Scarica il bollettino - Missioni Monte Berico
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Spezzare il pane per fare comunione I l più antico nome per indicare la messa è fractio panis = spezzamento del pane. Il pane della fatica e il vino della gioia rappresentano l’intera nutrizione. Gesù adopera il pasto, questo elemento così umano, per celebrare una comunione straordinaria coi suoi amici che ora siamo noi. Egli affida al pane e al vino il compito di rendere presente la sua persona che si fa nutrimento e ci trasforma in Lui, sceglie il pane e il vino come strumenti della sua presenza reale. Gesù attraverso il gesto del pane spezzato e del vino distribuito dice quale è stato il senso della sua vita. Come il pane spezzato viene ristribuito così la sua esistenza è donata, regalata, messa a servizio. Alla luce del gesto eucaristico va interpretata tutta la vita di Gesù e degli amici di Gesù. I grani macinati danno farina, gli acini spremuti danno vino; questa immagine-guida indica che la comunione di vita tra gli amici di Gesù passa attraverso il sacrificio. “Come questo pane spezzato era sparso qua e là sui colli e raccolto divenne una cosa sola, così si raccolga in unità la tua chiesa”. (Didachè, II secolo d.C.). Il bene che fai è l’affitto per il posto che occupi sulla terra. Verso la vita hai un debito incessante, pensa alle mille mani che ti hanno aiutato ad arrivare fino a questo punto, tu sei tutti quelli che hai incontrato lungo il cammino della esistenza e ti hanno lasciato qualche cosa che ti ha aiutato a vivere. Da questa consa- 2 pevolezza sale il “rendimento di grazie” che raggiunge il suo vertice nel rito della messa chiamata anche eu-caristia dal greco eu = bene e charizo = rendo grazie. Il più bel modo di rendere grazie è quello che ha fatto Gesù: donare il corpo, versare il sangue per costruire il mondo nuovo delle Beatitudini: questo è il senso dell’imperativo “fate questo in memoria di me”. L’Eucarestia è culmine e fonte di tutta la vita cristiana, è il sacramento della società fraterna. Spezzare il pane, versare il sangue e fare questo in memoria di Gesù sono messaggi forti, esigenti, provocanti. Noi che mangiamo dello stesso pane e beviamo dello stesso calice saremo pronti a costruire condivisione, solidarietà, amicizia? Nel vangelo di Giovanni la lavanda dei piedi occupa il posto che gli altri tre evangelisti dedicano alla istituzione della Eucarestia. In modo originale Giovanni stabilisce un rapporto importante tra “lavare i piedi” e “spezzare il pane”, due gesti colmi di messaggi. Essi educano a intendere la vita come servizio, come dono da donare. Spezzare il pane è uno stile di vita: tu sei chiamato a spezzare il pane del rispetto e dell’affetto, del servizio, del volontariato, della cultura, della festa. Sii buon pane che si lascia mangiare, sii pane spezzato, vita donata. In quel pane spezzato batte il cuore di chi è amico di Gesù! Gabriele Gastaldello La povertà rende libero il missionario N ell’enciclica Redemptoris Missio Giovanni Paolo II indica la povertà come una delle “vie” maestre della missione. La povertà è uno dei temi più ricorrenti nelle testimonianze dei missionari, ma, quasi sempre, trattano della povertà della gente, dei bambini, solo raramente presentano la povertà come prediletta compagna di viaggio del missionario ed esigenza non seconda- ria dell’annuncio del Vangelo. Non vogliamo scoraggiare i nostri amici, ne le tante comunità cristiane che con grande generosità, raccolgono, inviano, danno modo al loro missionario di sfamare, vestire, educare, curare, dare speranza a tanti poveri. L’annuncio del Vangelo passa anche attraverso quei gesti, a quella meravigliosa carità. Non ba-sta, però, che il missionario sia in mezzo ai poveri ed aiuti i poveri. La missione, oggi più che mai, chiede al missionario di esser povero lui stesso. Sono molti i missionari che questo lo hanno capito bene: vivono nelle baraccopoli, in abitazioni povere come quelle degli altri, rinunciano ad ogni aiuto esterno per il loro sostentamento, corrono gli stessi rischi che corre