inv. 457 Tav. LXXII Il foglio di papiro è pressoché integro, a parte

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inv. 457 Tav. LXXII Il foglio di papiro è pressoché integro, a parte
1552. Ordine
di comparizione
inv. 457
Ermopolite
Tav. LXXII
(cm 13 x 17)
IIIp
Il foglio di papiro è pressoché integro, a parte qualche danno subito dal
margine superiore, e reca, sul recto lungo le fibre, il testo completo di un ordine
di comparizione. Si conservano i margini sinistro, inferiore (cm 8,5), destro e
superiore, quest’ultimo rotto e sfilacciato. Il verso è bianco.
In base alla scrittura, confrontabile con quella di P.Flor. II 175 (in Scrivere
libri, tav. CXXV), il documento si colloca poco dopo la metà del sec. IIIp.
La struttura del testo (nessuna indicazione del mittente; destinatari non
nominati per nome, ma mediante la sola qualifica, in dativo senza articolo) consente ancora di istituire un parallelo con gli ordini di comparizione più antichi,
di cui abbiamo ottimi esempi in 1536-1538, e conforta nel collocarne la stesura
nel pieno sec. IIIp, poiché poco più tardi è attestato l’uso di indicare, nel r. 1,
l’autorità che emette l’ordine (si veda, per es., introd. e comm. di P.Oxy. LXI
4116, assegnato al III/IVp, e i P.Cair.Isid. 129 e 130, del 308/09p).
In 1552, si tratta di rintracciare e obbligare a presentarsi un certo Pathynis
figlio di Psenelenus, che era stato nominato ejpivplooç, cioè scorta del carico di
un convoglio navale che avrebbe trasportato olio per la pubblica amministrazione; sull’incarico liturgico dell’ejpiplwiva ci fornisce chiarimenti il P.Oxy.Hels. 20,
del 29.12.138p, alla cui introduzione e al cui commento conviene riferirsi; altre
informazioni e bibliografia in Lewis, ICS3, p. 27.
Per la nutrita bibliografia disponibile sugli ordini di comparizione, si veda
1536-1538.
5
proeçtw'çi kai; ejpi; th'≥ç≥ eijrhvnhç kai; a[lloiç dhmoçivoiç kwvmhç Mnavcewç: ejx≥au≥th'ç ajnapevmyate Pavqunin
Yenelev≥nou ·do‚ eijçdoqevnta eij≥ç
ejpivploian ejlaivou rJafanivnou dioikhtikou'.
A capi (del villaggio) e responsabili della quiete pubblica e altri ufficiali del villaggio di Mnachis: tosto inviate Pathynis figlio di Psenelenus, nominato alla scorta navale
dell’olio di rafano per la diocesi.
1552. Ordine di comparizione
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1. proeçtw'çi : scil. th'ç kwvmhç (cfr. P.Ryl. II 122, 7); la mancanza sistematica dell’articolo è normale in questi documenti (cfr., per es., 1536, 1 ajrcefovdw/, oppure P.Cair.Isid. 129,
2 e 130, 2 kwmavrcaiç kai; dhmoçivoiç kwvmhç Karanivdoç); i proeçtw'teç del presente documento
corrispondono per funzioni ai kwmavrcai dell’Arsinoite e dell’Ossirinchite (in proposito si
veda H.E.L. Missler, Der Komarch, Marburg/Lahn 1970, e P.Köln VI 28, introd.).
1-2. Sugli oiJ epi; th'ç eijrhvnhç si veda Lewis, ICS3, p. 22 e P.Turner 42, introd.
2. L’indicazione oiJ dhmovçioi appare generica ma, secondo P.Cair.Isid. 129, nota a r. 2,
può riferirsi a tutti gli ufficiali del villaggio con funzioni di polizia.
3. Mnachis è un villaggio della toparchia Pasko nell’Ermopolite: cfr. Calderini, Diz.
geogr., III, p. 288; Suppl. 2°, p. 123; Suppl. 3°, p. 75; Suppl. 4°, p. 87.
5. Il nome Yenevlenoç è attestato qui per la prima volta.
·do‚ eijçdoqevnta : lo scriba stava evidentemente scrivendo il verbo semplice doqevnta, ma dopo le prime due lettere si è interrotto, cancellandole e riscrivendo la parola di
nuovo.
5-6. L’espressione eijçdoqei;ç ... eijç ejpiplwivan ricorre in P.Oxy. Hels. 20 I, 7-9; II, 1213; III, 18-19. Al momento dell’edizione di P.Oxy.Hels. 20, ejpiplwiva risultò un addendum
lexicis (cfr. ivi, nota al r. 9): questo 1552 è il secondo papiro che attesti il termine, nella
forma ejpivploia (ma vedi nota seguente).
6. epiploi> a n pap.; la presenza della dieresi suggerisce l’eventualità che si debba
intendere ejpiplwivan, non ejpivploian.
6-7. Sull’olio di rafano si veda Ph. Mayerson, BASP 38 (2001), pp. 109-117; F. Morelli,
Olio e retribuzioni nell’Egitto tardo (V-VIII d.C.), Firenze 1996, p. 6 ss.
7. L’aggettivo dioikhtikov ç è impiegato rarissimamente nei papiri; qui si poteva
sostituire con eijç dioivkhçin oppure semplicemente con dhmoçivou: cfr. P.Oxy.Hels. 20, I 9
eijç ejpiplwivan dhmoçivo(u) (purou') ; oppure poteva essere sufficiente ejlaivou rJafanivnou
senz’altra specificazione, poiché l’incarico liturgico comporta un servizio (in questo caso
la scorta alla nave) reso alla pubblica amministrazione. In ogni caso, la presenza dell’aggettivo dioikhtikovç ha una sua importanza ai fini della datazione del documento poiché,
attestando che la dioivkhçiç era in essere, ne deriva che esso deve essere stato scritto prima dell’avvicendamento fra gli uffici di dioikhthvç e di kaqolikovç, avvicendamento che
presumibilmente avvenne nell’inverno 284/85p (cfr. D. Hagedorn, Zum Amt des dioikhthvç
im römischen Aegypten, YCS 28 [1985], p. 197), come del resto orientano la scrittura e la
formulazione del testo.