- Quadri degli Studenti

Transcript

- Quadri degli Studenti
Alberti Marta
3ASE
Bernardotto Simone
5DSA
Brendolan Maria
Editoriale
3
3CSC
Perché?
4
Bressan Ivan
5DSA
Climate Reality Project
5
Callegaro Francesco
2DSA
Camerra Petra
3BSA
A volte ritornano 2: la vendetta
6
Caucchiolo Chiara
2ESC
La prosecuzione dell’apocalisse
8
Chichellero Elena
3CSC
Come funzionano le scuolesuperiori...?
Corradin Giulia
1BSC
9
D’Angelo Luca
3BSE
7 gennaio 2015
10
Gleria Sofia
1DSC
Je suis Charlie… ou non?
12
Graziano Corrado
3BSE
Graziano Gerardo
5DSA
Libertè, egalitè, fraternitè
14
Leonardo Rossi
3CSA
Le Lucertole invadono il palcoscenico
15
Luisetto Nicolò
3BSE
How to train your Dragon
Memola Camilla
1ASE
16
Mistrorigo Michele
3BSE
Identità e competenze emotive
17
Montanaro Giulio
3CSA
Manga
18
Qi Xia Yu
3CSA
Rossetto Asia
2DSA
Welcome to “Scatland”
19
Savoca Silvia
3CSC
GTA V?
20
Segota Clara
1ASE
Lo Hobbit si! Lo hobbit no!
Tara Serena
5BSC
21
Zaggia Camilla
1DSC
Siamo stati declassati
22
Zambetta Valentina
3DSA
Mattarella for president
23
Zoico Jyothi
3DSA
Gigi Galli: idolo
25
Adebayo Akinafenawa
26
Le delizie dell’entomofagia
28
Sopravvivere in cucina
30
Quadribinto
31
Uomo obiettivo: Giuliano Cisco
Direttore: Gerardo Graziano, 5aDSA
Vice direttori: Corrado Graziano, 3aBSE
Marta Alberti, 3aASE
4aDSA
Impaginazione: Andrea Campesan,
Cosimo Bortolan, 4aDSA
Copertina & Quarto: Ivan Bressan, 5aCSA
Clara Segota, 1aASE
2
Si può essere gelosi del libro anche se non si ha un uomo
L
ettori del giornalino, ben ritrovati.
Tanti eventi sono accaduti dall’ultimo numero, ma specialmente uno ha toccato tutti nel profondo: la vicenda dell’attacco terroristico alla sede del giornale satirico francese “Charlie Hebdo”.
Non voglio dilungarmi sulla cronaca dei fatti accaduti, di cui tutti dovrebbero essere a conoscenza; voglio solo
mettere in risalto l’hashtag nato da questa dolorosa vicenda:
#jesuischarlie
Tanti buoni principi, condivisi da pochi onesti e soprattutto da molti opportunisti.
Vorrei proporvi alcune riflessioni a proposito:
Ok, molta gente ha scritto dappertutto, specialmente nei social, “je suis Charlie”. Quanti però veramente
sono a conoscenza di ciò che trattava il giornale in questione? Quanti condividono REALMENTE i temi e
soprattutto il modo in cui tali argomenti sono trattati? E’ brutto da dire, ma una grossa componente
delle persone che hanno sbandierato questo motto, non hanno fatto altro che ripeterlo solo per cercare
uno status sociale, con un’ampia dose di qualunquismo e moralismo.
Chi ha condiviso questa catena di #jesuischarlie, deve avere l’onestà intellettuale di non criticare la satira.
Questo è il punto che voglio mettere in risalto: se avete condiviso gli ideali del giornale francese, non
guardate poi con faccia sbigottita chi per sdrammatizzare fa una battuta con sfondo religioso/razzista.
Chi fa black humour NON è razzista, anzi! Fatevi una risata! Non siete anche voi un po’ Charlie in fondo?
C’è chi ha scritto #jesuischarlie per difendere la libertà d’opinione, ma quanta gente sarebbe realmente disposta a scendere in strada per chiedere un cambiamento tangibile? La rivoluzione non si fa con gli
smartphone. Se c’è qualcosa da dire, si deve manifestare. Siamo una nazione pigra: fino a quando c’è da
condividere un post su facebook, siamo capaci tutti, pochi però sono quelli che si alzano le maniche per
cercare di modificare ciò che non va. E qui pure io dovrei fare autocritica…
Nello stesso identico giorno della strage di Parigi, sono morte 2000 persone in Nigeria, una quantità di morti dallo stesso ordine di grandezza dell’11 settembre, eppure non ho mica letto tanti messaggi di cordoglio per questo tragico episodio; a dire il vero non ricordo nemmeno di aver sentito in tv la notizia. Con
questo vorrei farvi riflettere sul quanto siamo realmente liberi di pensare, sul fatto che ci crediamo realmente informati, quando poi non è così.
Con questo non voglio assolutamente dire in maniera sistematica che chi ha condiviso l’hashtag è un moralista.
Al contrario, ho scritto questo articolo cercando di difendere chi veramente crede nei valori di solidarietà e libertà d’espressione, sperando che queste linee un po’ polemiche possano smuovere nell’animo di tutti una riflessione, per ognuno dei quattro punti analizzati.
Buona giornata e buon Quadrifoglio!
Gerardo Graziano, 5aDSA
Se dovete studiare la peste fatelo in silenzio
perché è facilmente trasmissibile!
3
E
cco che mi ritrovo a scrivere per il Quadrifoglio, alla soglia dai primi esami universitari.
Spero di rallegrarvi facendovi notare che, sì, c'è
tempo anche per questo, soprattutto per chi ha il privilegio di aver frequentato il nostro duro liceo!
Durante la classe quinta ho preso la decisione di
iscrivermi a statistica (forse ora qualcuno di voi tramuterà il suo sorriso in una smorfia, ahimè) e ora mi
trovo immerso nei miei amati numeri, dietro ai quali
si celano persone e situazioni reali più o meno
'quantificabili'.
Ciò di cui vi sto per parlare non credo però di poterlo
tradurre in linguaggio matematico, e proviene dalle
mie riflessioni ed esperienze; mi sento in dovere di
darvi un consiglio: mirate alle cose Grandi e non accontentatevi delle risposte facili, qualsiasi cosa stiate
facendo!
Duranti i miei studi mi sono accorto, e tuttora mi
accorgo, di quante volte ignoriamo le vere ragioni che
guidano la storia (anche personale) e la ricerca, ingoiando mezze risposte, motivazioni affrettate che
non saziano la nostra curiosità, ma la addormentano.
Sicuramente è più difficile andare a fondo, e con senso autocritico, in ciò che impariamo ogni giorno, ma
vagabondare sulla superficie penso ci lasci perfino
perdere di vista il motivo per cui lo facciamo!
Durante il periodo trascorso al Quadri, che ha compreso una parte importante della mia maturazione,
ho imparato a non avere paura delle domande, anche
quelle più filosofico/esistenziali legate alla mia identità e al rapporto con gli altri, e di questo ringrazio i
miei professori per il loro prezioso aiuto.
Non pensiate che abbia trovato sempre le risposte,
ma questa ricerca di senso ha guidato le molte
(moltissime) ore passate sui libri, dando loro uno scopo senza il quale l'appiattimento delle mere nozioni
l'avrebbe fatta da padrone. L'università, che fino a
pochi mesi fa era rimasta un po' un sogno vista la piena possibilità di scegliere a che cosa dedicarsi, si sta
4
na possibilità di scegliere a che cosa dedicarsi, si sta
rivelando la continuazione di questo percorso (seppur
con il grado di approfondimento orientato al mondo
del lavoro), che non può essere slegato dalla ricerca
della bellezza, del sano e incessante miglioramento di
sé, staccarsi dal quale mi sembrerebbe soltanto sinonimo di fuga.
Mi è stato spesso consigliato di dare sempre il massimo in tutte le situazioni perché il mondo là fuori è
esigente; personalmente mi trovo in disaccordo. I
giovani (siamo noi) di cui la nostra società in crisi ha
bisogno non sono automi super-efficienti, ma persone responsabili che percepiscono i motivi che li spingono a collaborare per il bene comune e hanno coscienza delle loro capacità e debolezze. A questo scopo veniamo educati: non per diventare perfetti o piacere a qualcuno, ma per portare meglio a termine la
nostra missione!
Ciò che fa il bene di tutti è sì che ciascuno di noi si
impegni al massimo delle sue possibilità, ma esse non
possono venire a galla solo per una pretesa esterna.
Devono provenire dalla nostra stessa volontà e dalla
sensibilità che abbiamo coltivato negli anni, facendo
domande, ascoltando risposte e imparando dagli sbagli proprio come sui banchi di scuola...
Vi saluto con l'augurio di domandarvi sempre Perchè, non solo a scuola ma soprattutto sul vostro ruolo
nel mondo!
Federico Castellan, ex 5aALG
P.S.
Vi auguro un buon proseguimento dell'anno scolastico e vi lascio questa bella citazione sul tema
“La domanda è già un miracolo. È il primo modo della
coerenza, del compimento di sé, della propria libertà.”
C'è una potenza erotica nel toccare quello schermo
che sprigiona i vostri desideri più sfrenati.
-Luigi Giussani-
D
opo aver finito le scuole superiori ed essermi
iscritto alla facoltà di Sociologia dell’università di Trento ho iniziato a sentire la necessità di fare
un’esperienza di volontariato fuori dall’Europa.
Il rapporto che si è instaurato tra me e i ragazzi è
stato meraviglioso. Io insegnavo a loro la lingua inglese e le tradizioni del mio paese, loro insegnavano
a me lo stesso della loro nazione e della loro lingua.
Senza molto esitare ho capito sin da subito che il
Brasile (in particolare il Nord-Est) sarebbe stata la
mia meta. Le motivazioni sono molte: il fatto che
nell’immaginario collettivo i brasiliani sono una popolazione sorridente e empatica, la passione per la musica, il calcio e il clima tropicale.
Poco prima di partire ho scoperto che a Rio de Janeiro (qualche ora di aereo dalla città in cui mi trovavo) ci sarebbe stato un training con l’ex vicepresidente degli U.S.A., nonché nobel per la pace nel
2007, Al Gore sul riscaldamento globale.
Ho iniziato quindi a studiare portoghese per un anno e ad informarmi per cercare di capire quale progetto avrebbe soddisfatto le mie esigenze.
Dopo lunghe ricerche ho trovato un’associazione
universitaria chiamata AIESEC che funge da intermediaria tra università e ONG (Organizzazioni Non Governative).
Nel giro di 5 mesi, sono partito per Recife a lavorare
con un’ONG chiamata “Instituto Dom Helder” e il mio
compito era quello di insegnare inglese ai ragazzi di
due favelas in contrasto tra loro. La durata del mio
incarico è durata dall’1 Settembre a metà Ottobre e
ho vissuto da una fantastica famiglia che mi ha ospitato.
Come studioso della società odierna penso che il
riscaldamento globale sia uno dei più grandi problemi che l’umanità sta affrontando e che dovrà affrontare in modo sempre più accorto.
Ho quindi inviato l’application e con molto entusiasmo e stupore sono stato selezionato per partecipare a questi 3 giorni di training (4 – 5 – 6 Novembre).
Quello che ho appreso da questo incredibile evento
ve lo racconterò alla vostra assemblea d’istituto il
giorno 6 Febbraio (col titolo “Climate Reality Project”).
Sperando di vedersi lì, mando un saluto alla mia ex
scuola superiore (il Quadri).
Elia Tonellotto, ex studente del Quadri
Avrei preso Enea e l'avrei schiaffeggiato a lungo!
5
N
ome e cognome
Giampietro Gumiero
Età
25
Segno zodiacale
Cancro
Dove ha studiato?
Liceo Quadri
Anno/data di diploma?
2008, data...sarà Luglio
Situazione sentimentale?
Single
Hobbies
Calcio, ping-pong... fisica, facciamo finta...
Quanto si ricorda di ciò che ha studiato al Quadri?
Abbastanza
Perché è diventato insegnante?
Perché ho avuto bravi insegnanti
Materia preferita da studente?
Mah! Ehm... diciamo fisica e matematica, dai
Materia/e che insegna ora?
Fisica e matematica
Cosa le piace di questa/e materia/e?
Che sono oggettive e si può arrivare al 10
Argomento che preferisce della/e sua/e materia/e?
Tutti, facciamo finta, dai
Cosa preferisce dell'attività di insegnante?
Mah... stare a contatto con i ragazzi giovani
Cosa le piace di meno?
Quando questi ragazzi giovani non si danno da fare
Cosa ne pensa delle preferenze?
Cosa sono?
Come dovrebbe essere l'alunno modello?
Ah! Eh...mah... non devono essere tutti alunni modelli,
l'importante è che si impegnino
Cosa prova a lavorare al fianco dei suoi ex-professori?
È strano, però bello
Sappiamo che ha terminato la sua prima esperienza lavorativa come insegnate, continuerà a insegnare?
Sì sì, spero di sì
Meglio il quadri da studenti o da professori?
Da... studente?
L'insufficienza più traumatica da studente?
3,30 in matematica
E da insegnante?
