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Brevi considerazioni su morte e ritualità funebri per la
Comunità marocchina
estratto dalla scheda omonima in Gusman A. (a cura di) Gli altri addii. Morte e ritualità funebri nelle comunità immigrate
del Piemonte. Torino: Fondazione A. Fabretti ONLUS, 2010
ed integrazioni a cura di Nadia Somale.
Premessa
Attualmente la maggior parte degli immigrati marocchini presenti a Torino sceglie di essere sepolta
in patria. A quanto ne sappiamo lo stesso vale per gli immigrati presenti nella provincia cuneese e
provenienti da questo Paese.
Quella che segue è la descrizione del rito che comincia in Italia nel momento della morte e
prosegue in Marocco dopo il rimpatrio del corpo. I riti funebri marocchini presentano elementi
differenti rispetto alle pratiche prescritte dal Corano e dalla Sunna. Lo stesso rituale subisce
ulteriori trasformazioni in seguito alla migrazione.
Durante l’ospedalizzazione si verificano specifiche esigenze?
Le esigenze maggiori riguardano il trattamento del cadavere dopo la morte. Di solito le persone
preferiscono trascorrere gli ultimi giorni di vita nella propria casa. Nel caso, però, in cui il decesso
avvenga in ospedale, è il personale ospedaliero a contattare le persone specializzate nel lavaggio
rituale.
Se non si hanno a disposizione recapiti di imam locali si può richiedere un aiuto tramite i mediatori
e le Associazioni presenti sul territorio.
Trattamento del corpo
Chi può preparare il corpo del defunto?
Il corpo nudo o spogliato parzialmente può essere lavato da persone dello stesso sesso oppure da
un coniuge, a meno che non si tratti di un bambino, che può essere toccato da chiunque poiché si
crede che sarà comunque destinato al Paradiso.
Ci sono prescrizioni particolari?
Il corpo del defunto viene sottoposto al lavaggio rituale chiamato wudu’, che può essere eseguito
per mezzo dell’abluzione maggiore e minore. Il corpo del defunto deve essere toccato solo da
persone di religione musulmana e tutte le operazioni devono essere compiute il più presto
possibile. Secondo la norma islamica il corpo deve essere seppellito prima dell’orazione del
tramonto e può essere richiesto di posizionare la mano destra del defunto in modo particolare.
Attualmente di fronte a situazioni in cui venga richiesta o si presuma sia desiderata la pratica di
questo tipo di trattamento l’operatore sanitario ospedaliero può far riferimento alla Direzione
Sanitaria di Presidio. L’ospedale può concedere l’utilizzo di una sala attigua alle camere mortuarie
per tali pratiche.
La veglia funebre
Quali sono i tempi?
Secondo la norma islamica nei tre giorni successivi alla sepoltura la comunità deve presentare le
condoglianze alla famiglia in lutto. L’islam vieta banchetti e riunioni con offerte di cibo in seguito
alla morte. La tradizione popolare prevede, dopo la celebrazione del funerale, tre giorni di visite e
di incontri tra la comunità e i luttuanti.
Quali caratteristiche devono avere gli spazi della veglia?
La famiglia in lutto innalza un tendone davanti alla casa per ricevere gli ospiti dopo la preghiera del
tramonto (moghreb). Questa cerimonia, chiamata Cena del morto, è organizzata dai vicini della
famiglia in lutto: le donne si occupano della preparazione del cibo (generalmente cuscus e pollo),
mentre gli uomini raccolgono i soldi necessari e si occupano del tè. Durante questi tre giorni i
familiari del defunto non possono cucinare in casa. Nel corso della veglia funebre (’asha’e!mait) le
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offerte di cibo e le preghiere hanno non solo la funzione di accrescere il merito spirituale del
defunto, ma anche quello di rafforzare il legame di solidarietà e il senso di appartenenza
comunitaria. Le visite sono rivolte in particolare alle donne della famiglia del defunto, che in questa
occasione possono manifestare pubblicamente il loro dolore. Esiste, tuttavia, una separazione degli
spazi tra uomini e donne.
Esistono impedimenti di natura legale o da parte delle strutture?
Nel contesto migratorio si segnalano alcune difficoltà nello svolgimento del rito funebre. Il lavaggio
rituale non può essere compiuto in casa ed esso viene di solito espletato in ospedale; la Cena del
morto e le visite ai familiari in lutto subiscono una profonda trasformazione e dilatazione nei tempi
e perdono il significato simbolico e culturale originario. Il rito, a causa della migrazione, si svolge in
due tempi e in due luoghi: prima nel Paese di immigrazione e, in seguito, in quello d’origine,
quando la salma viene rimpatriata.
La sepoltura
Rimpatrio della salma: problemi.
Attualmente, la maggior parte degli immigrati marocchini sceglie di inumare i propri defunti nella
terra natale per motivi culturali e religiosi: il Paese d’origine resta il punto di riferimento identitario
e affettivo per i migranti. Il rimpatrio della salma comporta, inoltre, la destrutturazione di tutto
l’apparato rituale e l’introduzione di nuovi elementi, per esempio l’uso della bara in zinco per il
trasporto del corpo e la presenza delle agenzie di pompe funebri che svolgono il ruolo di
intermediari nella gestione della morte. Le difficoltà sono legate anche ai tempi di attesa per il
rilascio dei documenti necessari o per l’eventuale autopsia. Ulteriori difficoltà derivano dai costi
molto elevati delle procedure di rimpatrio stabiliti dalle agenzie di onoranze funebri. Ciò comporta
per gli immigrati una de-socializzazione della morte, che diventa una mera questione burocratica e
commerciale.
