Miglioramento e diffusione della coltivazione di piccoli frutti
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Miglioramento e diffusione della coltivazione di piccoli frutti
“Miglioramento e diffusione della coltivazione di piccoli frutti con metodo biologico nella provincia della Spezia” Introduzione al progetto A livello commerciale sono considerati piccoli frutti lamponi, more di rovo, ribes, uva spina mirtilli e ibridi interspecifici. Questi fruttiferi hanno conquistato negli ultimi anni uno spazio sempre più ampio in Italia, grazie a un crescente interesse da parte del consumatore che ha iniziato a conoscerli e ad apprezzarne i pregi alimentari e il valore nutrizionale e farmaceutico. Nelle zone dove si è sviluppata e consolidata un’economia integrata tra turismo e agricoltura, come accade nell’intera provincia dello spezzino, i piccoli frutti trovano uno spazio produttivo e commerciale ben definito, anche per l’immagine di genuinità che queste specie e l’ambiente collinare evocano. Il loro inserimento nei circuiti di vendita in azienda, e negli agriturismi ne mette in luce l’immagine di genuinità. Inoltre negli ecosistemi collinari il clima accentua i pregi organolettici dei frutti (consistenza della polpa, brillantezza del colore, serbevolezza, profumo), utilizzati sia freschi che trasformati in confetture, gelatine e sciroppi. Per il loro ruolo multifunzionale (diversificazione colturale, valorizzazione delle aree interne e marginali, potenzialità per la ricchezza in principi farmacologicamente attivi) queste specie rappresentano una risorsa in grado di offrire prospettive innovative di sviluppo anche per le zone svantaggiate. Le aziende coinvolte nel progetto sono collocate in areali assai differenti, e interessanti sia la pianura più vicina al mare che le zone collinari dell’entroterra spezzino. 1 Scelte operative Da un punto di vista operativo si è proceduto dapprima ad analizzare i terreni delle aziende richiedendo in ogni caso l’analisi completa del medesimo, ossia sia l’analisi granulometrica che quella chimico fisica, al fine di determinare la composizione in termini di sabbia, limo argilla, il PH la percentuale di sostanza organica, e la dotazione dei principali macro e microelementi. Il valore di pH rilevato ha indirizzato in modo perentorio la scelta nella coltivazione del mirtillo, per il quale valori di pHsuperiori a 6 manifestano squilibri nutrizionali soprattutto a carico del ferro. Inoltre la vegetazione spontanea presente nelle aziende aveva suggerito ancor prima dei risultati delle analisi la vocazione del terreno ad accogliere questo frutto. Infatti là dove sono naturalmente presenti altre Ericaceae, quali eriche e rododendri si può essere certi del buon esito della coltivazione. Con tali premesse si è scelto di coltivare il mirtillo soltanto nelle aziende, i cui risultati delle analisi avevano evidenziato abbondante presenza di sostanza organica (3-4%), assenza di calcare attivo e pH naturalmente basso. Gli interventi di ammendamento, concimazione e/o correzione del terreno sono stati effettuati secondo quanto indicato dai risultati delle analisi dei terreni destinati alle coltivazioni, redigendo per ogni singola azienda l’opportuno piano d’intervento, ossia indicando le unità fertilizzanti consigliate per la concimazione all’impianto. Specie e varietà allevate La scelta delle specie e relative varietà da coltivare è stata effettuata in base alle caratteristiche agronomiche, legate soprattutto alla reazione del terreno (pH) e alla tessitura, e alle condizioni climatiche, nel senso di temperatura, piovosità e altitudine, rilevate in ogni azienda pilota. L’individuazione dei vivaisti da cui approvvigionarsi per il reperimento di talee (ribes, uva spina, rovo) e polloni (lampone) da impiegare per il progetto è stata suggerita dal Dipartimento di Frutticoltura dell’Università di Torino, Facoltà di Scienze Agrarie, nostro consulente in questo Progetto. Al fine di ottenere infatti una produzione qualitativamente soddisfacente è necessario partire dall’impiego di materiale genetico sano, possibilmente certificato, resistente a malattie ed