FILOSOFIA SCIENZA E SOCIETÀ: UN DIALOGO APERTO

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FILOSOFIA SCIENZA E SOCIETÀ: UN DIALOGO APERTO
FILOSOFIA SCIENZA E SOCIETÀ:
UN DIALOGO APERTO
Numero Terzo – Novembre 2007
Editoriale
http://www.humana-mente.it
Biblioteca Filosofica © 2007 - Humana.Mente, Periodico trimestrale di Filosofia, edito dalla Biblioteca Filosofica - Sezione
Fiorentina della Società Filosofica Italiana, con sede in via del Parione 7, 50123 Firenze (c/o la Facoltà di Scienze della
Formazione dell'Università degli Studi di Firenze) - Pubblicazione iscritta al Registro Stampa Periodica del Tribunale di Firenze
con numero 5585 dal 18/6/2007.
Editoriale – Humana.Mente 3, Novembre 2007
Filosofia, scienza e società: un dialogo aperto
Scienza è farsi venire delle idee sul mondo tali
che
si
possa
verificarne
l’esattezza
con
esperimenti o con l’osservazione, per poterle
scartare se sono errate.
Qualsiasi
idea
che
provochi
riflessioni
e
interrogativi è utile anche se alla fine si rivela
sbagliata.
La scienza di per sé non è un prodotto […].
La scienza è un processo, un processo che
continuerà a modificare e perfezionare le nostre
idee sul mondo sino a quando esisteranno esseri
umani sulla terra.
Ian Tattersall, da Micromega, vol. 2/2007, pag.
37.
Da quattro anni in Toscana si svolge una manifestazione rivolta alla diffusione della cultura
scientifica, Pianeta Galileo, chiamata così in onore al grande scienziato nato toscano.
Questa manifestazione, nata con l’intenzione di portare una nuova immagine della
scienza nelle scuole e far conoscere le grandi teorie e scoperte scientifiche attraverso
lezioni magistrali dei più importanti studiosi in ogni area di ricerca, può vantare oggi più di
200 eventi in tutte le province toscane.
Humana.mente, che del rapporto tra filosofia e scienza fa un elemento di sfondo delle
sue attività, ha deciso di dedicare a Pianeta Galileo ed in particolare al dialogo tra
filosofia, scienze e società il suo terzo numero.
Nel passato scienza e filosofia non erano distinte così rigorosamente, ma insieme
formavano un complesso di riflessioni e studi, in cui da una parte stavano le idee
filosofiche circa la natura della realtà e, dall’altra, teorie e considerazioni che oggi
diremmo propriamente ‘scientifiche’.
Lentamente ma inesorabilmente si è poi assistito nel corso del pensiero occidentale alla
separazione disciplinare tra questi due rami del sapere umano. Agli inizi del Novecento,
grazie alle opere e al lavoro di alcune fra le menti più brillanti ed importanti del pensiero
filosofico (pensiamo ai Circoli di Vienna e Berlino) nasceva una filosofia completamente
diversa da quella tradizionalmente intesa come tale, di stampo ottocentesco.
Alle domande sull’essere e l’universo, ad una filosofia sistematica che pretendeva di
rappresentare anche una visione totale ed unitaria del mondo si sostituiva una filosofia
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‘scientifica’ che faceva dell’analisi del linguaggio, del metodo di verificazione e del
rapporto con le scienze dure la sua concezione portante.
Da questa nuova impostazione filosofica e da quel clima nacque poi quella che oggi
chiamiamo epistemologia, o filosofia della scienza (letteralmente della conoscenza), che
stabilisce come proprio compito quello di riflettere sul metodo e i risultati della scienza.
Nel nuovo millennio in cui viviamo le scoperte scientifiche si susseguono a ritmi sempre più
incalzanti e vanno a toccare anche quei campi che sembravano essere gli unici due
misteri irrisolti del sapere umano: l’origine dell’universo e la mente umana.
