Dental 1.qxd - DentalClinics
Transcript
Dental 1.qxd - DentalClinics
REVISIONE DELLA LETTERATURA E CASO CLINICO introduzione L’aumento di volume gengivale può essere idiopatico oppure essere correlato a placca, farmaci, particolari patologie sistemiche, condizioni ereditarie, modificazioni ormonali (1,2). Tra le condizioni sistemiche implicate direttamente o indirettamente nell’aumento di volume gengivale si riconoscono lo stato di gravidanza, i disordini ematici, la fibromatosi gengivale ereditaria, il diabete, l’infezione da HIV, la neurofibromatosi di von Recklinghausen (1,3,4). L’aumento di volume gengivale farmaco-indotto è la forma più comune, caratterizzata istologicamente da una componente infiammatoria associata a una fibrosa (2,5). La prevalenza di aumento di volume gengivale varia dal 3 al 65% in pazienti in cura con fenitoina, dall’8 al 70% con la ciclosporina e dallo 0.5 all’85% con nifedipina. Al contrario, la prevalenza di aumento di volume gengivale legato all’assunzione di altri componenti della famiglia dei calcioantagonisti come varapamil, diltiazem e amlopidina è significativamente minore e si attesta intorno al 5% (6,7,8). Revisioni di differenti autori riportano un’associazione variabile tra i farmaci sopra menzionati e le manifestazioni cliniche, probabilmente a causa della discrepanza tra i campioni delle popolazioni studiate, della variabilità nella raccolta dei dati e dell’identificazione di eventuali cofattori. Per quanto riguarda l’eziopatogenesi, sembrerebbe che la presenza di placca sia necessaria per l’instaurarsi dell’aumento di volume gengivale, agendo da fattore scatenante la deposizione di matrice extracellulare del tessuto connettivo. Secondo alcuni autori, però, il riscontro di depositi di placca in questi pazienti potrebbe anche essere il risultato della scarsa igiene orale dovuta alla difficoltà di mantenere pulite le gengi- Volume gengivale e farmaci calcio antagonistiti Daniela Carmagnola*, Marco Cargnel**, Silvio Celestino**, Alessandro Villa**, Isabella Marziali**, Silvio Abati*** * DDS, PHD, Dipartimento di Medicina Chirurgia e Odontoiatria, Università degli Studi di Milano, Italia ** DDS, Dipartimento di Medicina Chirurgia e Odontoiatria, Università degli Studi di Milano, Italia *** MD, DMD, Dipartimento di Medicina Chirurgia e Odontoiatria, Università degli Studi di Milano, Italia n Background: l’aumento di volume gengivale è una condizione che può essere indotta da placca, farmaci, ormoni o essere associata a condizioni sistemiche. Questo lavoro descrive un caso di aumento di volume gengivale localizzato in un uomo di 72 anni in terapia con calcio antagonisti per l’ipertensione. n caso clinico: Il paziente, affetto da diabete non insulino dipendente, ipertensione, glaucoma, sindrome apnoica ostruttiva notturna, in terapia con metformina, amlodipina ed enalapril è giunto presso la nostra struttura per consulto specialistico in merito ad aumento di volume gengivale in sede frontale superiore. Il tessuto gengivale tra 1.3 e 2.3 appariva aumentato di volume ed eritematoso con profondità di sondaggio di 6 - 8 mm. Il piano di trattamento ha incluso la terapia eziologica parodontale seguita da intervento chirurgico di gengivectomia. Nel controllo a un anno le caratteristiche anatomiche ristabilite erano mantenute. n discussione: La soluzione ottimale per il trattamento dell’aumento di volume gengivale indotto da farmaci dovrebbe includere la sostituzione del farmaco responsabile. Bisogna essere consapevoli che a volte alterare un elemento della terapia farmacologica di un paziente può significare modificare un equilibrio stabile raggiunto nel tempo e quindi questo approccio può essere giustificato solo in casi selezionati. La terapia causale e chirurgica, associata a un’igiene orale domiciliare adeguata, possono rappresentare una soluzione terapeutica efficace nel controllo di questa patologia anche senza sospensione del farmaco responsabile. ve modificate dal punto di vista anatomico (5,6,9,10,11,12,13). Sono stati riportati casi di aumento di volume gengivale in condizioni di igiene orale ottimale e pazienti nei quali, nonoAnno VI - n°1 - febbraio 2012 25 DentalClinics PERIODICO DI ODONTOIATRIA GENERALE Punto chiave È molto probabile che esista una suscettibilità individuale dovuta a fattori genetici e ambientali. Punto chiave L’aumento di volume si osserva di solito nei primi tre mesi di assunzione del farmaco. 