2 in matematica
6
Le è mancato il Quadri in questi anni in cui è stato via? O
si è dannato perché è dovuto tornare?
Non mi è mancato, ma sono stato felicissimo di tornare
Costante preferita?
Costante preferita?! g, perché è la prima che mi viene in
mente
Cartone animato preferito?
Carton... ehm...facciamo i Griffin, dai
Crede che ad avere il potere di volare sia la slitta o le
renne di babbo natale? E la risposta deve essere fisicomatematica
Allora direi la slitta, per la portanza dell'aria (??)
Viene prima l'uovo o la gallina?
Viene prima... l'uovo
Attrice preferita?
Eh, non sono un grande esperto di attrici. Direi Julia Roberts
Che soprannome preferisce tra: Gummy, Giampy, Gumera, Chewing-gum e Jump?
Penso Gummy, dai
Che prodotto utilizza per i suoi capelli?
Nessuno
Cosa hanno di speciale gli unicorni rosa?
Ci fanno sognare
Ha mai tentato la quadratura del cerchio?
Per fortuna no, se no sarei ancora dietro
Inglese o filosofia?
Inglese
Righe o quadri?
Beh, visto che insegno qua...
Newton o Einstein?
Newton
Leonardo Da Vinci o Archimede?
Eh, ma io sono sempre un nostalgico. Direi Archimede
Gauss o Euclide?
Dai, qua vado contro: dico Gauss
Clap along if you feel like...?
ah, ok...ehm... a teacher
Da ex-studente del quadri, cosa pensa di noi studenti
del quadri ?
Beh, siete quello che eravamo noi quindi.. penso bene. In
bocca al lupo, fate il meglio che potete
Le è piaciuta l'intervista?
Si
Elena Cichellero, 3aCSC e Xia Yu Qi, 3aCSA
C'ho proprio la testa balenga in 'sti giorni...
N
ome e cognome
Tommaso Seraglio
Età
35
Segno zodiacale
Cancro
Dove ha studiato?
Eh.. Verona, Padova, Milano
Anno/data di diploma?
1998
Situazione sentimentale?
Sposato
Hobbies
Tanti, troppi
Quanto si ricorda di ciò che ha studiato al Quadri?
Molto, moltissimo. Ho avuto degli ottimi insegnanti
Perché è diventato insegnante?
Per passione. È stato assolutamente un caso
Materia preferita da studente?
Materia preferita da studente... probabilmente... la chimica
Materia/e che insegna ora?
Chimica, biologia, scienze della terra
Cosa le piace di questa/e materia/e?
Che sono materie molto collegate alla realtà delle cose, dei
fatti
Argomento che preferisce della/e sua/e materia/e?
In generale tutta la chimica, soprattutto la parte di biochimica
Cosa preferisce dell'attività di insegnante?
Il rapporto con i ragazzi, il rapporto con i colleghi, il fatto
che comunque si tratta di un ambiente molto stimolante.
Cosa le piace di meno?
Probabilmente le stesse cose: tante volte è un ambiente
che crea non poco stress
Cosa ne pensa delle preferenze?
Che preferenze? Quali preferenze? Io non faccio preferenze!
Come dovrebbe essere l'alunno modello?
L'alunno modello dovrebbe essere prima di tutto curioso e,
dopodiché, ovviamente una parte dello studio è applicazione: leggere, imparare, capire
Cosa prova a lavorare al fianco dei suoi ex-professori?
Eh...soddisfazione
Meglio il Quadri da studenti o da professori?
Meglio... il Quadri da professori
L'insufficienza più traumatica da studente?
Probabilmente la prima in latino con una collega che attualmente insegna anche qua
E da insegnante?
Da insegnante ne ho date... tante, ma tutto sommato tutte
poi recuperate
Le è mancato il Quadri in questi anni in cui è stato via? O
si è dannato perché è dovuto tornare?
No, mi è mancato molto
Il suo amminoacido preferito?
Il mio amminoacido preferito… probabilmente la fenilalanina
Cartone animato preferito?
Cartone animato preferito... probabilmente "The family
guy" (I Griffin)
Cosa hanno di speciale gli orsetti di peluche?
Che sono morbidi
Matematica o fisica?
Fisica
Righe o quadri?
Quadri
Margherite o rose?
Rose
Vampiri o licantropi?
Vampiri
Mendel o Darwin
Darwin
La sua tisana preferita è al gusto di...
Frutti di bosco
Ha più paura dei clown o delle bambole di porcellana?
Delle bambole di porcellana, sono terrorizzato dalle bambole di porcellana
Shakespeare o Dante?
Dante
Il personaggio di scienza che ammira di più?
Sono veramente tanti... probabilmente Marie Curie che è
morta per la scienza
Colombo investigatore o esploratore?
Colom... Colombo esploratore
Democrito o Schrödinger?
Schrödinger
Cane o aufbau?
Cane
Il suo periodo preferito?
Questo. Quello attuale
Mendeleev o Meyer?
Mendeleev
Lewis o Pauling
Pauling
Scientista o scienziato
Non so cosa vuol dire scientista, quindi… scienziato
Golgi o Gorgia?
Anche Gorgia non è stato male come filosofo effettiva-
Mannaggia! Ne avessi uno in più sarei felice come un gas nobile!
7
mente
La formula dell'hihihihi?
Non l'ho capita ma posso immaginarla... (etc)
Il suo dinosauro preferito?
Il mio dinosauro preferito ...è probabilmente il T-rex
Quanti anni ha l'Universo?
Troppi, probabilmente troppi
Attualismo o catastrofismo?
Attualismo e catastrofismo
Funghi mucillaginosi o amanita muscaria?
Mi fanno abbastanza senso tutti e due a dirti la verità, devo
scegliere? Bah, meglio i mucillaginosi
Lìnneo o Iupac?
Mah... Iupac
Biston Betularia o farfalla delle betulle?
Biston Betularia, dai, è più carina
Idrofobo o idrofilo
Idrofilo assolutamente
R
iferiscono diverse fonti che una volta iniziata
l'apocalisse, nulla avrebbe smesso di assecondare l'accelerazione centripeta verso un portale ingurgita-il-tuo-tempo. Ho a lungo meditato questo portale e ciò che segue è
quanto sono riuscita a concludere.
Si
tratta
dello
“stomaco della California”*
Per la stesura di questo pezzo
sono stati impiegati venticinque
Minuti netti. É vietato di lordare
cit. In memoriam cognominis C. Pur
scartando i piú situazionisti tra gli
orientamenti é inutile pensare che sia possibile fuggire lo Spazio-Tempo. Le lezioni
del liceo, quelle tutte identiche e mai
uguali, iniziavano con un piano cartesiano
alla lavagna. C'era Spazio e c'era Tempo.
C'era Spazio per l'opinione malcelata
di alcuni invasandi e per quella accondiscendente degli invasati. C'era
Tempo per il voto di silenzio dei primi e Tempo per
dare aria alla bocca dei Secondi. Questi Minuti Secondi se ne stavano seduti compiacenti, eccellenti.
Sbirciarono per un Attimo il loro teleportale. Tutti ne
8
Cosa significa la frase "Oh, be a fine girl, kiss me right
now, sweetheart"?
Uh, è una frase molto molto romantica eh... (etc)
Come classifica le stelle?
In belle, brutte, luminose e meno luminose
Omologo o analogo?
Omologo
C2H6O (alcol etilico) o C3H8O3 (glicerolo/glicerina)?
C2..H6..O?
Da ex-studente del Quadri, cosa pensa di noi studenti
del quadri ?
Penso che siate.. bravi e che siate molto fortunati ad essere qui
Le è piaciuta l'intervista?
Mi è piaciuta molto l'intervista, vi ringrazio
Anche noi
Elena Cichellero, 3aCSC e Xia Yu Qi, 3aCSA
avevano uno. Serviva per fare più cose con meno
Tempo, dato che tutti lo cercano e nessuno lo trova, e
nello stesso Spazio, lí ammassati in aula. E se ne stavano pure comodi dato che i Secondi erano di corporatura minuta. Incredibile. Nello schermo di ciascuno
di questi Minuti Secondi compariva lo stesso messaggio: sei grasso. Alzarono come telecomandati tutti la
testa, direzionando un tentativo di sguardo interrogativo alle figure che si ponevano tra loro e la lavagna. Un'arancia. C'era a lor dire un'arancia ben poco
sferica che trasudava succo sul pavimento. Gli bastarono due sole informazioni a concludere di dover iniziare la dieta. I Minuti Secondi erano svegli, rapidamente collegarono il messaggio all'arancia elaborando un contenuto salutitico che non gli era prima proprio. Infatti i Minuti Secondi si nutrivano di pasticceria industriale che fluiva di forza newtoniana da credenze digitalizzate. Ciononostante mantenevano la
loro istantanea linea di Secondi cosí graziosi e Minuti.
Il Tempo sta finendo. Chi aveva scritto quel messaggio e disegnato l'arancia alla lavagna? Non c'é più
Spazio.
Faccio anche io voto di silenzio.
Ex studentessa del Quadri
* su ispirazione viscerale o meglio gastrica di J. Fante – Chiedi
alla Polvere di cui sto implicitamente suggerendo la lettura
Nella vita niente è gratis, nemmeno le carrucole!
cheerleader (tutte le ragazze sognano di far parte del
gruppo più popolare della scuola!).
C
ari lettori, già dal titolo avrete intuito il tema
centrale di questo articolo. Infatti, avendo fatto un esperienza all' estero, ho avuto l'opportunità di venire a conoscenza di
come la scuola cambia in alcune
parti del mondo. Una scuola
perfetta non c’è mai stata
anche se come modello si prende in considerazione la scuola
in Inghilterra o
negli Stati Uniti d'
America. Ed è
per questo che vi
parlerò inizialmente della
scuola negli
USA. La cosa
che mi ha colpito
di più è il fatto che
proprio gli studenti, nel corso dei
quattro anni di studi,
possono scegliere l'anno in cui studiare le materie. Solitamente, gli studenti
americani preferiscono lasciarsi
per ultime le materie più leggere in
modo da dedicarsi, nell' ultimo anno a tutte
quelle attività che precedono il diploma che per loro
rappresenta già di per se una grande festa. Inoltre, le
scuole forniscono i libri per qualsiasi materia senza
dover comprare ad alti costi ciò che serve a facilitare
lo studio. Spesso però i libri sono mal ridotti, perché
essendo stati usati da più persone nel corso degli anni, si sono consumati. In aggiunta, esistono moltissimi club pomeridiani come ad esempio il club di arte
oppure quello di chimica ma soprattutto quello delle
Un'altra scuola di cui sono venuta a conoscenza solo
pochi anni fa, è quella giapponese che è in continua
crescita grazie al livello di intelligenza e di evoluzione
dell' uomo. Gli studenti giapponesi vanno a scuola da
aprile fino a marzo dell'anno successivo. Questo non
piacerebbe a nessuno degli studenti, suppongo. Comunque hanno due settimane di vacanza sia a Capodanno sia in primavera più sei settimane in estate. Il
tallone d’Achille della scuola giapponese è certamente la tecnologia. Al posto di quaderni e libri ci sono i
modernissimi Tablet che non sono solo leggeri da
trasportare ma costituiscono una vera e propria fonte
di ricerca. La cosa negativa è che per inserire
tutti i Tablet nel sistema scolastico ci
vorrebbero molti soldi che certe
scuole magari non hanno.
Comunque, gli studenti e
gli insegnanti giapponesi sono incaricati di
tenere l'ordine per
tutta la scuola. Infatti, non esistono
i cosiddetti
“Collaboratori
Scolastici” ma a
turni stabiliti ci si
prende cura della
pulizia della scuola.
Il metodo di insegnamento italiano
lo conosciamo più o
meno tutti. E' certamente un metodo classico ancora non molto sviluppato come le altre nazioni ma,
insomma, che va bene e di questo
non ci lamentiamo. Tutte le cose hanno
dei punti a loro svantaggio e dei punti a loro favore
come abbiamo visto nel corso di questo articolo e
soprattutto l'importante è avere una scuola che ti
consente di avere una formazione per poi avere successo nel futuro!
Memola Camilla, 1aASE
disegno di
Clara Segota, 1aASE
Perché altrimenti mettete la testa in garage e scrivete solo...
9
mio amico italiano che conosce bene la Palestina e mi
ha spiegato cosa accade veramente in quel Paese. Poi
c'è stato T., il ragazzo neozelandese che ha frequentato il Quadri per un periodo, A., un'amica parigina
che ha vissuto di persona l'attentato, M., tedesca di
Francoforte, P, un diciottenne giramondo conosciuto
per caso a Malaga, R. canadese e i miei amici di Hammilton, alcuni dei quali ne sapevano di più (quelli di
religione cattolica); ad altri è arrivato pochissimo, ma
si sono informati, altri hanno preferito tacere, alcuni
si sono limitati a poche parole.
gennaio
2015
T
re uomini incappucciati entrano nella sede di
un piccolo giornale parigino ed al grido di
“Allah Ackbar” uccidono 12 persone. Non è un giornale qualsiasi: è il giornale “Charlie Hebdo”, dove lavoravano alcuni ebrei e che fa satira - da quello che ho
potuto vedere (e datemi pure della bigotta) - un po'
pesante, sulle religioni ed in particolare su quella islamica. Per il mondo, soprattutto occidentale, è diventato un attacco alla libertà di parola e di stampa. Nello stesso momento un altro esponente dell'ISIS entra
in un supermercato ebraico e uccide 4 clienti.
