Scarica il bollettino - Missioni Monte Berico

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Spezzare il pane
per fare comunione
I
l più antico nome per indicare la messa è fractio panis = spezzamento del
pane. Il pane della fatica e il vino della gioia rappresentano l’intera nutrizione.
Gesù adopera il pasto, questo elemento
così umano, per celebrare una comunione straordinaria coi suoi amici che ora
siamo noi. Egli affida al
pane e al vino il compito di rendere presente la sua persona che si
fa nutrimento e ci trasforma in Lui, sceglie il
pane e il vino come
strumenti della sua presenza reale.
Gesù attraverso il gesto
del pane spezzato e del
vino distribuito dice
quale è stato il senso
della sua vita. Come il
pane spezzato viene ristribuito così la sua esistenza è donata, regalata, messa a servizio.
Alla luce del gesto eucaristico va interpretata tutta la vita di Gesù e degli amici di
Gesù. I grani macinati danno farina, gli
acini spremuti danno vino; questa immagine-guida indica che la comunione
di vita tra gli amici di Gesù passa attraverso il sacrificio. “Come questo pane
spezzato era sparso qua e là sui colli e
raccolto divenne una cosa sola, così si
raccolga in unità la tua chiesa”. (Didachè, II secolo d.C.).
Il bene che fai è l’affitto per il posto che
occupi sulla terra. Verso la vita hai un debito incessante, pensa alle mille mani che
ti hanno aiutato ad arrivare fino a questo punto, tu sei tutti quelli che hai incontrato lungo il cammino della esistenza e ti hanno lasciato qualche cosa che
ti ha aiutato a vivere. Da questa consa-
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pevolezza sale il “rendimento di grazie”
che raggiunge il suo vertice nel rito della messa chiamata anche eu-caristia dal
greco eu = bene e charizo = rendo grazie. Il più bel modo di rendere grazie è
quello che ha fatto Gesù: donare il corpo, versare il sangue per costruire il mondo nuovo delle Beatitudini: questo è il senso dell’imperativo “fate questo in memoria
di me”.
L’Eucarestia è culmine
e fonte di tutta la vita
cristiana, è il sacramento della società fraterna. Spezzare il pane, versare il sangue
e fare questo in memoria di Gesù sono
messaggi forti, esigenti, provocanti. Noi che
mangiamo dello stesso
pane e beviamo dello
stesso calice saremo
pronti a costruire condivisione, solidarietà,
amicizia? Nel vangelo di Giovanni la
lavanda dei piedi occupa il posto che
gli altri tre evangelisti dedicano alla istituzione della Eucarestia. In modo originale Giovanni stabilisce un rapporto importante tra “lavare i piedi” e “spezzare
il pane”, due gesti colmi di messaggi.
Essi educano a intendere la vita come servizio, come dono da donare.
Spezzare il pane è uno stile di vita: tu
sei chiamato a spezzare il pane del rispetto e dell’affetto, del servizio, del volontariato, della cultura, della festa. Sii
buon pane che si lascia mangiare, sii
pane spezzato, vita donata. In quel pane spezzato batte il cuore di chi è amico di Gesù!
Gabriele Gastaldello
La povertà rende
libero il missionario
N
ell’enciclica Redemptoris Missio Giovanni Paolo II indica la
povertà come una delle “vie”
maestre della missione. La povertà
è uno dei temi più ricorrenti nelle
testimonianze dei missionari, ma, quasi sempre, trattano della povertà della gente, dei bambini, solo raramente
presentano la povertà come prediletta compagna di viaggio del missionario ed esigenza non seconda-
ria dell’annuncio del Vangelo.
Non vogliamo scoraggiare i nostri
amici, ne le tante comunità cristiane che con grande generosità, raccolgono, inviano, danno modo al loro missionario di sfamare, vestire,
educare, curare, dare speranza a tanti poveri. L’annuncio del Vangelo passa anche attraverso quei gesti, a quella meravigliosa carità. Non ba-sta,
però, che il missionario sia in mezzo ai poveri ed aiuti i poveri. La missione, oggi più che mai, chiede al
missionario di esser povero lui stesso.
