1 Catechesi Spirito Santo e carismi

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1 Catechesi Spirito Santo e carismi
Catechesi Spirito Santo e carismi: essere carismatici.
Il titolo di questa catechesi è Lo Spirito Santo e i carismi.
Innanzitutto bisogna capire che cosa è un carisma. Papa Francesco in una catechesi del
mercoledì ha parlato di questa tematica e disse:
“Nel linguaggio comune, quando si parla di “carisma”, si intende spesso un talento,
un’abilità naturale. Si dice: “Questa persona ha uno speciale carisma per insegnare. E'
un talento che ha”. Così, di fronte a una persona particolarmente brillante e
coinvolgente, si usa dire: “È una persona carismatica”. “Che cosa significa?”. “Non so,
ma è carismatica”. E diciamo così. Non sappiamo quello che diciamo, ma diciamo: “E'
carismatica”.
Nella prospettiva cristiana, però, il carisma è ben più di una qualità personale, di una
predisposizione di cui si può essere dotati: il carisma è una grazia, un dono elargito da
Dio Padre, attraverso l’azione dello Spirito Santo.
Ed è un dono che viene dato a qualcuno non perché sia più bravo degli altri o perché se
lo sia meritato: è un regalo che Dio gli fa, perché con la stessa gratuità e lo stesso
amore lo possa mettere a servizio dell’intera comunità, per il bene di tutti. Parlando in
modo un po' umano, si dice così: “Dio dà questa qualità, questo carisma a questa
persona, ma non per sé, perché sia al servizio di tutta la comunità”.
I Padri della Chiesa, che sono i primi teologi cristiani, parlano di carismi con espressioni varie:
grazie, favori, doni, manifestazioni, meraviglie, poteri, segni, miracoli, virtù, operazioni dello
Spirito.
I carismi sono i segni della “vita nuova” promessa da Cristo risorto che, pur essendo comune a
tutti, resta tanto varia nelle membra della Chiesa, poiché incessantemente animata e vivificata
dallo Spirito Santo.
San Paolo parla lungamente di questa tematica e cerca di fare un elenco dei possibili carismi nel
capitolo dodici della prima lettera ai Corinzi:
4Vi
sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; 5vi sono diversi ministeri, ma uno
solo è il Signore; 6vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
7A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune:
8a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro
invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; 9a uno, nello stesso Spirito, la
fede; a un altro, nell'unico Spirito, il dono delle guarigioni; 10a uno il potere dei
miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a
un altro la varietà delle lingue; a un altro l'interpretazione delle lingue. 11Ma tutte
queste cose le opera l'unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come
vuole. (1Cor 12, 4-11)
San Paolo dice che “Dio opera tutto in tutti” per questo ha dato a tutte le persone, per il bene
comune della sua Chiesa e nella società umana, diverse manifestazioni di questa sua presenza
nella nostra storia.
I carismi sono come i gioielli che lo sposo regala alla sposa. In questo caso Cristo, lo sposo, dona
alla sua sposa che è la Chiesa i carismi per renderla più bella e affinché possa essere più dinamica
ed efficace nell’evangelizzazione nel tempo e nella storia. Per questo motivo san Paolo identifica
diversi doni dello Spirito Santo:
il linguaggio di sapienza; il linguaggio di conoscenza; la fede; il dono delle guarigioni; il potere dei
miracoli; il dono della profezia; il dono di discernere gli spiriti; la varietà delle lingue;
l'interpretazione delle lingue.
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Questi sono solo alcuni dei carismi che rinvigoriscono e rinforzano le comunità, nella storia della
Chiesa; ne sono sorti molti altri che hanno dato vita a correnti spirituali importanti: pensiamo ai
grandi ordini religiosi oppure ai movimenti ecclesiali o attualmente a molti ordini di vita
contemplativa e associazioni laicali con lo scopo di evangelizzare. La fantasia dello Spirito è
veramente straordinaria e questa ricchezza carismatica ci aiuta a capire che Cristo non lascia mai
sola la Chiesa ad affrontare le sfide della società.
Papa Francesco parlando di questa molteplicità scrive:
L’esperienza più bella, però, è scoprire di quanti carismi diversi e di quanti doni del
suo Spirito il Padre ricolma la sua Chiesa! Questo non deve essere visto come un
motivo di confusione, di disagio: sono tutti regali che Dio fa alla comunità cristiana,
perché possa crescere armoniosa, nella fede e nel suo amore, come un corpo solo, il
corpo di Cristo. Lo stesso Spirito che dà questa differenza di carismi, fa l'unità della
Chiesa. È sempre lo stesso Spirito. Di fronte a questa molteplicità di carismi, quindi, il
nostro cuore si deve aprire alla gioia e dobbiamo pensare: “Che bella cosa! Tanti doni
diversi, perché siamo tutti figli di Dio, e tutti amati in modo unico”. Guai, allora, se
questi doni diventano motivo di invidia, di divisione, di gelosia! Come ricorda
l’apostolo Paolo nella sua Prima Lettera ai Corinzi, al capitolo 12, tutti i carismi sono
importanti agli occhi di Dio e, allo stesso tempo, nessuno è insostituibile. Questo vuol
dire che nella comunità cristiana abbiamo bisogno l’uno dell’altro, e ogni dono
ricevuto si attua pienamente quando viene condiviso con i fratelli, per il bene di tutti.
Questa è la Chiesa! E quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in
comunione, non può sbagliare: è la bellezza e la forza del sensus fidei, di quel senso
soprannaturale della fede, che viene donato dallo Spirito Santo affinché, insieme,
possiamo tutti entrare nel cuore del Vangelo e imparare a seguire Gesù nella nostra
vita.
