Intervento DV alla Camera
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Intervento DV alla Camera
“Signor Presidente, onorevoli colleghi, come avrete potuto apprendere dalla stampa, questa notte alle 2.25 un attentato dinamitardo è stato compiuto contro la sede della Confederazione italiana generale del lavoro all’ingresso di via Pinciana, ingresso secondario posteriore a quello principale del corso d’Italia. Ignoti teppisti politici hanno depositato e fatto esplodere una grossa bomba. L’esplosione ha provocato danni ingenti: la porta presso cui era stata depositata la bomba è stata divelta e frantumata completamente. Gli abitanti nelle sale adiacenti al cortile presso la porta, cioè l’autista della Confederazione del lavoro, Antonio Riccardi e i suoi familiari, sono stati sorpresi nel sonno, scossi violentemente, gettati a terra. I mobili dell’abitazione sono stati ugualmente spostati, violentemente gettati, alcuni divelti, tutti i vetri dello stabile a cinque piani sono andati in frantumi, come i vetri degli stabili vicini. Una scheggia del legno della porta si è conficcata per parecchi centimetri in un mobile della casa, per cui si può considerare che se una persona si fosse trovata a quell’ora presso quel mobile, poteva essere uccisa. Se, dunque, questa esplosione non ha determinato vittime umane, è stato per puro caso. E’ un crimine che non può essere attribuito, per il suo carattere, ad una persona isolata, non può essere attribuito ad un pazzo, perché la sua preparazione ha richiesto ingenti mezzi. La violenza dello scoppio è stata tale che, a giudizio dei tecnici dell’artiglieria, lodevolmente accorsi subito sul posto per l’inchiesta, la bomba doveva contenere da un chilogrammo ad un chilogrammo e mezzo di tritolo. E’ stata necessaria, dunque, l’opera di una vera e propria organizzazione, di una vera e propria associazione a delinquere, la quale ha la possibilità di procurarsi ingenti quantità di un esplosivo particolarmente potente. Un particolare può confermare la minuziosità della preparazione. L’autista in questione aveva un cane molto attento, vigile, i1 quale abbaiava forte ogni volta che un estraneo si avvicinasse di notte alla porta. Il cane dell’autista era scomparso da ventiquattro ore, prima che fosse stato compiuto l’attentato. Il significato ed il movente di questo crimine, anche per le sue caratteristiche di viltà, sono molto chiari. Sono i peggiori criminali residui del defunto regime fascista, che hanno voluto celebrare, secondo il loro stile e con qualche anticipo, per sorprendere la sorveglianza, la loro data, la data più funesta della recente storia d’Italia, la data infausta per tutto il popolo italiano, perché è quella che ricorda la soppressione violenta di tutte le libertà democratiche e sindacali nel nostro paese. Il crimine ha una firma: si chiama fascismo con tutti i suoi derivati. Ma il significato dell’attentato criminale va oltre una semplice azione dimostrativa, la quale già di per se stessa sarebbe gravissima, intollerabile; va oltre perché per la prima volta si è voluto colpire, con mezzi terroristici, una organizzazione sindacale: ed è naturale, la Confederazione generale del lavoro, si è voluto colpire cioè la più grande e la più combattiva organizzazione sindacale, quella che, ponendo a base della sua azione l’unità fraterna di tutti i lavoratori, difende vigorosamente con efficacia i loro interessi vitali, i loro diritti sociali ed umani. Ma l’attentato deve essere inteso come diretto contro tutte le organizzazioni sindacali, contro tutte le organizzazioni democratiche, contro l’ordinamento democratico nel suo complesso e tutti i lavoratori di ogni corrente, di ogni opinione o fede religiosa: così, tutti i democratici onesti e sinceri sono interessati ad unirsi per fronteggiare questa teppaglia, per opporsi a questi tentativi di ripresa fascista, a questi tentativi di riportare la lotta politica in Italia alle forme e ai metodi della violenza, del sangue, dell’odio, del terrore. Perciò stamani, alla segreteria della Confederazione generale italiana del lavoro, abbiamo salutato con vivo compiacimento la solidarietà che ci è stata espressa dalla Segreteria dell’Unione italiana del lavoro (Uil). Espressioni di simpatia e di solidarietà sono ugualmente giunte alla Confederazione da ogni parte d’Italia, da organizzazioni di ogni corrente. Ma questo attentato ha uno scopo politico specifico e immediato: gli attentatori e i loro mandanti vogliono sabotare quel processo di distensione nei rapporti politici e sociali, appena iniziato nel nostro paese, e il cui compimento è indispensabile per garantire un pacifico e civile sviluppo della democrazia italiana, per garantire i1 consolidamento del nostro ordinamento democratico e repubblicano. Desidero ricordare che il ministro dell’interno, onorevole Tambroni, nel suo recente discorso ha parlato, molto efficacemente e con chiarezza contro i metodi della violenza, del terrore, della rissa, dell’odio, e ha auspicato una convivenza civile, un dibattito civile delle idee, il confronto degli argomenti delle diverse parti politiche e sociali che compongono il nostro popolo. Ma vorrei dire al Governo: queste affermazioni sono giuste, ma non sono sufficienti. Bisogna andare più lontano. Adesso, questo attentato mette in luce dove è il pericolo per la democrazia italiana e le istituzioni democratiche del nostro paese; mette in luce da qual parte viene la violenza. Ed è sempre dalla stessa parte, dalla parte che rappresenta i residuati de1 defunto regime fascista. Invece, si continua a volgere l’attenzione verso sinistra, si continua nella politica dell’anticomunismo, che ha fatto fallimento nel mondo intero, quando si sa che noi di questa parte della Camera rappresentiamo la spina dorsale della democrazia, delle libertà del nostro popolo, il baluardo invincibile del nostro popolo. Mentre si tollera che coloro che intendono perpetuare i metodi del fascismo e riportarlo ampiamente sulla scena politica dell’Italia, minacciando nuovamente le libertà del nostro popolo, siano messi in condizione di poter preparare e attuare impunemente attentati di questo genere. Noi domandiamo che il Governo si decida e colpisca inflessibilmente, come giustamente, non soltanto gli autori materiali, gli esecutori, ma anche i mandanti. Nessuno può affermare che in Italia un qualsiasi movimento fascista abbia mezzi sufficienti, mediante le quote dei propri associati, per poter vivere, pubblicare giornali e acquistare e preparare tritolo a volontà per compiere attentati. V’è chi paga! Bisogna scoprire chi paga! E la coscienza pubblica sa chi sono i finanziatori di questi movimenti che minacciano le libertà conquistate a caro prezzo dal nostro popolo. Noi auspichiamo che tutte le parti politiche, tutti i democratici d’Italia, di ogni scuola e di ogni opinione, aprano gli occhi alla realtà, vedano il vero pericolo e si uniscano; noi auspichiamo, di fronte a questo attentato, la più vasta unità e solidarietà tra tutti gli antifascisti e i democratici, per fronteggiare il pericolo e mettere coloro che minacciano le nostre libertà e intendono terrorizzare i lavoratori e le loro organizzazioni nella condizione di non poter nuocere né ai lavoratori, né all’ Italia, né alla democrazia italiana. L’antifascismo unito, onorevoli colleghi, ha fatto la nuova Italia, l’antifascismo unito deve consolidare l’ordinamento democratico dello Stato, sviluppare le libertà democratiche del nostro paese, aprire un avvenire migliore, più sicuro e tranquillo, ai nostri lavoratori ed al nostro popolo tutto. Perciò è bene che tutti i democratici si associno alla nostra protesta contro gli attentatori e chiedano con noi che siano perseguiti, e si prendano le misure adeguate per rendere impossibile il ritorno a quella atmosfera a cui l’attentato di questa notte fa pensare e di cui costituisce un episodio. L’unità delle forze democratiche ed antifasciste deve isolare coloro che minacciano le libertà italiane, deve metterli in condizione di non poter più pensare ad una ripresa di metodi che tutto i1 popolo italiano ha condannato e ripudiato, dopo averli sperimentati con sacrifici di sangue e di miseria. Se poi si vuole, con attentati del genere, terrorizzare la Confederazione del lavoro e i lavoratori italiani, per impedir loro di continuare a lottare nella difesa dei loro diritti ed interessi vitali, dobbiamo dire, non tanto agli esecutori quanto ai mandanti di questi crimini, che si sbagliano fortemente: i lavoratori italiani sono solidamente organizzati, hanno raggiunto un livello elevato di coscienza di classe, di coscienza sociale, nazionale e democratica; i lavoratori italiani hanno dato prove sufficienti di compattezza, di coraggio, di energia, di spirito di sacrificio; i lavoratori italiani, qualunque cosa facciano i criminali fascisti ed i loro mandanti, saranno sempre più uniti e forti per difendere, non soltanto i loro interessi di classe e di categoria, ma anche i loro diritti democratici e sindacali e la libertà del nostro popolo. Essi infatti hanno la coscienza che, lottando per il miglioramento delle proprie condizioni sociali ed umane, lottano in pari tempo per il progresso generale di tutta la nostra Italia”.