Che sia un attacco alla libertà di stampa mi pare
scontato e parole se ne sono spese moltissime. Quello che mi interessava capire però è perché ancora una
volta a farne le spese sia stato questo popolo e com'è
stato vissuto dai miei coetanei nelle diverse parti del
mondo.
Io amo viaggiare (chi mi conosce lo sa), ma nei mie
viaggi amo conoscere soprattutto le persone. Sono
stata fortunata, in questi anni ne ho conosciute molte
di altrettante nazionalità, per brevi o lunghi periodi e
tutte, o quasi, mi hanno risposto e sono state pronte
a darmi il proprio parere ed aiuto.
Tutto è iniziato dalla spiegazione che mi ha dato un
10
La pima cosa che ho appreso però è che l'ebraismo,
a differenza del cattolicesimo (religione predominante in Francia) e dell'Islamisno (religione degli attentatori) non fa proselitismo, non cerca adepti; la conversione è una specie di “adozione” nella quale si deve
addirittura scegliere un nuovo nome, mentre per le
altre religioni monoteiste la conversione è una “scelta
di fede” più morale che “fisica”.
La conversione richiede spesso un abbandono della
propria famiglia d'origine ed un'identificazione con la
sorte del popolo ebraico, elementi, questi che non
sono così assolutizzati nel Cristianesimo e nell’Islamismo: non ho mai visto ebrei far propaganda. Da sempre sono stati grandi giuristi, letterati e scienziati,
persone di grandissima cultura. Non che le altre religioni abbiano prodotto degli ignoranti, ma nel Medioevo cristiano i contabili erano di questa religione,
mente l'Islam è sempre stato un mondo a parte, lontano dal modo occidentale, con usi e costumi troppo
diversi per essere adeguatamente compreso.
In Palestina convivono Mussulmani ed Ebrei da anni, si combattono fra loro per la spartizione del territorio, gli uni accusano gli altri di invadere i confini, e
probabilmente è così, ma questo non giustifica la
guerra e gli assassini. Non per il nostro modo di pensare, almeno.
Ho ricevuto condanna unanime dell'attentato da
parte di tutti i miei amici, che l'hanno ritenuto più un
attacco religioso che politico. In Inghilterra, come mi
ha riferito C. (amica francese che sta frequentando
l'anno lì) non se ne è parlato molto e lei ci è rimasta
legittimamente molto male. L'atteggiamento degli
inglesi ha fatto letteralmente sdegnare, com'è nel
suo carattere, un nostro compagno di scuola R.L. che
sta trascorrendo anche lui l'anno lì: “gli inglesi pensano solo alla loro politica” accusa. In Finlandia, riferisce
O. ci sono stati solo alcuni articoli sulla vicenda, ma si
reputano immuni da questo tipo di attentati in quanto non ritengono la loro nazione così potente da esse-
Che bello questo cancellino! Era come quello che i miei compagni
si tiravano una volta! Sarà che oggi è venerdì 13... Uoooh!
re attaccata da terroristi. P. che adesso si trova in Perù, con il suo classico modo di vedere le cose “io non
ci sono quindi non mi importa”, ha riferito che nonostante la notizia fosse arrivata non c'è stata alcuna
reazione. Poco di più c'è stato tra i giovani tailandesi:
J. ha assistito a qualche sporadica conversazione
sull'accaduto. E.e J, spagnole, hanno avuto la loro
tipica reazione “caliente” dicendo “estan locos!!!!!” (Sono matti!!!), e anche se convivono da secoli con la cultura araba hanno condannato in pieno
ciò che questi estremisti hanno fatto. In Canada, nella
regione del Quebec, supportano la Francia, mi fa sapere R. e gli insegnanti a scuola hanno scritto sulle
lavagne “JE SUIS CHARLIE”.
Gli amici neozelandesi, a cominciare da T. che ha
studiato e vissuto qui, sono sdegnati, adirati, preoccupati per quello che sta accadendo in Europa. Da
loro si è sentito poco, non pensano che l'ISIS possa
arrivare fino a loro, hanno altre leggi, per loro non ci
sono problemi religiosi, guardano di più al modo di
comportarsi delle singole persone. Si assiste ancora
ad una nascosta rivalità tra maori e bianchi, ma non ci
sono screzi tra mussulmani, cristiani, anglicani o altro. Sono stati fantastici!!! L'avvenimento non li ha
toccati, ma si sono interessati tanto a come lo stiamo
vivendo nel mio Paese.
In Belgio è diverso. M. abita vicino alla Francia, la
sua Nazione è sede della Comunità Europea, il centro
dell'occidente europeo, che da quello che dicono,
l'ISIS vuole prendere di mira; c'è allerta totale, pochi
giorni dopo hanno ucciso 2 persone ritenendole terroristi, c'è paura e psicosi.
R. abita nella Svizzera tedesca: sono stati molto
sorpresi che l'attentato si fosse svolto proprio in Francia, e che a farne le spese siano stati dei civili. La Germania e l'Austria sembrano, come opinioni, due Paesi
uniti, tutti sono stati scioccati dall'avvenimento. D.,
M., J e V. mi scrivono più o meno le stese cose: “I terroristi hanno fatto male, sembra che i mass media
non dicano tutto”. Per D. sembra strano che una cosa del genere possa essere accaduta così vicino a loro,
M. fa presente che da lei, probabilmente, ci sarebbero persone d'accordo coi terroristi. J, tedesca di origini iraniane, oltre alla condanna dell'accaduto, preferisce non commentare. V., dall'Austria mi dice che dà
loro è vietata la satira sulle religioni. Tutti preferiscono poi cambiare discorso.
Parigi è una città bellissima, i Parigini, come tutti gli
altri abitanti del mondo sono gentilissimi e simpaticissimi, sempre pronti ad aiutarmi. Sono stata là più
volte e mi piace mangiare sui tavolini dei bistrots,
fare promenades per gli Champs Elisées, prendere i
metro. Persino i clochards sono regolamentati, la polizia li conosce, hanno una specie di patentino per
poter chiedere la carità, ci sono bagni puliti ovunque,
non devi cercarli come in Italia, le persone ti insegnano come e dove risparmiare, mi fanno gli sconti nei
negozi.
Quando è successo l'attentato sono rimasta scioccata. Ho scritto subito ad A., L. e a C. ho chiesto loro
come stanno. Tutto ok, anzi no. “E' stato brutto, no
peggio”. Erano sconvolte, non se lo aspettavano. Da
loro, come mi ha confermato il mio amico italiano
che conosce bene anche questo Paese, il giornale è
molto conosciuto, come è conosciutissimo anche il
supermercato della catena Kosher nel quale è successo il secondo attentato. 4 morti. Sono stati giorni di
paura, polizia e soldati ovunque. Quello che ha fatto
loro più piacere è stato che TUTTI, sono scesi in piazza a manifestare, tutti ed in tutto il mondo, così a loro
è parso. I Francesi sono così, quando non va a loro
qualcosa, manifestano. A volte mi chiedo se le manifestazioni non le abbiano inventate loro. Adesso c'è
psicosi anche in vista delle nuove elezioni del 2017,
hanno paura che in quella data succeda qualcosa di
più grave.
Non ho ancora capito perché per far valere le proprie idee alcuni ricorrano alla violenza, altri ai dispetti. E quello che tutti i miei amici mi hanno fatto capire
lo esprime questa massima:
Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere
Mettiti le mie scarpe,
percorri il cammino che ho percorso io.
Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate.
Vivi gli an ni che ho vissuto io
e cadi là dove sono caduto io
e rialzati come ho fatto io.
Ognuno ha la propria storia.
E solo allora mi potrai giudicare.
~ Luigi Pirandello
Jyothi Zoico, 3aDSA
A seguire, la testimonianza fedele di Astrid, ragazza
che abita a Châtenay-Malabry (cittadina vicino a
Parigi ) e ho conosciuto nel 2010 in una famiglia inglese per un corso dell'associazione living learning
English.
No, non ci credo! Hanno cambiato i cancellini dell'anteguerra!
11
I
was very moved by the attack of Charlie Hebdo,
and I will always remember it. This event will stay
forever burned in our minds, it is a hard blow for
France, because is one of the deadliest attack in the
country.
I remembered exactly the moment when I learned
this tragic event, I was returning from school between noon and two, by surfing on the net I came
across it and it was a shock. I am used to follow the
news especially when countries suffer a terrorist attack, but it reamains abroad. So I did like most people, I spoke about that around me, I shared my point
of view and I said everywhere "Je suis Charlie".
However I asked my self what would we say by being Charlie, What are the real meaning of these
words. I think that is probably a slogan to defend and
fight for the freedom of expression which would has
been flouted.
The freedom of expression was certainly threatened but I am sure that this massacre could be avoid.
Indeed we can say and share our opinion, our point of
view, it is even our right. And this is absolutely wonderful to live in a society where anyone can express
his feeling without being forced. But that doesn’t
gives us the right to insult, to offense, and to show a
lack of respect toward any religion. Religions are not
a laughable and a derisory subject. It is a sensible
subject which can affect a lot of people and have a
serious impact on every society.
We have to fight against the fanaticism and the terrorism. If I am saying I am Charlie this is not to sup-
port his ideas, his convictions, and his methods, this
is to give a support to all the victims, and especially
the big family of journalist who represents the freedom of expression. This is important to specify that
when we are saying the France is Charlie, this does
not necessarily mean that the values of this satirical
newspaper became French values, this is more a symbol of unity.
The freedom of expression have to be use advisedly. Furthermore I was also very touched by this momentum of solidarity through France and even all
over the world, at this moment I was proud to be
french, to see my country gather for the liberty, the
diversity, the respect. During a moment all the differences between french people have been erased. But I
find it, a little bit sad that it was a tragic event which
grouped french. In this way this is a sad reality, which
turned true: dramas bring people together.
After these events, exceptional protection
measures have been put in place to prevent this kind
of tragedy from happening again, this is called in
french «plan Vigipirate» it is taken very seriously in
my high school, because it is located less than 20km
of the places of the attacks. These measures have
deleted class trips, and even today our city is under
military surveillance and about thirty of them housed
in our school, it is very impressive.
Normaly we should welcomed this week the peruvian correspondent of my sister but it was canceled
because of these events.
Astrid, studentessa diciottenne francese
«È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della
storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa,
resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio. Ti
sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.»
C
ome quando si vede una mela ci si può accontentare di quello che ci dicono i nostri sensi,
sulla base delle fattezze e del colore della buccia, oppure decidere di pelarla e vedere se ciò che appare
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coincida con ciò che è in realtà, così anche nella vita
di tutti i giorni ci si può sentire appagati da ciò che ci
viene detto o decidere di andare più a fondo e scoprire quale sia la la verità, scegliere la pillola rossa.
Insegnante: “Dimmi il pronome atono corrispondente a 'loro'”
Alunno: “Mi”
Insegnante: “Mi sparo!”.
Così anche per ciò che è successo a Parigi si può decidere di accontentarsi di ciò che dicono i media o le
varie correnti politiche a cui siamo più affezionati, o
decidere di fare qualcosa in più, andare fino a fondo
alla questione(, pelare la buccia,) farsi delle domande
(ex. Questo è islam? Je suis Charlie ou Non? Je suis
Ahmed aussi? Sono d’accordo con ciò che ha detto
Papa Francesco? Etc. ) e risponderci solamente sulla
base di ciò che noi, singoli individui, pensiamo, di ciò
che sono i nostri valori e perché no?! anche cercando
di saperne di più: non vi è alcuna contro-indicazione
all’acculturarsi.
Come Morpheus, perdonami caro morphy ma tranquillo durerà poco, io non sto qui a obbligarvi a prendere una strada rispetto ad un'altra perché per prima
cosa chi sarei io per decidere questo? E per seconda
cosa: credo che ognuno abbia il diritto di pensare ciò
che vuole.
Non vi sto, quindi, qui a raccontare di Ahmed Merabet o a fare la cronaca dei fatti che so che, chi più o
chi meno, già conoscete. Quello che intendo fare invece è un passo indietro, o forse di lato, soffermarmi
e rendervi partecipi riguardo ad una questione che, in
questi giorni, mi assilla: cosa vuol dire fare satira al
giorno d’oggi? E soprattutto: c’è un modo giusto o
sbagliato di farla? Ce n’è uno migliore di altri? Perché
qui non si sta parlando solamente di un attentato,
(forse il peggiore dopo quello dell’ 11 settembre, sicuramente quello più “visibile” a mio parere), ma, secondo molti, di una vera e propria violazione di quello
che è considerato uno dei più importanti diritti della
moderna civiltà occidentale: la libertà di stampa, più
specificatamente, dato che la principale motivazione
di coloro che hanno compiuto tali atti è stata rivendicata come una vendetta nei confronti di alcune vignette satiriche di tale giornale, la libertà di satira.
