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Asset manager Abbracciare il cambiamento per generare rendimenti elevati con un rischio controllato Secondo Berlé di Advanced Capital, per ottenere valore sarà necessario selezionare i migliori gestori nelle decisioni di asset allocation e la quarta rivoluzione industriale creerà opportunità di Alessandro Moise Nel 2001, Advanced Capital è stata la prima società di gestione a lanciare nel Sud Europa un fondo di fondi di private equity globale e, nel corso della sua storia, è stata premiata come seconda miglior società nel suo settore al mondo*. Attualmente è in raccolta con il fondo generalista Advanced Capital IV. La società si è sempre contraddistinta per l’eccellenza dei rendimenti conseguiti nelle diverse strategie e per la velocità di ritorno del capitale ai propri sottoscrittori accompagnata ad una rigorosa gestione del rischio. Alla base di questi consistenti risultati risiede la capacità di selezione di circa 100 tra i migliori gestori di private equity internazionali e la capacità di mettere in campo un approccio attivo “contrarian” ed “early mover”, che ha consentito ad Advanced Capital di anticipare il mercato nelle diverse congiunture economico/finanziarie degli ultimi 15 anni. *Fonte: Preqin A caccia di rendimenti. Tra gli investitori si nota una sempre maggiore propensione a diversificare i propri portafogli e un interesse crescente verso opzioni alternative, al di fuori delle allocazioni tradizionali. In tutto questo il private equity dispone di un forte potenziale di crescita: “Sarà però fondamentale che gli investitori sappiano selezionare quei gestori in grado di offrire una diversificazione internazionale per cogliere le opportunità che si stanno realizzando fuori dai nostri confini”, spiega Robert H. Berlé, CEO di Advanced Capital SGR, sottolineando l’importanza di seguire i trend secolari che poggino le fondamenta su cambiamenti globali di lungo periodo. La ricerca di rendimenti, in uno scenario dominato da tassi d’interesse prossimi allo zero, ha determinato, dal vostro punto di vista, un maggior interesse degli investitori per i fondi di private equity? Viviamo certamente una rivoluzione epocale sui mercati, soprattutto nel nostro Paese. I tassi di interesse sui Titoli di Stato sono ai minimi storici, addirittura con rendimenti negativi sulle scadenze più brevi. Tutto questo accompagnato da un aumento sempre maggiore della volatilità e da continui eventi extra finanziari con impatti su larga scala. Proprio in questo contesto è ancor più importante decidere come e dove investire i propri capitali. Il private equity globale, dando accesso alle migliori società non quotate al mondo con un’attenzione alla diversificazione e alla mitigazione dei rischi, diventa quindi un approdo che non può più essere ignorato. Purtroppo l’Italia, che esprime il terzo maggior tasso di risparmio al mondo, ha la più bassa percentuale di investimenti in questo segmento poiché in passato la concorrenza coi Titoli di Stato domestici ha deviato l’interesse altrove. Oggi stiamo registrando una forte attenzione da parte della clientela istituzionale, ma soprattutto dalle reti di private banking che sono alla ricerca di alternative legate all’economia 42 luglio 2016 MondoAlternative reale per diversificare i portafogli dei loro clienti provando a ottenere rendimenti consistenti pur con una grande attenzione alla mitigazione dei rischi. Secondo voi gli investitori istituzionali italiani puntano in misura sufficiente sugli investimenti nel private equity? No, purtroppo i dati dei principali osservatori del mercato istituzionale italiano registrano percentuali ancora molto basse di investimenti in private equity. Fondi pensione ed Enti previdenziali nel nostro Paese hanno sotto-pesato quest’asset class privilegiando strumenti più facilmente liquidabili. Secondo alcuni studi internazionali, la penetrazione degli investimenti in private market da parte degli istituzionali italiani è la più bassa tra i Paesi occidentali con una percentuale di molto inferiore rispetto alla media continentale che oscilla tra l’8% ed il 15%, senza contare ciò che accade negli Stati Uniti dove