- Quadri degli Studenti
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- Quadri degli Studenti
Alberti Marta 3ASE Bernardotto Simone 5DSA Brendolan Maria Editoriale 3 3CSC Perché? 4 Bressan Ivan 5DSA Climate Reality Project 5 Callegaro Francesco 2DSA Camerra Petra 3BSA A volte ritornano 2: la vendetta 6 Caucchiolo Chiara 2ESC La prosecuzione dell’apocalisse 8 Chichellero Elena 3CSC Come funzionano le scuolesuperiori...? Corradin Giulia 1BSC 9 D’Angelo Luca 3BSE 7 gennaio 2015 10 Gleria Sofia 1DSC Je suis Charlie… ou non? 12 Graziano Corrado 3BSE Graziano Gerardo 5DSA Libertè, egalitè, fraternitè 14 Leonardo Rossi 3CSA Le Lucertole invadono il palcoscenico 15 Luisetto Nicolò 3BSE How to train your Dragon Memola Camilla 1ASE 16 Mistrorigo Michele 3BSE Identità e competenze emotive 17 Montanaro Giulio 3CSA Manga 18 Qi Xia Yu 3CSA Rossetto Asia 2DSA Welcome to “Scatland” 19 Savoca Silvia 3CSC GTA V? 20 Segota Clara 1ASE Lo Hobbit si! Lo hobbit no! Tara Serena 5BSC 21 Zaggia Camilla 1DSC Siamo stati declassati 22 Zambetta Valentina 3DSA Mattarella for president 23 Zoico Jyothi 3DSA Gigi Galli: idolo 25 Adebayo Akinafenawa 26 Le delizie dell’entomofagia 28 Sopravvivere in cucina 30 Quadribinto 31 Uomo obiettivo: Giuliano Cisco Direttore: Gerardo Graziano, 5aDSA Vice direttori: Corrado Graziano, 3aBSE Marta Alberti, 3aASE 4aDSA Impaginazione: Andrea Campesan, Cosimo Bortolan, 4aDSA Copertina & Quarto: Ivan Bressan, 5aCSA Clara Segota, 1aASE 2 Si può essere gelosi del libro anche se non si ha un uomo L ettori del giornalino, ben ritrovati. Tanti eventi sono accaduti dall’ultimo numero, ma specialmente uno ha toccato tutti nel profondo: la vicenda dell’attacco terroristico alla sede del giornale satirico francese “Charlie Hebdo”. Non voglio dilungarmi sulla cronaca dei fatti accaduti, di cui tutti dovrebbero essere a conoscenza; voglio solo mettere in risalto l’hashtag nato da questa dolorosa vicenda: #jesuischarlie Tanti buoni principi, condivisi da pochi onesti e soprattutto da molti opportunisti. Vorrei proporvi alcune riflessioni a proposito: Ok, molta gente ha scritto dappertutto, specialmente nei social, “je suis Charlie”. Quanti però veramente sono a conoscenza di ciò che trattava il giornale in questione? Quanti condividono REALMENTE i temi e soprattutto il modo in cui tali argomenti sono trattati? E’ brutto da dire, ma una grossa componente delle persone che hanno sbandierato questo motto, non hanno fatto altro che ripeterlo solo per cercare uno status sociale, con un’ampia dose di qualunquismo e moralismo. Chi ha condiviso questa catena di #jesuischarlie, deve avere l’onestà intellettuale di non criticare la satira. Questo è il punto che voglio mettere in risalto: se avete condiviso gli ideali del giornale francese, non guardate poi con faccia sbigottita chi per sdrammatizzare fa una battuta con sfondo religioso/razzista. Chi fa black humour NON è razzista, anzi! Fatevi una risata! Non siete anche voi un po’ Charlie in fondo? C’è chi ha scritto #jesuischarlie per difendere la libertà d’opinione, ma quanta gente sarebbe realmente disposta a scendere in strada per chiedere un cambiamento tangibile? La rivoluzione non si fa con gli smartphone. Se c’è qualcosa da dire, si deve manifestare. Siamo una nazione pigra: fino a quando c’è da condividere un post su facebook, siamo capaci tutti, pochi però sono quelli che si alzano le maniche per cercare di modificare ciò che non va. E qui pure io dovrei fare autocritica… Nello stesso identico giorno della strage di Parigi, sono morte 2000 persone in Nigeria, una quantità di morti dallo stesso ordine di grandezza dell’11 settembre, eppure non ho mica letto tanti messaggi di cordoglio per questo tragico episodio; a dire il vero non ricordo nemmeno di aver sentito in tv la notizia. Con questo vorrei farvi riflettere sul quanto siamo realmente liberi di pensare, sul fatto che ci crediamo realmente informati, quando poi non è così. Con questo non voglio assolutamente dire in maniera sistematica che chi ha condiviso l’hashtag è un moralista. Al contrario, ho scritto questo articolo cercando di difendere chi veramente crede nei valori di solidarietà e libertà d’espressione, sperando che queste linee un po’ polemiche possano smuovere nell’animo di tutti una riflessione, per ognuno dei quattro punti analizzati. Buona giornata e buon Quadrifoglio! Gerardo Graziano, 5aDSA Se dovete studiare la peste fatelo in silenzio perché è facilmente trasmissibile! 3 E cco che mi ritrovo a scrivere per il Quadrifoglio, alla soglia dai primi esami universitari. Spero di rallegrarvi facendovi notare che, sì, c'è tempo anche per questo, soprattutto per chi ha il privilegio di aver frequentato il nostro duro liceo! Durante la classe quinta ho preso la decisione di iscrivermi a statistica (forse ora qualcuno di voi tramuterà il suo sorriso in una smorfia, ahimè) e ora mi trovo immerso nei miei amati numeri, dietro ai quali si celano persone e situazioni reali più o meno 'quantificabili'. Ciò di cui vi sto per parlare non credo però di poterlo tradurre in linguaggio matematico, e proviene dalle mie riflessioni ed esperienze; mi sento in dovere di darvi un consiglio: mirate alle cose Grandi e non accontentatevi delle risposte facili, qualsiasi cosa stiate facendo! Duranti i miei studi mi sono accorto, e tuttora mi accorgo, di quante volte ignoriamo le vere ragioni che guidano la storia (anche personale) e la ricerca, ingoiando mezze risposte, motivazioni affrettate che non saziano la nostra curiosità, ma la addormentano. Sicuramente è più difficile andare a fondo, e con senso autocritico, in ciò che impariamo ogni giorno, ma vagabondare sulla superficie penso ci lasci perfino perdere di vista il motivo per cui lo facciamo! Durante il periodo trascorso al Quadri, che ha compreso una parte importante della mia maturazione, ho imparato a non avere paura delle domande, anche quelle più filosofico/esistenziali legate alla mia identità e al rapporto con gli altri, e di questo ringrazio i miei professori per il loro prezioso aiuto. Non pensiate che abbia trovato sempre le risposte, ma questa ricerca di senso ha guidato le molte (moltissime) ore passate sui libri, dando loro uno scopo senza il quale l'appiattimento delle mere nozioni l'avrebbe fatta da padrone. L'università, che fino a pochi mesi fa era rimasta un po' un sogno vista la piena possibilità di scegliere a che cosa dedicarsi, si sta 4 na possibilità di scegliere a che cosa dedicarsi, si sta rivelando la continuazione di questo percorso (seppur con il grado di approfondimento orientato al mondo del lavoro), che non può essere slegato dalla ricerca della bellezza, del sano e incessante miglioramento di sé, staccarsi dal quale mi sembrerebbe soltanto sinonimo di fuga. Mi è stato spesso consigliato di dare sempre il massimo in tutte le situazioni perché il mondo là fuori è esigente; personalmente mi trovo in disaccordo. I giovani (siamo noi) di cui la nostra società in crisi ha bisogno non sono automi super-efficienti, ma persone responsabili che percepiscono i motivi che li spingono a collaborare per il bene comune e hanno coscienza delle loro capacità e debolezze. A questo scopo veniamo educati: non per diventare perfetti o piacere a qualcuno, ma per portare meglio a termine la nostra missione! Ciò che fa il bene di tutti è sì che ciascuno di noi si impegni al massimo delle sue possibilità, ma esse non possono venire a galla solo per una pretesa esterna. Devono provenire dalla nostra stessa volontà e dalla sensibilità che abbiamo coltivato negli anni, facendo domande, ascoltando risposte e imparando dagli sbagli proprio come sui banchi di scuola... Vi saluto con l'augurio di domandarvi sempre Perchè, non solo a scuola ma soprattutto sul vostro ruolo nel mondo! Federico Castellan, ex 5aALG P.S. Vi auguro un buon proseguimento dell'anno scolastico e vi lascio questa bella citazione sul tema “La domanda è già un miracolo. È il primo modo della coerenza, del compimento di sé, della propria libertà.” C'è una potenza erotica nel toccare quello schermo che sprigiona i vostri desideri più sfrenati. -Luigi Giussani- D opo aver finito le scuole superiori ed essermi iscritto alla facoltà di Sociologia dell’università di Trento ho iniziato a sentire la necessità di fare un’esperienza di volontariato fuori dall’Europa. Il rapporto che si è instaurato tra me e i ragazzi è stato meraviglioso. Io insegnavo a loro la lingua inglese e le tradizioni del mio paese, loro insegnavano a me lo stesso della loro nazione e della loro lingua. Senza molto esitare ho capito sin da subito che il Brasile (in particolare il Nord-Est) sarebbe stata la mia meta. Le motivazioni sono molte: il fatto che nell’immaginario collettivo i brasiliani sono una popolazione sorridente e empatica, la passione per la musica, il calcio e il clima tropicale. Poco prima di partire ho scoperto che a Rio de Janeiro (qualche ora di aereo dalla città in cui mi trovavo) ci sarebbe stato un training con l’ex vicepresidente degli U.S.A., nonché nobel per la pace nel 2007, Al Gore sul riscaldamento globale. Ho iniziato quindi a studiare portoghese per un anno e ad informarmi per cercare di capire quale progetto avrebbe soddisfatto le mie esigenze. Dopo lunghe ricerche ho trovato un’associazione universitaria chiamata AIESEC che funge da intermediaria tra università e ONG (Organizzazioni Non Governative). Nel giro di 5 mesi, sono partito per Recife a lavorare con un’ONG chiamata “Instituto Dom Helder” e il mio compito era quello di insegnare inglese ai ragazzi di due favelas in contrasto tra loro. La durata del mio incarico è durata dall’1 Settembre a metà Ottobre e ho vissuto da una fantastica famiglia che mi ha ospitato. Come studioso della società odierna penso che il riscaldamento globale sia uno dei più grandi problemi che l’umanità sta affrontando e che dovrà affrontare in modo sempre più accorto. Ho quindi inviato l’application e con molto entusiasmo e stupore sono stato selezionato per partecipare a questi 3 giorni di training (4 – 5 – 6 Novembre). Quello che ho appreso da questo incredibile evento ve lo racconterò alla vostra assemblea d’istituto il giorno 6 Febbraio (col titolo “Climate Reality Project”). Sperando di vedersi lì, mando un saluto alla mia ex scuola superiore (il Quadri). Elia Tonellotto, ex studente del Quadri Avrei preso Enea e l'avrei schiaffeggiato a lungo! 5 N ome e cognome Giampietro Gumiero Età 25 Segno zodiacale Cancro Dove ha studiato? Liceo Quadri Anno/data di diploma? 2008, data...sarà Luglio Situazione sentimentale? Single Hobbies Calcio, ping-pong... fisica, facciamo finta... Quanto si ricorda di ciò che ha studiato al Quadri? Abbastanza Perché è diventato insegnante? Perché ho avuto bravi insegnanti Materia preferita da studente? Mah! Ehm... diciamo fisica e matematica, dai Materia/e che insegna ora? Fisica e matematica Cosa le piace di questa/e materia/e? Che sono oggettive e si può arrivare al 10 Argomento che preferisce della/e sua/e materia/e? Tutti, facciamo finta, dai Cosa preferisce dell'attività di insegnante? Mah... stare a contatto con i ragazzi giovani Cosa le piace di meno? Quando questi ragazzi giovani non si danno da fare Cosa ne pensa delle preferenze? Cosa sono? Come dovrebbe essere l'alunno modello? Ah! Eh...mah... non devono essere tutti alunni modelli, l'importante è che si impegnino Cosa prova a lavorare al fianco dei suoi ex-professori? È strano, però bello Sappiamo che ha terminato la sua prima esperienza lavorativa come insegnate, continuerà a insegnare? Sì sì, spero di sì Meglio il quadri da studenti o da professori? Da... studente? L'insufficienza più traumatica da studente? 3,30 in matematica E da insegnante? 