatrice dell'opera, ha conoscenze tecniche e informazioni che altri concorrenti potrebbero non avere) la
Astaldi otterrebbe ben 33 milioni per il contratto di gestione. Tutto lecito. Resta da interpretare però, il
singolare comportamento della Regione che, dopo aver sborsato tanto denaro in più per l'Ospedale del Mare,
potrebbe addirittura tramite Soresa affidarne la manutenzione immobiliare e tecnologica alla stessa azienda
con la quale aveva stipulato un atto transattivo con cui era stata esclusa proprio la manutenzione. E tra l'altro
risulta altrettanto incomprensibile l'urgenza di un affidamento del genere. Incomprensibile perché la
manutenzione dovrà essere garantita dall'ufficio tecnico della nuova azienda autonoma. Un'azienda che al
momento non è ancora costituita e che deve essere ancora sottoposta a collaudo definitivo. Come dire,
guardando al futuro, si perde la bussola del presente.
PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.campania.it www.astaldi.it
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
74
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La sanità
03/04/2015
La Repubblica - ed. Napoli
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Montalettighe fermo da una settimana, pazienti portati in braccio dagli infermieri I medici: "I macchinari per
l'anestesia non funzionano, tempi lunghi per le liste d'attesa"
TIZIANA COZZI
LISTE d'attesa di più di un anno. Interventi fermi perché gli apparecchi per l'anestesia sono vecchi di 20 anni.
Ascensore montalettighe rotto da più di una settimana. Pazienti portati in braccio dagli infermieri da un piano
all'altro. C'è rabbia, al presidio sanitario intermedio di via Ciccarelli, a Barra. Da ieri sono stati sospesi gli
interventi, chiuse le sale operatorie. Una decisione ritenuta necessaria dall'equipe dei medici che però ha
provocato le proteste dei cittadini. La struttura in day hospital serve un bacino d'utenza di circa 400 mila
persone tra Barra, San Giovanni a Teduccio, Ponticelli ma anche Poggioreale e l'area di Napoli Sud (Portici,
Ercolano).
Mille gli interventi eseguiti in un anno, centinaia i pazienti che ogni giorno si rivolgono alla struttura. Da giorni
però solo disagi. «Sto aspettando da un anno per un intervento all'ernia - dice Clara, mentre è in sala d'attesa
- ora che succede? Dovrò pagare per farmi operare in una clinica privata?I soldi me li date voi?». Al
pianoterra sono tanti i pazienti che chiedono informazioni dopo aver letto il cartello "Interventi sospesi". Agli
sportelli c'è una fila lunghissima. «Siamo fermi con gli interventi - spiega un medico - perché gli apparecchi
per l'anestesia non funzionano più.
Questo presidio è aperto da 20 anni, gli strumenti sono vecchi, non si trovano nemmeno più i pezzi di
ricambio, non si possono sostituire. Che potevamo fare? Abbiamo chiuso, sapendo purtroppo che ora i tempi
delle liste d'attesa lieviteranno con i conseguenti disagi per i cittadini».
Gli apparecchi necessari per l'anestesia sono fuori uso, l'ascensore montalettighe è rotto e, sebbene sia
stata chiamata la ditta, spieganoi medici, nessuno lo ha riparato. «Il risultato è che trasportiamo i pazienti in
braccio - prosegue il medico - È capitato proprio l'altro giorno che una signora anziana in sovrappeso è
arrivata in ambulanza.
Siamo riusciti ad entrare in un piccolo ascensore del personale con una sedia a rotelle. Non credo che ce
l'avremmo fatta a portarla in braccio fino al quarto piano». Il presidio ospita oltre alla chirurgia in day surgery
anche gli ambulatori per la radiologia e l'endoscopia (regolarmente funzionanti). «Chiederò nelle prossime ore
un incontro con il direttore Asl Napoli 1 Ernesto Esposito - annuncia Anna Cozzino, presidente della
municipalità Barra, San Giovanni - bisogna intervenire subito. Sono centinaia le richieste dei cittadini».
Foto: IN COSTRUZIONE L'Ospedale del mare.
L'opera non è ancora completa, è in funzione il poliambulatorio
Foto: VIA CICCARELLI Il presidio sanitario di Barra. Da sono ieri fermi gli interventi
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
75
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Barra, apparecchi rotti e vecchi di 20 anni stop agli interventi nel presidio
sanitario
03/04/2015
Il Messaggero - ed. Roma
Pag. 36
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Pronti i piani delle Asl: risparmi da 20 milioni ripartono le assunzioni
Con la fine del commissariamento per la Regione si sblocca il turn-over: negli ospedali ci sono ottomila
dipendenti in meno ZINGARETTI CHIEDE RISORSE AL GOVERNO PER IL GIUBILEO LA LORENZIN
DISERTA «È INFLUENZATA» MA POI VA AL MAXXI
Mauro Evangelisti
Il disavanzo del 2014 per la sanità del Lazio si è attestato a quota 400 milioni (meno di un quarto di quello del
2008). Nel 2015 si avvicinerà a quota zero. Significa che il commissariamento potrà terminare e la Regione
tornerà padrona del proprio destino. Ma soprattutto vuole dire che entro la fine dell'anno si sbloccherà il turnover, si potranno fare assunzioni, andare a colmare le lacune che si sono create, visto che rispetto al 2007 ci
sono 8.000 dipendenti in meno e quelli in servizio ha una età media alta (il 35 per cento ha più di 54 anni).
Ecco, per mettere in fila questi risultati serviva un altro tassello: l'approvazione degli atti aziendali delle Asl,
cioè i piani dettagliati di governo scritti dai direttori generali. Mancavano da 9 anni e il governo chiedeva con
forza alla Regione di mettersi in regola. Ieri il presidente Nicola Zingaretti, affiancato dal subcommissario
Giovanni Bissoni, ha annunciato: «Con questi atti nelle Asl si colpiscono doppioni, sprechi, sovrapposizioni,
rendite di posizione, si investe sul personale, si colpiscono quelli che noi abbiamo chiamato i feudalesimi
della sanità». Un esempio: i tagli delle Uoc (unità operative complesse), vale a dire reparti con i rispettivi
primari. Non significa, in questo caso, taglio di posti letto, ma stop alla follia di reparti che a volte servivano
solo per dare un posto a un primario. La diminuzione è del 38%: da 1.774 a 1.090. Ad esempio al San
Camillo ci saranno cinque primari in meno, al San Giovanni 35, all'Asl Roma B 10, all'Asl Roma C 74, al'Asl
Roma D 8, all'Asl Roma E 64. PERSONALE Il direttore della cabina di regia della sanità del Lazio, Alessio
D'Amato, dice che si tratta di «una giornata storica per il Lazio». Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin,
attesa alla presentazione, ha rinunciato dicendo di avere l'influenza (anche se nel pomeriggio ha partecipato
a una iniziativa al Maxxi). L'attenzione comunque è tutta sulla necessità di ridare ossigeno agli organici degli
ospedali. L'avvicinarsi della fine del commissariamento consentirà entro la fine dell'anno di stabilizzare 600
dipendenti precari e di partire con nuove assunzioni. Ma c'è un problema all'orizzonte: il Giubileo porterà a
Roma milioni di fedeli che rischiano di mandare in tilt gli ospedali. Zingaretti: inizieremo un confronto con il
governo per preparare un piano di azione. In altri termini: anche il sistema sanitario regionale avrà necessità
di nuove risorse per affrontare l'assalto dei fedeli, tenendo conto che nel 2000 vi erano più ospedali in
funzione e oltre 8.000 dipendenti in più. «Stiamo preparando un piano e la prossima settimana incontreremo,
in sede tecnica il ministero della Salute per cominciare a fare i primi passi ed essere pronti». TASSE Il
risanamento della sanità laziale ha coinciso con l'innalzamento dell'addizionale Irpef regionale. Zingaretti ha
garantito una riduzione per il 2016. È ancora valida questa promessa? «Stiamo raggiungendo gli obiettivi in
termini di abbassamento di fiscalità ma dobbiamo fare i conti con politiche fiscali nazionali che stressano il
sistema. Se raggiungeremo l'obiettivo di un disavanzo zero, con quel monte di entrate fiscali e al netto di
nessun taglio da parte del governo, confermo che la riduzione della pressione fiscale è possibile». Tradotto:
se non ci saranno altri tagli alle Regioni del governo, abbasseremo l'addizionale Irpef.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
76
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SANITÀ
03/04/2015
Il Messaggero - ed. Ancona
Pag. 41
(diffusione:210842, tiratura:295190)
JESI
«L'organico del Pronto Soccorso non è affatto al completo». Giacomo Mancinelli della Cgil smentisce il
primario del reparto Gilberto Bruciaferri, raccontando di un unità operativa «amareggiata e svilita dalla presa
di posizione del proprio direttore medico». Qualche giorno fa medici, infermieri e oss del Pronto Soccorso
hanno scritto una lettera aperta, la seconda in pochi mesi, per denunciare le difficoltà a gestire l'afflusso
dell'utenza, rivelando di essere costretti a lasciare alcuni pazienti in barella anche per 36 ore. Un quadro,
quello tracciato dal personale, che non combacia con quanto affermato da Bruciaferri, che attribuisce il
sovraffollamento «a una tendenza nazionale e all'incremento di pazienti anziani con pluripatologie»,
precisando comunque che «i letti/barella sono dotati di tutti i requisiti necessari per il comfort». «Parlare di
comfort su un letto barella mi sembra eccessivo - replica Pasquale Liguori del Tribunale per i diritti del malato
- Se si vuole proprio dire qualcosa, si doveva forse parlare di necessità assistenziali. In un ospedale degno di
tale nome il paziente dovrebbe rimanere in letto barella il meno possibile».
I NUMERI
Delibere e dati alla mano, Mancinelli punta invece l'attenzione sull'organico, che a detta del primario del
Pronto Soccorso «può considerarsi di fatto completato, tanto da permettere a tale unità operativa, con
l'assegnazione di una ulteriore unità medica, di farsi carico della guardia interdivisionale». «Di infermieri
dovrebbero essercene 30 ma ce ne sono 29 in quanto vi è una maternità non sostituita - ribatte il sindacalista
- Relativamente agli oss, fondamentali per la fluidità degli interventi, siamo a quota 10 mentre dovrebbero
essere 12 (uno è in malattia, l'altro in procinto di andare in pensione). E ieri, tanto per comprendere le
difficoltà di questa nevralgica unità operativa, 6 operatori erano in malattia. Mi dispiace che Bruciaferri abbia
detto che l'organico è di fatto completo. Le sue dichiarazioni hanno creato malumore, il grido d'allarme di
medici, infermieri e oss è stato come svilito. E anche liquidare le criticità con i tanti accessi impropri, in un
momento di crisi e di contesti non sempre sereni, può apparire semplicistico. Non penso che, avendo mezzi
economici a disposizione, tutti quelli che ora passano una giornata intera al Pronto Soccorso lo farebbero».
IL SINDACO
La vicenda spinge anche il sindaco Massimo Bacci a dire la sua: «Nel momento in cui questa
amministrazione comunale si è insediata, la realtà sanitaria presentava tante criticità. Anche grazie ad una
nuova Direzione di Area Vasta che ha mostrato sensibilità e attenzione si è riusciti ad ottenere importanti
risultati, a partire dal definitivo avvio del Carlo Urbani. A questo hanno fatto seguito altri significativi riscontri,
come la nomina dei primari di Cardiologia e Chirurgia. Non tutte le criticità potevano essere superate in
questo breve lasso di tempo. E certamente la questione del Pronto Soccorso e più in generale dei posti letto
è da affrontare e risolvere compiutamente. Siamo pronti a farlo».
