Funzione “ispiratrice” di una piccola tv come la nostra

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Funzione “ispiratrice” di una piccola tv come la nostra
Newsletter n°98 del 4 gennaio 2013
Funzione “ispiratrice” di una piccola tv come la nostra
Cari Amici,
nella mia non brevissima esperienza di animatore del quotidiano cattolico Avvenire, avevo
sperimentato in prima persona che cosa significa stare nel libero mercato come tutti gli altri media,
senza vantare pretese o esibire stemmi, ma semplicemente facendo affidamento sulle proprie
attitudini, la propria pervicacia, e la fantasia collegata ad un’identità che mai si può smettere, perché
− questa sì − è un’inesausta ragione di curiosità sul mondo. Ebbene, non l’avrei preventivamente mai
immaginato, eppure lo stesso cliché mi succede oggi di sperimentarlo in un diverso ambito, che è
quello televisivo. Con Tv2000, riusciamo ad interessare davvero non quando rincorriamo gli altri sul
loro stesso terreno, quasi scimmiottando le loro performance, ma se stiamo noi caparbiamente sul
nostro, riuscendo ad attirare l’attenzione degli altri su un destino che, forse loro stessi non lo sanno
ancora, è realmente comune. In questo senso, trovano spiegazione ormai quasi tutti i diversi segmenti
del palinsesto della nostra emittente. La quale probabilmente non è destinata a diventare una delle
prime, per fruizione e ascolti. La tv è un mezzo troppo complesso e troppo costoso per nutrire da
dentro la realtà cattolica una simile ambizione. Né possiamo dimenticare il clima di radicale
secolarizzazione in cui ci si trova immersi, dove per scegliere fra i trecento e più canali disponibili le
proposte di Tv2000 occorre capitarci, se non per caso, certamente perché sollecitati o motivati. Di qui
la domanda che talora anche senza particolare malizia ci si pone: ne vale la pena? La risposta che nel
tempo ho maturato, per niente tributaria ad autogiustificazioni strumentali, è che simili iniziative
conviene senz’altro tentarle. Anche per il solo fatto di esister e, per il coraggio di esserci in faccia al
mondo, per i piccoli miracoli che realizzano nel rapporto costi-risultati, questi media hanno una loro
intrinseca vocazione «calmieratrice».
Non è vero che è impossibile oggi interpretare un giornalismo non gossiparo, o una televisione non
piegata allo svakking. È assolutamente invece fattibile, e talora può anche esibirsi con performance
meritevole di qualche attenzione. È una mera scusa nascondersi dietro la motivazione dei gusti
deteriorati del pubblico o alla non rintracciabilità oramai di un vissuto obiettivo da raccontare. La
professionalità e la freschezza possono fare miracoli. Se non fosse eccessivo, mi verrebbe da dire che
sono dei piccoli miracoli di Cana. Diversamente non si capirebbe perché una tv come la nostra, sia
oggi – suo malgrado − fonte di ispirazione per così tanti programmi vaganti nelle reti ammiraglie.
Osservazione esagerata e partigiana? Provare per credere, analizziamo cioè criticamente l’offerta
televisiva odierna e poi ne riparliamo.
Dino Boffo