ci sono punte superiori al 20%. Esistono pertanto grandi spazi di crescita. Sarà però fondamentale che gli investitori sappiano selezionare quei gestori in grado di offrire una diversificazione internazionale per cogliere le opportunità che si stanno realizzando fuori dai nostri confini. Ad esempio, riteniamo che ad oggi, in fase di formulazione della strategia di investimento, si debba tenere conto della quarta rivoluzione industriale in atto, la quale porterà nuovi prodotti e nuove tecnologie ad affermarsi negli anni a venire, soppiantando molti di quelli esistenti. La maggior parte di queste innovazioni sono in corso proprio ora e solo attraverso la selezione di quelle società di gestione in grado di capire e accompagnare questa rivoluzione è possibile ottenere i risultati migliori. Al momento da quali prodotti è composta la vostra offerta? E in che modo selezionate i fondi sottostanti? Siamo attualmente in raccolta sul nostro sesto fondo di fondi globale, il quarto con un approccio generalista: AC IV. Il prodotto si prefigge di diversificare su 20/25 Asset manager tra i migliori fondi al mondo, con un obiettivo di rendimento tra il 10% e il 12% annuo al netto dei costi. In passato abbiamo lanciato per una clientela istituzionale più esigente e attenta alla diversificazione, anche due fondi di fondi settoriali: AC Real Estate, specializzato negli investimenti immobiliari globali, e AC Energy, focalizzato esclusivamente sulle energie tradizionali, in netta controtendenza rispetto al mercato. Advanced Capital fa della capacità di selezionare i migliori gestori al mondo il suo fiore all’occhiello. In media analizziamo tra i 400 e i 500 fondi all’anno e, solo dopo aver seguito un rigoroso metodo di selezione, riduciamo l’universo investibile a un gruppo ristretto di prodotti che abbiano le caratteristiche di diversificazione e controllo del rischio affini al nostro portafoglio ideale. Infine, conduciamo una stringente due diligence su circa 20/30 fondi, investendo a conclusione del processo in non più di 5/6 di loro all’anno. L’asset allocation svolge un ruolo cruciale per la determinazione dei rendimenti e noi poniamo una particolare attenzione nella definizione della diversificazione per geografia, tipologia di fondo, settore e annata. Ognuna di queste variabili rappresenta un punto centrale per il raggiungimento degli obiettivi finali. Tutto ciò minimizzando il rischio per gli investitori grazie ad un portafoglio che a regime può contare su oltre 600 partecipazioni in aziende dell’economia reale. In quali operazioni sono specializzati i fondi nei quali investite? Lo strumento fondo di fondi offre una diversificazione per tipologia di investimento che spazia nell’intero spettro degli investimenti in private equity. La bravura del gestore risiede in questo caso nel bilanciare le diverse strategie soppesando quelle che nel tempo si rivelano più meritevoli, garantendo in ogni caso la diversificazione attraverso un’esposizione globale. Noi traduciamo tale abilità in un’allocazione equilibrata tra la componente di fondi distressed, in grado di supportare aziende in difficoltà operativa e finanziaria che permettono distribuzioni agli investitori già dai primi anni di attività, e fondi buyout, i quali impiegano capitali in aziende più mature e tipicamente permettono distribuzioni consistenti ma in tempi più lunghi. L’allocazione per un fondo di fondi generalista si completa, infine, selezionando in modo attento delle opportunità nel comparto del growth capital, expansion e mezzanine, nonché accedendo a co-investimenti e al mercato secondario. Come integrate le considerazioni ESG nelle vostre attività d’investimento? Siamo da sempre attenti ai temi della sostenibilità ed eticità degli investimenti. Proprio per queste ragioni abbiamo adottato il protocollo delle Nazioni Unite intitolato Principles for Responsible Investments. La direttiva detta le linee guida per un approccio responsabile e sostenibile agli investimenti focalizzato al rispetto dell’ambiente, dei temi di governance e alla continua ricerca di un’appropriata trasparenza delle attività svolte dalle aziende in cui investire. Advanced Capital inoltre è un