N°2 - 2009

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N°2 - 2009
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Intervista al presidente
Nazionale della C.N.D.A.
Giovanni Gentile
di Francesco Fabbri
Ormai siamo giunti al giro di boa del primo anno
dalla rielezione del Consiglio Direttivo della C.N.D.A., un
anno dei più sofferti della storia sportiva della C.N.D.A.
La diatriba tra C.N.D.A. e UITS è ormai entrata
a far parte della storia e speriamo che ci resti per sempre.
Il 2009 può entrare a pieno titolo tra le pietre miliari della
vita della C.N.D.A. e chiediamo a Giovanni Gentile di
raccontarci in prima persona come lo ha vissuto.
Presidente, torna con la memoria all’incontro di Roma e
raccontaci quali sono state le tue prime sensazioni un
attimo dopo la firma sull’accordo tra C.N.D.A. e UITS.
Sono stato l’ultimo ad uscire dalla stanza,
mi rendevo conto che era accaduto qualcosa d’importante, ma ancora non mettevo bene a fuoco,
all’amico Giorgio Cavicchi che mi accompagnava ho
chiesto in romagnolo “ma l’abbiamo preso o dato?”
la sua espressione è stata la risposta più eloquente.
Pensavi veramente di riuscire ad ottenere praticamente
l’intera posta in palio?
Assolutamente no, dopo quattro anni passati
a sbattere contro porte chiuse o cercare di parlare
con orecchie tappate, poteva accadere di tutto e di
più. Però sottolineo che questo è u n primo accor do,
sarà da rivedere e migliorare in alcuni punti, ma è in
ogni caso una buona base di partenza.
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Durante la diatriba con UITS, i tuoi associati sono stati un
blocco granitico, perché le difficoltà cementano, poi una
volta raggiunta la vittoria c’è stato il rischio concreto di
un rilassamento? Come lo hai affrontato?
Al termine della battaglia c’è sempre da
parte del vincitore la voglia di fare “pulizia, ma
questo nella C.N.D.A. non è accaduto, i soci, seppur
con qualche legittimo “mal di pancia”, hanno tenuto
un profilo basso, civile e consapevole e questo non
deve essere scambiato come un rilassamento, ma
un merito, riconosciuto con profondo rispetto.
Una domanda che sempre più spesso circola tra i tesserati C.N.D.A. è come comportarsi con quei dissidenti che
con il loro comportamento hanno messo in serio pericolo
l’esistenza della C.N.D.A.
Fortunatamente essi erano un numero
esiguo ma numeroso quanto bastava per dare il via
alla campagna di delegittimazione della C.N.D.A.,
senza di essi non sarebbe mai partita la burletta
dell’avancarica UITS. Ora, ad accordo firmato, sono
tornati quasi tutti nella casa madre, la C.N.D.A.,
che li ha accolti nuovamente ed a pieno titolo. Solo
alcuni elementi stanno ancora dimenando gli ultimi
colpi di coda, attaccando personalmente la
presidenza della C.N.D.A., ma per loro s i sono
aperte le porte della Giustizia, civile e penale.
Sin dalle prime battute si è visto che l’accordo si basava
su fondamenta molto instabili e certo non per colpa di
C.N.D.A., gli episodi di Coldrano e Cerea, calendari non
concordati e decisioni unilaterali, ecc..., quando e com’è
avvenuta la svolta?
La svolta è avvenuta, quando mi sono reso
conto che le trattative andavano portate avanti di
persona con un colloquio a due tra il presidente
dell’UITS, Obrist, ed il sottoscritto, scavalcando di
fatto tutti gli intermediari più o meno affidabili, e
devo dire che ho avuto il piacere di trovare in Obrist
una persona corretta e disponibile al dialogo.
Un altro passo altrettanto importante e meno sofferto è
stato l’accordo firmato tra C.N.D.A. e FITAV, cosa ti
aspetti da questo nuovo compagno di viaggio?
In FITAV si è respirata subito un’aria diversa,
sarà stato che tra piattellisti ci s’intende “al volo”,
sono bastate poche battute col presidente Rossi
che l’accordo è stato formalizzato. Sul tiro a volo
ad avancarica è stata data a C.N.D.A. mano libera
assicurandole il pieno appoggio di FITAV e questo
è un passo importantissimo, tutte le gare ufficiali si
disputeranno sui campi FITAV e non può esservi
vetrina migliore per la promozione del tiro a volo
ad avancarica.
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Lo scoppio del fucile ed una grazia ricevuta
Uno sfortunato cacciatore si reca a caccia, s’avvicina per colpire alcune tortore posate su un
albero alla sua destra, prende la mira, spara, ma l’arma gli scoppia tra le mani fortunatamente senza
conseguenze dolorose, ed egli, devoto e riconoscente, ringrazia la Madonna.
Il nostro cacciatore è persona di media età e d’evidente agiatezza perché veste con una certa
ricercatezza: le fibbie delle scarpe e l’abito sono propri di persona abbiente certamente con buona
pratica di caccia e delle armi.
Vediamo lo schioppo: possiamo immaginare un ottimo Zanotti, prodotto dai rinomati
archibugieri di S. Maria in Fabriago, rifinito ad arte, con acciarino “moderno o alla francese”.
Nella tavoletta si nota il calcio in scuro legno di noce o di pero, calciolo in metallo, lunga canna,
cane che stringe la pietra focaia, lo scodellino, la martellina, e lo scoppio con la vampata di fuoco che si
propaga lungo la canna con fiammate che fuoriescono persino dalla bocca dell’arma. Cosa può essere
accaduto?
Esclusa un’esagerata carica di polvere e di pallini, chi ha pratica di caricamento noterebbe la
bacchetta che sporge in modo abnorme.
Anche ammettendo una carica errata - si consideri che la pres sione massima si ha nel la camera
di scoppio o nella sua prossimità - nel caso in esame l’esplosione ha provocato la frattura della canna
per tutta la sua estensione.
Canna con difetto di costruzione o di logoramento? Probabilità da non escludere a priori anche
se pare difficile pensare che una persona benestante possa recarsi a caccia con uno schioppo in quelle
condizioni.
A mio avviso la causa più probabile dello scoppio potrebbe essere dovuta ad una disattenzione,
l’ostruzione della canna, con foglie o fango, durante il percorso accidentato in campagna con
conseguente sovrappressione.
L’impazienza di sparare gli ha giocato un brutto tiro, la prudenza, specialmente con le armi, non
è mai troppa!
Piero Raggi
Tavoletta votiva P.G.R. Lugo - ultimo quarto del secolo XVII - Olio su tavola - cm. 29x18
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L’ARCHIBUGIO
Tutto ebbe inizio per caso, come spesso avviene nel mondo del tiro a segno e dei
poligoni, e in altre parole con la voglia e la curiosità di scoprire qualcosa di nuovo che desse
sensazioni ed emozioni mai provate.
L’avancarica sembrò lo sbocco naturale di questa ricerca. In quegli anni, siamo nel 1993,
in Romagna esisteva una sola compagnia d’avancarica affiliata alla C.N.D.A., la Compagnia del
Passatore di Santarcangelo di Romagna che accoglieva tra le sue fila anche gli appassionati di
Forlì, naturale quindi chiedere ed ottenere ospitalità nella Compagnia del Passatore
Questo è il primo gruppo d’appassionati d’avancarica di Faenza con le insegne del Passatore,
da sinistra in piedi: Gilberto Montanari, Giancarlo Caroli, Nerio Bosi, Ermanno Argnani,
Edmondo Facchini,
in ginocchio: Angelo Lucchesi, Gianni Marabini.