2 in matematica 6 Le è mancato il Quadri in questi anni in cui è stato via? O si è dannato perché è dovuto tornare? Non mi è mancato, ma sono stato felicissimo di tornare Costante preferita? Costante preferita?! g, perché è la prima che mi viene in mente Cartone animato preferito? Carton... ehm...facciamo i Griffin, dai Crede che ad avere il potere di volare sia la slitta o le renne di babbo natale? E la risposta deve essere fisicomatematica Allora direi la slitta, per la portanza dell'aria (??) Viene prima l'uovo o la gallina? Viene prima... l'uovo Attrice preferita? Eh, non sono un grande esperto di attrici. Direi Julia Roberts Che soprannome preferisce tra: Gummy, Giampy, Gumera, Chewing-gum e Jump? Penso Gummy, dai Che prodotto utilizza per i suoi capelli? Nessuno Cosa hanno di speciale gli unicorni rosa? Ci fanno sognare Ha mai tentato la quadratura del cerchio? Per fortuna no, se no sarei ancora dietro Inglese o filosofia? Inglese Righe o quadri? Beh, visto che insegno qua... Newton o Einstein? Newton Leonardo Da Vinci o Archimede? Eh, ma io sono sempre un nostalgico. Direi Archimede Gauss o Euclide? Dai, qua vado contro: dico Gauss Clap along if you feel like...? ah, ok...ehm... a teacher Da ex-studente del quadri, cosa pensa di noi studenti del quadri ? Beh, siete quello che eravamo noi quindi.. penso bene. In bocca al lupo, fate il meglio che potete Le è piaciuta l'intervista? Si Elena Cichellero, 3aCSC e Xia Yu Qi, 3aCSA C'ho proprio la testa balenga in 'sti giorni... N ome e cognome Tommaso Seraglio Età 35 Segno zodiacale Cancro Dove ha studiato? Eh.. Verona, Padova, Milano Anno/data di diploma? 1998 Situazione sentimentale? Sposato Hobbies Tanti, troppi Quanto si ricorda di ciò che ha studiato al Quadri? Molto, moltissimo. Ho avuto degli ottimi insegnanti Perché è diventato insegnante? Per passione. È stato assolutamente un caso Materia preferita da studente? Materia preferita da studente... probabilmente... la chimica Materia/e che insegna ora? Chimica, biologia, scienze della terra Cosa le piace di questa/e materia/e? Che sono materie molto collegate alla realtà delle cose, dei fatti Argomento che preferisce della/e sua/e materia/e? In generale tutta la chimica, soprattutto la parte di biochimica Cosa preferisce dell'attività di insegnante? Il rapporto con i ragazzi, il rapporto con i colleghi, il fatto che comunque si tratta di un ambiente molto stimolante. Cosa le piace di meno? Probabilmente le stesse cose: tante volte è un ambiente che crea non poco stress Cosa ne pensa delle preferenze? Che preferenze? Quali preferenze? Io non faccio preferenze! Come dovrebbe essere l'alunno modello? L'alunno modello dovrebbe essere prima di tutto curioso e, dopodiché, ovviamente una parte dello studio è applicazione: leggere, imparare, capire Cosa prova a lavorare al fianco dei suoi ex-professori? Eh...soddisfazione Meglio il Quadri da studenti o da professori? Meglio... il Quadri da professori L'insufficienza più traumatica da studente? Probabilmente la prima in latino con una collega che attualmente insegna anche qua E da insegnante? Da insegnante ne ho date... tante, ma tutto sommato tutte poi recuperate Le è mancato il Quadri in questi anni in cui è stato via? O si è dannato perché è dovuto tornare? No, mi è mancato molto Il suo amminoacido preferito? Il mio amminoacido preferito… probabilmente la fenilalanina Cartone animato preferito? Cartone animato preferito... probabilmente "The family guy" (I Griffin) Cosa hanno di speciale gli orsetti di peluche? Che sono morbidi Matematica o fisica? Fisica Righe o quadri? Quadri Margherite o rose? Rose Vampiri o licantropi? Vampiri Mendel o Darwin Darwin La sua tisana preferita è al gusto di... Frutti di bosco Ha più paura dei clown o delle bambole di porcellana? Delle bambole di porcellana, sono terrorizzato dalle bambole di porcellana Shakespeare o Dante? Dante Il personaggio di scienza che ammira di più? Sono veramente tanti... probabilmente Marie Curie che è morta per la scienza Colombo investigatore o esploratore? Colom... Colombo esploratore Democrito o Schrödinger? Schrödinger Cane o aufbau? Cane Il suo periodo preferito? Questo. Quello attuale Mendeleev o Meyer? Mendeleev Lewis o Pauling Pauling Scientista o scienziato Non so cosa vuol dire scientista, quindi… scienziato Golgi o Gorgia? Anche Gorgia non è stato male come filosofo effettiva- Mannaggia! Ne avessi uno in più sarei felice come un gas nobile! 7 mente La formula dell'hihihihi? Non l'ho capita ma posso immaginarla... (etc) Il suo dinosauro preferito? Il mio dinosauro preferito ...è probabilmente il T-rex Quanti anni ha l'Universo? Troppi, probabilmente troppi Attualismo o catastrofismo? Attualismo e catastrofismo Funghi mucillaginosi o amanita muscaria? Mi fanno abbastanza senso tutti e due a dirti la verità, devo scegliere? Bah, meglio i mucillaginosi Lìnneo o Iupac? Mah... Iupac Biston Betularia o farfalla delle betulle? Biston Betularia, dai, è più carina Idrofobo o idrofilo Idrofilo assolutamente R iferiscono diverse fonti che una volta iniziata l'apocalisse, nulla avrebbe smesso di assecondare l'accelerazione centripeta verso un portale ingurgita-il-tuo-tempo. Ho a lungo meditato questo portale e ciò che segue è quanto sono riuscita a concludere. Si tratta dello “stomaco della California”* Per la stesura di questo pezzo sono stati impiegati venticinque Minuti netti. É vietato di lordare cit. In memoriam cognominis C. Pur scartando i piú situazionisti tra gli orientamenti é inutile pensare che sia possibile fuggire lo Spazio-Tempo. Le lezioni del liceo, quelle tutte identiche e mai uguali, iniziavano con un piano cartesiano alla lavagna. C'era Spazio e c'era Tempo. C'era Spazio per l'opinione malcelata di alcuni invasandi e per quella accondiscendente degli invasati. C'era Tempo per il voto di silenzio dei primi e Tempo per dare aria alla bocca dei Secondi. Questi Minuti Secondi se ne stavano seduti compiacenti, eccellenti. Sbirciarono per un Attimo il loro teleportale. Tutti ne 8 Cosa significa la frase "Oh, be a fine girl, kiss me right now, sweetheart"? Uh, è una frase molto molto romantica eh... (etc) Come classifica le stelle? In belle, brutte, luminose e meno luminose Omologo o analogo? Omologo C2H6O (alcol etilico) o C3H8O3 (glicerolo/glicerina)? C2..H6..O? Da ex-studente del Quadri, cosa pensa di noi studenti del quadri ? Penso che siate.. bravi e che siate molto fortunati ad essere qui Le è piaciuta l'intervista? Mi è piaciuta molto l'intervista, vi ringrazio Anche noi Elena Cichellero, 3aCSC e Xia Yu Qi, 3aCSA avevano uno. Serviva per fare più cose con meno Tempo, dato che tutti lo cercano e nessuno lo trova, e nello stesso Spazio, lí ammassati in aula. E se ne stavano pure comodi dato che i Secondi erano di corporatura minuta. Incredibile. Nello schermo di ciascuno di questi Minuti Secondi compariva lo stesso messaggio: sei grasso. Alzarono come telecomandati tutti la testa, direzionando un tentativo di sguardo interrogativo alle figure che si ponevano tra loro e la lavagna. Un'arancia. C'era a lor dire un'arancia ben poco sferica che trasudava succo sul pavimento. Gli bastarono due sole informazioni a concludere di dover iniziare la dieta. I Minuti Secondi erano svegli, rapidamente collegarono il messaggio all'arancia elaborando un contenuto salutitico che non gli era prima proprio. Infatti i Minuti Secondi si nutrivano di pasticceria industriale che fluiva di forza newtoniana da credenze digitalizzate. Ciononostante mantenevano la loro istantanea linea di Secondi cosí graziosi e Minuti. Il Tempo sta finendo. Chi aveva scritto quel messaggio e disegnato l'arancia alla lavagna? Non c'é più Spazio. Faccio anche io voto di silenzio. Ex studentessa del Quadri * su ispirazione viscerale o meglio gastrica di J. Fante – Chiedi alla Polvere di cui sto implicitamente suggerendo la lettura Nella vita niente è gratis, nemmeno le carrucole! cheerleader (tutte le ragazze sognano di far parte del gruppo più popolare della scuola!). C ari lettori, già dal titolo avrete intuito il tema centrale di questo articolo. Infatti, avendo fatto un esperienza all' estero, ho avuto l'opportunità di venire a conoscenza di come la scuola cambia in alcune parti del mondo. Una scuola perfetta non c’è mai stata anche se come modello si prende in considerazione la scuola in Inghilterra o negli Stati Uniti d' America. Ed è per questo che vi parlerò inizialmente della scuola negli USA. La cosa che mi ha colpito di più è il fatto che proprio gli studenti, nel corso dei quattro anni di studi, possono scegliere l'anno in cui studiare le materie. Solitamente, gli studenti americani preferiscono lasciarsi per ultime le materie più leggere in modo da dedicarsi, nell' ultimo anno a tutte quelle attività che precedono il diploma che per loro rappresenta già di per se una grande festa. Inoltre, le scuole forniscono i libri per qualsiasi materia senza dover comprare ad alti costi ciò che serve a facilitare lo studio. Spesso però i libri sono mal ridotti, perché essendo stati usati da più persone nel corso degli anni, si sono consumati. In aggiunta, esistono moltissimi club pomeridiani come ad esempio il club di arte oppure quello di chimica ma soprattutto quello delle Un'altra scuola di cui sono venuta a conoscenza solo pochi anni fa, è quella giapponese che è in continua crescita grazie al livello di intelligenza e di evoluzione dell' uomo. Gli studenti giapponesi vanno a scuola da aprile fino a marzo dell'anno successivo. Questo non piacerebbe a nessuno degli studenti, suppongo. Comunque hanno due settimane di vacanza sia a Capodanno sia in primavera più sei settimane in estate. Il tallone d’Achille della scuola giapponese è certamente la tecnologia. Al posto di quaderni e libri ci sono i modernissimi Tablet che non sono solo leggeri da trasportare ma costituiscono una vera e propria fonte di ricerca. La cosa negativa è che per inserire tutti i Tablet nel sistema scolastico ci vorrebbero molti soldi che certe scuole magari non hanno. Comunque, gli studenti e gli insegnanti giapponesi sono incaricati di tenere l'ordine per tutta la scuola. Infatti, non esistono i cosiddetti “Collaboratori Scolastici” ma a turni stabiliti ci si prende cura della pulizia della scuola. Il metodo di insegnamento italiano lo conosciamo più o meno tutti. E' certamente un metodo classico ancora non molto sviluppato come le altre nazioni ma, insomma, che va bene e di questo non ci lamentiamo. Tutte le cose hanno dei punti a loro svantaggio e dei punti a loro favore come abbiamo visto nel corso di questo articolo e soprattutto l'importante è avere una scuola che ti consente di avere una formazione per poi avere successo nel futuro! Memola Camilla, 1aASE disegno di Clara Segota, 1aASE Perché altrimenti mettete la testa in garage e scrivete solo... 9 mio amico italiano che conosce bene la Palestina e mi ha spiegato cosa accade veramente in quel Paese. Poi c'è stato T., il ragazzo neozelandese che ha frequentato il Quadri per un periodo, A., un'amica parigina che ha vissuto di persona l'attentato, M., tedesca di Francoforte, P, un diciottenne giramondo conosciuto per caso a Malaga, R. canadese e i miei amici di Hammilton, alcuni dei quali ne sapevano di più (quelli di religione cattolica); ad altri è arrivato pochissimo, ma si sono informati, altri hanno preferito tacere, alcuni si sono limitati a poche parole. gennaio 2015 T re uomini incappucciati entrano nella sede di un piccolo giornale parigino ed al grido di “Allah Ackbar” uccidono 12 persone. Non è un giornale qualsiasi: è il giornale “Charlie Hebdo”, dove lavoravano alcuni ebrei e che fa satira - da quello che ho potuto vedere (e datemi pure della bigotta) - un po' pesante, sulle religioni ed in particolare su quella islamica. Per il mondo, soprattutto occidentale, è diventato un attacco alla libertà di parola e di stampa. Nello stesso momento un altro esponente dell'ISIS entra in un supermercato ebraico e uccide 4 clienti. Che sia un attacco alla libertà di stampa mi pare scontato e parole se ne sono spese moltissime. Quello che mi interessava capire però è perché ancora una volta a farne le spese sia stato questo popolo e com'è stato vissuto dai miei coetanei nelle diverse parti del mondo. Io amo viaggiare (chi mi conosce lo sa), ma nei mie viaggi amo conoscere soprattutto le persone. Sono stata fortunata, in questi anni ne ho conosciute molte di altrettante nazionalità, per brevi o lunghi periodi e tutte, o quasi, mi hanno risposto e sono state pronte a darmi il proprio parere ed aiuto. Tutto è iniziato dalla spiegazione che mi ha dato un 10 La pima cosa che ho appreso però è che l'ebraismo, a differenza del cattolicesimo (religione predominante in Francia) e dell'Islamisno (religione