Quindi ho deciso di cercare alcune definizioni dalle
fonti da me considerate più affidabili. Secondo Treccani satira è la “Composizione poetica che rivela e
colpisce con lo scherno o con il ridicolo concezioni,
passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta
l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone
o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune (e sono perciò considerati vizi o difetti) o dall’ideale” ; secondo il Corriere
della Sera è “ Genere della letteratura latina, prima
teatrale poi solo poetico, che mette in ridicolo personaggi, ambienti o costumi con toni comici o sarcastici
e intenti moralistici.”, secondo Garzanti Linguistica,
infine, satira è “genere letterario che ritrae con intenti
critici e morali personaggi e ambienti della realtà e
dell’attualità, in toni che vanno dalla pacata ironia alla
denuncia, all’invettiva più acre”. Ciò che accomuna
tutte e tre è il fine moralistico e il carattere ironico e
divertente.
La domanda alla quale queste definizioni non rispondono, ma che informandosi un po’ si può comunque solvere, è: vi è un solo modo di fare satira? Ovviamente no, come i temi trattati che possono essere i
più disparati, così anche le forme, gli autori e i toni
usati sono molto diversi gli uni dagli altri. Vi è la satira
più implicita e quella più esplicita, quella più superficiale e quella più meditata, che necessita di un’interpretazione per essere compresa, quella dai toni più
leggeri e quella, invece, dai toni più accessi… ma allora vi è una modalità giusta o uno sbagliato di fare Satira? Se ne può considerare una migliore di altre?
Beh, secondo me, uno giusto o uno sbagliato no, forse uno migliore. Quello che voglio dire è che, secondo
me, i concetti possono essere espressi in molti modi,
sta a noi scegliere quali usare. Ci sono modi migliori
di altri? Secondo me sì: come mi disse una mia maestra un giorno “Ragazzi la nostra libertà inzia dove
finisce quella degli altri” allora forse anche usare un
linguaggio blasfemo, che sta a voi decidere se sia tale
o meno, può limitare in senso lato la libertà di qualcuno! E, se sì: perché dover andare ad intaccare la libertà di qualcuno per comunicare i propri ideali e le proprie convinzioni che possono essere espresse in altro
modo? È così necessario? È la parolaccia o l’allusione
sessuale che rende forte il messaggio o gli argomenti
che si portano a suo sostegno?
Questo, ovviamente non vuole giustificare la violenza, vuole solo porre un forte interrogativo riguardo ad
alcuni modo di fare satira al giorno d’oggi.
Ragazzi, con il violoncello non si cucca!
Michele Mistrorigo, 3aBSE
13
“
Liberté, égalité, fraternité
Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male,
l'ignoranza”, insegnava Socrate ai suoi allievi, un
pensiero che è venuto riproposto con forza dai fatti del 7
gennaio a Parigi. Un attentato che ha scandalizzato perché
ha espresso un problema non indifferente all'interno della
nostra società: il rispetto, il rispetto di altre culture e quello
delle opinioni altrui.
Il mondo occidentale, con il suo atteggiamento di predominio culturale, ha sempre avuto difficoltà ad accettare
diverse civiltà, basti pensare a ciò che accadde nelle Americhe all'arrivo degli europei. Nulla, però, ci permette di giudicare, di diffamare chi non è come noi. Questo attentato è
accaduto perché non siamo riusciti ad integrare all'interno
della nostra società chi ne viene da fuori, mussulmani, extracomunitari, zingari rimarranno esclusi se da parte nostra non avviene una maggiore collaborazione. Per scrollarci di dosso questo atteggiamento razzista, la soluzione è
una sola: l'istruzione. Solo attraverso la conoscenza del
diverso si possono evitare fatti e comportamenti di odio.
Aprire alla scuola momenti di dibattito in classe in cui
vengono affrontati temi importanti e attuali sarebbe il modo migliore per stimolare i ragazzi ad una lettura critica e
attenta del mondo contemporaneo. Di fronte a questi atti
di terrorismo, attribuiti ad una difesa della propria religione, ci si può solamente indignare, solo l'ignoranza può portare ad eventi del genere, ecco perché servirebbe una
maggior collaborazione tra Stati europei e mussulmani per
inserire all'interno del programma scolastico un esame
attento delle diverse forme di religione, dall'Islam all'induismo, dal cristianesimo al buddismo, una maggiore consapevolezza delle altre forme di fede aiuterebbe a comprendere meglio le diverse culture.
La Francia è stata la prima a muoversi e ha già dichiarato
che, per riaffermare i valori della Repubblica, 1000 educatori, durante l'estate, faranno il giro degli istituti per formare e sensibilizzare gli insegnanti sui temi della laicità e
della lotta ai pregiudizi. Ogni comportamento provocatorio da parte degli studenti sarà sistematicamente punito,
anche con la chiamata dei genitori. Le Nazioni europee
devono avviare un'operazione di riconquista verso quei
territori perduti di fraternità, uguaglianza e rispetto a partire dalla scuola. La sfera religiosa è sicuramente la più intima e la più delicata da affrontare perché tocca l'identità
umana nel profondo, ecco perché scherzare e giocare su
un argomento così complesso può diventare pericoloso.
Dante ci permette, all'interno della “Divina Commedia”, di
ragionare sul fatto che la fede può essere vissuta in modi
diversi secondo la propria sensibilità ecco che non tutti
prendono alla leggera una battuta o una vignetta, ma la
14
possono percepire come un'offesa personale. Il Papa è stato categorico su questo: non si possono deridere le religioni altrui, per il pontefice non ci si può giustificare appellandosi alla libertà di stampa, ogni libertà ha un limite che non
deve essere di certo oltrepassato: il rispetto. Allo stesso
tempo il Papa ribadisce come non si possa uccidere in nome di un Dio e la fede, quindi, non possa essere strumentalizzata. La riedizione da parte di Charlie Hebdo delle vignette che avevano istigato i due mussulmani a compiere
l'attentato è la prova che non si è compreso a fondo il problema. Il giornale satirico ha sfidato, così, apertamente la
comunità islamica mondiale, infiammando ancora di più la
questione e aumentando la possibilità di nuovi attentati. Il
corretto uso della libertà di stampa è stato ribadito dalla
manifestazione avvenuta a Parigi quattro giorni dopo l'attentato, dove la Francia e l'Europa intera si sono strette
vicino agli ideali della rivoluzione francese e dell'illuminismo, dimostrando come il mondo occidentale si senta unito e pronto a raccogliere la sfida. E' stata significativa l'enorme partecipazione dei capi dello Stato di molti Paesi,
anche al di fuori dell'Unione Europea, ma soprattutto dei
cittadini che con forza hanno espresso il loro coraggio e la
loro fermezza davanti a questi atti terroristici. Alla manifestazione era presente anche Lilian Thuram, ex-calciatore
campione del mondo con la Francia nel 1998, ora ambasciatore per l'Unicef, che in una recente intervista ha sottolineato l'importanza del giusto atteggiamento da assumere di fronte a eventi così tragici: l'istinto di una risposta
violenta deve essere superato facendo prevalere l'intelligenza e la razionalità. Thuram, partendo dalla sua esperienza personale, ha poi dichiarato quanto sia importante
formare e aiutare i bambini ad una maggiore integrazione,
perché è proprio nella giovane età che è più naturale far
sperimentare al bambino atteggiamenti di fraternità.
L'Europa non può permettersi di cadere nell'islamofobia,
cedendo così all'odio. Bisogna considerare che gli integralisti sono una minima parte rispetto a tutti i praticanti. Dichiarare, come alcune forze politiche, di dover chiudere i
confini a coloro che sono islamici, riportando i mussulmani
già presenti nel Paese alla loro terra natia appare la direzione sbagliata. Non si tratta di chiudersi ermeticamente a
questa cultura, ma anzi se possibile aprirsi permettendo
così un dialogo maggiore. L'attentato terroristico ha dimostrato come i valori di libertà, uguaglianza e fraternità siano legati tra loro e come si bilancino da soli. La libertà può
essere esercitata solamente in una società che si fonda
sull'uguaglianza e sulla fraternità, senza queste forti fondamenta prima o poi tale diritto farà crollare l'intera struttura. Come hanno provato i fatti di Parigi un'espansione di
uno dei diritti determina la riduzione degli altri due con
questioni sociali non indifferenti.
E' semplice oltrepassare i limiti della libertà, ecco perché
è fondamentale affermare gli altri e il mezzo migliore è
quello della scuola, ad essa va il compito di formare persone che sappiano bilanciare bene tali valori.
Amedeo Scalchi, 5aCSA
Tu lo sai che ti cadranno i capelli se continui a tirarli, vero?
I
n mezzo alle classifiche più consultate sulla Rete, ai
premi consegnati per i milioni di copie vendute, tra le
personalità di spicco del mondo della musica di oggigiorno
troviamo gli unici, inimitabili, conosciuti a livello mondiale
“The Lizards’ Invasion”, celeberrimo gruppo musicale al
quale il Quadrifoglio, tramite agganci e maneggiamenti
vari della sottoscritta, è riuscito a strappare una sudatissima intervista (inimicandosi e rubando così l’esclusiva a
Mario Luzzatto Fegiz, Red Ronnie e Barbara D’Urso).
Mi avvicino timidamente a Michele Adda, chitarrista,
rappresentante della band e casualmente mio compagno
di classe al Quadri, per iniziare l’intervista. Lui, molto tranquillamente mi da il la.
Lizards’ Invasion. Perché vi chiamate così?
Ma… tu scrivi? Ah, ok, pensavo registrassi… Beh, quando io
non c’ero (essendo arrivato dopo) si chiamavano Lizards, ma
poi hanno scoperto che era il nome di una folk band americana, quindi hanno cambiato nome. Non so bene da dove venga sinceramente!
Quindi nessuno di voi è stato invaso dalle lucertole?
No, non ancora (sorride beffardamente)
Nome dei componenti e rispettivo ruolo nella band?
Luca Restaino – voce, Michele Mazzù – chitarra, Paolo Onestini – basso, Federico Guglielmi – tastiera, Edoardo Mattiello – batteria e poi io, Michele Adda – chitarra.
Qual è l’aspetto più bello della musica?
Direi il fatto che è un linguaggio che può trasmettere infinite
emozioni.
Come definireste il vostro genere?
È difficile… ultimamente manteniamo uno stampo rock ma
abbiamo anche una tendenza al progressive. Però devo anche dire che abbiamo fatto anche qualche canzoni un po’
funky… non sappiamo definirci proprio bene!
Da quanto suonate insieme?
Dall’estate 2011.
Se poteste esibirvi come band di apertura al concerto di
una grande rock star, chi sarebbe il fortunato?
Mmh… rispettando i gusti di tutti direi Deep Purple, Pink
Floyd e Toto.
A chi vi ispirate?
Beh, a questi che ti ho appena detto! E anche ai Red Hot Chili
Peppers
Se poteste riportare in vita uno dei big della musica, chi
sarebbe?
Personalmente Jimi Hendrix, ma noi abbiamo molte opinioni
diverse a riguardo.
Qual è stato il miglior concerto che avete fatto?
Se ci basiamo sul numero del pubblico, direi davanti ad 800
persone ad un raduno scout. Musicalmente invece all’Araceli
o alla sagra della Stanga.
Tre parole per descrivere il mondo della musica.
Emozionante, complesso e appagante.
Quante canzoni avete scritto?
Attualmente nove.
Quante di queste sono state nominate per i Grammy?
Direi una decina… più di quelle che abbiamo scritto.
Il vostro fan club è più simile ad un’élite intellettuale
Settecentesca o ad una massa informe di adolescenti
urlanti?
Ad un’elite informe Settecentesca.
Avete in mente qualche progetto per il futuro?
Per ora vorremmo pubblicare un album con degli inediti e
magari fare qualche video.
Concerti in programma?
Sì, il Vicenza Rock Contest.
I biglietti si possono acquistare online?
(ride) Direi… sì. Ma queste risposte ironiche devo pensarle!
Parlando di voi, chi è il creativo del gruppo?
Ognuno mette del suo.
E la rock star d’eccellenza? Me lo sono sempre chiesto!
Il manager?
Credo il padre del batterista, più in generale tutti i genitori
hahaha.
Il latin lover?
Ah, sicuramente Fede!
Se vi dico One Direction, vi commovete, vomitate o un
misto di entrambi?
Vomitiamo lacrime.
Slash o un sacco di ca$h?
Mamma mia… non c’è neanche bisogno di rispondere!
Sanremo o sangria?
Sangria!
La Nina, la Pinta di birra o la Santamaria?
La santa birra!
Più assoli o assholes?
Ca**o… entrambi!
No alla droga o sì a Valsoia?
No a Valsoia.
Profuma ambiente preferito: erba appena tagliata o fiori
di gelsomino?
Direi fiori appena tagliati.
Fin che la barca va…?
Lasciala… mi metti in crisi! Dicevo, fin che la barca va… speriamo che non affonda! Anzi no, affondi!
Qualche parola ai giovani artisti di oggi?
Siate creativi.