Matteo Tarabelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
77
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Medici e pazienti contro Bruciaferri
03/04/2015
QN - Il Resto del Carlino - ed. Bologna
Pag. 24
(diffusione:165207, tiratura:206221)
«L'assistenza sanitaria è un diritto, faremo pressione sugli enti preposti»
VALSAMOGGIA «L'IMPEGNO del Comune per attivarsi presso la Regione e presso gli enti competenti su
queste questioni non si è mai fermato e mai si fermerà. Questa amministrazione sarà sempre dalla parte dei
cittadini che chiedono la tutela della loro salute e servizi che vadano incontro alle loro esigenze, tenendo
conto in modo concreto delle possibilità che ci sono e interloquendo con tutti gli attori coinvolti per trovare le
migliori soluzioni possibili». La maggioranza si affida alle parole del dottor Paolo Messina, medico chirurgo ed
assessore alle Politiche Sanitarie di Valsamoggia, per commentare l'esito della votazione bipartisan dei due
ordini del giorno che tendono a rafforzare il sistema di assistenza sanitaria dei cittadini della vallata. «Quello
all'assistenza sanitaria è uno dei diritti essenziali del cittadino basato sui principi fondamentali della nostra
Costituzione chiarisce il medico-assessore-. Ci siamo attivati fin da subito per fare pressione presso gli enti
competenti per ridurre le liste di attesa per le prestazioni sanitarie, ormai a livelli intollerabili, a mettere in
funzione al più presto la nuova Casa della Salute e per potenziare al massimo possibile i servizi forniti
dall'ospedale Dossetti di Bazzano, primo presidio fondamentale e irrinunciabile di accesso ai servizi sanitari
del nostro territorio» scrive in una nota il dottor Messina. «I due ordini del giorno aggiunge approvati lunedì
sera in consiglio comunale sono incoraggianti in questo senso Il fatto che siano stati approvati all'unanimità
dimostra quanto il diritto alla salute sia una tematica sentita in modo uguale da tutti i rappresentanti che
siedono in consiglio» conclude anticipando l'intenzione di organizzare nuovamente l'assemblea pubblica sul
tema sanitario che venne annullata dieci giorni fa. g. m.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
78
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
VALSAMOGGIA LE RASSICURAZIONI DOTTOR PAOLO MESSINA, MEDICO CHIRURGO E ASSESSORE
ALLE POLITICHE SANITARIE
03/04/2015
QN - Il Resto del Carlino - ed. Bologna
Pag. 24
(diffusione:165207, tiratura:206221)
di GABRIELE MIGNARDI BAZZANO VALSAMOGGIA unita nella richiesta di aprire a Bazzano un Day
Hospital oncologico nel quale i malati di tumore del distretto di Casalecchio possano ricevere le cure
periodiche necessarie al controllo della malattia. La richiesta di attivare questo nuovo servizio presso
l'ospedale Dossetti fino a tre giorni fa era una semplice petizione avviata dalla lista civica Civicamente
Valsamoggia e appoggiata dagli altri gruppi di opposizione e soprattutto da quasi tremila firme raccolte nelle
piazze e nei banchetti aperti nei piccoli e grandi centri della vallata. Lunedì sera però, col voto unanime del
consiglio comunale, e quindi con l'adesione esplicita anche del gruppo di maggioranza e del Pd, la petizione
acquista una forza decisamente maggiore dal momento che impegna la giunta e il sindaco di Valsamoggia
«ad attivarsi presso la Regione Emilia Romagna e l'Azienda Usl di Bologna per richiedere di avviare il servizio
di Day Hospital Oncologico presso l'ospedale Dossetti di Bazzano entro l'anno 2015». IL PERCORSO per
vedere l'apertura di questo servizio anche nell'unico distretto del territorio bolognese che non ce l'ha è ancora
lungo. Ma alimenta la speranza dei malati che per i cicli di chemioterapia devono arrivare fino al Bellaria di
Bologna o addirittura all'ospedale di Vergato. «Ci sono persone, magari di età avanzata, e malati di tumore,
che devono fare oltre cento chilometri al giorno per una terapia spesso pesantissima e questo mentre ormai
la metà dei posti letto dell'ospedale di Bazzano sono stati soppressi» dicono i promotori della petizione che
esultano per un segno esplicito di apertura da parte della maggioranza di governo. «Nonostante le pessime
premesse (tante persone ci accusavano di populismo, demagogia, addirittura di lucrare sul dolore della
gente') esulta Simone Rimondi, capogruppo di Civicamente Samoggia- , nonostante le tante e diverse
dichiarazioni da parte del sindaco e della maggioranza, sempre contrariata da tale idea e nonostante in
questa legislatura una proposta dell'opposizione non fosse mai stata votata anche dall'amministrazione,
stavolta su questo problema concreto c'è stato un cambio di rotta importante . L'altra sera è stato compiuto il
primo passo per questa battaglia di civiltà e dignità, una battaglia che non vedrà vincere una determinata
parte politica, ma soprattutto i malati e i cittadini del nostro Comune». ABBOZZA il sindaco Daniele Ruscigno:
«Questo servizio è comunque una parte del programma di potenziamento del ruolo del nostro ospedale ed è
quindi compreso nell'ordine del giorno proposto dalla maggioranza e votato anch'esso all'unanimità».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
79
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Day Hospital oncologico, sì bipartisan in Consiglio Ora tocca a Regione e
Ausl
03/04/2015
Avvenire - ed. Milano
Pag. 3
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Farmaci rubati La gang aveva base in regione
Arrestati un milanese, due pavesi e un abitante di Monza
TINO REDAELLI
C`era un milanese, già indagato per analoghi reati commessi nel 2008 - per i quali risulta tuttora imputato in
un processo in corso -, al vertice dell'associazione a delinquere che si dedicava al furto, alla ricettazione, al
riciclaggio e al traffico internazionale di farmaci. La gang è stata sgominata dai Nas di Milano (ne parliamo in
pagina nazionale ndr. ) a conclusione dell'operazione denominata "Pharmatraffic". L'uomo, tratto in arresto
insieme ad altre 18 persone (6 in carcere e 13 agli arresti domiciliari) in esecuzione di un'ordinanza del Gip di
Monza, attraverso la sua società di vendite all'ingrosso di medicinali, tesseva le fila di una complessa rete di
persone - almeno una cinquantina - tra farmacisti, titolari e addetti di società di commercio all'ingrosso di
farmaci, agenti di commercio e autotrasportatori che, sfruttando le rispettive cariche, rubavano, per poi
commercializzare all'estero (principalmente in Germania, Bulgaria, Olanda, Montenegro, Inghilterra e
Svizzera) costosi farmaci ospedalieri, principalmente destinati alla cura di malattie rare e di alcuni tipi di
tumori. Tra gli arrestati, anche due monzesi responsabili di un magazzino all'ingrosso di medicinali, ai quali gli
inquirenti sono giunti seguendo le tracce di una partita di farmaci (16mila confezioni per un valore di 2,8
milioni di euro) rubati in un deposito della provincia di Milano e rinvenuti in un distributore tedesco. Accusati di
riciclaggio, invece, i titolari di alcune ditte di Pavia e Sondrio, che si occupavano di dare veste legale ai
farmaci rubati, facendoli figurare come acquistati da società estere. Dalle indagini si è giunti a ricostruire
l'intera filiera di quello che il pr ocuratore aggiunto del Tribunale di Monza Luisa Zanetti ha definito «un
mercato parallelo del farmaco». Gli inquirenti calcolano che, nei pochi mesi in cui si è sviluppata l'indagine, il
giro d'affari di questa organizzazione sia stato di 10 milioni di euro, mentre il danno complessivo causato ad
ospedali (soprattutto milanesi), aziende farmaceutiche e fisco sia stato di almeno 23 milioni di euro.
Foto: Gli accertamenti dei Carabinieri
Foto: (Omnimilano)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
80
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il blitz dei carabinieri
03/04/2015
Avvenire - ed. Milano
Pag. 3
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Dopo la chiusura del presidio di Giussano, questa struttura è divenuta strategica per il nord della Brianza
PIERFRANCO REDAELLI
Dopo un anno di lavori, è stato presentato ieri il nuovo Pronto soccorso dell'ospedale di Carate Brianza.
All'interno dell'Azienda Ospedaliera di Vimercate-Desio, dopo la chiusura del pronto soccorso di Giussano,
questa struttura è diventata strategica per il nord della Brianza. Con l'insediamento poi della cardiologia, sono
circa 40mila gli ingressi annui al posto di pronto soccorso. Fra gli interventi previsti dal direttore generale
dell'azienda Pietro Caltagirone, dopo la realizzazione della nuova palazzina, per portare l'intero nosocomio al
passo con i tempi, è diventato preminente l'accreditamento del nuovo pronto soccorso. Il nuovo reparto di
emergenza è stato raddoppiato negli spazi. A partire dalla sala d'attesa, molto più ampia e confortevole sia
per i pazienti che per i parenti. Gli ambulatori specialistici sono passati da quattro a sei, con la presenza di
nuove specializzazioni. «Ma innovativo - dice il direttore sanitario dell'azienda, Marco Bosio - sono i nuovi
sette posti di degenza di Ps. Letti di osservazione "breve" dove i pazienti che arrivano dal triage, possono
nelle 24-36 ore successive essere sottoposti ad ulteriori esami clinici per poi essere dimessi o ricoverati nei
vari reparti». A conferma del rilancio di questo ospedale, va ricordato che recentemente è stata installata una
Tac di nuova generazione, preziosa per la diagnosi e la cura dei degenti. Inoltre è stata potenziata con nuove
e moderne macchine tutta la divisione di radiologia. Innovazioni che rendono Carate, il suo Ps, fra i punti di
riferimento per la sanità a nord di Monza, al confine con le province di Como e di Lecco. Non a caso sono in
costante aumento i ricoveri che arrivano da fuori provincia. Bosio si sofferma sull'efficienza delle squadre che,
sotto il controllo dell'ufficio tecnico, hanno lavorato per questo ammodernamento. Il pronto soccorso di Carate
è stato infatti sempre al servizio dei pazienti nell'arco delle 24 ore, tutti i giorni dell'anno. Con l'apertura del
nuovo Ps e con l'arrivo da Giussano dell'ortopedia, Carate diventa strategico per la sanità lombarda.
All'ospedale «Secco Borella» di Giussano, secondo i piani aziendali, a fronte della perdita di alcuni reparti,
dovrebbe essere realizzato il nuovo grande centro materno infantile per tutta la Brianza.
Foto: Nuovo presidio a Carate Brianza
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
81
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Carate Brianza, apre il nuovo pronto soccorso dell'ospedale
03/04/2015
Il Gazzettino - ed. Venezia
Pag. 6
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Nuovo pediatra, l'Ulss interviene
Ripristino dei servizi mancanti e nuovo pediatra in arrivo. Sono le rassicurazioni date dal direttore generale
dell'Ulss12 Giuseppe Dal Ben, che mercoledì scorso ha partecipato ad un incontro pubblico nella sala
consiliare per illustrare il futuro dei vari servizi presenti nel distretto sanitario di Cà Savio.
Una riunione particolarmente sentita, alla quale hanno partecipato oltre al sindaco Claudio Orazio e gli altri
candidati a sindaco, anche i rappresentanti della associazioni di volontariato del territorio a partire dal'Uildm,
dalla cooperativa «Ci Siamo Anche Noi» e dai volontari del soccorso. Sotto osservazione sono dunque finiti
gli argomenti affrontati nelle scorse settimane e su tutti l'arrivo del nuovo pediatra. Una vicenda scaturita
ancora ai primi di novembre dell'anno scorso novembre, sollevando molte polemiche fra i genitori e gli
esponenti politici locali.
In particolare perché nel territorio era rimasto un solo pediatra, il dottor Righetti (che ha anche aumentato gli
orari di ricevimento), al quale l'Azienda sanitaria aveva alzato la soglia di mille assistiti per far fronte
all'emergenza. Per i genitori che non avevano trovato collocazione, le soluzioni prospettate erano rimaste
due: o scegliere un pediatra in una zona vicina, per esempio con ambulatorio al Lido, oppure di affidarsi
momentaneamente a un medico di base.
Durante l'incontro è stato spiegato che l'annunciato arrivo di una nuova dottoressa per il 16 aprile non ci sarà
perché tutti i medici che hanno partecipato al bando hanno rifiutato l'incarico. Per questo la stessa Azienda
sanitaria ora sta scorrendo una nuova graduatoria. Tuttavia, dal prossimo 20 aprile, l'Ulss12 manderà a
Cavallino-Treporti un proprio medico pediatra che in questa fase sarà presente 4 volte alla settimana.
«Potrebbe sembrare una soluzione di ripiego - ha detto il sindaco Claudio Orazio - ma così non è: si tratta di
una risposta importante». È stato inoltre annunciato il ripristino dei servizi legati alla medicina legale per due
volte alla settimana, come il rinnovo della patente e per le vaccinazioni antitetanica. «Sarà inoltre ripristinata
la presenza del logopedista e del servizio di neuropsichiatria - conclude Orazio - tra i temi discussi c'è stato
poi quello legato alla realizzazione dei nuovi spazi a Cà Vio, nel centro servizi per gli anziani, in modo da
migliorare i servizi: c'è la disponibilità del privato e della stessa Azienda sanitaria, ora andrà perfezionato
l'accordo».
© riproduzione riservata
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
82
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Giuseppe Babbo
03/04/2015
Il Gazzettino - ed. Venezia
Pag. 19
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Crisi, assalto ai dentisti dell'Asl
La crisi fa aumentare le prestazioni delle cure dentistiche all'ospedale cittadino e l'Asl decide di reclutare i
futuri professionisti dell'università di Padova. «Abbiamo registrato un incremento di richieste di prestazioni
odontoiatriche che sfiora il 40% - ha spiegato il direttore generale Carlo Bramezza - sia per lo stato di crisi
che ha accentuato il riscorso al servizio sanitario nazionale, sia perché stanno aumentando i pazienti
vulnerabili, ossia oncologici, cardiopatici, disabili collaborativi, psichiatrici, dializzati, ai quali
l'Odontostomatologia fornisce cure mediante percorsi protetti». Ed allora, dovendo fare i conti anche con il
bilancio, ecco l'idea: ricorrere alle università. Grazie a un accordo sottoscritto con l'università di Padova, da
oggi l'Asl 10 può contare su quattro studenti del corso di laurea in Igiene dentale e due del corso di laurea in
Odontoiatria e protesi dentaria. «Un'azienda pubblica - continua il direttore generale - ha il dovere di dare una
risposta alle persone deboli ed è così che abbiamo pensato alla convenzione con l'università». Accordo che
sta già dando buoni risultati, come ha sottolineato il dottor Michele Capuzzo, direttore dell'unità di
Odontostomatologia, che ha tracciato un quadro dell'attività svolta con i suoi collaboratori: 11 specialisti per
168 ore settimanali, inclusa l'attività svolta il sabato mattina, per un totale di circa 17mila prestazioni erogate
nel 2014. «Con questa convenzione possiamo implementare l'odontoiatria sul fronte della prevenzione per i
soggetti vulnerabili - osserva il dottor Capuzzo - come ad esempio i pazienti oncologici che assumono
bifosfonati». Entro l'anno il reparto verrà trasferito in locali più ampi, con la possibilità di passare da 5 a 9
postazioni. Ed a proposito di interventi abbatti-crisi, i cittadini possono usufruire degli interventi di
implantologia, in libera professione, con sconti del venti per cento.
© riproduzione riservata
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
83
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Fabrizio Cibin
03/04/2015
Il Gazzettino - ed. Pordenone
Pag. 11
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Le farmacie comunali ampliano l'orario d'apertura
SACILE - (fs) Deliberato dalla giunta comunale un progetto obiettivo per le farmacie Comunali per garantire
durante l'anno in corso il servizio festivo diurno e notturno ai cittadini. Progetto obiettivo che vedrà coinvolto il
personale dipendente delle due farmacie comunali, quella di via Ettoreo, la farmacia San Gregorio e quella di
via Peruch, la farmacia San Michele, che svolgeranno il servizio al di fuori del normale orario. L'impegno di
spesa ammonta a complessivi 9 mila 810 euro, dei quali 8 mila 277 alla farmacia San Gregorio e mille 533
alla farmacia San Michele. Una decisione presa dall'amministrazione Comunale in considerazione del fatto
che il servizio fornito dalle farmacie è imprescindibile per la salute del cittadino e che sarà regolato tramite un
preciso calendario di turnazione con le altre presenti sul territorio, concordato e approvato dall'Azienda
sanitaria. Servizio che deve essere obbligatoriamente effettuato pena la decadenza dell'autorizzazione
all'apertura della farmacia stessa. Un progetto che per motivi d'urgenza, dovuti alla necessità di provvedere
all'immediata erogazione dell'attività è già partito e la cui rilevanza economica è già stata inserita nel bilancio
di previsione 2015, recentemente presentato in Consiglio Comunale, la cui approvazione sarà discussa nelle
prossime settimane.
© riproduzione riservata
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
84
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'amministrazione ha stanziato 10 mila euro per coprire il costo del personale nei giorni festivi
03/04/2015
Il Gazzettino - ed. Venezia
Pag. 2
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Passi in avanti, negli ultimi due anni, ne sono stati fatti tanti: dalla realizzazione del nuovo padiglione Jona al
recupero della Scuola Grande di San Marco. Ma ora per il Civile c'è un piano complessivo di riordino. L'Ulss
12 ha fatto censire l'intera area ospedaliera, con i suoi 24.000 metri quadri di estensione e i 350mila metri
cubi di volumi, stanza per stanza, scoperto per scoperto, individuando quattro grandi areee dove ridistribuire,
in una mappa finalmente logica, le varie funzioni: oltre a quella ospedaliera, il nuovo polo della sanità
territoriale, i servizi, l'area monumentale-espositiva. «É stato uno studio importante - spiega il direttore
generale, Giuseppe Dal Ben - per fare il punto della situazione, capire cosa c'era e cosa si può fare. Un
segno dell'attenzione forte che abbiamo per il Civile». Ora il nuovo piano distributivo è all'esame di Regione,
Soprintendenza e Salvaguardia per le varie autorizzazioni. Per alcune trasformazioni l'iter inizia adesso, altre
sono già approvate e finanziate. Ed ecco, allora, i prossimi passi di una rivoluzione in corso, che la direzione
dell'Ulss, in scadenza a fine anno, lascerà in eredità.
L'AREA MONUMENTALE - Con l'apertura dello Jona, si sono liberati tanti spazi storici, finora "piegati" a un
uso sanitario improprio. Per evitare il rischio abbandono, l'Ulss ha scelto di riaprirli con interventi a basso
costo. «Non restauri di fondo, ma messe in sicurezza con cura e buon gusto per consentirne l'utilizzo» spiega
Dal Ben. É quello che è successo per la sala dei Novizi, che in queste settimana ospita la mostra sulle
epidemie. Elegante stanza a volte che era stata sezionata in tanti locali per ospitare il laboratorio analisi.
