il salento e l`arte preistorica
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il salento e l`arte preistorica
IL SALENTO E L'ARTE PREISTORICA Chi ama la speleologia, come noi l'amiamo, finisce immancabilmente, attraverso i messaggi non scritti della preistoria con il trovare e l'apprezzare sempre più e sempre meglio quel punto di equilibrio fra presente, passato e futuro, equilibrio che è fonte di serenità, spinta a ma ggiore impegno, ragione naturale dell'umano progresso. Perché l'istituzione culturale, come il nostro Gruppo e come d'al- Ricostruzione di Mammuth Mannnuth inciso nella grotta di Combarelles - Dordogna (f. G. Guido) tronde la stessa scuola, obbediscano al loro fine che è quello della particolare informazione della persona, è necessario che tale informazione non venga dissociata dalla serietà, nel rispetto integrale della legge; questo noi abbiamo sempre sostenuto, facendone regola di vita per il nostro Gruppo. E' pertanto nella pienezza di dominio del proprio essere e nella padronanza dello spirito su tutto ciò che nell' uomo non è spirito (corporeità, sensibilità e istinto) clic ognuno di 1)01 per suo conto e tutti insieme — all' insegna del Gruppo — abbiamo concorda1N5 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di ~GO - Lecce to, mirato e decisamente puntato alla conquista del vero nella nostra particolare sfera d'azione. « L'intelligenza umana è naturalmente portata a conoscere la verità. Ciò significa che le è connaturale l'amore della verità: non c'è conoscenza di verità senza amore della verità ». La libertà di interpretazione e di opinione è la caratteristica distintiva della nostra volontà che è essenzialmente amore del bene. Non è infatti possibile separare 1' una dall' altra: è nella struttura stessa dello spirito umano, perciò non è possibile separare la libertà dalla ricerca onesta, condotta nel rispetto della legge. La ricerca, condotta senza l'atmosfera di gioiosa comunione di spirito nell'amore del vero, non approderebbe mai a nulla di sensazionale; ciò nel nostro campo, in particolare, dove hanno prevalenza: rischio e prudenza, passione e fede, senso di responsabilità, studio, ansia di sapere ed energie, stima e solidarietà fino alla generosa dedizione fraterna fra gli uomini che, alla ricerca stessa partecipano; in ciò la spie gazione del puro entusiasmo che costantemente accompagna le nostre operazioni, oltre all'apporto delle forze umane sino ad ogni possibile limite. Nato da un decreto particolare dello Stato (18-7-1962, n. 1890) che gli riconosce personalità giuridica, il nostro Gruppo solo nello Stato riconosce legittima paternità ed efficace difesa; solo nello Stato e nei suoi organi è pertanto convinto di trovare quella tutela e quell'incoraggiamento che sono unica valida spinta per la formazione e l'informazione che conduce per delega istituzionale. 186 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Ma veniamo a parlare di grotte, il che equivale a parlare anche di Arte, in quanto le manifestazioni primordiali di espressione nelle grotte nacquero e trovarono l'ambiente naturale per una prima spontanea evoluzione. Una volta, delle grotte pochi si interessavano sotto il profilo geologico, ecologico ed idrografico, ignorando — quindi — tutta quella vita sotterranea che si svolse nella preistoria partecipe l'uomo e quella febbrile e affascinante ricerca delle testimonianze di quella vita che oggi lo stesso uomo conduce. Non è sempre facile scoprire gli antri, così come non è facile percorrerli o esplorarli, richiedendosi, più che coraggio, temerarietà e particolari requisiti fisici di forza e di resistenza. Chi ha la fortuna di appartenere ad un Gruppo Speleologico, vivendone attivamente l'operosità, però, ha indiscutibilmente il privilegio di godere le bellezze di un misterioso universo dove: voci, giuochi, fiabesche cristalline sculture e allegre serene fughe di purissime acque, cantano, in sommessi e soavi toni corali, eterne e affascinanti storie che non conoscono frontiere né di tempo né di spazio. Prima della « nostra » scoperta a Badisco, dunque, Terra d'Otranto già aveva contribuito a ricostruire un grande capitolo dell'arte preistorica, dell'età glaciale, naturalistica e impressionistica, che è la più antica della terra, fiorita fra il 