Nel 1997 i faentini si staccarono dal gruppo forlivese e crearono una compagnia
autonoma, L’Archibugio (LARC) il primo presidente fu Gianni Marabini e con la nuova gestione
l’avancarica faentina prese nuovo impulso.
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Questo è il primo gruppo di tiratori de LARC, da sinistra:
Alberto Lega, Salvatore Lacerenza, Gianni Marabini,
Edmondo Facchini, Nerio Bosi, Marco Mazzotti.
Con la nascita del tradizionale Trofeo
delle Ceramiche, LARC entrò a pieno titolo nel
calendario delle manifestazioni della C.N.D.A.
Arrivarono anche i primi risultati sportivi di
rilievo.
E’ sotto la presidenza di Giovanni
Gentile che c’è stata la consacrazione tra i
grandi dell’avancarica d’Alberto Lega che
portò alla compagnia LARC tre titoli italiani, un
titolo europeo individuale e un titolo mondiale
a squadre ai quali vanno aggiunti un titolo
italiano a squadre di Pennsylvania (composta
da Gentile, Bosi, Facchini) e la medaglia
d’argento mondiale, a squadre “Batesville” di
Giovanni Gentile.
Anche nel settore politico istituzionale
furono raggiunti i massimi vertici, con Gentile
che fu eletto nel consiglio direttivo della
C.N.D.A. per poi diventarne il presidente
nazionale, tutt’ora in carica.
Francesco Fabbri
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Dopo le parole….i fatti
Come si conviene tra persone perbene, alle parole
seguono sempre i fatti.
Ed è ciò che ha sottolineato oggi, con legittima
commozione, il presidente Giovanni Gentile, quando,
durante l’assemblea annuale dei soci della C.N.D.A. presso
l’Hotel Farnese di Parma, ha consegnato nelle mani del
coordinatore provinciale della Protezione Civile di Parma,
Marco Nadalini, l’assegno di 2.340 euro, frutto della
decisione dei finalisti del campionato italiano C.N.D.A. di
rinunciare alle proprie, meritate, premiazioni e devolvere il
corrispettivo delle stesse pro terremotati de L’Aquila.
La Protezione civile parmense è impegnata
seguire l’elenco dei finalisti e di chi ha
alla ricostruzione di 2 campi da rugby, uno a L’Aquila A
contribuito a titolo personale, con l’indicazione
e l’altro nel comune di Villa S.Angelo.
della compagnia di appartenenza:
ALLEGRI
AMANTINI
ANDREOLI
ANTONELLI
ARRIGONI
ARTUSO
ASCIONE
BARAVALLE
L’Ufficio Stampa C.N.D.A. DE IURI
BERIA
BERNOCCHI
BERTOLI
BIAGINI
BONI
BONI
BRAMBILLA
BRIATORE
BROIA
BRUN
CACCIATORI
CANATO
CAPONE
CARON
CARUSO
CASUCCI
CATANI
CATTANEO
CAVICCHI
CAZZOLI
CESANO
CHIAPPORI
CIRCI
CIUFFI
COCUMAZZI
CREPALDI
D'ADDETTA
DE PAOLI
ESPOSITO
FANTOLINO
FARINOTTI
FAVALLI
FERRARI
FERRERIO AN.
FERRERIO AL.
FILIPPI
FRANZIN
FREZZOLINI
GALLI
GARGIULO
Il momento
GENNARI
della
GENTILE
GINANNESCHI
consegna
DELL’AVO
Senza voler rinfocolare polemiche, giustamente s opite, questa donazione è una risposta
inequivocabile a quanti, più o meno velatamente,
accusarono a quel tempo la C.N.D.A. di strumentalizzare la tragedia che colpì l’Abruzzo.
AP
CDP
SLV
ARTA
APN
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SLV
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LAURELLA
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LUCCHELLI
LUCCHINI
MANNA
MARIANI
MELE
MOLINO
MORANI
MORETTI
MORO
MUSOLINO A.
MUSOLINO P.
ORSO
PENNA
PIZZINATO
PORINI
PORTESANI
RAZZANO
RESTA
RINALDI
ROPA
ROSATI
ROSSO
SAMMARCO
SICLARI
SIFLETTO P.G.
SIFLETTO D.
SIGNORINI
SIMONE
SOZZANI
TIVELLI
VACCHERI
VALERI
VECCHI
VEDANI
VENANZI
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23° Campionato Europeo
Una splendida
avventura
di Antonio Ferrerio
La Nazionale Avancarica si è recata quest’anno a Valencia,
nel sud della Spagna, per il XXIII° Campionato Europeo del
M.L.A.I.C. Molto caldo in Italia e peggio ancora lungo la strada ma
a Valencia per fortuna una pioggia sottile e una temperatura
inaspettata, almeno il giorno del nostro arrivo, hanno cominciato a
dissipare i nostri timori.
Valencia ha ospitato la kermesse Europea d’Avancarica del
M.L.A.I.C. del 2009 dal 7 al 12 Settembre a causa delle
temperature elevatissime del mese d’Agosto, che hanno suggerito
agli organizzatori di posticipare la data, ma anche e
soprattutto perché sede nel mese d’Agosto dell’Expo
2009, con la conseguente paralisi della città e delle sue
strutture ricettive.
Il viaggio, vista la distanza abbordabile (1.400
km.), si è svolto in modo autonomo con mezzi propri, e
la rappresentativa Italiana si è ritrovata tra il Sabato
sera e la Domenica mattina all’Hotel Abba Acteon,
un’ottima struttura sapientemente selezionata dal
responsabile sportivo Andriotto, in prossimità del centro
di Valencia, a poche centinaia di metri dal Porto, e sulla
strada per il Poligono di tiro di precisione.
(continua a pag. 10)
pagina 10
Dedichiamo la mattina della
Domenica 6 Settembre alla visita di
Valencia, città d’arte e cultura, con le
sue meravigliose chiese, musei, negozi
ed ai numerosi mercatini all’aperto, di
qualunque tipo di mercanzia uno possa
desiderare, dalla numismatica e la
filatelia, ai mercatini dell’usato e ai
classici oggetti della tradizione spagnola,
oltre che alle prelibatezze della cucina
locale Valenciana.
La sera di domenica si è tenuta
la riunione ufficiale della Nazionale
Avancarica, con il discorso di benvenuto
del Presidente Gentile, la presentazione
del programma della manifestazione e la
consegna dei documenti di gara e dei
vari appuntamenti da parte del Delegato
M.L.A.I.C. Antonio Ferrerio.
Nella stessa occasione sono state
ufficializzate dal Presidente Gentile le
squadre presentate dalla C.N.D.A. nelle
varie discipline, da sempre oggetto di
grand’attenzione da parte dei molti
interessati a farne parte, lasciando una
riserva di modifica in caso di modesti
risultati durante gli allenamenti in
programma lunedì e martedì.
Il poligono del tiro di precisione si
trova a poco più di 30 minuti d’auto in
direzione nord-est, mentre quello del
tiro a volo si trova dall’altra parte della
città, a circa 40 minuti, in prossimità
dell’Autodromo di Valencia che, solo 15
giorni prima, aveva ospitato il GP di
Formula 1.
Purtroppo la distanza che divide i
due poligoni impedisce di far visita ai
colleghi e ci limitiamo a far pervenire
tutte le informazioni e le notizie via
telefono.
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Per il resto la struttura
è perfettamente funzionante
e idonea alla manifestazione,
e l’accoglienza degli Spagnoli
è come il solito cordiale e
calorosa.