Nuova vita anche per gli ex spogliatoi del personale, ora restituiti alle grandiosi dimensioni della sala degli
Angeli, per eventi e mostre. Stessa sorte ora toccherà al Dormitorio dei frati (ex lungodegenza, diventerà
archivio e sala lettura) e al Refettorio antico (deposito frazionato con futura destinazione museale). É il
"quadrilatero di San Domenico" - dal nome dell'antico convento - che potrebbe essere pronto già a fine anno,
collegando la Manica lunga alla Scuola Grande, in un unico percorso. Spazi enormi da affidare alla futura
Fondazione Scuola Grande di San Marco.
POLO TERRITORIALE - Altra tappa importante, la trasformazione dei due chiostri dei Mendicanti, che fino a
pochi mesi fa ospitavano l'area medica, nel polo della sanità territoriale. L'ex ginecologia, una volta sistemata,
potrebbe ospitare l'ospedale di comunità, 20 posti letto forse più, gestito da personale sanitario esterno.
«L'augurio è che se ne occupino i medici di base. C'è un iter in corso» spiega Dal Ben. Qui troverà posto
anche una medicina di gruppo integrata, con una decina di medici di base, e un presidio di guardia medica,
per un servizio h24. «La guardia medica sarà sdoppiata, tra Giustinian e Civile per garantire una copertura
più omogena del centro storico» precisa il dg. Tutto da completare entro l'anno. Un po' di più, invece,
potrebbe volerci per creare un poliambulatorio e riorganizzare mensa e cucina, sempre ai Medicanti.
NUCLEO OSPEDALIERO - E arriviamo all'ospedale vero e proprio. Tra un mese, poco più, sarà inaugurata
l'attesa cavana coperta, investimento da 500mila euro. Ancor più attesa la ristrutturazione del Gaggia: 7
milioni per un anno di lavori, poco più. «Siamo pronti per andare in gara - annuncia il dg - qui resterà il polo
onco-ematologico, con radiologia, radioterapia e medicina nucleare. Sarà un intervento complesso perché si
lavorerà con i servizi all'interno, pezzo per pezzo». Da ristrutturare anche il Semerani: intervento da un
milione per ricavare tutte stanze a due letti con servizi. Tra i piani dell'Ulss, anche una riorganizzazione del
Pronto soccorso (per avere più letti e ambulatori) e la creazione di una seconda piazza coperta anche
dall'altro lato della Piastra chirurgica.
PULIZIE GENERALI - Ultima area quella del Canal al pianto, già ristrutturata per ospitare servizi e
formazione. Ma il nuovo piano prevede anche un riordino generale dell'area ospedaliera, con l'eliminazione di
tanto disordine cresciuto nel corso dei decenni. «C'è bisogno di una grande pulizia generale - spiega il dg - di
eliminare tante baracche e baracchette, ma anche qualche volume da ricostruire». Come il prefabbricato che
fino a pochi giorni fa ospitava ematologia, ai piedi del Gaggia. L'Ulss chiede di abbatterlo per costruire un
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
85
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il nuovo Civile , tra cultura e servizi
03/04/2015
Il Gazzettino - ed. Venezia
Pag. 2
(diffusione:86966, tiratura:114104)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
edificio che magari potrebbe ospitare la direzione sanitaria. Si vedrà.
© riproduzione riservata
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
86
03/04/2015
QN - Il Giorno - ed. Milano
Pag. 8
(diffusione:69063, tiratura:107480)
di ALESSANDRA ZANARDI VIZZOLO PREDABISSI DAL 13 APRILE l'Azienda ospedaliera di Melegnano
avrà un nuovo direttore generale. Si tratta di Paolo Grazioli, attualmente al top della Asl di Sondrio. Finisce
così il commissariamento del colosso sanitario dell'Est Milanese, che da maggio 2014 è retto da un organo
tecnico nella figura di Marina Gerini. Era stata la Regione a stabilire il commissariamento dell'Ao dopo averne
sospeso i vertici, l'allora direttore generale Paolo Moroni e il direttore amministrativo Patrizia Pedrotti, finiti tra
gli indagati dell'inchiesta sui presunti appalti truccati nell'Expo e della sanità. A gennaio la stessa Regione ha
decretato il reintegro dei due dirigenti, per i quali la Cassazione ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari.
Solo Patrizia Pedrotti è tornata al suo posto, a Vizzolo Predabissi. Moroni è stato destinato alla Asl di Lecco.
COSÌ NEGLI ULTIMI MESI l'Azienda di Melegnano è rimasta commissariata. La svolta è arrivata l'altro
giorno, quando l'esecutivo Maroni ha deciso un nuovo valzer di poltrone. Grazioli si sposterà dalla Valtellina
al Sud Milano, mentre alla Asl di Sondrio arriva Mauro Lovisari, già direttore generale dell'Ao di Lecco (e, nei
primi anni Duemila, dell'Ao di Melegnano). In riva al Lambro sono in molti a chiedersi se questo ennesimo
avvicendamento rappresenterà un ritorno alla normalità o solo un altro tassello nella travagliata storia del
gruppo sanitario locale. Di certo l'Azienda melegnanese ha bisogno di stabilità, e anche di un'operazione di
rilancio chiesta più volte dai sindacati. UNO SGUARDO ai numeri. Con 6 ospedali e 15 poliambulatori, l'Ao è
estesa su un territorio che dal Sud Milano arriva fino ai confini con la Bergamasca. Al suo interno lavorano
2.500 persone tra medici e figure di comparto. Ogni anno l'azienda fa registrare 30mila ricoveri, 2mila nascite
e 128mila accessi al pronto soccorso. Ogni anno si effettuano mediamente 13.500 interventi mentre i
poliambulatori erogano oltre 4 milioni di prestazioni. Il quartier generale del gruppo, l'ospedale di Vizzolo
appunto, raccoglie anche l'utenza dell'Alto Lodigiano e dell'Alto Pavese. Il presidio di via Pandina conta 313
posti-letto e 50 mila accessi annui al pronto soccorso. [email protected]
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
87
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Dal commissario al manager
03/04/2015
QN - Il Giorno - ed. Brianza
Pag. 4
(diffusione:69063, tiratura:107480)
L'inchiesta partita da una società di Monza IL PM Sorpresi che prodotti di così ingente valore consegnati a
semplici vettori
STEFANIA TOTARO
- MONZA - È PARTITA da Monza l'indagine dei carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni di Milano che ha
sgominato un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di farmaci ospedalieri destinati a pazienti
malati di cancro o di malattie rare. Da una società di commercio all'ingrosso di farmaci monzese, infatti, era
partita una partita di questi prodotti intercettata dai militari grazie alle informazioni assunte tramite le polizie di
Interpol e ai colleghi di Germania, Inghilterra e Svizzera. Ma soprattutto grazie alla tracciabilità dei farmaci
che è diventata obbligatoria in Italia rispetto ad altre nazioni europee e che ha permesso di risalire al percorso
inverso intrapreso da questi medicinali rubati. LA SOCIETÀ MONZESE di commercio di farmaci all'ingrosso
agiva anche da collettore del riciclaggio giustificando, a sua volta, la provenienza dei farmaci mediante false
fatture di acquisto da società provenienti da queste nazioni, oltre che da Irlanda e Malta. Monzesi anche due
dei destinatari delle 19 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip del Tribunale di Monza, uno finito in
carcere e l'altro agli arresti domiciliari. L'inchiesta dei carabinieri del Nas è stata coordinata dal sostituto
procuratore monzese Caterina Trentini e, dopo che la pm si è trasferita alla Procura di Milano, ora è seguita
dalla collega Franca Macchia che, dopo gli interrogatori di garanzia in corso, porterà l'operazione denominata
«Pharmatraffic» a processo. «CI HA SORPRESO che farmaci di così ingente valore fossero affidati per la
consegna a semplici vettori che ben avrebbero potuto approfittare della situazione - ha commentato la pm
Caterina Trentini - Negli ospedali, invece, dove venivano consegnate le scatole di medicinali, stentavano ad
accorgersi che alcune scatole di farmaci in realtà erano vuote perchè i contenitori venivano riposti nelle
farmacie degli ospedali e usati poco frequentemente perchè destinati alla cura del cancro o di malattie rare.
Nelle indagini è stato anche scoperto che per il traffico di questi farmaci, a prescrizione limitata ma di grande
profitto (quindi con poche vendite si ottenevano grossi guadagni) si era formato un 'cartello' di collaborazione
tra gli indagati per riuscire tutti ad approfittare dei proventi di questa attività illecita». Alcuni di questi farmaci
erano sottoposti al regime della temperatura controllata (per esempio la loro temperatura non doveva mai
salire al di sopra dei 28 gradi sotto zero) e spesso questo regime non è stato rispettato. «L'UTILIZZO di
questi farmaci riciclati ha quindi comportato un potenziale rischio per l'integrità dei medicinali e per la salute
dei pazienti - ha invece sottolineato il procuratore aggiunto della Repubblica di Monza Luisa Zanetti - e per
questo, alle accuse già formulate, abbiamo aggiunto anche quella di commercio di medicinali guasti». La vice
del procuratore capo monzese Corrado Carnevali ha però precisato che nessuno di questi farmaci è stato
somministrato negli ospedali italiani, rassicurando alcuni responsabili dell'Asl di Monza che si erano
presentati alla conferenza stampa indetta al palazzo di giustizia monzese per ottenere rassicurazioni sulle
conseguenze sanitarie di questa inchiesta.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
88
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Operazione Pharmatraffic I medicinali salvavita finivano nel mercato nero
03/04/2015
QN - Il Giorno - ed. Sondrio
Pag. 9
(diffusione:69063, tiratura:107480)
In carcere titolare di una ditta che commercia medicinali all'ingrosso
di SUSANNA ZAMBON SONDRIO C'È ANCHE un imprenditore sondriese di 64 anni tra i 19 arrestati dai
carabinieri dei Nas di Milano perché ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla
ricettazione, riciclaggio e commercio internazionale di farmaci, anche antitumorali. Tra i sei uomini finiti in
carcere (gli altri sono agli arresti domiciliari, ndr) c'è appunto anche un valtellinese titolare di una ditta con
sede nel capoluogo che si occupa di commercio all'ingrosso di medicinali. LA PROCURA di Monza, titolare
dell'inchiesta denominata «Pharmatraffic», ha disposto che non vengano resi noti i nomi degli arrestati a
tutela della delicata indagine avviata nel 2011 e non ancora conclusa. L'indagine ha permesso ai Carabinieri
del Nas di scoprire un'associazione per delinquere composta da 50 persone (farmacisti, titolari ed addetti di
società di commercio all'ingrosso di farmaci ad uso umano e veterinario, agenti di commercio nel settore
farmaceutico, autotrasportatori) che, sfruttando le rispettive cariche sociali e professionali, si associavano tra
loro allo scopo di commettere furti, ricettazione, riciclaggio e traffico internazionale di farmaci attraverso
l'emissione di fatture per operazioni inesistenti in Italia e all'estero. L'ATTIVITÀ investigativa ha tratto origine
dall'analisi di furti di medicinali ospedalieri ad alto costo, avvenuti presso alcune ditte depositarie e grossiste
di Milano e provincia, che i carabinieri hanno rinvenuto in parte presso alcuni grossisti tedeschi e in parte
sequestrato (circa 16mila confezioni di farmaci per un valore di 2.800.000 euro). Gli accertamenti del Nas di
Milano hanno accertato numerosi furti di farmaci, che venivano successivamente riciclati mediante false
fatturazioni da parte di ditte inglesi, irlandesi, maltesi e svizzere, poi reimmessi nel mercato europeo da
alcune ditte di Monza, Milano, Caltanissetta, Crotone, Genova, Pavia, Napoli e, appunto, Sondrio.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
89
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Farmaci rubati, arrestato sondriese
03/04/2015
QN - La Nazione - ed. Livorno
Pag. 7
(diffusione:136993, tiratura:176177)
-LIVORNO- TORNA in azione il rapinatore solitario delle farmacie. E'accaduto nelle prime ore di ieri quando il
malvivente ha fatto irruzione nella farmacia di via Giotto Ciardi nel quartiere Scopaia. Armato di taglierino si è
fatto consegnare il denaro. Modesto il bottino: 30 euro. La rapina si è consumata in una manciata di minuti
intorno alle 15.20 quando nella farmacia è entrato un giovane sulla trentina che taglierino alla mano ha
minacciato i presenti e ha acciuffato trenta euro ed è scappato. Fortunatamente nessuno si è fatto male e non
è stato necessario l'intervento del 118 per i soccorsi. In via Giotto Ciardi è intervenuta la polizia. Il primo
intervento è stato fatto dagli agenti delle Volanti. Indagini in corso.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
90
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Rapina la farmaciama il bottinoè solo 30 euro
03/04/2015
QN - La Nazione - ed. Pisa Pontedera
Pag. 14
(diffusione:136993, tiratura:176177)
La psicosi si combatteanche in farmacia :con informazioni giuste
UN PIANO condiviso ed organizzato contro la meningite e organizzato in modo capillare in tutto il territorio.