degli attentatori) non fa proselitismo, non cerca adepti; la conversione è una specie di “adozione” nella quale si deve addirittura scegliere un nuovo nome, mentre per le altre religioni monoteiste la conversione è una “scelta di fede” più morale che “fisica”. La conversione richiede spesso un abbandono della propria famiglia d'origine ed un'identificazione con la sorte del popolo ebraico, elementi, questi che non sono così assolutizzati nel Cristianesimo e nell’Islamismo: non ho mai visto ebrei far propaganda. Da sempre sono stati grandi giuristi, letterati e scienziati, persone di grandissima cultura. Non che le altre religioni abbiano prodotto degli ignoranti, ma nel Medioevo cristiano i contabili erano di questa religione, mente l'Islam è sempre stato un mondo a parte, lontano dal modo occidentale, con usi e costumi troppo diversi per essere adeguatamente compreso. In Palestina convivono Mussulmani ed Ebrei da anni, si combattono fra loro per la spartizione del territorio, gli uni accusano gli altri di invadere i confini, e probabilmente è così, ma questo non giustifica la guerra e gli assassini. Non per il nostro modo di pensare, almeno. Ho ricevuto condanna unanime dell'attentato da parte di tutti i miei amici, che l'hanno ritenuto più un attacco religioso che politico. In Inghilterra, come mi ha riferito C. (amica francese che sta frequentando l'anno lì) non se ne è parlato molto e lei ci è rimasta legittimamente molto male. L'atteggiamento degli inglesi ha fatto letteralmente sdegnare, com'è nel suo carattere, un nostro compagno di scuola R.L. che sta trascorrendo anche lui l'anno lì: “gli inglesi pensano solo alla loro politica” accusa. In Finlandia, riferisce O. ci sono stati solo alcuni articoli sulla vicenda, ma si reputano immuni da questo tipo di attentati in quanto non ritengono la loro nazione così potente da esse- Che bello questo cancellino! Era come quello che i miei compagni si tiravano una volta! Sarà che oggi è venerdì 13... Uoooh! re attaccata da terroristi. P. che adesso si trova in Perù, con il suo classico modo di vedere le cose “io non ci sono quindi non mi importa”, ha riferito che nonostante la notizia fosse arrivata non c'è stata alcuna reazione. Poco di più c'è stato tra i giovani tailandesi: J. ha assistito a qualche sporadica conversazione sull'accaduto. E.e J, spagnole, hanno avuto la loro tipica reazione “caliente” dicendo “estan locos!!!!!” (Sono matti!!!), e anche se convivono da secoli con la cultura araba hanno condannato in pieno ciò che questi estremisti hanno fatto. In Canada, nella regione del Quebec, supportano la Francia, mi fa sapere R. e gli insegnanti a scuola hanno scritto sulle lavagne “JE SUIS CHARLIE”. Gli amici neozelandesi, a cominciare da T. che ha studiato e vissuto qui, sono sdegnati, adirati, preoccupati per quello che sta accadendo in Europa. Da loro si è sentito poco, non pensano che l'ISIS possa arrivare fino a loro, hanno altre leggi, per loro non ci sono problemi religiosi, guardano di più al modo di comportarsi delle singole persone. Si assiste ancora ad una nascosta rivalità tra maori e bianchi, ma non ci sono screzi tra mussulmani, cristiani, anglicani o altro. Sono stati fantastici!!! L'avvenimento non li ha toccati, ma si sono interessati tanto a come lo stiamo vivendo nel mio Paese. In Belgio è diverso. M. abita vicino alla Francia, la sua Nazione è sede della Comunità Europea, il centro dell'occidente europeo, che da quello che dicono, l'ISIS vuole prendere di mira; c'è allerta totale, pochi giorni dopo hanno ucciso 2 persone ritenendole terroristi, c'è paura e psicosi. R. abita nella Svizzera tedesca: sono stati molto sorpresi che l'attentato si fosse svolto proprio in Francia, e che a farne le spese siano stati dei civili. La Germania e l'Austria sembrano, come opinioni, due Paesi uniti, tutti sono stati scioccati dall'avvenimento. D., M., J e V. mi scrivono più o meno le stese cose: “I terroristi hanno fatto male, sembra che i mass media non dicano tutto”. Per D. sembra strano che una cosa del genere possa essere accaduta così vicino a loro, M. fa presente che da lei, probabilmente, ci sarebbero persone d'accordo coi terroristi. J, tedesca di origini iraniane, oltre alla condanna dell'accaduto, preferisce non commentare. V., dall'Austria mi dice che dà loro è vietata la satira sulle religioni. Tutti preferiscono poi cambiare discorso. Parigi è una città bellissima, i Parigini, come tutti gli altri abitanti del mondo sono gentilissimi e simpaticissimi, sempre pronti ad aiutarmi. Sono stata là più volte e mi piace mangiare sui tavolini dei bistrots, fare promenades per gli Champs Elisées, prendere i metro. Persino i clochards sono regolamentati, la polizia li conosce, hanno una specie di patentino per poter chiedere la carità, ci sono bagni puliti ovunque, non devi cercarli come in Italia, le persone ti insegnano come e dove risparmiare, mi fanno gli sconti nei negozi. Quando è successo l'attentato sono rimasta scioccata. Ho scritto subito ad A., L. e a C. ho chiesto loro come stanno. Tutto ok, anzi no. “E' stato brutto, no peggio”. Erano sconvolte, non se lo aspettavano. Da loro, come mi ha confermato il mio amico italiano che conosce bene anche questo Paese, il giornale è molto conosciuto, come è conosciutissimo anche il supermercato della catena Kosher nel quale è successo il secondo attentato. 4 morti. Sono stati giorni di paura, polizia e soldati ovunque. Quello che ha fatto loro più piacere è stato che TUTTI, sono scesi in piazza a manifestare, tutti ed in tutto il mondo, così a loro è parso. I Francesi sono così, quando non va a loro qualcosa, manifestano. A volte mi chiedo se le manifestazioni non le abbiano inventate loro. Adesso c'è psicosi anche in vista delle nuove elezioni del 2017, hanno paura che in quella data succeda qualcosa di più grave. Non ho ancora capito perché per far valere le proprie idee alcuni ricorrano alla violenza, altri ai dispetti. E quello che tutti i miei amici mi hanno fatto capire lo esprime questa massima: Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere Mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli an ni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io. Ognuno ha la propria storia. E solo allora mi potrai giudicare. ~ Luigi Pirandello Jyothi Zoico, 3aDSA A seguire, la testimonianza fedele di Astrid, ragazza che abita a Châtenay-Malabry (cittadina vicino a Parigi ) e ho conosciuto nel 2010 in una famiglia inglese per un corso dell'associazione living learning English. No, non ci credo! Hanno cambiato i cancellini dell'anteguerra! 11 I was very moved by the attack of Charlie Hebdo, and I will always remember it. This event will stay forever burned in our minds, it is a hard blow for France, because is one of the deadliest attack in the country. I remembered exactly the moment when I learned this tragic event, I was returning from school between noon and two, by surfing on the net I came across it and it was a shock. I am used to follow the news especially when countries suffer a terrorist attack, but it reamains abroad. So I did like most people, I spoke about that around me, I shared my point of view and I said everywhere "Je suis Charlie". However I asked my self what would we say by being Charlie, What are the real meaning of these words. I think that is probably a slogan to defend and fight for the freedom of expression which would has been flouted. The freedom of expression was certainly threatened but I am sure that this massacre could be avoid. Indeed we can say and share our opinion, our point of view, it is even our right. And this is absolutely wonderful to live in a society where anyone can express his feeling without being forced. But that doesn’t gives us the right to insult, to offense, and to show a lack of respect toward any religion. Religions are not a laughable and a derisory subject. It is a sensible subject which can affect a lot of people and have a serious impact on every society. We have to fight against the fanaticism and the terrorism. If I am saying I am Charlie this is not to sup- port his ideas, his convictions, and his methods, this is to give a support to all the victims, and especially the big family of journalist who represents the freedom of expression. This is important to specify that when we are saying the France is Charlie, this does not necessarily mean that the values of this satirical newspaper became French values, this is more a symbol of unity. The freedom of expression have to be use advisedly. Furthermore I was also very touched by this momentum of solidarity through France and even all over the world, at this moment I was proud to be french, to see my country gather for the liberty, the diversity, the respect. During a moment all the differences between french people have been erased. But I find it, a little bit sad that it was a tragic event which grouped french. In this way this is a sad reality, which turned true: dramas bring people together. After these events, exceptional protection measures have been put in place to prevent this kind of tragedy from happening again, this is called in french «plan Vigipirate» it is taken very seriously in my high school, because it is located less than 20km of the places of the attacks. These measures have deleted class trips, and even today our city is under military surveillance and about thirty of them housed in our school, it is very impressive. Normaly we should welcomed this week the peruvian correspondent of my sister but it was canceled because of these events. Astrid, studentessa diciottenne francese «È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.» C ome quando si vede una mela ci si può accontentare di quello che ci dicono i nostri sensi, sulla base delle fattezze e del colore della buccia, oppure decidere di pelarla e vedere se ciò che appare 12 coincida con ciò che è in realtà, così anche nella vita di tutti i giorni ci si può sentire appagati da ciò che ci viene detto o decidere di andare più a fondo e scoprire quale sia la la verità, scegliere la pillola rossa. Insegnante: “Dimmi il pronome atono corrispondente a 'loro'” Alunno: “Mi” Insegnante: “Mi sparo!”. Così anche per ciò che è successo a Parigi si può decidere di accontentarsi di ciò che dicono i media o le varie correnti politiche a cui siamo più affezionati, o decidere di fare qualcosa in più, andare fino a fondo alla questione(, pelare la buccia,) farsi delle domande (ex. Questo è islam? Je suis Charlie ou Non? Je suis Ahmed aussi? Sono d’accordo con ciò che ha detto Papa Francesco? Etc. ) e risponderci solamente sulla base di ciò che noi, singoli individui, pensiamo, di ciò che sono i nostri valori e perché no?! anche cercando di saperne di più: non vi è alcuna contro-indicazione all’acculturarsi. Come Morpheus, perdonami caro morphy ma tranquillo durerà poco, io non sto qui a obbligarvi a prendere una strada rispetto ad un'altra perché per prima cosa chi sarei io per decidere questo? E per seconda cosa: credo che ognuno abbia il diritto di pensare ciò che vuole. Non vi sto, quindi, qui a raccontare di Ahmed Merabet o a fare la cronaca dei fatti che so che, chi più o chi meno, già conoscete. Quello che intendo fare invece è un passo indietro, o forse di lato, soffermarmi e rendervi partecipi riguardo ad una questione che, in questi giorni, mi assilla: cosa vuol dire fare satira al giorno d’oggi? E soprattutto: c’è un modo giusto o sbagliato di farla? Ce n’è uno migliore di altri? Perché qui non si sta parlando solamente di un attentato, (forse il peggiore dopo quello dell’ 11 settembre, sicuramente quello più “visibile” a mio parere), ma, secondo molti, di una vera e propria violazione di quello che è considerato uno dei più importanti diritti della moderna civiltà occidentale: la libertà di stampa, più specificatamente, dato che la principale motivazione di coloro che hanno compiuto tali atti è stata rivendicata come una vendetta nei confronti di alcune vignette satiriche di tale giornale, la libertà di satira. Quindi ho deciso di cercare alcune definizioni dalle fonti da me considerate più affidabili. Secondo Treccani satira è la “Composizione poetica che rivela e colpisce con lo scherno o