Il carismatico quindi è colui che entra, con umiltà, in questo grande progetto di Dio nella Chiesa.
Esso non è una persona speciale o un super uomo fuori dal comune, non significa nemmeno
avere dei poteri magici che si ottengono facendo dei riti o delle preghiere strane. Non è
nemmeno esaltazione religiosa o occasione per soggiogare il prossimo.
Molti pensano che il carisma sia come il peperoncino sulla pizza, lo si mette per dare più gusto
piccante al tutto.
Invece essere carismatico non è un surplus ma una cosa che fa parte del nostro essere battezzati.
Infatti, san Paolo scrive: “È Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione
particolare dello Spirito per il bene comune.”
Tutti siamo carismatici, il problema è che molte volte siamo incapaci di usare i nostri carismi,
perché non siamo aperti all’azione dello Spirito Santo nella nostra vita e non crediamo
abbastanza che lo Spirito soffia in continuazione nella Chiesa e sulla nostra società.
È urgente, quindi, che ogni cristiano che si dichiari tale, riscopra che con il battesimo ha ricevuto
una vita e una dignità nuova arricchita da tanti doni dello Spirito Santo.
Come si fa a vivere nello Spirito Santo? Ci sono sei passi che bisogna fare.
Primo passo: la verità.
Nel libro della Sapienza leggiamo: “Il Santo Spirito che ammaestra, rifugge dalla finzione, se ne sta
lontano dai discorsi insensati, è cacciato al sopraggiungere dell’ingiustizia.” (Sap 1,5)
Il cammino di fede è fondato, prima di tutto sulla decisione di fare la verità dentro di noi, se
davvero desideriamo lasciarci guidare dallo Spirito. Lo Spirito rifugge dalla finzione: chiede
autenticità e vuole, Lui che è il maestro interiore, “autenticare” il nostro cuore, la nostra
chiamata, il nostro servizio, rendendoci capaci di amare e di fare comunione, alla maniera di
Gesù.
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“Fare la verità” significa, allora mettere il nostro cuore a nudo davanti a Dio, per confessare che
abbiamo bisogno di una nuova sottomissione allo Spirito e accettare che ci guidi veramente.
Secondo passo: la preghiera.
Per ritrovare la guida dello Spirito dobbiamo tornare a pregare, con più intensità e con più
abbandono, percepire la presenza dello Spirito dentro in noi.
Dobbiamo ritornare a pregare per connotare della forza che ci deriva dallo Spirito tutto il
cammino di crescita personale e della nostra comunità.
Terzo passo: l’amore
Il mondo rivendica amore e per comprendere questo è sufficiente guardare alle nostre realtà
locali: o hanno riserva d’amore da offrire, o perdono d’incidenza.
È indispensabile riempire d’amore le stive delle comunità e delle parrocchie. La gente chiede
amore e solo nell’amore è possibile servirla; ci chiede amore con lo sguardo, con le parole,
mostrandoci le mani e i cuori piagati: ci chiede di essere fedeli nel “culto dell’amore” a Dio,
affinché questo stesso amore possiamo usare nel servizio al prossimo. Perché oggi la fede è
carente? Perché non è rigenerata nell’amore.
Dobbiamo saper mettere più amore nella liturgia, più amore nella famiglia, più amore
nell’accompagnare i giovani, più amore nella preghiera, più amore nel testimoniare in ogni
ambiente che Gesù è veramente vivo.
Quarto passo: nella Chiesa.
Attraverso il servizio umile e gratuito nella Chiesa riusciamo a far vivere i carismi nella nostra
vita. Per questo dobbiamo imparare ad amare la Chiesa. Così com’è, una chiesa inferma e
imperfetta negli uomini e nelle sue strutture ma che continua nella storia l’opera di Cristo.
Quinto passo: essere cultori dello Spirito Santo.
L’obiettivo è quello di aprire il cuore per accogliere, riconoscere ed esercitare i carismi che lo
Spirito dona per edificare la comunità. Imparare ad essere docili all’azione dello Spirito Santo
dicendogli: “Ti scelgo, Spirito Santo, come mia guida e mi rendo docile al tuo amore. Rendimi
capace di amare il Padre e, in Gesù, i miei fratelli così da diventare, ogni giorno di più, una
manifestazione del tuo amore.”
Sesto passo: la missione.
Occorre sfatare un luogo comune che vuole gli uomini spirituali, carismatici, credenti
disimpegnati, ostili al mondo, quasi appartati in nicchie protettive. Urge rendere ragione della
forza evangelizzatrice che c’è nei “cultori dello Spirito”, che si sprigiona in chi si sforza di amare
Dio con tutto il cuore, la mente, le forze. La vita carismatica è sempre preludio per la missione; i
carismi sono “mezzi” attraverso cui si manifesta l’amore del Cristo risorto, mezzi che ci
permettono di rendere testimonianza efficace della sua presenza viva nella Chiesa e nel mondo.
Questi sono sei passi importanti per imparare a vivere i nostri carismi nelle nostra comunità.
Una volta che ci si apre all’azione dello Spirito Santo bisogna avere la capacità di stupirsi di
quello che Dio può operare attraverso di noi perché “nulla è impossibile a Dio”. L’importante è
vivere questi doni che Dio elargisce gratuitamente per il bene della Chiesa e della società ed
evitare di autoproclamarsi carismatici perché il carisma è confermato solo dalla comunità in cui
si vive.
E se invece capitasse di non usarlo o farne cattivo uso allora come ci è stato dato ci può essere
tolto.
Vi lascio alcune domande per riflettere sull’essere carismatico:
Sono aperto/a all’azione dello Spirito Santo nella mia vita?
Ho coscienza dei carismi e dei doni che il Signore mi ha dato? Li ho messi a servizio alla
comunità?
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