Le farmacie dell'Empolese Valdelsa e della zona del Cuoio (sono mobilitate per la campagna promossa
dall'Asl 11 sulla prevenzione da meningococco di tipo C, che nel giro di poco più di un mese ha ucciso un
13enne, un ragazzo di 17 anni e, ultimo caso, una infermiera 34enne. Ieri a Empoli, spiega l'azienda in una
nota, «si è svolto positivamente l'incontro con i rappresentanti delle farmacie del territorio servito dall'Asl 11 al
fine di garantire un'ampia e corretta campagna informativa sulla malattia meningococcica». L'accordo siglato
permette una «distribuzione di materiale informativo sulla malattia meningococcica all'insegna della
prevenzione e di una corretta conoscenza della casistica che rassicuri la popolazione, fortemente provata sul
piano emotivo dai recenti tristi eventi». Esistono vaccini polivalenti contro il meningococco A C W Y. I ceppi A
W Y sono molto rari sul nostro territorio, rende noto l'Asl 11. La vaccinazione polivalente è consigliata per chi
viaggia all'estero, dove questi ceppi sono più frequenti, e per i soggetti affetti da alcune patologie che
provocano immunodeficienza. Questo tipo di vaccino è offerto gratuitamente agli assistiti con
immunodeficienza. Negli altri casi è necessario versare un ticket di euro 34,14 ad uno sportello del Cup
aziendale, quale differenza di costo fra il tetravalente e il vaccino antimeningococco di tipo C offerto
gratuitamente. Intanto la Regione Toscana ha già avviato unindagine epidemiologica per meglio approfondire
la circolazione del batterio del meningococco C e la sua caratterizzazione. In questi giorni i tecnici
dellassessorato sono stati in stretto contatto con gli esperti dellIstituto Superiore di Sanità, che è lorganismo
tecnico di riferimento delle Regioni, proprio per approfondire la situazione che si è verificata in Toscana, dove
in tre mesi sono stati appunto, registrati una serie di casi di meningite meningococcica con sepsi di tipo C, di
cui 3 mortali, a Empoli e comuni limitrofi.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/04/2015
91
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
MENINGITE ACCORDO CON L'USL
PROFESSIONI
5 articoli
03/04/2015
Milano Finanza - ed. N.66 - 3 aprile 2015
Pag. 16
(diffusione:100933, tiratura:169909)
Gran shopping 2015
Manuel Follis e Stefania Peveraro
C'è grande attività in queste settimane sui desk di advisor e banche, al lavoro su parecchie operazioni di m&a
che vedono protagoniste aziende italiane. Alcune di queste operazioni sono state già annunciate e in via di
definizione, altre sono pieno corso (ma di cui comunque si ha già notizia), mentre altre sono ancora sotto
traccia. L'attività è assolutamente trasversale, trattandosi di deal da miliardi di euro come di operazioni da
pochi milioni, che coinvolgono grandi gruppi industriali insieme a pmi e startup e vedono come acquirenti sia
soggetti industriali sia fondi di private equity e di venture capital, italiani ed esteri. Il trend, va detto, non è solo
italiano. Secondo i dati della società di analisi Dealogic il mercato europeo è ai massimi dal 2007 in quanto a
operazioni di m&a (215 deal per 26,4 miliardi di dollari totali). Qualcosa rispetto ad allora è però cambiato,
visto che il volume dei merger domestici è ai minimi dal 1997, mentre a farla da padrone sono le operazioni
cross-region, con in testa gli Usa. Il momento di mercato è insomma particolarmente interessante. Non a
caso nei giorni scorsi due importanti operazioni di m&a hanno visto coinvolti gruppi italiani. World Duty Free,
oggi controllata da Edizione Holding, è stata acquisita da parte della svizzera Dufry per 1,3 miliardi, mentre la
piattaforma francese Net-a-porter (principale retailer nel lusso online) ha siglato un accordo con Yoox (portale
italiano dedicato all'e-commerce del lusso) che porterà alla nascita di un colosso da 1,3 miliardi di ricavi. Due
operazioni che seguono di poco l'annuncio dell'ultima riorganizzazione della galassia Pirelli-Camfin, che
vedrà i cinesi del gruppo statale ChemChina valutare l'azienda oltre 7 miliardi e lanciare un'opa per il delisting
e controllare alla fine la maggioranza assoluta. Sono diversi i fattori che depongono a favore di un alto tasso
di attività di m&a. Tra questi Marco Mazzucchelli, responsabile transaction advisory service di Ernst&Young
per l'area Med (Italia, Spagna e Portogallo), ricorda «la forte disponibilità di denaro nel mondo dei fondi di
private equity internazionali con focus di investimento nell'area Mediterranea, una migliorata e aumentata
propensione da parte del mondo bancario nel finanziare operazioni di m&a, l'andamento del tasso di cambio
dollaro/euro e l'impatto che questo ha sul flusso di capitali esteri». Sulla stessa linea anche Carlo Andrea
Volpe, responsabile advisory di Equita sim, che sottolinea che «i bassi tassi di interesse da un lato riducono il
costo del capitale, e dall'altro rendono più conveniente il riscorso alla leva sia per le aziende sia per i fondi di
private equity . In particolare, i fondi oggi riescono ancora a essere competitivi nonostante le valutazioni
attese più elevate, anche in virtù della liquidità raccolta e ancora non investita. E contemporaneamente la
ricerca di rendimento da parte degli investitori sta riversando grandi liquidità sui fondi in raccolta in questi
mesi, compresi i fondi specializzati negli strumenti di debito, in un momento in cui le stesse banche stanno
tornando a erogare credito più volentieri». Non a caso un paio di settimane fa MF-Milano Finanza riportava
un calcolo di BeBeez (il sito internet promosso da Aifi e di cui MF-Milano Finanza è media partner) che
segnalava almeno 15 dossier di m&a aperti, ai quali partecipavano fondi di private equity, oltre ai 46 dossier
tra private equity e venture capital annunciati ufficialmente da fine dicembre e in attesa di closing. Insomma,
di soldi per finanziare nuove acquisizioni oggi ne circolano parecchi. I più ricchi sono gli americani, gli svizzeri
e gli attori i cui portafogli sono ricchi di una valuta che si è rafforzata nei confronti dell'euro e che,
ragionevolmente, potrebbe ancora rafforzarsi. Detto questo, ci sono comunque parecchie medie aziende
italiane che oggi sono a loro volta perfettamente in grado di cogliere opportunità di m&a che possano
rappresentare per loro un salto dimensionale importante. «Finalmente ci sono imprenditori più aperti a
condividere l'opportunità di controllare una quota più piccola del capitale di una grande azienda, piuttosto che
controllare l'intero capitale di una piccola azienda», commenta ancora Volpe, aggiungendo che «negli ultimi
tempi sembra che effettivamente questa mentalità tipicamente italiana stia cambiando e che, quindi, sarà più
facile vedere operazioni di aggregazione societarie, quotate e non, nell'ottica di creare gruppi più importanti e
quindi in prospettiva di maggiore interesse per gli investitori globali». Quanto ai settori «caldi» sono parecchi,
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
93
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
M&A
03/04/2015
Milano Finanza - ed. N.66 - 3 aprile 2015
Pag. 16
(diffusione:100933, tiratura:169909)
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
94
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
a partire da quello bancario. C'è infatti grande attesa per il risiko delle popolari, che molti scommettono si
dispiegherà nei prossimi mesi a seguito della riforma della governance di questi istituti di credito introdotta
dall'Investment Compact. Le potenziali operazioni sono molte, ma il mercato ha messe due in particolare nel
mirino: l'aggregazione fra la Banca Popolare di Milano e il Banco Popolare e quella tra Ubi e Mps. Le
combinazioni però sono molteplici e c'è chi per esempio è convinto che i banchieri veneti possano spingere
per la creazione di un maxi polo bancario regionale aggregando il Banco Popolare con Veneto Banca e
Popolare di Vicenza. Quest'ultima in ogni caso è data come protagonista del risiko del 2015, sia da chi vede
un'aggregazione con Veneto Banca sia da chi invece punta più sulla Bper. Nel frattempo l'unica ipo
potenziale del settore, quella di Banca Farmafactoring, si è trasformata in un secondary buyout con il fondo
Usa Centerbridge Partners (alla sua prima operazione italiana) che raccoglierà il testimone del fondo
paneuropeo Apax Partners. Quest'ultimo aveva acquisito l'88,35% dell'allora Farmafactoring nel 2006, poi
trasformata in banca nel 2013. Al fianco di Apax avevano investito il management (3,37%) e una serie di
soggetti industriali (Bracco, Mediolanum Farmaceutici e Merck Serono Molteni), clienti della la banca italiana
leader nel mercato dei crediti sanitari, che opera nella gestione e nello smobilizzo del credito verso le Aziende
Sanitarie Locali, degli ospedali e della Pubblica Amministrazione e ha ampliato la sua attività dall'Italia in
Spagna e in Portogallo. Advisor di Apax sono stati Morgan Stanley, Mediobanca e lo studio legale Gattai
Minoli Agostinelli & Partners. Advisor finanziari di Centrebridge sono stati invece Banca Imi e Jeffries, mentre
advisor legale è stato lo studio Santamaria. Dovrebbe concludersi invece entro giugno la cessione dell'intero
capitale dell'Istituto Centrale Banche Popolari (Icbpi), con la dataroom che si aprirà dopo Pasqua per tre dei
quattro pretendenti (tutti fondi di private equity) che nei giorni scorsi hanno depositato le loro offerte sul desk
degli advisor Mediobanca ed Equita. Un'operazione valutata tra i 2 e i 2,4 miliardi di euro. Anche
l'agroalimentare è tra i settori nel mirino. «I vini avranno un ruolo centrale, grazie al processo di
consolidamento in atto e all'esistenza di eccellenze sul mercato italiano», ha commentato ancora
Mazzucchelli, aggiungendo anche che «è previsto un certo interesse da parte di operatori asiatici per il
mondo della proteina animale (carni bianche), nonché interesse di operatori stranieri sui alimentari, in
particolare bio». In questo settore il numero delle pmi attive è altissimo e si scoprono realtà che nella loro
nicchia sono leader mondiali. Un esempio? Giovedì 2 aprile il fondo Neip III gestito da Finanziaria
internazionale sgr ha acquisto il 44,25% di Abl, società con sede a Cavezzo (Modena) che costruisce
macchine per la lavorazione della frutta da consumare fresca, di cui è uno degli operatori di riferimento con il
25% del mercato mondiale. Controllata dalla famiglia Ascari, la società fattura 12 milioni di euro ed esporta il
100% della sua produzione, soprattutto negli Usa e nel Nord Europa. L'm&a nel settore food riguarda però
anche le piccole startup del web. Pizzabo, una start-up bolognese di consegna di pizze e altri cibi a domicilio,
lo scorso febbraio ha infatti attirato l'interesse del colosso internet tedesco Rocket Internet. Pochi giorni
pri(continua a pag. 18) (segue da pag. 17) ma TripAdvisors aveva acquisito MyTable e Restopolis, entrambe
società che hanno sviluppato siti internet per la prenotazione online di ristoranti. Lo scorso dicembre, infine,
l'indiana Zomato aveva acquisito Cibando, piattaforma web che permette agli utenti di conoscere tutti i
dettagli di un ristorante mettendo a disposizione foto professionali e descrizioni dei piatti principali e delle
location. Anche le life sciences sono in grande spolvero, sia nel segmento del pharma sia in quello
dell'healthcare. «Nel pharma in particolare si registrerà un consolidamento con l'ingresso di player stranieri
che metteranno nel mirino eccellenze italiane per quanto riguarda la sfera Api (active pharmaceutical
ingredient, ndr) e, più in generale, con l'internazionalizzazione di player italiani, l'acquisto di prodotti
interessanti e la difesa dalla genericizzazione. Si registra inoltre un focus sul consumatore e un cambiamento
del business model, uniti a una diffusa innovazione nel processo di ricerca e sviluppo», spiega Mazzucchelli.
Di recente è stata annunciata la fusione dell'italiana Sorin con la statunitense Cyberonics attraverso
un'operazione carta contro carta che valorizza la società italiana 1,2 miliardi e che darà vita a un gruppo
attivo nei mercati della cardiochirurgia e della neuromodulazione quotato al Nasdaq e a Londra. Ma anche
scendendo di dimensioni ci sono movimenti interessanti. Basta considerare per esempio l'operazione con la
03/04/2015
Milano Finanza - ed. N.66 - 3 aprile 2015
Pag. 16
(diffusione:100933, tiratura:169909)
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
95
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
quale Wise Sgr ha acquisito l'84,75% del capitale di Ntc, società milanese produttrice di farmaci generici e
dispositivi medici e nutraceutici. Con l'acquisizione di Ntc, che si aggiunge a quella di PH&T completata lo
scorso gennaio, nasce un gruppo dotato di un giro d'affari annuo di circa 25 milioni. Tra le operazioni su cui
punta il mercato nel 2015 c'è anche una dismissione attesa da Sigma Tau. Dopo le nozze con Alfa
Wassermann, i business delle malattie rare più alcune partecipazioni finanziarie in aziende del settore
pharma e malattie rare internazionali sono rimasti in capo alla famiglia Cavazza, che avrebbe la fila di fondi
fuori dalla porta disposti a rilevare questi asset. Nell'healthcare, aggiunge Mazzucchelli, «si prospetta invece
un fenomeno di outsourcing e di consolidamento di attività di servizio dagli ospedali, lo sviluppo di centri
diagnostici e ambulatoriali e la creazione di network per assistenza continuativa e territoriale al paziente e/o
all'anziano». Fashion e lusso non possono mancare all'appello. I grandi player internazionali tendono a
riportare in Occidente la capacità produttiva e i brand italiani puntano a una maggiore internazionalizzazione.
Il deal più atteso del momento è quello che riguarda Cavalli, con il fondo Clessidra in trattativa esclusiva dallo
scorso gennaio. Una trattativa che sembra sul punto di concludersi e che dovrebbe poi dare il via a un
profondo piano di ristrutturazione. «Il mondo infrastrutture e tlc resta assolutamente caldo, anche se
sottoposto a influenze politiche più di altri», ricorda ancora Volpe. Le partite in divenire sono quasi troppe.
Tanto per cominciare da mesi il mercato aspetta l'unione fra 3 Italia e Wind, con il gruppo che fa capo ad
Hutchison Whampoa che dovrebbe controllare la maggioranza della nuova entità. Il tutto senza citare i due
business di rete e torri di trasmissione. Nel primo caso è Metroweb in procinto di aprire il suo capitale a nuovi
soci (in pole position c'è Vodafone). Quanto alle torri, Abertis ha acquisito quelle Wind (e punta a quella di
Portugal Telecom), Ei Towers ha lanciato un'opa su Raiway mentre Telecom ha predisposto uno spin off e la
quotazione entro l'estate dei suoi asset di trasmissione. In molti altri settori industriali, aggiunge Volpe, « ci
sono infine parecchie aziende italiane leader mondiali nella loro nicchia e che potrebbero fare un ulteriore
salto di qualità tramite aggregazione». In particolare, segnala Mazzucchelli, «sotto la lente c'è il settore del
packaging, con possibili operazioni da parte di player internazionali su target italiani nel packaging flessibile
del segmento food contact, con focus su segmento caffè. Attenzione anche alla componentistica automotive,
bianco e aerospace driven, con aggregazioni di operatori internazionali che acquisiscono know-how e
tecnologia e acquisizioni da parte di operatori italiani per ampliare la base clienti e costruire una piattaforma
produttiva globale». Parlando di industria le opzioni per possibili operazioni non mancano, da Finmeccanica
che, dopo aver venduto AnsaldoBreda e Ansaldo Sts, potrebbe decidere di salire al 100% di Avio Space, al
momento controllata dal fondo Cinven, oppure di uscire del tutto dal capitale vendendo a un terzo. Per
arrivare a Prysmian, che dopo aver inglobato l'olandese Draka qualche anno fa per gli analisti finanziari è ora
una delle possibili società cacciatrici nel 2015. (riproduzione riservata)
DOVE SI FA PIÙ M&A NEL MONDO Europa 207,4 mld $ (+10%) Usa 386 mld $ (+22%) Canada 14,2 mld $
(-48%) America Latina 18,4 mld $ (-22%) Asia (no Giappone) 176,2 mld $ (+36%) Giappone 14,2 mld $ (15%) MONDO 855 mld $ (+17%) Medio Oriente-Africa 12,8 mld $ (+76%) Australia 19,6 mld $ (0%) Fonte:
Dealogic, Wsj Scorecard Dati da inizio anno al 2 aprile 2015
L'M&A DOMESTICO IN EUROPA Dati relativi ai primo trimestre di ciascun anno Valore M&A domestici (in
mld di $) Operazioni domestiche in % su operazioni intra Europa 2014 2015 2009 2010 2011 2012 2013 2008
20% 40% 0 0% 100% 80%
L'M&A DEI FONDI IN EUROPA* Dati relativi ai primi due mesi di ciascun anno 2014 2015 2009 2010 2011
2012 2007 2013 2008 120 160 180 100 200 240 220 GRAFICA MF-MILANO FINANZA Valore dei deal (in
mld di $) Numero dei deal Fonte: Dealogic * Solo nuovi investimenti
Foto: Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/m&a
03/04/2015
Viver Sani e Belli - ed. N.15 - 10 aprile 2015
Pag. 67
(diffusione:178924, tiratura:864000)
UNA PERSONA SU 6 SOFFRE DI RINITE ALLERGICA
Il dato emerge da un'indagine promossa da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione
), che ha intervistato mille persone tra i 18 e i 64 anni. Dall'analisi è emerso che il 16% ogni primavera soffre
di rinite allergica, che porta a non dormire bene la notte (40%), ad avere difficoltà a concentrarsi (28,3%) e a
rinunciare a stare all'aria aperta (26%). Ci sono, però, alcune regole da seguire per prevenire la comparsa
delle allergie. Consultare le informazioni sui pollini presenti nell'aria della propria città. Evitare di uscire nelle
ore di maggiore concentrazione pollinica o prima di un temporale. Rinunciare alle gite in campagna nel
periodo di fioritura delle piante nocive. Stare lontani da parchi e giardini. Quando si è all'aperto, indossare
occhiali da sole e sciarpa per proteggere occhi, naso e bocca. Non viaggiare in auto o in treno con i finestrini
aperti. Evitare, se possibile, di andare in giro in motorino.
