Rapporti affettivi tra i fidanzati
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Rapporti affettivi tra i fidanzati
Rapporti affettivi tra i fidanzati Rapporti affettivi tra i fidanzati Don Giovanni Celi Premessa Iddio, nella Sua grande bontà e nella Sua immensa felicità, ha pensato di dare il suo stesso gaudio ad altri esseri che, da Lui creati ed elevati alla vita soprannaturale, avessero, in eredità, la visione beatifica. In questo piano di creazione non é voluto rimanere l'unico artefice, ma ha chiamato a collaborare con Lui anche noi uomini. Per partecipare a questa meravigliosa avventura quale è la generazione, la nascita e la cura di un bimbo, ha fornito, l'uomo e la donna, di strumenti adatti allo scopo e, contemporaneamente, ha annesso all'uso di tali strumenti un certo piacere che viene chiamato col nome di venereo. Questo speciale piacere è stimolato e provo-cato in noi da fattori interni ed esterni a noi stessi; fattori che sono divenuti più eccitanti dopo la caduta di Adamo. Se l'attrazione sessuale, infatti, prima del peccato dei progenitori era dominata dalla ragione e ogni stimolo veniva facilmente controllato, dopo tale peccato la stessa attrazione é sfuggita al pieno controllo dell'intelligenza e della volontà per cui, oggi, dominare il nostro istinto sessuale diventa un problema che va risolto facendo leva non solo sulle facoltà naturali, ma, soprattutto, sulla grazia di Dio che, ai volenti, non manca: Cristo infatti per ciò é morto ed é risuscitato. LA NATURA DELL'AMORE DEL FIDANZAMENTO «Questo punto di partenza è giustificato dall'impostazione generale della morale sessuale. Infatti dovrebbe essere ormai chiara la sottolineatura della natura della sessualità umana, in-tesa come forza interiore che è ordinata all'amore, tendenzialmente universale e aperto alla vita. In tal senso il discorso re-lativo all'espressione della sessualità nel periodo del fidanza-mento deve essere inserito all'interno della determinazione dell'amore proprio di questa dimensione di vita. In effetti è proprio la natura di questo amore che condiziona l'autenticità delle manifestazioni che coinvolgono la persona anche a livello sessuale. Innanzitutto è necessario fare chiarezza intorno alla natura del fidanzamento e in particolare distinguere tra la fase dell’innamoramento e quella dell'amore tra due fidanzati. L'impossibilità di approfondire il discorso di questo rapporto, non dispensa dal premettere alcune considerazioni particolarmente utili per evitare confusioni in merito. Che nella storia di un amore sia comparsa, quasi sempre all'inizio, una fase parti-re di innamoramento, questo non fa problema e rientra nella normalità dell'esperienza umana. Ma che poi si prenda questa fase iniziale come paradigmatica per determinare la realtà dell'amore, questo rappresenta un'operazione riduttiva, pone delle serie domande di autenticità umana e morale. L'innamoramento si presenta con i caratteri dell'immediatezza e della folgorazione Rapporti affettivi tra i fidanzati momentanea che, fino a quando esiste-, permane con la staticità di un quadro fotografico o di una scena senza ulteriori sequenze. L'infatuazione è uno stato di vita piacevolissimo, ma effimero, perché non possiede le caratteristiche della crescita spirituale, della volontarietà e della estensione dei propri confini affettivi. È puro sentimento che si presenta con i caratteri della passività propri di un fatto e non della transitività propria di un atto di volontà. Questo fatto tende a ridurre lo spazio spirituale dell'innamorato entro confini di quell'idilliaca isola felice dove c'è posto solo per due e dove la sola forza di coesione è rappresentata dal piacere, non di rado narcisistico, di sentirsi bene con l'altro. Al contrario l'amore, come abbiamo visto, si presenta con i segni caratteristici della volontà di bene nei confronti dell'altro e tendenzialmente diventa aperto a tutti. Inoltre dal punto vista della sessualità l'amore non assume tanto la forma di una fotografia, o di un fatto, quanto piuttosto di un cammino, un divenire continuo, di un processo verso un'integrazione di vita sempre maggiore. Per questo l'amore è fatica legata alla crescita spirituale dell'amato e di sé. In secondo luogo va tenuto presente che, anche per i fidanzati, l'amore si presenta come un cammino interpersonale li coinvolge in totalità, vale a dire nel corpo e nell'anima, nel cuore e nel cervello. In pratica questo comporta alcune conseguenze che gettano luce sul discorso morale. Intanto, per esempio, non sarà possibile pretendere ragionevolmente le manifestazioni reciproche di affetto non coinvolgano i fidanzati anche a livello di eccitazione sensibile, fisica corporea. Tuttavia, in questo caso, come vedremo, occorre superare una possibile impostazione dualistica del rapporto, come se, o quei gesti potessero essere posti senza anima, cioè senza sincera ricerca del bene dell'altro, oppure non potessero esprimere, in nessun modo, la propria volontà di bene verso l'altro, poiché comporterebbero l'insorgere di sensazioni di piacere. L'eccitazione fisica non può lecitamente essere disgiunta da un contesto di sincero rapporto