Lezioni di boxe - Luca Sossella editore

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«Dieci round sull’arte contemporanea» in un singolare libro di Achille Bonito Oliva
in cofanetto con CD allegato
In Gdm
Nel 1997, Achille Bonito Oliva si fece ritrarre con
guantoni e mutande da boxeur sulla copertina del
suo libro “Oggetti di turno” (ed. Marsilio). Ora
intitola “Lezioni di boxe” un singolare libro in
cofanetto con annesso CD edito da Luca Sossella,
che propone “dieci round sull’arte contemporanea”
disputati “in allenamento con Sergio Risaliti”. Si
tratta in sostanza di un dialogo - intervista in cui il
più geniale e creativo critico italiano risponde alle
domande del più giovane collega toscano. Ma
perché la metafora pugilistica? Perché “se l’artista
è il mio nemico più intimo, il ring è il luogo
sinonimo dell’incontro. La boxe è una disciplina
per il corpo a corpo, pratica conflittuale del
confronto che implica erotismo ed assedio, peso
gravitazionale della vita e veloce capacità
d’assalto per andare al bersaglio”. Così delineata
la concezione della critica, ABO rilancia con agilità,
nel corso del lungo e vivace botta e risposta, la
lettura delle vicende dell’arte contemporanea e la
sua concezione dei ruoli nel sistema dell’arte
(“critico si nasce, artista si diventa, pubblico si
muore”).
Il
discorso
spazia
dalle
grandi
trasformazioni in atto nella società occidentale
dagli anni Sessanta ad oggi (la globalizzazione, le
nuove tecnologie) per rileggere in questa luce le
mutazioni nei linguaggi dell’arte, il diverso
rapporto fra gli artisti (dalle avanguardie alla
transavanguardia) e la società, le dinamiche dei rapporti di forza tra Stati Uniti, Europa
e società emergenti. E di qui, sullo sfondo del trapasso dal moderno al post-moderno, la
riconsiderazione sullo statuto e il ruolo dell’arte oggi. L’arte come esperienza “laterale”
rispetto al mondo, luogo della metafora e dell’allegoria, controcanto rispetto alla vita.
L’arte che “non salva il mondo, ma lo mette in allarme”.
Fra teoria e storia, la conversazione scende anche nella pratica dell’arte, cita movimenti,
autori, situazioni. Dopo un siparietto che traccia una “mappa di movimenti” (veloci
schede di definizione di tendenze dell’arte contemporanea, la seconda parte del libro è
dedicata a “ritratti” del critico, con sconfinamenti e incroci di linguaggi. Così Andrea
Pinketts, scrittore di nuova generazione, sceneggia un brillante “racconto” che ha per
protagonista appunto A.B.O. come pugile che combatte (e vince) incontri clandestini.
Sul ring dell’arte, ovviamente. Il narcisismo ironico del critico salernitano è poi
gratificato ancora da un testo di Alvin Curran, musicista-compositore americano che
agisce nella scia che va da John Cage a Bruno Maderna. L’artista spiega come gli sia
nata l’idea di fare un “ritratto sonoro” di Bonito Oliva: dieci “episodi” o round appunto in
cui la voce del critico si confonde con altre voci di fondo, suoni, rumori di strada, lacerti
di musica.
Questa “scultura sonora” è stata installata quest’anno in una cappella della Certosa di
Padula nel corso della mostra “Le Opere e i Giorni” (vi erano appesi anche due guantoni
da pugile). La registrazione è ora raccolta nel CD che accompagna il libro. Che si
conclude con un testo di Nicola Sarno che spiega quest’ultima operazione, e una
biografia “ragionata” (meglio, narrata) del critico ad opera di Sara Landon Valera. Sul
retro di copertina appare finalmente il volto di Achille, ma tatuato come un indigeno
Maori. Il “ritratto fotografico in forma tatuata”è opera di Rocco Dubbini. Estrema
versione metamorfica di questo personaggio capace di muoversi tra la cattedra
universitaria, i saggi profondi che piacquero ad Argan, la curatela di grandi mostre e le
copertine delle riviste. Un critico che si autodefinisce marxista (nel senso di Groucho e
dei suoi fratelli) e totoista (ovvero seguace del filosofo Totò).
Pietro Marino
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8/12/2004
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