Il limite_ semplice ostacolo o stimolo per

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Il limite_ semplice ostacolo o stimolo per
Il limite
Semplice ostacolo o stimolo per superarlo?
Matteo Chiappa
Classe 5sL
Liceo scientifico Leonardo Da Vinci
Maturità 2012
Presentazione
Ogni uomo, in ogni epoca e in ogni momento della storia,
arriva ad un punto chiave della propria vita in cui deve fare
una scelta: proseguire o fermarsi.
Con questo percorso cercherò di mostrare il modo in cui
alcuni personaggi della storia della letteratura e dell’arte
affrontano i propri limiti, quelli dell’umanità e della
conoscenza.
Inoltre saranno evidenziati i risultati che essi sono riusciti a
raggiungere e le eventuali conseguenze per le loro azioni.
Atteggiamento umano nei
confronti di un limite
Ci sono dunque varie possibili reazioni che un uomo può avere
quando si trova di fronte ad un ostacolo:
L’uomo che si ferma davanti ad esso e non può andare oltre poiché
ha raggiunto il limite delle sue possibilità (“Viandante sul mare di
nebbia” di Caspar David Friedrich)
•
L’uomo che tenta di oltrepassarlo, senza però riuscirci completamente
(Ulisse nel XXVI canto dell’Inferno ne “La Divina Commedia” di
Dante Alighieri)
•
L’uomo che trasgredisce ogni limite, sfidando le forze naturali,
raggiungendo così risultati che non aveva previsto ma perdendone il
controllo (Dr. Frankenstein nell’opera di Mary Shelly “Frankenstein”)
•
L’uomo che si ferma davanti ai propri limiti
Il “Viandante sul mare di nebbia” è forse il
più emblematico dipinto del Romanticismo
per le tematiche e le varie interpretazioni;
l’uomo protagonista dell’opera, ritratto di
spalle, è affacciato su un “mare di nebbia” che
invade un paesaggio montuoso. Egli è
separato sia dal mondo, al quale volge le
spalle, sia dalla natura, che lo respinge con il
suo aspetto solenne. Egli assume quindi il
simbolo dell’uomo condannato alla solitudine
e alla sofferenza.
L’autore è perciò stato in grado di carpire
l’estrema solitudine dell’uomo davanti
all’immensità della natura, che non potrà mai
essere compresa dalla ragione umana. È però
notevole la posizione raggiunta da
quest’uomo: è arrivato al limite delle sue
possibilità ma, nonostante ciò, non è riuscito a
superarlo.
Caspar David Friedrich, “Viandante sul mare di nebbia”,
1818, olio su tela, 95x75 cm, Amburgo, Kunsthalle
Il dipinto è probabilmente ambientato nella zona della Sassonia, molto cara a
Friedrich che era un grande appassionato dell’alpinismo. La scena, che ha dato
luogo a diverse interpretazioni, potrebbe essere letta anche in chiave religiosa,
oltre che romantica come isolamento e contemplazione dell’infinito e del sublime
dato dall’immensità della natura; infatti il viandante potrebbe simboleggiare il
peccatore, la nebbia i dubbi della vita terrena, i picchi e le rocce che si innalzano
da questo “mare” gli ancoraggi della fede ed infine le montagne sullo sfondo (a
sinistra il Rosenberg e a destra lo Zirkelstein) potrebbero essere il simbolo di Dio.
Anche il paesaggio ha un ruolo di rilevanza all’interno del dipinto; non c’è la
volontà di rappresentarlo in modo realistico o dettagliato (infatti tutto il paesaggio
è molto incerto e gli elementi naturali, come gli alberi sulle rocce, sono solo
abbozzati), anzi lo stesso Friedrich diceva che “il compito dell’artista non è la
rappresentazione fedele dell’aria, dell’acqua, delle rocce, degli alberi: la sua
anima e la sua sensibilità devono rispecchiarsi nella sua opera. Il compito di
un’opera d’arte è di riconoscere lo spirito della natura, comprenderlo, registrarlo e
renderlo con tutto il cuore e il sentimento”.
L’uomo che cerca di superare il limite
Uno tra i più celebri episodi della cantica
infernale ne “La Divina Commedia”, il canto
XXVI, è anche meglio conosciuto come il
canto di Ulisse.