Foto: Scrivete a Viversani e belli
Foto: domande&risposfe salute Corso di Porta Nuova 3/A, 20121 Milano, oppure email posta®
viversaniebelli.com
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
96
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
in primavera domande&risposte salute
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 12
(diffusione:17700, tiratura:18000)
È davvero PERICOLO SCAMPATO?
I CAPISALDI DEL SERVIZIO FARMACEUTICO SONO STATI GARANTITI, MA SI PRESENTA UNO
SCENARIO IMPREVISTO. CHE COSA PUÒ COMPORTARE L'ARRIVO DEL CAPITALE DELLE CATENE?
L'ANALISI E LE RIFLESSIONI DEL PAST PRESIDENT DI FENAGIFAR
Claudio Distefano
PASSATO LO SPARTIACQUE DEL 20 FEBBRAIO, GIORNO DI PRESENTAZIONE NEL CONSIGLIO DEI
MINISTRI DEL DDL GUIDI SULLA CONCORRENZA, CI RITROVIAMO OGGI IN UNA TERRA IGNOTA. Si
attendevano, infatti, provvedimenti riguardanti modifiche degli assetti normativi o distributivi, ovvero modifiche
del quorum e uscita della ricetta dalla farmacia, e scopriamo, invece, con la stesura dell'articolo 33, che
chiunque può diventare titolare di farmacia, demolendo così il principio della corrispondenza tra proprietà e
gestione dell'esercizio farmaceutico. Tantissimo è stato scritto e detto dalle Associazioni di categoria, da
esponenti del mondo accademico e opinion leader del settore, e penso che molto di più si dovrà scrivere
nelle settimane a venire, quando il Ddl comincerà il suo iter parlamentare, che, non avendo i caratteri di
urgenza del Decreto legge, non presenta tempi certi di approvazione. È indubbio che l'apertura al capitale,
più che un provvedimento "moderno", come l'ha definito il Ministro Guidi per valorizzarne l'impianto, sembra
voler semplicemente permettere a soggetti imprenditoriali non legati alla professione di entrare in un nuovo
business. Ed è altrettanto pacifico che l'ingresso di tali forze potrà avvenire a discapito dell'attività del singolo
farmacista imprenditore, provocando di fatto una redistribuzione al contrario del reddito e dei profitti,
riportandoli in capo a pochi soggetti o azionariati. In tal senso, è persino preferibile per tali soggetti, come già
evidenziato, il mantenimento delle regole su quorum, Pianta organica e normativa sulla distribuzione (fascia
C), garantendo così maggiori opportunità di concentrazioni imprenditoriali in cambio di una più complessa
fase di acquisizione, che dovrà avvenire farmacia per farmacia. Stabilito che, comunque sia, va tirato un
sospiro di sollievo per aver evitato i ben più pesanti temuti interventi sia sul quorum, sia sulla fuoriuscita del
farmaco di prescrizione di fascia C, rimane il fatto che il nuovo Ddl invita ad alcune riflessioni. I provvedimenti
politici, infatti, non sono mai neutri, altrimenti sarebbero inefficaci, ma da questi scaturisce sempre la
conseguenza di privilegiare un interesse, che può andare a vantaggio di pochi o, se è buona politica, di molti.
In questo caso sembra, però, che le decisioni che si dovranno assumere vadano in contraddizione con gli
effetti proclamati dagli autori del provvedimento. Ci permettiamo, quindi, di sviluppare alcune considerazioni
di carattere generale, cercando di far luce sulla natura dei provvedimenti ed evidenziare su quali interessi
vengano costruiti. Una prima considerazione riguarda il significato più profondo che sottende a queste azioni:
è una manovra contro l'indipendenza professionale. Trasferire a pochi soggetti titolari di grandi patrimoni la
possibilità sic et simpliciter di monopolizzare un settore cardine del sistema sanitario, che è stato ed è
garante dell'utenza in tutto il territorio nazionale in modo capillare, significa ridurre le libertà dei singoli
imprenditori e provocare nella vita sociale un salto indietro. L'autonomia, infatti, di una classe sociale di
professionisti è stata in Italia la forza trainante della libertà economica, sociale e politica, che si è manifestata
attraverso l'espressione della cultura, la partecipazione alla vita pubblica e le attività tipiche della classe
sociale media che ha rappresentato il nucleo fondante della classe dirigente. I professionisti rappresentano
oggi, nel loro insieme (avvocati, medici, ingegneri, farmacisti e via dicendo), una risorsa del Paese, a cui si
deve la produzione di una quota rilevante del Pii, dei consumi privati e di un indotto lavorativo che andrà a
ridursi inevitabilmente, se verranno confermati gli scenari proposti. Non è sostenibile, quindi, il proposito di far
passare nel convincimento dell'opinione pubblica che le professioni che si occupano dei beni e servizi alla
persona rappresentino una casta arroccata a difesa di anacronistici privilegi, da considerare alla stessa
stregua delle varie attività commerciali, assoggettate alla concorrenza sfrenata all'interno del mercato. Il
governo, dietro questa norma, mette sullo stesso piano le attività del professionista, quale prestatore d'opera
intellettuale alla persona, e l'attività imprenditoriale, che si sviluppa nel mercato dei beni di consumo. Invece,
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
97
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ATTUALITÀ Alcune considerazioni alla luce del Ddl
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 12
(diffusione:17700, tiratura:18000)
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
98
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
la prestazione professionale deve tenere insieme l'interesse privato del cliente, nel caso del farmacista anche
paziente, e l'interesse pubblico legato all'incidenza su beni pubblici (la salute, la giustizia, l'equità tributaria,
l'ordinato andamento dei mercati), che la prestazione stessa implica. Il professionista, quindi, è votato a
realizzare il massimo interesse del proprio cliente, ma lo deve fare nel pubblico interesse, cioè non deve mai
colludere con questo in danno del bene pubblico, che costituisce l'obiettivo principale tutelato dal corpo
professionale. Per tale scopo vengono emanati i Codici deontologici, cioè strumenti di autoregolamentazione
elaborati dagli Ordini dalle singole professioni, per far sì che gli iscritti operino, oltre che nella stretta
osservanza delle leggi, anche secondo i principi di correttezza e trasparenza. Il principio fondamentale è
quello di garantire gli interessi generali connessi con l'esercizio della singola professione e di tutelare l'utenza
che delega i professionisti a operare specifiche attività. Nel caso della professione del farmacista (ma anche,
per le proprie caratteristiche, di quella del medico, dell'avvocato, del commercialista e via di seguito) la
deregulation impatta e contrasta con il diritto alla salute del cittadino, il quale dovrebbe, invece, essere
salvaguardato dalle regole indisciplinate del libero mercato. Il professionista abilitato ha sempre
rappresentato una figura di riferimento verso la quale il cittadino si rivolge e in cui pone piena fiducia,
apprezzandone la professionalità. Distruggere, quindi, l'autonomia dei professionisti e delle attività da essi
sostenute è un attentato all'indipendenza che tutela la vita dei cittadini e dell'organizzazione democratica
della nostra società. Si rende, quindi, necessaria una nuova e stretta alleanza tra le professioni, per portare
istanze comuni all'interlocutore politico. Le catene di farmacisti Un altro aspetto che avrà rilevo riguarda il
valore dell'azienda farmacia. Con l'ingresso di nuovi competitor, che si presume abbiano potenza economica
e capacità contrattuali preponderanti, è verosimile che la farmacia acquisisca maggiore appetibilità
economica. Ciò può rappresentare, a prima vista, un vantaggio per chi ha in essere una situazione aziendale
difficile e propende per la vendita dell'attività. Ma, in realtà, c'è un risvolto della medaglia: proprio per queste
situazioni il nuovo sistema potrebbe rappresentare un ulteriore motivo di tensione, poiché l'indebitamento
verso soggetti esterni -siano essi fornitori, istituti di credito o simili- può accelerare la richiesta di rientro del
debito, pena la necessità di dover cedere quote, oppure la totalità dell'azienda ai creditori senza grandi
margini di trattativa. In tal senso diventa indifferibile rafforzare la capitalizzazione della propria azienda,
riducendone le esposizioni debitorie, soprattutto a medio-lungo termine. Pertanto, assumono un ruolo di
grande responsabilità le società di distribuzione intermedia di proprietà di farmacisti, che dovranno porre la
massima vigilanza verso i propri soci farmacisti, al fine di non ampliare oltre misura le posizioni debitorie. La
singola farmacia, inoltre, dovrà ancor di più prestare attenzione al suo valore reddituale, ponendo finalmente
in atto politiche commerciali più mature ed efficaci. Diventa altresì strategico, proprio al fine di cominciare ad
applicare sane economie di scala, rafforzare le reti e la cooperazione tra le farmacie che domani potremo
definire "indipendenti". Se catena dev'essere, che in primis lo sia di farmacisti. Scenari futuri? Se volessimo,
adesso, ampliare la visione della singola decisione governativa, allargandola a una serie di norme e
dichiarazioni che si vanno susseguendo sull'efficienza del servizio farmaceutico e sulla necessità di porvi
mano con modifiche di ogni tipo e natura, è assodato che non ci siano motivazioni idealistiche, né obblighi
verso altre legislazioni. Possiamo anche ritenere che le reali motivazioni vadano oltre la presunta cura degli
interessi dei gruppi imprenditoriali che in Italia hanno sempre appoggiato tali modifiche, ovvero le Coop rosse.
È molto verosimile, invece, che l'obiettivo sia far passare il business della sanità, secondo nel mondo soltanto
a quello del petrolio, dal controllo degli Stati a quello di società private. Gli Stati nazionali, infatti, non saranno
più a breve in grado di finanziare lo stato sociale e il sevizio sanitario così come lo conosciamo,
garantendone i livelli universali di assistenza. Pertanto, potrebbe essere in atto una politica tendente a
indebolire il sistema sanitario pubblico, fino a renderlo facilmente assimilabile da nuovi soggetti, permettendo
cioè l'ingresso alle forze che potranno gestirne tutte le fasi operative, dalla produzione alla distribuzione, fino
alla proposta di nuove forme di convenzione attraverso modalità di compartecipazione alla spesa con la
stipula di assicurazioni private. Se il Governo italiano non ha in mente tali progetti o tali scenari, è
impensabile che approvi proposte di riforme così come le vediamo scritte oggi nel Ddl Guidi. Diversamente,
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 12
(diffusione:17700, tiratura:18000)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
se ne assumerà la responsabilità. •
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
99
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 44
(diffusione:17700, tiratura:18000)
3, 2, 1... COSMOFARMA!
E GIUNTA ORMAI ALLA XIX EDIZIONE LA GRANDE FIERA CHE RIUNISCE OGNI ANNO FARMACISTI E
MONDO DELL'INDUSTRIA E CHE APRIRÀ LE PORTE A METÀ APRILE A BOLOGNA. ECCO LE NOVITÀ
CHE I FARMACISTI POTRANNO ASPETTARSI DALLA MANIFESTAZIONE
Chiara Verlato
ORMAI CI SIAMO: MANCA POCHISSIMO E LA XIX EDIZIONE DI COSMOFARMA EXHIBITION APRIRÀ I
BATTENTI A BOLOGNA -PER L'ESATTEZZA DAL 17 AL 19 APRILE-, CON UN RICCO PACCHETTO DI
EVENTI E NOVITÀ IN GRADO DI INCURIOSIRE, ATTIRARE E SODDISFARE I NUMEROSI FARMACISTI
CHE DECIDERANNO DI VISITARE LA PIÙ GRANDE FIERA DEDICATA ALLA FARMACIA ITALIANA. E la
spinta all'innovazione si percepisce fin dallo slogan di questa XIX edizione: "II futuro è oggi". Ma oltre a
questo, cosa dobbiamo aspettarci dalla manifestazione che vedrà riuniti professionisti della salute, industria
farmaceutica, Istituzioni, associazioni di categoria, specialisti del settore, giornalisti? Vediamole insieme. 4 i
Focus speciali L'offerta espositiva e convegnistica di Cosmofarma 2015 ruota su 4 argomenti cardine: in
primo piano ci sarà il comparto dell'automedicazione, così importante per il farmacista e il cittadino, seguito
dalla dermocosmesi, che con il suo fatturato di 2 miliardi di euro è un settore fondamentale per l'economia
dell'azienda farmacia. Terzo focus nell'anno di Expo2015 sarà l'alimentazione e, in particolare, la stretta
correlazione tra cibo e prevenzione delle più diffuse patologie. Infine, in un'edizione che punta tanto sul futuro
non poteva di certo mancare un'attenzione particolare alla tecnologia per la farmacia e alle soluzioni
innovative che mette a disposizione per la quotidiana attività del farmacista dietro al banco e per la sua
sempre più evoluta clientela. Convegni e iniziative Molto ricco e stimolante anche il pacchetto congressuale
che Cosmofarma metterà a disposizione dei visitatori, a partire dai due convegni politici di Federfarma e
Sunifar: nel primo verrà presentato uno studio dell'economista Federico Spandonaro sulla sostenibilità
economica della farmacia in prospettiva Convenzione, mentre nel secondo troverà spazio un'indagine sulla
ruralità e sulle attese delle piccole farmacie. Il convegno "Dermocosm-Vita Cutis" vedrà, poi, coinvolti
dermatologi, chirurghi plastici, medici estetici, aziende e farmacisti per parlare di benessere e salute della
pelle, dai convegni organizzati dal professor Enrico Roda dell'Istituto Scienza e salute di Bologna, che
avranno come tema centrale l'alimentazione, e dagli eventi gestiti da Cosmetica Italia (tra i quali segnaliamo
per la prima volta a Cosmofarma, la presenza di "La forza e il sorriso", progetto che organizza laboratori di
bellezza gratuiti per le donne colpite da tumore e sostenuto da diverse aziende cosmetiche del canale
farmacia). Tornano, poi, l'Osservatorio Cosmofarma, giunto alla sua terza edizione, quest'anno in
collaborazione con Doxa Pharma -sarà organizzata una tavola rotonda con protagonisti quattro aziende e
quattro farmacisti che discuteranno sugli sviluppi futuri della farmacia italiana e sulle possibilità di partnership
concreta con le aziende del settore- e l'International Buyer Program, spazio ideato per facilitare i contatti tra
buyer ed espositori tramite appuntamenti programmati. Grande novità è, invece, Make Up in Farma, l'area
dedicata alle dimostrazioni di Stefano Anselmo, make up artist che realizzerà dal vivo trattamenti di
camouflage per i farmacisti presenti in fiera. Altra novità è la prima edizione del Premio "Innovazione e
Ricerca", per accendere i riflettori su quelle particolari iniziative aziendali che hanno portato un concreto
contributo allo sviluppo della farmacia e alla crescita professionale del farmacista. Anche "Go International, 4
strategie per 4 mercati" è una nuova iniziativa di Cosmofarma: si tratta di una tavola rotonda organizzata con
Cosmetica Italia e Camera del Commercio Italo-Germanica in cui si parlerà di export e internazionalizzazione
con le aziende interessate ad andare all'estero. All'interno di Cosmofarma Startup Village by WelIcare,
invece, i visitatori potranno sperimentare il futuro del mondo farmaceutico attraverso gli occhi di giovani
imprenditori e ricercatori. Altre aree di particolare interesse all'interno della fiera saranno Farmacia Prestige,
dedicata alle aziende e ai marchi di alta gamma, e Beauty Farma, che offrirà dimostrazioni live e
approfondimenti sull'estetica in farmacia, particolarmente interessante per quelle con cabina riservata. Infine,
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
100
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Al via la grande fiera della farmacia, PROFESSIONE
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 44
(diffusione:17700, tiratura:18000)
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
101
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
anche quest'anno Cosmofarma Exhibition collabora con la Fondazione Francesca Rava -presente in fiera con
uno stand, un convegno e un approfondimento sulla nutrizioneper "In farmacia con i bambini", iniziativa di
sensibilizzazione e raccolta di tarmaci e prodotti pediatrici per la Giornata mondiale dei diritti all'infanzia.