26 Anno VI - n°1 - febbraio 2012 stante la presenza di placca, la patologia non sia manifestata; è quindi probabile che vi sia una suscettibilità individuale dovuta a fattori genetici e ambientali. Nonostante questo, è stato ampiamente documentato come ridurre la carica batterica e di conseguenza l’infiammazione gengivale possa avere un impatto positivo sulla riduzione di incidenza di aumento di volume gengivale (7). Fattori di rischio legati all’aumento di volume gengivale indotto da farmaco includono: la predisposizione genetica (eterogenicità dei fibroblasti), l’età, il sesso (i maschi sono tre volte più suscettibili), variabili parodontali e una serie di variabili farmacocinetiche (1,2,6,11,14). I segni clinici di aumento di volume gengivale correlato all’assunzione di farmaci si manifestano di solito entro i primi tre mesi di assunzione. L’aumento di volume si manifesta inizialmente a livello della papilla interdentale e si estende poi al versante vestibolare e palatale del margine gengivale; le dimensioni possono poi aumentare fino a ricoprire la corona degli elementi dentari e interferire con la masticazione, la fonazione e l’estetica (7). Sebbene tutti i farmaci elencati producano condizioni cliniche simili, il meccanismo col quale queste si manifestino non è ben conosciuto e potrebbe essere differente per ogni farmaco. Alcuni meccanismi proposti includono la produzione di una forma inattiva di collagenasi a opera dei fibroblasti gengivali che potrebbe modificare il volume del tessuto gengivale creando uno scompenso nel turnover del collagene, oppure una risposta alterata dai farmaci ai batteri della placca o l’ipersensibilità di una sottopopolazione dei fibroblasti ai farmaci (5,10,15). Trackman & Kantarci (2) hanno riassunto le attuali conoscenze in merito alle caratteristiche molecolari e cellulari dell’aumento di volume gengivale e hanno riportato che sia gli aspetti clinici che molecolari possono differenziarsi nelle varie forme di crescita gengivale in relazione ai farmaci responsabili e che svariati e diversi loci genetici sono connessi alle forme ereditarie di aumento di volume gengivale. L’aumento di volume gengivale severo, che porta a compromissione della funzione masticatoria e dell’estetica, necessita di escissione chirurgica del tessuto in eccedenza. Attualmente i protocolli prevedono un’escissione completa della lesione, curettage degli elementi interessati e contigui e analisi istopatologica del tessuto rimosso (16,17). Scopo del presente articolo è di descrivere un caso di aumento di volume gengivale localizzato in un uomo di 72 anni in terapia con calcio antagonisti per l’ipertensione. descrizione e risultati del caso clinico Il paziente è giunto alla nostra attenzione inviato dalla sua igienista dentale a causa di un aumento di volume e sanguinamento delle gengive, specialmente nella regione frontale superiore, riscontrato tre settimane prima. L’ultima visita odontoiatrica risaliva a quattro anni prima. L’igienista ha sottoposto il paziente a una seduta di igiene professionale sopra e sotto-gengivale con strumenti a ultrasuoni al fine di rimuovere placca e tartaro. A tre settimane di distanza le condizioni cliniche generali in termini di sanguinamento e profondità di sondaggio erano migliorate, ma la regione frontale superiore mostrava ancora segni di aumento del