Sono molti i missionari che questo
lo hanno capito bene: vivono nelle
baraccopoli, in abitazioni povere come quelle degli altri, rinunciano ad
ogni aiuto esterno per il loro sostentamento, corrono gli stessi rischi che corre il loro popolo, sono
accanto alla gente nelle sue lotte per
la sopravvivenza, non accettano di
essere dei papà natale per conto di
nessuno, non si accontentano di amare i poveri, ma vivono poveri tra i
poveri, assumendo alla lettera il Mandato del Signore: “Non prendete nulla per il viaggio, nè bastone, nè borsa, nè pane, nè soldi, nè due tuniche...” Una scelta difficile, non sempre capita e condivisa, ma provvidenziale per mantener viva, tra i discepoli di Gesù, l’essenza della missione: evangelizzare i poveri.
La preoccupazione per una dimensione povera della missione è oggi
molto presente nella Chiesa. In una
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loro riflessione i Frati Minori affermano: «Abbiamo bisogno di tornare
al Vangelo per metterci davanti ad
esso liberi e indifesi, per lasciarci illuminare e interrogare. Solo così la
nostra vita recupererà il sapore, la gioventù e la poesia delle origini. Solo
così essa “scandalizzerà” e metterà in
discussione i nostri contemporanei,
come accadde per la vita di Francesco... In un mondo così spesso consumato dall’avidità, le nostre vite improntate alla povertà evangelica, umili e al contempo ricche, proclamano
eloquentemente che Dio è la vera ricchezza...»
Qualche anno fa partecipai in Guatemala, uno dei paesi più poveri del
continente, al Congresso Missionario
delle Americhe. Non posso dimenticare la convinzione con cui la gen-
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te che avvicinavo nell’ambito del Congresso esprimeva la sua ansia missionaria: “Ora tocca a noi, partendo
dalla nostra povertà”.
Molti nuovi missionari, non tutti purtroppo, che provengono da Chiese
povere, che hanno alle spalle comunità ricche di fede ma povere di
risorse economiche, vogliono una
missione con meno protagonismo,
che faccia leva sui mezzi semplici e
sulla vicinanza alle persone, sulla
condivisione della vita e dei valori.
Stile di vita, sobrietà, sono le “povertà possibili” per noi, posti nelle retrovie delle missione. Povertà che ci
renderebbero cooperatori efficaci e
credibili dell’annuncio del Vangelo.
Crescenzio Moretti
Direttore Fondazione CUM
Il dialogo interreligioso
“oggi è indispensabile”
“S
iamo chiamati, ebrei, cristiani e musulmani, a riconoscere e a sviluppare
i vincoli che ci uniscono”: lo ha
detto Benedetto XVI ai membri della delegazione della Fondazione per
la ricerca e il dialogo interreligioso
e interculturale, ricevuti in udienza
nella sua biblioteca privata. “È molto importante, ha sottolineato il papa, disporre oggi di un punto di riferimento comune grazie alla realizzazione del vostro lavoro. Potremo così progredire nel dialogo interreligioso e interculturale, dialogo
oggi più necessario che mai”.
L’idea che ha portato alla creazione
della Fondazione, ha ricordato Benedetto XVI, dovrebbe dare “nuovo impulso al dialogo interreligioso
e interculturale, per la ricerca comune e la diffusione di ciò che, nei
rispettivi patrimoni spirituali, contribuisce a
rinforzare i legami fraterni tra le comunità di
credenti”.
Al papa, il presidente
della Fondazione, metropolita Damaskinos
d’Andrinople, ha presentato il primo lavoro dell’organismo: l’edizione congiunta, nelle loro lingue originali e secondo l’ordine
cronologico, dei libri
sacri delle tre religione
monoteiste.
Per il Papa, “la rilettura e, per certi, la scoperta di questi testi, che
tante persone nel mondo venerano come sacri, predispongono al
rispetto reciproco e al dialogo fiducioso”.
Benedetto XVI ha poi aggiunto: “Gli
uomini di oggi si attendono da noi
un messaggio di concordia e serenità, e la manifestazione concreta
della comune volontà di aiutarli a
realizzare le loro legittime aspirazioni a vivere nella giustizia e nella pace
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AMERICA LATINA
V Conferenza episcopale
dell’America Latina,
prime indicazioni
sul programma
L’
allontanamento dei fedeli dal
cattolicesimo, l’influenza delle sette, gli emarginati, la sperequazione tra
ricchi e poveri:
sono questi tra
gli argomenti
principali della V
Conferenza generale dell’episcopato latino
americano e dei
Caraibi, che si
terrà ad Aparecida in Brasile
dal 13 al 31
maggio e che
sarà inaugurata
da papa Benedetto XVI.