il loro popolo, sono accanto alla gente nelle sue lotte per la sopravvivenza, non accettano di essere dei papà natale per conto di nessuno, non si accontentano di amare i poveri, ma vivono poveri tra i poveri, assumendo alla lettera il Mandato del Signore: “Non prendete nulla per il viaggio, nè bastone, nè borsa, nè pane, nè soldi, nè due tuniche...” Una scelta difficile, non sempre capita e condivisa, ma provvidenziale per mantener viva, tra i discepoli di Gesù, l’essenza della missione: evangelizzare i poveri. La preoccupazione per una dimensione povera della missione è oggi molto presente nella Chiesa. In una 3 loro riflessione i Frati Minori affermano: «Abbiamo bisogno di tornare al Vangelo per metterci davanti ad esso liberi e indifesi, per lasciarci illuminare e interrogare. Solo così la nostra vita recupererà il sapore, la gioventù e la poesia delle origini. Solo così essa “scandalizzerà” e metterà in discussione i nostri contemporanei, come accadde per la vita di Francesco... In un mondo così spesso consumato dall’avidità, le nostre vite improntate alla povertà evangelica, umili e al contempo ricche, proclamano eloquentemente che Dio è la vera ricchezza...» Qualche anno fa partecipai in Guatemala, uno dei paesi più poveri del continente, al Congresso Missionario delle Americhe. Non posso dimenticare la convinzione con cui la gen- 4 te che avvicinavo nell’ambito del Congresso esprimeva la sua ansia missionaria: “Ora tocca a noi, partendo dalla nostra povertà”. Molti nuovi missionari, non tutti purtroppo, che provengono da Chiese povere, che hanno alle spalle comunità ricche di fede ma povere di risorse economiche, vogliono una missione con meno protagonismo, che faccia leva sui mezzi semplici e sulla vicinanza alle persone, sulla condivisione della vita e dei valori. Stile di vita, sobrietà, sono le “povertà possibili” per noi, posti nelle retrovie delle missione. Povertà che ci renderebbero cooperatori efficaci e credibili dell’annuncio del Vangelo. Crescenzio Moretti Direttore Fondazione CUM Il dialogo interreligioso “oggi è indispensabile” “S iamo chiamati, ebrei, cristiani e musulmani, a riconoscere e a sviluppare i vincoli che ci uniscono”: lo ha detto Benedetto XVI ai membri della delegazione della Fondazione per la ricerca e il dialogo interreligioso e interculturale, ricevuti in udienza nella sua biblioteca privata. “È molto importante, ha sottolineato il papa, disporre oggi di un punto di riferimento comune grazie alla realizzazione del vostro lavoro. Potremo così progredire nel dialogo interreligioso e interculturale, dialogo oggi più necessario che mai”. L’idea che ha portato alla creazione della Fondazione, ha ricordato Benedetto XVI, dovrebbe dare “nuovo impulso al dialogo interreligioso e interculturale, per la ricerca comune e la diffusione di ciò che, nei rispettivi patrimoni spirituali, contribuisce a rinforzare i legami fraterni tra le comunità di credenti”. Al papa, il presidente della Fondazione, metropolita Damaskinos d’Andrinople, ha presentato il primo lavoro dell’organismo: l’edizione congiunta, nelle loro lingue originali e secondo l’ordine cronologico, dei libri sacri delle tre religione monoteiste. Per il Papa, “la rilettura e, per certi, la scoperta di questi testi, che tante persone nel mondo venerano come sacri, predispongono al rispetto reciproco e al dialogo fiducioso”. Benedetto XVI ha poi aggiunto: “Gli uomini di oggi si attendono da noi un messaggio di concordia e serenità, e la manifestazione concreta della comune volontà di aiutarli a realizzare le loro legittime aspirazioni a vivere nella giustizia e nella pace 5 AMERICA LATINA V Conferenza episcopale dell’America Latina, prime indicazioni sul programma L’ allontanamento dei fedeli dal cattolicesimo, l’influenza delle sette, gli emarginati, la sperequazione tra ricchi e poveri: sono questi tra gli argomenti principali della V Conferenza generale dell’episcopato latino americano e dei Caraibi, che si terrà ad Aparecida in Brasile dal 13 al 31 maggio e che sarà inaugurata da papa Benedetto XVI. A dare i