Scheda film - Cineteatro Baretti

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Scheda film - Cineteatro Baretti
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
30 aprile 2013
TUTTI I NOSTRI DESIDERI
di Philippe Lioret
PORTOFRANCO è realizzato:
Con il contributo di:
Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino
In collaborazione con: Goethe Institut di Torino | Associazione culturale Russkij Mir |
Wic.it - Web Image CommunicaƟons | Libreria Therese Profumi per la mente |
Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza | Rossorubino
Portofranco rispetta l'ambiente e sceglie la carta riciclata
Con:
Vincent Lindon, Marie Gillain, Amandine Dewasmes,
Yannick Renier, Pascale Arbillot, Isabelle Renauld
Durata:
120 minu
Genere:
Dramma co
Nazionalità: Francia, 2011
Sceneggiatura: Michael Cooper, Stéphane Rybojad
Scenografia: Thierry Rouxel, Rogez Nicolas
Art director: Yves Brover-Rabinovici
Fotografia:
Gilles Henry
Musiche:
Flemming Nordkrog
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
www.cineteatrobaretti.it - [email protected]
Quello che costruiamo giorno
per giorno, a chi apparƟene?
Possiamo veramente imparare ad
immaginare un “mondo senza di
noi”? Tuƫ i nostri desideri è un
film sulla natura dei nostri desideri,
sui luoghi imprevisƟ e meravigliosi
dove, a volte, essi si nascondono.
E lo sguardo dolce e ambiguo di
Loiret, ci regala l’ennesimo piccolo,
piccolissimo capolavoro di un
regista che, ormai ci è chiaro, riesce
a illuminare col cuore ogni storia.
Gli altri come li vediamo? E come
percepiamo quelli che abbiamo
accanto? E noi stessi, quanto
sen amo realmente quello che
abbiamo dentro, quello che il
nostro corpo davvero vorrebbe ma
noi costantemente gli rifiu amo,
per mille inperscrutabili ragioni o
razionalizzazioni? E come ca urare
quegli a mi per portarseli via
per sempre? Cosa sono quelle
cose so li, quasi scie invisibili
che improvvisamente ci legano a
qualcuno, anche se prima era un
perfe o sconosciuto? E quello che
costruiamo giorno per giorno, a chi
appar ene? Possiamo veramente
imparare ad immaginare un
“mondo senza di noi”?
Queste e altre mille domande
sfrecciano dal cuore palpitante
di un film che lascia scorrere la
vita, eppure non la lascia andare.
Perché possiamo sempre decidere
che cosa farne, anche di quei
pochi a mi che ci separano dal
non esserci (più). Per questo
Claire (Marie Gillain) non può
acce are il terribile responso del
male incurabile che l’ha colpita, o
almeno non può acce are quelle
che sono le procedure sociali della
“morte dolce”, chiusa per se mane
o mesi in un le o di ospedale a
massacrarsi di raggi e chimica, solo
per rallentare di poco un processo
inevitabile. Ma lei non può, non
vuole. Nel suo ruolo di magistrato,
mamma, moglie e, anche, amica
della madre della figlia caduta in
disgrazia con i creditori, non può
mollare. E ene il male tu o per
sé, con nuando a comba ere
giornalmente per una gius zia
meno ase ca e impermeabile alla
“condizione umana”.
Ges sce la famiglia, il lavoro, e una
ba aglia “poli ca” nella quale trova
però un valido alleato, Stephane
(Vincent
Lindon,
fantas co
a ore fe ccio di Lioret), anche
lui magistrato con ideali giovanili
messi ormai da parte, ma che nella
rabbia e determinazione di Claire
riconosce alcuni tra del suo DNA
ribelle di vent’anni prima, che
ora decide di rime ere in gioco.
Anche perché la collaborazione
professionale con Claire funziona,
e insieme riescono dove da soli non
arriverebbero. E la ba aglia legale
per salvare l’amica Celine dagli
Is tu di Credito diventa una vera
a propria ragione di vita e di morte.
Già perché nel fra empo il male
di Claire peggiora, e fa sempre più
fa ca a nasconderlo, mascherarlo.
E mentre cerca di organizzare “la
vita senza di lei”, aiutando Celine e
integrandola nella sua famiglia, con
i figli delle due donne che diventano
quasi dei fratelli, deve comunque
so ostare alle visite se manali
in ospedale, almeno per farsi
prescrivere an dolorifici efficaci.
All’inizio è il caso (Stephane deve
portare una scrivania al figlio che
vive proprio vicino all’ospedale)
poi diventa quasi un abitudine:
Stephane accompagna Claire con
la sua auto. E proprio in uno di
ques viaggi che Claire chiede una
deviazione improvvisa, sfiorando
l’incidente, per portare Stephane
nei luoghi dell’infanzia, in quel
lago dove lei e la sorella ebbero
entrambe l’esperienza del “primo
bacio”. E tra un ricordo e l’altro il
desiderio improvviso di un bagno
nel lago. Lei si ge a, è un impulso.
Stephane prima rifiuta ma poi,
pur rilu ante, si tuffa anche lui.
L’acqua è gelida ed è dura arrivare
fino al pon le. Claire è stremata,
dal freddo e dalla fa ca e, per un
a mo, è felice. Ma, nella nuotata
per tornare a riva, il suo corpo
cede. Fortunatamente Stephane è
lì, a proteggerla e aiutarla. Ma non
per sempre…
Tuƫ i nostri desideri è un film
sulla natura dei nostri desideri,
sui luoghi imprevis e meravigliosi
dove, a volte, essi si nascondono. E
di come degli even straordinari, a
volte, riescono a ricollocarli nella
nostra vita, fuori dalle maledizioni
e dall’autolesionismo in cui spesso,
gli umani, si rinchiudono. Cosa
conta di più nella vita, infine? I
sogni? Lo are per qualcosa in cui
si crede? O godersi lo spe acolo di
una par ta di rugby o magari un bel
bagno nell’acqua ghiacciata di un
piccolo lago? Tu o. E anche quel
cane promesso ai tuoi figli, e quella
mano pudica e complice che
stringe un “quasi sconosciuto” con
il quale dai ancore del “lei”, sul
tuo le o d’ospedale. Siamo fa di
sguardi, di sogni, conta , desideri.
Nessuna di queste benede e
cose implica il possederle. Le cose
che più contano, alla fine, non si
hanno, si vivono. Come le persone.
E lo sguardo dolce e ambiguo di
Loiret, ci regala l’ennesimo piccolo,
piccolissimo capolavoro di un
regista che, ormai ci è chiaro, riesce
a illuminare col cuore ogni storia. E
come sempre, solo nelle storie di
morte possiamo vedere, davvero,
l’amore…
Prossimo appuntamento:
7 maggio 2013
KUKUSHKA
Versione originale
con soƩoƟtoli
Regia di Aleksandr Rogozhkin
[ Russia • 2003 • 99’ ]