Concludi con una frase d’effetto per dare un certo tono
all’intervista:
Citando Pino Caruso: “Ho dei pensieri che non condivido”.
L’intervista quindi si conclude, saluto il magico Michele
Adda e gli rivolgo uno speranzoso “Alla prossima!”, al quale risponde con un sincero “Ahah, sì, ci vediamo in classe!”.
Che fortuna avere uno dei massimi esponenti del rock ad
un paio di banchi di distanza.
Bisogna aprirlo, e lanciarlo a zampette
Serena Tara, 5aBSC
15
HOW TO TRAIN
A
ndare al cinema con la famiglia a vedere un
nuovo cartone vi assicuro che può essere una
vera e propria gioia e che si può arrivare ad entusiasmarsi forse più dei fratellini (e a volte questa euforia
si riesce a trasmetterla persino agli adulti!). Perché?
Perché questi film-cartoni ci propongono una "via di
uscita" dai problemi quotidiani, con la loro semplicità
e spontaneità. Molto probabilmente, di questi tempi,
tutti hanno solo bisogno di trascorrere un bel momento con le persone che amano, ritornare piccoli
per un po’ e vivere i bellissimi sentimenti che si è capaci di provare con la dolcezza dei bimbi, attraverso
storie fantastiche e fuori dal comune. Quale esempio
migliore, se non raccontare l'intensa storia di amicizia
tra un giovane vichingo, Hiccup e … un drago! La balzana, ma originale idea è venuta alla Dreamworks:
due creature completamente diverse, i cui rispettivi
popoli sono l'uno il peggiore nemico dell'altro
da secoli, possono stringere un
simile e profondo legame? Quali
potrebbero essere gli effetti su di
loro e sugli altri? La saga di "How
to train your Dragon" è senza dubbio la mia preferita
(sia ben inteso sto parlando solo fra i cartoni animati!), proprio per l'intensità con cui riesce ad esprimere
uno dei "pilastri" fondamentali della nostra vita: avere un VERO AMICO e potersi fidare ciecamente di lui.
In più, essendo comunque un film dedicato ai più piccoli, è contornato da una bella dose di risate fino al
mal di pancia, battute memorabili e musiche stupende. Non
manca-
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no ovviamente gli amori (per questi guai se non ci
fosse sempre spazio!), terribili nemici da affrontare,
simpaticissimi personaggi e tante, tantissime emozioni! La dolcezza delle scene in cui i due protagonisti
cominciano a conoscersi ed a instaurare un legame, la
spettacolarità delle sequenze in cui essi, l'uno sul dorso dell'altro, si esibiscono in sensazionali e audaci
manovre in aria (di sicuro da non ripetere a casa nel
caso abbiate pure voi in segreto un drago domestico!)
hanno un grosso impatto su tutti gli spettatori, grandi
e piccini! E, dopo la fine del film, non puoi che affermare di esserti divertito come un matto, nonostante
gli adorabili marmocchi dietro di te abbiano parlato
di continuo e tirato alla tua poltrona calci degni di un
calciatore alla partita finale dei Mondiali! Tutto questo non ha importanza, in confronto alla bella serata
appena vissuta! Tornerai a casa ed assieme ai fratellini conterai i giorni che mancano all'uscita del dvd,
ingannando l'attesa leggendo loro il libro della storia.
Quando finalmente questo dvd sarà tra le tue mani,
cercherai le piccole pesti e la televisione più vicina a
te, perdendoti nel fantastico e straordinario mondo
dei bambini! Perché, dopotutto, chi non ha voglia di
sognare?!
testo e disegno di
Giulia Corradin, 1aBSC
C'è gente che va a spasso con sedie…
speriamo non scoppi una rissa!!
LA CURA DI SE' DAL PUNTO
DI VISTA PSICOLOGICO:
Nell'ambito del progetto di educazione alla salute
proposto alle classi terze quest'anno, il dottor Lino
Cavedon ha tenuto nel mese di gennaio un incontro
formativo con ciascuna classe terza del nostro Istituto.
Di solito non è facile stare seduti due ore di fila, magari prestando un po' di attenzione a ciò che viene
detto, e dopo la prima ora di monologo del relatore si
comincia a chiedersi quando finirà la tortura.
Strano ma vero: in quell' occasione gli equilibri
dell'universo si sono capovolti. Per la prima volta tutta la mia classe era davvero coinvolta, reattiva, interessata. Sarà stato per l'interesse che il tema ha suscitato in noi, ma credo che una buona parte del merito
vada al relatore.
Il dottor Cavedon non si è lasciato intimorire dalle nostre facce
annoiate al momento dell'ingresso, e ha cominciato il suo discorso
con naturalezza. Dopo i primi dieci minuti il clima era già cambiato:
sui nostri volti si leggevano interesse e coinvolgimento.
Grazie ad un esaustivo power
point e numerosi esempi reali,
abbiamo esplorato una parte molto complessa e affascinante del
nostro essere: la sfera emotiva.
Inutile spiegare quanta importanza essa abbia nella nostra vita,
e nella vita di noi adolescenti in
particolare, per questo motivo
forse le domande sono state numerose e profonde.
Ognuno interpretava le risposte
adattandole alla sua situazione
personale, ed esse suscitavano
altre domande, creando così un circolo virtuoso che
talvolta ci ha portato un po' fuori traccia, ma ha contribuito a creare un clima di vera armonia all'interno
della classe.
Come tutti sappiamo, è impossibile che all'interno
di una classe tutti vadano d'amore e d'accordo, ma in
quelle due ore sembrava che fosse proprio così!
Tutti quanti siamo stati contenti, e (da non crederci)
uscendo abbiamo ringraziato tutti quanti il dott.
Cavedon, cosa che non capita molto spesso.
Quei semplici "grazie" sono stati per me la prova
che l'attività è stata davvero utile, magari a qualcuno
di più e a qualcun altro un po' meno, ma a tutti ha
lasciato qualcosa.
Insomma, un'esperienza sicuramente da ripetere!!
Marta Alberti, 3aASE
CIRCOLO FOTOGRAFICO GIOVANI
Siamo alcuni studenti del liceo Quadri e stiamo formando un
gruppo di giovani appassionati di fotografia in cui ognuno
possa esprimersi al meglio: proporre uscite, imparare dagli altri, scambiare idee e opinioni. Cercheremo inoltre di organizzare una mostra collettiva con i lavori che avremo prodotto.
Se ti piace la fotografia e sei in cerca di qualcuno con cui condividere questa passione, stiamo aspettando proprio te!
Se sei interessato/a contatta
AGATA 3388090626 ALESSANDRO 3451744561
Siamo entrambi in 4ESC
oppure visita la pagina facebook “L’ALTRA FOTO”
Nella prossima Assemblea d’istituto (17 marzo) ci sarà un laboratorio in cui potremo scambiarci idee e recepire suggerimenti da chiunque sia interessato a questa proposta
Se Windows ci casca come un pollo, Linux si fa due risate...
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I
l mio manga preferito è… aspetta!
Che cos’ è un manga?!
Il manga, come spero tutti sappiate, è un fumetto
giapponese che deve essere letto al contrario; cioè da
destra verso sinistra, dato che i giapponesi scrivono
così; di conseguenza anche i libri e i giornali vanno
sfogliati in questo senso. Se ne vedete uno lo riconoscerete subito, ha uno stile tutto suo: i personaggi
hanno occhi giganteschi, sproporzionati rispetto alle
misure del volto, le pagine non sono divise in quarti
ma hanno un ordine qualsiasi scelto dal mangaka (il
fumettista), inoltre vi devo avvertire che la narrazione
procede molto lentamente, diversamente da quello che noi occidentali ci aspettiamo da un fumetto.
clan, da lui sterminato senza motivo. Naruto decide
di abbandonare il Villaggio della Foglia e intraprendere con il maestro Jiraiya un lungo e duro allenamento.
Dopo circa due anni e mezzo, Naruto fa ritorno al Villaggio della Foglia. La misteriosa Organizzazione Alba, dà la caccia a Naruto, il quale dovrà scontrarsi con
alcuni suoi membri. Successivamente, con la morte
del fratello Itachi, Sasuke scopre la verità dietro allo
sterminio del suo clan Uchiha. Consumato dall'odio e
dalla vendetta, il giovane ninja traditore si unisce ad
Alba per ottenere da questa la forza per distruggere il
villaggio natio. Le avventure di Naruto procedono
quindi nel tentativo di difendere se stesso ed il suo
villaggio dall'Organizzazione Alba mentre cerca di
riportare sulla retta via l'amico Sasuke. Riuscirà Naruto a diventare Hokage?! Ebbene, dopo quindici lunghi
anni dalla prima stampa posso dirvi che…
L’ enorme mondo del fumetto giapponese
può essere suddiviso in diverse tipologie, tra
cui gli “shojo” ovvero i manga femminili e
shonen ovvero i manga maschili.
Se volete entrare in questa spirale da cui, vi
avviso, non potrete più uscire, un buon manga
per iniziare può essere “Naruto” di Masashi Kishimoto pubblicato dall’ ottobre 1999 al novembre
2014, lo so, un’altra particolarità dei manga è che la
vicenda non si conclude mai… Naruto è durato di
più delle due guerre mondiali messe insieme! Infatti
io non ho ancora terminato di leggerlo, per cui per
scrivere la recensione mi aiuterò con Wikipedia.
Naruto Uzumachi è un aspirante ninja del villaggio
della foglia con un grande sogno: quello di diventare
Hokage, cioè il ninja più forte del villaggio. Egli ha
passato un infanzia nell’emarginazione scoprendo poi
il motivo: dentro di lui è sigillata la volpe a nove code
un enorme demone che tempo prima aveva distrutto
il suo villaggio. Dopo avere sconfitto Mizuki, un ninja
ribelle, Naruto riesce, dopo molti esami falliti, ad essere promosso nell’ accademia ninja e conosce i suoi
nuovi compagni del gruppo sette Sasuke, Sakure e il
maestro Kakashi. Dopo varie avventure, Sasuke abbandona il villaggio per allenarsi con Orochimaru e
ad accumulare il potere necessario per uccidere
suo fratello Itachi con lo scopo di vendicare il suo
18
Connettiti all'URLO... senza la -O
testo e disegno di
Clara Segota, 1aASE
Welcome to
“Scatland”
S
catland è un luogo moralmente perfetto. Dove si trova? Spero che alla fine dell’articolo
possiate avere la risposta.
Vorrei cominciare parlandovi di John Paul Larkin.
John nasce a El Monte (California) nel 1942 e non vive
un’infanzia felice. É affetto sin da piccolo infatti da
una grave forma di balbuzie, per la quale viene spesso
deriso ed emarginato. John per esprimersi come non
poteva fare al meglio con la voce, a dodici anni impara a suonare il pianoforte e da qui comincia il suo
amore per la musica. Due anni più tardi ascolta per la
prima volta le canzoni di Ella Fitzgerald e Louis Armstrong e si innamora immediatamente delle loro melodie e più in generale della musica Jazz e dello Scat
(imitazione di strumenti musicali con la voce).
Negli anni ’70 e ‘80 John continua a suonare diventando un pianista jazz di professione. Nel 1986 produce un suo album dal nome John Larkin, quasi un modo per cercare di emergere dal suo guscio e di provare una sua personale avventura musicale. Dimostra di
cantare bene, in accordo con il suo stile, ma forse le
sue musiche sono troppo particolari per riuscire a piacere a molte persone e infatti l’album vende assai
poco e lui stesso ammette di aver nascosto centinaia
di copie non vendute in un suo ripostiglio in casa.
Larkin comincia in questi anni a fare uso di alcol e
droghe, anche a seguito del suo insuccesso e di una
condizione psicologica mai stata troppo forte. Alla
morte di un suo collega e amico tossicodipendente,
però, John vuole cambiare vita e si traferisce a Berlino
nel 1990 assieme alla sua nuova moglie mantenendosi suonando prevalentemente nei locali jazz. Nel 1994
nonostante la sua titubanza, viene convinto dalla coniuge e da amici a rituffarsi nel mondo della musica
producendo canzoni proprie.
É così che con la collaborazione di produttori di musica dance, nasce il singolo “Scatman”, brano che unisce il suo Jazz alla musica dance anni ’90. Il pezzo ha
un grandissimo successo. John capisce allora che
questo può essere l’inizio di una seconda vita e allora,
all’età di 52 anni, prende il nome d’arte “Scatman
all’età di 52 anni, prende il nome d’arte “Scatman
John” ed è pronto a recuperare tutto il tempo non
usato al meglio.
Nel 1995 esce il suo secondo album, che rimane il
più famoso e venduto: Scatman’s World, che comprende anche i singoli “Scatman” (il primo pubblicato
e più famoso), “Scatman’s World”,
“Song of Scatland”. É su queste
canzoni più popolari che
vorrei soffermarmi. I
loro testi hanno lo
scopo di trasmettere agli altri un
messaggio
di
uguaglianza, pace,
libertà. Partirei da
“Scatman” e in particolare dal suo video
in cui si vedono persone
di ogni età, etnia e sesso:
un modo simbolico per dire che nella nostra diversità
siamo tutti uguali.