primi dettagli sul programma e sul viaggio del Papa è stato, in una conferenza in Vaticano, padre David Gutiérrez, direttore dell’ufficio stampa del Consiglio episcopale Latinoamericano (Celam). Alla Conferenza, ha detto, interverranno 176 vescovi dall’America Latina, da Spagna e Portogallo e, per la prima volta, anche dagli Stati Uniti e dal Canada. Gutiérrez ha aggiunto che il lavoro 6 preparatorio per l’incontro, il cui tema “Discepoli missionari di Cristo, perché in Lui i popoli abbiano vita” indicato dallo stesso Benedetto XVI, è stato lungo e laborioso, producendo una documentazione di 2500 pagine ora al vaglio di 9 esperti teologi, filosofi e sociologi, i quali entro la fine di febbraio presenteranno una sintesi che sarà trasmessa ai vescovi e resa pubblica. Dai lavori della Conferenza episcopale emergerà un documento finale che sarà sottoposto all’approvazione del Pontefice. Riguardo alla presenza di Benedetto XVI, Gutiérrez ha detto che non è stato ancora definito il programma di viaggio ma che il Papa arriverà nella città di San Paulo dove certamente celebrerà una messa pubblica. MISNA AFRICA Rapporto Onu: crescita economica insufficiente per dimezzare la povertà L a prevista crescita economica di circa il 5,6% nel 2007 rappresenta una “svolta importante rispetto ai precedenti decenni di stagnazione”, ma è “insufficiente per raggiungere gli obiettivi di sviluppo che ridurrebbero sensibilmente la povertà e migliorerebbero le condizioni di vita nel continente”. Lo sostiene il rapporto annuale “Situazione economiche mondiale e prospettive” redatto dall’Onu. “La maggior parte dei paesi africani non sono stati capaci di sostenere sufficientemente sul medio termine gli alti tassi di crescita” prosegue il documento, precisando che, tra il 1998 e il 2006, solo 7 nazioni sulle 52 monitorate dalla Commissione economica per l’Africa (Eca) dell’Onu hanno conseguito crescita media del prodotto interno lordo superiore al 7%. Questo aumento, tuttavia, non è stato sempre convertito in maggiori posti di lavoro, uno dei requisiti in- dispensabili per dimezzare la povertà. “La situazione deve cambiare e gli stati africani devono sviluppare le loro industrie di trasformazione” ha osservato Hakim Ben Hammouda, direttore dello sviluppo economico, finanziario ed economico dell’Eca presentando il rapporto. Anche la mancanza di infrastrutture efficienti ostacola il conseguimento di tassi di crescita alti e sostenibili: secondo lo studio, il continente ha una densità stradale inferiore a sette chilometri ogni 100 chilometri quadrati, mentre in America latina è di 12 e in Asia 18. Inoltre, “nonostante una sostanziale dotazione di risorse energetiche, meno del 30% della popolazione africana ha accesso all’elettricità”. Dati che, conclude il rapporto, costituiscono a loro volta “una condizione critica per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo nazionali”. MISNA 7 TURCHIA Iniziata costruzione centro interreligioso intitolato a don Santoro A prirà a maggio, in Turchia, un centro interculturale e interreligioso intitolato a don Andrea Santoro, il sacerdote romano assassinato il 5 febbraio dell’anno scorso a Trivandrum (l’antica Trebisonda), che aveva fortemente voluto questa struttura. L’annuncio della realizzazione è stato dato dal Papa durante l’udienza con gli amministratori di Roma e del Lazio; la Regione finanzierà interamente il progetto con circa 250 mila euro, la metà dei quali sono stati già erogati; lo riferisce la Radio Vaticana. Il 25 gennaio del 2005, pochi giorni prima di morire, don Santoro aveva inviato una lettera alla Regione Lazio proprio per chiedere un interessamento ai fini di un contributo. “In un contesto come la Turchia, in cammino verso una integrazione europea e al centro tra Europa e 8 il resto del Medio Oriente - spiegava il sacerdote - questo centro potrebbe contribuire ad avvicinare mondi distanti, a colmare vuoti culturali, a gettare ponti tra rive e ad aprire ‘finestre’ su muri senza aperture. In particolare, aiutare l’Islam a entrare maggiormente in dialogo, accogliendo la