60.000 ed il 10.000 a.C. Intendiamo qui riferirci alle manifestazioni conosciute da tempo e rinvenute alla grotta « Romanelli » presso Castro, a carattere geometrico - ornamentale, trovate associate a forme di arte seminaturalistica e schematica. La datazione è data dalla fauna associata: equus, asinus ydruntinus Reg, Grande Pinguino boreale, Alcaimpennis del pleistocene superiore. Alle prime immagini fatte di soli lineamenti, alla fine dell'Aurignaziano e poi nel Solutreano (40.000-20.000 a.C.) segue il rilievo e la plasticità, vale a dire il pittorico. Sarà solo tra il 20.000 ed il 15.000 a.C., nella terza epoca dell'evoluzione glaciale, che quest'arte raggiungerà il suo apice. E' a questo periodo che appartengono — fra l'altro — come vedremo, i nostri graffiti rupestri di Romanelli (dal 20.000 al 15.000 a.C.). Per meglio inquadrare l'uomo artista nel tempo ricorderemo che le 4 glaciazioni in Europa si sono succedute secondo lo studio delle differenze delle irradiazioni solari: 600.000 anni fa la la; 400.000 anni fa la 2a; 200.000 anni fa la 3a; 100.000 anni fa la 4a. I P4 7 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Caccia al Cervo, Dipinto rupestre paleolitico della Cueva de los Caballos (Valitorta) (da I Obermaier e P. Wernet) (Fot. G. Guido) Scena di bovini, ovidi, qualche' struzzo, un cammello, incisa su masso, tra Brech e Tuioa, a Sidi Ali. (Foto G. Guido) Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce L'ultima è la meglio conosciuta; ai suoi inizi viveva ancora l'uomo di Neanderthal. E' con l'uomo di questa età glaciale che comincia l'arte; egli disegnerà e dipingerà ciò che la natura intorno gli presenta. Per meglio intendere la portata del nostro patrimonio artistico preistorico, nel suo insieme ormai conosciuto, converrà ricordare la spirale della successione sintetico-cronologica delle diverse culture che si sono succedute nella Preistoria: Musteriana Aurignaziane, 50-30-10.000 a.C., Gravettiane, Solutreane, Maddaleniane. Le prime manifestazioni di arte si hanno nell'Aurignaziano. Industria Paleolitico inferiore : Prechelleano, Chelleano e Clactoníano, Acheuleano. (Foto G. Guido) 1) Forme arcaiche nell'Aurignaziano inferiore con ritorno allo schematismo sul finire del Paleolitico nell'Eurasia Mediterranea; 2) Forme di puro geometrismo nell'età del bronzo, derivate dalla degenerazione del neo-eneolitico; 3) Rinascimento delle forme naturalistiche all'inizio della protostoria nelle regioni mediterranee, europee e nord-africane, con manifestazioni fisio-ideoplastiche (v. arte micenea, egizia, greca ed etrusca); 11S9 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Pech-Merle (Cebrerets). Impronte di mani e cavalli crivellati da colpi di lancia. Ambedue le rappresentazioni hanno uno scopo magico. (Foto G. Guido) 4) Decadenza dell'arte organica naturalistica con sopravvento delle tendenze ideo-plastiche convenzionali, sul finire del paganesimo. La premessa contribuirà anche, forse, a su ggerire più interpretazioni della ricca documentazione nostrana concorrendo a fare meglio valutare il giudizio delle più moderne formulazioni. L'essenza dell'arte glaciale è costituita dallo stile naturalistico e sensoriale. Detto stile, iniziatosi nella prima epoca (chiamata Aurignaziano, dal nome del centro archeologico di Aurignac, nella Francia Meridionale) col disegno e con lo schizzo a colori, raggiunge il vertice della perfezione naturale nel medio Magdaleniano — così definito dalla caverna di La Magdeleine, presso Les Eyzies (Dordogna) —. La pittura, il disegno e la scultura raggiungono l'estensione in profondità, l'immagine è concepita tridimensionalmente, come la prospettiva, così come il problema della luce, del colore e della massa è ormai impostato. Quest'arte, perfetta in sé, non potrà più superarsi: nel tardo Magdaleniano gli artisti rinunciano ai vecchi ideali, e tutto diventa più angoloso, più rigido, più superficiale. Inizia una nuova esperienza figurativa, simile a quella dell'Aurignaziano, ma più perfetta, più tecnicamente e formalmente sviluppata. L'arco di tempo impegnato corre dai 60.000 ai 10.000 anni a.C.; il primo artista è l'uomo di Cr6-Magnon che può considerarsi il vero primo antenato dell'odierno europeo, proveniente probabilmente da Orien190 