Le teorie e le scoperte delle scienze rimettono in discussione il ruolo e il posto stesso
dell’uomo nel cosmo. È inevitabile che alcune di queste abbiano una conseguenza
diretta sulle società umane e pongano serie domande di carattere etico e normativo.
Di tutto questo si parla in Pianeta Galileo e a questi temi è dedicato il terzo numero di
Humana.mente.
Così come Pianeta Galileo è iniziativa rivolta al mondo dell’insegnamento, anche questa
rivista - che è edita dalla Biblioteca Filosofica - vuole avere un rapporto privilegiato con la
scuola secondaria. Per questa ragione inauguriamo, come anticipato nello scorso
numero, una rubrica dedicata interamente alla didattica della filosofia ed in particolare
ai contributi degli insegnanti di Filosofia delle scuole superiori. Uno dei principi fondanti e
degli obbiettivi statutari della Società Filosofica Italiana – di cui la Biblioteca Filosofica fa
parte come sezione fiorentina – è proprio quello di ricucire la distanza tra la ricerca di
ambito universitario e la didattica della filosofia nelle scuole medie superiori.
La rivista ospiterà in futuro un contributo di Jean Starobinski, oggi Professore all’Università
di Ginevra, una delle più rilevanti figure di intellettuale contemporaneo, che non ha
potuto ultimare l’articolo a cui stava lavorando per la rivista, ma che al più presto
pubblicherà su Humana.mente un suo lavoro, ancora inedito in Italia. Tra le ricerche
filosofiche più interessanti ed innovative degli ultimi anni troviamo l’Ontologia Sociale, di
cui il filosofo americano John Searle è uno degli originali interpreti e sostenitori. Si può dire,
per alcuni aspetti, che Searle sia l’ideatore di questa particolare teoria sociale.
Ci è quindi sembrato appropriato al tema del rapporto tra filosofia, scienze e società
analizzare la teoria searliana. Roberto Miraglia, docente all’Università degli Studi di MilanoBicocca, è uno dei pochi studiosi italiani di quest’ultima parte della ricerca di Searle e ha
scritto per Humana.mente un saggio dal titolo Ontologia sociale: intenzionalità e
fenomeni socio-politici. Per la stessa ragione recensiamo, oltre ad una serie di testi sulla
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comunicazione della scienza, la filosofia e la storia della scienza, La costruzione della
realtà sociale di Searle, il testo (uscito in Italia nel 2006) con cui Searle propone il suo
quadro teorico.
Un campo che viene fortemente scosso da sempre nuove scoperte è quello delle
cosiddette scienze della vita, che a causa delle ricerche in campo genetico costringe
l’uomo a interrogarsi sempre di più sul confine tra scienze e morale, sul significato etico di
alcune scoperte biologiche e sul ruolo degli scienziati nelle comunità.
A questo proposito da alcuni anni ha acquisito sempre maggior peso una disciplina, la
bioetica, che parte dalla riflessione filosofica sulla vita e le scoperte scientifiche in campo
genetico e biologico, ma che vive appunto a cavallo tra la medicina, la teoria e i
‘laboratori’.
Intrecciati
a
questo
tema
si
trovano
in
questo
numero
ben
quattro
lavori:
sull’epistemologia delle neuroscienze, sul concetto di morte cerebrale, sul concetto di
informazione genetica e sul problema del trapianto d’organi.
Alla sezione delle recensioni editoriali – che ora si restringe cronologicamente alle uscite
degli ultimi due anni - si affianca da questo numero uno spazio per le ‘riletture’ di classici
che possono costituire ancora oggi uno spunto importante per la riflessione
contemporanea.
In questo numero compaiono La teoria della relatività di Einstein, di Ernst Cassirer, La
ragione nell'età della scienza, di Hans Georg Gadamer - due testi chiave della riflessione
ermeneutica sulle scienze – e, legato ai temi dell’ epistemologia in ‘laboratorio’,
Introduzione alla storia e all'epistemologia della psichiatria, di Alfredo Civita.