Il campo di tiro a volo
si trova in cima ad una collina
che domina Valencia, più fresco
e ventilato, è una struttura
stupenda con ampi spazi a
disposizione, Club House e
numerosi stand di tiro, di cui
due sono stati attrezzati per il
tiro ad Avancarica.
Espletate le formalità
di rito, lunedì iniziamo gli
allenamenti avendo a disposizione linee più che sufficienti
per le nostre attività. Durante
il pomeriggio spuntano i primi
mercatini con accessori, armi
e curiosità che attraggono
tiratori ed appassionati.
Martedì c’è il controllo
armi e tutto fila liscio senza
intoppi o difficoltà.
Martedì sera inaugurazione del XXIII° Campionato Europeo
d’Avancarica, e gli spagnoli non tradiscono le aspettative: un
carosello storico con figuranti in divisa d’epoca con armi bianche e
ad avancarica, 2 squadriglie di cavalieri, un cannone ad avancarica,
sul suggestivo scenario della spiaggia di una marina in prossimità
di Valencia, ci fa ripercorrere la storia delle guerre di conquista e
degli scontri che hanno portato all’indipendenza di Valencia, il tutto
magistralmente gestito da un’istrionica voce in campo che
dettagliava il susseguirsi delle scene e delle situazioni
rappresentate.
La presenza del Sindaco di Valencia, del Presidente
dell’Associazione Industriali, e del Presidente della Federazione
Valenciana del tiro Olimpico, hanno sottolineato l’importanza
dell’evento del M.L.A.I.C. e di quanto fosse sentito dalla Comunità
Locale.
Mercoledì 9 Settembre iniziano le competizioni: ognuno di
noi cerca la concentrazione necessaria per dare il massimo e
sfruttare quest’importante appuntamento per ottenere un buon
risultato e far ben figurare l’Avancarica Italiana.
(continua a pag. 12)
23° Campionato Europeo - Valencia 2009
Nella struttura del tiro di
precisione di Naquera, al nostro
arrivo, c’è gran fermento e
lavori in corso: il poligono dei
100 metri, costruito per il
Campionato M.L.A.I.C., è
ancora in fase di collaudo, e
purtroppo scopriamo che
mancano ancora gli isolamenti acustici.
pagina 12
Fin dall’inizio della giornata si
capisce che c’è qualcosa di buono
nell’aria, oltre al profumo di una paella
Valenciana proposta dall’organizzazione
per il pranzo: esordisce Antonio Ferrerio
3° con un buon 96/100 in Kuchenreuter
O che contribuisce a portare la squadra
di Boutet (Ferrerio Antonio-VecchiLucchini) al 3° posto. Iniziare la prima
giornata con 2 medaglie di bronzo è di
buon auspicio, e la serata si termina con
le premiazioni per poi rientrare all’albergo
e riposarci dopo la lunga e stressante
giornata al Poligono.
Giovedì assistiamo al capolavoro
di Cattaneo che con uno strabiliante
97/100 in Miniè O straccia la concorrenza
lasciando il 2° classificato a 3 punti di
distanza, e trascinando di peso la
squadra di Pauly (Cattaneo-Ferrerio
Alb.-Guenzi) al 3° posto.
pagina 13
Venerdì iniziamo il
penultimo giorno di gare con
un botti no di medaglie
inaspettato e la convinzione
che possiamo continuare a
far bene, ma ancora non
immaginiamo quanto….
Iniziamo subito fortissimo
con Giuliana Casucci che
vince con un prestigioso
97/100 la categoria Walkirie
R, e nel pomeriggio seguono
a breve distanza la notizia
d’altri due Ori di Squadra
nelle categorie Wedgnock
(Maximilian O) con CattaneoGuenzi-Sammarco e Egg
(Cominazzo O) con CataniFerrerio Antonio-Lucchini che
conquistano anche il Record
Europeo.
Nella serata e poco
prima delle premiazioni ci
giunge la notizia che i nostri
piattellisti hanno conquistato una Medaglia d’Argento nella squadra
di B atesville ( Lorenzoni O /R) c on B oni-Gentile-Siclari. L e
premiazioni sono per noi tutti uno spettacolo incredibile, perché 3
medaglie d’Oro nello stesso giorno sono un record veramente
importante per la nostra rappresentativa e l’inno Nazionale ci
diventa sempre più familiare.
Sabato ci sono gli shoot off per il piattello e abbiamo il nostro
Moreno Boni 3° nella gara di Lorenzoni R dopo lo spareggio per il
2° posto: purtroppo dopo una tesissima e lunga sequenza di
piattelli rotti da entrambi i concorrenti, al 17° piattello di spareggio
Moreno deve cedere ad uno strepitoso tedesco, Werner Pahl, che
non ne sbaglia uno neanche a pagarlo.
La serata conclusiva, con cena di gala, si svolge sabato sera
nelle vicinanze del Poligono di Naquera con i consueti saluti, scambi
d’omaggi, pins e cravatte. Nell’occasione il M.L.A.I.C., nella persona
del suo Segretario Generale, David Bridgen, riceve i ringraziamenti
da parte della Federazione Valenciana per l’avere loro concesso
l’onore di organizzare quest’importante evento e si procede alla
cerimonia del passaggio di consegne e della bandiera del
M.L.A.I.C. tra il Delegato Spagnolo e quello Finlandese, in quanto
nel 2011 il prossimo Europeo sarà disputato a pochi Km da Helsinki
in una località sul mare, all’interno di una Scuola Militare che ha
sede in uno stupendo fortilizio ottocentesco. (continua a pag. 14)
23° Campionato Europeo - Valencia 2009
Le premiazioni ci vedono
tutti, Presidente Gentile in
testa, commossi ad ascoltare
(e cantare) l’inno Italiano,
contribuendo ancor di più a
convincerci della nostra gran
competitività in tutte le specialità, e tornando all’albergo
le note dell’inno Nazionale
continuano a risuonare nella
nostra mente.
pagina 14
4 Medaglie d’ORO
1 d’ARGENTO
4 di BRONZO
sono un bottino di grande prestigio che porta la nostra
rappresentativa al 4° posto generale, dopo le superpotenze
Germania, Francia e Spagna, e che conferma ancora una volta
il v alore d ella n azionale
italiana C.N.D.A.
23° Campionato Europeo - Valencia 2009
Lasciando Valencia
la domenica mattina, non
posso far altro che ripercorrere gli eventi vissuti
nei giorni precedenti e
realizzo che nonostante
una rappresentativa purtroppo limitata dai tanti
problemi occorsi anche
quest’anno, dai limitati
mezzi economici e dalle
assenze forzate (chi per
motivi familiari) degli ultimi
giorni, la trasferta è stata
a dir poco eccezionale.
pagina 15
LA BOURSE
AUX ARMES DI
PARIGI 2009
di Paola Andrean Serafini
Anche quest’anno, il 18 ottobre u.s. si è svolta l’edizione autunnale della “Bourse
aux Armes” di Parigi, a Rungis, paesino di soli 4,2 kmq situato a sud di Parigi,
poco lontano dall’aeroporto di Orly.
La sede della mostra mercato è presso la zona industriale, SILIC, nell’Espace
J.Monnet ed è divisa in due settori: uno riservato ai privati e uno per i professionisti.
foto 1
foto 1b
particolarità!
Dai privati si può acquistare a prezzi meno cari che
dai venditori d i p rofessione, m a è c erto c he g li og getti
più particolari si trovino più facilmente presso questi ultimi! Per
esempio, Mr. Gabrielli mi ha
mostrato un revolver calibro 8,
“model d’essai militaire 1887”, fabbricato in soli 1000 esemplari, predecessore del modello 1892, della
Manifacture d’Armes St. Etienne
foto 1a
(vedi foto 1) con cacciavite estraibile!