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce te alla fine del musteriano e che sostituisce il primitivo uomo di Neanderthal. L'arte ha inizio in questo mondo proprio in quel momento, tra il 60.000 ed il 40.000 a.C. Le immagini del medio Aurignaziano solo possono considerarsi opere d'arte nel significato più ampio della parola, dotate di forme e di stile. Accanto ai graffiti rupestri, come al magnifico bos primigenius trafitto da zagaglia realizzato sulla parete della nostra famosa grotta « Romanelli », sono del periodo delle prime pitture ad un solo colore: l'ocra rossa. Appare anche la scultura la cui caratteristica prima è il naturalismo dai contorni solidi e rigidi, tali da staccare l'opera d'arte dall'ambiente e dal materiale di fondo. Manifestazioni tipiche e suggestive di quest'epoca si trovano in diverse località: 1) presso La Gréze in quel di Les Eyzies in Dordogna; 2) nella caverna di Hornos de la Pèna presso S. Felice de Buelna, nella provincia di Santander; 3) a Pair - non Pair, nella Gironde; 4) nella caverna di La Monthe, presso Les Eyzies (Dordogna), località definita il paradiso dell'uomo glaciale, visto che nella zona si trovano anche le celebri caverne di Font-de-Gaume, Les Coubarelles, Bernifal, e i centri archeologici di Langerie Basse, Langerie Haute e Le Moustier; 5) in molte grotte della Francia, nella regione del Rodano e della Dordogna; 6) anche nelle province basche, nelle Asturie, nella vecchia Castiglia e perfino in Andalusia si trovano caverne contenenti opere d'arte dell'Aurignaziano. A quest'epoca probabilmente risale l'unico affresco dell'età glaciale trovato nello Schulerloch presso Regensburg, nella Baviera tedesca; si tratta di un ariete davanti a una trappola. Rimangono comunque fra le più note pitture e incisioni dell'Aurignaziano, quelle della grotta di Altamira in Spagna, de la Pasiega e di El Castillo presso Puente Viesgo, Horhos de la Pèna presso San Felice de Buelna, La Clotilde presso Cabezon, Santian presso Puente Aree, Salitre presso Miera e Cavalanas e La Haza presso Ramales. Qualunque sia l'animale o la scena rappresentata sia nella pittura che nella scultura, lo stile è sempre quello: semplice linea di contorno, due sole zampe rappresentate, appena accennati coda ed occhio; il colore è sempre il rosso ocra; qualche volta le zampe rappresentate sono quattro e la parte centrale ombreggiata o no. 191 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Quando il contorno comincia a non essere più né rigido né chiuso, per arricchirsi di interruzioni, con ricchezza di linee e di articolazioni, ci avviciniamo ed entriamo nel Magdaleniano. Non fanno eccezione le nostre figurazioni pittoriche. Le testimonianze più importanti del Solutreano sono a Le Roc (Charente), Lacave (Lot), Solutré (Saòne-et-Loire), Figuier (Gard), Pré-Aubert (Corrèze) e Fourneau du Diable (Dordogna). Segue e si concluderà l'arte glaciale nella civiltà successiva al Solutreano, cioè nel Magdaleniano (30.000-10.000 a.C.). Durante tale periodo l'arte glaciale avrà la massima espansione; l'artista non si ferma più ai contorni, ma cura con l'interno le ombreggiature cimentandosi a riprodurre luci e oscuri. Anche le tecniche migliorano sia strumentalmente che cromaticamente rendendo possibile sempre più una migliore policromia in sosti- Il Rinoceronte lanuto scomparso verso la fine dell'età glaciale. (Foto G. Guido) tuzione della monocromia. Movimento, massa e prospettiva sono problemi che si delineano, si impongono e vengono rappresentati. Così nelle pitture come nelle sculture che illustrano quest'arte scoperta: in Francia, in Spagna, in Inghilterra, in Bel gio, in Germania, in Svizzera, in Boemia, in Moravia, nella Russia Meridionale e in Siberia. In ogni caso anche nuove materie prime adoperate giovano all'efficacia rappresentativa: ocra chiara, scura e gialla, pirosulite nera, ematite rossiccia ridotta in polvere stemperate in grassi animali, docili 192 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Pitture rupestri della grotta di Altamira : Bisonte (Foto G. Guido) sempre più e sempre meglio, appagheranno le ricerche per placare i tormenti artistici che, ancora oggi, commuoveranno i moderni. Nel 901 sarà Font-de-Gaume e Les Combarelles (Dordogna) a sbigottire Cartailhac e Brenil, richiamando alla