La gratuità per una gestione innovativa

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La gratuità per una gestione innovativa
LA GRATUITÀ PER UNA GESTIONE INNOVATIVA1
Sr Alessandra Smerilli
La vita consacrata e i paletti dell’umano
La storia è anche il risultato dell’azione di carismi, che hanno avuto ed hanno importanti
effetti nell’ambito economico, non solo civile e religioso. Le persone portatrici di carismi
hanno animato e animano anche la vita economica, dando vita ad opere di carità, di assistenza,
di misericordia, e ad esperienze economiche, il cui peso nella storia, e nel presente, è
assolutamente sottovalutato.
Tutto ciò deriva da una visione in cui l'economia è un ambito separato dal civile, e dove i
fattori extra-economici, soprattutto se di natura spirituale o “religiosa” (come vengono
percepiti i carismi in maniera riduttiva), sono considerati come un dettaglio, un contorno, se
non addirittura il digestivo, del piatto forte, e che quindi, in quanto tale, può anche mancare
senza che il pranzo ne risenta. Non solo, per alcuni studiosi, la presenza di gratuità nel
mercato è addirittura dannosa: “Non ho mai visto fare qualcosa di buono a chi pretendeva di
commerciare per il bene comune”2, affermava Adam Smith, il fondatore della scienza
economica.
L’enciclica Caritas in Veritate ci invita fortemente a sfatare questo mito, quando sottolinea
l’importanza della gratuità, e quindi della carità, all’interno della vita economica (Cv 36),
anche come risposta all’attuale crisi. In un altro passo il Pontefice addita le opere che nascono
dai religiosi come esempi in cui è possibile mettere insieme mercato e gratuità (CV 37).
Quando, infatti, i carismi entrano nelle dinamiche civili, con essi entra in scena una
dimensione dell’amore di una forza straordinaria e rara: l’agape. La storia ci mostra che
quando è all'opera un carisma in una persona e nella comunità, grazie a questo carisma si
riesce a vedere “più lontano”. Il carisma è infatti quel dono di occhi nuovi, che riescono a
vedere cose che altri non vedono, a vedere ‘risorse’ laddove tutti vedono un ‘problema’ da
gestire. L’azione dei carismi nella storia è stata e continua a essere un’operazione di
spostamento in avanti dei paletti dell’umano.
Le sfide e i possibili errori
In questo particolare momento storico la vita consacrata si trova di fronte ad alcune sfide,
legate alla diminuzione delle vocazioni, all’aumento dell’età media dei membri, alla realtà
delle opere che diventa sempre più complessa, a un coinvolgimento sempre maggiore di
collaboratori laici nella missione. La sfida più grande è quella di riuscire a portare avanti le
opere, sapendole gestire bene, per assicurarne la continuità. Davanti a questa sfida si
potrebbe correre il rischio di due errori, entrambi mortali.
Il primo è quello di cercare l’efficienza e la professionalità a tutti i costi (asservendosi alle
tecniche aziendali), con il rischio di perdere il carisma per strada, e con esso il di più della
gratuità che è l’unica cosa che il mondo, anche quello economico, oggi domanda con forza. E
un’opera carismatica che perde il carisma è destinata alla morte. Oggi c’è una tendenza, molto
forte soprattutto in ambiente anglosassone (dove però si scrivono i libri di testo che poi si
usano in tutto il mondo e formano manager e consulenti), a trattare tutte le forme
organizzative come realtà sostanzialmente simili. La scuola e l’ospedale, la multinazionale e
l’impresa cooperativa, un’università e un ordine religioso, sono tutte organizzazioni, quindi
per capirle e curarle i metodi sono sempre gli stessi. Ovviamente ci sono molte cose in
comune tra un’impresa commerciale, una cooperativa e una comunità religiosa, ma una buona
teoria organizzativa deve concentrarsi soprattutto sulle differenze. Se non si da importanza
1
2
Una versione di questo articolo è stata pubblicata su Consacrazione e servizio
SMITH Adam, La ricchezza delle nazioni, Torino, UTET 1945[1776].
alle piccole differenze, non riusciamo più a vedere gli elementi decisivi in ogni organizzazione,
che si chiamano cultura, identità, valori, missione.
Il secondo errore è credere che basti la buona volontà per rivitalizzare le opere, assicurare
continuità e vitalità al carisma. Dietro questa visione si nasconde la paura che occuparsi di
gestione sia un po’ come soffocare il carisma. Ma questa paura potrebbe portare a chiudere
progressivamente le case e le opere proprio perché le forze diminuiscono.
Se i carismi che irrompono nella storia rappresentano un processo di cambiamento spirituale,
umano, economico e civile, va notato che tale processo avviene attraverso le realtà che ogni
carisma emana. Desideriamo quindi, individuare alcune caratteristiche delle opere che
nascono dai carismi, caratteristiche che vanno tenute ben presenti quando si parla di gestione,
un tema che oggi sta richiamando l’attenzione di tanti istituti religiosi, proprio per rispondere
alle sfide attuali.