Alcuni di questi venditori, mi conoscono già da anni e
per loro sono “la dame aux photos” e dunque ci tengono a
mostrarmi i loro pezzi più pregiati, fornendomi anche
informazioni e talvolta smontandoli per farmi vedere le
Come Mr. Alain Bonnard, che esponeva una bellissima daga
del 1890 della Marina Tedesca (foto n. 2) ed un fucile Sistema foto 2
Charoy del 1822, trasformato a percussione nel 1834, (foto n. 3)
come pure un archibugio (petrinale) da caccia della fine del XVIII secolo (foto n. 4).
Molte delle foto che vi propongo sono di armi che appartengono a venditori del
settore, che preferiscono restare anonimi
e che a causa delle vetrine in cui erano
esposti i pezzi, non sono proprio bellissime,
foto 3
ma vi danno l’idea di cosa si può trovare
in quel mercato, che è uno dei più importanti in Europa.
foto 3a
Ed ecco una vetrina di revolvers, (foto n.5), una di pistole di
vario genere (foto n. 6), una con attrezzi per armi a ruota e a
continua a pag. 16
pagina 16
pietra: chiavi da ruota, morsetto stringimolle e portapolverini di varie forme (foto n.7
e n.7a) ed ancora una “Mitrailleuse” ovvero “Gaulois” a cinque colpi brevettata nel
1893 da Blachon e Mimard e fabbricata dalla Manifacture d’armes et cycles de
Saint-Etienne, mod. n. 2 del 1894
contenuta in un astuccio di pelle (foto
n. 8) mentre altre vetrine contengono
medaglie di vario genere (foto n. 9).
foto 4
foto 4b
Ancora una “Pistole Reform
Bréveté D.R.P. 177023 ” con quattro
canne (foto n. 10), oppure la UNIQUE
foto 4a
C.S. SHATUCK ARMS CO . Hatfield
Mass. (foto n. 11) una rara Victor Colette a percussione (foto
n. 12) Una pistola ad armonica a 10 colpi (foto 13).
Per la gioia dei collezionisti un banco con diversi astucci di
pistole con accessori (foto n. 14) e per i restauratori-collezionisti,
un banco di attrezzi e “pezzettini” di ogni genere! (foto n. 15)
Tra le più antiche, una bellissima pistola bresciana a ruota del ‘600
(foto n. 16) e alcune “fiorentine” di Anghiari del ‘700 (che mi sono fatta
servire su un cuscino di raso per poterle fotografare meglio! (foto
n.17). Ma non solo, c’era anche un piccolo cannoncino, da muro o da
nave, a pietra focaia (foto n. 18) ed un fucile – martello (foto n. 19) ed
anche un fucile a ripetizione della fine del XVII secolo firmato da Berselli
– Bologna (foto n.20)
Ma non c’erano solo armi antiche, anche Kalashnikov (foto n. 21),
mitragliatrici MG 42 (foto n. 22) una Lathi M40 della fabbrica di
Husqvarna, in Svezia (foto n. 23).
foto 5
E poi armi particolari, come quelle delle foto n. 24, n. 25, n. 26
e n. 27.
Mr. Lombard mi ha mostrato una
carabina militare a percussione, del 1842,
donata al Gen. Vital completamente
foto 6
decorata con filo d’acciaio intarsiato (al
centro nella foto n. 28) (particolari foto
28a, 28b e 28 c), un fucile con due
meccanismi a pietra piuttosto tardi, del 1837,
per le guardie del Vaticano (foto n. 29)
foto 7a
ed ancora un’arma
con un
particolare
sistema di accensione
laterale a percussione
e 2 bellissime canne di
foto 7
damasco! (foto n. 30).
Ma fra tutte, quella che mi ha stupito di più, con dimostrazione
pratica (su cuscino!) è stata una speciale arma, per la caccia al
cinghiale, dotata di uno spiedo che al bisogno si infila nell’animale e in
seguito alla pressione della spinta manuale, fa scattare il meccanismo
foto 8 di sparo per il colpo finale ! (foto n. 31)
pagina 17
foto 11
foto 9
foto 12
foto 11b
foto 13
foto 13a
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continua a pag. 18
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venditori privati
venditori professionisti
venditori professionisti
Bene, credo che quanto vi h o descritto, con parole e d immagini, abbia risvegliato
in voi il piacere e il desiderio di esserci al prossimo appuntamento, che sarà per il 18
aprile 2010!!!
pagina 19
SFIDA
ALL'OK CORRAL
Sabato 4 luglio 2009, presso il poligono Umberto I° di Roma si è disputata
l’ormai consueta manifestazione sportivo-culinaria. Hanno partecipato tutti soci
ARTA ed i soci del TSN Roma che già avevano sperimentato l’avancarica.
I tiratori, scesi in pedana a due a due, scelta l'arma, fucile o pistola
monocolpo ad avancarica, avevano 10 minuti per sparare quanti più colpi possibili
in un bersaglio da PL posto a 50 metri, passava il turno il tiratore con più punti.
Al termine si è confermato il motto del vecchio Flint: "quando un uomo con
la pistola incontra un uomo col fucile, l'uomo con la pistola è un uomo morto!"
Come si può dedurre dalla classifica, i fucili l’hanno fatta da padroni, onore
quindi al prode Sardella, unico “pistolero” ad entrare nei “top ten”.
--------------------------------------------------------------------------------Tiratore
Colpi Punti Media Note
--------------------------------------------------------------------------------1° CAPONE Massimo
17
156
9,17
Fucile a percuss.
2° FREZZOLINI Ernesto
15
113
7,53
Fucile a percuss.
3° VALERI Antonio
13
111
8,53
Fucile a percuss.
4° CIRCI Sandro
13
102
7,84
Fucile a pietra
5° MATTEI Mario
10
84
8,4
Fucile a percuss.
6° VENTURA Gianluigi
10
82
8,2
Fucile a percuss.
7° RIVALTA Andrea
11
80
7,27
Fucile a percuss.
8° PEZZOLET Vincenzo
10
78
7,8
Fucile a percuss.
9° SARDELLA Antonio
12
73
6,08
Pistola a percuss.
10° GINANNESCHI Giuseppe
7
58
8,28
Fucile a percuss.
--------------------------------------------------------------------------------Al termine della gara la tradizionale cena conviviale e la riffa per il Fucile
Tryon cal.451 della ditta Pedersoli. Un particolare ringraziamento al dott. Carlo
Mantegazza, presidente del TSN Roma per la squisita ospitalità. Arrivederci
alla prossima “Gara di Natale”.
Antonio Valeri
pagina 20
e
l
a
t
a
N
i
d
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r
a
G
“Buona la prima”
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Chi ben comincia….ed è per que
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di
la prima Gara di Natale
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A.
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al campo permanente C.N
fa ben sperare per il futuro.
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Nonostante l’inclemenza del
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tra il campione italiano
Boni con il
Siclari e l’ex iridato Moreno
pronto per
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Tur
giovane forlivese Iacopo
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cal
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approfittare di un eve
battistrada.
1°
2°
3°
4°
6°
7°
La classifica finale vede:
Enrico Siclari con 21/25
Moreno Boni con 20/25
Iacopo Turci con 18/25
e
a pari merito Giovanni Gentil
25
17/
con
ed Eugenio Ciuffi
Andrea Mariotti
al debutto con 16/25,
Giancarlo Moro con 15/25.
Enrico Siclari
Iacopo Turci
ola
La giornata si è chiusa a tav
le
con
e
po”
tem
col tradizionale “terzo
premiazioni.