Tanti, insomma, i motivi per non mancare a Bologna dal 17 al 19 aprile: oltre al piacere di girare per gli stand
e incontrare colleghi e uomini del mondo dell'industria farmaceutica, parafarmaceutica e cosmetica, del
comparto alimentare, naturale, dietetico e dei servizi per la farmacia, molti gli eventi di crescita professionale
e culturale per il farmacista. Mille e un motivo, dunque, per essere presenti anche alla XIX edizione di
Cosmofarma Exhibition. •
Qui tutti gli eventi, i congressi e le novità
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 8
(diffusione:17700, tiratura:18000)
Il farmacista ? UN PREZIOSO ALLEATO
MYLAN FESTEGGIA L'ANNIVERSARIO DEI SUOI 15 ANNI IN ITALIA PROPONENDO UN IMPORTANTE
SERVIZIO CHE VALORIZZA LA FARMACIA, FAVORISCE LA COLLABORAZIONE CON IL MEDICO E
AIUTA SIA IL PAZIENTE SIA IL SISTEMA SANITARIO. I TRAGUARDI RAGGIUNTI, I NUOVI OBIETTIVI E
LA PARTNERSHIP CON LA FARMACIA RACCONTATI DALL'AD DELL'AZIENDA, CINZIA FALASCO
VOLPIN
Lorenzo Verlato
E una storia affascinante quella che l'anniversario della Mylan, multinazionale del farmaco equivalente che
nel 2015 festeggia il suo 15° compleanno di presenza in Italia, ci permette di ricordare. Nel 1961, in una
piccola cittadina del West Virginia (White Sulphur Springs), due amici di vecchia data ed ex-compagni d'armi,
Milan (Mike) Puskar e Don Panoz, lanciano in aria una monetina, per vedere chi darà il nome all'azienda e chi
sarà il primo presidente. Vince Milan (con la " i " e nessun legame con la squadra di calcio italiana) e nasce
così la piccola azienda che, utilizzando una vecchia Pontiac Bonneville, distribuisce tarmaci a medici e
farmacisti. Oggi Mylan (con la "y") è una delle aziende farmaceutiche leader a livello mondiale nella
produzione di farmaci equivalenti e di specialità medicinali, presente in 145 Paesi di tutto il mondo. Sembra la
trama di un film americano stile "nuova frontiera", eppure è realtà riprodotta anche in Italia, dove in questi 15
anni la società è cresciuta fino a conquistare i primi posti del mercato degli equivalenti. E ora non solo, dato
che Mylan ha recentemente acquisito la divisione di Abbott dedicata ai farmaci equivalenti branded e
specialistici nei mercati a economia matura al di fuori degli Stati Uniti, e destinata a espandersi ulteriormente.
Ma come? Ne parliamo con il suo amministratore delegato, la dottoressa Cinzia Falasco Volpin (nella foto). •
Partiamo dall'anniversario: lo festeggerete anche con la farmaria? F rnmp? Quest'anno ricorrono i quindici
anni della nostra presenza in Italia, prima con il marchio Merck e poi con quello Mylan Italia. Quindici anni
molto intensi, ma di grandi successi, grazie all'impegno e alla passione di tutti noi e della fiducia dei nostri
clienti. Proprio la passione è ciò che ci guida da sempre e che ci ha portati anche verso un impegno sociale,
come la creazione di iniziative a favore di associazioni e fondazioni, che hanno coinvolto tutti i nostri
dipendenti. Per citare soltanto un esempio, che tutti voi ricorderete, lo spettacolo musicale ispirato al famoso
musical "Mamma Mia" per finanziare la Fondazione "Aiutare i bambini" e, in particolare, il progetto "Latte e
pappe in Guinea Bissau", rivolto a prevenire la trasmissione del virus Hiv dalle mamme ai bambini durante
l'allattamento. Tornando al nostro anniversario, certamente avremo modo di festeggiarlo con un evento a fine
anno e una serie di iniziative interessanti anche per il farmacista, che abbiamo deciso di concentrare proprio
in questo particolare anno. Primo tra tutti un libro per tutti i nostri clienti, un breve e avvincente racconto che
vede come protagonista il farmacista e Mylan. Ciò che mi auguro è la possibilità di festeggiare il nostro
anniversario ogni singolo giorno, grazie alla partnership che ci lega ai nostri clienti. Il farmacista è stato, ed è
tuttora per noi, un prezioso alleato, compagno di viaggio, che grazie alle normative, al suo impegno e
determinazione, ha saputo dare un grande supporto al nostro settore. • Sappiamo che avete pronta
un'interessante iniziativa, un software innovativo che offrirete anche alla farmacia e che si chiama "Segui la
terapia". Ci può indicare il suo scopo e le sue caratteristiche? Il "Progetto aderenza" è molto più che un
software innovativo. È un'ambiziosa iniziativa con un grande risvolto etico e sociale, dato 9 il tema molto
attuale e di grande rilevanza professionale, dell'aderenza alla terapia, come dimostrano anche gli ultimi dati
Oms, Aita e le ricerche effettuate proprio sui pazienti. Un tema che sento particolarmente, un impegno per la
promozione della qualità, non soltanto dei prodotti, ma anche dei servizi che un'azienda come la nostra non
deve certo tralasciare, in quanto operatore nel mondo della salute. L'aderenza alla terapia è per noi in Mylan
un tema importantissimo, che già approcciamo da diversi anni. Ne è esempio il nostro packaging che, grazie
a un sistema di pittogrammi di semplice e immediata comprensione, comunica a prima vista informazioni utili
al paziente e a coloro che se ne prendono cura. Un percorso di comunicazione, cominciato qualche anno fa e
in continuo sviluppo, che ha previsto in primis l'introduzione di confezioni a codice colore differenziato, in
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
102
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
IMTERVISTA Abbiamo incontrato Cinzia Falasco
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 8
(diffusione:17700, tiratura:18000)
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
103
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
funzione del dosaggio farmaceutico. Questo è solamente un esempio, dall'apparenza banale, ma di grande
importanza per favorire l'aderenza alla terapia. Troppo spesso, infatti, in Italia i malati interrompono le cure
perché si dimenticano di assumere il farmaco o sbagliano i dosaggi. Il nostro impegno per favorire l'aderenza
alla terapia è molto più ampio e prevede anche una serie di iniziative dedicate al consumatore, come
materiali educazionali e il progetto "Segui la terapia". I materiali educazionali, disponibili presso le farmacie,
saranno realizzati con il prezioso contributo di esperti, per supportare il paziente nella gestione della patologia
non soltanto da un punto di vista farmacologico, ma toccando anche altri importanti aspetti, come lo stile di
vita e l'alimentazione. "Segui la terapia" è un progetto pilota, che prevede un innovativo portale a disposizione
del farmacista per offrire un servizio al paziente. Nostro obiettivo, infatti, è promuovere l'aderenza al fine di
salvaguardare l'efficacia delle terapie farmacologiche e aiutare a diminuire l'incidenza degli interventi di
assistenza sanitaria, la morbilità e la mortalità. In ultima analisi, è un impegno a favore di tutti: pazienti,
sistema sanitario, società. • Ma come potrà il farmacista partecipare all'iniziativa Come dicevo, si tratta di un
progetto pilota, quindi in fase di test, che prevedere inizialmente il coinvolgimento di farmacisti e medici
tramite le loro Associazioni territoriali, dove verrà implementato. Ma, attenzione, pur trattandosi al momento di
un progetto pilota, esso prevede anche in questa fase iniziale numeri importanti, visto che saranno coinvolte,
dal lancio dell'iniziativa alla fine di questo anno, molte farmacie e numerosi pazienti. Ovviamente, prima di
implementare alla grande l'iniziativa, ci sembra opportuno valutare i primi feedback, per verificarne
l'accoglienza e individuare le strade migliori da seguire e per misurarne a fondo l'efficacia. Al riguardo devo
dire che sono molto ottimista, perché credo fermamente nell'efficacia di "Segui la terapia", ma l'entusiasmo
deve sempre essere confortato da risultati concreti. • Come giudica il mercato dei farmaci equivalenti in Italia
e, soprattutto, il ruolo dei farmacisti per il suo sviluppo? In Italia, rispetto al resto d'Europa, il farmaco
equivalente stenta ancora a decollare, nonostante siano passati ormai 15 anni dalla loro prima apparizione
nel nostro Paese e nonostante l'attenzione che le aziende del settore pongono nella qualità dei farmaci che
immettono sul mercato e nella comunicazione al pubblico. L'indice di penetrazione sul totale della spesa
farmaceutica, infatti, nel nostro Paese è soltanto del 19%, rispetto a una media europea del 50%. Certamente
stiamo assistendo a un trend positivo e costante, anche se lento, sintomo del grande lavoro di
sensibilizzazione che ancora c'è da fare per colmare il gap culturale sui tarmaci equivalenti. Un compito
innanzitutto nostro, da affrontare anche con una chiara e corretta informazione. Ma anche i farmacisti
svolgono un ruolo centrale nello sviluppo e nella diffusione dell'uso e della cultura del farmaco equivalente. Il
loro è un contributo fondamentale, sia per superare i pregiudizi sulla qualità del "generico", sia per favorire la
consapevolezza da parte del cittadino delle opportunità offerte da questi medicinali, e non soltanto in termini
di risparmio. I farmacisti, peraltro, sono i garanti della salute, sempre più preziosi per il cittadino, e a loro è
affidato il compito di rassicurare il paziente sull'efficacia, sicurezza e qualità dei tarmaci equivalenti. Ed è
proprio grazie alle farmacie se i cittadini stanno cominciando a ragionare non più in termini di nome
commerciale, ma di principio attivo, cosa sicuramente non facile. • L'acquisizione dei tarmaci Abbott
allargherà i vostri interessi e, quindi, comporterà molte innovazioni. Come vi state prepaL'acquisizione della
divisione di Abbott dedicata ai tarmaci equivalenti branded e specialistici nei mercati a economia matura al di
fuori degli Stati Uniti, è senza dubbio per noi una grande opportunità. Una transazione altamente
complementare, che aggiunge al nostro portfolio globale oltre 100 tarmaci, tra cui alcuni coperti da brevetto,
nuovi e di complessa produzione. Inoltre, questa acquisizione rafforza la nostra presenza in cinque importanti
aree terapeutiche: cardiovascolare, gastrointestinale e metabolica, anti-infettiva/ respiratoria, sistema nervoso
centrale e dolore, salute femminile e maschile. Sicuramente rappresentano diverse e importanti novità, che
stiamo approcciando man mano con una serie di tavoli tecnici per far sì che la collaborazione tra le nostre
due realtà sia complementare. Garantisco che è un impegno che ci prende tutti, ma che rappresenta una
grande opportunità, non soltanto per noi, ma penso anche per i nostri farmacisti. • Che cosa riserverete,
quindi, ai farmacisti a breve e medio termine? In primis la tranquillità di operare con un'azienda che ha
sposato il concetto della qualità e dell'innovazione, in tutte le sue forme. Certamente questi due aspetti si
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 8
(diffusione:17700, tiratura:18000)
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/04/2015
104
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
sono rafforzati grazie alle ultime acquisizioni, basti pensare ai numeri di oggi: quasi 30.000 dipendenti nel
mondo, 1.400 prodotti diversi sul mercato a livello globale e più di 3.400 in attesa di approvazione dalle
autorità competenti nelle varie parti del mondo e ben 2.900 persone nello staff regolatorio e scientifico. E
ancora, 145 Paesi coinvolti, 39 stabilimenti in ^ più in 10 nazioni e una capacità di ricerca e sviluppo applicata
a una vasta gamma di forme farmaceutiche e di sistemi di somministrazione. Tutto questo siamo noi oggi, a
garanzia di un servizio di qualità per i nostri clienti. • E che cosa vi attendete da loro? Mi auguro di continuare
a camminare insieme a loro, di condividere la passione che ci contraddistingue per lavorare sempre più in
partnership, a favore di una salute migliore per tutti. L'impegno di tutti i collaboratori Mylan e mio personale è
di continuare a dimostrare concretamente la nostra vicinanza, insieme alla volontà di condividere un percorso
che ci possa portare tutti insieme verso una fase di crescita reciproca. In fin dei conti, abbiamo gli stessi
obiettivi: diventare un riferimento sempre più importante per il cittadino e supportare l'accessibilità ai tarmaci e
ai servizi. •
Foto: Volpin, amministratore delegato di Mylan
Foto: Cinzia Falasco Volpin, mentre riceve a Cosmofarma 2014, dal presidente di Federfarma Annarosa
Racca, il premio per "Uimpegno sociale di Mylan".
Foto: Un'immagine della Ad Cinzia Falasco Volpin con l'astronauta Maurizio Cheli, intervenuto all'ultima
Convention di M.ylan sull'importanza del team e della condivisione degli obiettivi.