volume gengivale, sondaggio > 6 mm e sanguinamento. Il paziente soffriva di diabete mellito non insulino dipendente, glaucoma oculare bilaterale e di sindrome apnoica ostruttiva notturna (OSAS). Era in terapia con REVISIONE DELLA LETTERATURA E CASO CLINICO metformina (anti-diabetico), amlodipina (calcio antagonista), enalapril (ACE inibitore) da circa dieci anni e, da tre anni con una maschera notturna a pressione positiva con flusso continuo per la cura dell’OSAS. Sia il diabete che l’ipertensione erano ben controllati tramite la terapia farmacologica, come confermato dalla misurazione della pressione arteriosa e dell’indice glicemico ottenuti in prima visita. Il paziente riferiva che l’aumento di volume delle gengive era comparso circa due anni prima. All’esame obiettivo il tessuto gengivale tra 1.3 e 2.3 risultava edematoso, eritematoso e ispessito. La porzione apicale delle corone degli incisivi frontali e laterali superiori era nascosta dai tessuti molli (Figura 1). Sempre in quest’area era presente una profondità di sondaggio pari a 6-8 mm e fenestrazioni nel contesto del tessuto gengivale (Fig 2). Oltre questa regione, le gengive mostravano segni di infiammazione tipici della gengivite generalizzata, con un sondaggio < 4 mm e senza aumento di volume. Nonostante il paziente avesse recentemente effettuato un trattamento di igiene orale professionale il controllo di placca domiciliare risultava scarso (Figure 1 e 2). È stato pianificato ed eseguito un piano di trattamento che ha incluso la terapia eziologica parodontale comprensiva di detartrasi, levigatura radicolare, istruzioni e motivazione all’igiene orale. Nel frattempo, al paziente sono stati prescritti sciacqui orali con collutorio alla clorexidina allo 0,12% due volte al giorno per sei settimane. Un mese dopo la fine della terapia causale, il tessuto parodontale appariva più sano e la profondità e il sanguinamento al sondaggio si erano ridotti, ma l’aumento di volume gengivale nella zona frontale superiore rimaneva inalterato; il paziente inoltre riferiva difficoltà a mantenere una corretta igiene orale della zona a causa dell’a- Figura 1 Aspetto del paziente alla prima visita Figura 2 Vista del gruppo frontale superiore con una sonda parodontale a indicare la profondità di sondaggio e le fenestrazioni gengivali natomia innaturale delle gengive. Il paziente è quindi stato sottoposto a un intervento di gengivectomia dall’elemento 1.3 al 2.3 in modo tale da ristabilire una anatomia fisiologica del tessuto parodontale. Sotto anestesia locale con mepivacaina al 2% con epinefrina 1:100000 (Carbocaina 2%, AstraZeneca SpA, Basiglio, Italia), è stata effettuata una incisione bisellata nelle gengive e il tessuto in eccesso è stato rimosso (Figura 3) e inviato per l’esame istologico. Il paziente è stato istruito a non spazzolare vigorosamente nella regione frontale superiore per una settimana e a sciacquare con collutorio alla clorexidina allo 0,12% due volte al giorno per due settimane. Il controllo del dolore è stato ottenuto con compresse di paracetamolo 500 mg due volte al giorno per tre giorni. Il paziente è stato richiamato per visite di controllo a una e tre settimane dall’intervento e poi Punto chiave Il paziente era in terapia con metformina, amlodipina ed enalapril. Anno VI - n°1 - febbraio 2012 27 DentalClinics PERIODICO DI ODONTOIATRIA GENERALE Punto chiave A un anno dall’intervento le gengive appaiono sane con minimi segni di aumento gengivale. Figura 3 In seguito a terapia causale e all’ottenimento di un adeguato controllo di placca, il paziente è stato sottoposto a gengivectomia Figura 4 Controllo dopo 1 anno con cadenza mensile per i primi sei mesi. Il paziente è guarito senza complicazioni e sei mesi dopo, al controllo, i tratti anatomici ristabiliti nella regione superiore frontale erano rimasti inalterati. Il controllo della placca non era ancora perfetto