memoria degli scettici il paradiso contestato di Altamira scoperto nel 1879 da don Marcellino di Santuola e interpretato dal Vilanova. La curvatura della superficie e la presenza di naturali cavità qualche volta ha reso queste opere più plastiche e realistiche: ma il fatto sorprendente è, e resta, la ricerca e la rappresentazione di quell'attimo che vede spegnersi la vita con l'abbandono del corpo — esempio storico impressionistico di conquista immutata e immutabile —. Di quest' epoca, oltre alle pitture e sculture, associate alle stesse, si sono trovati anche pezzi mobili lavorati con chiara denuncia e quindi conferma dello stile Aurignaziano, Solutreano o Magdaleniano; la materia usata per tali pezzi, la più varia: l'avorio, la pietra, il corno, l'osso. Per ottenere lampade alimentate da grassi, impugnature per coltelli e utensili in genere, fionde, frecce, monili ecc... tutto era utile e buono. L'ispirazione, maggiore se non unica, di questa arte glaciale, sarà sempre e comunque la propiziazione della caccia e della fecondità; il suo significato: la religione, l'incantesimo e la magia. Lo stesso dicasi per le sculture sempre ispirate a criteri lineari e non pittorici. L'elemento essenziale è sempre la delimitazione dcl corpo con l'ac103 3 - LA ZAGAGLIA Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce centuazione dei contorni in ogni caso. Abbondano le teste di cavallo, í corpi di animali e soprattutto le immagini femminili. Si tratta, nel maggior numero dei casi, di statuette delle quali si conoscono appena cento esemplari. Di solito è poco curato il volto che può addirittura mancare, mentre curata è la pettinatura dei capelli avvolti attorno alla testa. Così nella famosa Venere di Willendorf nell'Austria Inferiore, come nelle « nostre » due Veneri di Parabita. Le forme femminili volutamente sono presentate con esagerazione a simboleggiare la fecondità e la conservazione della vita. Oltre che in Germania tali statuette sono state rinvenute in Francia (a Brassempony), in Italia (a Montone, Savignano sul Panaro e Parabita), in Cecoslovacchia (a Pekarna e Unter Wisternitz) ed in Russia (a Kostienki, Gagarino e Malta - poco distante da confini cinesi). La superficie nell'Aurignaziano, si può affermare ancora ignorata. Così sarà ancora nella cultura successiva del Solutreano (40.00030.000 a.C.) portata da un popolo proveniente dall'Ungheria e che irrompe in Francia e nell'Inghilterra Meridionale. Il Solutreano comunque non ebbe uno stile proprio, limitandosi — almeno in questo campo — ad assimilare le opere d'arte di altre stirpi, cosa che gli fu facile perché dedito al commercio. In tale periodo gli strumenti di pietra vengono lavorati su tutta la superficie come sulle conchiglie. E' senza dubbio un linguaggio nuovo espresso dal primo nucleo intellettuale, condizionato nel suo vivere dallo spirito oltre che dalla materia. La semplificazione, la tipizzazione, il movimento, la luce e l'ombra impegnano sempre più le possibilità espressive della nuova tavolozza ed il disegno; la staticità dell'arte glaciale impressionistica ne è il risultato. Che il processo della stilizzazione continui oltre l'era post-glaciale, toccando il vertice nel Neolitico superiore, sarà ancora l'Italia a darne la prova, attraverso le sensazionali scoperte di Porto Badisco che, a buon diritto può essere definito il regno dell'inorganicità, dell'irrazionale, dell'astrazione, dell'immaginazione e del simbolismo (3.500-2.000 a.C. nell'Europa meridionale; 2.500-1600 a.C. nell'Europa centro-settentrionale) — nell'instancabile ricerca dell'essenziale e dell'eterno. Come la storia dimostrerà, la vittoria sarà effimera, servirà comunque ad afferrare l'importanza delle stagioni sugli eventi, l'osservazione sul decorso degli astri del sole e della luna; il necessario dominerà sul contingente, l'essenziale sul fenomenico ed il pensato sull'osservato — ma non sarà, come non è ancora, tutto! L'arte postglaciale che si sviluppò dal 10.000 al 3.000 a.C. nell'Europa Meridionale e dall'8.000 al 2.000 a.C. nell'Europa centro-settentrio194 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce GROTTE DI PORTO BADISCO (LE) - « Motivo Cruciforme che sembra rappresentare più uomini disposti simmetricamente » - (Graziosi). (Foto Pino Salamina). nale, si