In “Scatman’s World” si parla appunto del suo mondo ideale (Scatland) soffermandosi particolarmente
sui bambini che devono essere liberi di divertirsi e
soprattutto di viaggiare nella loro smisurata fantasia.
Arriviamo ora a “Song of Scatland” che inizia con:
“Imagine a land of love / Where people have time to
care / Where everybody's equal / And we all tell the
truth”. John cantando spiega come l’amore possa
essere la chiave di questo mondo, insieme ai valori
citati prima. Importante anche la chiusura della canzone, in cui Larkin dice quasi sottovoce: “I want to
thank you all for joining in celebration of the world of
Scatland, goodnight”. Scatland non è un luogo lontano. Dove si trova quindi? “You don't have to look too
far, you'll find it between your deepest dreams and
warmest wishes”. Come si raggiunge? “Just close
your eyes, make a wish, give yourself a hug. You're
half-way there, just love yourself and a dream will
come true. You'll find yourself in Scatland and suddenly discover that the person from Scatland is you”.
Ma che lingua si parla? “The people of Scatland speak
in Scatish. Scatish is a language not quite like a leprechaun, it sounds like a language of the people of
earth who speak in a tongue of their own”. Chi si
trova in questo posto meraviglioso? “Children of all
ages”.
Questo è Scatland, ma non è finita qui. Nel 1995
pubblica il suo terzo album dal titolo Everybody Jam
Sono cose vietate ai minori no di 18 anni, di 180!!!
19
contente tra gli altri l’omonimo singolo che sintetizzerei con tre parole: Allegria per Tutti! John in questa
canzone immagina di duettare con Louis Armstrong
e ne deriva un video davvero molto simpatico in cui si
vede una marea di persone ballare e divertirsi senza
alcuna differenza, mentre John e Louis passano in
mezzo alla folla cantando e ballando allegramente.
Nella sua breve carriera ha venduto 52 milioni di
album e vinto 14 dischi d’oro e 18 dischi di platino!
Penso che nemmeno lui si sarebbe mai aspettato di
fare tanto successo con pezzi rap e scat nonostante le
balbuzie dalle quali non è mai guarito. I giornalisti,
infatti, raccontano che, prima di dire una frase,
doveva ripetersi svariate volte.
Nel 1999 esce il suo ultimo album Take your time,
sempre pieno di gioia di vivere nonostante sappia già
dall’anno prima di avere un cancro al polmone. John è
morto il 3 dicembre 1999 e quindi senza avere,
purtroppo la possibilità di entrare nel terzo millennio
e di creare tante nuove canzoni, unendo il suo stile a
quello dei nuovi anni. Alla scoperta della malattia
John ha detto: “Qualunque cosa Dio vuole per me, va
bene… ho avuto una bella vita, ho provato la
bellezza" e in un’altra intervista ha aggiunto: “Spero
che i ragazzi, ascoltando o ballando le mie canzoni,
sentano che la vita non è tutta così brutta, anche solo
per un minuto". Negli ultimi 5 anni di vita, ha saputo
dire ciò che probabilmente ha sempre tenuto dentro.
Questo ci insegna che tutti ce la possono fare, indipendentemente dalle difficoltà che si possono incontrare. La forza dell’amore può farci superare qualsiasi
ostacolo e rendere tutte le persone felici e in pace tra
loro per arrivare un giorno a raggiungere Scatland.
Non bisogna aspettare: questa terra meravigliosa
non è lontana! Ognuno di noi può e deve raggiungerla per vivere (Tutti) in armonia, lasciando alle spalle i
propri errori, amando, sognando, rispettando gli altri
e dicendo sempre la verità: questo è il messaggio che
John ci ha voluto trasmettere con le sue canzoni.
Corrado Graziano, 3aBSE
“Striscia la Notizia”, “La Repubblica” e altri quotidiani.
Come gli appassionati di videogiochi sapranno, il 24
Marzo di quest’anno esce GTA V per computer. Come
già successo precedentemente, durante la sua uscita
per console, è stato accolto da diverse polemiche. Già
nel 2013 con l’uscita del gioco per le console di vecchia
generazione (playstation 3 e Xbox 360), Studio Aperto
ne aveva fatto un servizio.
Il proposito di Studio Aperto non era certo quello di
fare pubblicità benigna al gioco: alla fine, viene anche
fatto un paragone abbastanza forzato tra una rapina
finita con un omicidio e la storia di Grand Theft Auto V.
In particolare, ne “La Repubblica”, l’autore parla di un
parallelismo tra GTA V e la jihad, senza peraltro spiegarne i motivi e le somiglianze.
Ora, io vorrei fare una riflessione. Non metto in discussione che GTA V non sia un gioco per bambini, ma le
sarebbe bastato dare un’occhiata alla copertina, o informarsi sull’apposito sito Internet (in cui sono riportate
tutte le informazioni necessarie su qualunque gioco esistente), per controllare se fosse adatto ad un pubblico
minore.
Con l’uscita del gioco per console di nuova generazione (Playstation 4 ed Xbox One) a fine Gennaio una lettera mandata al Presidente Matteo Renzi ha scatenato
una polemica che ha coinvolto “la Repubblica” e altri
grandi quotidiani nazionali.
È vero che i negozianti lo vendono a qualunque persona, ma non c’è una legge che lo vieti, in quanto lo stato
Italiano non ha emanato legislazioni a proposito e si fa
riferimento a normative europee. Inoltre, dal momento
che il gioco ha un costo abbastanza elevato, si presume
che per un ragazzino non sia così semplice procurarselo
senza l’approvazione e l’aiuto genitoriale. Quindi, a mio
parere, non è stata una mancanza dello Stato o del videogioco, ma un problema di disinformazione.
La lettera era stata scritta da una madre che, inconsapevole di comprare al figlio un gioco classificato dal PEGI come 18+, si era trovata davanti ad una brutta sorpresa, scoprendo che il gioco che aveva regalato a suo
figlio era “un’istigazione alla violenza anche sessuale, al
crimine e al femminicidio”.
Dire che giocare a GTA V rende gli adolescenti violenti, pronti a stuprare e a rapinare è come dire che giocare
a FIFA permette di diventare un calciatore. Il problema
alla base forse, è che molti genitori concedono ai figli
qualunque cosa e, una volta accortisi dell’errore commesso, “scaricano” la colpa sulla causa del dissidio.
Da questa lettera è scaturita una polemica, che è dilagata, arrivando a comparire anche su un servizio de
Camerra Petra, 3aBSA e Meneghello Matteo, 2aBSA
20
Non è che tu ti metti davanti a quello lì
con il tuo bottigliotto a bere...
Lo Hobbit si!
Lo Hobbit no!
Questo è il punto di vista di più o meno metà dei
fan. L'altra metà pensa così.
Waw. Questa cosa è magnifica. Peter Jackson sei un
mito. Hai aggiunto un sacco di cose epiche. Si, ecco,
avresti potuto evitare qualche cosuccia, ma hai fatto
un lavoro magistrale. Bellobellobello.
Io non faccio parte di nessuna di queste due
“fazioni” sono a metà tendente alla prima.
P
eter Jackson...perché? Che male ti ha fatto
Tolkien? Ma almeno il libro l'hai letto? Con il
Signore degli Anelli avevi fatto anche un buon lavoro.
Che razza di tamarrata è mai questa?
Io possiedo la magnifica edizione rossa del libro,
quella con l'aquila in copertina. Sul quarto di quest'edizione c'è un commento che dice “miglior storia PER
BAMBINI che io abbia mai visto” o qualcosa di simile. Bene. Peter Jackson, secondo te quei film raccontano una storia per bambini?
Secondo me assolutamente no. Hai voluto fare tre
film da 2 ore e mezzo l'uno su un libro di trecento pagine. Secondo voi che non avete letto il libro c'è tutto? Guarda un po'. NO. Non c'è tutto e per giunta per
fare i film lunghi ha aggiunto cose che non ci sono.
Personaggi di cui neanche Tolkien conosceva l'esistenza e personaggi provenienti da altri libri. Massì
aggiungiamo triangoli amorosi dei quali un solo personaggio partecipa veramente al libro. Gli altri li inventiamo così attiriamo un sacco
di persone in più. Spendiamo tanti
soldi in scene con effetti speciali
complicatissimi perché sono fighi
e viene tanta gente a vederli. Perché fare un film fedele al libro
piuttosto che farlo pieno di cose in
più per guadagnare più soldi?
Esatto. Un' occasione d'oro per
fare un film o una serie di film magnifica buttata nel cesso solo per
fare soldi in più. I produttori sono
stati più avidi del drago Smog. Si.
Nel libro il drago si chiama Smog.
Non Smaug. Probabilmente loro
avranno pensato “Ma il nome
Smog non incute paura. Cambiamo il nome al drago. Ma non troppo se no poi si arrabbiano i fans.
Chiamiamolo Smaug”, che vergodisegno di Michele
gna.
Penso che avrebbe potuto gestire questa occasione
diversamente e meglio. Avrebbe potuto effettivamente evitare di aggiungere qualche personaggio. O
perlomeno ucciderlo visto che poi la storyline rimane
aperta e nel Signore degli Anelli non rimane nulla. Poi
Peter Jackson avrebbe potuto studiare un po' di più
fisica quando andava a scuola. Perché secondo me
qualche concetto, (per esempio la forza di gravità)
non l'ha proprio capita. O anche la legge di Newton
che afferma “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. Guardando i film sembra proprio che questi concetti gli siano sfuggiti. O forse non
ha capito che nella Terra di Mezzo esistono le leggi
della fisica e sono quasi le stesse che regolano il nostro mondo. Ah. Un'altra cosa. Davvero troppo Green
Screen. A mio parere hanno abusato del telo verde.
Hanno fatto in Green Screen troppe cose invece che
farle materiali. Tutti gli orchi dello Hobbit sono stati
fatti con effetti speciali, mentre nel Signore degli
Anelli sono tutti o quasi persone truccate magnificamente.
Nonostante ciò non ritengo che
sia tutto da buttare, perché oltre
al fatto che gli effetti speciali sono fatti davvero molto bene e gli
attori sono davvero bravi , bisogna comprendere le ragioni di
mercato: se avesse effettivamente fatto un film per bambini
quante persone che non hanno
letto il libro sarebbero andate
comunque? Ovviamente le spese
di produzione sarebbero state
inferiori, ma probabilmente i produttori hanno calcolato che non
ci sarebbe stato abbastanza rientro.
Non li perdono lo stesso.
Francesco Callegaro, 2aDSA
Mistrorigo, 3aBSE
I voti non sono fissi come i posti a teatro
21
SIAMO STATI
U
n momento, non noi, non il nostro ben amato
Liceo, la nostra Scuola o la nostra famiglia,
ma la nostra povera patria.
Altissime spese legali ed amministrative. MA CHIEDETE A MARIAROSA SE GUADAGNA TANTO…
(senza fare il mio nome però!).
Costo dell'energia superiore al resto dell'Europa.
MA ANCHE QUI IO NON ANDREI DA
UN BENZINAIO A PROTESTARE.
La nostra beneamata Italia, il BEL PAESE pieno di
storia, di monumenti più belli e con la cucina più
buona del mondo è stato declassato. Quando l'ho
saputo per poco mi è venuto da piangere, mesi e
mesi di cibo a malapena commestibile, di vita in case prefabbricate e di voti alti grazie alla preparazione della mia amata scuola ed ecco che torno e mi
sento dire per televisione da un tizio con l'aria arcigna “TU SEI UN BBB-”. “Pian con le bombe”, io i
voti che ho preso sono tutti A. Noi lavoriamo come
matti, paghiamo le tasse, siamo ottimi cervelli da
esportare, il Palladio è conosciuto in tutto il mondo
e ci dicono che siamo “poco più che rubbish” (=spazzatura). Lo trovo ingiusto!!!!!
Ho deciso di vederci chiaro: nel 1860 lo statunitense Henry Vardun Poor ha cercato di rendere pubblici
e comprensibili i bilanci delle aziende in modo tale
che chi investe su di loro sappia se hanno debiti o
meno e così da poter calcolare il “rischio finanziario” dei possibili azionisti. Bene, questa classificazione è stata presa anche in Europa per mostrare i Paesi che hanno più capacità di sviluppo e di pagare il
proprio debito pubblico. Che sarebbe poi l'aumento
della spesa per mantenere la nostra povera Italia e
per pagare gli interessi di tutte quelle operazioni finanziarie che permettono di aver soldi liquidi e che
dovrebbe essere ripagato con il PIL (prodotto interno lordo) e quindi con la crescita del nostro paese.
AAA Elevata capacità di ripagare il debito
AA Alta capacità di pagare il debito
A Solida capacità di ripagare il debito, che potrebbe essere influenzata da circostanze avverse
BBB Adeguata capacità di rimborso, che però potrebbe peggiorare
BB, B Debito prevalentemente speculativo
CCC, CC Debito altamente speculativo
D Società insolvente
Praticamente ci hanno detto che, nonostante noi ci
stiamo impegnando tantissimo, l'Italia ha un sistema
giudiziario lento e costoso.
Rating degli stati europei secondo Standard & Poor's
(aggiornato a gennaio 2012)
Ma allora dove vanno a smarrirsi tutti questi soldi
che dicono che spendiamo ma che nessuno guadagna?