Francesco Fabbri
L’ospite d’onore
Il terzo tempo
Moreno Boni
pagina 21
il Dito nell’Occhio
Samuel Colt ed i revolver,
un cammino tra il mito, la leggenda e la storia.
di Gualtiero Fabbri
La particolarità dei prodotti in cui si era
Samuel Colt, può essere preso a pieno
titolo come uno dei simboli del vecchio West, specializzato, richiedeva un sistema lavorativo
molto esigente: occorrono un gran numero di armi
soprattutto per i suoi revolvers.
per rifornire un esercito e queste devono avere un
Le 3 mitiche armi che hanno accompa- funzionamento impeccabile, quindi con tolleranze
gnato l’avventura Western, nel bene e nel male, minime di lavorazione, dovendo produrre anche i
la Colt 1851 Navy, la Colt 1860 Army e la Colt pezzi di scorta e di ricambio delle parti guaste,
S.A.A. 1873, assieme a tante altre, sono diventa- diventa indispensabile la intercambiabilità e la
Colt, allora, era l’unica che garantiva questo.
te icone indiscutibili di quel periodo.
Indubbia è la fama di Samuel Colt come
costruttore ed industriale, meno noto il suo estro
di venditore, forse acquisito negli anni in cui
girava le fiere come imbonitore, che lo aveva portato ad essere il precursore della pubblicità su
vasta scala, non lesinando omaggi a personalità
importanti, militari e politiche.
Da non dimenticare la felice scelta, da
parte sua e dei suoi successori, di preziosi
collaboratori, alcuni dei quali vere miniere di
brevetti, quali: E. Whitney, E.K. Root, A. Thuer,
A.C.B. Richards, W. Mason, Hiram Berdan, W.H.
Elliot, C.J. Ehbets, F.W. Weatherhead, W.B.
Franklin, R.J. Gatling, J.M.Browning.
La fama delle sue armi aumentò con la
loro adozione da parte delle forze armate tramite,
a dire il vero, non chiarissime commesse con il
governo U.S.A. Basti pensare che al tempo della
guerra di secessione, un
revolver Remington,
indiscutibilmente superiore ai coevi modelli Colt
costava all’esercito 12,5 dollari contro gli oltre 20
dollari dei secondi, ma questi ultimi ebbero
comunque la preferenza nelle scelte governative.
I miti e le leggende camminano di pari
passo e questo vale anche per Samuel Colt, che
è c onsiderato l ’inventore d el r evolver, i deato,
secondo la leggenda, osservando le pale di un
battello a vapore, e poi intagliando l’idea su un
modello di legno durante una traversata oceanica.
Il vero problema era che tutte le armi del
periodo diventavano praticamente pezzi unici, il
vero genio di Colt, (oltre che trovare sempre un
giudice che gli prolungava l'esclusiva del
tamburo), fu appunto quella di applicare alla
fabbricazione la produzione in serie, con pezzi
intercambiabili.
In Inghilterra esistevano revolvers a
pietra focaia già nel 1680, ma anche qui niente di
nuovo, era solo stata applicata all’arma corta
un’idea sviluppata in centro Europa alla fine del
1500.
Un esempio per tutti, i 200 modelli di colt
automatiche per i trials del 1910 costarono 18,50
dollari l’uno, le Savage 65 dollari, la DWM,
addirittura, si rifiutò di investire denaro per
preparare le sue 200.
Negli Stati Uniti, poi, le pistole tipo
“pepperbox”, a luminello, (che a ben guardare
sono revolvers a tutti gli effetti), di Allen &
Thurber erano in vendita già a metà degli anni
’30.
(segue nelle pagina seguenti)
Chissà c he d elusione a vrà p rovato
arrivando in Europa e scoprire che laggiù il
revolver esisteva già, infatti, un tale JAMES
Fino a metà dell’ottocento, le armi erano PUCKLE aveva depositato, a Londra, un brevetto
appannaggio di piccole e medie officine con p e r p i s t o l a - r e v o l v e r g i à n e l 1 7 1 8 , m a
anche costui non aveva inventato niente di
abilissimi artigiani che aggiustavano a mano le
rivoluzionario.
parti da assemblare, una ad una.
Senza dimenticare che il sig. ARTEMUS
WHEELER di Boston, Massachussets, il 10 giugno
Si deve quindi a Colt ed ai suoi successori 1818 aveva ottenuto negli U.S.A. un brevetto per
la meccanizzazione del lavoro e l’introduzione “un revolver a pietra focaia con il tamburo che
ruota tramite il movimento del cane”.
delle prime lavorazioni in serie.
pagina 22
I brevetti COLT in U.S.A. partono dall’anno
1836, Samuel Colt, quindi, non può essere
considerato l’inventire del revolver, suo, invece, è
il merito di avere reso pratico ed efficiente un
sistema, tamburo più luminelli, esistente già da
tempo.
Se si vuole trovare la vera scoperta di Colt
occorre accompagnarlo nel suo viaggio oceanico
fino in India, facendo prima un passo indietro:in
Inghilterra dal 1819 un tale Collier iniziò la
costruzione di fucili, carabine e revolvers, con il
tamburo ruotante ad ogni sparo.
affermò che “Colt a sua volta aveva copiato il
sistema da un'arma inglese di E.H. Collier, quando
era a Calcutta come marinaio ed il suo prototipo,
disse l'avvocato, fu copiato appunto dalle
Collier's”.
Per la cronaca nemmeno quella dell’americano inglese Collier era farina del suo sacco, il
brevetto depositato da lui a Londra, era lo stesso
brevetto di A. Wheeler registrato negli U.S.A. nel
1818.
La catena di S.Antonio continuò poi con
C.Coolidge che depositò lo stesso brevetto in
Francia, naturalmente ognuno di questi dichiarò
In seguito presentò l'arma alla commissione militare Inglese (Woolwich) per ben due di aver migliorato l’invenzione precedente, come
alla fine fece pure, buon ultimo Samuel Colt.
volte, ma venne sempre rifiutata,
Un'ultima osservazione che getta un poco
di ombra sui meriti del nostro eroe, sempre a
proposito del brevetto Colt del 25-02-1836: alla
fine del 1836, a Washington, un forte incendio
distrusse l'ufficio federale dei brevetti, con tutti i
documenti e gli archivi che conteneva, oltre un
anno dopo, non si specifica la data esatta, il
Nella versione successiva, a luminello, il
tamburo si girava a mano, alle prove sparò 100 ricostruito ufficio chiamò i titolari di brevetti a
colpi in 29 minuti, colpendo il bersaglio a 100 presentare i duplicati in loro possesso per poterli
registrare nuovamente, Samuel Colt in
yard 71 volte, era meglio delle altre ma non di
molto e per i militari rimaneva sempre troppo cara. quell’occasione affermò di non avere più la copia
e ritrascrisse a memoria il suo brevetto.
A quel punto entrò in scena Colt, ed in
Il brevetto del revolver Smith-Wesson
India, dopo il 1824, tramite la filiale di Bazett,
porta la data 29-04-1837, quindi posteriore a
Farquhar, Crawfort e Co. di Calcutta, vendette
quello di Colt, che però non si sa esattamente
“alcune migliaia” di armi, che furono acquistate
per lo più da ufficiali di Marina, perchè ritenute da cosa descrivesse.
loro idonee come armi anti-arrembaggio.
