quesito tratt. contab. poste in valuta entro esercizio

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quesito tratt. contab. poste in valuta entro esercizio
QUESITO TRATT. CONTAB. POSTE IN VALUTA ENTRO ESERCIZIO
ATTENZIONE: la risposta ai quesiti è stata formulata attenendosi alle leggi vigenti all' epoca della richiesta.
Pertanto si consiglia di verificare se da detta data sono state emanate delle norme o delle disposizioni
ministeriali che hanno modificato il trattamento tributario dell' oggetto del quesito.
Le risposte ai quesiti non costituiscono in alcun caso servizi di consulenza coperti da riserva professionale; le risposte
vengono formulate con diligenza e facendo ricorso alla normativa in essere al momento del quesito. La responsabilità di
conformarsi alle indicazioni fornite è interamente lasciata all' utente che in nessun caso potrà rivalersi nei confronti dell'
estensore.
Servizio Quesiti
Area: QF
5 ottobre 2006
IL QUESITO
“Vorremmo porre un quesito che è sorto in quanto operiamo in valuta estera USD. Si presentano i
seguenti casi, per i quali vorremmo sapere come si effettuano le registrazioni contabili:
1) caso cliente: noi fatturiamo in euro, il cliente ci paga in dollari - USD, la banca ci accredita in
USD su un c/c in valuta USD, rilevazione differenze cambio?
2) caso fornitore: la fattura ci perviene in USD, usiamo gli USD sul ns. c/c in valuta USD per
pagare la fattura, rilevazione differenze cambio?
3) registrazioni di fine anno e rilevazioni differenze cambio.
Ps. Non abbiamo fissato il cambio euro/dollaro.”
LA RISPOSTA
L'iscrizione in bilancio delle poste in valuta estera deve tener conto delle seguenti norme
civilistiche e fiscali:
•
art. 2425-bis, comma 2, ed art. 2426, n. 8-bis), del Codice Civile;
•
art. 110, comma 3, TUIR, come modificato dal D.Lgs 38/2005.
Sul piano operativo, il problema più rilevante è spesso rappresentato dalle modalità di
riconciliazione tra le indicate norme; tale riconciliazione rappresenta, nel nostro panorama
legislativo, un esempio di applicazione del principio del "doppio binario".
Esaminiamo quindi le diverse fattispecie.
Le operazioni che sorgono nel corso dell'esercizio denominate in valuta estera devono essere
iscritte nella contabilità utilizzando il tasso di cambio del giorno in cui l'operazione è compiuta. Tale
modalità di contabilizzazione è espressamente prevista dall'art. 2425-bis, comma 2, C.C.
Il trattamento delle poste in valuta estera eventualmente presenti al termine dell'esercizio (ad
esempio un credito non ancora incassato o un debito non ancora saldato) è invece disciplinato
dall'art. 2426, n. 8-bis). In base alla citata norma, le poste in valuta estera iscritte nell'attivo
circolante, i crediti iscritti nelle immobilizzazioni e tutte le passività devono essere iscritte nel
bilancio d'esercizio al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell'esercizio stesso (cosiddetto
"tasso di chiusura" o "tasso di fine esercizio").
Nel Vostro caso specifico si dovrà quindi fare riferimento all’art. 2425-bis, comma 2, C.C., che
prevede l’iscrizione in contabilità al tasso di cambio del giorno in cui l’operazione è compiuta.
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REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI RAVENNA N. 1262 DEL 06/09/2005 - DIRETTORE RESPONSABILE DOTT. GIOVANNI TORRICELLI
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Solo qualora la regolazione finanziaria non dovesse avvenire nel corso dell’esercizio ma fosse
rinviata all’esercizio successivo, insorgerebbe il problema della valutazione del presumibile
realizzo e della ulteriore rilevazione delle differenze di cambio al tasso di fine esercizio.
Considerando la regolazione nell’esercizio (come ci pare che sia), conseguono le seguenti scritture
contabili suddivise per casistica:
1)
caso cliente:
all’emissione della fattura in euro:
Crediti commerciali
a
Ricavi esteri
all’incasso del credito in USD (nello stesso esercizio):
Banca c/c in valuta
a
diversi
Crediti commerciali
Utili su cambi
qualora invece si realizzi (nello stesso esercizio) una perdita su cambi:
diversi
Banca c/c in valuta
Perdite su cambi
a
Crediti commerciali
Infatti, poiché le operazioni devono essere convertite in euro al tasso di cambio del giorno in cui
sono effettuate, ne risultano delle differenze di cambio che trovano allocazione in bilancio alla voce
C.17-bis Utili (perdite) su cambi del Conto economico (art. 2426, n. 8-bis), C.C).
2)
caso fornitore:
rilevazione della fattura in USD:
Costi esteri
a
Debiti commerciali
all’incasso della fattura in USD sul c/c in valuta USD (nello stesso esercizio) :
Debiti commerciali
a
diversi
Banca c/c in valuta
Utili su cambi
a
Banca c/c in valuta
ovvero:
diversi
Debiti commerciali
Perdite su cambi
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3)
rilevazioni di fine anno:
Poiché negli esempi riportati l’incasso dei crediti ed il pagamento dei debiti avviene entro l’anno di
formazione degli stessi, a fine esercizio non dovranno essere effettuate ulteriori registrazioni
considerato che gli utili/perdite su cambi hanno già trovato allocazione in Conto economico.
Altro problema potrebbe essere il trattamento fiscale di tali poste. La disciplina fiscale è contenuta
nell’art. 110, comma 3, TUIR, come modificato dal D.Lgs 38/2005, che sancisce la totale
irrilevanza ai fini fiscali degli oneri e dei proventi scaturiti dall’adeguamento delle attività e delle
passività in valuta al cambio di fine esercizio. Allora, qualora vi fossero delle differenze di cambio a
fine esercizio, dovrebbero essere operate le necessarie variazioni in aumento/diminuzione in sede
di dichiarazione dei redditi.
Al contrario le differenze di cambio si intendono fiscalmente rilevanti nel momento in cui sono
effettivamente realizzate, dunque, nel vostro caso, al momento del realizzo in corso d’anno. Non si
genera pertanto alcun disallineamento civilistico/fiscale.
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