Alcune caratteristiche delle realtà che nascono da un carisma
Una prima caratteristica di tutte le opere che nascono dai carismi, è che esse hanno origine
non da un movente economico, ma da un movente che potremmo chiamare “ideale”. L’opera
nasce solo come espressione di questa idealità, e a volte anche in modo non intenzionale (ad
esempio, nel caso dei francescani, intenzionale era aiutare i poveri, non far nascere banche).
Quindi una espressione fondamentale di queste esperienze è il principio di gratuità: sono
esperienze che danno spazio al tocco umano gratuito, anche quando sono pienamente inserite
nei mercati, una gratuità che non vuol dire far le cose “gratis”. Quando c’è gratuità una data
azione si compie perché è buona e non perché porta buoni frutti (anche se poi, ex post, li
porta). Tutte le esperienze che nascono dai carismi hanno il profumo, la fragranza della
gratuità: e la si sente forte e sempre.
Le espressioni di economia carismatica, inoltre, nascono per rispondere a bisogni di persone
concrete, e non da disegni astratti a tavolino, dietro consigli di esperti o di professionisti. Non
si “implementano” progetti, ma si resta in ascolto attento della vita, dalla quale nascono le
intuizioni, e che ha sempre una sua carica di verità. Quindi, di fronte ad una discordanza tra
quanto si vive e quanto si dovrebbe vivere secondo una buona teoria, la discordanza non si
risolve mai consigliando semplicemente di cambiare la prassi, perché l’esperienza vitale
incorpora di per sé elementi di verità imprescindibili, che si rivelano poi essenziali per il
successo e l’autenticità del progetto stesso nel tempo.
Le esperienze di opere che nascono da un carisma – la terza caratteristica – sono fortemente
legate alla persona del fondatore. Sono quindi sempre esperienze con forti identità. Per questa
ragione, esse non sono mai anonime né replicabili semplicemente insegnando tecniche o
know-how; possono invece essere replicate e trasmesse ad altri solo trasmettendo lo stesso
carisma ad altre persone, suscitando nuove “vocazioni”.
La quarta caratteristica. La dimensione fondativa delle esperienze di tipo carismatico è la
reciprocità. Bisogna prestare attenzione però a non confondere reciprocità con altruismo. A
volte, infatti, si tende ad associare l’opera che nasce da carismi con l’altruismo o con la
filantropia. La regola di tali esperienze è invece la reciprocità: i soggetti coinvolti in questo
tipo di esperienze donano ma anche ricevono, secondo il paradigma trinitario dell’amore
scambievole.
Infine, quinta caratteristica, le esperienze che nascono dal carisma e dalla gratuità
attribuiscono naturalmente un ruolo importante alla bellezza: interessa anche il bello non
solo il buono (o il vero). In tali esperienze non ci si accontenta di fare le cose bene, si vuole
farle anche “belle”. A volte, ad esempio, in ospedali statali (che nascono da istituzioni, “non
carismatiche”) si può avere l’impressione che la bellezza non sia di casa. Nelle case di cura che
nascono da carismi, si nota subito che c’è più bellezza: nel modo di trattare le persone, gli
ambienti, nella pulizia che non è solo “igiene”. I carismi ricordano che si muore anche di
bruttezza, e se una persona malata, dopo la malattia, non si sente di nuovo bella, difficilmente
potrà guarire. La dimensione della bellezza, quando è presente dice che la persona ha un
valore in sé, e va rispettata perché persona, e non solo perché cliente. Ecco perché esiste un
legame forte tra bellezza e gratuità, tra bellezza e carisma.
Tenere presenti le caratteristiche delle opere che nascono da un carisma è l’unico modo per
saperle gestire bene. Se la gestione, infatti, non è il riflesso dei valori, della cultura e della
missione peculiari dell’organizzazione, quest’ultima può degenerare. In particolare, la gratuità
è l’elemento essenziale, e deve essere il perno di una rinnovata gestione delle opere. Essa
infatti, se non tenuta in debita considerazione, soprattutto nelle realtà carismatiche mature e
consolidate, può scomparire un po’ alla volta, senza che se ne sia coscienti. Si può andare
avanti a lungo senza gratuità, sentendosi perfettamente a posto, per esempio perché ci si
sente efficienti. Ma cosa resta poi del carisma nelle opere?
Sono convinta che se la gratuità diventerà il perno per una nuova gestione, e se sapremo
inventare forme organizzative nuove, dove la persona è davvero al centro, allora le pratiche
che ne seguiranno serviranno, ancora una volta, a spostare in avanti i paletti dell’umano.