sostenitore dei principi dell’Institutional Limited Partners Association, anch’essa da sempre attenta a questi temi. Recentemente avete rafforzato il team di advisory con la nomina di Franco Bassanini. Cosa vi ha portato a prendere tale importante decisione? Tale nomina si inquadra all’interno della politica della SGR volta ad accrescere la propria presenza sul mercato italiano avvalendosi di advisor qualificati del mondo economico finanziario ed accademico istituzionale. Pertanto, il contributo del Prof. Bassanini sarà funzionale a cogliere nuove opportunità di ampliamento della nostra attività, contando su di un professionista autorevole e con un’esperienza diversificata. Bassanini ricopre attualmente le cariche di special advisor del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi ed è Presidente della Fondazione Astrid, think tank specializzato in ricerche a livello europeo su riforme istituzionali, politica e finanza pubblica ed e-government. Dove vedete oggi le maggiori opportunità d’investimento? Nel contesto odierno di elevata volatilità e con tassi di rendimento ai minimi storici, ora più che mai si rivela indispensabile individuare dove risiedano le prospettive di rendimenti solidi e stabili. I gestori non riescono più a fare affidamento su speculazioni di breve periodo, ma devono piuttosto seguire trend secolari che poggino le fondamenta su cambiamenti globali di lungo periodo. Ad oggi, le opportunità che riteniamo più interessanti riguardano soprattutto l’economia americana, la quale (rappresentando ancora il 24% del Pil mondiale) si dimostra l’economia con i migliori tassi di crescita prospettici, nonché rappresenta il mercato di gestori di private equity più ricco e diversificato. Alcune delle opportunità ad oggi più inte- ressanti includono i settori tech/media, sanitario e dell’energia tradizionale. L’evoluzione comportamentale dei “nuovi” consumatori (i millennials) si sta sviluppando parallelamente a una crescita di nuove tecnologie. In che modo riuscite a sfruttare tale trend? Lo scenario della quarta rivoluzione industriale racchiude in sé opportunità in grado di impattare l’economia mondiale per centinaia di miliardi di dollari l’anno. Tuttavia, in un contesto di rapido cambiamento in cui si sviluppano velocemente nuovi brand e idee più o meno brillanti, è fondamentale saper individuare i sottosettori più meritevoli e, soprattutto, conoscere i gestori in grado di apportare valore aggiunto a queste aziende. Di recente, ad esempio, Advanced Capital IV ha investito in tre fondi capaci di sfruttare queste opportunità future. In particolare, nel tempo della quarta rivoluzione industriale, come stanno cambiando le industrie tradizionali? Stiamo vivendo un momento storico nel quale le aziende devono adattarsi rapidamente, pena l’uscita dal mercato. Un gran numero di industrie è travolto da nuovi trend comportamentali e nuove tecnologie. Si pensi ad esempio al settore dell’automobile: Fiat Chrysler e Google hanno firmato quest’anno un accordo di cooperazione per la produzione per l’auto senza pilota. Pochi mesi prima, General Motors aveva investito 500 milioni di dollari in Lyft, società tecnologica per la condivisione delle autovetture. E ancora, Toyota ha destinato 1 miliardo di dollari allo sviluppo di tecnologie per l’intelligenza artificiale, assumendo un nuovo team di esperti, tra cui l’ex responsabile della robotica di Google, con l’obiettivo di mettere in strada auto senza pilota entro il 2020. Questi grandi player dell’industria hanno compreso il potenziale del cambiamento in atto e stanno investendo ingenti risorse rimettendosi in gioco per non perdere la loro leadership. La stessa cosa accade anche nel settore sanitario, dove ad esempio stanno prendendo piede dispositivi per monitorare i pazienti a distanza, connessi al così detto Internet of Things. Advanced Capital fa leva proprio sul progresso, prestando una particolare attenzione al rischio e alla protezione del capitale dei propri investitori per cogliere le migliori opportunità del futuro. Per questo il suo mantra è: “Embracing change while preserving your capital”. 43 il primo e unico magazine italiano sugli investimenti alternativi