La Smith-Wesson si rifece poi largamente
A conforto di quanto scritto, riporto quanto acquisendo il brevetto di Rolling White, un ex
dichiarato dall’avvocato R. Choate, difensore dipendente Colt, il quale aveva offerto la sua
della ditta Smith & Wesson (all’epoca invenzione al suo ex datore di lavoro, che, con un
Massachussetts Army Company), a proposito del black-out imprenditoriale lo rifiutò, lasciando alla
famoso processo vinto da Colt, nel giugno del concorrenza l’esclusiva del tamburo forato,
1851 per il brevetto sul tamburo ruotante, questi caricato dal retro, fino al 1868.
L'arma di Collier era buona, ma nella
versione a pietra il meccanismo a molla che girava
il tamburo ad ogni sparo rendeva l’arma troppo
complicata per un soldato e troppo cara per
l'acquisto da parte del Governo.
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pagina 23
Carabina revolver
con acciarino chenapan
Europa centrale, fine 1500
Harmon Fife.
U.S.A. 1835
Brazier, Inghilterra, 1815-1830
Il tamburo gira alla
pressione del grilletto
Da “Pistole & revolver”,
di Wilkinson,
ed. Vallardi
Collier Revolving Rifle.
G.B. 1818-1820
Wheeler, Revolving Flintlock.
U.S.A. 1818-1820
pagina 24
DITE LA V
la voce
all’avancarica
Un tiratore del TSN
di Milano ci scrive:
…omissis… sino a qualche
settimana fa in bacheca, al
poligono della Cagnola, si
poteva leggere un comunicato della società lombardo
veneta che sconfessava l’operato della C.N.D.A. ed
attaccava personalmente il
presidente Gentile …omissis… ora, anche se è stato
firmato l’accordo tra la
C.N.D.A. e l’U.I.T.S., la
C.N.D.A. è guidata sempre
dalle stesse persone e dallo
stesso presidente, cosa
farà questa compagnia?
Resterà
coerentemente
sull’Aventino, al riparo da
queste persone che tanto
danno s embra a bbiano
creato all’avancarica?
Lettera firmata.
(G.C.V) Milano
Risponde il presidente
della C.N.D.A. Gentile:
La questione è stata già
chiarita e l’argomento, per
quanto riguarda la compagnia SLV, si può considerare
chiuso. Il presidente Pavani
a la SLV hanno preso le
distanze da quel comunicato
sconfessandone gli autori,
persone che, continuando
pervicacemente nell’azione
denigratoria e calunniosa
della C.N.D.A. e del sottoscritto, ci hanno obbligati ad
adire per vie legali a tutela
del mio nome e di tutta la
C.N.D.A. che rappresento.
STRA
Nota della redazione:
la lettera del dott. Piero Raggi, sintetizzata per ragioni di spazio, è
inserita in questa rubrica come risposta al dott. Silvio Cuman.
“Fiaschetta sì, fiaschetta no.
Ovvero: quando l’assurdo diventa dogma”
“Il dottor Silvio Cuman (Presidente A.P.N.) narra che
qualcuno è scampato per fortuna da grossi guai, quando, un
ritorno di fiamma, ha incendiato la fiaschetta con la quale aveva
con imprudenza caricato l’arma da avancarica…”
……sino all’ultima guerra il fucile a bacchetta era
assai diffuso nelle campagne romagnole, specie tra i ragazzi e tra
i cacciatori meno abbienti, per il suo modico prezzo e il più ridotto
costo delle cariche. Queste le armi e gli accessori del cacciatore
d’allora: schioppo o schioppa (doppietta) in spalla, nella “saccona”
un sacchettino di tela o di pelle per la munizione, perché spesso
il caricamento era fatto ad occhio nel cavo della mano; fiaschetta
Cortesi o la sola scatoletta delle polvere di Bonifazi – altre volte
polvere “fatta in casa”, capsule nel contenitore di cartone, oppure
sciolte in tasca, un viluppo di capecchio… e via.
Le boccettine comparvero, quando in Italia si riscoprì il
tiro ad avancarica (anni ’70?) – gare paesane con tiro al bersaglio
erano praticate anche in passato – e i promotori di questo sport,
forse non cacciatori, avevano escluso la fiaschetta.
Citando la corposa monografia del compianto Enrico
Arrigoni – “Avancarica moderna”, Editrice Olimpia,1984, dove
alle pagine 104 e 105, così dice: “…un incidente più teorico che
pratico che ha influenzato in maniera notevole il nostro modo di
maneggiare le armi ad avancarica. Mi riferisco all’eventualità di
uno scoppio della fiaschetta, nelle canne dopo il tiro, potrebbe
essere rimasta una particella incandescente, versando la polvere
dalla fiaschetta essa s’ incendia e la fiaschetta potrebbe esplodere
nella mano del tiratore”.
Le armi ad avancarica si sono sempre accompagnate da
tempo immemorabile alla relativa fiaschetta, nelle cassette
antiche e moderne è sempre presente il porta polvere; se la
pericolosità della fiaschetta avesse un minimo d’attendibilità
viene da chiedersi perché si continui a produrla, se ne conoscono
di quelle del XVI secolo!
Editoriale
Non contesto assolutamente le asserzioni documentate
del dott. Raggi, mi preme invece rilevare un fatto inconfutabile,
la differenza che corre tra l’uso dell’avancarica a caccia ed in
aperta campagna ed il tiro a segno con armi ad avancarica nel
chiuso di un poligono.
Lo stesso Enrico Arrigoni, nel suo libro, parla di problemi
più “teorici che pratici” quindi, per evitare che l’eccezione confermi la regola, l’uso dei contenitori per il caricamento in pedana
di tiro a segno nel poligono o nei campi di tiro o nel tiro al piattello negli stand di tiro a volo, è una regola internazionale
M.L.A.I.C. fatta propria dalla C.N.D.A. e va perciò tassativamente
rispettata, come anche il tenere la scatoletta degli inneschi
coperta quando si è in pedana (lex dura lex, sed lex). Le belle
riproduzioni di fiaschet ta vanno usate per versare il polverino
nel bacinetto oppure per contenere e versare il semolino.
Francesco Fabbri
pagina 26
I successi Pedersoli
nel campionato
europeo
I rappresentanti di diciassette nazioni si sono dati appuntamento, dal 7 al 12
settembre 2009, a Nàquera e, per il tiro a volo, a Cheste, i cui impianti sportivi
sono ubicati non lontano da Valencia, Spagna, per disputare il XIII campionato
europeo di tiro con armi ad avancarica.
(a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli)
Ogni manifestazione internazionale che riguarda il tiro ad avancarica è seguita
dalla ditta Davide Pedersoli sempre con particolare attenzione, come se l’intera azienda
fosse impegnata sulle linee di tiro fianco a fianco a tutti gli altri concorrenti. E ogni
successo conquistato suscita sempre la stessa emozione e la stessa soddisfazione che
ogni singolo tiratore può percepire appena salito sul podio. Conquistare una medaglia
significa ricevere la giusta gratificazione anche per chi l’arma l’ha costruita, in special
modo se esiste la consapevolezza di avere allestito un prodotto in maniera scrupolosa,
mai dimenticando di tenere strettamente legate tra loro le moderne tecnologie e
l’esperienza e le abilità che la peculiare tradizione della Valle Trompia ha saputo
trasmettere ai maestri armaioli.
Il campionato europeo appena concluso ha arricchito il palmares di Casa Pedersoli
di altre trentasei medaglie, migliorando il risultato dell’edizione di due anni or sono;
quelle d’oro sono passate da nove a sedici, mantenendo lo stesso numero delle dieci
d’argento e diminuendo da quattordici a dieci quelle di bronzo.