A dare i primi
dettagli sul programma e sul
viaggio del Papa è stato, in una conferenza in Vaticano, padre David
Gutiérrez, direttore dell’ufficio stampa del Consiglio episcopale Latinoamericano (Celam).
Alla Conferenza, ha detto, interverranno 176 vescovi dall’America
Latina, da Spagna e Portogallo e, per
la prima volta, anche dagli Stati Uniti e dal Canada.
Gutiérrez ha aggiunto che il lavoro
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preparatorio per l’incontro, il cui tema “Discepoli missionari di Cristo,
perché in Lui i popoli abbiano vita” indicato dallo stesso Benedetto XVI, è stato lungo e laborioso, producendo una documentazione di
2500 pagine ora
al vaglio di 9
esperti teologi, filosofi e sociologi, i quali entro la
fine di febbraio
presenteranno
una sintesi che
sarà trasmessa ai
vescovi e resa
pubblica. Dai lavori della Conferenza episcopale emergerà un documento finale
che sarà sottoposto all’approvazione del Pontefice.
Riguardo alla presenza di Benedetto XVI, Gutiérrez ha detto che non
è stato ancora definito il programma di viaggio ma che il Papa arriverà nella città di San Paulo dove
certamente celebrerà una messa pubblica.
MISNA
AFRICA
Rapporto Onu: crescita
economica insufficiente
per dimezzare la povertà
L
a prevista crescita economica
di circa il 5,6% nel 2007 rappresenta una “svolta importante rispetto ai precedenti decenni
di stagnazione”, ma è “insufficiente per raggiungere gli obiettivi di
sviluppo che ridurrebbero sensibilmente la povertà e migliorerebbero le condizioni di vita
nel continente”.
Lo sostiene il
rapporto annuale “Situazione
economiche
mondiale e prospettive” redatto
dall’Onu. “La
maggior parte
dei paesi africani non sono stati capaci di sostenere sufficientemente sul
medio termine gli alti tassi di crescita” prosegue il documento, precisando che, tra il 1998 e il 2006,
solo 7 nazioni sulle 52 monitorate
dalla Commissione economica per
l’Africa (Eca) dell’Onu hanno conseguito crescita media del prodotto interno lordo superiore al 7%.
Questo aumento, tuttavia, non è stato sempre convertito in maggiori posti di lavoro, uno dei requisiti in-
dispensabili per dimezzare la povertà. “La situazione deve cambiare e gli stati africani devono sviluppare le loro industrie di trasformazione” ha osservato Hakim Ben
Hammouda, direttore dello sviluppo economico,
finanziario ed
economico dell’Eca presentando il rapporto.
Anche la mancanza di infrastrutture efficienti ostacola il conseguimento di
tassi di crescita
alti e sostenibili:
secondo lo studio, il continente ha una densità
stradale inferiore a sette chilometri ogni 100
chilometri quadrati, mentre in
America latina è di 12 e in Asia
18. Inoltre, “nonostante una sostanziale dotazione di risorse energetiche, meno del 30% della popolazione africana ha accesso all’elettricità”. Dati che, conclude il
rapporto, costituiscono a loro volta “una condizione critica per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo nazionali”.
MISNA
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TURCHIA
Iniziata costruzione
centro interreligioso
intitolato
a don Santoro
A
prirà a maggio, in Turchia,
un centro interculturale e
interreligioso intitolato a don
Andrea Santoro, il sacerdote romano assassinato il 5 febbraio dell’anno scorso a Trivandrum (l’antica Trebisonda), che aveva fortemente voluto questa struttura. L’annuncio della realizzazione è stato
dato dal Papa durante l’udienza con
gli amministratori di Roma e del
Lazio; la Regione finanzierà interamente il progetto con circa 250
mila euro, la metà dei quali sono stati già erogati; lo riferisce la Radio Vaticana.
Il 25 gennaio del 2005,
pochi giorni prima di
morire, don
Santoro aveva inviato
una lettera
alla Regione
Lazio proprio
per
chiedere un
interessamento ai fini di un contributo. “In
un contesto come la Turchia, in
cammino verso una integrazione
europea e al centro tra Europa e
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il resto del Medio Oriente - spiegava il sacerdote - questo centro
potrebbe contribuire ad avvicinare mondi distanti, a
colmare vuoti culturali, a
gettare ponti tra rive e ad
aprire ‘finestre’ su muri senza aperture. In particolare, aiutare l’Islam a entrare maggiormente in dialogo, accogliendo la diversità ed evitando la palude del fondamentalismo”. La struttura sorgerà
a Iskenderun, sede del vicariato apostolico dell’Anatolia, e in parte anche
a Trebisonda. Al momento - secondo la stessa fonte - è stata già avviata la
costruzione della sala
convegni multimediale. Nel frattempo, inizieranno i lavori
della biblioteca,
con testi relativi alle tre grandi religioni monoteiste: ciascun libro sarà
disponibile sia in turco che in inglese.