Rito e corteo funebre.
Durante il trasporto al cimitero il corpo del defunto viene posto su una lettiga o una barella
sostenuta da uomini se maschio, da donne se femmina. La salma è seguita da un corteo funebre
che recita preghiere per tutto il tragitto fino al cimitero. Qui, prima dell’inumazione, è l’imam a
recitare le preghiere per il defunto.
Sepoltura preferita. L’inumazione è l’unica forma prescritta per la deposizione del corpo del
defunto; la cremazione e le altre forme di sepoltura sono vietate. Il luogo di sepoltura è segnalato
con due pietre poste ai due capi della tomba, su cui viene scritto il nome, la data di nascita e di
morte e alcuni versetti del Corano. Per gli uomini la pietra è collocata in posizione orizzontale, per
le donne invece in posizione verticale. La tomba è costruita solo al quarantesimo giorno. Il corpo è
deposto nella terra senza alcuna cassa mortuaria ed è disteso sul fianco destro. Secondo le
prescrizioni stabilite dalla scuola rnalikita la tomba deve avere una larghezza di circa un metro e
una lunghezza massima di due metri. Il corpo non è calato nella tomba verticalmente, ma vi è
introdotto a cominciare dalla testa; il capo deve essere rivolto verso La Mecca, così come la
direzione che deve assumere la bara (per coloro che sono stati rimpatriati).
In seguito all’aumento delle richieste da parte degli immigrati provenienti soprattutto dall’area del
Maghreb - di religione musulmana - è nata a Torino la prima agenzia di onoranze funebri rivolta ai
soli musulmani. L’impresa offre molteplici servizi, come l’organizzazione delle esequie, la richiesta
dei documenti necessari per la sepoltura o il rimpatrio della salma e si occupa di contattare le
persone specializzate nel lavacro affinché possa essere rispettato il rituale funebre islamico. A
Torino è stata riservata un’area apposita per i defunti di religione islamica presso il Cimitero-Parco
di Torino-Beinasco. Tale cimitero risponde infatti a tutti i requisiti necessari per la sepoltura dei
fedeli islamici nel rispetto delle prescrizioni religiose.
A Cuneo attualmente:
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Per quanto riguarda il seppellimento delle salme di persone con culto diverso dal cristiano cattolico
a parte il cimitero ebraico esistente da anni, è in progetto sul nuovo piano regolatore cimiteriale il
campo israelitico, per la realizzazione del quale, deve essere smantellato un intero ossario comune,
per cui ci vorranno ancora un po’ di anni prima di poterlo usare come campo di inumazione.
Fino ad oggi, in caso di decesso di queste persone, i parenti hanno optato per l’inumazione nel
normale campo Comune decennale.
In caso di qualsivoglia dubbio, soprattutto in assenza di parenti che possano decidere sul da farsi,
si consiglia di rivolgersi, tramite la nostra Direzione Sanitaria di Presidio, al Consolato di
riferimento.
Pratiche e prescrizioni. Alle donne è vietato partecipare ai funerali onde evitare ogni forma di
lamentazione rituale ed espressioni di dolore troppo eccessive. Si ritiene, infatti, che il pianto
disturbi il corpo del defunto. Nonostante ciò nella tradizione popolare si registrano alcune
eccezioni. Dopo la sepoltura i parenti del defunto si mettono in fila per ricevere le condoglianze.
Il lutto
Quanto tempo dura?
La sposa del defunto deve osservare il lutto per quattro mesi e dieci giorni. Al termine del periodo
di lutto è la famiglia del defunto a offrire cibo (di nuovo cuscus, poiché si tratta di un piatto unico
che può essere mangiato quando ci sono molte persone). Per i parenti il lutto dura quaranta giorni.
Ci sono prescrizioni da osservare?
Durante questo periodo la donna non può truccarsi, profumarsi, non deve avere rapporti sessuali e
deve indossare un abito bianco. La moglie del defunto non può uscire di casa fino al giorno del suo
primo ciclo mestruale, in modo da fugare qualsiasi sospetto circa una sua presunta gravidanza.
Il ricordo
Celebrazioni in ricordo del defunto. Le visite al defunto vengono compiute solo a partire dal terzo
giorno dopo il decesso. La visita al cimitero (ziara) riguarda soprattutto le donne della famiglia,
accompagnate da amiche ma anche da membri di sesso maschile. Al cimitero le donne danno
avvio al momento delle offerte in onore del defunto, la sadaqa, con la distribuzione di pane e di
fichi; a volte denaro ai mendicanti presenti nei cimiteri ma anche offerte ai fuqaha affinché recitino
preghiere per il defunto. Terminata la sadaqa, le donne si trattengono nel cimitero dividendo tra
loro pane, fichi e tè: si tratta della Colazione del morto.
Festa dei morti. Non esiste una vera e propria festa dei morti; tuttavia, in occasione della festa
dell’Ashura e il ventisettesimo giorno di Ramadan, si usa far visita ai defunti.
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