con il ridicolo concezioni, passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune (e sono perciò considerati vizi o difetti) o dall’ideale” ; secondo il Corriere della Sera è “ Genere della letteratura latina, prima teatrale poi solo poetico, che mette in ridicolo personaggi, ambienti o costumi con toni comici o sarcastici e intenti moralistici.”, secondo Garzanti Linguistica, infine, satira è “genere letterario che ritrae con intenti critici e morali personaggi e ambienti della realtà e dell’attualità, in toni che vanno dalla pacata ironia alla denuncia, all’invettiva più acre”. Ciò che accomuna tutte e tre è il fine moralistico e il carattere ironico e divertente. La domanda alla quale queste definizioni non rispondono, ma che informandosi un po’ si può comunque solvere, è: vi è un solo modo di fare satira? Ovviamente no, come i temi trattati che possono essere i più disparati, così anche le forme, gli autori e i toni usati sono molto diversi gli uni dagli altri. Vi è la satira più implicita e quella più esplicita, quella più superficiale e quella più meditata, che necessita di un’interpretazione per essere compresa, quella dai toni più leggeri e quella, invece, dai toni più accessi… ma allora vi è una modalità giusta o uno sbagliato di fare Satira? Se ne può considerare una migliore di altre? Beh, secondo me, uno giusto o uno sbagliato no, forse uno migliore. Quello che voglio dire è che, secondo me, i concetti possono essere espressi in molti modi, sta a noi scegliere quali usare. Ci sono modi migliori di altri? Secondo me sì: come mi disse una mia maestra un giorno “Ragazzi la nostra libertà inzia dove finisce quella degli altri” allora forse anche usare un linguaggio blasfemo, che sta a voi decidere se sia tale o meno, può limitare in senso lato la libertà di qualcuno! E, se sì: perché dover andare ad intaccare la libertà di qualcuno per comunicare i propri ideali e le proprie convinzioni che possono essere espresse in altro modo? È così necessario? È la parolaccia o l’allusione sessuale che rende forte il messaggio o gli argomenti che si portano a suo sostegno? Questo, ovviamente non vuole giustificare la violenza, vuole solo porre un forte interrogativo riguardo ad alcuni modo di fare satira al giorno d’oggi. Ragazzi, con il violoncello non si cucca! Michele Mistrorigo, 3aBSE 13 “ Liberté, égalité, fraternité Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza”, insegnava Socrate ai suoi allievi, un pensiero che è venuto riproposto con forza dai fatti del 7 gennaio a Parigi. Un attentato che ha scandalizzato perché ha espresso un problema non indifferente all'interno della nostra società: il rispetto, il rispetto di altre culture e quello delle opinioni altrui. Il mondo occidentale, con il suo atteggiamento di predominio culturale, ha sempre avuto difficoltà ad accettare diverse civiltà, basti pensare a ciò che accadde nelle Americhe all'arrivo degli europei. Nulla, però, ci permette di giudicare, di diffamare chi non è come noi. Questo attentato è accaduto perché non siamo riusciti ad integrare all'interno della nostra società chi ne viene da fuori, mussulmani, extracomunitari, zingari rimarranno esclusi se da parte nostra non avviene una maggiore collaborazione. Per scrollarci di dosso questo atteggiamento razzista, la soluzione è una sola: l'istruzione. Solo attraverso la conoscenza del diverso si possono evitare fatti e comportamenti di odio. Aprire alla scuola momenti di dibattito in classe in cui vengono affrontati temi importanti e attuali sarebbe il modo migliore per stimolare i ragazzi ad una lettura critica e attenta del mondo contemporaneo. Di fronte a questi atti di terrorismo, attribuiti ad una difesa della propria religione, ci si può solamente indignare, solo l'ignoranza può portare ad eventi del genere, ecco perché servirebbe una maggior collaborazione tra Stati europei e mussulmani per inserire all'interno del programma scolastico un esame attento delle diverse forme di religione, dall'Islam all'induismo, dal cristianesimo al buddismo, una maggiore consapevolezza delle altre forme di fede aiuterebbe a comprendere meglio le diverse culture. La Francia è stata la prima a muoversi e ha già dichiarato che, per riaffermare i valori della Repubblica, 1000 educatori, durante l'estate, faranno il giro degli istituti per formare e sensibilizzare gli insegnanti sui temi della laicità e della lotta ai pregiudizi. Ogni comportamento provocatorio da parte degli studenti sarà sistematicamente punito, anche con la chiamata dei genitori. Le Nazioni europee devono avviare un'operazione di riconquista verso quei territori perduti di fraternità, uguaglianza e rispetto a partire dalla scuola. La sfera religiosa è sicuramente la più intima e la più delicata da affrontare perché tocca l'identità umana nel profondo, ecco perché scherzare e giocare su un argomento così complesso può diventare pericoloso. Dante ci permette, all'interno della “Divina Commedia”, di ragionare sul fatto che la fede può essere vissuta in modi diversi secondo la propria sensibilità ecco che non tutti prendono alla leggera una battuta o una vignetta, ma la 14 possono percepire come un'offesa personale. Il Papa è stato categorico su questo: non si possono deridere le religioni altrui, per il pontefice non ci si può giustificare appellandosi alla libertà di stampa, ogni libertà ha un limite che non deve essere di certo oltrepassato: il rispetto. Allo stesso tempo il Papa ribadisce come non si possa uccidere in nome di un Dio e la fede, quindi, non possa essere strumentalizzata. La riedizione da parte di Charlie Hebdo delle vignette che avevano istigato i due mussulmani a compiere l'attentato è la prova che non si è compreso a fondo il problema. Il giornale satirico ha sfidato, così, apertamente la comunità islamica mondiale, infiammando ancora di più la questione e aumentando la possibilità di nuovi attentati. Il corretto uso della libertà di stampa è stato ribadito dalla manifestazione avvenuta a Parigi quattro giorni dopo l'attentato, dove la Francia e l'Europa intera si sono strette vicino agli ideali della rivoluzione francese e dell'illuminismo, dimostrando come il mondo occidentale si senta unito e pronto a raccogliere la sfida. E' stata significativa l'enorme partecipazione dei capi dello Stato di molti Paesi, anche al di fuori dell'Unione Europea, ma soprattutto dei cittadini che con forza hanno espresso il loro coraggio e la loro fermezza davanti a questi atti terroristici. Alla manifestazione era presente anche Lilian Thuram, ex-calciatore campione del mondo con la Francia nel 1998, ora ambasciatore per l'Unicef, che in una recente intervista ha sottolineato l'importanza del giusto atteggiamento da assumere di fronte a eventi così tragici: l'istinto di una risposta violenta deve essere superato facendo prevalere l'intelligenza e la razionalità. Thuram, partendo dalla sua esperienza personale, ha poi dichiarato quanto sia importante formare e aiutare i bambini ad una maggiore integrazione, perché è proprio nella giovane età che è più naturale far sperimentare al bambino atteggiamenti di fraternità. L'Europa non può permettersi di cadere nell'islamofobia, cedendo così all'odio. Bisogna considerare che gli integralisti sono una minima parte rispetto a tutti i praticanti. Dichiarare, come alcune forze politiche, di dover chiudere i confini a coloro che sono islamici, riportando i mussulmani già presenti nel Paese alla loro terra natia appare la direzione sbagliata. Non si tratta di chiudersi ermeticamente a questa cultura, ma anzi se possibile aprirsi permettendo così un dialogo maggiore. L'attentato terroristico ha dimostrato come i valori di libertà, uguaglianza e fraternità siano legati tra loro e come si bilancino da soli. La libertà può essere esercitata solamente in una società che si fonda sull'uguaglianza e sulla fraternità, senza queste forti fondamenta prima o poi tale diritto farà crollare l'intera struttura. Come hanno provato i fatti di Parigi un'espansione di uno dei diritti determina la riduzione degli altri due con questioni sociali non indifferenti. E' semplice oltrepassare i limiti della libertà, ecco perché è fondamentale affermare gli altri e il mezzo migliore è quello della scuola, ad essa va il compito di formare persone che sappiano bilanciare bene tali valori. Amedeo Scalchi, 5aCSA Tu lo sai che ti cadranno i capelli se continui a tirarli, vero? I n mezzo alle classifiche più consultate sulla Rete, ai premi consegnati per i milioni di copie vendute, tra le personalità di spicco del mondo della musica di oggigiorno troviamo gli unici, inimitabili, conosciuti a livello mondiale “The Lizards’ Invasion”, celeberrimo gruppo musicale al quale il Quadrifoglio, tramite agganci e maneggiamenti vari della sottoscritta, è riuscito a strappare una sudatissima intervista (inimicandosi e rubando così l’esclusiva a Mario Luzzatto Fegiz, Red Ronnie e Barbara D’Urso). Mi avvicino timidamente a Michele Adda, chitarrista, rappresentante della band e casualmente mio compagno di classe al Quadri, per iniziare l’intervista. Lui, molto tranquillamente mi da il la. Lizards’ Invasion. Perché vi chiamate così? Ma… tu scrivi? Ah, ok, pensavo registrassi… Beh, quando io non c’ero (essendo arrivato dopo) si chiamavano Lizards, ma poi hanno scoperto che era il nome di una folk band americana, quindi hanno cambiato nome. Non so bene da dove venga sinceramente! Quindi nessuno di voi è stato invaso dalle lucertole? No, non ancora (sorride beffardamente) Nome dei componenti e rispettivo ruolo nella band? Luca Restaino – voce, Michele Mazzù – chitarra, Paolo Onestini – basso, Federico Guglielmi – tastiera, Edoardo Mattiello – batteria e poi io, Michele Adda – chitarra. Qual è l’aspetto più bello della musica? Direi il fatto che è un linguaggio che può trasmettere infinite emozioni. Come definireste il vostro genere? È difficile… ultimamente manteniamo uno stampo rock ma abbiamo anche una tendenza al progressive. Però devo anche dire che abbiamo fatto anche qualche canzoni un po’ funky… non sappiamo definirci proprio bene! Da quanto suonate insieme? Dall’estate 2011. Se poteste esibirvi come band di apertura al concerto di una grande rock star, chi sarebbe il fortunato? Mmh… rispettando i gusti di tutti direi Deep Purple, Pink Floyd e Toto. A chi vi ispirate? Beh, a questi che ti ho appena detto! E anche ai Red Hot Chili Peppers Se poteste riportare in vita uno dei big della musica, chi sarebbe? Personalmente Jimi Hendrix, ma noi abbiamo molte opinioni diverse a riguardo. Qual è stato il miglior concerto che avete fatto? Se ci basiamo sul numero del pubblico, direi davanti ad 800 persone ad un raduno scout. Musicalmente invece all’Araceli o alla sagra della Stanga. Tre parole per descrivere il mondo della musica. Emozionante, complesso e appagante. Quante canzoni avete scritto? Attualmente nove. Quante di queste sono state nominate per i Grammy? Direi una decina… più di quelle che abbiamo scritto. Il vostro fan club è più simile ad un’élite intellettuale Settecentesca o ad una massa informe di adolescenti urlanti? Ad un’elite informe Settecentesca. Avete in mente qualche progetto per il futuro? Per ora vorremmo pubblicare un album con degli inediti e magari fare qualche video. Concerti in programma? Sì, il Vicenza Rock Contest. I biglietti si possono acquistare online? (ride) Direi… sì. Ma queste risposte ironiche devo pensarle! Parlando di voi, chi è il creativo del gruppo? Ognuno mette del suo. E la rock star d’eccellenza? Me lo sono sempre chiesto! Il manager? Credo il padre del batterista, più in generale tutti i genitori hahaha. Il latin lover? Ah, sicuramente Fede! Se vi dico One Direction, vi commovete, vomitate o un misto di entrambi? Vomitiamo lacrime. Slash o un sacco di ca$h? Mamma mia… non c’è neanche bisogno di rispondere! Sanremo o sangria? Sangria! La Nina, la Pinta di birra o la Santamaria? La santa birra! Più assoli o assholes? Ca**o… entrambi! No alla droga o sì a Valsoia? No a Valsoia. Profuma ambiente preferito: erba appena tagliata o fiori di gelsomino? Direi fiori appena tagliati. Fin che la barca va…? Lasciala… mi metti in crisi! Dicevo, fin che la barca va… speriamo che non affonda! Anzi no, affondi! Qualche parola ai giovani artisti di oggi? Siate creativi. Concludi con una frase d’effetto per dare un certo tono all’intervista: Citando Pino Caruso: “Ho dei pensieri che non condivido”. L’intervista quindi si conclude, saluto il magico Michele Adda e gli rivolgo uno speranzoso “Alla prossima!”, al quale risponde con un sincero “Ahah, sì, ci vediamo in classe!”