MISNA
KOINOMADELFIA
Principali obiettivi
dell’anno 2006
A
bbiamo messo in atto ogni sforzo possibile per progettare la ricostruzione dell’Hogar e riparare tutti i danni causati dall’incendio al fine di far ritornare i bambini
nelle loro case in
piena sicurezza; si
ricostruì la “Casa
Incontro”, si ripararono tre case che
subirono danni
parziali, si sistemò
il pozzo dell’acqua, si sostituì il sistema elettrico
danneggiato per
sovratensione, si risistemarono gli uffici, le linee elettriche, i computer,
si rinnovò il sistema di allarme
comprendente tutto l’hogar.
Il Servizio Nazionale dei Minori ha
dato un “Atto di Riconoscenza” a Carmen Muñoz per la sua abnegazione
e l’eroica opera nello strappare i bambini e le bambine al fuoco: questo
riconoscimento, unito a quello di tanti altri enti pubblici, è stato importante
per noi perché abbiamo un’eroina a
Koinomadelfia che rappresenta lo spirito e i valori autentici che animano
la nostra comunità.
L’equipe direttiva di Koinomadelfia,
con l’aiuto della comunità intera, dei
soci, dei padrini, amici e volontari, ha
lavorato per coprire tutte le necessità
alimentari, la sanità, l’educazione e
ricreazione dei bambini. Abbiamo
ottenuto notevoli miglioramenti nella qualità della vita dei bambini, tut-
tavia manca ancora molto per poter
offrire ai bambini le migliori opportunità di sviluppo. L’Hogar è stato
valutato dal SENAME (Servizio Nazionale Minori) con il 98,1% di obiettivi raggiunti, e
questo lo pone in
una delle categoria
migliori.
Tutti i bambini e le
bambine di Koinomadelfia sono seguiti da un “Piano
e Registro di Sviluppo” sociale,
psicologico, di sanità ed educativo.
Abbiamo cercato
di dare la massima
priorità all’integrazione familiare, in
modo che i bambini e gli adolescenti che possono contare su una famiglia, possano ricongiunsi alla medesima il più presto possibile.
È stato programmato che i bambini
mantengano una buona periodicità di
visita e permanenza in famiglia, accompagnando il processo di reintegrazione, rafforzando le capacità di
accoglienza degli adulti nell’ambito
familiare.
Come risultato di questo lavoro, in
questo anno fecero ritorno alla famiglia d’origine o di adozione il 40%
dei bambini. La maggioranza di queste uscite, dopo un periodo di sostegno, sono state valutate molto positive.
La “Casa della Visitazione” accoglie
ragazze adolescenti che non posso-
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no contare su un riferimento familiare. In questa casa esse vivono da
sole, senza “una zia” tutrice, e possono contare su una maggior autonomia, in vista della vita indipendente,
con chiari doveri e diritti di questa
nuova tappa di vita.
Grazie a volontari professionisti, si
progetta e si esegue il programma d’orientamento professionale per il personale occupato direttamente nell’attività dell’hogar: laboratori di teatro comico, di autocontrollo nello
stress, di resistenza alla fatica, di di-
fesa personale, e tutto questo ha migliorato l’autostima e lo spirito del personale.
Grazie al contributo di volontari professionisti e alla tipografia Grafica Jory
si ristampa il bollettino trimestrale,
senza spesa per l’hogar, migliorando
notevolmente la comunicazione con
i nostri collaboratori.
Secondo noi è stato un anno molto
buono, nonostante la tragedia dell’incendio dell’hogar. Abbiamo raggiunto le mete proposte e, con un grande sforzo, abbiamo saputo superare
le avversità, uscendo rinforzati come
comunità di Koinomadelfia.
I valori che ci muovono segnano lo
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stile del nostro operare e questo è
ciò che spinge i volontari a prendersi cura dei bambini che hanno sofferto e sono stati provati in questa
loro tenera età.