e il paziente è stato sottoposto a detartrasi e polishing sopragengivale e istruito al mantenimento dell’igiene domiciliare ai controlli. Un anno dopo l’intervento (Figura 4), le gengive apparivano sane e si riscontravano soltanto minimi segni di aumento gengivale. Le pratiche di igiene orale domiciliare prevedevano, oltre allo spazzolamento, l’utilizzo di collutorio alla clorexidina allo 0,12% una volta al giorno per una settimana, seguito da sciacqui con collutorio al fluoro (Elmex, Gaba International AG, Münchenstein, CH) una volta al giorno per tre settimane, da ripetere ciclicamente. Il referto istolopatologico ha confermato che il tessuto era caratterizzato da “fibrosi e infiammazione cronica”. orale. Inoltre, a causa del diabete e dell’ipertensione, il paziente assumeva tre diversi farmaci e il diabete stesso è considerato un fattore di rischio per la malattia parodontale (4,18). Delineare di quale portata potesse essere il peso di ogni singola componente sull’instaurarsi dell’aumento di volume gengivale è difficile, poiché è noto che l’aumento di volume gengivale si manifesta in modo variabile in individui diversi con fattori di rischio simili (2). Una recente relazione dell’American Academy of Periodontology (19) afferma che più di venti farmaci sono stati associati all’aumento di volume gengivale e, nonostante fenitoina, calcio antagonisti e ciclosporina siano chiaramente le tre maggiori categorie di medicinali coinvolti, spesso i pazienti assumono contemporaneamente più farmaci e sono affetti da condizioni molteplici, le cui interazioni e potenziali contributi non sono ancora ben compresi (1,9,11). La soluzione ottimale per il trattamento dell’aumento di volume gengivale indotto da farmaci dovrebbe includere la sostituzione del farmaco responsabile (1,5,13,19) poiché questa pratica si è dimostrata efficace nel produrre una diminuzione dell’aumento di volume gengivale indotto da calcio-antagonisti (20). Tuttavia, tutte le terapie farmacologiche a cui il nostro paziente discussione 28 Nel caso presentato, il paziente risultava positivo a fattori di rischio noti per l’aumento di volume gengivale, come la terapia con calcio antagonisti e la scarsa igiene Anno VI - n°1 - febbraio 2012 REVISIONE DELLA LETTERATURA E CASO CLINICO era sottoposto erano necessarie per il suo stato di salute e stavano funzionando correttamente per il controllo dell’ipertensione e del diabete da dieci anni. Inoltre, per quanto riguarda questo paziente, il controllo dell’ipertensione è stato raggiunto attraverso la combinazione di due farmaci, di cui uno era l’amlodipina, un farmaco calcio antagonista conosciuto per una bassa prevalenza di aumento del volume gengivale se comparato alla nifedipina (3,3% vs 6,3%) (6). Considerate queste premesse, l’approccio più razionale per trattare un simile caso era intervenire inizialmente soltanto sui fattori di rischio locali senza alterare lo stato farmacologico acquisito del paziente; pertanto l’ipotesi di cambiare la terapia farmacologica è stata abbandonata (9). Poiché la qualità e la durata della vita aumentano continuamente anche grazie a nuove terapie, è sempre più frequente incontrare pazienti in cura con combinazioni di farmaci per il trattamento di numerose patologie. Bisogna essere consapevoli che a volte alterare un elemento della terapia può significare modificare un equilibrio stabile raggiunto dopo aver provato diverse combinazioni di medicinali e quindi questo approccio per trattare l’aumento di volume gengivale può essere giustificato solo in casi selezionati (13). La terapia causale non-chirurgica associata a un’igiene orale domiciliare adeguata e l’utilizzo di collutorio alla clorexidina possono limitare l’aumento di volume gengivale, ridurre l’estensione dell’infiammazione indotta dalla placca e il tasso di recidiva. Questo approccio terapeutico dovrebbe quindi essere iniziato non