diversità ed evitando la palude del fondamentalismo”. La struttura sorgerà a Iskenderun, sede del vicariato apostolico dell’Anatolia, e in parte anche a Trebisonda. Al momento - secondo la stessa fonte - è stata già avviata la costruzione della sala convegni multimediale. Nel frattempo, inizieranno i lavori della biblioteca, con testi relativi alle tre grandi religioni monoteiste: ciascun libro sarà disponibile sia in turco che in inglese. MISNA KOINOMADELFIA Principali obiettivi dell’anno 2006 A bbiamo messo in atto ogni sforzo possibile per progettare la ricostruzione dell’Hogar e riparare tutti i danni causati dall’incendio al fine di far ritornare i bambini nelle loro case in piena sicurezza; si ricostruì la “Casa Incontro”, si ripararono tre case che subirono danni parziali, si sistemò il pozzo dell’acqua, si sostituì il sistema elettrico danneggiato per sovratensione, si risistemarono gli uffici, le linee elettriche, i computer, si rinnovò il sistema di allarme comprendente tutto l’hogar. Il Servizio Nazionale dei Minori ha dato un “Atto di Riconoscenza” a Carmen Muñoz per la sua abnegazione e l’eroica opera nello strappare i bambini e le bambine al fuoco: questo riconoscimento, unito a quello di tanti altri enti pubblici, è stato importante per noi perché abbiamo un’eroina a Koinomadelfia che rappresenta lo spirito e i valori autentici che animano la nostra comunità. L’equipe direttiva di Koinomadelfia, con l’aiuto della comunità intera, dei soci, dei padrini, amici e volontari, ha lavorato per coprire tutte le necessità alimentari, la sanità, l’educazione e ricreazione dei bambini. Abbiamo ottenuto notevoli miglioramenti nella qualità della vita dei bambini, tut- tavia manca ancora molto per poter offrire ai bambini le migliori opportunità di sviluppo. L’Hogar è stato valutato dal SENAME (Servizio Nazionale Minori) con il 98,1% di obiettivi raggiunti, e questo lo pone in una delle categoria migliori. Tutti i bambini e le bambine di Koinomadelfia sono seguiti da un “Piano e Registro di Sviluppo” sociale, psicologico, di sanità ed educativo. Abbiamo cercato di dare la massima priorità all’integrazione familiare, in modo che i bambini e gli adolescenti che possono contare su una famiglia, possano ricongiunsi alla medesima il più presto possibile. È stato programmato che i bambini mantengano una buona periodicità di visita e permanenza in famiglia, accompagnando il processo di reintegrazione, rafforzando le capacità di accoglienza degli adulti nell’ambito familiare. Come risultato di questo lavoro, in questo anno fecero ritorno alla famiglia d’origine o di adozione il 40% dei bambini. La maggioranza di queste uscite, dopo un periodo di sostegno, sono state valutate molto positive. La “Casa della Visitazione” accoglie ragazze adolescenti che non posso- 9 no contare su un riferimento familiare. In questa casa esse vivono da sole, senza “una zia” tutrice, e possono contare su una maggior autonomia, in vista della vita indipendente, con chiari doveri e diritti di questa nuova tappa di vita. Grazie a volontari professionisti, si progetta e si esegue il programma d’orientamento professionale per il personale occupato direttamente nell’attività dell’hogar: laboratori di teatro comico, di autocontrollo nello stress, di resistenza alla fatica, di di- fesa personale, e tutto questo ha migliorato l’autostima e lo spirito del personale. Grazie al contributo di volontari professionisti e alla tipografia Grafica Jory si ristampa il bollettino trimestrale, senza spesa per l’hogar, migliorando notevolmente la comunicazione con i nostri collaboratori. Secondo noi è stato un anno molto buono, nonostante la tragedia dell’incendio dell’hogar. Abbiamo raggiunto le mete proposte e, con un grande sforzo, abbiamo saputo superare le avversità, uscendo rinforzati come comunità di Koinomadelfia. I valori che ci muovono segnano lo 10 stile del nostro operare e questo è ciò che spinge i volontari a prendersi cura dei bambini che hanno sofferto e sono stati provati in questa loro tenera età. A Koinomadelfia c’interessa che i