. Che fortuna avere uno dei massimi esponenti del rock ad un paio di banchi di distanza. Bisogna aprirlo, e lanciarlo a zampette Serena Tara, 5aBSC 15 HOW TO TRAIN A ndare al cinema con la famiglia a vedere un nuovo cartone vi assicuro che può essere una vera e propria gioia e che si può arrivare ad entusiasmarsi forse più dei fratellini (e a volte questa euforia si riesce a trasmetterla persino agli adulti!). Perché? Perché questi film-cartoni ci propongono una "via di uscita" dai problemi quotidiani, con la loro semplicità e spontaneità. Molto probabilmente, di questi tempi, tutti hanno solo bisogno di trascorrere un bel momento con le persone che amano, ritornare piccoli per un po’ e vivere i bellissimi sentimenti che si è capaci di provare con la dolcezza dei bimbi, attraverso storie fantastiche e fuori dal comune. Quale esempio migliore, se non raccontare l'intensa storia di amicizia tra un giovane vichingo, Hiccup e … un drago! La balzana, ma originale idea è venuta alla Dreamworks: due creature completamente diverse, i cui rispettivi popoli sono l'uno il peggiore nemico dell'altro da secoli, possono stringere un simile e profondo legame? Quali potrebbero essere gli effetti su di loro e sugli altri? La saga di "How to train your Dragon" è senza dubbio la mia preferita (sia ben inteso sto parlando solo fra i cartoni animati!), proprio per l'intensità con cui riesce ad esprimere uno dei "pilastri" fondamentali della nostra vita: avere un VERO AMICO e potersi fidare ciecamente di lui. In più, essendo comunque un film dedicato ai più piccoli, è contornato da una bella dose di risate fino al mal di pancia, battute memorabili e musiche stupende. Non manca- 16 no ovviamente gli amori (per questi guai se non ci fosse sempre spazio!), terribili nemici da affrontare, simpaticissimi personaggi e tante, tantissime emozioni! La dolcezza delle scene in cui i due protagonisti cominciano a conoscersi ed a instaurare un legame, la spettacolarità delle sequenze in cui essi, l'uno sul dorso dell'altro, si esibiscono in sensazionali e audaci manovre in aria (di sicuro da non ripetere a casa nel caso abbiate pure voi in segreto un drago domestico!) hanno un grosso impatto su tutti gli spettatori, grandi e piccini! E, dopo la fine del film, non puoi che affermare di esserti divertito come un matto, nonostante gli adorabili marmocchi dietro di te abbiano parlato di continuo e tirato alla tua poltrona calci degni di un calciatore alla partita finale dei Mondiali! Tutto questo non ha importanza, in confronto alla bella serata appena vissuta! Tornerai a casa ed assieme ai fratellini conterai i giorni che mancano all'uscita del dvd, ingannando l'attesa leggendo loro il libro della storia. Quando finalmente questo dvd sarà tra le tue mani, cercherai le piccole pesti e la televisione più vicina a te, perdendoti nel fantastico e straordinario mondo dei bambini! Perché, dopotutto, chi non ha voglia di sognare?! testo e disegno di Giulia Corradin, 1aBSC C'è gente che va a spasso con sedie… speriamo non scoppi una rissa!! LA CURA DI SE' DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO: Nell'ambito del progetto di educazione alla salute proposto alle classi terze quest'anno, il dottor Lino Cavedon ha tenuto nel mese di gennaio un incontro formativo con ciascuna classe terza del nostro Istituto. Di solito non è facile stare seduti due ore di fila, magari prestando un po' di attenzione a ciò che viene detto, e dopo la prima ora di monologo del relatore si comincia a chiedersi quando finirà la tortura. Strano ma vero: in quell' occasione gli equilibri dell'universo si sono capovolti. Per la prima volta tutta la mia classe era davvero coinvolta, reattiva, interessata. Sarà stato per l'interesse che il tema ha suscitato in noi, ma credo che una buona parte del merito vada al relatore. Il dottor Cavedon non si è lasciato intimorire dalle nostre facce annoiate al momento dell'ingresso, e ha cominciato il suo discorso con naturalezza. Dopo i primi dieci minuti il clima era già cambiato: sui nostri volti si leggevano interesse e coinvolgimento. Grazie ad un esaustivo power point e numerosi esempi reali, abbiamo esplorato una parte molto complessa e affascinante del nostro essere: la sfera emotiva. Inutile spiegare quanta importanza essa abbia nella nostra vita, e nella vita di noi adolescenti in particolare, per questo motivo forse le domande sono state numerose e profonde. Ognuno interpretava le risposte adattandole alla sua situazione personale, ed esse suscitavano altre domande, creando così un circolo virtuoso che talvolta ci ha portato un po' fuori traccia, ma ha contribuito a creare un clima di vera armonia all'interno della classe. Come tutti sappiamo, è impossibile che all'interno di una classe tutti vadano d'amore e d'accordo, ma in quelle due ore sembrava che fosse proprio così! Tutti quanti siamo stati contenti, e (da non crederci) uscendo abbiamo ringraziato tutti quanti il dott. Cavedon, cosa che non capita molto spesso. Quei semplici "grazie" sono stati per me la prova che l'attività è stata davvero utile, magari a qualcuno di più e a qualcun altro un po' meno, ma a tutti ha lasciato qualcosa. Insomma, un'esperienza sicuramente da ripetere!! Marta Alberti, 3aASE CIRCOLO FOTOGRAFICO GIOVANI Siamo alcuni studenti del liceo Quadri e stiamo formando un gruppo di giovani appassionati di fotografia in cui ognuno possa esprimersi al meglio: proporre uscite, imparare dagli altri, scambiare idee e opinioni. Cercheremo inoltre di organizzare una mostra collettiva con i lavori che avremo prodotto. Se ti piace la fotografia e sei in cerca di qualcuno con cui condividere questa passione, stiamo aspettando proprio te! Se sei interessato/a contatta AGATA 3388090626 ALESSANDRO 3451744561 Siamo entrambi in 4ESC oppure visita la pagina facebook “L’ALTRA FOTO” Nella prossima Assemblea d’istituto (17 marzo) ci sarà un laboratorio in cui potremo scambiarci idee e recepire suggerimenti da chiunque sia interessato a questa proposta Se Windows ci casca come un pollo, Linux si fa due risate... 17 I l mio manga preferito è… aspetta! Che cos’ è un manga?! Il manga, come spero tutti sappiate, è un fumetto giapponese che deve essere letto al contrario; cioè da destra verso sinistra, dato che i giapponesi scrivono così; di conseguenza anche i libri e i giornali vanno sfogliati in questo senso. Se ne vedete uno lo riconoscerete subito, ha uno stile tutto suo: i personaggi hanno occhi giganteschi, sproporzionati rispetto alle misure del volto, le pagine non sono divise in quarti ma hanno un ordine qualsiasi scelto dal mangaka (il fumettista), inoltre vi devo avvertire che la narrazione procede molto lentamente, diversamente da quello che noi occidentali ci aspettiamo da un fumetto. clan, da lui sterminato senza motivo. Naruto decide di abbandonare il Villaggio della Foglia e intraprendere con il maestro Jiraiya un lungo e duro allenamento. Dopo circa due anni e mezzo, Naruto fa ritorno al Villaggio della Foglia. La misteriosa Organizzazione Alba, dà la caccia a Naruto, il quale dovrà scontrarsi con alcuni suoi membri. Successivamente, con la morte del fratello Itachi, Sasuke scopre la verità dietro allo sterminio del suo clan Uchiha. Consumato dall'odio e dalla vendetta, il giovane ninja traditore si unisce ad Alba per ottenere da questa la forza per distruggere il villaggio natio. Le avventure di Naruto procedono quindi nel tentativo di difendere se stesso ed il suo villaggio dall'Organizzazione Alba mentre cerca di riportare sulla retta via l'amico Sasuke. Riuscirà Naruto a diventare Hokage?! Ebbene, dopo quindici lunghi anni dalla prima stampa posso dirvi che… L’ enorme mondo del fumetto giapponese può essere suddiviso in diverse tipologie, tra cui gli “shojo” ovvero i manga femminili e shonen ovvero i manga maschili. Se volete entrare in questa spirale da cui, vi avviso, non potrete più uscire, un buon manga per iniziare può essere “Naruto” di Masashi Kishimoto pubblicato dall’ ottobre 1999 al novembre 2014, lo so, un’altra particolarità dei manga è che la vicenda non si conclude mai… Naruto è durato di più delle due guerre mondiali messe insieme! Infatti io non ho ancora terminato di leggerlo, per cui per scrivere la recensione mi aiuterò con Wikipedia. Naruto Uzumachi è un aspirante ninja del villaggio della foglia con un grande sogno: quello di diventare Hokage, cioè il ninja più forte del villaggio. Egli ha passato un infanzia nell’emarginazione scoprendo poi il motivo: dentro di lui è sigillata la volpe a nove code un enorme demone che tempo prima aveva distrutto il suo villaggio. Dopo avere sconfitto Mizuki, un ninja ribelle, Naruto riesce, dopo molti esami falliti, ad essere promosso nell’ accademia ninja e conosce i suoi nuovi compagni del gruppo sette Sasuke, Sakure e il maestro Kakashi. Dopo varie avventure, Sasuke abbandona il villaggio per allenarsi con Orochimaru e ad accumulare il potere necessario per uccidere suo fratello Itachi con lo scopo di vendicare il suo 18 Connettiti all'URLO... senza la -O testo e disegno di Clara Segota, 1aASE Welcome to “Scatland” S catland è un luogo moralmente perfetto. Dove si trova? Spero che alla fine dell’articolo possiate avere la risposta. Vorrei cominciare parlandovi di John Paul Larkin. John nasce a El Monte (California) nel 1942 e non vive un’infanzia felice. É affetto sin da piccolo infatti da una grave forma di balbuzie, per la quale viene spesso deriso ed emarginato. John per esprimersi come non poteva fare al meglio con la voce, a dodici anni impara a suonare il pianoforte e da qui comincia il suo amore per la musica. Due anni più tardi ascolta per la prima volta le canzoni di Ella Fitzgerald e Louis Armstrong e si innamora immediatamente delle loro melodie e più in generale della musica Jazz e dello Scat (imitazione di strumenti musicali con la voce). Negli anni ’70 e ‘80 John continua a suonare diventando un pianista jazz di professione. Nel 1986 produce un suo album dal nome John Larkin, quasi un modo per cercare di emergere dal suo guscio e di provare una sua personale avventura musicale. Dimostra di cantare bene, in accordo con il suo stile, ma forse le sue musiche sono troppo particolari per riuscire a piacere a molte persone e infatti l’album vende assai poco e lui stesso ammette di aver nascosto centinaia di copie non vendute in un suo ripostiglio in casa. Larkin comincia in questi anni a fare uso di alcol e droghe, anche a seguito del suo insuccesso e di una condizione psicologica mai stata troppo forte. Alla morte di un suo collega e amico tossicodipendente, però, John vuole cambiare vita e si traferisce a Berlino nel 1990 assieme alla sua nuova moglie mantenendosi suonando prevalentemente nei locali jazz. Nel 1994 nonostante la sua titubanza, viene convinto dalla coniuge e da amici a rituffarsi nel mondo della musica producendo canzoni proprie. É così che con la collaborazione di produttori di musica dance, nasce il singolo “Scatman”, brano che unisce il suo Jazz alla musica dance anni ’90. Il pezzo ha un grandissimo successo. John capisce allora che questo può essere l’inizio di una seconda vita e allora, all’età di 52 anni, prende il nome d’arte “Scatman all’età di 52 anni, prende il nome d’arte “Scatman John” ed è pronto a recuperare tutto il tempo non usato al meglio. Nel 1995 esce il suo secondo album, che rimane il più famoso e venduto: Scatman’s World, che comprende anche i singoli “Scatman” (il primo pubblicato e più famoso), “Scatman’s World”, “Song of Scatland”. É su queste canzoni più popolari che vorrei soffermarmi. I loro testi hanno lo scopo di trasmettere agli altri un messaggio di uguaglianza, pace, libertà. Partirei da “Scatman” e in particolare dal suo video in cui si vedono persone di ogni età, etnia e sesso: un modo simbolico per dire che nella nostra diversità siamo tutti uguali. In “Scatman’s World” si parla appunto del suo mondo ideale (Scatland) soffermandosi particolarmente sui bambini che devono essere liberi di divertirsi e soprattutto di viaggiare nella loro smisurata fantasia. Arriviamo ora a “Song of Scatland” che inizia con: “Imagine a land of love / Where people have time to care / Where everybody's equal / And we all tell the truth”. John cantando spiega come l’amore possa essere la chiave di questo mondo, insieme ai valori citati prima. Importante anche la chiusura della canzone, in cui Larkin dice quasi sottovoce: “I want to thank you all for joining in celebration of the world of Scatland, goodnight”. Scatland non è un luogo lontano. Dove si trova quindi? “You don't have to look too far, you'll find it between your deepest dreams and warmest wishes”. Come si raggiunge? “Just close your eyes, make a wish, give yourself a hug. You're half-way there, just love yourself and a dream will come true. You'll find yourself in Scatland and suddenly discover that the person from Scatland is you”. Ma che lingua si parla? “The people of Scatland speak in Scatish. Scatish is a language not quite like a leprechaun, it sounds like a language of the people of earth who speak in a tongue of their own”. Chi si trova in questo posto meraviglioso? “Children of all ages”. Questo è Scatland, ma non è finita qui. Nel 1995 pubblica il suo terzo album dal titolo Everybody Jam Sono cose vietate ai minori no di 18 anni, di 180!!! 