interpersonale, né questo necessariamente deve essere inteso in alternativa a quella. Inoltre proprio perché l'amore, a differenza dell'infatuazione, non è cieco, esige la necessità di una sempre maggiore conoscenza reciproca, non solo dell'altro, ma anche di tu quello che rappresenta il suo mondo. In modo particolare diventa indispensabile, per questa conoscenza dell'altro in relazione con il suo mondo, lo sforzo di osservarlo quasi dal di fuori, senza coinvolgimento passionale, come se fossero gli occhi degli altri a guardarlo. Al contrario la ricerca di sensazioni sempre nuove, derivanti da una crescente intimità affettiva ad ogni incontro, condiziona la conoscenza reciproca tra i fidanzati, poiché cattura e sequestra la loro attenzione. Così questa viene polarizzata, sempre più verso quelle sensazioni, distraendo i fidanzati dalla verifica reciproca di quello che si attendono dall'altro sia dalla capacità di identificare autenticamente l'altro, conoscendolo per quello che è, come una persona con una sua peculiare biografia. Al primo piano rischia di trovarsi la ricerca della sensazione, non quella della conoscenza Rapporti affettivi tra i fidanzati e della scoperta dell'altro così come veramente è. Infine forse quello che caratterizza più precisamente l’amore nel fidanzamento è una certa precarietà, in quanto esso aperto a qualunque esito, vale a dire alla cessazione del rapporto, oppure alla sua definizione stabile nella forma del ma-trimonio. Tale precarietà non consiste né nel volere bene fino a un certo punto, né nel fingere soltanto una volontà di bene, dal momento che non ci si trova ancora nella condizione di aver deciso definitivamente il matrimonio. L'amore del fidan-zamento è amore pieno, ma di una pienezza che tiene conto delle reali circostanze in cui esso viene vissuto. Non si deve di-menticare, perciò, che l'amore dei fidanzati si pone all'interno di un cammino progressivo di conoscenza reciproca che tende a verificare la possibilità di fondare una comunione di vita piena e perenne. Propriamente dunque non si tratta di vedere se i due si amino «come se fossero marito e moglie», quanto piuttosto di verificare se ci siano i presupposti reali su cui essi possano fondare e realizzare l'amore coniugale: questa è una modalità propria dell'amore nello stato di fidanzamento» (CataldoZuccato: Morale sessuale - ed. Dehoniane, Bologna, 1997) Dopo tale premessa, poiché, spesso si desidera sapere di più sui particolri, parlerò dei rapporti affettivi fra i fidanzati secondo i principi morali voluti da Dio autore dell'amore, dividendo la trattazione in due punti: a) Spiegazione del VI e del IX comandamento di Dio; b) Ciò che é lecito od illecito ai fidanzati; concluderò l'argomento dicendo qualche parola riguardante la confessione. Nello svolgere i punti su riferiti, mi servirò del volume di Gerald Kelly: Problematica dell'amore nei giovani - ed. Centro studi sociali – Milano. a) Spiegazione del VI e del IX comandamento. I due comandamenti del Signore altro non sono che una formulazione esplicita di ciò che é la legge naturale scolpita nel cuore di ogni uomo. La retta ragione insegna che ogni oggetto ha un suo fine e che tale oggetto o cosa sarà bene utilizzato se si userà semplicemente ed unicamente per lo scopo/fine per cui è stato fatto o creato. Se, invece, non si terrà conto dello scopo per cui è stato fatto, avremo un agire contro la ragione, e anche contro natura (l’occhio è fatto per vedere, ma se si volesse utilizzarlo per vedere direttamente il sole, si rimarrebbe ciechi). Anche gli organi sessuali sono stati dati all'uomo per la procreazione di altre vite umane oltre che per l’aiuto reciproco tra i coniugi per mantenersi nella castità matrimoniale (a tale proposito si legga l’enciclica Humanae vitae di papa Paolo VI), va da se, che ogni uso od abuso di tali organi contrario ai fini voluti dal creatore é un uso contrario alla retta ragione e quindi peccaminoso. Per utilizzare bene tali strumenti, ci viene in aiuto la virtù della castità che é così definita: " L'abitudine di regolare l'uso della facoltà generativa secondo i principi della ragione e Rapporti affettivi tra i fidanzati della fede." ( op. cit. pag. 63 ). Per ciò che riguarda la retta ragione abbiamo già detto sopra; adesso, ci tocca vedere cosa ci dice la fede. La fede viene a noi dalla S. Scrittura e dal magistero ecclesiastico, ora "a tutti i cristiani, anche per quelli che non credono nell'autorità docente e infallibile della Chiesa cattolica, la Sacra Scrittura offre forti argomenti a favore della castità. Si potrebbero citare molti testi della Scrittura su questo tema; ma ci limitiamo qui alla 1° Epistola di San Paolo ai Corinti, cap.VI. Questo capitolo .... contiene un'esposizione quasi completa della dottrina cristiana sulla castità, sia dal lato positivo che negativo. Diciamo " quasi completo", perché nulla vi si dice d'esplicito circa i pensieri e i desideri impuri. Tuttavia essi sono stati chiaramenti condannati dal comandamento: “Non desiderare la donna d'altri” e della parola di nostro Signore: “Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei dentro il suo cuore” (Matt. 5,28). Citiamo