17A. Poste in valuta
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9. LE POSTE IN VALUTA ESTERA Sommario: 1. Le poste monetarie in valuta e le norme di riferimento; 2. Gli aspetti applicativi; 3. Le immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie valutate al costo. Le operazioni che sorgono nel corso dell’esercizio denominate in valuta estera devono essere iscritte nella contabilità utilizzando il tasso di cambio del giorno in cui l’operazione è compiuta. Tale modalità di contabilizzazione è espressamente prevista dall’art.2425-bis, co.2. Il trattamento delle poste in valuta estera eventualmente presenti al termine dell’esercizio è invece disciplinato dall’art.2426, n.8-bis, il quale prevede un diverso trattamento di tali poste, a seconda della loro natura e classificazione. In particolare, l’art.2426 individua distinte modalità di valutazione per le seguenti poste in valuta estera: 1) poste in valuta estera iscritte nell’attivo circolante, crediti iscritti nelle immobilizzazioni, passività; 2) poste in valuta estere iscritte nelle immobilizzazioni, diverse dai crediti e dalle partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto1. La sintesi delle valutazioni previste per le due categorie di poste in valuta estera è graficamente illustrata nella Tavola 9.1. Di seguito vengono considerati i seguenti aspetti: 1) le poste monetarie in valuta e le norme di riferimento; 2) gli aspetti applicativi; 3) le immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie valutate al costo. L’art.2426 n.8-bis, in realtà, parla di «immobilizzazioni immateriali, materiali e quelle finanziarie, costituite da partecipazioni rilevate al costo». L’allargamento della categoria sub 2) deriva da quanto disposto dal principio contabile OIC n.26, così come modificato alla luce dell’introduzione della riforma societaria. 1 455 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio Tavola 9.1 – Poste in valuta estera: sintesi dell’art.2426 n.8-bis. Attività circolanti Crediti immobilizzati Passività TASSO DI CAMBIO A PRONTI ALLA DATA DI CHIUSURA DELL’ESERCIZIO 1. Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni materiali Titoli immobilizzati Partecipazioni immobilizzate valutate al costo TASSO DI CAMBIO AL MOMENTO DEL LORO ACQUISTO (TASSO DI CAMBIO STORICO) O, SE INFERIORE, A QUELLO ALLA DATA DI CHIUSURA DELL’ESERCIZIO, SE LA RIDUZIONE È GIUDICATA DUREVOLE Le poste monetarie in valuta e le norme di riferimento L’iscrizione nel bilancio delle poste in valuta estera presuppone la considerazione di particolari aspetti operativi soprattutto per le «poste monetarie in valuta», cioè per le poste in valuta iscritte nell’attivo circolante, per i crediti iscritti nelle immobilizzazioni e per le passività. L’art.2426, punto 8-bis del codice civile disciplina in modo autonomo, in effetti, le attività e passività in valuta, ad eccezione delle immobilizzazioni. Il principio contabile n.26 specifica che con attività e passività in valuta devono intendersi le attività e le passività «i cui valori espressi in bilancio sono riferiti ad importi da incassare/pagare, o comunque sono commisurati a futuri flussi finanziari, in valuta». Di fatto, quindi, si tratta delle poste monetarie in valuta estera, anche se il codice civile non utilizza questa denominazione. I punti trattati sono i seguenti: 1) norme civilistiche; 2) disciplina fiscale; 3) riconciliazione tra norme civilistiche e fiscali; 4) casi operativi e scritture contabili. 456 9. Le poste in valuta estera 1.1 Norme civilistiche Il Codice Civile disciplina i seguenti aspetti per l’iscrizione in bilancio delle poste in valuta: a) iscrizione in contabilità e valutazione in bilancio; b) iscrizione nel conto economico degli utili e delle perdite su cambi; c) riserva utili su cambi; d) informazioni in nota integrativa. a) Iscrizione in contabilità e valutazione in bilancio delle poste in valuta Le operazioni che sorgono nel corso dell’esercizio denominate in valuta estera devono essere iscritte nella contabilità utilizzando il tasso di cambio del giorno in cui l’operazione è compiuta. Tale modalità di contabilizzazione è espressamente prevista dall’art.2425-bis, co.2. Il trattamento delle poste in valuta estera eventualmente presenti al termine dell’esercizio è invece disciplinato dall’art.2426, n.8-bis, il quale prevede un diverso trattamento di tali poste, a seconda della loro natura e classificazione. In base alla citata norma, le poste in valuta estera iscritte nell’attivo circolante, i crediti iscritti nelle immobilizzazioni e tutte le passività devono essere iscritte nel bilancio d’esercizio al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio stesso (cosiddetto «tasso di chiusura» o «tasso di fine esercizio»). Il codice civile richiede quindi l’adeguamento delle poste in valuta al cambio di chiusura, per rilevare gli utili o le perdite su cambi di competenza dell’esercizio corrente, indipendentemente dal realizzo del relativo credito o dal pagamento del relativo debito. b) Iscrizione nel conto economico degli utili e delle perdite su cambi L’art.2426 n.8-bis prevede che tutti gli utili e le perdite derivanti dall’adeguamento a fine esercizio delle poste in valuta estera ai tassi di cambio di chiusura debbano essere iscritti nel Conto Economico, nella voce C.17-bis Utili (perdite) su cambi. Il tasso di cambio di riferimento, per le imprese con l’esercizio coincidente con l’anno solare, è quello al 31 dicembre. Dal momento che in questa voce sono iscritti anche gli utili e le perdite su cambi realizzate al momento dell’incasso/pagamento delle poste in valuta estera, è opportuno separare, direttamente nel Conto Economico oppure in Nota Integrativa, la parte di utili/perdite realizzate dalla parte di utili/perdite da valutazione. c) Riserva utili su cambi L’importo degli utili/perdite derivante dall’adeguamento ai cambi di fine esercizio 457 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio delle poste in valuta concorre alla formazione del risultato d’esercizio, in quanto iscritto direttamente in Conto Economico. Il Codice Civile, tuttavia, prevede che laddove il saldo algebrico tra gli utili e le perdite da valutazione sia un utile netto, esso non possa essere distribuito. Pertanto, in sede di approvazione del bilancio e conseguente destinazione del risultato, l’eccedenza di utili su cambi rispetto alle perdite su cambi deve essere iscritta in una riserva non distribuibile sino al momento del successivo realizzo. Il principio contabile OIC n.26 ha precisato che la creazione della riserva avviene: - sulla base dell’importo al lordo dell’effetto fiscale; - unicamente per la parte non assorbita dalla eventuale perdita d’esercizio; - dopo aver ottemperato agli obblighi relativi alla riserva legale. Il punto tecnicamente più controverso è rappresentato dalla costituzione della riserva sulla base dell’importo «al lordo» dell’effetto fiscale, in quanto situazioni sostanzialmente analoghe sono state disciplinate dal legislatore prevedendo la non distribuibilità di una quota di utili «al netto» del relativo effetto fiscale (ad esempio, da parte del D.Lgs. n.38 del 2005, per talune plusvalenze non realizzate iscritte in conto economico per effetto dei principi contabili internazionali). La riserva così costituita non è distribuibile fino al realizzo dell’utile su cambi; essa, tuttavia, può essere utilizzata, fin dall’esercizio della sua iscrizione, a copertura di perdite di esercizi precedenti. d) Informazioni in nota integrativa L’art.2427, n.6-bis) del Codice Civile richiede che siano riportati in nota integrativa «eventuali effetti significativi delle variazioni nei cambi valutari verificatesi successivamente alla chiusura dell’esercizio». L’utilità di riportare tali informazioni in nota integrativa è connessa all’obbligo della valutazione dei crediti e dei debiti al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio poiché, in tal modo, il risultato d’esercizio è influenzato da utili e perdite «virtuali» su cambi che derivano dalle suddette valutazioni e che diventeranno effettive solo nel corso dell’esercizio o degli esercizi successivi. Nella nota integrativa si deve, quindi, dar conto dell’evoluzione di tali utili e perdite da valutazione almeno per il periodo intercorrente tra la data di chiusura dell’esercizio e quella di redazione del progetto di bilancio (ad es. 31 marzo). Pertanto, in sede di chiusura del bilancio, non si deve tenere conto, nelle scritture contabili, delle differenze di cambio intervenute tra la fine dell’esercizio e la data di redazione del progetto di bilancio. 458 9. Le poste in valuta estera 1.2 Disciplina fiscale La disciplina fiscale delle poste in valuta estera è contenuta nell’art.110 TUIR, co.3, come modificato dal D.Lgs. 38/20052. L’art.110, co.3 TUIR dispone che «La valutazione secondo il cambio alla data di chiusura dell’esercizio dei crediti e debiti in valuta, anche sotto forma di obbligazioni, di titoli cui si applica la disciplina delle obbligazioni ai sensi del codice civile o di altre leggi o di titoli assimilati, non assume rilevanza. Si tiene conto della valutazione al cambio della data di chiusura dell’esercizio delle attività e delle passività per le quali il rischio di cambio è coperto, qualora i contratti di copertura siano anche essi valutati in modo coerente secondo il cambio di chiusura dell’esercizio». Dal punto di vista fiscale, quindi, la valutazione alla fine dell’esercizio delle poste in valuta estera costituite da crediti, debiti e titoli a reddito fisso non assume alcuna rilevanza. Pertanto, gli utili e le perdite su cambi iscritte nel Conto Economico in seguito alla valutazione non sono né imponibili né deducibili. I componenti positivi e negativi sui cambi assumono rilevanza fiscale, infatti, solo nel momento in cui sono effettivamente realizzati, a seguito dell’incasso o del pagamento della posta in valuta estera sottostante. L’art.110, co.3 TUIR non specifica il trattamento da riservare agli utili o perdite su cambi derivanti dall’applicazione al tasso di chiusura a poste diverse dai crediti, dai debiti e dai titoli a reddito fisso. 1.3 Riconciliazione tra valutazioni civilistiche e fiscali L’esame comparativo delle norme qui considerate (normativa civilistica e disposizioni tributarie) determina le seguenti considerazioni: - civilisticamente, è necessario adeguare alla fine di ogni esercizio le poste in valuta estera al tasso di chiusura. Al momento dell’incasso e del pagamento, infatti, è necessario poter confrontare il valore al tasso di cambio di chiusura con il valore effettivo al fine di determinare l’utile o la perdita di competenza dell’esercizio; - dal momento che a livello fiscale gli utili e le perdite assumono rilevanza solo all’atto del loro effettivo realizzo, si rende necessario, in dichiarazione dei redditi (nel quadro RF), l’effettuazione di variazioni in aumento ed in diminuzione. Le indicate variazioni in aumento o in diminuzione hanno i seguenti obiettivi: - annullare l’effetto degli utili/perdite da valutazione iscritte nell’esercizio in cui la posta sorge; Il D.Lgs. n.38/2005 ha modificato il precedente co.3 ed ha abrogato il co.4, che erano stati a loro volta precedentemente modificati dalla riforma fiscale. 2 459 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio - rettificare gli utili/perdite realizzate iscritte nel Conto Economico dell’esercizio in cui la posta si estingue per trasformarle negli utili e nelle perdite a rilevanza fiscale. La rettifica si rende necessaria in quanto l’utile (o la perdita) fiscalmente rilevante è così determinato: Utile perdita fiscalmente rilevante ò Confronto tra: - tasso storico - tasso effettivo = Utile/perdita da Valutazione ò Confronto tra: - tasso storico - tasso di chiusura +/- Utile/perdita iscritto nel Conto Economico ò Confronto tra: - tasso di chiusura - tasso effettivo Di fatto quindi: - nell’esercizio in chiusura (esercizio 1): · gli utili su cambi da valutazione danno origine a variazioni in diminuzione; · le perdite su cambi da valutazione danno origine a variazioni aumento; - nell’esercizio successivo (esercizio 2): · gli utili su cambi da valutazione dell’esercizio precedente danno origine a variazioni in aumento, se la posta si è estinta nell’esercizio 2; · le perdite su cambi da valutazione dell’esercizio precedente danno origine a variazioni in diminuzione, se la posta si è estinta nell’esercizio 2; · gli utili su cambi da valutazione originatesi nell’esercizio 2 danno origine a variazioni in diminuzione; · le perdite su cambi da valutazione originatesi nell’esercizio 2 danno origine a variazioni aumento. La gestione delle variazioni si complica nei casi in cui l’estinzione della posta non avvenga nell’esercizio immediatamente successivo a quello in cui la posta stessa è sorta. Si pensi, ad esempio, a debiti finanziari in valuta estera, la cui estinzione avvenga secondo un piano di ammortamento pluriennale. In questi casi, infatti, nell’esercizio 2 la variazione di segno opposto relativa agli utili/perdite su cambi da valutazione può essere effettuata solo per le poste che si sono estinte nell’esercizio. Per le poste che si estingueranno negli esercizi successivi all’esercizio 2, la variazione di segno opposto rispetto agli utili/perdite su cambi da valutazione potrà essere effettuata solo al momento dell’effettivo incasso/pagamento. Nelle situazioni aziendali nelle quali l’operatività in cambi è particolarmente com460 9. Le poste in valuta estera plessa, la gestione degli utili/perdite su cambi, nonché delle relative variazioni in dichiarazione dei redditi, può essere concretamente effettuata solo con l’ausilio di opportuni sistemi informativi, in grado di distinguere non solo gli utili/perdite da valutazione da quelli realizzati, ma anche di tenere memoria della parte di utili/ perdite da valutazione relativi a poste in valuta che non si sono ancora estinte. Il disallineamento tra la valutazione civilistica e quella fiscale delle poste in valuta determina poi la necessità di iscrivere nel bilancio la relativa fiscalità differita (le scritture contabili sono esaminate nei punti seguenti). Il segno della fiscalità differita dipende dal saldo algebrico delle differenze di cambio da valutazione determinatosi in sede di adeguamento alla chiusura dell’esercizio. In particolare, la fiscalità differita viene iscritta secondo le seguenti modalità: - eccedenza di utili su cambi da valutazione: iscrizione delle imposte differite; - eccedenza di perdite su cambi da valutazione: iscrizione delle imposte anticipate. Naturalmente non potendo conoscere il tasso di cambio effettivo del giorno di estinzione dell’operazione, si potranno verificare casi in cui a fronte dell’iscrizione, ad esempio, di imposte anticipate, si realizzeranno utili su cambi e viceversa. 1.4 I casi operativi e le scritture contabili Di seguito vengono prese in esame le implicazioni contabili relative alle poste in valuta estera, mediante l’analisi dei seguenti casi: - caso 1: posta in valuta estera sorta nell’Anno 1 ed estinta nell’Anno 2; - caso 2: posta in valuta estera sorta nell’Anno 1 ed estinta nell’Anno 2 e poste in valuta estera sorte ed estinte nel medesimo anno; - caso 3: posta in valuta estera sorta nell’Anno 1 ed estinta nell’Anno 2, posta in valuta estera sorta nell’Anno 2 ed estinta nell’Anno 3 e poste in valuta estera sorte ed estinte nel medesimo anno; - caso 4: poste in valuta estera sorte nell’Anno 1 ed estinte nell’Anno 2, poste in valuta estera sorte nell’Anno 2 ed estinte nell’Anno 3 e poste in valuta estera sorte ed estinte nel medesimo anno; - caso 5: poste in valuta estera sorte nell’Anno 1 ed estinta una nell’Anno 2 ed una nell’Anno 3, poste in valuta estera sorte nell’Anno 2 ed estinte nell’Anno 3 e poste in valuta estera sorte ed estinte nel medesimo anno. Caso 1: posta in valuta estera sorta nell’Anno 1 ed estinta nell’Anno 2 Si consideri il caso semplificato di un’impresa che abbia un solo credito in valuta estera sorto nel corso dell’Anno 1 ed incassato nel corso dell’Anno 2. 461 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio I dati sono i seguenti: Importo [a] Valuta 45.000,00 Dollaro USA Cambio storico al 10/9/Anno 1 [b] 1,2219 Cambio al 31/12/Anno 1 [c] 1,3621 Cambio effettivo al 31/3/Anno 2 [d] 1,152 Importo in contabilità al 10/9/Anno 1 [e]= [a]/[b] 36.827,89 Importo in bilancio al 31/12/Anno 1 [f ]= [a]/[c] 33.037,22 Importo incassato/pagato effettivo al 31/3/Anno 2 [g]= [a]/[d] 39.062,50 Al momento del sorgere del credito (10/9/Anno 1), la scrittura contabile effettuata è la seguente: Crediti commerciali verso clienti USA a Ricavi esteri 36.827,89 In sede di redazione del bilancio al 31/12/Anno 1 il credito in valuta estera deve essere adeguato al tasso di cambio alla chiusura dell’esercizio. Pertanto si dovrà effettuare il seguente confronto: - Importo in contabilità al 10/9/Anno 1 [e] 36.827,89 - Importo derivante dall’applicazione del tasso di cambio al 31/12/Anno 1 [f ] 33.037,22 Perdita su cambi da valutazione 3.790,67 La scrittura contabile effettuata il 31/12/Anno 1 è la seguente: Perdita su cambi da valutazione a Crediti commerciali verso clienti USA 3.790,67 In sede di dichiarazione dei redditi è necessario annullare l’effetto della perdita su cambi da valutazione, in quanto irrilevante. Risultato d’esercizio ………… Base imponibile ………… Variazione in aumento 462 3.790,67 9. Le poste in valuta estera Tale variazione genera una differenza tra il valore civilistico del credito commerciale (33.037,22) ed il valore fiscale del medesimo credito (36.827,89). È pertanto necessario iscrivere la fiscalità differita pari al 27,5% di 3.790,67, differenza tra il valore civilistico e quello fiscale. La scrittura contabile è la seguente: Imposte anticipate a Imposte differite (CE) 1.042,43 Il bilancio al 31/12/Anno 1 risulta essere il seguente: Stato Patrimoniale Esercizio 1 C.II.1 Crediti C.II.4.ter Imposte anticipate 33.037,22 1.042,43 Conto Economico Esercizio 1 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui da valutazione (3.790,67) Risultato d’esercizio prima delle imposte 22. Imposte sul reddito: - correnti ……… (………) - differite 1.042,43 Al momento dell’incasso del credito (31/3/Anno 2), l’impresa incassa 45.000,00 $ che, convertiti al tasso esistente in quel momento, generano un incasso di 39.062,50 €. Pertanto, al momento dell’incasso occorre confrontare: - importo in contabilità al 31/12/Anno 1 [f ] 33.037,22 - importo derivante dall’applicazione del tasso di cambio al 31/3/Anno 2 [g] 39.062,50 Utile su cambi 6.025,28 La scrittura contabile al momento dell’incasso (31/3/Anno 2) è la seguente: Banca c/c a diversi 39.062,50 Crediti commerciali verso cliente USA 33.037,22 Utili su cambi realizzato 6.025,28 463 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio In sede di redazione del bilancio d’esercizio Anno 2 è necessario eliminare la fiscalità differita iscritta nell’esercizio precedente, mediante la seguente scrittura contabile: Imposte differite (CE) a Imposte anticipate 1.042,43 Ai fini fiscali, nell’Anno 2 diventa rilevante l’utile su cambi così generatosi: - importo in contabilità al 10/9/Anno 1 [e] 36.827,89 - importo incassato il 31/3/Anno 2 [g] 39.062,50 Utile su cambi rilevante fiscalmente nell’Anno 2 2.234,61 L’utile su cambi rilevante fiscalmente pari a 2.234,61 è la somma algebrica della perdita su cambi da valutazione rilevata nell’Anno 1 (3.790,67) e dell’utile su cambi iscritto nell’Anno 2 (6.025,28). In sede di dichiarazione dei redditi è necessario annullare la parte dell’utile su cambi iscritto in Conto Economico derivante dalla valutazione al tasso di chiusura avvenuta il 31/12/Anno 1 (pari a 3.790,67). Pertanto si avrà: Risultato d’esercizio ………… Variazione in diminuzione (3.790,67) Base imponibile Il bilancio al 31/12/Anno 2 risulta essere il seguente: Stato Patrimoniale Esercizio 2 C.II.1 Crediti C.II. 4.ter Imposte anticipate ………… --- Conto Economico Esercizio 2 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui realizzati - di cui da valutazione Risultato d’esercizio prima delle imposte 22. Imposte sul reddito - correnti - differite 464 6.025,28 -- ……… (………) (1.042,43) 9. Le poste in valuta estera Caso 2: posta in valuta estera sorta nell’Anno 1 ed estinta nell’Anno 2 e poste in valuta estera sorte ed estinte nel medesimo anno Si consideri il caso semplificato di un’impresa che abbia esclusivamente le seguenti poste in valuta: 1) un credito in valuta estera sorto nell’Anno 1 e incassato nell’Anno 1; 2) un credito in valuta estera sorto nel corso dell’Anno 1 ed incassato nel corso dell’Anno 2; 3) un credito in valuta estera sorto nell’Anno 2 e incassato nell’Anno 2. I dati sono i seguenti3: Operazioni in valuta 1. Credito sorto nell’Anno 1 ed incassato nell’Anno 1 Importi: - al tasso di cambio storico 1.000,00 - al tasso di cambio di chiusura 2. Credito sorto nell’Anno 1 ed incassato nell’Anno 2 3. Credito sorto nell’Anno 2 ed incassato nell’Anno 2 2.000,00 1.300,00 2.200,00 - al tasso di cambio effettivo 1.100,00 2.150,00 1.260,00 Anno 1 Nel corso dell’Anno 1 le scritture contabili sono le seguenti: - sorgere del credito 1: Credito commerciale 1 a Ricavi esteri 1.000,00 a a a diversi Credito commerciale 1 Utile su cambi realizzato 1.100,00 - incasso del credito 1: Banca c/c 1.000,00 100,00 Per semplicità di esposizione non si riportano i tassi di cambio ma esclusivamente gli importi già convertiti in euro. A tal proposito si tenga presente che: - il tasso di cambio storico è il tasso al momento dell’effettuazione dell’operazione; - il tasso di cambio di chiusura è il tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio; - il tasso di cambio effettivo è il tasso di cambio al momento dell’incasso o del pagamento della posta in valuta estera. 3 465 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio - sorgere del credito 2: Credito commerciale 2 a Ricavi esteri 2.000,00 In sede di chiusura, il credito 2 deve essere adeguato al tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio. La scrittura contabile è la seguente: Credito commerciale 2 a Utile su cambi da valutazione 200,00 Ai fini fiscali: - l’utile su cambi realizzato (100) sul credito 1 è rilevante; - l’utile su cambi da valutazione (200) sul credito 2 è irrilevante. Pertanto, in sede di dichiarazione dei redditi è necessario annullare l’utile da valutazione. Si avrà: Risultato d’esercizio ………… Base imponibile ………… Variazione in diminuzione (200) Tale variazione genera una differenza tra il valore civilistico del credito commerciale (2.200,00) ed il valore fiscale del medesimo credito (2.000,00). È pertanto necessario iscrivere la fiscalità differita pari al 27,5% di 200, differenza tra il valore civilistico e quello fiscale. La scrittura contabile è la seguente: Imposte differite (CE) a Fondo imposte differite Il bilancio al 31/12/Anno 1 risulta essere il seguente: Stato Patrimoniale Esercizio 1 C.II.1 Crediti 2.200 B.2 Fondo imposte differite 55,00 55 Conto Economico Esercizio 1 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui realizzate - di cui da valutazione Risultato d’esercizio prima delle imposte 466 100 200 ……… 9. Le poste in valuta estera 22. Imposte sul reddito, correnti, differite, anticipate Imposte correnti (………) Imposte differite (55) Anno 2 Nel corso dell’Anno 2 le scritture contabili sono le seguenti: - incasso del credito 2: diversi Banca c/c Perdita su cambi realizzata a a a Credito commerciale 2 a Ricavi esteri 1.300,00 a a a Credito commerciale 2 1.300,00 2.150,00 50,00 2.200,00 - sorgere del credito 3: Credito commerciale 3 - incasso del credito 3: diversi Banca c/c Perdita su cambi realizzata 1.260,00 40,00 Ai fini fiscali: - la perdita su cambi realizzata (50) sul credito 2 non è interamente rilevante; anzi, fiscalmente il credito 2 genera un utile su cambi pari a 150, differenza tra il valore al tasso storico (2.000) e quello al tasso effettivo (2.150); l’utile su cambi fiscalmente rilevante è la somma algebrica dell’utile su cambi da valutazione rilevato nell’Anno 1 (200) e la perdita su cambi realizzata nell’Anno 2 (50); - la perdita su cambi (40) sul credito 3 è rilevante. Pertanto, in sede di dichiarazione dei redditi sarà necessario effettuare una variazione in aumento pari all’utile da valutazione iscritto nell’anno precedente (200). Si avrà: Risultato d’esercizio ………… Base imponibile ………… Variazione in aumento 200 467 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio Tale variazione in aumento consente, sotto il profilo fiscale, di ottenere un effetto di incremento complessivo dell’imponibile di 150 (considerato che in bilancio è iscritta una perdita su cambi pari a 50), che corrisponde all’utile su cambi realizzato, pari alla differenza tra il valore fiscale del credito (2.000) ed il valore incassato (2.150). Le valutazioni a doppio binario sono rappresentate nella Tavola 9.2 di seguito riportata. Dal momento che al 31/12/Anno 2 non vi sono più differenze tra valore civilistico e valore fiscale delle poste in valuta è necessario annullare la fiscalità differita, mediante la seguente scrittura: Fondo imposte differite a Imposte differite (CE) 55,00 Tavola 9.2 – Le poste in valuta estera: il doppio binario. Valore civilistico 2200 DOPPIO BINARIO 2150 Perdita su cambi civilistica: 50 Utile su cambi fiscale: 150 Valore fiscale 2000 31/12/Anno 1 Incasso Il bilancio al 31/12/Anno 2 risulta essere il seguente: Stato Patrimoniale Esercizio 2 C.II.1 Crediti 31/12/Anno 2 -- B.2 Fondo imposte differite -- Conto Economico Esercizio 2 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui realizzate - di cui da valutazione Risultato d’esercizio prima delle imposte 22. Imposte sul reddito: - correnti - differite 468 (90) -- ……… (………) 55 9. Le poste in valuta estera Caso 3: posta in valuta estera sorta nell’Anno 1 ed estinta nell’Anno 2, posta in valuta estera sorta nell’Anno 2 ed estinta nell’Anno 3 e poste in valuta estera sorte ed estinte nel medesimo anno Si consideri il caso semplificato di un’impresa che abbia esclusivamente le seguenti poste in valuta: 1) un credito in valuta estera sorto nell’Anno 1 e incassato nell’Anno 1; 2) un credito in valuta estera sorto nel corso dell’Anno 1 ed incassato nel corso dell’Anno 2; 3) un credito in valuta estera sorto nell’Anno 2 e incassato nell’Anno 2; 4) un credito in valuta estera sorto nell’Anno 2 che verrà incassato nel corso dell’Anno 3. I dati sono i seguenti4: Operazioni in valuta Importi: - al tasso di cambio storico - al tasso di cambio di chiusura - al tasso di cambio effettivo 1. 2. 3. 4. Credito sorto Credito sorto Credito sorto Credito sorto nell’Anno 1 nell’Anno 1 nell’Anno 2 nell’Anno 2 ed incassato ed incassato ed incassato ed incassato nell’Anno 1 nell’Anno 2 nell’Anno 2 nell’Anno 3 1.000,00 2.000,00 1.300,00 2.200,00 1.100,00 2.150,00 1.260,00 5.000 4.890 n.d. Anno 1 Nel corso dell’Anno 1 le scritture contabili sono le seguenti: - sorgere del credito 1: Credito commerciale 1 a Ricavi esteri 1.000,00 Per semplicità di esposizione non si riportano i tassi di cambio ma esclusivamente gli importi già convertiti in euro. A tal proposito si tenga presente che: - il tasso di cambio storico è il tasso al momento dell’effettuazione dell’operazione; - il tasso di cambio di chiusura è il tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio; - il tasso di cambio effettivo è il tasso di cambio al momento dell’incasso o del pagamento della posta in valuta estera. 4 469 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio - incasso del credito 1: Banca c/c a a a diversi Credito commerciale 1 Utile su cambi realizzato a Ricavi esteri 1.000,00 100,00 1.100,00 - sorgere del credito 2: Credito commerciale 2 2.000,00 In sede di chiusura, il credito 2 deve essere adeguato al tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio. La scrittura contabile è la seguente: Credito commerciale 2 a Utile su cambi da valutazione 200,00 Ai fini fiscali: - l’utile su cambi realizzato (100) sul credito 1 è rilevante; - l’utile su cambi da valutazione (200) sul credito 2 è irrilevante. Pertanto, in sede di dichiarazione dei redditi sarà necessario annullare l’utile da valutazione. Si avrà: Risultato d’esercizio ………… Base imponibile ………… Variazione in diminuzione (200) Tale variazione genera una differenza tra il valore civilistico del credito commerciale (2.200,00) ed il valore fiscale del medesimo credito (2.000,00). È pertanto necessario iscrivere la fiscalità differita pari al 27,5% di 200, differenza tra il valore civilistico e quello fiscale. La scrittura contabile è la seguente: Imposte differite (CE) 470 a Fondo imposte differite 55,00 9. Le poste in valuta estera Il bilancio al 31/12/Anno 1 risulta essere il seguente: Stato Patrimoniale Esercizio 1 C.II.1 Crediti 2.200 B.2 Fondo imposte differite 55 Conto Economico Esercizio 1 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui realizzate 100 - di cui da valutazione 200 Risultato d’esercizio prima delle imposte ……… 22. Imposte sul reddito: - correnti (………) - differite (55) Anno 2 Nel corso dell’Anno 2 le scritture contabili sono le seguenti: - incasso del credito 2: diversi Banca c/c Perdita su cambi realizzata a Credito commerciale 2 a Ricavi esteri 1.300,00 a Credito commerciale 3 1.300,00 a Ricavi esteri 2.150,00 50,00 2.200,00 - sorgere del credito 3: Credito commerciale 3 - incasso del credito 3: diversi Banca c/c Perdita su cambi realizzata 1.260,00 40,00 - sorgere del credito 4: Credito commerciale 4 5.000,00 471 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio In sede di chiusura, il credito 4 deve essere adeguato al tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio. La scrittura contabile è la seguente: Perdita su cambi da valutazione a Credito commerciale 4 110,00 Ai fini fiscali: - la perdita su cambi (50) realizzata sul credito 2 non è interamente rilevante; anzi, fiscalmente il credito 2 genera un utile su cambi pari a 150, differenza tra il valore al tasso storico (2.000) e quello al tasso effettivo (2.150); - la perdita su cambi (40) sul credito 3 è fiscalmente rilevante; - la perdita su cambi (110) sul credito 4 non è fiscalmente rilevante, in quanto è esclusivamente da valutazione. Pertanto, in sede di dichiarazione dei redditi sarà necessario effettuare: - una variazione in aumento pari all’utile da valutazione sul credito 2 iscritto nell’anno precedente (200); - una variazione in aumento pari alla perdita su cambi da valutazione dell’esercizio sul credito 4 (110). Si avrà: Risultato d’esercizio ………… Variazioni in aumento - sul credito 2 200 - sul credito 4 110 Base imponibile 310 ………… Il valore civilistico e fiscale delle poste in valuta negli esercizi Anno 1 e Anno 2 è il seguente: Valori Anno Valore civilistico Valore fiscale Differenze Variazioni in dichiarazione Fiscalità differita 472 1 2 2.200,00 4.890,00 200 (110) 2.000,00 (200) Fondo imposte differite 55 5.000,00 +110 Imposte anticipate 30,25 9. Le poste in valuta estera Pertanto, in sede di redazione del bilancio occorre effettuare le seguenti scritture contabili: Fondo imposte differite Imposte anticipate a Imposte differite (CE) Imposte differite (CE) Il bilancio al 31/12/Anno 2 risulta essere il seguente: Stato Patrimoniale Esercizio 2 C.II.1 Crediti C.II.4.ter Imposte anticipate 4.890 B.2 Fondo imposte differite 30,25 55,00 30,25 -- Conto Economico Esercizio 2 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui realizzate - di cui da valutazione Risultato d’esercizio prima delle imposte 22. Imposte sul reddito: - correnti - differite (90) (110) ……… (………) 85,25 Caso 4: poste in valuta estera sorte nell’Anno 1 ed estinte nell’Anno 2, poste in valuta estera sorte nell’Anno 2 ed estinte nell’Anno 3 e poste in valuta estera sorte ed estinte nel medesimo anno Si consideri il caso semplificato di un’impresa che abbia esclusivamente le seguenti poste in valuta: 1) un credito in valuta estera sorto nell’Anno 1 e incassato nell’Anno 1; 2) un credito in valuta estera sorto nel corso dell’Anno 1 ed incassato nel corso dell’Anno 2; 3) un debito in valuta estera sorto nel corso dell’Anno 1 e pagato nel corso dell’Anno 2; 4) un credito in valuta estera sorto nell’Anno 2 e incassato nell’Anno 2; 5) un credito in valuta estera sorto nell’Anno 2 che verrà incassato nel corso dell’Anno 3; 6) un debito in valuta estera sorto nel corso dell’Anno 2 che verrà pagato nel corso dell’Anno 3. 473 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio I dati sono i seguenti5: Operazioni 1. 2. 3. in valuta. Credito sorto Credito sorto Importi: - al tasso di cambio storico 4. 5. 6. Credito sorto Credito sorto Debito sorto nell’Anno 1 nell’Anno 1 nell’Anno 1 nell’Anno 2 nell’Anno 2 nell’Anno 2 ed incassato ed incassato e pagato ed incassato ed incassato e pagato nell’Anno 1 nell’Anno 2 nell’Anno 2 nell’Anno 2 nell’Anno 3 nell’Anno 3 1.000,00 - al tasso di cambio di chiusura - al tasso di cambio effettivo Debito sorto 1.100,00 2.000,00 1.500,00 2.200,00 1.530,00 2.150,00 1.550,00 1.300,00 1.260,00 5.000 4.000 4.890 3.810 n.d. n.d. Anno 1 Nel corso dell’Anno 1 le scritture contabili sono le seguenti: - sorgere del credito 1: Credito commerciale 1 a Ricavi esteri a a a diversi Credito commerciale 1 Utile su cambi realizzato a Ricavi esteri 1.000,00 - incasso del credito 1: Banca c/c 1.000,00 100,00 1.100,00 - sorgere del credito 2: Credito commerciale 2 2.000,00 Per semplicità di esposizione non si riportano i tassi di cambio ma esclusivamente gli importi già convertiti in euro. A tal proposito si tenga presente che: - il tasso di cambio storico è il tasso al momento dell’effettuazione dell’operazione; - il tasso di cambio di chiusura è il tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio; - il tasso di cambio effettivo è il tasso di cambio al momento dell’incasso o del pagamento della posta in valuta estera. 5 474 9. Le poste in valuta estera - sorgere del debito 3: Costi per acquisti dall’estero a Debito commerciale 3 1.500,00 In sede di chiusura: - il credito 2 deve essere adeguato al tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio. La scrittura contabile è la seguente: Credito commerciale 2 a Utile su cambi da valutazione 200,00 - il debito 3 deve essere adeguato al tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio. La scrittura contabile è la seguente: Perdita su cambi da valutazione a Debito commerciale 3 30,00 Ai fini fiscali: - l’utile su cambi realizzato (100) sul credito 1 è rilevante; - l’utile su cambi da valutazione (200) sul credito 2 è irrilevante; - la perdita su cambi da valutazione (30) sul debito 3 è irrilevante. Pertanto, in sede di dichiarazione dei redditi sarà necessario annullare l’effetto netto degli utili e perdite da valutazione. Dal momento che l’eccedenza è di utili su cambi per 170 si avrà: Risultato d’esercizio Variazione in aumento ………… - sul debito 3 30 - sul credito 2 (200) Variazione in diminuzione Base imponibile ………… Tale variazione genera una differenza tra il valore civilistico dei crediti/debiti ed il valore fiscale dei medesimi. 475 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio In particolare: Poste in valuta Valori Credito 2 Valore civilistico Valore fiscale Debito 3 2.200,00 1.530,00 200 (30) 2.000,00 Differenze Variazione in dichiarazione 1.500,00 (200) +30 Variazione netta in diminuzione di 170 Fiscalità differita Imposte differite 27,5% di 170 = 46,75 È pertanto necessario iscrivere la fiscalità differita pari al 27,5% di 170, differenza tra il valore civilistico e quello fiscale. La scrittura contabile è la seguente: Imposte differite (CE) a Fondo imposte differite Il bilancio al 31/12/Anno 1 risulta essere il seguente: Stato Patrimoniale Esercizio 1 C.II.1 Crediti 2.200 B.2 Fondo imposte differite D.7 Debiti verso fornitori Conto Economico Esercizio 1 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui realizzate - di cui da valutazione Risultato d’esercizio prima delle imposte 22. Imposte sul reddito: - correnti - differite 476 46,75 46,75 1.530 100 170 ……… (………) (46,75) 9. Le poste in valuta estera Anno 2 Nel corso dell’Anno 2 le scritture contabili sono le seguenti: - incasso del credito 2: diversi Banca c/c Perdita su cambi realizzata a Credito commerciale 2 a Banca c/c a Ricavi esteri a Credito commerciale 4 a Ricavi esteri 5.000,00 a Debito commerciale 6 4.000,00 2.150,00 50,00 2.200,00 - pagamento del debito 3: diversi Debito commerciale 3 Perdita su cambi realizzata 1.530,00 20,00 1.550,00 - sorgere del credito 4: Credito commerciale 4 1.300,00 - incasso del credito 4: diversi Banca c/c Perdita su cambi realizzata 1.260,00 40,00 1.300,00 - sorgere del credito 5: Credito commerciale 5 - sorgere del debito 6: Costi esteri In sede di chiusura, il credito 5 ed il debito 6 devono essere adeguati al tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio. Le scritture contabili sono le seguenti: 477 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio - adeguamento del credito 5: Perdita su cambi da valutazione a Credito commerciale 5 110,00 a Utile su cambi da valutazione 190,00 - adeguamento del debito 6: Debito commerciale 6 Ai fini fiscali: - la perdita su cambi (50) realizzata sul credito 2 non è interamente rilevante; anzi, fiscalmente il credito 2 genera un utile su cambi pari a 150, differenza tra il valore al tasso storico (2.000) e quello al tasso effettivo (2.150); - la perdita su cambi (30) realizzata sul debito 3 non è interamente rilevante; fiscalmente il debito 3 genera una perdita su cambi pari a 50, differenza tra il valore al tasso storico (1.500) e quello al tasso effettivo (1.550); - la perdita su cambi (40) sul credito 4 è rilevante; - la perdita su cambi (110) sul credito 5 non è rilevante, in quanto è esclusivamente da valutazione; - l’utile su cambi (190) sul debito 6 non è rilevante, in quanto è esclusivamente da valutazione. Pertanto, in sede di dichiarazione dei redditi sarà necessario effettuare: - una variazione in aumento pari all’eccedenza di utile da valutazione iscritto nell’anno precedente (170); - una variazione in diminuzione pari a 80, che corrisponde alla somma algebrica dell’utile su cambi da valutazione (190) con la perdita su cambi da valutazione (80). Si avrà: Risultato d’esercizio Variazioni in aumento - eliminazione eccedenza di utili dell’esercizio precedente - sul credito 5 Variazioni in diminuzione - sul debito 6 Base imponibile 478 ………… 170 110 (190) 280 (190) ………… 9. Le poste in valuta estera Il valore civilistico e fiscale delle poste in valuta nell’Anno 2 è il seguente: Valori Poste in valuta Credito 5 Valore civilistico Valore fiscale Debito 6 4.890,00 3.810,00 (110) 190 5.000,00 Differenze Variazione in dichiarazione +110 4.000,00 (190) Variazione netta in diminuzione di 80 Fiscalità differita Imposte differite 27,5% di 80 = 22 Pertanto, dal momento che il fondo imposte differite su cambi aveva al 31/12/ Anno 1 un importo pari a 46,75, in sede di redazione del bilancio occorre ridurre tale fondo a 22, mediante la seguente scrittura contabile: Fondo imposte differite a Imposte differite (CE) 24,75 Il bilancio al 31/12/Anno 2 risulta essere il seguente: Stato Patrimoniale Esercizio 2 C.II.1 Crediti 4.890 B.2 Fondo imposte differite D.7 Debiti Conto Economico Esercizio 2 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui realizzate - di cui da valutazione Risultato d’esercizio prima delle imposte 22. Imposte sul reddito: - correnti - differite 3.810 22 (110) 80 ……… (………) 24,75 Caso 5: poste in valuta estera sorte nell’Anno 1 ed estinta una nell’Anno 2 ed una nell’Anno 3, poste in valuta estera sorte nell’Anno 2 ed estinte nell’Anno 3 e poste in valuta estera sorte ed estinte nel medesimo anno Si consideri il caso semplificato di un’impresa che abbia esclusivamente le seguenti poste in valuta: 479 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio 1) un credito in valuta estera sorto nell’Anno 1 e incassato nell’Anno 1; 2) un credito in valuta estera sorto nel corso dell’Anno 1 che verrà incassato nel corso dell’Anno 3; 3) un debito in valuta estera sorto nel corso dell’Anno 1 e pagato nel corso dell’Anno 2; 4) un credito in valuta estera sorto nell’Anno 2 e incassato nell’Anno 2; 5) un credito in valuta estera sorto nell’Anno 2 che verrà incassato nel corso dell’Anno 3; 6) un debito in valuta estera sorto nel corso dell’Anno 2 che verrà pagato nel corso dell’Anno 3. I dati sono i seguenti6: Operazioni 1. in valuta Credito sorto nell’Anno 1 ed incassato Importi: nell’Anno 1 - al tasso di cambio storico 1.000 - al tasso di cambio di chiusura - al tasso di cambio effettivo 2. Credito sorto nell’Anno 1 ed incassato nell’Anno 3 3. 4. Debito sorto Credito sorto nell’Anno 1 nell’Anno 2 e pagato ed incassato nell’Anno 2 nell’Anno 2 2.000 1.500 Al 31/12/Anno 1 2.200 Al 31/12/Anno 2 2.180 1.530 n.d. 1.550 1.100 1.300 1.260 5. 6. Credito sorto Debito sorto nell’Anno 2 nell’Anno 2 ed incassato e pagato nell’Anno 3 nell’Anno 3 5.000 4.000 4.890 3.810 n.d. n.d. Anno 1 Nel corso dell’Anno 1 le scritture contabili sono le seguenti: - sorgere del credito 1: Credito commerciale 1 a Ricavi esteri 1.000,00 Per semplicità di esposizione non si riportano i tassi di cambio ma esclusivamente gli importi già convertiti in euro. A tal proposito si tenga presente che: - il tasso di cambio storico è il tasso al momento dell’effettuazione dell’operazione; - il tasso di cambio di chiusura è il tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio; - il tasso di cambio effettivo è il tasso di cambio al momento dell’incasso o del pagamento della posta in valuta estera. 6 480 9. Le poste in valuta estera - incasso del credito 1: Banca c/c a diversi Credito commerciale 1 Utile su cambi realizzato a Ricavi esteri 2.000,00 a Debito commerciale 3 1.500,00 1.000,00 100,00 1.100,00 - sorgere del credito 2: Credito commerciale 2 - sorgere del debito 3: Costi per acquisti dall’estero In sede di chiusura: - il credito 2 deve essere adeguato al tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio. La scrittura contabile è la seguente: Credito commerciale 2 a Utile su cambi da valutazione 200,00 - il debito 3 deve essere adeguato al tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio. La scrittura contabile è la seguente: Perdita su cambi da valutazione a Debito commerciale 3 30,00 Ai fini fiscali: - l’utile su cambi realizzato (100) sul credito 1 è rilevante; - l’utile su cambi da valutazione (200) sul credito 2 è irrilevante; - la perdita su cambi da valutazione (30) sul debito 3 è irrilevante. Pertanto, in sede di dichiarazione dei redditi sarà necessario annullare l’effetto netto degli utili e perdite da valutazione. Dal momento che l’eccedenza è di utili su cambi per 170 si avrà: 481 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio Risultato d’esercizio ………… Variazione in aumento - sul debito 3 30 - sul credito 2 (200) Variazione in diminuzione Base imponibile ………… Tale variazione genera una differenza tra il valore civilistico dei crediti/debiti ed il valore fiscale dei medesimi. In particolare: Valori Poste in valuta Credito 2 Valore civilistico Valore fiscale Debito 3 2.200,00 1.530,00 200 (30) 2.000,00 Differenza Variazione in dichiarazione (200) 1.500,00 +30 Variazione netta in diminuzione di 170 Fiscalità differita Imposte differite 27,5% di 170 = 46,75 È pertanto necessario iscrivere la fiscalità differita pari al 27,5% di 170, differenza tra il valore civilistico e quello fiscale. La scrittura contabile è la seguente: Imposte differite 482 a Fondo imposte differite 46,75 9. Le poste in valuta estera Il bilancio al 31/12/Anno 1 risulta essere il seguente: Stato Patrimoniale Esercizio 1 C.II.1 Crediti 2.200 B.2 Fondo imposte differite D.7 Debiti verso fornitori Conto Economico Esercizio 1 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui realizzate 46,75 1.530 100 - di cui da valutazione 170 Risultato d’esercizio prima delle imposte ……… 22. Imposte sul reddito: - correnti (………) - differite (46,75) Anno 2 Nel corso dell’Anno 2 le scritture contabili sono le seguenti: - pagamento del debito 3: diversi Debito commerciale 3 Perdita su cambi realizzata a Banca c/c a Ricavi esteri 1.300,00 a Credito commerciale 4 1.300,00 a Ricavi esteri 1.530,00 20,00 1.550,00 - sorgere del credito 4: Credito commerciale 4 - incasso del credito 4: diversi Banca c/c Perdita su cambi realizzata 1.260,00 40,00 - sorgere del credito 5: Credito commerciale 5 5.000,00 483 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio - sorgere del debito 6: Costi esteri a Debito commerciale 6 4.000,00 In sede di chiusura, il credito 2, il credito 5 ed il debito 6 devono essere adeguati al tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio. Le scritture contabili sono le seguenti: - adeguamento del credito 2: Perdita su cambi da valutazione a Credito commerciale 2 20,00 a Credito commerciale 5 110,00 a Utile su cambi da valutazione 190,00 - adeguamento del credito 5: Perdita su cambi da valutazione - adeguamento del debito 6: Debito commerciale 6 Ai fini fiscali: - la perdita su cambi (20) sul credito 2 non è rilevante, in quanto è esclusivamente da valutazione; - la perdita su cambi (30) realizzata sul debito 3 non è interamente rilevante; fiscalmente il debito 3 genera una perdita su cambi pari a 50, differenza tra il valore al tasso storico (1.500) e quello al tasso effettivo (1.550); - la perdita su cambi (40) sul credito 4 è rilevante; - la perdita su cambi (110) sul credito 5 non è rilevante, in quanto è esclusivamente da valutazione; - l’utile su cambi (190) sul debito 6 non è rilevante, in quanto è esclusivamente da valutazione. Pertanto, in sede di dichiarazione dei redditi sarà necessario effettuare: - una variazione in diminuzione pari alla perdita (30) da valutazione iscritta nell’esercizio precedente sul debito 3, debito che risulta pagato nel corso dell’esercizio; - una variazione in diminuzione pari a 60, che corrisponde alla somma algebri484 9. Le poste in valuta estera ca dell’utile su cambi da valutazione (190) sul debito 6, con la perdita su cambi da valutazione (110) sul credito 5 e con la perdita su cambi da valutazione (20) sul credito 2. Si avrà: Risultato d’esercizio ………… Variazioni in aumento - sul credito 2 130 20 - sul credito 5 110 - eliminazione perdita di valutazione iscritta in esercizi precedenti (30) Variazioni in diminuzione - sul debito 6 (190) Base imponibile (220) ………… Il valore civilistico e fiscale delle poste in valuta nell’Anno 2 è il seguente: Valori Poste in valuta Credito 2 Valore civilistico Valore fiscale Variazione in dichiarazione Debito 6 2.180,00 4.890,00 3.810,00 180 (110) 190 2.000,00 Differenza Fiscalità differita Credito 5 5.000,00 (180)* +110 4.000,00 (190) Differenza netta di valore in diminuzione di 260 Imposte differite 27,5% di 260 = 71,5 * Si tratta della variazione complessiva del Anno 1 e del Anno 2, rispettivamente di +200 e (20). Pertanto, dal momento che il fondo imposte differite su cambi aveva al 31/12/ Anno 1 un importo pari a 46,75, in sede di redazione del bilancio occorre incrementare tale fondo fino a 71,5, mediante la seguente scrittura contabile: Imposte differite (CE) a Fondo imposte differite 24,75 485 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio Il bilancio al 31/12/Anno 2 risulta essere il seguente: Stato Patrimoniale Esercizio 2 C.II.1 Crediti 7.070 B.2 Fondo imposte differite D.7 Debiti Conto Economico Esercizio 2 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui realizzate - di cui da valutazione Risultato d’esercizio prima delle imposte 22. Imposte sul reddito: - correnti - differite 2. 71,5 3.810 (60) 60 ……… (………) (24,75) Gli aspetti applicativi I principali aspetti applicativi dell’iscrizione in bilancio delle poste in valuta di seguito considerati sono i seguenti: 1. importo in valuta da convertire al cambio di chiusura; 2. modalità di iscrizione in bilancio degli utili e delle perdite su cambi non realizzate; 3. passività finanziarie non correnti; 4. movimentazione della riserva utili su cambi. 2.1 Importo in valuta da convertire al cambio di chiusura L’importo in valuta da convertire al cambio di chiusura può presentare aspetti problematici, sul piano applicativo, per le seguenti poste di bilancio: a) crediti; b) titoli e partecipazioni iscritte nell’attivo circolante; c) acconti versati ai fornitori o ricevuti dai clienti; d) conti correnti valutari. a) Crediti Per quanto riguarda i crediti, siano essi immobilizzati oppure iscritti nell’attivo circolante, ad essi si applica in primo luogo la valutazione secondo il valore di presumibile realizzo, così come previsto dall’art.2426 n.8. Pertanto, il principio contabile OIC n.26 suggerisce la seguente procedura: - dapprima, occorre determinare il valore di presumibile realizzo in valuta estera; 486 9. Le poste in valuta estera - successivamente, si procede a convertire il valore di presumibile realizzo al tasso di cambio di chiusura. La differenza che ne deriva è comprensiva del combinato effetto sia valutativo sia di conversione. Il principio contabile OIC n.26 afferma che le due componenti (da valutazione e da conversione) devono essere esposte separatamente solo qualora significative e specificamente individuabili. In tali casi, la componente da valutazione (svalutazione) viene iscritta nella voce B.10.d Svalutazioni dei crediti, se relativa a crediti dell’attivo circolante, oppure nella voce D.19.b Svalutazioni di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni, se relativa a crediti iscritti nelle immobilizzazioni. Esempio Il 10 settembre l’impresa vende ad un cliente statunitense beni per 10.000 $ concedendo una dilazione di 60 giorni (scadenza credito: 9 novembre). Al 31 dicembre l’impresa non ha ancora incassato il proprio credito nei confronti del cliente statunitense. Il valore di presumibile realizzo del credito è stimato in 8.000 $. Il cambio del 10 settembre è pari a 1,2219 $ per 1 €. Il cambio del 31 dicembre è pari a 1,3170 $ per 1 €. Il credito è iscritto in contabilità a 8.183,98 € (10.000 $ / 1,2219) Il credito deve essere iscritto in bilancio a 6.074,41 € (8.000 $ / 1,3170) In tal caso si può affermare che la differenza di 2.109,57 € tra il valore di contabilità (8.183,98 €) ed il valore di iscrizione in bilancio (6.074,41 €) sia significativa. Occorre pertanto suddividere tale differenza tra la parte valutativa e la parte di conversione, come di seguito illustrato: Valore di iscrizione in contabilità: Valore nominale al tasso di chiusura: Differenza di conversione (C.17.bis Utili (Perdite su cambi) (A) Valore nominale al tasso di chiusura Valore di presumibile realizzo al tasso di chiusura 10.000 $ / 1,2219 10.000 $ / 1,3170 = 7.593,01 € 590,97 € 10.000 $ / 1,3170 8.000 $ / 1,3170 Differenza valutativa (B.10.d Svalutazione crediti) (B) Totale differenze di conversione e valutative (A + B) = 8.183,98 € _________ = 7.593,01 € = 6.074,41 € 1.518,60 € ___________ (590,97+ 1.518,60) = 2.109,57 487 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio b) Titoli e partecipazioni iscritte nell’attivo circolante Anche i titoli e le partecipazioni iscritte nell’attivo circolante ed espresse in valuta estera devono essere dapprima valutate secondo quanto previsto dall’art.2426 e solo successivamente adeguate al tasso di chiusura. In particolare, il numero 9 dell’art.2426 prevede che titoli e partecipazioni iscritti nell’attivo circolante debbano essere valutati al minore tra il costo ed il valore desumibile dell’andamento del mercato. Il principio contabile OIC n.26 sottolinea come il valore di mercato debba essere determinato in valuta estera e poi convertito utilizzando il tasso di chiusura. L’importo così convertito va confrontato con il costo di acquisto del titolo iscritto in contabilità al tasso di cambio storico: se dal raffronto emerge una perdita, allora essa va rilevata, senza distinzione tra effetto valutativo ed effetto di conversione. Se, al contrario, emerge un utile, esso non deve essere rilevato, in ossequio al fatto che deve essere mantenuto il costo. Esempio 1 L’impresa ha acquistato un titolo in dollari statunitensi, sostenendo un costo di 98 $ per 100$ di nominale acquistato Al 31/12 il titolo è quotato 100 $ per 100 $ di nominale Alla data dell’acquisto il cambio era pari a 1,2850 $ per 1 € mentre al 31/12 il cambio risulta essere pari a 1,3170 $ per 1 € Valore di iscrizione del titolo in contabilità: 98 $ / 1,2850 = 76,26 € Valore di presumibile realizzo al 31/12: 100 $ / 1,3170 = 75,93 € Il confronto dei due valori mette in evidenza la necessità di una svalutazione pari a 0,33 € Esempio 2 L’impresa ha acquistato un titolo in dollari statunitensi, sostenendo un costo di 98 $ per 100$ di nominale acquistato Al 31/12 il titolo è quotato 100 $ per 100 $ di nominale Alla data dell’acquisto il cambio era pari a 1,3706 $ per 1 € mentre al 31/12 il cambio risulta essere pari a 1,3170 $ per 1 € Valore di iscrizione del titolo in contabilità: 98 $ / 1,3706 = 71,50 € Valore di presumibile realizzo al 31/12: 100 $ / 1,3170 = 75,93 € Il confronto dei due valori mette in evidenza la necessità di mantenere il costo di 71,50 €, senza rilevare l’utile su cambi 488 9. Le poste in valuta estera c) Acconti versati a fornitori o ricevuti da clienti Il principio contabile nazionale OIC 26 specifica che con il termine «in valuta» si devono intendere le attività e le passività i cui valori espressi in bilancio sono riferiti ad importi da incassare/pagare in valuta estera o, comunque, sono commisurati a futuri flussi finanziari in valuta. Pertanto, gli anticipi in valuta corrisposti o ricevuti a fronte di beni non rientrano tra le attività e le passività che devono essere adeguate al cambio di fine esercizio. Gli anticipi versati a fornitori o ricevuti dai clienti non ancora estinti alla data di chiusura non devono essere adeguati al tasso di chiusura, poiché non costituiscono attività e passività che devono essere incassate/pagate. Esempio Nel corso dell’esercizio sono stati corrisposti «acconti a fornitori su macchinari» pari a 95.000 dollari, iscritti in contabilità a 80.000 euro a seguito della conversione al tasso del giorno di effettuazione dell’operazione (cambio euro/dollaro pari a 1,1875). In sede di chiusura, gli acconti non devono essere adeguati al tasso di fine esercizio, ovvero vengono iscritti in bilancio al valore di cambio storico pari a 80.000 euro. Al 31/12, l’eventuale debito verso il fornitore non ancora estinto dovrà essere adeguato al tasso di cambio al 31/12, in quanto si tratta di una passività riferita ad un importo da pagare in valuta estera. d) Conti correnti valutari Una posta di bilancio particolare è rappresentata dai saldi dei conti correnti espressi in una valuta diversa dall’euro, che devono certamente essere adeguati al tasso di cambio di chiusura. Il problema operativo consiste nel considerare o meno «realizzati» gli utili o le perdite su cambi derivanti dal suddetto adeguamento. Se, infatti, tali componenti di reddito si considerano realizzati, essi hanno rilevanza anche dal punto di vista tributario. Al contrario, se essi sono considerati non realizzati non assumono rilevanza fiscale, e si determina un disallineamento con il loro valore contabile e civilistico. In assenza di una presa di posizione ufficiale, l’Agenzia delle Entrate ha espresso l’opinione (diretta MAP del 18 maggio 2006) che l’eventuale adeguamento di tali poste debba ritenersi «realizzato», e quindi fiscalmente rilevante. 489 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio 2.2 Modalità di iscrizione in bilancio degli utili e delle perdite su cambi non realizzate L’adeguamento delle poste in valuta, e la conseguente iscrizione in bilancio dei relativi utili o delle relative perdite, riguarda le seguenti tipologie di poste in valuta: - poste in valuta sorte nel corso dell’esercizio 1; - poste in valuta eventualmente già esistenti all’1/01/Esercizio 1, e allineate al cambio del 31/12/Esercizio 0, per effetto dell’applicazione della medesima disposizione già nel bilancio a tale data. Le modalità di iscrizione in bilancio degli utili e delle perdite che derivano dall’adeguamento del valore delle poste monetarie in valuta al cambio di chiusura possono riferirsi alle seguenti situazioni operative: a) adeguamento di un solo credito/debito in valuta; b) adeguamento di più crediti/debiti in valuta. a) Adeguamento di un solo credito/debito Il meccanismo di calcolo dell’adeguamento è riportato nell’esempio che segue. Esempio Credito commerciale: importo $ 50.000 Cambio storico: 1,24 Importo iscritto in contabilità: 50.000/1,24 = 40.322,58 € Cambio di chiusura: 1,20 Importo da iscrivere in bilancio: 50.000/1,20 = 41.666,67 € Utile su cambi da valutazione: 41.666,67 – 40.322,58 = 1.344,09 € La scrittura contabile relativa all’adeguamento, così calcolato, è la seguente: Credito commerciale a Utile su cambi 1.344,09 La scrittura contabile relativa alla rilevazione della fiscalità differita (27,5% di 1.344,09, pari a 369,62) è la seguente: Imposte differite (CE) 490 a Fondo imposte differite 369,62 9. Le poste in valuta estera Di conseguenza, il bilancio dell’Esercizio n comprende le seguenti voci: Stato Patrimoniale Esercizio 1 C.II.1 Crediti verso clienti 41.666,67 B.2 Fondo imposte differite 369,62 Conto Economico Esercizio 1 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui da valutazione 22. Imposte sul reddito d’esercizio correnti differite Risultato d’esercizio 1.344,09 …… (369,62) ………… b) Adeguamento di più crediti/debiti: adeguamento analitico o «per massa» In caso di più crediti/debiti in valuta, l’adeguamento al cambio di chiusura può avvenire con le seguenti modalità operative: 1. adeguamento analitico; 2. adeguamento «per massa». Le indicate modalità operative vengono di seguito illustrate attraverso il seguente esempio. Esempio7 Credito commerciale A: importo iscritto in contabilità 3.000, importo da iscrivere in bilancio 3.150 Credito commerciale B: importo iscritto in contabilità 2.000, importo da iscrivere in bilancio 2.100 Debito commerciale C: importo iscritto in contabilità 5.000, importo da iscrivere in bilancio 5.050 Per semplicità di esposizione non si riportano i tassi di cambio ma esclusivamente gli importi già convertiti in euro. A tal proposito si tenga presente che: - il valore iscritto in contabilità è l’importo in valuta convertito al tasso di cambio storico, ovvero al tasso al momento dell’effettuazione dell’operazione; - l’importo da iscrivere in bilancio è l’importo in valuta convertito al tasso di cambio di chiusura, ovvero al tasso di cambio esistente alla fine dell’esercizio. 7 491 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio Adeguamento analitico Le scritture contabili relative all’adeguamento dei crediti sono le seguenti: - adeguamento del credito A: Credito commerciale A a Utile su cambi 150 a Utile su cambi 100 a Debito commerciale C - adeguamento del credito B: Credito commerciale B - adeguamento del debito C: Perdita su cambi 50 Il disallineamento tra valori civilistici e valori fiscali dei crediti in valuta è il seguente: · utili su cambi: 250 · perdite su cambi: (50) · disallineamento 200 Di conseguenza, la scrittura contabile relativa alla rilevazione della fiscalità differita (27,5% di 200, pari a 55) è la seguente: Imposte differite (CE) a Fondo imposte differite Il bilancio dell’Esercizio 1 comprende le seguenti voci: Stato Patrimoniale Esercizio 1 C.II.1 Crediti verso clienti 5.250 B.2 Fondo imposte differite D.7 Debiti verso fornitori Conto Economico Esercizio 1 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui da valutazione 22. Imposte sul reddito d’esercizio correnti differite Risultato d’esercizio 492 55 55 5.050 200 …… (55) ………… 9. Le poste in valuta estera Adeguamento «per massa» L’adeguamento «per massa» deve essere in ogni caso effettuato per ogni voce di bilancio, in quanto il conto transitorio per adeguamento cambi deve essere legato alla voce dello stato patrimoniale al fine di esporre il valore adeguato al tasso di chiusura. In questo caso, quindi, occorrerà effettuare due adeguamenti: uno per i crediti commerciali (voce C.II.1) e l’altro per i debiti commerciali (voce D.7). La scrittura contabile relativa all’adeguamento dei crediti è la seguente: Crediti commerciali – Conto transitorio per adeguamento cambi a Utile su cambi 250 La scrittura contabile relativa all’adeguamento dei debiti è la seguente: Perdita su cambi a Debiti commerciali – Conto transitorio per adeguamento cambi 50 La scrittura contabile relativa alla fiscalità differita è la seguente: Imposte differite (CE) a Fondo imposte differite 55 Di conseguenza, il bilancio dell’Esercizio n comprende le seguenti voci: Stato Patrimoniale Esercizio 1 C.II.1 Crediti verso clienti 5.250 B.2 Fondo imposte differite D.7 Debiti verso fornitori Conto Economico Esercizio 1 C.17.bis Utili (perdite) su cambi - di cui da valutazione 22. Imposte sul reddito d’esercizio correnti differite Risultato d’esercizio 55 5.050 200 …… (55) ………… 493 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio All’inizio dell’esercizio 2 dovranno essere effettuate le seguenti scritture contabili: Utili su cambi (Perdite su cambi) a Crediti commerciali – Conto transitorio per adeguamento cambi Debiti commerciali – Conto transitorio per adeguamento cambi a Perdita su cambi 250 50 Il conto transitorio viene cioè «girato» nei conti di utili o perdita su cambi (a seconda dell’andamento dei cambi al momento del realizzo) al fine di iscrivere, nel conto economico dell’esercizio, l’importo di utili o perdite su cambi di competenza dell’esercizio, pari alle differenze realizzatesi tra il momento dell’incasso/pagamento dei crediti/debiti ed i valori iscritti al 31 dicembre dell’esercizio precedente. In caso di applicazione dell’adeguamento per massa è necessario distinguere tra le seguenti ipotesi: a) incasso/pagamento di tutte le poste in valuta nel corso dell’esercizio immediatamente successivo a quello di adeguamento; b) incasso/pagamento di una parte delle indicate poste in valuta. Nel caso sub a) l’adeguamento per massa consente di rappresentare correttamente in bilancio gli utili e le perdite su cambio realizzate nell’esercizio, mentre nel caso sub b) la posta transitoria corregge indistintamente gli utili e le perdite realizzati e quelli da valutazione. Pertanto, al fine della corretta informativa in bilancio, in tali casi è necessario ricostruire extracontabilmente l’importo degli utili e perdite su cambio nelle due componenti, realizzate e da valutazione. Qualora dall’adeguamento emergano complessivamente utili su cambi, tale ricostruzione extracontabile è indispensabile al fine della corretta costituzione dell’apposita riserva utili su cambi. 2.3 Passività finanziarie non correnti Una tipologia di poste in valuta che richiede un’attenzione particolare è rappresentata dalle passività non correnti (es.: passività finanziarie), la cui estinzione avviene nel corso di più esercizi. La particolarità consiste nella necessità di monitorare l’andamento dei tassi di cambio nei vari esercizi di durata del debito, che originano, al termine di ogni esercizio, un adeguamento in bilancio del debito stesso, con la rilevazione di utili o perdite che potranno essere considerati «realizzati» solo al momento dell’estinzione del medesimo. 494 9. Le poste in valuta estera Di conseguenza, tali debiti vanno considerati in modo distinto ai fini della problematica della movimentazione, nei vari esercizi, della riserva utili su cambi. Si consideri, ad esempio, il seguente caso semplificato. Esempio Ottenimento, in data 1/01/Esercizio 1, di un finanziamento in valuta (valuta estera 120.000) con scadenza nell’esercizio 3, al cambio di 1,20. L’importo in euro era quindi pari a 100.000 Euro. La scrittura contabile è la seguente: Banca c/c a Debiti finanziari 100.000 Al 31/12/Esercizio 1, il cambio era pari a 1,25, e quindi il debito era stato adeguato al valore di 96.000 Euro, con la seguente scrittura contabile: Debiti finanziari a Utile su cambi 4.000 La relativa fiscalità differita era stata così rilevata (27,5% di 4.000, pari a 1.100): Imposte differite (CE) a Fondo imposte differite 1.100 Nell’ipotesi che tale voce fosse la sola posta in valuta oggetto di adeguamento nell’esercizio 1 e che il reddito netto del medesimo esercizio fosse capiente, in sede di distribuzione del suddetto risultato era stata creata una riserva utili su cambi per l’importo di 4.000, con la seguente scrittura contabile: Utile d’esercizio a a a a diversi Riserva legale Riserva utili su cambi ex art.2426 n.8-bis …… ........ ........ 4.000 ........ Al 31/12/Esercizio 2, il debito deve essere rideterminato sulla base del cambio a tale data (es.: 1,237) con conseguente adeguamento a 97.000 Euro; la scrittura contabile è la seguente: Perdita su cambi a Debiti finanziari 1.000 495 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio L’adeguamento della relativa fiscalità differita (per 275) determina la seguente scrittura contabile: Fondo imposte differite a Imposte differite 275 Sempre nell’ipotesi che tale voce sia l’unica oggetto di adeguamento, la presenza di una perdita su cambi non determina automaticamente l’annullamento della Riserva utili su cambi creata in precedenza, in quanto il relativo debito non è ancora stato estinto. La suddetta riserva, in questa ipotesi, deve essere rideterminata in relazione all’utile su cambi da valutazione complessivo esistente al termine dell’esercizio n+1, così calcolabile: · utile su cambi al 31/12/Esercizio 1: 4.000 · perdita su cambi al 31/12/Esercizio 2: (1.000) · utile su cambi complessivo al 31/12/Esercizio 2: 3.000 In questa ipotesi, quindi, l’adeguamento della riserva avviene con la seguente scrittura contabile: Riserva utili su cambi ex art.2426 n.8-bis a Riserva facoltativa 1.000 In tal modo, resta iscritta in bilancio una riserva utili su cambi pari all’utile su cambi complessivamente rilevato sul debito finanziario e non realizzato al 31/12/ Esercizio 2. 2.4 Movimentazione della riserva utili su cambi Il principio contabile OIC 26 afferma che alla chiusura di ogni esercizio deve essere rideterminato l’importo complessivo degli utili (e perdite) non realizzati su cambi; qualora emerga un utile netto complessivo su cambi superiore all’importo della riserva patrimoniale già iscritta, quest’ultima deve essere integrata per l’eccedenza. Se invece emerge una perdita o un utile netto inferiore all’importo iscritto nella riserva, rispettivamente l’intera riserva o l’eccedenza devono essere riclassificate in una riserva liberamente distribuibile in sede di redazione del bilancio. Sul piano operativo, è opportuno tener conto delle seguenti considerazioni: 1. la rideterminazione degli utili o delle perdite complessive non realizzate deve tener conto dei debiti finanziari in valuta che non rappresentano passività correnti, in quanto tali poste saranno realizzate solo al momento del rimborso, e gli utili/perdite precedenti al rimborso non possono considerarsi realiz496 9. Le poste in valuta estera zati: tali poste devono quindi essere «monitorate» in modo distinto dagli altri crediti e debiti in valuta (es.: crediti o debiti commerciali); 2. appare più opportuno eseguire la rideterminazione della riserva non in sede di redazione del bilancio, bensì al momento della distribuzione del risultato netto, in quanto si modificano poste del patrimonio netto aziendale. Il comportamento contabile relativo al bilancio dipende dalla congiunta considerazione dei seguenti elementi: a) esistenza di una riserva utili su cambi pregressa relativa al bilancio dell’esercizio precedente; b) importo complessivo degli utili e delle perdite non realizzate su cambi al termine dell’esercizio corrente; c) «capienza» del risultato dell’esercizio corrente ai fini dell’eventuale necessità di alimentazione della riserva utili su cambi. Di seguito sono presentate le seguenti situazioni operative che si possono incontrare al momento dell’effettuazione della verifica sulla capienza della riserva utili su cambi in sede di bilancio8: 1. assenza di una riserva pregressa; 2. esistenza di una riserva pregressa, derivante dal bilancio dell’esercizio precedente. 1) Assenza di una riserva pregressa L’assenza di una riserva pregressa può ricollegarsi alle seguenti situazioni operative: - nell’esercizio precedente si era verificata una perdita netta complessiva su cambi, che aveva originato l’azzeramento della riserva costituita in precedenza; - nell’esercizio precedente si era verificata un’eccedenza di utili, ma la presenza di un risultato d’esercizio negativo aveva impedito la costituzione della riserva; - l’esercizio corrente è il primo esercizio nel quale esistono poste monetarie in valuta da iscrivere in bilancio. Al verificarsi di una delle considerate situazioni, i casi che si possono presentare in concreto sono i seguenti: a) utile d’esercizio superiore all’eccedenza degli utili netti su cambi; b) utile d’esercizio inferiore all’eccedenza degli utili netti su cambi; c) il risultato d’esercizio è una perdita. In tutti gli esempi di seguito riportati le poste in valuta estera presenti al termine dell’esercizio precedente sono state, per ipotesi, interamente incassate/pagate nel corso dell’esercizio corrente. 8 497 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio a) Utile d’esercizio superiore all’eccedenza degli utili netti su cambi In caso di utile d’esercizio sufficiente, sarà possibile la costituzione della riserva per il suo importo complessivo. Esempio Eccedenza degli utili su cambi rispetto alle perdite su cambi: 10.000 € Utile d’esercizio: 50.000 € (la riserva legale non ha ancora raggiunto il limite di legge) In sede di destinazione del risultato si avrà la seguente scrittura contabile: Utile d’esercizio a a a a diversi Riserva legale Riserva utili su cambi ex art.2426 n.8-bis …… 2.500 50.000 10.000 ........ b) Utile d’esercizio inferiore all’eccedenza degli utili netti su cambi In caso di utile d’esercizio positivo, ma di importo inferiore all’eccedenza degli utili netti su cambi, la riserva potrà essere costituita solo per una parte del suo importo complessivo. Esempio Eccedenza degli utili su cambi rispetto alle perdite su cambi: 10.000 € Utile d’esercizio: 5.000 € (la riserva legale non ha ancora raggiunto il limite di legge) In sede di destinazione del risultato si avrà la seguente scrittura contabile: Utile d’esercizio a a a diversi Riserva legale Riserva utili su cambi ex art.2426 n.8-bis 250 5.000 4.750 In tale caso non è necessario attingere né da utili di esercizi precedenti né dagli utili di esercizi successivi per portare l’importo della riserva ad un ammontare pari all’eccedenza di utili su cambi rispetto alle perdite su cambi, poiché si raggiunge 498 9. Le poste in valuta estera l’obiettivo della norma di legge di non consentire la distribuzione di utili non realizzati (infatti l’intero risultato d’esercizio viene destinato a patrimonio netto). c) Il risultato d’esercizio è una perdita In questa ipotesi, la riserva non viene costituita. Esempio Eccedenza degli utili su cambi rispetto alle perdite su cambi: 10.000 € Perdita d’esercizio: 1.000 € In questo caso, il principio contabile OIC n.26 precisa che non è necessario procedere alla creazione della riserva, né nell’esercizio in corso, né negli esercizi successivi, per la medesima ragione sopra riportata. 2) Esistenza di una riserva pregressa Le possibili situazioni operative sono le seguenti: a) utile netto complessivo su cambi di importo superiore a quello della riserva utili su cambi preesistente; b) utile netto complessivo su cambi di importo inferiore a quello della riserva utili su cambi preesistente; c) perdita netta complessiva su cambi. a) Utile netto complessivo su cambi di importo superiore a quello della riserva utili su cambi preesistente La presenza di un utile netto complessivo su cambi di importo superiore a quello della preesistente riserva utili su cambi determina l’esigenza di verificare la possibilità di integrare la riserva stessa fino al valore della suddetta eccedenza di utili netti su cambi. In questa ipotesi, diventa rilevante la dimensione dell’utile dell’esercizio corrente, ed in particolare la sua «capienza» per consentire l’integrazione della riserva. In caso di utile netto di importo sufficiente, infatti, l’adeguamento della riserva sarà integrale, per l’intero importo necessario, mentre nell’ipotesi di utile netto insufficiente ci sarà un adeguamento solo parziale. Nell’ipotesi di perdita nell’esercizio, infine, non ci sarà la possibilità di adeguare la riserva su cambi preesistente. Le indicate possibili situazioni operative sono riportate negli esempi che seguono. 499 PARTE II - Le principali valutazioni di bilancio Esempio 1 Utile d’esercizio capiente Riserva utili su cambi preesistente: 18.000 € Utile netto complessivo su cambi (eccedenza di utili da valutazione rispetto alle perdite da valutazione): 24.000 € Utile d’esercizio: 20.000 € (la riserva legale non ha ancora raggiunto il limite di legge) In sede di destinazione del risultato d’esercizio è necessario integrare la riserva di 6.000 €, per portarla ad un valore pari a 24.000 €. La scrittura contabile da effettuare in sede di destinazione dell’utile d’esercizio è la seguente: Utile d’esercizio a a a a diversi Riserva legale Riserva utili su cambi ex art.2426 n.8-bis …… 1.000 20.000 6.000 ........ Esempio 2 Utile d’esercizio parzialmente capiente Riserva utili su cambi preesistente: 18.000 € Utile netto complessivo su cambi (eccedenza di utili da valutazione rispetto alle perdite da valutazione): 24.000 € Utile d’esercizio: 4.000 € (la riserva legale non ha ancora raggiunto il limite di legge) La scrittura contabile da effettuare in sede di destinazione dell’utile d’esercizio è la seguente: Utile d’esercizio 500 a a a diversi Riserva legale Riserva utili su cambi ex art.2426 n.8-bis 200 3.800 4.000 9. Le poste in valuta estera Esempio 3 Perdita d’esercizio Riserva utili su cambi preesistente: 18.000 € Utile netto complessivo su cambi (eccedenza di utili da valutazione rispetto alle perdite da valutazione): 24.000 € Perdita d’esercizio: 1.000 € In questa ipotesi, non è possibile procedere all’integrazione della riserva preesistente. b) Utile netto complessivo su cambi di importo inferiore a quello della riserva utili su cambi preesistente Nell’ipotesi in cui l’utile netto complessivo su cambi dell’esercizio sia inferiore all’ammontare della riserva utili su cambi preesistente, la parte in eccesso della riserva deve essere riclassificata ad una riserva liberamente distribuibile. Esempio Riserva utili su cambi preesistente: 18.000 € Utile netto complessivo su cambi (eccedenza di utili da valutazione rispetto alle perdite da valutazione): 15.000 € La scrittura contabile da effettuare è la seguente: Riserva utili su cambi ex art.2426 n.8-bis a Riserva facoltativa 3.000 c) Perdita netta complessiva su cambi Nel caso di eccedenza netta di perdite su cambi per l’esercizio l’intera riserva preesistente deve essere riclassificata ad una riserva liberamente distribuibile. Esempio Riserva utili su cambi preesistente: 18.000 € Perdita netta complessiva su cambi (eccedenza di perdite da valutazione rispetto agli utili da valutazione): 3.000 € 501