la concimazione

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la concimazione
LA CONCIMAZIONE
Il suolo è una risorsa rinnovabile la cui fertilità deve essere conservata e migliorata a vantaggio delle
generazioni future. La fertilizzazione ha lo scopo primario di nutrire il terreno per nutrire la pianta:
questa è la differenza fondamentale fra agricoltura biologica e convenzionale. Quando si dice che un
terreno è fertile si intende non solo che è ricco in elementi, ma ci si riferisce a un insieme complesso
delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche tra loro bilanciate e interagenti. L’humus
stabile è il principale elemento della fertilità grazie alle sue molteplici funzioni che migliorano le
caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche del terreno.
La fertilizzazione pertanto deve basarsi soprattutto sull’apporto di ammendanti organici con l’obiettivo
minimo di mantenere a pareggio il bilancio umico.
I concimi (organici e minerali) non producono humus, per questo vengono utilizzati preferibilmente come
correttori in momenti di particolare esigenza della coltura. La fertilizzazione deve essere attuata in
sinergia con altre tecniche agronomiche (lavorazioni, inerbimento, sovescio, sistemazioni idrauliche).
Gli ammendanti organici Si considerano ammendanti solo i fertilizzanti derivati da matrici organiche contenenti fibra (cellulosa
e lignina). I liquami, la pollina, il sangue, la cornunghia, le borlande, ecc. non sono ammendanti ma
concimi.
L’ammendante per eccellenza è il letame naturale maturo, oggi in alcune zone difficilmente reperibile;
sono disponibili in commercio formulati commerciali di letame essiccato e pellettato (max 3% di azoto)
il cui utilizzo è eccessivamente costoso per le elevate dosi richieste.
E’ necessario quindi recuperare ammendanti alternativi a basso costo, preferibilmente prodotti in
azienda: la tecnica del sovescio è molto efficace se eseguita utilizzando miscugli di graminacee e
leguminose adatte alle caratteristiche fisico-chimiche del terreno.
Nei terreni calcarei, dove la mineralizzazione della sostanza organica avviene rapidamente, è
consigliabile utilizzare letame semi-maturo, mentre nei terreni sciolti e silicei è opportuno impiegare
letame maturo.
E’ utile precisare che nei formulati commerciali il titolo di azoto è riferito per legge alla sostanza
secca, la cui percentuale deve essere indicata per poter calcolare le unità effettivamente apportate al
terreno.
Nell’acquisto di un ammendante è importante considerare il valore del C/N del terreno: con valori
superiori a 30 si può determinare la fame di azoto a carico della coltura, rendendo necessari apporti
integrativi di concimi organici; fra 10 e 30 il fertilizzante è equilibrato; inferiore a 10 è humus.
I concimi organici Si utilizzano principalmente per apportare azoto, ma spesso essi contengono altri elementi nutritivi di
cui si deve tenere conto nella scelta (es. fosforo nella pollina e potassio nella borlanda). A differenza
dei concimi chimici essi sono molto meno dilavabili.
Il parametro più importante da valutare nella scelta è la velocità di mineralizzazione, che dipende dalla
percentuale di azoto minerale presente rispetto a quella organica, ma trattandosi di un fenomeno
biologico essa è influenzata da fattori climatici.
In linea di massima si considerano:
• a rapida mineralizzazione (e quindi a pronto effetto): il guano, la pollina, la farina di pesce, il sangue
secco e la borlanda;
• a media mineralizzazione: la farina di carne, il cuoio torrefatto e i pannelli di semi oleosi;
• a lenta mineralizzazione: la cornunghia, i cascami di lana, il pennone, la farina di ossa e il pellicino.
Bisogna tenere in considerazione che l’utilizzo della pollina, avendo un rilascio dell’azoto quasi
immediato e un’azione di facile assorbimento dalle radici, può portare a eccessi azotati che
interferiscono con la qualità dell’uva, oltre a favorire malattie fungine e attacchi parassitari.
E’ consigliabile utilizzarne pollina semiumificata ed in dosi moderate. I liquami generalmente provocano
gli stessi inconvenienti della pollina.