In questo editoriale ci teniamo ad informare che per il 2008 Humana.mente realizzerà a
Firenze un caffè philò, che in uno dei locali più famosi di Firenze, vedrà ogni mese
l’incontro tra grandi personaggi della filosofia italiana sui temi più attuali e controversi del
dibattito culturale.
Il 4° numero sarà invece interamente rivolto al Linguaggio, che sarà anche il tema del
convegno nazionale che la Biblioteca Filosofica fiorentina ed il Dipartimento di Filosofia
dell’Università degli Studi di Firenze stanno organizzando per il 24, 25 e 26 Gennaio 2008.
Così come è successo per questo terzo, il quarto ed i successivi lavori di Humana.mente
saranno aperti alla formula del call for papers ed anche ad articoli di firme prestigiose,
italiane e non.
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Delle attività della rivista e della Biblioteca Filosofica – quali il caffè philò ed il convegno
nazionale sul linguaggio – verrà data notizia sulla stampa e come sempre sui siti internet
www.unifi.it/bibfil e www.unifi.it/bibfil/humana.mente.
Se la scienza continua ad aggiornarci sulla natura della realtà e, quindi, a modificare le
nostre prospettive sul mondo e a cambiare – attraverso nuove tecnologie – il nostro modo
di vivere e lo statuto stesso delle società umane, il compito preciso e mirato, ma rilevante,
della filosofia, sarà quello di chiarificare il senso delle teorie scientifiche, di aiutare l’uomo
ad orientarsi entro la cornice di una società di fronte a questioni sempre più complesse e
di migliorare - se possibile - le condizioni di vita e non condurre l’uomo verso il baratro
della distruzione ecologica a causa di un modello di sviluppo ‘insostenibile’ o verso
l’annientamento della specie a causa di nuove guerre e di una crescente povertà
planetaria.
Nel secolo scorso ci sono state scoperte scientifiche rivoluzionarie che però la politica
degli stati ha piegato a fini bellici con conseguenze disastrose. Senza il supporto e l’aiuto
della filosofia e di comunità informate, grandi scienziati hanno purtroppo dovuto vedere i
frutti del loro genio utilizzati per scopi non illuminati.
Iniziative di divulgazione scientifica come Pianeta Galileo, convegni indirizzati a questi
temi, lezioni universitarie e piccoli tentativi editoriali come il nostro in questo numero,
vengono quindi proposti con la consapevolezza che non esiste una cultura umanistica
scissa dalla cultura scientifica e che cittadini bene informati fanno una buona
democrazia, mentre un popolo ‘ignorante’ scientificamente non può che portare ad un
impoverimento della stessa e ad un futuro pericolosamente incline al costituirsi di regimi
sempre più autoritari e a tele-crazie molto poco democratiche. La scienza è uno dei
pilastri di una sana vita democratica, poiché tutto ciò che accresce la conoscenza degli
individui ed è volto a migliorarne le condizioni di vita è un fattore positivo della vita
sociale, ma la scienza lasciata sola e rinchiusa in laboratorio - lontano dalla vita civile – in
mano a specialisti e tecnici del settore è più un pericolo che un sostegno per la
democrazia.
Ogni impegno nella direzione di una divulgazione seria e non solo a carattere
‘mediatico’, diretta all’educazione civile degli individui in comunità, deve essere
sostenuta da tutti ed in particolare dal potere pubblico dello stato e delle regioni.
Gli esiti dei referendum su specifici temi scientifici come quelli avvenuti in Italia e negli Usa
sulla fecondazione eterologa si ergono a severa testimonianza di come solo una Cultura
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diffusa per il più ampio numero di persone e senza fittizie separazioni tra scientifica e
umanistica possa costituire il solido fondamento di società democratiche.
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