il testo di S. Paolo, 1° Corinti cap. 6,9-ss “Non illudetevi: ne fornicatori, ne idolatri, ne adulteri, ne effeminati ( i colpevoli di peccato solitario), ne pederasti, ne ladri, ne avari, ne ubriaconi, ne maldicenti, ne rapaci erediteranno il regno dei Cieli. E tale era qualcuno di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.” Nel verso 13 l'Apostolo continua: “Ma il corpo non è per l'impurità bensì per il Signore, e il Signore per il Corpo. E Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò le membra di Cristo e ne farò delle membra di una prostituta? Non sia mai! Non sapete che chi si unisce a una prostituta e un corpo solo con lei? E' detto ««i due formeranno una sola carne» invece chi si unisce al Signore, e un solo spirito con Lui. Fuggite l'impurità. Qualsiasi altro peccato che l'uomo commette è fuori del corpo; ma l'impuro pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi, che avete avuto da Dio? e che voi non appartenete a voi stessi? siete stati infatti comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo”. A riguardo di quanto ci dice S. Paolo, desideriamo fare alcune osservazioni: 1) Questa è parola di Dio. Alle volte capita di trovare persone, le quali non capiscono perché mai gli scritti di S. Paolo dovrebbero avere maggior peso di quelli di S. Agostino o di S. Tommaso D'Aquino. E' piuttosto difficile comprendere una simile mentalità. Le lettere di S. Paolo formano una delle principali fonti della Rivelazione Cristiana. Esse sono parola di Dio allo stesso titolo dell'Antico Testamento o dei Vangeli. Non c'e paragone tra questi scritti e quelli di un uomo privato, anche se quest'uomo è un gran santo o un dottore della Chiesa. 2) S. Paolo enumera espressamente i peccati di fornicazione( relazione sessuale tra persone non sposate), adulterio ( relazione sessuale tra sposato e non sposato, oppure tra Rapporti affettivi tra i fidanzati due persone sposate che non sono marito moglie ), onanismo (l'uso solitariomasturbazione o illegittimo della facoltà generativa tra coniugi), e sodomia (atti impuri tra persone dello stesso sesso); e poi pronuncia una condanna generale di ogni impurità. 3) S. Paolo insegna che queste cose escludono dal Regno dei cieli, perciò sono peccati gravi. 4) Sono peccaminosi perché sono violazioni del nostro stesso corpo. In un cristiano, poi, questi peccati hanno di più la deformazione che proviene dal fare delle membra di Cristo le membra di una prostituta, dal macchiare un corpo destinato a risorgere con Cristo nella gloria, e dal profanare il tempio vivo dello Spirito Santo." (Gerald Kelly: Problematica dell'amore nei giovani pag. 78-8I) Sia la ragione quindi, che la fede ci proibiscono l'uso delle facoltà generative fuori del matrimonio. A questo punto, cade subito la più grossa bugia che possano dire i fidanzati alle proprie fidanzate e cioè: " E' impossibile - essi dicono - mantenersi puri, certe cose o li faccio con te o li farò con un'altra!" tale modo di ragionare oltre che indicare una vita viziosa vorrebbe negare anche la giustizia di Dio. Un tale ragionamento infatti, é il preludio di quest'altro modo di ragionare: "E' impossibile mantenersi puri, poiché Dio condanna chi commette peccato d'impurità, Dio é ingiusto, perché condanna per una trasgressione di una legge che é impossibile osservare!" Nessuno, per quanto perverso possa essere - ma afferma ancora di credere in Dio - si sentirà di dire espressamente che Dio è ingiusto, quindi dovrà ammettere che l'impurità é frutto di mancato dominio di se stessi e di mancanza di grazia. Adesso, credo, sia giunto il momento opportuno per avere le idee chiare su ciò che comandano o proibiscono i due comandamenti in questione, per essere più chiaro, citerò, alla lettera, il capitolo X della su citata opera. “Nel rispondere agli interrogativi sulla castità, il primo punto da precisare riguarda l'azione in se stessa. In questo senso, ci sono due classi di azioni nettamente distinte. La prima classe abbraccia quelle azioni, le quali, per loro natura, sono così intimamente connesse con l'appetito sessuale, che l'unico loro scopo é di servire di incentivo o di sviluppo alla funzione generativa. Tali azioni sono: rapporto sessuale; baci e abbracci intimi e appassionati, preliminare naturale al rapporto sessuale; atti contro natura, come onanismo e intimità sessuale con persone di sesso uguale. Li chiameremo atti venerei immediati (diretti), perché il loro effetto immediato ed esclusivo é di stimolare o di sviluppare la passione venerea. Ora tutte queste azioni veneree immediate sono sempre impure se compiute da persone non sposate; quelle poi contro natura sono impure per tutti, sposati e non sposati. Nessuna buona, intenzione può renderle oneste: una ragazza non può indulgere verso queste intimità impure per scongiurare il pericolo di perdere l'uomo che ama ecc. Ciò premesso, ecco il primo principio della castità: " Ogni azione venerea immediata è contraria alla legge di Dio ed é grave peccato Rapporti affettivi tra i fidanzati d'impurità" Quando diciamo che simili cose sono peccato mortale vogliamo dire che sono obiettivamente peccati gravi, cioè che la materia é