Tecnica di fertilizzazione L’apporto di ammendanti e concimi deve essere bilanciato sulla base di opportune analisi del terreno e
funzionale ad un equilibrato rapporto vegeto-produttivo del vigneto.
In condizioni iniziali di carenza si interviene apportando gradualmente cospicui quantitativi di
ammendanti, sia prodotti in azienda (letame, residui colturali, sovescio), che reperibili all’esterno e
concimi organici e minerali naturali a base di potassio, magnesio, fosforo, fino al raggiungimento dei
contenuti medi.
Si possono scegliere fra diversi prodotti organici di origine animale o vegetale ad elevato contenuto di
azoto, integrati da sostanze minerali.
La determinazione delle dosi e la modalità di concimazione è resa difficile dall’enorme variabilità di
condizioni climatiche ed agronomiche (portinnesti, forme di allevamento, gestione del suolo, ecc.) in cui
si sviluppa la viticoltura, oltre che i livelli produttivi.
Si considerano medi per la vite, i seguenti contenuti di elementi nel terreno:
S.O. compresa tra 1,5-2%
K2O assimilabile 120-80 ppm
MgO assimilabile 50-100 ppm
P2O5 assimilabile 20-30 ppm
Aggiornamento: Dicembre 2009
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Le asportazioni medie di elementi nutritivi di un ettaro vigneto con produzione di 75-150 ql/ha, sono:
Azoto 45-80 kg
Fosforo 10-22 kg
Potassio 55-90 kg
Calcio 50-80 kg
Magnesio 12- 28 kg
La concimazione si calcolerà aggiungendo alle asportazioni le perdite per dilavamento, retrogradazione
e insolubilizzazione, tenendo conto delle restituzioni derivate dalla mineralizzazione della sostanza
organica e l’interramento dei residui colturali.
Gli intervalli medi delle perdite per dilavamento, studiati nelle diverse zone d’Italia, sono i seguenti:
Azoto 15-90 kg/ha
Fosforo 10-30 kg/ha
Potassio 20-70 kg/ha
Calcio 200-600 kg/ha
Mg 15-100 kg/ha
L’interramento dei residui di potatura, prima trinciati, è una pratica fondamentale che porta a
reintegrare il 30% della sostanza organica mineralizzata ogni anno. L’inerbimento permanente, la
trinciatura in loco del legno di potatura, ed un moderato apporto , anche ogni due o tre anni di letame
maturo (250-350 ql/ha) o compost dovrebbero mantenere con sufficiente sicurezza la sostanza
organica del vigneto.
E’ sconsigliato l’interramento dei residui in caso siano presenti malattie del legno, in questo caso i
residui di potatura vanno eliminati con il fuoco.
APPORTI DI ELEMENTI NUTRITIVI (KG/HA)
Residui
N
P
K
Mg
Foglie
17
2
18
6
Tralci
2
2
10
2
Mezzi tecnici ammessi e consigliati per la fertilizzazione del vigneto biologico AMMENDANTI:
• Letame naturale umificato o essicato e pellettato
• Sovescio con erbai polifiti
• Sarmenti di potatura trinciati e sfibrati
• Vinacce e raspi
CONCIMI:
• Formulati organici di origine animale e vegetali
• Concimi minerali di origine naturale (sale grezzo di potassio, solfato potassico magnesiaco, solfato di
magnesio, fosforiti)
•Estratti di borlande
Concimazione di fondo preimpianto Per eseguire la concimazione di fondo occorre conoscere le dotazioni del terreno, effettuando
precedentemente un’analisi.
Il letame ed altre fonti di sostanza organica (pollina, compost, paglia, sovesci, ecc) servono per
migliorare il tenore di humus del terreno.
Attraverso la concimazione di fondo si correggono le dotazioni naturali di elementi nutritivi contenuti
nel terreno, per rimediare ad eventuali carenze e creare una buona riserva di elementi nutritivi per il
vigneto. Le sostanze organiche andranno interrate con l’aratura.
Aggiornamento: Dicembre 2009
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