A Koinomadelfia c’interessa che i bambini superino i loro traumi e che nello stesso tempo abbiamo l’opportunità di frequentare la scuola, che siano in buona salute, che si divertano
perché in futuro possano inserirsi e
dare il proprio contributo nella propria famiglia e nella società.
Ci siamo sforzati di ampliare la biblioteca dei bambini, con
computer moderni, fotocopiatrici e internet, perché
oggi è molto importante
avere accesso alla tecnologia.
Abbiamo persone qualificate che ci aiutano con ore
di Psicopedagogia e di Educazione Infantile per poter
lavorare con bambini gravemente offesi nella loro infanzia.
Tutti i bambini hanno possibilità di praticare sport,
grazie all’insegnante di educazione fisica che ogni giorno svolge attività con i piccoli. Questo programma è
uno dei successi più importanti e che è molto apprezzato dai bambini e dagli adolescenti dell’hogar.
Quest’anno abbiamo lavorato alacremente affinché non diminuisse il rendimento scolastico dei ragazzi per le
assenze da scuola mentre si riparavano le case e ripulivano i danni dell’incendio, e questo sforzo ha ottenuto un ottimo risultato dal momento che tutti i bambini sono stati promossi e questo è un successo storico, data la carenza di affetto e di conoscenze scolastiche con cui i bambini giungono all’hogar.
In rapporto con la famiglia, abbiamo
migliorato notevolmente il lavoro di
approfondimento dei gravi danni subiti dai bambini con una ricerca psi-
cologica e un lavoro di risanamento
quanto più possibile delle offese subite dai bambini.
Ancor più abbiamo cercato di approfondire la realtà familiare. Tutti due
gli strumenti, lavoro con il bambino/a che ha subito violenza e dialogo familiare, sono coerenti con il quadro del Piano di Intervento Individuale
che analizza il trattamento nei confronti del bambino e della sua famiglia di origine o di quella sostituta.
Abbiamo realizzato una scheda unica per ogni bambino, con un sistema di registrazione relativo ai vari
interventi degli specialisti e al miglioramento psico-affettivo e sociale
per restituire ai bambini la serenità
dopo le violenze subite.
Nel primo semestre dell’anno, l’hogar
è stato rivisto totalmente nelle sue
infrastrutture rinnovando tutte le installazioni; nel secondo semestre il
progetto prevedeva interventi diretti
a beneficio dei bambini, si è resa
funzionale la casa per le adolescenti e si sta lavorando per l’ampliamento
delle due prime case costruite a Koinomadelfia per renderle più idonee
alla qualità attuale della vita.
Grazie a gruppi di amici di Koinomadelfia, abbiamo cominciato a costruire il muro di cinta dell’hogar secondo il piano di sicurezza a difesa
dei bambini. Con l’aiuto dell’impresa HBFuller, siamo a buon punto nella costruzione di nuovi pozzi e delle fognature per prevenire nel futuro
i problemi di salubrità collegati al
logorio degli attuali pozzi e degli scarichi.
Per l’anno 2007 abbiamo bisogno di
volontari professionisti in Psicopedagogia, in Educazione Infantile, in Educazione differenziata, in Psicologia e
lavoro sociale. Volontari in Amministrazione e Relazioni Pubbliche e di
Manutenzione della casa.
Abbiamo bisogno di rinnovare il minibus scolastico dei bambini e il furgone per andare a raccogliere le verdure nei campi dei villaggi. Necessitiamo di materiale scolastico, di scarpe e pantofole, di uniformi e di tute
da ginnastica per i bambini, di materiale di igiene personale e di alimentari in genere, oltre che del contributo annuo della tassa scolastica.
Monica Hernandez L.
direttrice esecutiva
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Benedizione e consegna
di alcune case nel villaggio
di
Veerapondy Nagar
TAMIL NADU - INDIA
L
a popolazione che abita lungo la
costa colpita dal tsunami, vive il
dramma di ripartire nella normalità della vita, perché i terreni allagati
dall’acqua salata non permettono coltivazioni sufficienti
per soddisfare le necessità della gente
e di migliaia di persone che, a causa
anche di questo, sono rimaste senza lavoro.
Noi Servi di Maria
stiamo lavorando in
mezzo a questa popolazione direttamente ed indirettamente colpita dal tsunami. Molte di queste persone hanno
perduto la loro casa in quella drammatica circostanza e così dopo attenta
valutazione abbiamo deciso di costruire 22 case e ristrutturarne 2.