bambini superino i loro traumi e che nello stesso tempo abbiamo l’opportunità di frequentare la scuola, che siano in buona salute, che si divertano perché in futuro possano inserirsi e dare il proprio contributo nella propria famiglia e nella società. Ci siamo sforzati di ampliare la biblioteca dei bambini, con computer moderni, fotocopiatrici e internet, perché oggi è molto importante avere accesso alla tecnologia. Abbiamo persone qualificate che ci aiutano con ore di Psicopedagogia e di Educazione Infantile per poter lavorare con bambini gravemente offesi nella loro infanzia. Tutti i bambini hanno possibilità di praticare sport, grazie all’insegnante di educazione fisica che ogni giorno svolge attività con i piccoli. Questo programma è uno dei successi più importanti e che è molto apprezzato dai bambini e dagli adolescenti dell’hogar. Quest’anno abbiamo lavorato alacremente affinché non diminuisse il rendimento scolastico dei ragazzi per le assenze da scuola mentre si riparavano le case e ripulivano i danni dell’incendio, e questo sforzo ha ottenuto un ottimo risultato dal momento che tutti i bambini sono stati promossi e questo è un successo storico, data la carenza di affetto e di conoscenze scolastiche con cui i bambini giungono all’hogar. In rapporto con la famiglia, abbiamo migliorato notevolmente il lavoro di approfondimento dei gravi danni subiti dai bambini con una ricerca psi- cologica e un lavoro di risanamento quanto più possibile delle offese subite dai bambini. Ancor più abbiamo cercato di approfondire la realtà familiare. Tutti due gli strumenti, lavoro con il bambino/a che ha subito violenza e dialogo familiare, sono coerenti con il quadro del Piano di Intervento Individuale che analizza il trattamento nei confronti del bambino e della sua famiglia di origine o di quella sostituta. Abbiamo realizzato una scheda unica per ogni bambino, con un sistema di registrazione relativo ai vari interventi degli specialisti e al miglioramento psico-affettivo e sociale per restituire ai bambini la serenità dopo le violenze subite. Nel primo semestre dell’anno, l’hogar è stato rivisto totalmente nelle sue infrastrutture rinnovando tutte le installazioni; nel secondo semestre il progetto prevedeva interventi diretti a beneficio dei bambini, si è resa funzionale la casa per le adolescenti e si sta lavorando per l’ampliamento delle due prime case costruite a Koinomadelfia per renderle più idonee alla qualità attuale della vita. Grazie a gruppi di amici di Koinomadelfia, abbiamo cominciato a costruire il muro di cinta dell’hogar secondo il piano di sicurezza a difesa dei bambini. Con l’aiuto dell’impresa HBFuller, siamo a buon punto nella costruzione di nuovi pozzi e delle fognature per prevenire nel futuro i problemi di salubrità collegati al logorio degli attuali pozzi e degli scarichi. Per l’anno 2007 abbiamo bisogno di volontari professionisti in Psicopedagogia, in Educazione Infantile, in Educazione differenziata, in Psicologia e lavoro sociale. Volontari in Amministrazione e Relazioni Pubbliche e di Manutenzione della casa. Abbiamo bisogno di rinnovare il minibus scolastico dei bambini e il furgone per andare a raccogliere le verdure nei campi dei villaggi. Necessitiamo di materiale scolastico, di scarpe e pantofole, di uniformi e di tute da ginnastica per i bambini, di materiale di igiene personale e di alimentari in genere, oltre che del contributo annuo della tassa scolastica. Monica Hernandez L. direttrice esecutiva 11 Benedizione e consegna di alcune case nel villaggio di Veerapondy Nagar TAMIL NADU - INDIA L a popolazione che abita lungo la costa colpita dal tsunami, vive il dramma di ripartire nella normalità della vita, perché i terreni allagati dall’acqua salata non permettono coltivazioni sufficienti per soddisfare le necessità della gente e di migliaia di persone che, a causa anche di questo, sono rimaste senza lavoro. Noi Servi di Maria stiamo lavorando in mezzo a questa popolazione direttamente ed indirettamente colpita dal tsunami. Molte di queste persone hanno perduto la loro casa