19 contente tra gli altri l’omonimo singolo che sintetizzerei con tre parole: Allegria per Tutti! John in questa canzone immagina di duettare con Louis Armstrong e ne deriva un video davvero molto simpatico in cui si vede una marea di persone ballare e divertirsi senza alcuna differenza, mentre John e Louis passano in mezzo alla folla cantando e ballando allegramente. Nella sua breve carriera ha venduto 52 milioni di album e vinto 14 dischi d’oro e 18 dischi di platino! Penso che nemmeno lui si sarebbe mai aspettato di fare tanto successo con pezzi rap e scat nonostante le balbuzie dalle quali non è mai guarito. I giornalisti, infatti, raccontano che, prima di dire una frase, doveva ripetersi svariate volte. Nel 1999 esce il suo ultimo album Take your time, sempre pieno di gioia di vivere nonostante sappia già dall’anno prima di avere un cancro al polmone. John è morto il 3 dicembre 1999 e quindi senza avere, purtroppo la possibilità di entrare nel terzo millennio e di creare tante nuove canzoni, unendo il suo stile a quello dei nuovi anni. Alla scoperta della malattia John ha detto: “Qualunque cosa Dio vuole per me, va bene… ho avuto una bella vita, ho provato la bellezza" e in un’altra intervista ha aggiunto: “Spero che i ragazzi, ascoltando o ballando le mie canzoni, sentano che la vita non è tutta così brutta, anche solo per un minuto". Negli ultimi 5 anni di vita, ha saputo dire ciò che probabilmente ha sempre tenuto dentro. Questo ci insegna che tutti ce la possono fare, indipendentemente dalle difficoltà che si possono incontrare. La forza dell’amore può farci superare qualsiasi ostacolo e rendere tutte le persone felici e in pace tra loro per arrivare un giorno a raggiungere Scatland. Non bisogna aspettare: questa terra meravigliosa non è lontana! Ognuno di noi può e deve raggiungerla per vivere (Tutti) in armonia, lasciando alle spalle i propri errori, amando, sognando, rispettando gli altri e dicendo sempre la verità: questo è il messaggio che John ci ha voluto trasmettere con le sue canzoni. Corrado Graziano, 3aBSE “Striscia la Notizia”, “La Repubblica” e altri quotidiani. Come gli appassionati di videogiochi sapranno, il 24 Marzo di quest’anno esce GTA V per computer. Come già successo precedentemente, durante la sua uscita per console, è stato accolto da diverse polemiche. Già nel 2013 con l’uscita del gioco per le console di vecchia generazione (playstation 3 e Xbox 360), Studio Aperto ne aveva fatto un servizio. Il proposito di Studio Aperto non era certo quello di fare pubblicità benigna al gioco: alla fine, viene anche fatto un paragone abbastanza forzato tra una rapina finita con un omicidio e la storia di Grand Theft Auto V. In particolare, ne “La Repubblica”, l’autore parla di un parallelismo tra GTA V e la jihad, senza peraltro spiegarne i motivi e le somiglianze. Ora, io vorrei fare una riflessione. Non metto in discussione che GTA V non sia un gioco per bambini, ma le sarebbe bastato dare un’occhiata alla copertina, o informarsi sull’apposito sito Internet (in cui sono riportate tutte le informazioni necessarie su qualunque gioco esistente), per controllare se fosse adatto ad un pubblico minore. Con l’uscita del gioco per console di nuova generazione (Playstation 4 ed Xbox One) a fine Gennaio una lettera mandata al Presidente Matteo Renzi ha scatenato una polemica che ha coinvolto “la Repubblica” e altri grandi quotidiani nazionali. È vero che i negozianti lo vendono a qualunque persona, ma non c’è una legge che lo vieti, in quanto lo stato Italiano non ha emanato legislazioni a proposito e si fa riferimento a normative europee. Inoltre, dal momento che il gioco ha un costo abbastanza elevato, si presume che per un ragazzino non sia così semplice procurarselo senza l’approvazione e l’aiuto genitoriale. Quindi, a mio parere, non è stata una mancanza dello Stato o del videogioco, ma un problema di disinformazione. La lettera era stata scritta da una madre che, inconsapevole di comprare al figlio un gioco classificato dal PEGI come 18+, si era trovata davanti ad una brutta sorpresa, scoprendo che il gioco che aveva regalato a suo figlio era “un’istigazione alla violenza anche sessuale, al crimine e al femminicidio”. Dire che giocare a GTA V rende gli adolescenti violenti, pronti a stuprare e a rapinare è come dire che giocare a FIFA permette di diventare un calciatore. Il problema alla base forse, è che molti genitori concedono ai figli qualunque cosa e, una volta accortisi dell’errore commesso, “scaricano” la colpa sulla causa del dissidio. Da questa lettera è scaturita una polemica, che è dilagata, arrivando a comparire anche su un servizio de Camerra Petra, 3aBSA e Meneghello Matteo, 2aBSA 20 Non è che tu ti metti davanti a quello lì con il tuo bottigliotto a bere... Lo Hobbit si! Lo Hobbit no! Questo è il punto di vista di più o meno metà dei fan. L'altra metà pensa così. Waw. Questa cosa è magnifica. Peter Jackson sei un mito. Hai aggiunto un sacco di cose epiche. Si, ecco, avresti potuto evitare qualche cosuccia, ma hai fatto un lavoro magistrale. Bellobellobello. Io non faccio parte di nessuna di queste due “fazioni” sono a metà tendente alla prima. P eter Jackson...perché? Che male ti ha fatto Tolkien? Ma almeno il libro l'hai letto? Con il Signore degli Anelli avevi fatto anche un buon lavoro. Che razza di tamarrata è mai questa? Io possiedo la magnifica edizione rossa del libro, quella con l'aquila in copertina. Sul quarto di quest'edizione c'è un commento che dice “miglior storia PER BAMBINI che io abbia mai visto” o qualcosa di simile. Bene. Peter Jackson, secondo te quei film raccontano una storia per bambini? Secondo me assolutamente no. Hai voluto fare tre film da 2 ore e mezzo l'uno su un libro di trecento pagine. Secondo voi che non avete letto il libro c'è tutto? Guarda un po'. NO. Non c'è tutto e per giunta per fare i film lunghi ha aggiunto cose che non ci sono. Personaggi di cui neanche Tolkien conosceva l'esistenza e personaggi provenienti da altri libri. Massì aggiungiamo triangoli amorosi dei quali un solo personaggio partecipa veramente al libro. Gli altri li inventiamo così attiriamo un sacco di persone in più. Spendiamo tanti soldi in scene con effetti speciali complicatissimi perché sono fighi e viene tanta gente a vederli. Perché fare un film fedele al libro piuttosto che farlo pieno di cose in più per guadagnare più soldi? Esatto. Un' occasione d'oro per fare un film o una serie di film magnifica buttata nel cesso solo per fare soldi in più. I produttori sono stati più avidi del drago Smog. Si. Nel libro il drago si chiama Smog. Non Smaug. Probabilmente loro avranno pensato “Ma il nome Smog non incute paura. Cambiamo il nome al drago. Ma non troppo se no poi si arrabbiano i fans. Chiamiamolo Smaug”, che vergodisegno di Michele gna. Penso che avrebbe potuto gestire questa occasione diversamente e meglio. Avrebbe potuto effettivamente evitare di aggiungere qualche personaggio. O perlomeno ucciderlo visto che poi la storyline rimane aperta e nel Signore degli Anelli non rimane nulla. Poi Peter Jackson avrebbe potuto studiare un po' di più fisica quando andava a scuola. Perché secondo me qualche concetto, (per esempio la forza di gravità) non l'ha proprio capita. O anche la legge di Newton che afferma “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. Guardando i film sembra proprio che questi concetti gli siano sfuggiti. O forse non ha capito che nella Terra di Mezzo esistono le leggi della fisica e sono quasi le stesse che regolano il nostro mondo. Ah. Un'altra cosa. Davvero troppo Green Screen. A mio parere hanno abusato del telo verde. Hanno fatto in Green Screen troppe cose invece che farle materiali. Tutti gli orchi dello Hobbit sono stati fatti con effetti speciali, mentre nel Signore degli Anelli sono tutti o quasi persone truccate magnificamente. Nonostante ciò non ritengo che sia tutto da buttare, perché oltre al fatto che gli effetti speciali sono fatti davvero molto bene e gli attori sono davvero bravi , bisogna comprendere le ragioni di mercato: se avesse effettivamente fatto un film per bambini quante persone che non hanno letto il libro sarebbero andate comunque? Ovviamente le spese di produzione sarebbero state inferiori, ma probabilmente i produttori hanno calcolato che non ci sarebbe stato abbastanza rientro. Non li perdono lo stesso. Francesco Callegaro, 2aDSA Mistrorigo, 3aBSE I voti non sono fissi come i posti a teatro 21 SIAMO STATI U n momento, non noi, non il nostro ben amato Liceo, la nostra Scuola o la nostra famiglia, ma la nostra povera patria. Altissime spese legali ed amministrative. MA CHIEDETE A MARIAROSA SE GUADAGNA TANTO… (senza fare il mio nome però!). Costo dell'energia superiore al resto dell'Europa. MA ANCHE QUI IO NON ANDREI DA UN BENZINAIO A PROTESTARE. La nostra beneamata Italia, il BEL PAESE pieno di storia, di monumenti più belli e con la cucina più buona del mondo è stato declassato. Quando l'ho saputo per poco mi è venuto da piangere, mesi e mesi di cibo a malapena commestibile, di vita in case prefabbricate e di voti alti grazie alla preparazione della mia amata scuola ed ecco che torno e mi sento dire per televisione da un tizio con l'aria arcigna “TU SEI UN BBB-”. “Pian con le bombe”, io i voti che ho preso sono tutti A. Noi lavoriamo come matti, paghiamo le tasse, siamo ottimi cervelli da esportare, il Palladio è conosciuto in tutto il mondo e ci dicono che siamo “poco più che rubbish” (=spazzatura). Lo trovo ingiusto!!!!! Ho deciso di vederci chiaro: nel 1860 lo statunitense Henry Vardun Poor ha cercato di rendere pubblici e comprensibili i bilanci delle aziende in modo tale che chi investe su di loro sappia se hanno debiti o meno e così da poter calcolare il “rischio finanziario” dei possibili azionisti. Bene, questa classificazione è stata presa anche in Europa per mostrare i Paesi che hanno più capacità di sviluppo e di pagare il proprio debito pubblico. Che sarebbe poi l'aumento della spesa per mantenere la nostra povera Italia e per pagare gli interessi di tutte quelle operazioni finanziarie che permettono di aver soldi liquidi e che dovrebbe essere ripagato con il PIL (prodotto interno lordo) e quindi con la crescita del nostro paese. AAA Elevata capacità di ripagare il debito AA Alta capacità di pagare il debito A Solida capacità di ripagare il debito, che potrebbe essere influenzata da circostanze avverse BBB Adeguata capacità di rimborso, che però potrebbe peggiorare BB, B Debito prevalentemente speculativo CCC, CC Debito altamente speculativo D Società insolvente Praticamente ci hanno detto che, nonostante noi ci stiamo impegnando tantissimo, l'Italia ha un sistema giudiziario lento e costoso. Rating degli stati europei secondo Standard & Poor's (aggiornato a gennaio 2012) Ma allora dove vanno a smarrirsi tutti questi soldi che dicono che spendiamo ma che nessuno guadagna? La disoccupazione è in aumento. MA C'E' CHI LAVORA ANCHE 18 ORE AL GIORNO. Dicono che sono gli Italiani che non riescono a portare avanti le loro idee. MA SE ORMAI IL BEL PAESE E' DIVENTATO COME L'INTER… tutte le nostre migliori creazioni sono passate in mano straniera. Come possiamo salvare l'Italia? In Nuova Zelanda me l'hanno chiesto ed io ho detto: “Teniamo l'Italia come il LOUVRE: un gran museo con ottimo cibo e splendida arte”. E NOI DEL QUADRI DOBBIAMO DIVENTARNE I MIGLIORI DIRETTORI. Jyothi Zoico, 3aDSA 22 Cambiano scuola come cambiarsi la maglia quando è sudata FOR PRESIDENT 3 1 Gennaio 2015, quarto scrutinio e finalmente è fumata bianca per il Quirinale: eletto il nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Stimato servitore dello Stato” lo definisce Matteo Renzi, soddisfatto di aver raggiunto una convergenza fra gli elettori. Stendardo del Presidente della Repubblica “Persona di assoluta lealtà, correttezza e coerenza democratica” lo proclama, Giorgio Napolitano, uscendo di scena dopo nove anni di mandato, suddivisi in due elezioni (primo Presidente rieletto), con le dimissioni del 14 Gennaio 2015. Cede il posto, per i prossimi sette anni, al dodicesimo capo dello Stato e rappresentante dell’unità nazionale, come stabilito dalla Costituzione italiana entrata in vigore il 1° Gennaio 1948. Il Presidente della Repubblica è un’istituzione costituzionale eletta dal Parlamento su iniziativa del Presidente e della Camera stessa dei deputati in seduta comune, integrato da tre rappresentanti per ogni regione, ad eccezione della Valle d'Aosta che ne ha uno solo. La Costituzione stabilisce che può essere eletto presidente qualsiasi cittadino/a italiano/a che abbia compiuto i cinquanta anni di età e che goda dei diritti civili e politici. Oltre alla funzione di rappresentanza dell’unità del Paese, il presidente è anche il capo delle Forze Armate e assume diversi ruoli all’interno dello Stato. “Invia messaggi alle Camere. Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione. Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo. Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione. Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato. Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere. Presiede il Consiglio superiore della magistratura. Può concedere grazia e commutare le pene. Conferisce le onorificenze della Repubblica” (art.87). Inoltre l’articolo 89 prevede che “Nessun atto del Presidente della Repubblica (sia) valido se non è controfirmato dai Ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità” in quanto “Il Presidente non è responsabile per gli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni (salvo che per i casi gravissimi di alto tradimento e attentato alla Costituzione ...)”. Se i membri del Governo ritengono che l'atto del Presidente sia inopportuno o anticostituzionale, devono rifiutare la controfirma, per evitare di incorrere in responsabilità. L’assunzione delle precedenti funzioni è avvenuta per Mattarella il giorno 3 Febbraio 2015, dopo due minuti di intensi applausi dei parlamentari (ad eccezione del M5S e della Lega) e alcuni momenti di orgoglioso im- Elenco 11 Ex Presidenti Enrico De Nicola (1948-1948) Luigi Einaudi (1948-1955) Giovanni Gronchi (1955-1962) Antonio Segni (1962-1964 Giuseppe Saragat (1964-1971) Giovanni Leone (1971-1978) Sandro Pertini (1978- 1985) Francesco Cossiga (1985-1992) Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999) Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006) Giorgio Napolitano (2006-2013) (2013-2015) barazzo del presidente stesso, con il celebre giuramento di fedeltà alla Repubblica e osservanza della Costituzione. Il Presidente ha dato voce poi con un cenno del capo, volto ad indicare una presa di consapevolezza di ruolo, ed un velo occultato di tensione, al suo discorso con lo scopo di confluire l’impegno di tutti nel “superare le difficoltà degli italiani e realizzare le loro speranze”. Numerosi gli argomenti toccati: il diritto al lavoro, alla cultura, la promozione dell’eccellenza, la preservazione della pace, l’assistenza ai malati, la giustizia, la lotta contro la mafia e la corruzione. Non posso far fare compito alla compagna con la pila!! 23 Ciò che l’Italia ora si aspetta, in un momento di crisi non solo economica, ma anche politica, è la figura di una persona consapevole e responsabile, capace di dare immagine al Paese e garantire le riforme necessarie per il “bene comune” degli italiani e sappia interagire proficuamente con i leader degli altri paesi europei. Sia Putin che Obama nei loro messaggi di omaggio hanno già espresso la loro volontà di collaborazione. Anche il Papa è stato uno dei primi a complimentarsi con il nuovo Presidente, mandando un appello alla concordia. In molti sono già convinti che il contatto fra le due autorità, religiosa e politica, sia segno per la politica italiana di un rinnovamento paragonabile all’effetto di Papa Bergoglio nella Chiesa. Nonostante esternamente il nuovo Presidente appaia un uomo d’atri tempi, misuratissimo nelle parole, fragile e pacifico, la sua esperienza personale passata lascia pensare ad una persona tenace e rigorosa nei principi democratici. Nasce a Palermo il 23 Luglio del 1941;si laurea in Giurisprudenza a “La Sapienza” di Roma con il massimo dei voti; si iscrive all’albo degli avvocati del Foro di Palermo nel 1967; entra a far parte nella camera dei deputati; subisce la morte del fratello Piersanti a causa della mafia nel 1980;è titolare della Pubblica istruzione fino al 1990 quando si è dimesso per il dissenso contro la legge Mammì* che favoriva la tv di Berlusconi; diviene ministro in Parlamento; è infine fautore del primo sistema elettorale maggioritario (battezzato “Mattarellum”). Insomma l’esperienza sul campo non è ciò che gli manca, lui stesso dichiara che si impegnerà ad essere un arbitro imparziale della Costituzione, ma si auspica di essere affiancato da giocatori capaci di aiutarlo con la loro correttezza. Elisabetta Nale, 5aCSA * (permetteva alle emittenti locali di trasmettere a livello nazionale) Per saperne di più... I diritti civili e politici riconosciuti dalla Dichiarazione Universale sono: il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona; la libertà dalla schiavitù, dalla tortura e da ogni trattamento o punizione crudele, inumana o degradante; l’uguaglianza davanti alla legge; la protezione contro l’arresto, la detenzione o l’esilio arbitrari; il diritto ad un’equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente ed imparziale; il diritto alla presunzione di innocenza sino a che la colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo; il diritto a non essere condannato per un comportamento che nel momento in cui sia stato commesso non costituisse reato secondo il diritto interno o internazionale; il diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni stato; il diritto di chiedere e godere dell’asilo dalle persecuzioni in altri Paesi; il diritto alla cittadinanza; il diritto al matrimonio; il diritto a non essere privato arbitrariamente della proprietà; il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; il diritto alla libertà di riunione e associazione pacifica; il diritto di partecipare al governo del proprio Paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti. http://www.volint.it/scuolevis/dirittiumani/2.5.htm 24 Ragazzi, sento troppe chiacchere e poco panico! O ggi vogliamo parlarvi di una disciplina sportiva che magari molte persone hanno sentito soltanto lontanamente nominare, forse in occasioni di eventi di rilevanza mondiale su “Studio Sport”, nei 60 secondi contati nei quali si parla di qualcosa di diverso dal calcio. Ironia a parte si parla di rally [o “rallye” se siete più propensi ai francesismi]. Ora cos’ha il rally di diverso dalle altre competizioni automobilistiche? Semplice. Pista? Nah. Trovate un paesino sperso o la più disparata strada in terra battuta. Fatto? Bene. Ora prendete delle vetture che da lontano potrebbero sembrare quelle che le case automobilistiche sfornano per il mercato pubblico, ma piazzateci dentro motori da prototipi. Non sto parlando di V12 da f1 della vecchia guardia, ma di 4 cilindri di “piccola” cilindrata, che se accoppiati a turbo compressori e turbo volumetrici tirano fuori 650CV [citazioni dovute alla Lancia Delta s4, il “mostro” italiano dell’ormai scomparso gruppo B]. Tutto ciò si traduce alla partenza in una vera e propria accelerazione a razzo, 0-100 in un paio di secondi e organi interni lasciati qualche decina di metri indietro. Ora: capite Tutti bravi a fare uno stoppie con le moto… Gigi li fa con le auto bene che chiunque decida di sfrecciare come un dannato ai 200, saltando fra i saliscendi di una stradina di paese, con i tifosi a due centimetri, non rientra proprio fra gli standard di “normalità”. Oggi però vogliamo omaggiare un idolo italiano di questa disciplina. Non lo troverete nelle classifiche punti fra mostri sacri quali Mäkinen, Kankkunen o Loeb [vincitori rispettivamente di 4,4 e 9 campionati]. No. Gianluigi Galli non è fra le macchine che stracciano vittorie su vittorie con la stessa facilità con cui riescono a respirare. “L’italiano volante” fa parte di quell’olimpo di piloti che riescono a coinvolgere le folle da quanto sono fuori da ogni schema, persino nell’universo rallistico. Lo Zeus di questo manipolo di piloti è stato e continuerà ad essere senza ogni dubbio il buon Colin McRae, pazzo al punto giusto ed entusiasmante da guardare alla guida. Il nostro Gigi non Faccia da podio può vantare, a differenza dello scozzese, di essere riuscito a proseguire [e a finire in zona punti] una prova speciale dopo aver distrutto un braccetto della sospensione, raddrizzato a colpi di roccia in mezzo alla savana. Il nostro eroe si difende bene con un salto da 55 metri e passa. Su un tratto praticamente piano. In curva. In mezzo alle betulle finlandesi. Ecco spiegato il soprannome affibbiatogli dai finnici. [Statistiche alla mano il record per il salto più lungo è detenuto da Loeb che qualche anno fa ha toccato gli 85 metri, ma son capaci tutti a farlo su una landa deserta della Turchia con una rampa di 35 gradi]. La sua storia nelle quattro ruote ha un qualcosa di magico. Livigno. Cosa può mai fare uno a Livigno dopo il lavoro? Godersi il panorama mozzafiato delle alpi innevate? Anche, ma preparare una Fiat Uno integrale a 4 ruote sterzanti suona meglio. Soprattutto se si vuole fare bella figura nelle prove speciali su neve-ghiaccio dei dintorni. E’ così che nel 1993 il Gallo si avvia ad entrare nel mondo rallistico. Rally della Valtellina prima, trofeo Fiat poi, e via verso il titolo di campione italiano del 1998. Prende parte successivamente al campionato europeo per poi entrare nel mondiale WRC nel 2004. Anche se inizialmente ingaggiato come tester e solo in seguito come seconda guida dalla Mitsubishi, il 2005 è l’anno della rivelazione, che spingerà la casa a farlo primo pilota nel 2006. Proprio sul più bello arriva un duro colpo da parte della casa per cui corre, che decide di ritirarsi dal mondo delle corse a stagione iniziata. Poteva l’italiano volante mollare? No. Riesce a trovare un team che lo supporti almeno per le prime gare e i risultati sono tali che la Pirelli subentri come sponsor. Pur avendo saltato molti appuntamenti del mondiale Galli riesce sempre a piazzarsi nella top 10, chiudendo poi undicesimo. Block - Galli Facendo una ricerca sulla navigazione oceanica… si incontrano i problemi della navigazione online 25 Nella sua carriera nel Mondiale WRC[world rally car] ha preso parte a 66 rally, totalizzando due podi e 23 prove speciali Parole di Ken vinte. Non avrà mai vinto un campionato del mondo, ma non si è mai rassegnato e ha continuato a fare quello che ha sempre saputo fare meglio: ispirare e dare spettacolo. Concludiamo con una piccola chicca, un fatto che pochi sanno: avete presente Ken Block? No? In due parole il fondatore della DC shoes e rallista che negli ultimi anni ha deciso di inventarsi qualcosa chiamato Gymkhana, disciplina che consiste nell’usare un’auto