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SCLEROEMBOLIZZAZIONE VARICOCELE FEMMINILE Allegato n.2 INFORMAZIONI PER LA PAZIENTE COS'E' LA SINDROME DA CONGESTIONE PELVICA (varicocele femminile) Il varicocele pelvico femminile colpisce il 30% delle donne in età fertile e la metà di esse è priva di sintomi o poco sintomatica. Questa patologia, nota anche come “sindrome da congestione pelvica”, è una condizione benigna che non mette a rischio di vita la paziente ma necessita di un trattamento per alleviare o eliminare la sintomatologia dolorosa. Il varicocele pelvico femminile è la dilatazione della vena ovarica, con flusso di sangue invertito al suo interno. Tavola anatomica: utero e plessi venosi ovarici La sintomatologia con cui si pùò manifestare è la seguente: Ó dolore a livello del basso ventre, che si acutizza nel periodo pre-mestruale Ó dolore durante e dopo i rapporti sessuali; Ó sensazione di pesantezza pelvica: molto più insistente in posizione eretta e a seguito di sforzi fisici. Ó senso di gonfiore o manifestazioni da compressione vescicale. Coesistono, spesso, varici degli arti inferiori. Per arrivare ad una diagnosi corretta, oltre ai sintomi fin qui descritti, occorre eseguire indagini strumentali specifiche come eco-color-doppler (meglio se transvaginale) ed eventualmente, anche se raramente, una Risonanza Magnetica Nucleare o una TAC per ottenere una visione quanto più precisa possibile del problema. Una volta giunti ad una diagnosi precisa il trattamento può essere chirurgico, laparoscopico o per via robotica; attualmente il trattamento di prima scelta è la sclero-embolizzazione percutanea, procedura mini-invasiva eseguita e finalizzata alla risoluzione dei problemi connessi al Varicocele pelvico; l'intervento viene eseguito da un Radiologo Interventista in un ambiente chiamato sala angiografica, in regime di Day Hospital. CARATTERISTICHE DELL'INTERVENTO Dopo aver controllato i parametri della coagulazione, aver sospeso l’assunzione di farmaci anticoagulanti da almeno 48 ore, aver osservato il digiuno alimentare per almeno 12 ore, si procede all'intervento. La paziente avverte solamente la puntura con la quale viene somministrato l'anestetico locale per desensibilizzare la cute e il sottocute del punto scelto per l'ingresso (generalmente la regione brachiale). Con la successiva puntura della vena basilica (del braccio) ci si trova all'interno del sistema circolatorio venoso: da questa posizione, con l'ausilio di piccoli fili e tubicini, si naviga all'interno dei vasi per raggiungere la parte dilatata della vena ovarica da trattare. Si esegue quindi uno studio del distretto venoso patologico mediante l'iniezione di una sostanza (mezzo di contrasto) che permette di vedere e valutare strutture di per sé non visibili con i soli raggi X. Si esegue una copertura antibiotica. Tramite un tubicino di circa 1mm di diametro (catetere) sospinto all'interno della vena malata, si inietta la sostanza sclerosante: questa schiuma irritante rimanendo a contatto con le pareti delle vene patologiche ne determina il collabimento, la sclerosi e l'occlusione, impedendo di fatto che in futuro si assista alla ricanalizzazione delle stesse e a una nuova dilatazione della vena varicosa. Se necessario per assicurare l’occlusione, in caso di varicocele di notevoli dimensioni, oltre alla schiuma si posizioneranno alcune spirali che non sono altro che fili di materiali vari che hanno il compito di favorire la coagulazione del sangue e l’occlusione meccanica. Fig. – schiuma sclerosante : materiale sospinto all’interno della vena da chiudere Sarà normale avvertire una sensazione dolorosa simile a quella che veniva riferita prima dell'intervento, ma questa scomparirà nel breve volgere di alcune ore. Al termine della procedura, il tubicino posizionato all'interno della vena viene sfilato e si procede alla medicazione del punto di accesso. Si applica sulla cute un piccolo tampone e lo si assicura con un cerotto. La paziente viene dimessa nella stessa giornata dell’ l'intervento e si consiglia solo qualche giorno di riposo con eventuale terapia sintomatica al bisogno. RISCHI POSSIBILI E COMPLICAZIONI Il più frequente disturbo connesso alla procedura è costituito dal dolore (15%). Un blando analgesico è in grado di controllare la sintomatologia dolorosa. Dai dati della letteratura si segnalano, comunque, alcune rare complicanze dipendenti dalla sede del trattamento: ematomi (3%), lesioni viscerali, emorragia (2%). Non ci sono complicazioni sul ciclo mestruale e sulla fertilità La Struttura in cui viene eseguito l’esame ha tutti i presidi a n e s t e s i o l o g i c i f a r m a c o l o g i c i per affrontare immediatamente qualsiasi eventuale complicazione. e COSA ACCADE IN SEGUITO La paziente potrà lamentare dolore ancora qualche ora dopo il trattamento, raramente nelle successive 24-48 ore, ma sempre controllabile con una semplice terapia antalgica. Al fine di gestire tali eventuali effetti collaterali, la paziente potrà essere trattenuta in regime di Day Hospital per qualche ora. EFFICACIA La procedura di sclero-embolizzazione riesce tecnicamente in circa il 99% dei casi. La sclero-embolizzazione risolve il varicocele pelvico in circa il 96% dei casi. AVVENUTA INFORMAZIONE E CONSENSO ALL'ATTO SANITARIO Gentile Signora, non rivestendo questa opzione terapeutica un carattere di urgenza, ha tutto il tempo per consultare il suo medico di fiducia per farsi consigliare; oppure, per ulteriori delucidazioni, potrà contattare il radiologo interventista che eseguirà l’intervento. Dopo aver accuratamente letto il foglio informativo, aver chiesto delucidazioni e altre spiegazioni, avendo chiarito i miei dubbi, dichiaro di aver compreso la patologia di cui sono affetta ed il trattamento che mi è stato proposto (Scleroembolizzazione percutanea del varicocele). Firma della paziente…………………………………… Data ……………………………. Dichiaro di aver fornito l'informazione sull'atto sanitario proposto e di aver ricevuto il consenso da parte della paziente. Timbro e Firma del medico …………………………………Data...............................................