Fr. Albert, il frate incaricato, ha seguito i lavori perchè venissero eseguiti in
modo adeguato. La prima pietra era stata posta il 30 dicembre 2005 dal p. John
Fontana dei Servi di Maria. Durante i
tempi di costruzione sono state fatte
visite regolari, anche p. Benito Fusco
dall’Italia, con il gruppo missionario giovanile hanno fatto una sosta sui luoghi
delle costruzioni e quattro giovani sono rimasti per dare una mano per qualche giorno.
Il priore generale p. Angel Ruiz Garnica, il 18 novembre 2006 visitò il
villaggio e benedisse una casa.
Poiché il lavoro di costruzione stava
per giungere al termine, venne fissato l’8 dicembre 2006, festa dell’Immacolata Concezione di Maria, per la
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benedizione e la consegna di tutte le
case. L’intero villaggio per l’occasione si è vestito a festa e alle 16,30 è
cominciata la celebrazione.
Erano presenti il rappresentante del Governo locale sig. Sivakumar, il vicario
provinciale fr. Susaimani che ha benedetto le case, fr.
John Roncalli , fr. Felix, fr Antonyraj, il
parroco locale, sr.
Freeda, sr. Berna e
altre suore.
Il rappresentante del
Governo ha apprezzato il lavoro dei Servi di Maria facendo notare che anche il Governo
sta facendo uno sforzo per aiutare nella ricostruzione, però in questo caso i
Servi di Maria sono riusciti ad intervenire più velocemente. Il parroco
ha apprezzato il lavoro dei Servi di Maria che, benchè non fossero presenti
nella diocesi di Pondy-Cuddalore, sono giunti da lontano per offrire immediatamente il loro servizio. Il Vicario
Provinciale ha richiamato i volti di
coloro che hanno offerto con generosità il loro contributo invitando la popolazione a pregare per loro. I bambini del villaggio si sono impegnati per
presentare programmi culturali. L’intera giornata era stata organizzata da
fra Sahayaraj, il coordinatore degli interventi a favore di coloro che erano
stati colpiti dal tsunami. Un grande giorno per il villaggio di Veerapondy Nagar. I Servi di Maria ringraziano di cuore i benefattori per questo notevole risultato.
Dalla fondazione
Indonesia na
C
on alcuni frati messicani, fra
i quali il sottoscritto, siamo
giunti in Indonesia il 9 Marzo 2005 e siamo in questa terra ad
experimentum. La comunità dei Servi di Maria, per i primi tre mesi è
stata ospite presso le Suore Serve
di Maria di Napoli, cercando di
imparare la lingua, la cultura e lo
stile di vita locale.
Dal 15 giugno 2005 questa comunità si è trasferita in una casa in
affitto. Purtroppo i frati sono costretti,
ogni sei mesi, a ritornare in Messico per rinnovare il visto d’entrata
nello stato Indonesiano. Nel frattempo abbiamo accolto alcuni studenti come candidati all’Ordine. Il
primo gruppo di 4 giovani ha lasciato il paese il 5 settembre diretti in Messico per il cammino formativo, con molta speranza.
Un secondo gruppo di 9 giovani studia all’università di Ruteng. Secondo
l’ordinamento locale devono fare tre
anni di studi universitari prima di
intraprendere gli studi di teologia.
Per comunicare a questi giovani lo
stile di vita e lo spirito servitano, si
cerca di collaborare con le suore
Serve di Maria aiutandoci nella formazione e nelle celebrazioni liturgiche.
Siamo nel processo delicato di “piantare l’Ordine” in questa terra e la
popolazione sembra essere accogliente e sincera. Abbiamo anche
individuato un terreno come luogo
possibile per il futuro convento dell’Ordine. Sembra che in Indonesia
ci siano raggi di speranza scendere sulla fondazione dei Servi.
