Lo Spirito Santo ei carismi

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Lo Spirito Santo ei carismi
Lo Spirito Santo e i carismi
Riflessione biblico – teologica sul carisma
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Gesù non ci ha lasciato orfani. Ci ha mandato lo Spirito Santo, l’altro Paraclito,
l’altro Avvocato e Consolatore, lo Spirito di verità, di libertà, di carità, di unità,di
santità,di pace e di gioia.
- Lumen Gentium n°4 e n°12.
- Che cos’è il carisma?
Il carisma è un dono straordinario che lo Spirito, con sovrana libertà e con totale
gratuità, fa a chi vuole, come vuole e quando vuole. Non è destinato principalmente
né ordinariamente alla santificazione della persona a cui è dato, ma al servizio e al
bene della comunità.
Non è un teme facile, ma mi sforzerò di parlarne in maniera semplice, accessibile
anche a chi non è “addetto ai lavori”.
È necessaria una premessa: sono due i canali con cui Dio, nella sua infinita sapienza,
santifica la Chiesa: i sacramenti e i carismi. Si tratta di due diverse direzioni dalle
quali soffia lo Spirito.
 C’è, per così dire, lo Spirito che viene dall’alto, che si trasmette attraverso il
Papa, i vescovi, i sacerdoti, che agisce nel Magistero della Chiesa, nella
gerarchia e soprattutto nei sacramenti. In essi lo Spirito, o la grazia, viene a noi
attraverso canali istituiti da Cristo e affidati alla Chiesa istituzionale. Nessuno
può modificare tali canali, neppure la stessa gerarchia della Chiesa.
Possiamo paragonare i sacramenti a delle “prese” di corrente, collocati in punti
diversi della casa, attraverso le quali i sacrificio redentivo di Cristo sulla Croce
(“la centrale della grazia”) fluisce ininterrottamente fino a noi.
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 C’è però una direzione, in certo senso, opposta, da cui soffia lo Spirito, ed è la
direzione dal basso cioè dalla base, o dalle cellule del corpo, che è la Chiesa.
questo è davvero quel vento di cui Gesù diceva che “spira dove vuole” (Gv3,8)
Qui la libertà di Dio regna sovrana. Non è legata a scelte fatte una volta per
sempre all’inizio della Chiesa. è una libertà sempre nuova e sempre
imprevedibile. Se i sacramenti sono le “prese” della grazia, i carismi sono le
“sorprese” della grazie e dello Spirito Santo.
- Ciò premesso, ci chiediamo che cosa sono i carismi?
 Sono doni straordinari: il termine “carisma” viene dal greco chàris, che vuol
dire “grazia”, “dono”. Non sono destinati principalmente né ordinariamente
alla santificazione della persona a cui sono dati, ma al “servizio” della
comunità (1 Pt 4,10).
 Sono doni di luce “necessari – diceva S. Agostino – come le stelle nella notte
del tempo presente”.
 Sono le armi con cui i membri del Corpo di Cristo combattono contro i nemici
di Dio e dell’uomo (Ef 6,12 sg).
 Sono manifestazioni particolari dello Spirito (1 Cor 12,7) o doni del Cristo
risorto, legati al movimento imprevedibile dello Spirito che li elargisce
liberamente alla Chiesa senza vincoli di luoghi, di tempo o di persone, per la
crescita della comunità.
Sono doni dati “a qualcuno” o “ad alcuni”, non a tutti allo stesso modo. Ciò li
distingue dalla grazia santificante, dalle virtù teologali e dai sacramenti che
invece sono identici e comuni a tutti.
Una regola da tenere ben presente è questa: lo Spirito soffia dove vuole,
distribuisce i suoi carismi come vuole, li dona quando vuole e a chi vuole.
Sovranamente libero! Totalmente gratuito! Vi sono epoche in cui la presenza
dello Spirito si intensifica e si fa visibile. Non è detto che in ogni epoca e
cultura si debbano manifestare gli stessi carismi o nella stessa forma in cui si
manifestarono all’inizio.
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Anche questo sarebbe oscurare l’infinita libertà e creatività dello Spirito. Non
bisogna “standardizzare” lo Spirito. Nessuno può impedire allo Spirito di
effondere i suoi doni come vuole.
- Differenza tra carismi e talenti. Un rapido cenno.
Carismi e talenti sono conferiti in modo ben diverso: il talento è legato alla
nascita, il carisma all’azione libera e sovrana di Dio. Per questo i talenti sono
spesso ereditari, i carismi mai,. Eliminare ogni distinzione tra talenti e carismi
significa eliminare la distinzione tra natura e grazia. Il carisma può trovare il
suo supporto in un dono, in un talento, in un’attitudine naturale, ma è un’altra
cosa da essa.
Come l’umanità e la divinità in Cristo, così carismi e talenti naturali non vanno
“separati”, ma neppure “confusi”. Distinti: né confusi, né separati.
- Ci sono due immagini molto suggestive dei Padri della Chiesa:
la prima: l’immagine della pioggia: essa scende unica e indivisa dal cielo, ma
fa germogliare le più diverse specie di fiori e fa maturare la più grande varietà
di frutti. (S. Cirillo di Gerusalemme, ….)
la seconda: l’immagine della luce. Possiamo dirlo con Manzoni:
“Piove di cosa in cosa e i color suscita dovunque riposa”.