PERSONAGGI
3 articoli
03/04/2015
Il Nuovo Quotidiano di Puglia - ed. Brindisi
Pag. 2
Listone o terzina: le carte dei fittiani E spuntano i nomi
I volti in lizza
d Due scenari, a questo punto entrambi plausibili. Due scenari, e nessuno dei due dovrà spiazzare i fittiani: il
diktat dell'eurodeputato e re dei dissidenti-ricostruttori è questo. Al punto che ieri ha motivato gli eserciti,
consegnando loro "il piano A" e il "piano B". Il primo scatterebbe nel caso in cui Forza Italia dovesse
sottoscrivere la resa e piazzarsi sulla scia di Francesco Schittulli e dei fittiani: la lista orchestrata dall'ex
ministro, e promessa ieri, sarebbe di impianto prettamente (ma non solo) civico, perché i big "ricostruttori"
troverebbero spazio nelle schiere forziste. Il "piano B" invece è quello di stampo più battagliero, da dispiegare
in caso di strappo con Fi e con il suo timoniere pugliese Luigi Vitali: sarebbe guerra elettorale con Forza Italia,
che avrebbe un suo candidato governatore, e a quel punto - come ha spiegato ieri Fitto ai suoi - «ci
divertiremo». Tradotto: tre liste fittiane, una delle quali sarebbe la tanto strombazzata "Oltre", e tutta la
potenza di fuoco (compreso qualche parlamentare) sulla linea di tiro per potersi così misurare e pesare.
"Piano A" o "piano B", i nomi comunque già circolano. La giornata odierna spiegherà quale dei due schemi
bisognerà applicare. Ieri Fitto, a colloquio con i fedelissimi, ha tracciato la rotta: «Se tutto si ricompone e
anche Forza Italia sarà con Schittulli, a quel punto la nostra lista civica non sarà molto dissimile
dall'esperienza di "La Puglia prima di tutto" nel 2005 e nel 2010: un valore aggiunto, in cui candidare
esponenti della società civile oppure dirigenti locali di Forza Italia. Ma se si dovesse arrivare a una
spaccatura con Vitali e i suoi, allora avremo la necessità di pesarci. E così cambiano molto le cose...». Al
momento la seconda opzione è quella più in voga, anche perché - ha spiegato Fitto nel conclave di ieri «Berlusconi non vuol nemmeno sentire il mio nome. Va fuori di sé solo se qualcuno gli parla di me». Il
divorzio regionale da Fi è lo scenario che più fa schizzare verso l'alto l'umore della truppa fittiana.
Autorizzando, con spazi fisiologicamente più vasti, i sogni di gloria e candidatura di più di qualcuno. I
consiglieri uscenti, innanzitutto. Degli otto fittiani, due sono destinatari di esplicito "decreto di epurazione" di
Vitali: Luigi Mazzei e Ignazio Zullo, entrambi destinati in ogni caso alla candidatura nella lista fittiana. Per tutti
gli altri (Saverio Congedo, Antonio Barba, Michele Boccardi, Gianmarco Surico, Arnaldo Sala, Giuseppe Pica)
la presenza nella lista Fi è aggrappata alla rottura o meno tra Schittulli e Vitali. A Lecce scaldano i motori
Antonio Gabellone, Silvano Macculi, Damiano D'Autilia (capogruppo Fi al Comune di Lecce), Mino Frasca
(presidente Sgm), Angelo Tondo (consigliere comunale a Lecce): alcuni di loro saranno comunque della
partita, magari in Fi (è il caso di Gabellone) o nella lista civica fittiana, gli altri invece verrebbero precettati
solo in caso di frattura con Forza Italia. Eventualità che a Brindisi e a Bari potrebbe addirittura suggerire la
candidatura alle regionali di parlamentari di stretto rito fittiano, da Nicola Ciracì e Vittorio Zizza (nella provincia
messapica) a Luigi D'Ambrosio Lettieri (nel capoluogo), per dare man forte alla battaglia fittiana. Nel
Brindisino in rampa di lancio anche Massimiliano Oggiano (consigliere comunale a Brindisi), i consiglieri
provinciali Bebè Anglani e Vincenzo Attorre. Anche a Taranto grandi manovre (certo della candidatura è
Renato Perrini, in lizza anche Luigi Morgante), così come nel nord della regione (Francesco Ventola, ex
presidente della Provincia Bat). I focolai di guerra intanto s'accendono ovunque: a Taranto Mario Cito è stato
nominato capogruppo al Comune al posto del fittiano Antonino Cannone, e Cito ha anche annunciato la sua
candidatura al Consiglio regionale nella lista forzista di Vitali; a Lecce il gruppo consiliare Fi del capoluogo ha
rifiutato l'adesione di Paride Mazzotta, neo-acquisto (in arrivo da Ncd) messo a segno da Vitali e da lui subito
nominato coordinatore provinciale del partito azzurro in funzione anti-fittiana. F.G.G. Scontro sempre aspro e
alta tensione, anche sui livelli locali, in Forza Italia. E resta sullo sfondo il possibile strappo tra fittiani e
berlusconiani alle regionali Congedo, Zizza, D'Autilia, Oggiano, Gabellone Mazzei, Ciracì, Perrini, Macculi,
D'Ambrosio
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015
106
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
LE STRATEGIE I "ricostruttori" e due piani alternativi in base alle scelte di Forza Italia
03/04/2015
Il Nuovo Quotidiano di Puglia - ed. Brindisi
Pag. 2
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Prima ipotesi
Nessuna frattura con Fi e sigla di sostegno come nel 2005 e 2010
Seconda ipotesi
Rottura totale e liste piene di big per misurarsi
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015
107
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 36
(diffusione:17700, tiratura:18000)
KEYCRIME: il peggior incubo dei rapinatori
RISCUOTE SUCCESSO ADDIRITTURA IN AMERICA L'INNOVATIVO SOFTWARE UTILIZZATO DALLA
POLIZIA DI STATO, CHE PERMETTE DI CATALOGARE DATI, VIDEO E TESTIMONIANZE DOPO UNA
RAPINA, CON ALTISSIME PROBABILITÀ DI RINTRACCIARE, POI, IL COLPEVOLE ED EVITARE CHE CI
RIPROVI. QUESTO FIORE ALLOCCHIELLO DELLA LOTTA CONTRO IL CRIMINE HA, PERÒ, BISOGNO
DI FINANZIAMENTI PER EVOLVERSI, A BENEFICIO DI TUTTE LE FARMACIE
Basilio Candisi
LA NUOVA FRONTIERA NEL CONTRASTO ALLE RAPINE È LA COSIDDETTA PREDICTIVE POLICING,
CIOÈ L'ANALISI AL COMPUTER DEI REATI, CHE PERMETTE DI INDIVIDUARE I COLPEVOLI E
PREVENIRE NUOVI ATTACCHI. Gli Stati Uniti sono all'avanguardia in questo settore, ma l'italia ha fatto un
passo avanti tale che l'università di Los Angeles si è messa subito al lavoro per studiare il nuovo software
utilizzato dalla Questura di Milano. Si chiama KeyCrime e il suo inventore è Mario Venturi, assistente capo
della Polizia di Stato. Risultato: le rapine nelle farmacie milanesi, sia private sia comunali, sono diminuite: da
270 del 2013 a 207 nel 2014, con un calo del 23%. E per il futuro ci sono nuovi progetti. «È pronta
un'ulteriore estensione di KeyCrime, KeyCrime Cube, e la distribuzione mi auspico possa essere a livello
nazionale» ci ha anticipato Mario Venturi, nato a Udine 50 anni fa e arrivato alla Squadra Volante di Milano
nel 1987. C'è un solo lato negativo in questo progetto all'avanguardia: il programma potrebbe essere esteso
su più ampia scala e potrebbe anche essere ulteriormente migliorato, ma purtroppo come spesso accade nel
nostro Paese mancano i fondi. re di sorveglianza e la descrizione fisica del criminale (persino il vestiario, il
profumo e l'accento del malfattore). Raccoglie anche le testimonianze rilasciate alle forze dell'ordine dal
titolare della farmacia, dai clienti e dai passanti a distanza di 12/24 ore, perché lo stato di choc può
compromettere il ricordo dei testimoni, che, quindi, vanno sentiti a più riprese. Con KeyCrime per ogni rapina,
vengono inseriti circa 20.000 dati, successivamente confrontati con l'archivio per ricercare analogie. Ogni
dettaglio è fondamentale per ricostruire il modus operandi di un sospettato, per collegare eventi criminosi e
per prevederne la serialità. Basti pensare che da soli 3 secondi di filmato di una telecamera di sorveglianza
possono essere ricavati 60 indizi. Le analogie riscontrate dal sistema assegnano, poi, un codice alfanumerico
al reato, che diventa un marchio distintivo, come un'impronta digitale lasciata dal malvivente.
Ottimi ì risultati La sperimentazione di KeyCrime è partita nel capoluogo lombardo nel 2007. Allora la
Questura di Milano risolveva circa il 27% dei casi di rapina, mentre l'anno seguente, grazie anche al software,
i successi sono passati al 45% e nel 2009 addirittura al 56%. Tra le prime beneficiarle di questo software ci
sono proprio le farmacie, che nel 2011 balzarono in testa alla classifica degli esercizi più rapinati, seconde
soltanto ai negozi della Grande distribuzione, e che anche negli anni seguenti rimasero sempre tra i luoghi
più derubati (2,7% del totale, più del doppio dell'1,2% degli uffici postali). KeyCrime sta dando i suoi frutti: le
rapine nelle farmacie milanesi sono state 207 nel 2014, rispetto alle 270 del 2013, con un calo del 23%.
Oltretutto il beneficio non è portato soltanto dall'arresto in sé, ma anche dall'interruzione di una serie di atti
criminosi, visto che il software punta a catturare i rapinatori seriali: la memoria storica di KeyCrime e la sua
capacità di collegare i diversi episodi permettono, infatti, di contestare al rapinatore tutta la serie di crimini che
ha commesso e non solamente quello per cui è stato catturato. I primissimi dati del 2015 «Registrano un
ulteriore trend negativo nel settore delle rapine» anticipa Venturi. «Questo programma mi è costato quasi
dieci anni di sacrifici, ma mi ha dato anche tante soddisfazioni».
Keycrime Cube «I criteri di analisi di KeyCrime possono essere ulteriormente raffinati: per questo stiamo
lavorando all'estensione del programma, che abbiamo chiamato "Cube"» spiega Venturi. «Si tratta di
un'evoluzione del processo e di un'estensione a livello nazionale. Se, infatti, il progetto potesse arrivare
anche in altre città, i dati delle rapine potrebbero essere confrontati con molti più casi e, quindi, offrire una
soluzione migliore e in più breve tempo». Cube, però, al momento è fermo, mancano i fondi. «Abbiamo
ricevuto un contributo da Confcommercio e Ossif, ma non basta, stiamo cercando ulteriori finanziamenti»
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015
108
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Lo strumento utilizzato dalla Polizia NOTIZIE
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 36
(diffusione:17700, tiratura:18000)
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015
109
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
conferma Venturi. È un vero e proprio investimento per il futuro, perché la messa a punto di Cube porterà
enormi benefici economici. Con KeyCrime la mappa di Milano sul computer della Polizia di Stato è costellata
di puntini rossi collegati da una linea che segue un preciso itinerario temporale: è il percorso criminale svolto
da un rapinatore, colpo dopo colpo. Immaginiamoci cosa potrebbe diventare KeyCrime Cube se la mappa
fosse quella dell'Italia: non ci sarebbero più confini territoriali per seguire i passi di un criminale e le vie di fuga
dei delinquenti si assottiglierebbero in modo esponenziale. Il professor Giovanni Mastrobuoni, economista
esperto di sicurezza e docente all'università dell'Essex in Gran Bretagna, ha definito «straordinari» i risultati
raggiunti dalla Questura di Milano grazie a KeyCrime. Mastrobuoni ha presentato le sue ricerche
ali'"Economics of crime working group" del National Bureau of Economy Research del Massachusetts,
stimando i vantaggi economici derivanti dall'utilizzo del software: impiegandolo in una grande città, si
potrebbe arrivare a 1.000 rapine in meno all'anno e si salverebbero 3 milioni di euro di bottino. Il
ragionamento è questo. Se prendiamo una grande città come Milano, le nuove rapine ogni anno
statisticamente potrebbero essere circa 300 e almeno un terzo di queste saranno le prime di quella che
diventerà un'attività seriale, con una decina di colpi stimati all'anno. Ogni colpo frutta in media 2.800 euro: se,
quindi, venissero fermate almeno le rapine seriali, il guadagno complessivo per le categorie vittime di furti
sarebbe attorno ai 3 milioni di euro.
Il questore e Federfarma KeyCrime per ora opera soltanto a Milano, in attesa che arrivino fondi adeguati
all'ampliamento del progetto ad altre città. «Potremmo fare grandi cose su scala nazionale» dichiara Mario
Venturi, l'inventore del software. La conferma delle potenzialità di KeyCrime arriva dal Questore di Milano in
persona, Luigi Savina: «Sicurezza partecipata e tecnologia: seguendo le linee guida dettate dal ministero
dell'Interno, che mirano a rafforzare e saldare il rapporto tra le Istituzioni e la collettività, la Polizia di Stato ha
ottenuto soddisfacenti risultati nel contrasto alle rapine ai danni di farmacie. Il comune impegno, unitamente
all'impiego da parte delle forze di Polizia di nuove e sofisticate tecnologie per l'analisi di eventi criminosi,
come, appunto, il software KeyCrime, ha permesso di raggiungere ottimi risultati nel contrastare le rapine
nelle farmacie». I progetti per la sicurezza messi in campo dalla Questura sono molteplici. Savina ha
incontrato i farmacisti del territorio per esporre le "regole d'oro" per il contrasto al crimine e nel corso del 2014
le Forze dell'Ordine (Polizia dello Stato e Carabinieri) hanno tenuto sedici corsi in Federfarma, cui hanno
partecipato 785 farmacisti, insegnando loro la gestione del rischio durante una rapina, la corretta raccolta
delle prove e la migliore disposizione delle telecamere per un'efficace videosorveglianza. «Queste differenze
in controtendenza sono un chiaro indice dell'efficacia dell'attività delle Forze dell'Ordine e della intensa
collaborazione con le farmacie» ha commentato Annarosa Racca, presidente di Federfarma nazionale e
dell'Associazione di Milano, la provincia più colpita dalle rapine. «Un anno fa siamo partiti con un piano
specifico, elaborato con la Questura e i Carabinieri, che sta dando i primi importanti frutti. Intendiamo
proseguire su questa strada fino a stroncare questa piaga criminosa. In Federfarma teniamo sotto controllo il
numero e le caratteristiche delle rapine delle farmacie associate e questo trend positivo mostra una
diminuzione delle rapine anche sul territorio della provincia di Milano e Lodi, dove esiste da vari anni il
protocollo, e nella provincia di Monza e Brianza». Interesse in Italia e anche all'estero KeyCrime è stato
approvato dal Viminale (ministro Roberto Maroni) e la speranza è che possa essere presentato anche in altre
Questure italiane. Se è vero, infatti, che la Lombardia è da sempre la regione più martoriata per quanto
riguarda le rapine in farmacia, è altrettanto vero che la situazione è preoccupante un po' ovunque. Pensiamo
al Lazio, per esempio (193 rapine nel 2012, +2,1%), al Piemonte (126, +34%), alla Sicilia (122, +8,9%) e alla
Campania, dove recentemente due colleghi sono rimasti feriti. Altre regioni registrano un numero
relativamente basso di rapine, ma con un incremento percentuale davvero impressionante: nel 2012 +180%
in Abruzzo (da 5 a 14 episodi), +42% in Veneto (da 24 a 34), +41% in Toscana (da 39 a 55). Oltretutto, con la
diffusione di KeyCrime a livello nazionale, si potrebbe anche dichiarare guerra ai rapinatori seriali che
agiscono in città diverse, grazie alla condivisione dei dati tra più Questure. All'estero, invece, non è soltanto la
Gran Bretagna ad aver mostrato interesse per KeyCrime: «Abbiamo diversi contatti con gli Stati Uniti, che si
02/04/2015
FarmaMese - ed. N.3 - marzo 2015
Pag. 36
(diffusione:17700, tiratura:18000)
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015
110
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
sono mostrati molto interessati al nostro software di analisi» conferma Venturi, che ha anche partecipato a un
progetto di ricerca per l'Università Use di Los Angeles. Anne Milgram, exprocuratore distrettuale del New
Jersey, in occasione dell'annuale conferenza della Ted (Technology entertaiment design) ha contestato il
sistema americano di prevenzione del crimine, ancora troppo basato su metodologie investigative fondate più
su giudizi soggettivi che su prove oggettive. Secondo le sue ricerche la maggior parte degli uffici giudiziari
non ha un archivio in grado di essere messo in relazione istantaneamente con delitti appena commessi: in
gran parte degli Usa manca, insomma, quello che Milano ha grazie a KeyCrime. «Stavamo cercando di
combattere il crimine con dei post-it gialli» ha dichiarato Milgram. Per una volta l'Italia è all'avanguardia. «Le
trattative con l'estero per esportare il nostro software sono ancora riservate, ma a buon punto» spiega
Venturi. «Certo, sarebbe una bella occasione per portare il sapere italiano oltreoceano, ma anche per puntare
i riflettori sul fatto che un sistema così richiesto non ha ancora i fondi per continuare la sua evoluzione e per
poter arrivare in ogni provincia della penisola». Dopo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, KeyCrime ha
conquistato anche altri Paesi europei: Spagna, Germania e Francia, dove la stampa ha parlato molto del
software milanese. •
Come funziona? Il software è in grado di catalogare i dati di tutte le rapine che avvengono in città. È capace
di immagazzinare e studiare i dati geografici e territoriali, le informazioni mandate dalla prima pattuglia che
interviene, i video delle telecame-Le foto sono state scattate alla fiera internazionale della sicurezza dove,
nello stand della Polizia di Stato, è stato ricreato l'ambiente farmacia, per poi simulare lo svolgimento di una
rapina.