avversità, attenendosi per questo alle liste di orientamento varietale. A partire da queste liste di orientamento, frutto della sperimentazione che da numerosi anni è condotta a livello nazionale, è stata effettuata una scelta di quelle cultivar che presentavano caratteristiche agronomiche che più si adattavano al territorio spezzino. Inoltre si è considerata per ogni azienda sia la vocazione produttiva, ossia la destinazione del prodotto (mercato fresco o trasformato), che le esigenze del mercato, al fine di coprire con cultivar precoci medie e tardive l’intera richiesta dei consumatori. Lampone (Rubus idaeus) lampone rosso unifero e rifiorente (Tulameen, Heritage, Himbo Top, Polana) e giallo (Herbst Gold) Per l’impianto sono stati impiegati polloni radicati, invasati presso l’Azienda Agricola Dimostrativa entro contenitori in plastica riempiti con torba e terriccio certificato biologico (Bio Pot, Brill). La scelta varietale è stata dettata da caratteristiche che hanno riguardato il ciclo colturale, con cultivar unifere e rifiorenti, producendo le prime soltanto sul legno dell’anno precedente, mentre le altre presentano una prima fruttificazione a fine estate sui germogli fruttiferi sviluppatesi da gemme pronte all’estremità dei polloni nell’anno stesso della formazione ed una seconda nell’estate dell’anno seguente, come nelle varietà unifere. A seconda della disponibilità di manodopera, le aziende hanno scelto di ottenere due raccolti all’anno dalle varietà bifere, eseguendo a tal fine gli interventi cesori in due tempi, una prima in inverno per eliminare la porzione di pianta che ha fruttificato ed una seconda dopo la normale fruttificazione estiva, oppure la sola produzione autunnale, tagliando allo scopo i polloni a raso terra subito dopo il raccolto. Le aziende coinvolte nel progetto hanno provato entrambi i metodi di conduzione nel primo anno di attività, destinando all’anno successivo la scelta che risultava più vantaggiosa in termini di 2 costo di gestione dell’impianto e necessità di mercato. Si sottolinea infatti come la varietà Tulameen allevata in tutte le aziende e punto di riferimento per le varietà unifere, presenti un’epoca di fruttificazione così prolungata, da poter soddisfare la richiesta del mercato non solo per le primizie ma anche per l’estate, inducendo così la scelta delle rifiorenti verso il sistema di potatura che consente la sola produzione autunnale, con la quale si copre una richiesta del mercato non soddisfatta dalle cultivar unifere. Ribes rosso (Junifer, Jonkheer, Rovada), bianco (Blanka) e nero (Geant de Boskoop, Noir de Borgogne, Black down) Sono state messe a dimora talee di ramo radicate e invasate con torba e terriccio certificato biologico (Eco Pot, Brill). Si è consigliato di speronare all’impianto le barbatelle a due gemme, al fine di stimolare l’emissione di numerosi germogli basali. La forma di allevamento adottata è il cespuglio. Il ribes rosso e bianco prosperano in terreni soffici e ricchi di humus, a reazione neutra o acida, presentano apparato radicale profondo e ciò permette alle piante di sopportare lunghi periodi di siccità; tuttavia la produttività aumenta considerevolmente in terreni irrigui. Rovo Tutte le varietà (Locheness, Triple Crown, Jumbo) sono unifere, e pur esistendo anche varietà a portamento strisciante e tralci spinescenti si è preferito scegliere cultivar senza spine e a portamento eretto o semi eretto. Uva spina rossa (Captivator, Hinnomaki rote) e bianca (Hinnonmaki Gelb) Sono state messe a dimora talee di ramo radicate e invasate con torba e terriccio certificato biologico (Eco Pot, Brill). Si è consigliato di speronare all’impianto le barbatelle a due gemme, al fine di stimolare l’emissione di numerosi germogli basali. Mirtillo gigante americano (Vaccinium corymbosum) Duke, Berkley, Brigitta Blue, Bluecrop Si è consigliato, in tutte le aziende che hanno messo a dimora le talee radicate, di apportare sostanza organica all’impianto in grande quantità (18-20 litri per buca), con torba acida, segatura, aghi di pino e letame ben maturo, al fine di creare un ambiente adatto all’insediamento e allo sviluppo delle piante. 3