IL PATRIMONIO VASCOLARE E LA SUA CONSERVAZIONE

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IL PATRIMONIO VASCOLARE E LA SUA CONSERVAZIONE
IL PATRIMONIO VASCOLARE E LA SUA CONSERVAZIONE
Il personale,medico e infermieristico dovrebbe conoscere l’evoluzione dell’insufficienza renale
cronica e quindi l’importanza della conservazione integra del patrimonio venoso e arterioso di
questi pazienti; è di fondamentale importanza per consentire la creazione di un accesso vascolare
personalizzato,con una buona portata ematica e di lunga durata. Non è infrequente osservare
pazienti con un danno al patrimonio venoso superficiale che compromette la possibilità di creare un
accesso vascolare.
Nei pazienti nefropatici le punture venose per i prelievi o le infusioni devono essere fatte nel dorso
delle mani; ai pazienti deve esserne spiegato il motivo,vanno quindi sensibilizzati sull’importanza
di questa scelta. Da proscrivere la puntura della arteria radiale,al polso,che è la più utilizzata per una
prima fistola. L’emogasanalisi,se necessario, va fatto con prelievo eseguito in vena femorale. Nei
pazienti che arrivano al trattamento dialitico in emergenza, la dialisi si deve effettuare con
l’incannulamento della vena femorale o giugulare. L’incannulamento della vena succlavia è
sconsigliato per l’alto rischio di trombosi o stenosi che può rendere inutilizzabile l’arto per la
creazione di una fistola artero venosa. Non si devono usare le vene dell’arto superiore quale “via di
restituzione”del circuito extracorporeo; non essendo arterializzate non possono sostenere pressioni
idrostatiche elevate e si rischiano,pertanto,la formazione di ematomi che possono compromettere
irrimediabilmente tratti venosi utilizzabili per la creazione di una fistola.