grave. Come sappiamo dal catechismo, per commettere un peccato mortale in senso completo, sono necessarie tre cose: a) materia grave; b) piena avvertenza; e) deliberato consenso della volontà Può succedere che un'azione impura venga compiuta in uno scoppio improvviso di passione o senza premeditazione o per ignoranza della peccaminosità dell'azione, o durante il dormiveglia, ecc. in casi simili manca il secondo o terzo elemento per un vero peccato mortale personale, e allora ci sarà poca o nessuna colpa di fronte a Dio. Però queste attenuanti soggettive non cambiano la natura dell'azione in se stessa. Oltre alle azioni, che abbiamo definito veneree immediate, ci sono altre azioni e situazioni, quasi innumerevoli nella vita, che spesso incidono sull'appetito sessuale, ma servono anche ad altro scopo, distinto da quello della eccitazione venerea. Intendiamo alludere per es., allo studio della fisiologia, e della medicina; al ballo coretto; ai baci e abbracci discreti; a cinema, televisione, giochi e libri con qualche casuale scena o descrizione piccante, ecc. Ora è vero che simili cose risvegliano spesso, ora più ora meno, la passione venerea, ma esse, inoltre e innanzitutto, servono ad un altro scopo. La passione venerea eventualmente destata da queste varie cause può considerarsi un loro comprodotto; possiamo dunque distinguerle con l'etichetta di azioni veneree indirette o mediate. Il problema morale implicito in queste azioni veneree mediate può affacciarsi in due maniere diverse: 1. Prima di fare qualche cosa, uno è consapevole che ciò che si sta facendo sarà molto probabilmente incentivo di passione sessuale. Per es. un giovane può sapere che se balla, o bacia una ragazza che ama, la sua passione rispunterà; una ragazza può sapere che se legge quel libro o quella rivista o vede quello spettacolo, o pensa alla sua futura vita di sposa, i suoi sensi ne risentiranno, ecc. La domanda alla quale uno deve rispondere prima di agire è: "Posso ballare, baciare, leggere, studiare, vedere la televisione ecc. senza violare la castità?" 2. Mentre sta facendo qualche cosa, uno diventa consapevole che quell'azione è sessualmente eccitante. Prima forse non ci pensava neppure, ma ora egli è in dovere di rispondere a questa domanda: “Posso continuare a ballare, leggere, vedere la televisione, studiare ecc. senza violate la castità?". Nel decidere se queste azioni si possono, o meno, lecitamente cominciare o proseguire, bisogna ricordare ch'esse non sono come le azioni veneree immediate; cioè non sono necessariamente cattive,; ma diventeranno lecite oppure illecite a seconda delle circostanze. Queste circostanze possono ridursi a tre: l'intenzione impura, l'occasione prossima, la ragione insufficiente. Intenzione impura Chiunque può facilmente capire che se un giovane bacia una ragazza allo scopo di Rapporti affettivi tra i fidanzati riattizzare la fiamma impura, o allo scopo di spianare la via a qualche azione venerea immediata, il suo atto è contro la castità; anche se il bacio è esternamente modestissimo in realtà egli lo trasforma in atto impuro. Così per altre cose: leggere un libro, guardare una illustrazione, mettersi a giocare, allo scopo di risvegliare o accrescere la passione venerea, è trasformare, queste azioni in violazione della castità. Questo vale sia che si cominci l'azione a questo scopo, sia che si continui a questo scopo. Dopo ciò possiamo formulare il secondo principio: “E' peccato grave ogni azione compiuta con l'intenzione di stimolare o sviluppare il piacere venereo” Occasione prossima Quello che dobbiamo dire sulla seconda circostanza sarà forse reso più chiaro da qualche esempio. Dai due precedenti principi noi sappiamo che sono sempre cose gravemente illecite: a ) l'esecuzione di un'azione venerea immediata; b) la ricerca o la prosecuzione intenzionale del piacere venereo. Ora supponiamo il caso di un giovane che bacia una ragazza all'apparenza il bacio é modesto, e quando la bacia la sua intenzione non é impura. Perciò non ha violato nessuno dei suddetti due principi. Supponiamo, però, che il giovane sappia che questa azione apparente-mente casta lo conduce di solito troppo lontano, per es., a tentare di compiere delle azioni veneree immediate. Supponiamo un altro caso: una ragazza legge un libro o una rivista o vede uno spettacolo televisivo; non é una rivista cattiva, lo spettacolo non è osceno, ma contengono delle descrizioni o delle immagini che sono sessualmente stimolanti per lei. Possiamo tuttavia supporre ch'essa non legga o veda lo spettacolo non con lo scopo di eccitarsi, ma cerchi semplicemente uno svago. Anch'essa quindi si guarda dal violare i due precedenti principi. Ma anche nel suo caso, supponiamo ulteriormente che questa lettura o quello spettacolo, all'apparenza giustificabile di solito la porti a perdere il controllo di se stessa; la sue buone intenzioni ondeggiano ed essa acconsente al piacere venereo suscitato dalla lettura o spettacolo. Supponiamo ancora che due giovani si appartano, in macchina, per parlare senza alcuna intenzione di commettere azioni contro la castità, ma sanno che il loro stare in macchina appartati, spesso, diventa