Le medaglie sono giunte grazie ai tiratori impegnati sia nelle discipline individuali
sia in quelle a squadra e, come consuetudine, è giusto segnalare tutti quei campioni
che, utilizzando un’arma Pedersoli, hanno conquistato i tre gradini del podio.
Le medaglie d’oro
Nelle specialità individuali sono state conquistate in Cominazzo dal francese Pascal
Mainchin con la pistola Le Page; in Miquelet con il finlandese Timo Näätänen Lihavainen
che ha sparato con un moschetto Mod. An IX fissando il nuovo record europeo con 97
punti; in Lamarmora con lo spagnolo Jose Ramon Galan Talens che ha imbracciato un
fucile Württembergischen e realizzato, fissando il nuovo record, l’ottimo punteggio di
98/100; in Walkyrie con l’italiana Giuliana Casucci e il suo Tryon Creedmoor; in
Lorenzoni (49 piattelli colpiti e nuovo record europeo) e in Manton con il tedesco Franz
Lotspeich e i suoi Mortimer.
Le altre medaglie d’oro, giunte dalle specialità a squadre, sono state assegnate a
Leopold Plattner che con la sua Le Page ha contribuito al successo del team austriaco
in Forsyth; al Belgio in Peterlongo anche per merito di Rudolph Lambert e del suo revolver
Remington; alla Finlandia, nella cui squadra Timo Näätänen Lihavainen e Antero Mustamäki
hanno impiegato il moschetto Mod. An IX e contribuito a fissare il nuovo record con 276
punti; alla Francia in Pforzheim grazie alle prestazioni di Herve Amann e Jean-Luc
Mainchin con i loro Bristlen Morges; alla Germania in Enfield, Amazons e Lucca, specialità
in cui facevano parte della squadra, rispettivamente, Josef Mayr e il suo Württembergischen,
Il fucile Württembergischen ha conquistato sette medaglie – tre d’oro, una d’argento e tre
di bronzo – e fissato, con 98 punti, il nuovo record europeo nella specialità Lamarmora.
Rita Palmer con il fucile Gibbs e Alfred Bailer con il Mortimer a pietra focaia; agli
spagnoli Matias Mayol Colom e Antonio Vicente Llorca Lozano e al loro Württembergischen
per la vittoria in Magenta e nuovo record con 272 punti; nel tiro al piattello ancora due
medaglie alla Germania che con le squadre di Batesville e Hawker ha primeggiato grazie
a Roland Robben e a Franz Lotspeich, entrambi in gara con il fucile Mortimer.
pagina 27
Le medaglie d’argento
Quelle individuali hanno cinto il collo degli austriaci Herbert Wagner e Andreas
Handl che, in Cominazzo e in Maximilian hanno utilizzato, rispettivamente, la pistola Le
Page e il fucile Jäger, e del tedesco Josef Mayr che in Miquelet ha sparato con il
moschetto Charleville.
Dalle specialità a squadre sono giunte altre sette medaglie: quelle dei francesi
Jean-Paul Pastouret e Pascal Mainchin in Wogdon e Jean-Pierre Bonnet in Forsyth, con
le pistole Le Page a pietra e Kuchenreuter utilizzate nelle due specialità; quelle delle
squadre tedesche in Halikko e in Magenta in cui tutti e tre i componenti, Peter
Käpernick, Axel Klingman e Josef Mayr nella prima e Alfred Bailer, Josef Mayr e Axel
Klingmann nella seconda, hanno utilizzato armi Pedersoli (moschetti 1777 e Springfield
1795 in Halikko e Württembergischen in Magenta); degli austriaci in Pforzhein, con
Andreas Gassner e Andreas Handl che hanno gareggiato con il Bristlen Morges; delle
spagnole Pascui Munoz Hernandez, con il Tryon Creedmoor, e Yolanda Pons Martinez,
con il Gibbs, in Amazons; degli italiani Moreno Boni ed Enrico Siclari in Batesville con il
fucile Mortimer.
Il fucile Mortimer a percussione a canna liscia ha fatto registrare il nuovo record
europeo nella specialità Lorenzoni e si è fregiato di due medaglie d’oro, una d’argento
e una di bronzo. Nella versione a pietra focaia, sia a canna liscia che rigata, ha vinto
altre tre medaglie d’oro.
Le medaglie di bronzo
Sul terzo gradino del podio sono saliti i tedeschi Peter Käpernick, che ha gareggiato
con il moschetto Mod. An IX in Miquelet, Alfred Bailer in Lamarmora e Josef Mayr in
Minié, entrambi con il fucile Württembergischen; la francese Maeva Moelo in Vetterli
Youth con il Tryon Creedmoor; la spagnola Yolanda Pons Martinez con il fucile Jäger in
Maximilian; l’italiano Moreno Boni in Lorenzoni con il fucile Mortimer.
Ancora quattro medaglie di bronzo sono state assegnate alla squadra svizzera in
Halikko, a cui faceva parte Katharina Stierli con il moschetto Mod. An IX, a quella tedesca
in Pforzheim, anche per merito dei 97
punti realizzati da Walter Massing con il
suo Bristlen, a quella francese in
Lucca, con Roland Thomes che ha
sparato con un fucile Alamo, e
a quella spagnola in Enfield,
in cui i tiratori Jose Ramon
Galan Talens e Luciano
La pistola Le Page a pietra focaia, un classico della
Porta Gran hanno
produzione Pedersoli, ha arricchito il proprio palmares
con altre tre medaglie: una d’oro e due d’argento.
utilizzato il
Württembergischen.
Conclusioni
Si tratta di risultati estremamente gratificanti, specialmente se si considera che
alle trentasei affermazioni ufficiali bisogna aggiungere cinque tiratori classificatisi al
quarto posto, otto al quinto posto e otto al sesto posto.
Volgendo l’attenzione sulle armi impiegate dai vari tiratori si nota la presenza dei
modelli storici di Casa Pedersoli. La pistola Le Page a pietra, il Bristle Morges e il Tryon
Creedmoor si sono aggiudicati tre medaglie ciascuno, il fucile Mortimer, nelle diverse
configurazioni, e il Württembergischen ne hanno conquistato sette ciascuno, i moschetti
a pietra focaia An IX, Charleville e Springfield 1795 sette medaglie, i fucili Gibbs e Jäger
due, e una ciascuna è stata assegnata alle pistole Le Page a percussione e
Kuchenreuter, al revolver Remington e al fucile Alamo a pietra.
Tre nuovi record individuali (Miquelet, Lamarmora e Lorenzoni) e tre nelle specialità
a squadre (Halikko, Enfield e Magenta) completano il soddisfacente quadro delle
prestazioni delle armi Pedersoli in terra di Spagna.
Dopo tali risultati la Davide Pedersoli rivolge il proprio ringraziamento a tutti
i tiratori che hanno mostrato fiducia verso un prodotto di consolidata qualità e augura
loro di potere percorrere ancora una strada colma di successi.
pagina 28
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Valerio 329.4514155
Fucile MORTIMER PEDERSOLI
cal.54 a pietra, con diottra,
mirino + inserti intercambiabili
e tutti gli accessori per sparare,
praticamente nuovo, vendo x
inutilizzo.
E-mail: crotti.max@ libero.it
Massimiliano 0382.812305
ZUAVE cal. 54 fab. Euroarms
con fondipalle. € 350 trattabili
Plinio 347.2434123
Fucile
ENFIELD
modello
Volonteer cal. 451, 2 fascette
Alexander
Herny.
Replica
Euroarms. Nuovo mai usato.