Fr. David M. Mejias, OSM
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LAGO VITTORIA: KENYA,
TANZANIA E UGANDA INSIEME
PER ACCESSO ALL’ACQUA
P
rogetti per la riabilitazione di infrastrutture idriche e il miglioramento della distribuzione dell’acqua sono iniziati in quattro delle sei città affacciate sul Lago Vittoria coinvolte in un progetto dell’Onu per il raggiungimento dei cosiddetti ‘Obiettivi di sviluppo del Millennio’, che mirano complessivamente al dimezzamento della povertà entro il 2015 e – in questo
settore – alla riduzione del numero
di civili senza accesso all’acqua potabile e ai sistemi fognari. Il progetto coinvolge due centri abitati nei tre
paesi che si affacciano sul lago: Homa Bay e Kisii in Kenya, Muleba e
Bukoba in Tanzania, Masaka e Kyotera in Uganda. Nelle due località
lacustri tanzaniane, sono già stati assegnati appalti per circa 850.000 euro relativi alla riabilitazione della rete idrica; in particolare a Bukoba, è
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prevista la riabilitazione di cisterne
per l’acqua e la creazione di impianti
fognari in prossimità di alcune scuole. Nelle due città del Kenya coinvolte nel progetto – si apprende da
fonti di Un-Habitat, l’organismo Onu
per i programmi di insediamento abitativo – sono stati avviati analoghi
interventi per oltre mezzo milione di
euro per l’installazione di condutture idriche, la costruzione di pozzi pubblici e la fornitura di attrezzature per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. L’ultimo rapporto del
Programma Onu per lo sviluppo
(Undp), che ogni anno stila una sorta di ‘classifica’ dei paesi nel mondo in base a standard socio-economici, è stato di recente interamente
dedicato al problema dell’accesso
a fonti di acqua potabile, da cui sono ancora escluse oltre 2 miliardi
di persone nel mondo.
ADOZIONI A DISTANZA:
“Per un figlio in più!”
È una iniziativa volta a rispondere ai bisogni dei bambini. È una adozione morale
e spirituale, mediante la quale si collabora alla crescita di un bambino che vive in
situazioni difficili. Chi desidera aiutare un bambino lo può fare semplicemente inviando il Conto Corrente Postale o Bancario, indicando nella causale di versamento: “Offerta per adozione”.
Quale contributo economico?
Si chiede un contributo mensile di Euro 30
oppure di un contributo annuale di Euro 310.
Tale contributo è un sussidio per sostenere
un ragazzo/a per un anno. Tuttavia tale quota
è solamente indicativa. Si accettano anche offerte da benefattori che non possono disporre di tale cifra.
Per quanto tempo ci si impegna?
L’adozione deve almeno durare un anno ed è
rinnovabile a condizione che il bambino/a adottato/a continui a vivere nello stesso territorio
dove i Missionari svolgono la loro attività. Si
suggerisce che l’adozione per bambini/e in
età scolare duri possibilmente almeno tre anni, con libertà poi di prolungare. Comunque,
l’impegno deve essere sempre notificato, affinché il missionario sappia come regolarsi.
Quali notizie dalla missione? Avviata l’adozione, su richiesta, in un tempo ragionevole, il missionario referente manderà
all’adottante il nome, l’età, le notizie necessarie dell’adottata e la fotografia; con
essa entra in casa un volto diverso, una persona da amare come uno di famiglia,
una persona per cui pregare. Il missionario cercherà poi nei momenti più significativi di inviare informazioni.
I SERVI DI MARIA AVVIANO ADOZIONI A DISTANZA IN:
1) ORURO (Bolivia): missionario referente: P. Nico M. Sartori, Santuario Nuestra Señora del Socavon, Casilla 564 ORURO - Tel. 0059.252.50616
2) COYHAIQUE (Aysén, Cile): missionario referente: P. Bruno Predonzani,
Calle A. Barroso 455, Casilla 2D, Coyhaique, XI Region, Cile; tel. 0056.67.212313
3) KOINOMADELFIA (Santiago del Cile): missionario referente: P. Gabriele Paccanaro, MALLOCO, Pajaritos s/n, Parcela 10-B, Casilla 86, Santiago, Tel.
0056.2.8140697
4) UGANDA-KISOGA: missionario referente: P. Giuseppe Xotta, Servants of
Mary, KISOGA, P.O. Box 10559, KAMPALA, Tel. 00256.75.753135
5) MATOLA (Mozambico): missionari referenti: Siervos de Maria, Missao S.
Gabriel, Caixa Postal 7, MATOLA, Maputo - Tel. 00258.1.721570
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Mensile di informazione
e animazione missionaria
dei frati Servi di Maria di
Monte Berico.
www.missionimonteberico.it
N. 2 - Febbraio 2007 - Anno LXXXIII - Aut. Trib. Vicenza n° 150 del 18-12-1979
Corrispondente e amministratore: Polotto Francesco
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