La disoccupazione è in aumento. MA C'E' CHI LAVORA ANCHE 18 ORE AL GIORNO.
Dicono che sono gli Italiani che non riescono a portare avanti le loro idee. MA SE ORMAI IL
BEL PAESE E' DIVENTATO COME
L'INTER… tutte le nostre migliori creazioni sono passate in mano straniera.
Come possiamo salvare l'Italia? In Nuova Zelanda
me l'hanno chiesto ed io ho detto: “Teniamo l'Italia
come il LOUVRE: un gran museo con ottimo cibo e
splendida arte”.
E NOI DEL QUADRI DOBBIAMO DIVENTARNE I MIGLIORI DIRETTORI.
Jyothi Zoico, 3aDSA
22
Cambiano scuola come cambiarsi la maglia quando è sudata
FOR PRESIDENT
3
1 Gennaio 2015,
quarto scrutinio
e finalmente è fumata
bianca per il Quirinale:
eletto il nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Stimato servitore dello
Stato” lo definisce Matteo Renzi, soddisfatto di
aver raggiunto una convergenza fra gli elettori.
Stendardo del Presidente
della Repubblica
“Persona di assoluta lealtà, correttezza e coerenza
democratica” lo proclama, Giorgio Napolitano,
uscendo di scena dopo nove anni di mandato, suddivisi in due elezioni (primo Presidente rieletto), con le
dimissioni del 14 Gennaio 2015. Cede il posto, per i
prossimi sette anni, al dodicesimo capo dello Stato e
rappresentante dell’unità nazionale, come stabilito
dalla Costituzione italiana entrata in vigore il 1° Gennaio 1948.
Il Presidente della Repubblica è un’istituzione costituzionale eletta dal Parlamento su iniziativa del Presidente e della Camera stessa dei deputati in seduta
comune, integrato da tre rappresentanti per ogni regione, ad eccezione della Valle d'Aosta che ne ha uno
solo. La Costituzione stabilisce che può essere eletto
presidente qualsiasi cittadino/a italiano/a che abbia
compiuto i cinquanta anni di età e che goda dei diritti
civili e politici.
Oltre alla funzione di rappresentanza dell’unità del
Paese, il presidente è anche il capo delle Forze Armate e assume diversi ruoli all’interno dello Stato. “Invia
messaggi alle Camere. Indice le elezioni delle nuove
Camere e ne fissa la prima riunione. Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo. Promulga le leggi ed emana i decreti
aventi valore di legge e i regolamenti. Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.
Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello
Stato. Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici,
ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere. Presiede il Consiglio
superiore della magistratura. Può concedere grazia e
commutare le pene. Conferisce le onorificenze della
Repubblica” (art.87).
Inoltre l’articolo 89 prevede che “Nessun atto del
Presidente della Repubblica (sia) valido se non è controfirmato dai Ministri proponenti, che ne assumono
la responsabilità” in quanto “Il Presidente non è responsabile per gli atti compiuti nell'esercizio delle sue
funzioni (salvo che per i casi gravissimi di alto tradimento e attentato alla Costituzione ...)”. Se i membri
del Governo ritengono che l'atto del Presidente sia
inopportuno o anticostituzionale, devono rifiutare la
controfirma, per evitare di incorrere in responsabilità.
L’assunzione delle precedenti funzioni è avvenuta per
Mattarella il giorno 3 Febbraio 2015, dopo due minuti
di intensi applausi dei parlamentari (ad eccezione del
M5S e della Lega) e alcuni momenti di orgoglioso im-
Elenco 11 Ex Presidenti
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Enrico De Nicola (1948-1948)
Luigi Einaudi (1948-1955)
Giovanni Gronchi (1955-1962)
Antonio Segni (1962-1964
Giuseppe Saragat (1964-1971)
Giovanni Leone (1971-1978)
Sandro Pertini (1978- 1985)
Francesco Cossiga (1985-1992)
Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999)
Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006)
Giorgio Napolitano (2006-2013)
(2013-2015)
barazzo del presidente stesso, con il celebre giuramento di fedeltà alla Repubblica e osservanza della
Costituzione. Il Presidente ha dato voce poi con un
cenno del capo, volto ad indicare una presa di consapevolezza di ruolo, ed un velo occultato di tensione, al
suo discorso con lo scopo di confluire l’impegno di
tutti nel “superare le difficoltà degli italiani e realizzare le loro speranze”. Numerosi gli argomenti toccati: il
diritto al lavoro, alla cultura, la promozione dell’eccellenza, la preservazione della pace, l’assistenza ai malati, la giustizia, la lotta contro la mafia e la corruzione.
Non posso far fare compito alla compagna con la pila!!
23
Ciò che l’Italia ora si aspetta, in
un momento di crisi non solo
economica, ma anche politica, è
la figura di una persona consapevole e responsabile, capace di
dare immagine al Paese e garantire le riforme necessarie per il
“bene comune” degli italiani e
sappia interagire proficuamente
con i leader degli altri paesi europei. Sia Putin che Obama nei loro
messaggi di omaggio hanno già
espresso la loro volontà di collaborazione.
Anche il Papa è stato uno dei primi a complimentarsi con il nuovo
Presidente, mandando un appello
alla
concordia.
In molti sono già convinti che il
contatto fra le due autorità, religiosa e politica, sia segno per la politica italiana di un
rinnovamento paragonabile all’effetto di Papa Bergoglio nella Chiesa.
Nonostante esternamente il nuovo Presidente appaia un uomo d’atri tempi, misuratissimo nelle parole, fragile e pacifico, la sua esperienza personale passata lascia pensare ad una persona tenace e rigorosa
nei principi democratici.
Nasce a Palermo il 23 Luglio del
1941;si laurea in Giurisprudenza
a “La Sapienza” di Roma con il
massimo dei voti; si iscrive
all’albo degli avvocati del Foro
di Palermo nel 1967; entra a far
parte nella camera dei deputati;
subisce la morte del fratello
Piersanti a causa della mafia nel
1980;è titolare della Pubblica
istruzione fino al 1990 quando
si è dimesso per il dissenso contro la legge Mammì* che favoriva la tv di Berlusconi; diviene
ministro in Parlamento; è infine
fautore del primo sistema elettorale
maggioritario
(battezzato “Mattarellum”).
Insomma l’esperienza sul campo non è ciò che gli manca, lui stesso dichiara che si
impegnerà ad essere un arbitro imparziale della Costituzione, ma si auspica di essere affiancato da giocatori capaci di aiutarlo con la loro correttezza.
Elisabetta Nale, 5aCSA
* (permetteva alle emittenti locali di trasmettere a livello
nazionale)
Per saperne di più...
I diritti civili e politici riconosciuti dalla Dichiarazione Universale sono: il diritto alla vita,
alla libertà e alla sicurezza della propria persona; la libertà dalla schiavitù, dalla tortura e
da ogni trattamento o punizione crudele, inumana o degradante; l’uguaglianza davanti alla
legge; la protezione contro l’arresto, la detenzione o l’esilio arbitrari; il diritto ad un’equa e
pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente ed imparziale; il diritto alla presunzione di innocenza sino a che la colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo; il diritto a non essere condannato per un comportamento che nel momento
in cui sia stato commesso non costituisse reato secondo il diritto interno o internazionale;
il diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni stato; il diritto di
chiedere e godere dell’asilo dalle persecuzioni in altri Paesi; il diritto alla cittadinanza; il
diritto al matrimonio; il diritto a non essere privato arbitrariamente della proprietà; il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; il diritto alla libertà di riunione e associazione pacifica; il diritto di partecipare al governo del proprio Paese, sia direttamente, sia
attraverso rappresentanti liberamente scelti.
http://www.volint.it/scuolevis/dirittiumani/2.5.htm
24
Ragazzi, sento troppe chiacchere e poco panico!
O
ggi vogliamo parlarvi di una disciplina sportiva che magari molte persone hanno sentito
soltanto lontanamente nominare, forse in occasioni
di eventi di rilevanza mondiale su “Studio Sport”, nei
60 secondi contati nei quali si parla di qualcosa di diverso dal calcio. Ironia a parte si parla di rally [o
“rallye” se siete più propensi ai francesismi]. Ora cos’ha
il rally di diverso dalle altre competizioni automobilistiche? Semplice. Pista? Nah. Trovate un paesino
sperso o la più disparata strada in terra battuta. Fatto? Bene. Ora prendete delle vetture che da lontano
potrebbero sembrare quelle che le case automobilistiche sfornano per il mercato pubblico, ma piazzateci dentro motori da prototipi. Non sto parlando di V12
da f1 della vecchia guardia, ma di 4 cilindri di
“piccola” cilindrata, che se accoppiati a turbo compressori e turbo volumetrici tirano fuori 650CV
[citazioni dovute alla Lancia Delta s4, il “mostro” italiano dell’ormai scomparso gruppo B]. Tutto ciò si traduce
alla partenza in una vera e propria accelerazione a
razzo, 0-100 in un paio di secondi e organi interni lasciati qualche decina di metri indietro. Ora: capite
Tutti bravi
a fare uno
stoppie con
le moto…
Gigi li fa
con le auto
bene che chiunque decida di sfrecciare come un dannato ai 200, saltando fra i saliscendi di una stradina di
paese, con i tifosi a due centimetri, non rientra proprio fra gli standard di “normalità”.
Oggi però vogliamo omaggiare un idolo italiano di
questa disciplina. Non lo troverete nelle classifiche
punti fra mostri sacri quali Mäkinen, Kankkunen o
Loeb [vincitori rispettivamente di 4,4 e 9 campionati]. No. Gianluigi Galli non è fra le macchine che stracciano vittorie su vittorie con la stessa facilità con cui
riescono a respirare. “L’italiano volante” fa parte di
quell’olimpo di piloti che riescono a coinvolgere le folle da
quanto sono fuori da ogni
schema, persino nell’universo
rallistico. Lo Zeus di questo
manipolo di piloti è stato e
continuerà ad essere senza
ogni dubbio il buon Colin
McRae, pazzo al punto giusto
ed entusiasmante da guardare
alla guida. Il nostro Gigi non
Faccia da podio
può vantare, a differenza dello
scozzese, di essere riuscito a proseguire [e a finire in
zona punti] una prova speciale dopo aver distrutto un
braccetto della sospensione, raddrizzato a colpi di
roccia in mezzo alla savana. Il nostro eroe si difende
bene con un salto da 55 metri e passa. Su un tratto
praticamente piano. In curva. In mezzo alle betulle
finlandesi. Ecco spiegato il soprannome affibbiatogli
dai finnici. [Statistiche alla mano il record per il salto
più lungo è detenuto da Loeb che qualche anno fa ha
toccato gli 85 metri, ma son capaci tutti a farlo su una
landa deserta della Turchia con una rampa di 35 gradi].
La sua storia nelle quattro ruote ha un qualcosa di
magico. Livigno. Cosa può mai fare uno a Livigno dopo il lavoro? Godersi il panorama mozzafiato delle
alpi innevate? Anche, ma preparare una Fiat Uno integrale a 4 ruote sterzanti suona meglio. Soprattutto
se si vuole fare bella figura nelle prove speciali su neve-ghiaccio dei dintorni. E’ così che nel 1993 il Gallo si
avvia ad entrare nel mondo rallistico. Rally della Valtellina prima, trofeo Fiat poi, e via verso il titolo di
campione italiano del 1998. Prende parte successivamente al campionato europeo per poi entrare nel
mondiale WRC nel 2004. Anche se inizialmente ingaggiato come tester e solo in seguito come seconda
guida dalla Mitsubishi, il 2005 è l’anno della rivelazione, che spingerà la casa a farlo primo pilota nel 2006.
Proprio sul più bello arriva un duro colpo da parte della casa per cui corre, che decide di ritirarsi dal mondo
delle corse a stagione iniziata. Poteva l’italiano volante mollare? No. Riesce a trovare un team che lo supporti almeno per le prime
gare e i risultati sono tali che
la Pirelli subentri come sponsor. Pur avendo saltato molti
appuntamenti del mondiale
Galli riesce sempre a piazzarsi nella top 10, chiudendo poi
undicesimo.
Block - Galli
Facendo una ricerca sulla navigazione oceanica…
si incontrano i problemi della navigazione online
25
Nella sua carriera nel Mondiale
WRC[world rally
car] ha preso
parte a 66 rally,
totalizzando
due podi e 23
prove speciali
Parole di Ken
vinte. Non avrà
mai vinto un campionato del mondo, ma non si è mai
rassegnato e ha continuato a fare quello che ha sempre saputo fare meglio: ispirare e dare spettacolo.
Concludiamo con una piccola chicca, un fatto che
pochi sanno: avete presente Ken Block? No? In due
parole il fondatore della DC shoes e rallista che negli
ultimi anni ha deciso di inventarsi qualcosa chiamato
Gymkhana, disciplina che consiste nell’usare un’auto
per fare dei “tondi” degni di Giotto intorno a ostacoli
di vario genere, preferibilmente di origine urbana.