Rapinatore seriale arrestato grazie a KeyCrime Gli investigatori della Questura di Milano lo avevano
soprannominato "Rocco Barbaro", come il comico di Zelig famoso per la battuta "Faccio quello che voglio",
frase che Gianfranco Orrico, pregiudicato di 46 anni, sarebbe stato solito ripetere durante le rapine per cui
adesso è accusato. Lo scorso anno è stato individuato e arrestato grazie al sistema KeyCrime. Orrico è
ritenuto responsabile di 11 rapine tra dicembre 2013 e marzo 2014, portate a termine sempre con la stessa
modalità: secondo l'accusa, entrava tra le 17.30 e le 19, indossava un copricapo e minacciava il farmacista
con un coltellino o una pistola finta. Negli ultimi tre episodi sarebbe poi scappato su una Fiat Punto grigia. La
serialità gli è stata fatale. KeyCrime ha messo insieme tutte le testimonianze, i video e i dati ricavati dalle
pattuglie intervenute e li ha elaborati, fino a rintracciare la targa dell'auto e a dare un nome al sospettato. Il 14
marzo Orrico ha tentato un nuovo colpo, questa volta in una farmacia di Cervignano d'Adda (Lodi). Ma gli
agenti, grazie al software, erano preparati e l'hanno aspettato all'uscita, dove l'hanno arrestato mentre
stringeva in mano la pistola finta.
Foto: per fermare, nel Milanese, i malviventi seriali
Foto: L'assistente capo Mario Venturi, ideatore di KeyCrime
02/04/2015
11:43
IlFarmacistaOnline.it
Sito Web
Il Ministero della Salute ha pronta una bozza di protocollo sperimentale per la spedizione di prodotti suini cotti
provenienti dalla Sardegna per l'Expo. Quanto all'attività libero-professionale prestata dai medici per
sopperire alle carenze di organico, verrà valutata la necessità di eventuali interventi normativi sul precariato in
sanità. Gli esenti dal ticket per patologia pagheranno una quota fissa graduata in funzione del reddito del
nucleo familiare.
02 APR - Il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, è intervenuto questa mattina in commissione Igiene e
Sanità al Senato per rispondere a tre interrogazioni. La prima, presentata da Silvio Lai (Pd), riguardava la
tutela della sanità animale in Sardegna in vista di Expo 2015. De Filippo ha sottolineato come la richiesta di
poter commercializzare al di fuori dell'Isola prodotti suini sardi trattati termicamente, seppur rispondente ai
requisiti della normativa vigente (Direttiva 2002/99/CE), debba tener conto dei dati epidemiologici e delle
azioni intraprese dal Governo della Sardegna per una valutazione del rischio della situazione sanitaria. Per
venire incontro alle richieste della Regione, il sottosegretario ha spiegato che è stata predisposta una bozza
di protocollo sperimentale per la spedizione, canalizzata e ad esclusiva utilizzazione dei prodotti suini cotti
provenienti da aziende della Regione, in ambito Expo Milano 2015. Questa la risposta integrale di De Filippo:
"Premesso che il Ministero della salute è a conoscenza della procedura di termizzazione - cui l'interrogazione
fa riferimento - che consente di garantire carni sicure, riferisce che in data 1° agosto 2013 è stato rilasciato il
nulla osta al 'Protocollo operativo' predisposto dall'Assessorato alla sanità della Regione Sardegna,
finalizzato alla messa in atto di procedure autorizzative per aziende suine e stabilimenti di macellazione e
trasformazione per la produzione di carni e prodotti a base di carne suina sottoposti a trattamento termico.
Precisa che il Protocollo in questione è un documento tecnico, contenente le modalità operative a cui si
devono attenere i soggetti della filiera dei prodotti cotti, senza la previsione di specifici impegni del Ministero,
se non di tipo autorizzativo su apposite istanze, proprio perché trattasi di un elaborato di settore. Al paragrafo
5 del 'Protocollo operativo' sono programmati controlli, da parte dei Servizi veterinari delle ASL, sugli
allevamenti, mattatoi e stabilimenti di trasformazione aderenti alla cosiddetta 'filiera dei prodotti cotti'. Peraltro
- segnala il Sottosegretario- di tali attività ispettive regionali il Ministero non ha contezza. Fa presente, quindi,
che la normativa comunitaria in materia di Peste suina africana (direttiva 2002/60/CE e decisione di
esecuzione 2014/709/UE) prevede l'adozione di misure cautelative e di salvaguardia, finalizzate a prevenire
la diffusione della malattia su tutto il territorio europeo, tenendo in considerazione quanto previsto anche dal
Codice sanitario dell'Organizzazione mondiale della sanità animale.Il territorio europeo, in conseguenza dei
focolai di Peste suina africana confermati in altri Stati membri, oltre alla Regione Sardegna (Estonia, Lettonia,
Lituania e Polonia), nel 2014 è stato differenziato sulla base del livello di rischio. Le diverse parti dell'allegato
I alla decisione n. 2014/709/UE sono state suddivise tenendo conto della situazione epidemiologica relativa
alla malattia. La Sardegna è stata inserita nella parte IV dell'allegato, stando a significare l'endemicità della
malattia su tutto il territorio regionale, e non solo in parte di esso, nonché la presenza di contatti tra la
popolazione suina domestica allevata e quella selvatica, cinghiali e suini ferali (allevati allo stato brado)".
"Pertanto - osserva il Sottosegretario - la richiesta di poter commercializzare al di fuori dell'Isola prodotti suini
sardi trattati termicamente, seppur rispondente ai requisiti della normativa vigente (Direttiva 2002/99/CE),
deve tener conto dei dati epidemiologici e delle azioni intraprese dal Governo della Sardegna per una
valutazione del rischio della situazione sanitaria, requisito indispensabile per una applicazione in sicurezza
del regime derogatorio. Tale asserzione trova fondamento nel fatto che le attività di eradicazione straordinarie
della Peste suina africana, approvate a livello comunitario con decisione del 30 gennaio 2015, e trasposte in
un provvedimento regionale nel mese di febbraio 2015, di fatto, non sembrano essere né particolarmente
efficienti né applicate rapidamente, con precipuo riferimento alla lotta al suino allevato illegalmente, misura
che rappresenta il pilastro per fondare le basi di una efficace e proficua azione di contrasto alla malattia in
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015
111
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Senato. De Filippo risponde su tutela sanità animale in Sardegna, precari
nelle Aou e nuovi ticket
02/04/2015
11:43
IlFarmacistaOnline.it
Sito Web
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015
112
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
questione. Per quanto attiene ai protocolli, inoltre, ricorda che è stata condotta una proficua attività, durata
alcuni anni e consistita in trattative e mediazioni sotto il coordinamento dell'Unione Europea, seguita con un
forte interesse dall'industria di trasformazione italiana, la quale ha potuto apprezzare il lavoro svolto e
beneficiare, negli ultimi tempi, dell'incremento di "export" di prodotti tipici italiani. In conclusione, assicura che
il Ministero della salute da tempo tiene nella massima considerazione le richieste pervenute dalle Autorità
della Regione Sardegna; a riprova di ciò, fa presente che è stata predisposta una bozza di protocollo
sperimentale per la spedizione, canalizzata e ad esclusiva utilizzazione dei prodotti suini cotti provenienti da
aziende della Regione, in ambito EXPO Milano 2015". E' stato poi il turno di Lucio Romano (Aut), e della sua
interrogazione sull'attività libero-professionale prestata dai medici presso gli ospedali universitari per
sopperire alle carenze di personale. Questi impieghi, mediamente della durata di 6 mesi, non prevedono
l'istituto della proroga; nella realtà, però, vengono prorogati nella maggioranza dei casi senza soluzione di
continuità. De Filippo ha spiegato come il rapporto di collaborazione professionale che la giurisprudenza
riconduce alla cosiddetta parasubordinazione sembrerebbe equiparabile a quello di cui è titolare chi esercita
la professione sanitaria alle dipendenze del Ssn. Il sottosegretario ha dunque assicurato che il Ministero della
salute valuterà la necessità di eventuali interventi normativi per affrontare complessivamente ed in modo
organico il problema del precariato in sanità. La risposta di De Filippo: "Faccio presente, quanto alla tipologia
dei rapporti di lavoro in questione, che la giurisprudenza utilizza il termine 'parasubordinazione' per designare
i rapporti di incerta definizione, che presentano caratteristiche intermedie tra quelle del lavoro subordinato e
quelle del lavoro autonomo. In particolare, l'esercente la professione sanitaria, ancorché conservi una
ragionevole sfera di autonomia, rende le sue prestazioni all'interno delle organizzazioni
aziendali/universitarie, sotto le direttive e il coordinamento dei vertici aziendali. Pertanto, il rapporto di
collaborazione professionale che la giurisprudenza riconduce alla cosiddetta parasubordinazione
sembrerebbe equiparabile a quello di cui è titolare chi esercita la professione sanitaria alle dipendenze del
Servizio sanitario nazionale. Tali considerazioni - soggiunge il Sottosegretario - potranno essere approfondite
e costituire spunto di riflessione ai fini dell'applicazione, da parte delle regioni e delle stesse strutture
universitarie, delle disposizioni del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri previsto dall'articolo 4,
comma 10, del decreto-legge 31 agosto 2013, n.101, convertito dalla legge n. 125 del 2013, che è alla
registrazione della Corte dei conti: il predetto decreto, in attuazione di quanto previsto dalla norma primaria,
disciplina apposite procedure concorsuali riservate esclusivamente al personale titolare di contratti di lavoro
subordinato a tempo determinato in possesso di determinati requisiti di anzianità previsti dal legislatore. In
conclusione il Ministero della salute valuterà la necessità di eventuali interventi normativi per affrontare
complessivamente ed in modo organico il problema del precariato in sanità". Infine, Luigi d'Ambrosio Lettieri
(Fi) ha illustrato la sua interrogazione concernente la revisione della disciplina in materia di esenzione dai
ticket sanitari. De Filippo ha spiegato che, con i nuovi ticket, gli esenti per patologia, pur non essendo tenuti a
partecipare alla spesa per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale - come già accade sarebbero, invece, tenuti a pagare una quota fissa ridotta e graduata in funzione del reddito prodotto dal loro
nucleo familiare. Il sottosegretario ha poi spiegato che la proposta è stata sottoposta al Ministro per le
necessarie valutazioni tecnico-politiche, ma per la sua traduzione operativa sarebbe, comunque, necessaria
una modifica legislativa delle norme vigenti. La risposta di De Filippo: "Ricordo anzitutto che l'articolo 8 del
nuovo Patto per la Salute 2014-2016 affida ad uno specifico gruppo di lavoro, costituito da rappresentanti del
Ministero della Salute, del Ministero dell'Economia e delle Finanze, delle Regioni e dell'Agenzia nazionale per
i servizi sanitari regionali (Agenas), la definizione dei contenuti di una proposta di revisione del sistema di
partecipazione alla spesa sanitaria che, a parità di gettito, garantisca l'equità e l'universalismo nell'accesso ai
servizi e l'unitarietà del sistema. Faccio presente che, in ottemperanza a quanto previsto dal Patto, il Gruppo
di lavoro ha formulato una proposta che introduce nuovi sistemi di calcolo delle quote di partecipazione per le
prestazioni di assistenza specialistica e farmaceutica, graduando l'importo delle quote da pagare in relazione
alla condizione reddituale del nucleo familiare fiscale dell'assistito, con esclusione degli esenti per patologia.
02/04/2015
11:43
IlFarmacistaOnline.it
Sito Web
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 03/04/2015
113
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Per l'assistenza specialistica, inoltre, tale importo rimarrebbe comunque al di sotto del valore tariffario della
prestazione, per evitare che gli assistiti possano trovare, in regime privato, le medesime prestazioni ad un
prezzo inferiore alla tariffa. Per quanto riguarda l'assistenza farmaceutica, la proposta parte dal presupposto
che la maggior parte delle Regioni ha già autonomamente introdotto quote di partecipazione (per lo più sotto
forma di quota fissa per confezione) di importo ridotto per gli assistiti in possesso di esenzione per patologia.
Coerentemente a tale impostazione, la proposta del Gruppo di lavoro prevede l'introduzione di una quota
fissa per ciascuna confezione di farmaci, di importo ridotto per gli esenti per patologia e, comunque, graduato
in funzione della condizione reddituale dell'assistito. Con specifico riguardo alle questioni poste
dall'interrogante, chiarisce che gli esenti per patologia, pur non essendo tenuti a partecipare alla spesa per le
prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, come già accade, sono, invece, tenuti a pagare una
quota fissa ridotta e graduata in funzione del reddito prodotto dal loro nucleo familiare. Da ultimo, rilevo che la
proposta è stata sottoposta al Ministro per le necessarie valutazioni tecnico-politiche, ma per la sua
traduzione operativa sarebbe, comunque, necessaria una modifica legislativa delle norme vigenti".