L’eroe greco è stato posizionato da Dante
nell’ottava bolgia (quella dei consiglieri
fraudolenti), nell’ottavo cerchio dell’Inferno
poiché grazie alla sua capacità di oratore è
riuscito ad organizzare vari inganni, tra i quali
quello del cavallo di Troia.
Qui Ulisse narrerà a Dante il viaggio che ha
intrapreso oltre i confini posti dal divino (le
colonne d’Ercole) per accrescere la propria
conoscenza e che lo porterà con i suoi
compagni a quello che lui stesso definirà
“folle volo” cioè il viaggio che si concluderà
con la visione della montagna del Purgatorio e
il tragico epilogo dettato dalla volontà divina.
Era stato lo stesso Ulisse a spronare i suoi compagni attraverso un”orazion
picciola” ad affrontare un ulteriore viaggio con la famosa frase “non vogliate
negar l’esperienza,/ di retro al sol, del mondo sanza gente./ Considerate la
vostra semenza:/ fatte non foste a viver come bruti/ ma per seguir virtute e
canoscenza’.”
Ancora una volta con la sua abilità oratoria riesce a convincerli. Nonostante
ciò non sarà in grado di superare i limiti della conoscenza umana a causa della
troppa fiducia in sé stesso che lo ha portato alla superbia e alla follia (ybris) e
ovviamente a causa dell’intervento divino. Dio infatti decise di punire l’eroe
perché il suo desiderio di conoscenza non era illuminato dalla Grazia divina;
infatti senza rivelazione della fede l’intelletto umano non può riuscire a
conoscere il mondo di verità e di salvezza ultime, cioè Dio.
Per questo il significato della vicenda viene riassunto dalla definizione dello
stesso Ulisse di “folle volo”: un’impresa che oltrepassa i limiti umani e forza i
divieti stabiliti da Dio e che quindi porta inevitabilmente al fallimento.
Anche per questo il richiamo che Dante fa a se stesso, un’uomo dotato di
elevatissimo ingegno grazie al dono divino, dev’essere letto come un
avvertimento; il poeta infatti non deve sprecare questo privilegio che gli è stato
assegnato senza il sostegno della virtù della fede.
The man who exceeds the limits
“Frankenstein: or, the modern
Prometheus” was written by Mary Shelly in
1816 and was published in 1818. The book
talks about a swiss scientist, Frankenstein,
that manages to create a human being by
joining parts taken from corpses. The result
of the experiment is a revolting and ugly
monster. In the end the creature becomes a
murderer that destroys his creator.
The story is not told in chronological order
and is introduced by several letters written
by Walton, a young explorer, to his sister.
The novel is told by different narrators:
•
Walton informs his sister
•
Doctor Frankenstein informs Walton
•
The monster informs Frankenstein
So the form is of the epistolary novel that
presents three different point of view.
Drawing by Chavalier from the 1831 edition of
Frankenstein
Doctor Frankenstein is clearly an example of an overreacher, a person who tries
to exceed his limits. As a matter of fact he tried to penetrate in the nature’s
secrets and reach the forbidden knowledge in order to create a human being
through the use of electricity and chemistry without respecting the rules of
nature and life.
To sum up Frankenstein tried to use his knowledge to replace God in the process
of the creation of a human being, he crossed the line and nevertheless he failed
to achieve completely his objective because his creature was a monster and
morover he rebelled against him and killed him in the final of the novel.
It is the same case of the Prometheus of the Ovid’s Metamorphoses (from which
derives the title of the novel) that created human being using clay, or the
Prometheus of the Greek mythology, a Titan who dared to challenge the gods in
order to save the humanity.
All the attempts, both of Frankenstein and Prometheus, to exceed the limits
established by the gods, still lead to defeat, because the first was persecuted by
the Monster until his death, while the second was punished by Zeus.
Bibliografia:
Alighieri Dante a cura di Jacomuzzi S., Dughera A., Ioli G., Jacomuzzi V., La Divina
Commedia, Sei, Torino, 2008
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Cricco Giorgio, Di Teodoro Francesco Paolo, Itinerario nell’arte. Dall’Età dei Lumi ai
giorni nostri, Zanichelli, Bologna, 2009
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Spiazzi Marina, Tavella Marina, Lit & Lab. A History and Anthology of English and
American Literature with Laboratories. From the Early Romantics to the Present Age,
Zanichelli, 2011
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Dispense della Professoressa di storia dell’arte Sabina Castelli