per fare dei “tondi” degni di Giotto intorno a ostacoli di vario genere, preferibilmente di origine urbana. Bene. Cosa centra Gigi con il sig. Block? Centra perché l’americano, dopo aver visto il video in cui il Gallo intraversa la sua Mitsubishi 50 metri prima della curva, su una stradina più stretta della macchina, durante la prova di Sisteron [cercate sul tubo “gigi galli a big drift”], affermerà che quella “spennellata divina” gli ha aperto un mondo, lo ha illuminato [coincidenze?]: Ken ha saputo creare una disciplina che inglobasse ciò che il pubblico aspettava, quello per cui la folla impazziva, tutto grazie ad uno dei traversi impossibili di Gigi Galli. Idolo. Bressan Ivan e Giovanni Filippi, 5aCSA ADEBAYO AKINFENWA: 102kg di puro bomberismo M “Leggenda narra che una volta Akinfenwa sbagliò un rigore prendendo la traversa. Questo evento è ora conosciuto con il nome di Big Bang” i piace iniziare così l’articolo su questo gigante inglese di origini nigeriane, che ha saputo combattere i pregiudizi rincorrendo i suoi sogni, per poi diventare mito a sua volta. sogno da realizzare, giocare con la squadra dei suoi idoli, e in qualche maniera sa che ci riuscirà, perché è disposto a tutto pur di ottenere il suo sogno. E quando dico tutto, intendo tutto. Akinfenwa infatti parte per la Lituania alla ricerca di un contratto da professionista, che ottiene all’Atlantas di Klaipeda; l’inizio non è dei più piacevoli, è infatti più volte schernito non solo per il suo fisico, ma anche per il colore della pelle. Vorrei dire che Adebayo è un ragazzo come gli altri, un qualunque ragazzo inglese con una passione sfrenata per il calcio e per il suo Liverpool, la squadra dei suoi sogni. Ma non è vero. Vi mentirei. Il nostro eroe non è un ragazzo come gli altri, a contraddistinguerlo infatti è quel fisico possente, addirittura esagerato, che lo rende goffo e, a detta di tutti, non adatto per il calcio. “Vai in palestra, almeno là non fai male a nessuno”, questo è quello che si sentiva ripetere tutti i giorni. Molta gente si sarebbe data per vinta, molta gente si sarebbe arresa all’evidenza. Lui no, Adebayo ha un 26 Adebayo sembra non reggere il colpo quando una ragazzina di 11 anni, di fronte a lui, gli dice “potere bianco”, con tanto di saluto nazista. Il nostro eroe, a dispetto delle apparenze, è un ragazzo sensibile, un Sembrate due carabinieri… uno sa leggere e uno sa scrivere (a mala pena) cattolico praticante che legge la Bibbia ogni giorno. nale. Pensa quindi seriamente di tornarsene a casa, ma ancora una volta la sua abnegazione ha la meglio: l’occasione per il riscatto gli viene offerta nella finale di coppa lituana, dove segna il gol decisivo, che gli vale la riconquistata stima da parte dei supporters. Prima della partita Adebayo dice ai suoi compagni: “Provate a prendere la maglia di Steven Gerrard e mi arrabbio sul serio”. Quella maglia deve essere solo sua, la divisa del capitano dei suoi idoli non deve finire in mano di altre persone. La partita dei sogni si svolge il 5 gennaio 2015, e qualunque cosa accada, per il protagonista di questa storia sarà comunque una vittoria. Il Liverpool passa facilmente in vantaggio al 12esimo minuto con gol, manco a dirlo, del capitano Gerrard e sembra l’inizio di una goleada, l’inizio di una partita che finirà con una figuraccia. Non è invece così. Al 36esimo c’è un calcio d’angolo per il Wimbledon. Avete presente quei vecchi flipper dove la palla continua a girare in preda a continue deviazioni? La dinamica è la stessa, ma il nostro eroe sa che quella palla deve essere sua, sa che deve buttarla dentro. E ce la fa, con una zampata la mette dentro, con il suo stile: scoordinato ma efficace. La gioia diventa incontenibile, come si vede dall’immagine, l’esultanza è irrefrenabile. Akinfenwa è al settimo cielo, il sogno è diventato realtà, ha fatto il gol più importante della sua vita. E non importa se quella partita il Wimbledon l’ha persa (seppur solamente per 2-1 contro una corazzata), “The Beast”, come lo chiamano, sa di aver vinto una partita ben più importante: ha vinto contro i suoi limiti, e contro chi non credeva in lui. La serata però per lui non è ancora finita, deve ottenere la sua maglietta. Come un bambino che rincorre il suo idolo (solo che in questo caso parliamo di un gigante di 102 kg) a fine partita corre verso Gerrard, chiedendogli non solo la divisa, ma anche l’autografo. Passano gli anni, Akinfenwa torna in Inghilterra, dove continua una onesta carriera nelle serie minori (le nostre serie C e D per intenderci). Il suo sogno di giocare con il Liverpool parrebbe ormai compromesso, ma il destino, che a volte è beffardo, questa volta invece benedice il gigante buono. Il destino ha deciso di mettere di fronte il Wimbledon, la sua attuale squadra, contro il Liverpool nella coppa nazio- Il sorriso nella foto del dopo gara è qualcosa di difficilmente descrivibile. E’ per questi sorrisi, per queste storie felici che adoro il calcio, perché le emozioni che regala questo sport non hanno eguali. Gerardo Graziano, 5aDSA Ma te vojo ben, alla fine... alla fine dell'universo... ma c'è una fine? 27 LE DELIZIE DELL’ENTOMOFAGÌA Ovvero: la croccante questione del nutrirsi di bacherozzi. P erché non mangiare gli insetti? A qualcuno di voi, al solo leggere questa frase, sono certo che si è già accapponata la lingua e il viso si è contratto in una smorfia di disgusto. Non siate così drastici! La verità è che già da qualche tempo, nel nostro Occidente bello, moderno e globalizzato, questa domanda si pone sempre più spesso. Lo scopo di questo articolo è, perciò, esporre i motivi per cui l’entomofagìa – ovvero l’alimentarsi di insetti, aracnidi e altri artropodi commestibili – sarebbe una pratica consigliabilissima, gradevole e benefica, che tutti dovrebbero adottare. no convertire 2 Kg di cibo in 1 Kg di prodotto, laddove un bovino necessita di 8 Kg di cibo per produrre 1 kg di carne. Per non parlare poi dello spazio occupato dall’allevamento e della quantità di acqua dolce consumata. Insomma, l’entomofagìa porterebbe immensi benefici economici ed ecologici se fosse sufficientemente diffusa! Un altro aspetto molto importante è quello della salute. Molte persone infatti pensano che mangiando insetti sia facile prendere malattie pericolose. In primo luogo bisogna dire che, come suggerisce il buon senso, essere entomofagi non significa cacciarsi in bocca qualsiasi bestiaccia che capiti sotto le mani. Gli artropodi che vengono mangiati, infatti, sono selezionati ed allevati rispettando le ordinarie norme igienico-sanitarie, garantendone così la salubrità e la qualità. L’ostacolo più grande e apparentemente insormontabile alla diffusione di questo regime alimentare è sicuramente l’aspetto culturale, il buon gusto comune, che spinge noi occidentali in particolare a provare un innato ribrezzo alla vista, ma che dico, alla sola idea di addentare un insetto, una di quelle creature piene di zampe, foriere per lo più di disgusto e raccapriccio. Ma è, di fatto, una questione puramente estetica che, se inibita, porterebbe numerosissimi vantaggi. Per prima cosa, con la crescita esponenziale della popolazione mondiale – si stima che nel 2050 saremo ben 9 miliardi! – la ricerca di fonti di cibo alternative, economiche e soprattutto ecologiche, è diventato uno dei problemi di maggior rilievo. L’allevamento del bestiame per la produzione della carne, infatti, causa una immissione di CO2 nell’atmosfera che, secondo alcune stime, va dal 18% (FAO 2006) al 51% (World Watch Institute 2009). Mediamente, bovini, suini e volatili inquinano quasi quanto il settore dei trasporti mondiale. Da questo punto di vista, l’allevamento di insetti come fonte di proteine farebbe calare drasticamente questi dati così pesanti. Per esempio, i suini producono gas serra dalle 10 alle 100 volte in più di quanto non facciano le tarme della farina, a parità di chili di prodotto ottenuto. In media, inoltre, gli insetti posso- 28 Le specie considerate commestibili – circa 1900 ad oggi – sono prevalentemente “erbivore”; si nutrono perciò di cibi che potremmo definire “puri” (foglie, radici, legno, etc.), anche se non mancano gustosi tipi di ragni e scorpioni. Come fa notare Vincent M. Holt nel suo libro “Perché non mangiare gli insetti?”, siamo abituati a gustare animali dalle abitudini ben più orribili di qualche bacherozzo vegetariano: “L’aragosta […] mangia cibo così ripugnante che il pescatore esperto, per essere sicuro di catturarla, mette come esca nella nassa carne putrida o pesce così marcio da non attirare nemmeno un granchio”. Su questo piano, possiamo citare anche l’anguilla e, peggio ancora, il maiale. Ma cosa ancora più importante, a mio dire, è che gli insetti sono fonti di proteine “più sane” di quelle di Io lo so che è sempre colpa dei frati mammiferi e volatili, nonché di numerose vitamine, sali minerali ed altre sostanze che difficilmente si trovano in buona quantità negli altri tipi di carne. Alcuni studi testimoniano inoltre che un’alimentazione anche entomofaga è più salutare di una basata solo sulle proteine consuete e diminuisce il rischio di riscontrare varie patologie umane anche di rilievo. È chiaro: non solo mangiare insetti non comporta alcun pericolo per salute, bensì è un toccasana per la stessa! Infine, è doveroso rispondere a quella domanda che, forse, vi state ponendo dall’inizio di questo articolo: ma ‘sti bacherozzi, almeno, sono buoni? La risposta è innegabilmente sì. Posso dirlo con convinzione perché io stesso ho sgranocchiato una deliziosa locusta al forno e alcuni spiedini di larve di falena. La prima, in particolare, aveva un ottimo sapore di noccioline tostate ed era croccante come una patatina fritta, mentre le larve erano morbide e dolci. Ho sentito dire che, ad esempio, ragni, scorpioni, blatte e cavallette fritti hanno più o meno lo stesso gusto dei chicken nuggets del Mac Donald (solo che sono più salutari), o comunque sanno da succulente proteine fritte, mentre i bruchi di varie falene o coleotteri, croccanti fuori e delicati all’interno, hanno una gamma di sapori altrettanto appetibili quanto molte pietanze che già siamo abituati a consumare. Potete credermi, amanti della carne, che un buon piatto di larve o di grilli ben cotti non avrebbe nulla da temere davanti ad una bella bistecca! Insomma, lettori di questo insolito articolo, che dire: non siate così diffidenti, superate i pregiudizi nei confronti degli insetti, è solo una questione psicologica, ve lo assicuro. Già vestiamo con seta, già mangiamo miele, lumache, gamberetti: perché non provare? Dopo la prima volta, vi parrà subito piacevole; lo dico per esperienza! Di seguito aggiungo una saporita ricetta: Frittura di larve croccanti. Ingredienti (per 2 persone): due manciate di larve della farina (Tenebrio molitor) 1 cipolla a cubetti 1 peperoncino rosso piccante 1 cucchiaio di olio di sesamo una spruzzata di salsa tamari Preparate le larve in anticipo, lasciandole per 48 ore in freezer; risciacquatele con acqua corrente fredda prima di cuocerle. Portate quindi a bollore un po’ d’olio in una padella dai bordi alti, precedentemente riscaldata. Versate la cipolla, il peperoncino affettato, qualche goccia di olio di sesamo, un po’ di salsa tamari. Dopo un minuto, aggiungete le larve e friggete per altri due minuti. Servite il tutto accompagnato da verdure cinesi e riso in bianco. Slurp! In tutta l’Asia, in Africa, in America del Sud addirittura, i buoni bacherozzi sono un cibo diffuso ed apprezzato già da molto tempo. In Thailandia potete trovare banchetti lungo la strada che smerciano bachi caramellati con la stessa letizia dei nostri venditori di caldarroste! E anche qui in Europa stanno ormai iniziando a commercializzare prodotti a base di insetti! Che posso aggiungere di più: abbracciate anche voi l’entomofagìa, provate ad addentare qualche bel bacherozzo, e sentirete com’è gustoso! Vi piacerà! Buon appetito! Giulio Montanaro, 3aCSA Prof: Ti darei otto e mezzo… Studenti: Ma aveva detto che il massimo è otto! Prof: Bene, allora ti do mezzo 29 Camilla Zaggia, 1aDSC Ragazzi, l'ultima riga non è il luogo dei peccati, eh! 30 e u G., non hai gli occhi dietro perché non sei un camaleonte e neanche un Giano bifronte! 31