- Uno sguardo sintetico
 Sorgente dei carismi è Dio: da Lui viene ogni dono. È lo Spirito di Dio il
datore dei doni.
 Foce dei carismi è la comunità che Dio, ricco di misericordia, vuole
arricchire,liberare, far risplendere di bontà e di bellezza.
- Tra la sorgente e la foce c’è il corso del fiume, cioè i doni e i carismi, che
possono assumere varie diramazioni, a seconda degli uomini e delle attività
carismatiche di cui lo Spirito Santo li rende ministri (Camillo de Lellis,
Giuseppe Cottolengo, M. Teresa di Calcutta sono diramazioni diverse dello
stesso fiume di grazia, che attraversa e irriga la comunità).
- Il corso del fiume è però orientato verso un unico sbocco: la crescita della
comunità, la santità delle persone (malati, oppressi, sofferenti), la salvezza dei
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singoli (“che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde o rovina
se stesso?”). agli animali basta la terra, agli uomini, no! Aneliamo al cielo.
Quella è la nostra patria. Quello è il posto di cui siamo titolari, qui siamo in
trasferta.
- Il letto sul quale il fiume scorre è l’amore, accompagnato dall’obbedienza e
dall’umiltà. Senza amore anche il servizio più nobile umilia la persona e non la
fa crescere. L’amore è la chiave di tutta l’esistenza. Per noi cristiani l’amore è
la legge: “amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. “Pienezza della legge
è l’amore” (Rm 13). L’amore è la “via migliore di tutte”. L’amore unisce
mentre l’invidia divide. L’amore “tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto
sopporta” (1 Cor 13,7).
- Il retto uso di un carisma esige anche l’obbedienza, dovuta a chi esercita nella
Chiesa il servizio dell’autorità (L.G. 12). Senza di essa è da dubitare della
genuinità, della durata e della fecondità del carisma stesso.
- L’altra virtù che non può mancare è l’umiltà. Senza di essa la carità non è
autentica e il servizio perde il suo profumo. “Dio resiste ai superbi ma dà
grazia agli umili”. I superbi li guarda da lontano.
 L’umiltà custodisce il carisma. L’umiltà permette a questa grazia di Dio che è
il carisma di passare e di circolare dentro la Chiesa e dentro l’umanità senza
disperdersi o contaminarsi.
Accade come con la corrente elettrica. Più alta è la tensione e potente la
corrente che passa attraverso un filo, più dev’essere resistente l’isolante che
impedisce alla corrente divina della grazia di passare attraverso una persona
senza disperdersi o, peggio, provocare fiammate di orgoglio e di rivalità
 Il carisma custodisce l’umiltà. Il fatto che abbiamo “doni diversi” significa che
non abbiamo tutti i doni; che non tutti sono apostoli, non tutti sono profeti, non
tutti sono maestri e dottori, ecc. la conseguenza immediata è che ognuno di noi
non è il tutto, ma solo e sempre un frammento. Dio solo è tutto, solo la Chiesa
possiede la pienezza dello Spirito Santo, non il singolo. È colpita, così, alla
radice, l’autosufficienza. Il carisma, dice S. Paolo, è una “manifestazione
particolare dello Spirito per l’utilità comune” (1 Cor 12,7); è come il dettaglio
in un quadro immenso, come la tessera di un mosaico nell’intero mosaico.
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Scrive il teologo tedesco Möhler: “Né uno né ciascuno sono il tutto, ma solo
tutti e solo l’unione di tutti sono il tutto. Questa è l’unità della Chiesa”.
C’è qui un forte richiamo all’umiltà. Senza la quale non è possibile né la
Comunione né la collaborazione.
- I piace chiudere con la preghiera che la liturgia ci ha fatto fare giovedì scorso:
“Venga, o Padre, il tuo Spirito e ci trasformi interiormente con i suoi doni; crei
in noi un cuore nuovo perché possiamo piacere a te e conformarci alla tua
volontà (e “cooperare al tuo disegno di salvezza”)
 “Venga”. È l’invocazione fiduciosa, umile, perseverante
 “Ci trasformi interiormente”. L’azione dello Spirito è trasformante. Ci rende
capaci di trarre vantaggio dai doni per la propria santificazione e per l’utilità
altrui.
 “Crea in noi un cuore nuovo”. È la trasformazione interiore annunciata dai
profeti (Ger 31,33 e Ez 36,26)
 “Perché possiamo piacere a Te”. C’è qui il programma di vita di un cristiano
maturo. Fin anche il programma di vita di Gesù: “Faccio sempre quello che
piace al Padre mio”:
 “E conformarci alla tua volontà”. Così Gesù:”Sono venuto per fare non la mia,
ma la tua volontà”. E così vogliamo fare anche noi. Nella conformazione alla
volontà di Dio stanno tre grandi beni:
- la pace del cuore
- la santificazione personale
- la fecondità apostolica
Pregiamo Maria, invochiamo il suo aiuto.
Maria è la creatura più piena di Spirito e la più docile allo Spirito Santo. La
carismatica per eccellenza.
† Giuseppe Costanzo
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