motivo di azioni contro la castità. Questi tre esempi chiariscono una seconda importantissima circostanza, che dobbiamo ben valutare a proposito di azioni veneree indirette. Perché, sia per il giovane che per la giovane, le azioni riferite nei tre esempi, per quanto non cattive in se stesse, contengono quello che si chiama pericolo prossimo di peccato grave. In altre parole, facendo queste azioni, essi erano praticamente certi di pec-cate. Tutti devono evitare un simile pericolo; una persona che liberamente vi si getta, rivela già una volontà di peccato. Rapporti affettivi tra i fidanzati Situazioni che includono un pericolo prossimo di peccato si chiamano occasioni prossime di peccato. Per es. negli esempi citati il bacio apparentemente discreto è occasione prossima di peccato grave per il giovane, e leggere quel particolare tipo di rivista per la giovane è occasione prossima di peccato, così come appartarsi in macchina. E' gravemente peccaminoso esporsi imprudentemente a simili pericoli. Di solito siamo obbligati ad evitare queste occasioni sotto pena di peccato grave. Se l'occasione non può essere evitata, come può succedere in certi casi piuttosto rari, allora dobbiamo trovare dei mezzi che ci fortifichino contro il pericolo. In questi casi è di solito necessario un saggio consiglio. Generalmente le occasioni differiscono da individuo ad individuo; è quindi molto difficile specificare una occasione che sia uguale per tutti o per un gruppo. Comunque esistono di fatto occasioni prossime comuni e praticamente universali. Tali per es. sono tutte le manifestazioni in cui vi è racchiusa dell'oscenità. Questa discussione piuttosto lunga era necessaria al nostro scopo. Possiamo ora condensarla in un Terzo principio: “E' peccato mortale esporsi liberamente e consapevolmente al pericolo prossimo di compiere un'azione venerea immediata o di consentire al piacere venereo.” Ragione insufficiente Nei primi tre principi abbiamo indicato le tre possibili cause di peccato mortale contro la castità: azione impura; b) intenzione impura; c) pericolo prossimo volontario dell'una o dell'altra. Uno che si guarda da queste tre cose evita il peccato mortale. Ma ciò non vuoi dire senz'altro che egli eviterà tutti i peccati. In questa materia è possibile commettere un, peccato veniale agendo senza una ragione sufficiente e proporzionata. Eccone la spiegazione: Nel secondo principio abbiamo dichiarato che uno commette peccato mortale, quando la sua intenzione é impura. Di conseguenza é chiaro che per evitare il peccato mortale si deve avere, per agire, qualche ragione che non sia impura. Queste ragioni pure sono numerosissime e di valore variabile. Un insegnante che debba leggersi un libro, per ufficio, che contiene qualche passaggio conturbante, ha certamente maggior ragione di leggerlo di coloro che lo leggono soltanto per divertimento. I fidanzati hanno più forte ragione per scambiarsi qualche discreta dimostrazione esterna d'affetto, di coloro che non lo sono ecc. Consideriamo ora il terzo principio. Vi abbiamo discusso il caso di pericolo prossimo e lo spiegammo riferendoci alla situazione in cui uno perde, di solito, il controllo di se stesso e commette una azione impura o consente in pieno alla passione venerea. L'estremo opposto del pericolo prossimo é il pericolo remoto, che riguarda quella situazione in cui in genere uno non perde il controllo di se stesso.... Ognuno dovrebbe capire che tra i due estremi (prossimo e remoto) giace una vasta zona che può essere Rapporti affettivi tra i fidanzati chiamata di pericolo intermedio. Allora affinché una azione venerea indiretta risulti perfettamente giustificabile, cioè neppure peccato veniale, bisogna avere una ragione proporzionata. E' inutile dire che la valutazione di ciò che costituisce una ragione proporzionata non è questione matematica. Comunque la norma suona pressoché così: quanto più un pensiero o un'azione sono eccitanti, tanto più forte deve essere la ragione, perché generalmente, il pericolo di peccato aumenta la veemenza della passione. Abitualmente , questa deficienza di ragione sufficiente costituisce un peccato veniale. Per es.: sguardi e letture curiosi e imprudenti; indugi su pensieri pericolosi con vana curiosità; baci eccessivamente prolungati tra fidanzati, anche se l'intenzione non é cattiva; baci per motivi frivoli ecc. In simili casi non c'è piena e volontaria impurità e nessun peccato mortale, ma solo mancanza di debita cautela. Questi casi si possono rinchiudere in un quarto principio: “E' peccato veniale compiere una azione venerea indiretta senza ragione sufficiente". Azioni senza peccato I quattro precedenti principi riuniscono tutto quanto può esservi di peccaminoso riguardo alla castità. Resta da indicare ciò che non é peccaminoso. In definitiva, le nostre azioni non sono peccaminose quando sono ragionevoli. In altre parole, quando abbiamo una buona ragione di pensare o di fare qualcosa, possiamo pensare ed agire trascurando lo stimolo sessuale, che ne può eventualmente risultare. quanto abbiamo detto può essere riassunto in un quinto principio: “Azioni veneree indirette non sono peccaminose quando ci sia una ragione sufficiente per cominciarle o continuarle.” La legge della carità Questi cinque principi sono norme di condotta della castità personale. Ma se si tratta di situazioni in cui c'entrano gli altri, dobbiamo sempre tener presente un'altra grande legge, la legge della carità. Per questa legge siamo tenuti a non indurre altri in peccato e a non aiutarli nel peccato, e dobbiamo anche mettere in atto mezzi ragionevoli per prevenire il loro peccato quando possiamo farlo. E' difficile dare una regola assoluta per giudicare e prevedere le reazioni degli altri. Si può onestamente presumere che le reazioni altrui siano uguale alle nostre. Quanto al bacio, sopratutto una ragazza deve tener conto che i giovani di solito sono assai più eccitabili delle ragazze. NONO COMANDAMENTO: Il IX comandamento prescrive la castità dei pensieri, e proibisce i pensieri impuri. In tema di pensieri é necessaria una spiegazione preliminare alla composizione del nostro schema, perché la questione dei cattivi pensieri è spesso malcapita. Rapporti affettivi tra i fidanzati Anzitutto dovrebbe essere chiaro per tutti che i pensieri involontari non possono essere colpevoli. Noi non abbiamo un controllo assoluto sull'immaginazione; essa può, e avviene sovente, affollarsi d'immagine torbide, anche se noi non ne vogliamo sapere. Quando è così, non c'è neppure questione di peccato. Inoltre, dovrebbe essere chiaro che non tutti i pensieri "volontari" in materia sessuale sono peccaminosi. I pensieri si, differenziano dalle azioni esterne in questo: esistono certe azione esterne (veneree immediate) che, per es. persone sposate non possono mai fare; ma non esiste nessuna azione che qualcuno non possa mai pensare. Per es. studiando o leggendo un articolo come il nostro, necessariamente si pensa a molte azione impure; il solo pensarle non ci rende colpevoli l'unica cosa veramente cattiva a proposito di pensieri è pensare ad azioni peccaminose approvando ciò che è peccaminoso . Complessivamente questo può succedere in tre maniere; qualche esempio può ben chiarire questo punto: a) Giovanni pensa al peccato di fornicazione col volontario desiderio, o intenzione, di commetterlo. In questo caso egli dà la sua approvazione, al peccato col desiderio e con l'intenzione di commetterlo. b) Maria commise una volta peccato di fornicazione, ed ora vi pensa e volutamente gode del fatto di averlo commesso. In altre parole Maria, invece di provare dolore, come dovrebbe, per il suo peccato, in questo momento ci ritorna con la mente, con volontaria approvazione di ciò che nel passato ha fatto. c) Anche Giacomo pensa al peccato di fornicazione. Non ha intenzione di eseguire ora l'azione esterna; non approva ciò che fece in passato; ma in questo momento liberamente si compiace immaginandosi di compiere quell'atto. Giacomo dà la sta approvazione all'atto impuro col prendere compiacimento volontario nel pensiero di compierlo. Notiamo che in ognuno di questi casi il peccato consiste nella volontà che approva un atto che sarebbe peccato compiere. Se si approvasse un atto che non fosse peccato compiere, quest'approvazione non sarebbe colpevole. Per es. i rapporti coniugali non sono certamente colpevoli per gli sposi; perciò gli sposi possono desiderarli prima e rallegrarsene dopo (es. un vedovo/a che pensa i rapporti coniugali passati e se ne rallegra, così due fidanzati che desiderano e in certo modo si rallegrano dei rapporti coniugali futuri). Potrà essere pericoloso anche per essi fermarsi a lungo su simili pensieri, perché potrebbero provocate uno stimolo passionale tanto forte da portarli ad abusare di se stessi; Ragione sufficiente" Notiamo che il punto da noi sottolineato, é che i pensieri sono peccaminosi quando esprimono approvazione volontaria del male. Questo é molto diverso dal sentimento involontario di approvazione o di desiderio che sorge in quasi tutti coloro che pensino ad azioni sessuali di vario genere. E' naturale che tali cose lusinghino i bassi istinti; ma Rapporti affettivi tra i fidanzati questi semplici impulsi naturali non sono un atto della libera volontà. Con questa spiegazione preliminare dei punti più difficili che concernano i pensieri, possiamo riassumere i nostri principi con riferimento al nono comandamento: Peccato mortale: a) approvazione volontaria di azione impure; b) Nutrire volontariamente pensieri con l'intenzione di stimolare o sviluppare la passione venerea; (questo genere di pensieri coincide più o meno col peccato solitario). c) Nutrire volontariamente pensieri con implicito pericolo prossimo di compiere un'azione impura, di approvare simili azione o di consentire al piacere venereo. Peccato veniale: Pensare a cose sessualmente stimolanti senza ragione sufficiente. Assenza di peccato: Pensare a cose sessualmente stimolanti con ragione sufficiente" ( Op. Cit. Pag.88 - 104 ) Ciò che é lecito o illecito ai fidanzati. Dopo quanto si é detto, mi sembra che viene da se concludere che ai fidanzati é lecito manifestare il proprio amore anche con segni esterni, quali baci o carezze, purché non vi sia il godimento venereo immediato, oppure l'occasione prossima di acconsentire ad un compiacimento venereo mediato. “Invece é gravemente illecito, anche ai fidanzati “ogni contatto carnale completo o incompleto, ogni toccamento turpe ed ogni altra intimità e dimostrazione d'affetto che o per il modo (il bacio è l'espressione più comune per manifestarsi l'amore, poiché l'amore è di varia natura anche il bacio consentito è di varia natura: bacio di amicizia, di fratellanza: sulle guance; il bacio tra fidanzati è quello sulle labbra; il bacio tra coniugi è quello con la lingua in bocca e viene chiamato bacio colombino), o per la durata, o per la intensità, costituisca occasione prossima o di movimenti carnali o di pensieri e desideri turpi durante l'incontro, oppure in seguito .... I toccamenti turpi, fatti cioè nelle parti del corpo che sogliono eccitare gravemente a movimenti o almeno a fantasie libidinose, sono gravemente illeciti”. ( cf. Pietro Castelli : Il fidanzamento Ist. la Casa - Milano ) Per ciò che riguarda in modo particolare gli abbracci e i baci, ecco quanto dice lo stesso P. Kelly, nella su citata opera: “E' chiaro, per es., che il bacio e l'abbraccio sono gravemente illeciti nei seguenti casi: a) se vi è connessa qualche intimità immodesta; b) se il movente d'ambo le parti è impuro; e) se vi e implicito il pericolo prossimo di qualcosa di gravemente illecito; cioè se i due sanno per esperienza che anche atti modesti li conducono, in genere, alla perdita di controllo. Inoltre dovrebbe essere chiaro che i fidanzati veramente innamorati non peccano, quando si manifestano l'amore in maniera modesta e ragionata sicuri di riuscire a Rapporti affettivi tra i fidanzati controllarsi nel caso che la passione, non voluta, dovesse insorgere. Inoltre il bacio e l'abbraccio, quando siano consuetudine ammessa fra persone per bene, non sono peccato. Anche i veri fidanzati devono moderarsi. Quando i loro abbracci sono ripetuti e ardenti, quando la passione fisica è ormai notevolmente istigata, c'è ragione di sospettare che l'affetto che stanno manifestandosi sia già coniugale. Allora diventerebbe gravemente illecito. E' tuttavia difficile rispondere in forma generica. Per dare un'esatta risposta ai casi concreti, occorre sapere più cose sulla frequenza degli atti, sul temperamento, sulla virtù di ogni singolo; ecc. Di qui la necessità d'una direzione personale.” ( Op. Cit. pag. I06 - 107). Ancora una parola Tante volte volte si incontrano delle ragazze che, tengono molto alla loro verginità fisica, ma non hanno alcun ritegno nella pratica del petting o di altre manifestazioni sessuali. Alle volte la verginità fisica è voluta dalla società in cui si vive e se è vero che molti ragazzi, oggi, non hanno problemi nell'accettare una ragazza non vergine è altrettanto vero che una verginità fisica senza una verginità morale è una realtà che non denota una rettitudine morale di fedeltà all'amore totale nel dono di se. Verginità morale che deve sussistere anche nei ragazzi che non possono invocare per se una doppia moralità. Ecco cosa scrive Marciano Vidal: «Insistendo sul motivo della verginità per provare la necessità dell'astinenza sessuale prematrimoniale possiamo cadere in un altro pericolo ancora maggiore: esigere una verginità fisica e accettare una promiscuità sessuale distruttiva. Infatti il comportamento sessuale tra i giovani di oggi corre il pericolo di relazioni di « promiscuità sessuale » pur mantenendo la verginità fisica. Le pratiche del « petting », gli incontri eterosessuali in clubs, sale di festa, balli, ecc., conducono a ogni genere di attività sessuali, eccetto quelle che violino il tabù sociale della verginità fisica. In questo senso non « vi è dubbio che, in gran parte delle nostre giovani moderne la conservazione di un imene intatto è un tranello mantenuto con l'unico fine di non aver complicazioni al momento di sposarsi e certamente una mancanza di lealtà con se stesse ». Si tratta di una verginità di segno più distruttivo che costruttivo, nella quale il sessuale domina sull'affettivo; in cui si dissociano i piani dell'amore e della sessualità con gravi conseguenze per una integrazione futura; nella quale le inibizioni possono creare conflitti psicologici. Così dunque, dando l'argomento della verginità come fondamento della astinenza sessuale prema-trimoniale non dobbiamo cadere nel pericolo di « tollerare » il tipo di verginità promiscua attuale. «Questa verginità promiscua che si va imponendo sempre più, può esser tanto nefasta psicologicamente come la stessa libertà totale[1] ». Rapporti affettivi tra i fidanzati La confessione e la direzione spirituale. Dopo quanto sono andato dicendo, credo che non ci sia più nessuno che pensi che ai preti certe cose non interessano o che non li sanno o che non li capiscano; e credo che un dialogo, anche su questo argomento, può e deve essere allacciato con il sacerdote confessore, se si vuol vivere in tranquillità di coscienza. Poiché su questo argomento vi sono parecchie difficoltà sia da parte del penitente che non sa come esprimersi, sia da parte del confessore che non sa come evitare la suscettibilità di certe persone che interpreteranno male delle possibili domande a loro rivolte in confessione, ecco come sarebbe bene confessarsi su questo punto evitando ogni imbarazzo. Anche per questo punto mi riferisco a ciò che scrive P. Kelly: 1)“Se dovete confessare - egli dice - veri peccati mortali, dovete dire cosa avete fatto e quante volte. Questa é la legge di Dio e non degli uomini. Il sacerdote non può dare l'assoluzione fintanto che non conosce e specie e numero dei peccati mortali. Ciò non vuol dire che bisogna fare una descrizione particolareggiata dei pensieri e degli atti: sarebbe cosa affatto sconveniente in tale occasione. Ma si deve dire francamente la qualità del peccato (atti solitari, intimità immodeste con altra persona, fornicazione, adulterio ecc.) e il numero delle volte in cui si é caduti. Una sana franchezza solleva il confessore di fare una quantità di domanda penose per lui e imbarazzante per il penitente. Quando una confessione é schietta, allora il confessore domanda solo ciò ch'è necessario per aiutare il penitente. 2) Se volete confessare peccati solo veniali, d'impurità (per es.: negligenze circa i pensieri, assenza di ragione sufficiente circa gli atti esterni) o solo intenzioni (per es.: immaginazioni o sensazioni involontarie) ditelo, al confessore, altrimenti egli può pensare che si tratti di peccati mortali. 3) Se volete confessare peccati incerti (per es.: dubitate d'aver acconsentito o d'aver confessato quel peccato), dite il vostro dubbio. 4) infine, tutti quelli che hanno delle difficoltà interne di castità, dovrebbero avere un confessore fisso. Questo vale per quelli che hanno l'abitudine di peccare, e anche per quelli che non peccano, ma che hanno forti tentazioni, e per quelli che tendono allo scrupolo. Se é bene per tutti avere un confessore fisso, per costoro é particolarmente necessario”. ( Op. cit. Pag. 115 - 116 ) Forse tutto ciò che ho scritto é stata una rivelazione piuttosto brusca ed inaspettata; forse nessuno si era posto simili problemi riguardanti la sua vita; forse qualcuno si sarà scoraggiato nel leggere tutto, ebbene: alziamo gli occhi al cielo, fissiamo la sguardo in Dio creatore di tutte le bellezze del mondo e creatore anche delle bellezze del sesso. Posiamo i nostro sguardi sulla Mamma nostra celeste, e vedrete che il problema castità e purezza, visto nella sua giusta luce divina e vissuto nella grazia dei sacramenti della Rapporti affettivi tra i fidanzati confessione e Comunione frequente, non sarà un problema superiore alle nostre possibilità, ma sarà un mezzo per vivere con lo sguardo sempre limpido e chiaro, perché riflesso della bellezza del Creatore. Anche dal punto di vista umano e naturale ci viene in aiuto quanto Bruno Rossi sul n. 17 del 26 /04/ 65 della rivista " EVA ", a conclusione di una sua inchiesta sulla prima notte di nozze: “Il motivo fondamentale, il solo capace in pratica di dare la forza a un giovane di arrivare in purezza al matrimonio, ci sembra (io dico è) sia quello che affonda le radici nella religione. E' una opinione che trova l'appoggio di tutte la statistiche formulate al proposito. Certo, la religione può dare indicazioni negative e positive. Le negative, quando cioè vieta al giovane esperienze preconiugali semplicemente perché proibite dalla legge morale, perché peccaminose, hanno una spinta relativa, possono addirittura ingenerare pericolosa complessi, se non sono accompagnate dalle indicazioni positive. Queste propongono al giovane non di disprezzare la vita sessuale, ma di guardarla con un gioioso rispetto: la Chiesa ne ha un concetto così alto che ha posto il matrimonio tra i sacramenti. In contrapposizione con l'istinto, che pesa su un piatto della bilancia del giudizio di un giovane, la religione cattolica ha gettato sull'altro piatto un peso maggiore di amore. Non è una fuga dal sesso che si propone ma una scelta totale, senza concessioni, dell'amore... L'argomento che più spesso ricorre nei pareri espressi a favore dei rapporti preconiugali è la necessità di stabilire un accordo sessuale tra due giovani che intendono sposarsi. Ma da tutta la nostra inchiesta è affiorato che un tale accordo, più che su l'abilità o sulle predisposizioni naturali, si basa sulla consapevolezza, sul reciproco rispetto e soprattutto sul reciproco amore. Una prima notte di nozze che offra delle difficoltà non è assolutamente un dramma, se gli sposi sono predisposti ad affrontarle. Una luna di miele senza accordo sessuale non è un dramma se gli sposi già sanno che quest'accordo lo si stabilisce pazientemente con il tempo. Ma una unione coniugale che non sia costruita sulla roccia dell'amore quella sì che è esposta ai venti tragici dell'incostanza e del fallimento" ( Cfr. EVA anno 1965 n.17 ). Per approfondire maggiormente la bellezza della castità e del matrimonio, rimandiamo alla meditazione di quanto insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica nei capitoli che trattano del VI comandamento e del sacramento del matrimonio. Si può anche leggere il documento sulla sessualità umana. [1] Marciano Vidal: I rapporti prematrimoniali, Cittadella editrice – Assisi, 1973 . file:///C|/Documents%20and%20Settings/celi/Desktop/Rapporti%20affettivi%20tra%20i%20fidanzati.htm (15 di 15)25/02/2004 19.32.49