in quella drammatica circostanza e così dopo attenta valutazione abbiamo deciso di costruire 22 case e ristrutturarne 2. Fr. Albert, il frate incaricato, ha seguito i lavori perchè venissero eseguiti in modo adeguato. La prima pietra era stata posta il 30 dicembre 2005 dal p. John Fontana dei Servi di Maria. Durante i tempi di costruzione sono state fatte visite regolari, anche p. Benito Fusco dall’Italia, con il gruppo missionario giovanile hanno fatto una sosta sui luoghi delle costruzioni e quattro giovani sono rimasti per dare una mano per qualche giorno. Il priore generale p. Angel Ruiz Garnica, il 18 novembre 2006 visitò il villaggio e benedisse una casa. Poiché il lavoro di costruzione stava per giungere al termine, venne fissato l’8 dicembre 2006, festa dell’Immacolata Concezione di Maria, per la 12 benedizione e la consegna di tutte le case. L’intero villaggio per l’occasione si è vestito a festa e alle 16,30 è cominciata la celebrazione. Erano presenti il rappresentante del Governo locale sig. Sivakumar, il vicario provinciale fr. Susaimani che ha benedetto le case, fr. John Roncalli , fr. Felix, fr Antonyraj, il parroco locale, sr. Freeda, sr. Berna e altre suore. Il rappresentante del Governo ha apprezzato il lavoro dei Servi di Maria facendo notare che anche il Governo sta facendo uno sforzo per aiutare nella ricostruzione, però in questo caso i Servi di Maria sono riusciti ad intervenire più velocemente. Il parroco ha apprezzato il lavoro dei Servi di Maria che, benchè non fossero presenti nella diocesi di Pondy-Cuddalore, sono giunti da lontano per offrire immediatamente il loro servizio. Il Vicario Provinciale ha richiamato i volti di coloro che hanno offerto con generosità il loro contributo invitando la popolazione a pregare per loro. I bambini del villaggio si sono impegnati per presentare programmi culturali. L’intera giornata era stata organizzata da fra Sahayaraj, il coordinatore degli interventi a favore di coloro che erano stati colpiti dal tsunami. Un grande giorno per il villaggio di Veerapondy Nagar. I Servi di Maria ringraziano di cuore i benefattori per questo notevole risultato. Dalla fondazione Indonesia na C on alcuni frati messicani, fra i quali il sottoscritto, siamo giunti in Indonesia il 9 Marzo 2005 e siamo in questa terra ad experimentum. La comunità dei Servi di Maria, per i primi tre mesi è stata ospite presso le Suore Serve di Maria di Napoli, cercando di imparare la lingua, la cultura e lo stile di vita locale. Dal 15 giugno 2005 questa comunità si è trasferita in una casa in affitto. Purtroppo i frati sono costretti, ogni sei mesi, a ritornare in Messico per rinnovare il visto d’entrata nello stato Indonesiano. Nel frattempo abbiamo accolto alcuni studenti come candidati all’Ordine. Il primo gruppo di 4 giovani ha lasciato il paese il 5 settembre diretti in Messico per il cammino formativo, con molta speranza. Un secondo gruppo di 9 giovani studia all’università di Ruteng. Secondo l’ordinamento locale devono fare tre anni di studi universitari prima di intraprendere gli studi di teologia. Per comunicare a questi giovani lo stile di vita e lo spirito servitano, si cerca di collaborare con le suore Serve di Maria aiutandoci nella formazione e nelle celebrazioni liturgiche. Siamo nel processo delicato di “piantare l’Ordine” in questa terra e la popolazione sembra essere accogliente e sincera. Abbiamo anche individuato un terreno come luogo possibile per il futuro convento dell’Ordine. Sembra che in Indonesia ci siano raggi di speranza scendere sulla fondazione dei Servi. Fr. David M. Mejias, OSM 13 LAGO VITTORIA: KENYA, TANZANIA E UGANDA INSIEME PER ACCESSO ALL’ACQUA P rogetti per la riabilitazione di infrastrutture idriche e il miglioramento della distribuzione dell’acqua sono iniziati in quattro delle sei città affacciate sul Lago Vittoria coinvolte in un progetto dell’Onu per il raggiungimento dei cosiddetti ‘Obiettivi di sviluppo del Millennio’, che mirano complessivamente al dimezzamento della povertà entro il 2015 e – in questo settore – alla riduzione