caratterizzò subito per una diversificazione nello sviluppo dello stile, da luogo a luogo, in funzione dello scioglimento dei ghiacci; il clima condizionò l'evoluzione, accentuandola in ogni senso nel meridione. Inizialmente si ebbero ancora manifestazioni di arte molto simili alle precedenti: naturalistiche, sensoriali, con tendenza però sempre più accentuata verso l'irrazionale, la stilizzazione e l'angolosità. L'arte post glaciale, comunque, in tutti i suoi centri si presenta lineare, angolosa e rigida senza policromia, espressionista lontana dall'impressionismo; la sua tendenza all'astrazione ed al simbolismo, per chi abbia conoscenza della produzione dei diversi Centri Europei ed 195 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce estraeuropei, è evidente. Con la sti 1 izzazione ed il simbolismo anche le dimensioni dei corpi sono alterate. Siamo ormai all'uomo non più solo cacciatore ma anche allevatore, non più solo raccoglitore di frutta selvatiche ma anche coltivatore. Vi sono centri di arte post glaciale in Africa (a Cufra nell'oasi di In-Ezzan del Sahara centrale, nel Fezzan, nella Libia, in Egitto) nella Spagna, nella Scandinavia (in 39 Centri scoperti fino al 1950), nella Russia (presso il Mar Bianco). Nasceranno in siffatte circostanze: le leggende, i miti, le superstizioni, i poteri propiziatori e influenze sfavorevoli, degli amuleti e tabù, in nome tutto, del cosiddetto animismo dal quale avrà origine il mondo degli Dei. Dal Dio unico, creatore conservatore e dominatore del mondo (paleomonoteismo) del periodo glaciale e postglaciale si giunge, nel 3° millennio a.C., all'agricoltura condizionata: dalla pioggia, dal clima, dalla fertilità e dalle lunazioni. Si arriva così all'astrazione, al mito ed al simbolo che servono una dominante e ricorrente concezione cosmica. Nel simbolo la similitudine che interpreta: vita, morte, fioritura e declino della stessa vita umana. Il mito della fecondità, ad esempio, si identifica e rappresenta: nella donna, nella terra, nell'acqua, nel serpe, nella luna e nel toro; il mito dell'acqua come elemento fecondatore si identifica: nella dea, così come nel concetto degli uccelli acquatici, del serpente e del toro. E' così che la concezione mitica del Neolitico vive di fattori astratti come la concezione magica dell'età glaciale viveva di oggetti concreti. L'artista volge le spalle alla realtà e mira all'irreale o al surreale. Dalla Mesopotamia la conoscenza dell'agricoltura e della metallurgia si diffondono, di pari passo, col concetto della Magna Mater che più tardi diverrà Venere, lungo una direttiva che segue le isole orientali del Mediterraneo: le Cicladi, Cipro, Cero, Amorgo, Paro e altre. Ricordiamo qui: Nova Zagara in Bulgaria, la Moravia e la Spagna. Ecco infine la nostra arte postglaciale, quella di Badisco, scoperta dal Gruppo Speleologico Salentino, dove nel 3° millennio, forse per la ben nota emigrazione culturale mesopotamica in Europa, per via mare dall'Asia minore alle isole, a Creta, fino alla Spagna e all'Inghilterra, e per via terra, attraverso i Balcani e il Danubio, si trovano — come in Spagna — i tre stili sovrapposti o affiancati: 1) quello ereditato dall'arte glaciale morbido; 2) lo stile di levante dell'arte post-glaciale monocromo, piatto e stilizzato; 3) lo stile astratto e simbolico vero e proprio del Neolitico. Con la prudente consapevolezza che gli è propria, Graziosi ci ha già 196 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di 'MAGO - Lecce precisato che a Badisco « si tratta di un'arte schematica che, da figure ancora veriste, come quelle di cacciatori che affrontano con l'arco cervi e stambecchi, passa a figure geometriche e a manifestazioni di carattere puramente astratto. Ma molte di queste denunciano la loro origine verista; in particolare la figura umana che diviene un motivo cruciforme più o meno complesso e che sembra rappresentare più uomini disposti simmetricamente. Altrettanto dicasi di certi segni « pettiniformi » che sono l'estrema stilizzazione di quadrupedi ». I primi scavi e le prime esplorazioni archeologiche, fin'ora, hanno associato alle pitture: punte di frecce, cocci ed oggetti in bronzo che riprovano come le grotte fossero abitate anche in epoca seguente a quella neolitica. Frenata