Luigi 339.2047464
VETTERLI Svizzero cal. 10,4
mod. 1881 percussione centrale,
vendesi con o senza baionetta con MAUSER mod. 1871/84, cal.
fodero. Andrea 335.8339881 11 x 60 R, con 1.000 palle,
dies, 40 bossoli, fondipalle, in
Fucile A LUMINELLO datato cond. ottime.
circa 1843 Arsenale Napoletano Vincenzo
semi restaurato con meccanica 335.230211 ore pasti
e canna al 95% e legno al 90%,
manca di asta di caricamento.
Fucile ad avancarica mod.
€ 900 trattabili
1842 francese, marcato Rochat
Luciano 347.5967086
a St. Etienne. € 2.500
Gasbarri
Fucile WESTLEY RICHARD 339.2266136 - 0761.461611 o. p.
(ZAR) cal. 577/450 (coda di
scimmia), completo di n. 40 Carabina
WAADTLANDER
bossoli e dies. Fucile in ottime Pedersoli cal. 45 vendo con 1
condizioni.
seconda canna in cal. 35 +
Vincenzo 335.230211 ore p. accessori (Campione Italiano
2004 Vetterli Replica)
Fucile ad avanc. mod. 1842 Ventura
belga per il mercato civile, asse- 0761.751719 ore serali
gnato ai corpo volontari della
guardia naz. di Venezia, marcato Fucile VETTERLI italiano
a Ch. De Loneux-Liege. € 2.500 fanteria modello 1870/87/16
Gasbarri
cal. 6,5, Brescia 1881 e fucile
339.2266136 - 0761.461611 o. p.
CARCANO mod. 1891 lungo
cal. 6,5 - Terni 1918 + baioRIGBY cal. 45 canna corta
netta con fodero e dragona.
impost. per cat . a 100 m.
Andrea tel. 335. 8339881
pagina 29
Fucile S. 223 Scout cal. 45 a
percussione + Pistola S. 305
Charles Moore Target cal. 45
a percussione. PEDERSOLI,
completi di tutto l’occorrente
per il tiro, comprese le stecche
in dotazione. Armi compl. nuove,
MAI USATE, ne mai uscite dall’imballo originali. Vendesi per
motivi di salute. Visibili sul sito:
www.davide-pedersoli.com
Il tutto a € 800
Stefano Sassoli 337 558500
Fucili n° 2 CARL G
USTAV,
modello 96 € 600 – modello 63
con diottra € 750
Fabio Bignotti 328.7527613
PISTOLE
e
REVOLVER
Pistola a luminello originale,
metà 800 bella e precisa cal. 395,
calcio in noce, compl. di cassetta
e accessori. Prezzo da concord.
Fabio Bignotti 328.7527613
Pistola avancarica mod. NAVY,
come nuova, sparato pochissimo
con cassetta in
legno ed
accessori. Per informazioni:
Angelo tel. 339.2771512
SMITH & WESSON modello
Russian, pronta per gara
preparata da abile armaiolo +
DAIS cal. 44. per ricarica bossoli
e palle. 40 cartucce pronte.
Vecchi 0521.233672 uff.
0521.221188 casa
Pistola HAMMERLI mod. 280
cal. 22 e convers. in cal. 32 usata
pochissimo in valigetta orig. con
tutti gli accessori e con 2 impug.
€ 3.500 e pistola BERARDELLI
modello P ONE cal. 9 x 21 accuratizzata + vari ricambi. € 500
Gasbarri
339.2266136 - 0761.461611 o. p.
Replica pistola avancarica
Davide Pedersoli REMINGTON
PATTERN cal. 44. modello
1863-1875 catalogaz. sportiva
perchè poco usata x inutilizzo.
Gianni 338. 353447
Pistola Schoffield UBERTI in
cal. 45 pari al nuovo. Bellissima.
Vendesi x inutilizzo.
€ 600
Monti 338.3797464
Vendesi pistola semiautomatica
9x21 modello TECNEMA con 2
caric. canna conica e scatola
originale. Sparati 600 colpi.
Luciano 347.5967086
MISCELLANEA
Vendo GIACCA DA TIRO in
stoffa usata solo 3 volte, colore
verde e blu, tg. 46. € 200
Valerio tel. 329.4514155
Quaderni Franchi anni dal ‘56
al ‘73 (tutto il pubblicato) e
Diana Armi anni dal ‘72 al ‘03,
fascicoli perfetti. Vendo anche 1
collez. di cartoline a sogg. venatorio e cataloghi di armi+man.
pratico per uso corretto delle
armi ad avancarica dal titolo “A
caccia con lo schioppo a percussione. Spari e nuvole di
fumo”. Volume di 200 pagine e
ca. 200 illustraz. in bianco/nero
ed a colori; edizione di soli 600
esemplari in via di esaurimento.
Dottor Raggi
tel. 0544. 590206 ore pasti
Vendesi VALIGIA tipo PAKMAYR, nuova ed adatta per
trasporto sino a 5 pistole con
tutti gli accessori. € 180
Gasbarri 339.2266136 0761. 461611 o.p.
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scambi?
pagina 30
Remington
Zouave 1863
Non si sa molto del modello Remington “Zouave”, a cominciare dal nome. Pare
che nessuno sappia come mai il fucile “M 1863” fu denominato Zouave. Per la verità
durante la Guerra Civile c’erano alcune truppe che si definivano Zuavi, per la
maggior parte nell’esercito nordista ma anche tra i confederati (gli “Zuavi” originali
erano truppe francesi reclutate in Sud Africa). Peraltro non c’è prova che i fucili
Zouave fossero destinati alle unità che si definivano Zuavi.
Zouave Carbine
Il primo contratto d’ordinanza fu emesso il 30 luglio 1861 per una quantità di
10.000 pezzi, che non vennero mai consegnati. I primi 10.001 pezzi furono
consegnati a fronte di un nuovo contratto del 11 agosto 1862, e altri 2.500 seguirono
da contratto del 13 dicembre 1863. Erano ottimi fucili, ma per qualche motivo non
vennero mai utilizzati durante la guerra, o perlomeno non è rimasta alcuna prova
che lo furono. Del resto, lo Zuavo non fu l’unica ottima arma a subire questa sorte
durante la Guerra Civile. Rimasero semplicemente nei magazzini, quindi gli esemplari
che sopravvissero rimasero in ottime condizioni e furono rivenduti ai civili alla fine
della guerra.
Zouave Musket
pagina 31
Ciò nonostante, si tratta probabilmente del fucile militare più bello che sia mai
stato prodotto, ed è forse questo il motivo per cui divenne la più famosa replica della
Guerra Civile. Quando la rievocazione storica della Guerra Civile diventò di moda,
molti rievocatori usavano armi originali, e fu allora che il Remington 1863 guadagnò
grandissima popolarità. Lo Zuavo è il primo moschetto di cui sia stata costruita una
replica – la loro produzione iniziò in Italia tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70.
Armi Sport iniziò la produzione del suo modello Zouave nel 1968, e neoffre oggi
5 diverse versioni: una carabina ed un fucile, entrambi disponibili con tre rigature o
con canna liscia. La versione a 7 righe poligonali è il nostro “fiore all’occhiello”.
Armi Sport è l’unico produttore che offre la versione a 7 righe , com’era
l’originale. “La nostra replica è totalmente fedele all’originale, ad eccezione
della finitura satinata della canna, per minimizzare il riflesso della luce.
Questo modello dello Zouave è stato sviluppato in collaborazione c on tre tiratori
italiani ed il risultato di questo lavoro di team sono state… due medaglie d’oro ed
una d’argento nel Campionato del Mondo di Adelaide, Australia, nell’agosto 2008”.
Medaglie Zouave

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