appena possibile e precedere un eventuale trattamento chirurgico (5,13,19). Nel caso presentato, il paziente non era completamente collaborante, ma i frequenti controlli e le ripetute sedute di igiene professionale e motivazio- ne hanno permesso di raggiungere un adeguato livello di igiene orale. La gengivectomia è considerata l’opzione di prima scelta nel trattamento chirurgico dell’aumento di volume gengivale quando tutte le altre misure conservative possibili hanno fallito e quindi il caso è stato risolto attraverso la rimozione del tessuto in eccesso. Bibliografia 1. Khera P, Zirwas JS & English JC 3rd (2005). Diffuse gingival enlargement. J Am Acad Dermatol, 52(3 Pt 1):491-9. 2. Trackman PC & Kantarci A (2004). Connective tissue metabolism and gingival overgrowth. Crit Rev Oral Biol Med, 15(3):165-175. 3. Doufexi A, Mina M & Ioannidou E (2005). Gingival overgrowth in children: epidemiology, pathogenesis, and complications. A literature review. Journal of Periodontology, 76(1):3-10 4- Fay AA, Satheesh K & Gapski R (2005). Felodipine-influenced gingival enlargement in an uncontrolled type 2 diabetic patient. J Periodontol, Jul;76(7):1217. 5. Camargo MP, Melnick PR, Pirih FQM, Lagos R &. Takei HH (2001). Treatment of druginduced gingival enlargement: aesthetic and functional considerations. Periodontology 2000, 27(1):131-138 6. Ellis JS, Seymour RA, Steele JG, Robertson P, Butler TJ & Thomason J N (19 9 9). Prevalence of gingival overgrowth induced by calcium channel blockers: a communitybased study. J Periodontol, 70(1):63-7 7. Nuha Nakib, Seema S. Ashrafi. Drug-Induced Gingival Overgrowth. Dis Mon. 2011 Apr;57(4):225-30. 8. Kaur G, Verhamme K M, Dieleman J P, Vanrolleghem A, van Soest EM, Stricker BH, Sturkenboom MC. Association between calcium channel blockers and gingival hyperplasia. J Clin Periodontol. 2010 Jul;37(7):62530. 9. Ciancio SG (2004). Medications’ impact on oral health. JADA 135(4):1440-1448 10. Kataoka M, Kido J, Shinohara Y & et Nagata Anno VI - n°1 - febbraio 2012 29 DentalClinics PERIODICO DI ODONTOIATRIA GENERALE T (2005). Drug-Induced Gingival Overgrowth - a review. Biol Pharm Bull, 28(10):18171821 11. Seymour R A, Ellis J S & Thomason J M (2000). Risk factors for drug-induced gingival overgrowth. Journal of Clinical Periodontology, 27 (4):217–223 12. Seymour R A, Ellis J S, Thomason J M, Monkman S & Idle JR (1994). Amlodipineinduced gingival overgrowth. J Clin Periodontol, 21:281-3 13. Mavrogiannis M, Ellis JS, Thomason JM & Seymour RA (2006). The management of drug-induced gingival overgrowth. Journal of Clinical Periodontology, 33(6):434-439 14. Seymour RA (2003). Dentistry and the medically compromised patient. Surgeon, 1(4):207-14. 15. Seymour R A, Thomason J M & Ellis J S (1996). The pathogenesis of drug-induced gingival overgrowth. Journal of Clinical Periodontology, 23 (3):165-175 16. Seymour RA (2006). Effects of medications on the periodontal tissues in health and disease. Periodontology 2000, 40:120-129 17. Ballini A, Scattarella A, Crincoli V, Carlaio RG, Papa F, Perillo L, Romanazzo T, Bux MV, Nardi GM, Dituri A, Cantore S, Pettini F, Grassi FR. Surgical treatment of gingival overgrowth with 10 years of follow-up. Head Face Med. 2010 Aug 12;6:19. 18. Mealey B & Oates T (200 6). Diabetes Mellitus and Periodontal Diseases. J Periodontol, 77:1289-1303 19. American Academy of Periodontology (2004). Drug-associated gingival enlargement. Journal of Periodontology, 75:14241431 20. Raman PG, Mishra VN & Singh D (1988). Nifedipine induced gingival hyperplasia. Journal of the Association of Physicians of India, 36(3):231-3 ERRATA CORRIGE da Dental Clinics n. 5 - dicembre 2011 Nell’articolo Perimplantiti: una nuova sfida per il team odontoiatrico è stato erroneamente omesso il nome del Dr. Giulio Cesare Leghissa tra gli autori. Ci scusiamo con i lettori e gli autori. 30 Anno VI - n°1 - febbraio 2012