l'impazienza, ogni attenzione seguita da meditazione, suona a noi — eredi degli anni 70 — come un monito, per riprendere il sereno cammino che, liberato da artificiose deviazioni, mira a progresso ed a perfezione illuminati, in ogni caso, dallo spirito, dal realismo e dal sapere. Unione spontanea dell'uomo all'uomo comunque, nell'eterna ansia di progresso senza prepotenze e senza violenze, nell'impegno che migliora, moltiplica e fortifica. Nessuna istanza, nessun Gruppo, nessun Partito hanno il diritto di prescrivere all'arte, così fu, è, e sarà, perché l'arte può tutto e non deve nulla! Quando i noti studiosi incaricati della prima interpretazione di Porto Badisco avranno assolto egregiamente il loro compito non soltanto scrivendo con la storia, ma dando modo anche ad altri di partecipare alle osservazioni ed alle interpretazioni non chiare né accessibili a tutti, si potrà forse cominciare a sapere qualcosa dei rapporti, dei contrasti, delle influenze e delle eventuali integrazioni fra culture — sia pure primordiali — fra tecnica, religione, arte e socialità. Ne verrà fuori incontestabilmente un contributo più valido alla nostra fondamentale azione che è scienza e tecnica ad un tempo, particolarmente affascinante per gli studiosi, per i ricercatori e per i giovani. Il metodo della ricerca storica che è senza dubbio quello che noi seguiamo e seguiremo, perchè ritenuto più indicato, servirà a dare voce alla pittura neolitica, anche là dove lo stile appare di assoluta ed estrema essenzialità; la parte più importante della testimonianza artistica dell'era preistorica strapperà, alla prima astrazione ed al primo simbolismo, quella capacità comunicativa che in fondo — a considerarci bene — è sempre di umanità e di amore: ricchezza di spirito che ancora oggi — per fortuna — non è completamente assente nei messaggi degli artisti e dei pensatori della cultura contemporanea. 197 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce GROTTE DI PORTO BADISCO (LE) - «Figurazioni Astratte,. (Foto Pino Salamina) Dentro le nuove grotte, vi è una ricchezza di umanità veramente incalcolabile: ridda di fantareligione e prodromi di tendenze a spontanea urbanizzazione; idee e simboli suggeriti e dedicati: al cosmo che misteriosamente domina dall'alto tutte e tutti, alla sociologia che deve regolare e rendere possibile la vita in comune. Tendenze pure ed originali, nate da fermenti, e da inquietudini eterne che l'evoluzione renderà sempre più pesanti e più essenziali, fino a condizionare la vita medesima dell'uomo che guarderà sempre più, ma ahimé sempre inutilmente, ai diversivi compromessi con i troni, con i dittatori e con gli estremisti a qualsiasi titolo che speculeranno in ogni campo: da quello religioso a quello economico, da quello culturale a quello dell'arte. 19S Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce I migliori pensieri di chi, nonostante tutto, ha la forza di vincere le deviazioni, intravedono le mete perdute e richiamano ai propri simili il pensiero originale sottratto alla naturale maturazione. E' così che di fronte agli eterni problemi l'uomo degli anni 70 molto ha ancora da imparare, interpretando e conoscendo il pensiero dell'uomo di Badisco, nei confronti del quale più difficile e più preoccupante è divenuto il problema eterno della sopravvivenza quello degli equilibri materiali e morali. Quello, l'uomo di Badisco, faceva da sé mettendo alla prova volontà di ricerca e impegno di operazione,... questo, l'uomo degli anni 70 si affida, o meglio, si abbandona alla politica aspettandone la miracolistica moltiplicazione dei beni materiali e morali e la saggia amministrazione della stessa giustizia. Per noi le scoperte, come la nostra di Badisco, pertanto, oltre e soprattutto, ci appaiono importanti perché danno spinta necessaria ed efficace all'umanità, richiamandola dagli smarrimenti dello stesso umanesimo, per la riscoperta dei giusti e puri valori, quasi muto confortevole conto che accompagna sul giusto cammino della visione, o almeno nella speranza, di Dio. Si liberano così l'uomo e la Società dall'asservimento all'utile, alla violenza, al vizio e alla distruzione. e MARIO MOSCARDINO 100 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDS (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce