Overbooking: Lisa Ginzburg

Transcript

Overbooking: Lisa Ginzburg
Overbooking: Lisa Ginzburg
nazioneindiana.com/2016/10/26/overbooking-lisa-ginzburg/
francesco forlani
Wednesday October 26, 2016
Allegri (ma non troppo) tropici
di
Francesco Forlani
nota su Spietati i mansueti (Gaffi Editore)
Cinque racconti, scanditi dallo stesso numero di pagine ( con minime
variazioni) come i cinque sensi. Un’edizione graficamente ineccepibile a cura
di Maurizio Ceccato. Cinque promenades della ville lumiére essenzialmente
dislocate sulla rive droite. Quando ho cominciato a leggere i racconti di Lisa
Ginzburg il passo che vi ho riconosciuto è stato quello di Vite di uomini non
illustri di Giancarlo Pontiggia. Negli Spietati vige lo stesso dispositivo narrativo
usato da Pontiggia, deliricizzazione della lingua, delle situazioni, l’unico in
grado d’illustrare (rendere illustri) vite altrimenti normali, poco significative,
minime. Come in Pontiggia si parte sempre da una persona nella sua
singolarità, per restituirle alla comunità ignara di tali esistenze grazie a
un’applicazione alla lettera della tecnica biografica, generalmente destinata
alle vite famose e certamente fonte d’ispirazione ai necrologi familiari.
Da una parte lo slancio vitale, che nella sensibilità dell’autrice si traduce con la passione che disordina (o al
contrario organizza) le vite dei suoi personaggi, e dall’altra la micidiale finitudine e ineluttabilità del destino contro
cui le lancette del tempo si spezzano, prima o poi. Esemplare da questo punto di vista il primo racconto, intitolato
Buonanotte gattina e in cui la protagonista, Galia, a fronte della sua debordante vitalità deve far fronte al
sostentamento compilando i necrologi di “uomini e donne non illustri”. Una domanda però sembra seguire nodo
dopo nodo, racconto dopo racconto, la trama della tessitura dei personaggi: esiste un tempo prima della fine di un
amore?
Lisa Ginzburg si serve degli oggetti, delle cose per ricomporre tessera dopo tessera il mosaico di ogni mondo dove
perfino un orologio da polso, un semplice mazzo di fiori può diventare il metronomo impietoso dello “still life”
piazzato nelle stanze ordinarie di ogni amore, legittimo o illegittimo che sia. Del resto la rue du Paradis dove quelle
stanze sono, non è forse l’incrocio di due strade, la rue de la Fidelité e l’impasse du Désir che illustrano meglio di
ogni altra carta questo strano paesaggio? E come non pensare alla magnifica ouverture dell’incompiuto romanzo di
Bobi Bazlen, Il Capitano di lungo corso, dominata dalle piante di Ortensia sulle finestre, le stesse che il
protagonista ritroverà appassite due pagine dopo o addirittura trasformate nel finale quando quegli stessi fiori,
diventati di plastica, rinunciano alla propria natura e caducità, per trovare nel kitsch la propria salvezza e
immortalità?
” Mi sono comportato come quei pittori che, cercando di evocare un colore, inventano aspetti del paesaggio” leggo
sulla quarta di copertina dell’opera di Giancarlo Pontiggia, nell’edizione Oscar Mondadori del 91. Questo è forse il
maggiore antidoto alla deriva lirica del kitsch, trappola infernale per chiunque si avventuri nel mondo delle passioni,
e questa la maggiore qualità di quest’opera di Lisa Ginzburg che con uno stile di grande eleganza e sottile ironia,
racconto dopo racconto riesce a trasportare il lettore nell’arena delle passioni senza cedere all’illusione di
sconfiggere il tempo nè a quella ancora più terribile della resa ad esso.
1/2
*Segnalo la presentazione a Parma, domani 27/10/2016 – Libreria Piccoli Labirinti – Ore 19.00 Via Gramsci, 5,
Galleria Santa Croce, del libro Spietati i mansueti, Gaffi. Saranno presenti l’autrice e l’editore. Conduce l’incontro
Gian Carlo Zanacca. Letture a cura di Giuseppe Boles e Paola Ferrari
2/2