Studio dell`adattabilità in ambiente montano di alcune varietà di Noce

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Studio dell`adattabilità in ambiente montano di alcune varietà di Noce
Studio dell’adattabilità in ambiente montano di alcune varietà di
Noce
ORIGINE DEL PROGETTO
In Valle d’Aosta, la coltura del noce non è radicata come in altre regioni italiane e la sua diffusione è
strettamente legata all’utilizzo famigliare. Le cause di questa sottovalutazione del noce come coltura da
reddito sono dovute principalmente alla scarsa redditività delle piantagioni tradizionali, dovuta a molteplici
fattori quali la mancanza o l’insufficienza di cure colturali, il modesto o nullo impiego di cultivar di pregio,
l’irrazionalità degli impianti basati sulla coltura promiscua, gli elevati costi durante la fase di raccolta per
mancanza di meccanizzazione. Inoltre, dal dopoguerra ad oggi, si è assistito spesso, con l’abbandono delle
campagne e di parte dell’agricoltura montana, al taglio di esemplari di noce senza che si provvedesse alla
loro sostituzione, pensando che questa pianta richieda tempi lunghi prima di fornire un utile.
La coltura del noce in Valle d’Aosta è attuata prevalentemente con criteri obsoleti; infatti le piante, sparse
sull’appezzamento o ai margini dei campi, sono coltivate con tecniche spesso rudimentali e approssimative
nella convinzione, sicuramente errata, che il noce non possa essere coltivato con razionalità e profitto.
L’obiettivo principale, quindi, è quello di valorizzare al massimo la noce ed i suoi prodotti incoraggiando il
consumo di questo frutto in virtù dei suoi valori nutrizionali e dietetici, e incentivando i valdostani ad
effettuare impianti intensivi di noci o, quanto meno, a recuperare, attraverso questa specie, le zone marginali
ed abbandonate, molto presenti sul territorio della Valle d’Aosta.
È evidente che, accanto a questi accorgimenti, bisogna adottare una produzione nocicola razionale attraverso
la scelta di un materiale vegetativo adatto e selezionato, una rigorosa condotta agrotecnica del proprio
frutteto ed una gestione ottimale delle operazioni post-raccolta (conservazione).
L’ampia diffusione, a livello spontaneo, di questa specie sul territorio valdostano ha indotto a provare
l’adattabilità di alcune cultivar, di diversa origine, alle condizioni pedo-climatiche della nostra regione. Visto
che il noce è caratterizzato da una fioritura molto precoce, è interessante soprattutto verificare l’influenza
delle temperature, durante questo stadio fenologico, sui risultati produttivi finali.
OBIETTIVI
Individuare, fra 10 varietà diverse (Franquette, Meylannaise, Ronde de Montignac, Pieral Lara e Adam’s 10,
di origine francese, Sibisel 39, di origine rumena, Geisenhein 139, di origine tedesca, Chandler CR88 e
Hartley, di origine californiana, ed infine Chase D9, dell’Oregon), quelle che presentano le migliori
caratteristiche produttive e di adattabilità all’ambiente montano (noceto di Champlan).
Individuare, fra 4 varietà diverse (Franquette, Fernor e Lara, di origine francese, Chandler, di origine
californiana), quelle che presentano le migliori caratteristiche produttive e di adattabilità
all’ambiente montano (noceto di Moncenis). Sono state inoltre inserite altre due cultivar (Meylannaise
e Ronde de Montignac, di origine francese) allo scopo di migliorare l’impollinazione delle varietà
principali.
Confronto dell’adattabilità delle cultivar a due quote ed esposizioni differenti (Champlan e
Moncenis).
Produzione dell’olio di noci con conseguente calcolo della resa allo sgusciato e resa finale in olio
(estrazione).
ATTIVITÀ PREVISTE
Le varietà prese in esame, allevate a vaso con un sesto d’impianto di 8 x 8 m, a Champlan, e 8 x 6 m, a
Moncenis, sono sottoposte ad analisi produttive (produzioni unitarie, peso del frutto intero e % dello
sgusciato) e di sensibilità nei confronti di avversità biotiche ed abiotiche, in particolare la diversa tolleranza
al freddo invernale e soprattutto alle gelate primaverili.
Vengono quindi misurate le diverse epoche di fioritura (maschile e femminile) e di raccolta (inizio e fine).
ATTIVITÀ SVOLTA
analisi produttive (produzioni unitarie, peso del frutto intero e % dello sgusciato)
analisi di sensibilità nei confronti di avversità biotiche ed abiotiche, in particolare la diversa
tolleranza al freddo invernale e soprattutto alle gelate primaverili.
misura delle diverse epoche di fioritura (maschile e femminile) e di raccolta (inizio e fine).
RISULTATI
I risultati parziali del noceto di Champlan sono i seguenti:
Produzione: le varietà di origine francese, Franquette, Meylannaise e Pieral Lara in particolare, hanno
mostrato buoni livelli produttivi.
Precocità: Franquette e Pieral Lara, a differenza delle varietà americane, sono più tardive e quindi
riescono a
sfuggire in parte alle gelate primaverili, aspetto molto importante per le nostre
condizioni montane.
Peso di 50 gherigli: Sibisel è la cultivar che ha mostrato il peso più elevato.
Resa allo sgusciato: la media è stata del 44%, con le varietà Adam’s e Ronde de Montignac che
presentavano una resa maggiore (48%).
Resa in estrazione di olio: la resa media è stata del 64%; per la produzione di 1 l di olio di noci, quindi,
sono necessari 3,6 kg di noci che corrispondono a 1,6 kg di gherigli (la resa dipende tuttavia dalla resa
allo sgusciato di ciascuna cultivar).
Degustazione dei gherigli: la miglior cultivar è risultata Franquette.