Bene. Cosa centra Gigi con il sig. Block? Centra perché l’americano, dopo aver visto il video in cui il Gallo
intraversa la sua Mitsubishi 50 metri prima della curva, su una stradina più stretta della macchina, durante la prova di Sisteron [cercate sul tubo “gigi galli a
big drift”], affermerà che quella “spennellata divina” gli
ha aperto un mondo, lo ha illuminato [coincidenze?]:
Ken ha saputo creare una disciplina che inglobasse
ciò che il pubblico aspettava, quello per cui la folla
impazziva, tutto grazie ad uno dei traversi impossibili
di Gigi Galli. Idolo.
Bressan Ivan e Giovanni Filippi, 5aCSA
ADEBAYO AKINFENWA:
102kg di puro bomberismo
M
“Leggenda narra che una volta
Akinfenwa sbagliò un rigore
prendendo la traversa.
Questo evento è ora conosciuto
con il nome di Big Bang”
i piace iniziare così l’articolo su questo gigante inglese di origini nigeriane, che ha
saputo combattere i pregiudizi rincorrendo i suoi sogni, per poi diventare mito a sua volta.
sogno da realizzare, giocare con la squadra dei suoi
idoli, e in qualche maniera sa che ci riuscirà, perché è
disposto a tutto pur di ottenere il suo sogno.
E quando dico tutto, intendo tutto. Akinfenwa infatti parte per la Lituania alla ricerca di un contratto
da professionista, che ottiene all’Atlantas di Klaipeda;
l’inizio non è dei più piacevoli, è infatti più volte
schernito non solo per il suo fisico, ma anche per il
colore della pelle.
Vorrei dire che Adebayo è un ragazzo come gli altri,
un qualunque ragazzo inglese con una passione sfrenata per il calcio e per il suo Liverpool, la squadra dei
suoi sogni.
Ma non è vero. Vi mentirei. Il nostro eroe non è un
ragazzo come gli altri, a contraddistinguerlo infatti è
quel fisico possente, addirittura esagerato, che lo
rende goffo e, a detta di tutti, non adatto per il calcio.
“Vai in palestra, almeno là non fai male a nessuno”,
questo è quello che si sentiva ripetere tutti i giorni.
Molta gente si sarebbe data per vinta, molta gente
si sarebbe arresa all’evidenza. Lui no, Adebayo ha un
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Adebayo sembra non reggere il colpo quando una
ragazzina di 11 anni, di fronte a lui, gli dice “potere
bianco”, con tanto di saluto nazista. Il nostro eroe, a
dispetto delle apparenze, è un ragazzo sensibile, un
Sembrate due carabinieri…
uno sa leggere e uno sa scrivere (a mala pena)
cattolico praticante che legge la Bibbia ogni giorno.
nale.
Pensa quindi seriamente di tornarsene a casa, ma
ancora una volta la sua abnegazione ha la meglio:
l’occasione per il riscatto gli viene offerta nella finale
di coppa lituana, dove segna il gol decisivo, che gli
vale la riconquistata stima da parte dei supporters.
Prima della partita Adebayo dice ai suoi compagni:
“Provate a prendere la maglia di Steven Gerrard e mi
arrabbio sul serio”. Quella maglia deve essere solo
sua, la divisa del capitano dei suoi idoli non deve finire in mano di altre persone.
La partita dei sogni si svolge il 5 gennaio 2015, e
qualunque cosa accada, per il protagonista di questa
storia sarà comunque una vittoria.
Il Liverpool passa facilmente in vantaggio al 12esimo minuto con gol, manco a dirlo, del capitano Gerrard e sembra l’inizio di una goleada, l’inizio di una
partita che finirà con una figuraccia. Non è invece così.
Al 36esimo c’è un calcio d’angolo per il Wimbledon.
Avete presente quei vecchi flipper dove la palla continua a girare in preda a continue deviazioni? La dinamica è la stessa, ma il nostro eroe sa che quella palla
deve essere sua, sa che deve buttarla dentro.
E ce la fa, con una zampata la mette dentro, con il
suo stile: scoordinato ma efficace.
La gioia diventa incontenibile, come si vede dall’immagine, l’esultanza è irrefrenabile. Akinfenwa è al
settimo cielo, il sogno è diventato realtà, ha fatto il
gol più importante della sua vita.
E non importa se quella partita
il Wimbledon l’ha persa (seppur
solamente per 2-1 contro una
corazzata), “The Beast”, come lo
chiamano, sa di aver vinto una
partita ben più importante: ha
vinto contro i suoi limiti, e contro
chi non credeva in lui.
La serata però per lui non è
ancora finita, deve ottenere la
sua maglietta. Come un bambino che rincorre il suo idolo (solo
che in questo caso parliamo di
un gigante di 102 kg) a fine partita corre verso Gerrard, chiedendogli non solo la divisa, ma anche l’autografo.
Passano gli anni, Akinfenwa torna in Inghilterra, dove continua una onesta carriera nelle serie
minori (le nostre serie C e D per intenderci). Il suo sogno di giocare con il Liverpool parrebbe ormai compromesso, ma il destino, che a volte è beffardo, questa volta invece benedice il gigante buono. Il destino
ha deciso di mettere di fronte il Wimbledon, la sua
attuale squadra, contro il Liverpool nella coppa nazio-
Il sorriso nella foto del dopo gara è qualcosa di difficilmente descrivibile.
E’ per questi sorrisi, per queste storie felici che adoro il calcio, perché le emozioni che regala questo
sport non hanno eguali.
Gerardo Graziano, 5aDSA
Ma te vojo ben, alla fine... alla fine dell'universo... ma c'è una fine?
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LE DELIZIE
DELL’ENTOMOFAGÌA
Ovvero: la croccante questione
del nutrirsi di bacherozzi.
P
erché non mangiare gli insetti? A qualcuno di
voi, al solo leggere questa frase, sono certo
che si è già accapponata la lingua e il viso si è contratto in una smorfia di disgusto. Non siate così drastici!
La verità è che già da qualche tempo, nel nostro Occidente bello, moderno e globalizzato, questa domanda si pone sempre più spesso. Lo scopo di questo articolo è, perciò, esporre i motivi per cui l’entomofagìa –
ovvero l’alimentarsi di insetti, aracnidi e altri artropodi commestibili – sarebbe una pratica consigliabilissima, gradevole e benefica, che tutti dovrebbero adottare.
no convertire 2 Kg di cibo in 1 Kg di prodotto, laddove
un bovino necessita di 8 Kg di cibo per produrre 1 kg
di carne. Per non parlare poi dello spazio occupato
dall’allevamento e della quantità di acqua dolce consumata.
Insomma, l’entomofagìa porterebbe immensi benefici economici ed ecologici se fosse sufficientemente
diffusa!
Un altro aspetto molto importante è quello
della salute. Molte persone infatti pensano che mangiando insetti sia facile prendere malattie pericolose.
In primo luogo bisogna dire che, come suggerisce il
buon senso, essere entomofagi non significa cacciarsi
in bocca qualsiasi bestiaccia che capiti sotto le mani.
Gli artropodi che vengono mangiati, infatti, sono selezionati ed allevati rispettando le ordinarie norme
igienico-sanitarie, garantendone così la salubrità e la
qualità.
L’ostacolo più grande e apparentemente insormontabile alla diffusione di questo regime alimentare è
sicuramente l’aspetto culturale, il buon gusto comune, che spinge noi occidentali in particolare a provare
un innato ribrezzo alla vista, ma che dico, alla sola
idea di addentare un insetto, una di quelle creature
piene di zampe, foriere per lo più di disgusto e raccapriccio. Ma è, di fatto, una questione puramente estetica che, se inibita, porterebbe numerosissimi vantaggi.
Per prima cosa, con la crescita esponenziale della
popolazione mondiale – si stima che nel 2050 saremo
ben 9 miliardi! – la ricerca di fonti di cibo alternative,
economiche e soprattutto ecologiche, è diventato
uno dei problemi di maggior rilievo. L’allevamento
del bestiame per la produzione della carne, infatti,
causa una immissione di CO2 nell’atmosfera che, secondo alcune stime, va dal 18% (FAO 2006) al 51%
(World Watch Institute 2009). Mediamente, bovini,
suini e volatili inquinano quasi quanto il settore dei
trasporti mondiale.
Da questo punto di vista, l’allevamento di insetti
come fonte di proteine farebbe calare drasticamente
questi dati così pesanti. Per esempio, i suini producono gas serra dalle 10 alle 100 volte in più di quanto
non facciano le tarme della farina, a parità di chili di
prodotto ottenuto. In media, inoltre, gli insetti posso-
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Le specie considerate commestibili – circa 1900 ad
oggi – sono prevalentemente “erbivore”; si nutrono
perciò di cibi che potremmo definire “puri” (foglie,
radici, legno, etc.), anche se non mancano gustosi tipi
di ragni e scorpioni. Come fa notare Vincent M. Holt
nel suo libro “Perché non mangiare gli insetti?”, siamo abituati a gustare animali dalle abitudini ben più
orribili di qualche bacherozzo vegetariano:
“L’aragosta […] mangia cibo così ripugnante che il
pescatore esperto, per essere sicuro di catturarla,
mette come esca nella nassa carne putrida o pesce
così marcio da non attirare nemmeno un granchio”.
Su questo piano, possiamo citare anche l’anguilla e,
peggio ancora, il maiale.
Ma cosa ancora più importante, a mio dire, è che gli
insetti sono fonti di proteine “più sane” di quelle di
Io lo so che è sempre colpa dei frati
mammiferi e volatili, nonché di numerose vitamine,
sali minerali ed altre sostanze che difficilmente si trovano in buona quantità negli altri tipi di carne. Alcuni
studi testimoniano inoltre che un’alimentazione anche entomofaga è più salutare di una basata solo sulle proteine consuete e diminuisce il rischio di riscontrare varie patologie umane anche di rilievo.
È chiaro: non solo mangiare insetti non comporta
alcun pericolo per salute, bensì è un toccasana per la
stessa!
Infine, è doveroso rispondere a quella domanda che, forse, vi state ponendo dall’inizio di questo
articolo: ma ‘sti bacherozzi, almeno, sono buoni?
La risposta è innegabilmente sì. Posso dirlo con
convinzione perché io stesso ho sgranocchiato una
deliziosa locusta al forno e alcuni spiedini di larve di
falena. La prima, in particolare, aveva un ottimo sapore di noccioline tostate ed era croccante come una
patatina fritta, mentre le larve erano morbide e dolci.
Ho sentito dire che, ad esempio, ragni, scorpioni,
blatte e cavallette fritti hanno più o meno lo stesso
gusto dei chicken nuggets del Mac Donald (solo che
sono più salutari), o comunque sanno da succulente
proteine fritte, mentre i bruchi di varie falene o coleotteri, croccanti fuori e delicati all’interno, hanno
una gamma di sapori altrettanto appetibili quanto
molte pietanze che già siamo abituati a consumare.
Potete credermi, amanti della carne, che un buon
piatto di larve o di grilli ben cotti non avrebbe nulla da
temere davanti ad una bella bistecca!
Insomma, lettori di questo insolito articolo, che
dire: non siate così diffidenti, superate i pregiudizi nei
confronti degli insetti, è solo una questione psicologica, ve lo assicuro. Già vestiamo con seta, già mangiamo miele, lumache, gamberetti: perché non provare?
Dopo la prima volta, vi parrà subito piacevole; lo dico
per esperienza!
Di seguito aggiungo una saporita ricetta:
Frittura di larve croccanti.
Ingredienti (per 2 persone):
due manciate di larve della farina (Tenebrio molitor)
1 cipolla a cubetti
1 peperoncino rosso piccante
1 cucchiaio di olio di sesamo
una spruzzata di salsa tamari
Preparate le larve in anticipo, lasciandole per 48 ore
in freezer; risciacquatele con acqua corrente fredda
prima di cuocerle. Portate quindi a bollore un po’ d’olio in una padella dai bordi alti, precedentemente riscaldata. Versate la cipolla, il peperoncino affettato,
qualche goccia di olio di sesamo, un po’ di salsa tamari. Dopo un minuto, aggiungete le larve e friggete per
altri due minuti. Servite il tutto accompagnato da
verdure cinesi e riso in bianco. Slurp!
In tutta l’Asia, in Africa, in America del Sud addirittura, i buoni bacherozzi sono un cibo diffuso ed apprezzato già da molto tempo. In Thailandia potete
trovare banchetti lungo la strada che smerciano bachi
caramellati con la stessa letizia dei nostri venditori di
caldarroste! E anche qui in Europa stanno ormai iniziando a commercializzare prodotti a base di insetti!
Che posso aggiungere di più: abbracciate anche voi
l’entomofagìa, provate ad addentare qualche bel bacherozzo, e sentirete com’è gustoso! Vi piacerà! Buon
appetito!
Giulio Montanaro, 3aCSA
Prof: Ti darei otto e mezzo… Studenti: Ma aveva detto
che il massimo è otto!
Prof: Bene, allora ti do mezzo
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Camilla Zaggia, 1aDSC
Ragazzi, l'ultima riga non è il luogo dei peccati, eh!
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e
u
G., non hai gli occhi dietro perché non sei
un camaleonte e neanche un Giano bifronte!
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