del numero di civili senza accesso all’acqua potabile e ai sistemi fognari. Il progetto coinvolge due centri abitati nei tre paesi che si affacciano sul lago: Homa Bay e Kisii in Kenya, Muleba e Bukoba in Tanzania, Masaka e Kyotera in Uganda. Nelle due località lacustri tanzaniane, sono già stati assegnati appalti per circa 850.000 euro relativi alla riabilitazione della rete idrica; in particolare a Bukoba, è 14 prevista la riabilitazione di cisterne per l’acqua e la creazione di impianti fognari in prossimità di alcune scuole. Nelle due città del Kenya coinvolte nel progetto – si apprende da fonti di Un-Habitat, l’organismo Onu per i programmi di insediamento abitativo – sono stati avviati analoghi interventi per oltre mezzo milione di euro per l’installazione di condutture idriche, la costruzione di pozzi pubblici e la fornitura di attrezzature per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. L’ultimo rapporto del Programma Onu per lo sviluppo (Undp), che ogni anno stila una sorta di ‘classifica’ dei paesi nel mondo in base a standard socio-economici, è stato di recente interamente dedicato al problema dell’accesso a fonti di acqua potabile, da cui sono ancora escluse oltre 2 miliardi di persone nel mondo. ADOZIONI A DISTANZA: “Per un figlio in più!” È una iniziativa volta a rispondere ai bisogni dei bambini. È una adozione morale e spirituale, mediante la quale si collabora alla crescita di un bambino che vive in situazioni difficili. Chi desidera aiutare un bambino lo può fare semplicemente inviando il Conto Corrente Postale o Bancario, indicando nella causale di versamento: “Offerta per adozione”. Quale contributo economico? Si chiede un contributo mensile di Euro 30 oppure di un contributo annuale di Euro 310. Tale contributo è un sussidio per sostenere un ragazzo/a per un anno. Tuttavia tale quota è solamente indicativa. Si accettano anche offerte da benefattori che non possono disporre di tale cifra. Per quanto tempo ci si impegna? L’adozione deve almeno durare un anno ed è rinnovabile a condizione che il bambino/a adottato/a continui a vivere nello stesso territorio dove i Missionari svolgono la loro attività. Si suggerisce che l’adozione per bambini/e in età scolare duri possibilmente almeno tre anni, con libertà poi di prolungare. Comunque, l’impegno deve essere sempre notificato, affinché il missionario sappia come regolarsi. Quali notizie dalla missione? Avviata l’adozione, su richiesta, in un tempo ragionevole, il missionario referente manderà all’adottante il nome, l’età, le notizie necessarie dell’adottata e la fotografia; con essa entra in casa un volto diverso, una persona da amare come uno di famiglia, una persona per cui pregare. Il missionario cercherà poi nei momenti più significativi di inviare informazioni. I SERVI DI MARIA AVVIANO ADOZIONI A DISTANZA IN: 1) ORURO (Bolivia): missionario referente: P. Nico M. Sartori, Santuario Nuestra Señora del Socavon, Casilla 564 ORURO - Tel. 0059.252.50616 2) COYHAIQUE (Aysén, Cile): missionario referente: P. Bruno Predonzani, Calle A. Barroso 455, Casilla 2D, Coyhaique, XI Region, Cile; tel. 0056.67.212313 3) KOINOMADELFIA (Santiago del Cile): missionario referente: P. Gabriele Paccanaro, MALLOCO, Pajaritos s/n, Parcela 10-B, Casilla 86, Santiago, Tel. 0056.2.8140697 4) UGANDA-KISOGA: missionario referente: P. Giuseppe Xotta, Servants of Mary, KISOGA, P.O. Box 10559, KAMPALA, Tel. 00256.75.753135 5) MATOLA (Mozambico): missionari referenti: Siervos de Maria, Missao S. Gabriel, Caixa Postal 7, MATOLA, Maputo - Tel. 00258.1.721570 15 Mensile di informazione e animazione missionaria dei frati Servi di Maria di Monte Berico. www.missionimonteberico.it N. 2 - Febbraio 2007 - Anno LXXXIII - Aut. Trib. Vicenza n° 150 del 18-12-1979 Corrispondente e amministratore: Polotto Francesco Direttore Responsabile: Giovanni Sessolo Redattori: Ganassin Eugenio, Sartori Domenico Recapito: Istituto Missioni Monte Berico - Viale E. Cialdini, 2 - 36100 Vicenza - Tel. 0444/543470 - Fax 0444/524976. 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