Urban 121 - Urban Magazine

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Urban 121 - Urban Magazine
numero 121
Poste Italiane spa - Spedizione in abb. postale 70% DCB Milano
senza
artifici
Lo stile si evolve misurandosi: si ha una idea di sé
nel momento in cui ci si racconta
Bimestrale, Anno XIV / Numero 121
•
Direttore Responsabile
roberto rossi gandolfi
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7/
L’editoriale
76
Art Direction
DIDIER FALZONE
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Responsabile di Redazione
MARCO CRESCI
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Segreteria di Redazione
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Collaboratori
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Ivan Bontcev, Giovanna Caprioglio,
Martina Kirkham, Omar Macchiavelli,
Marco Magalini, Jean Marc Mangiameli,
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In copertina
Roberto indossa maglione
Levi’s Made & Crafted.
Fotografia Omar Macchiavelli,
stile Ivan Bontchev
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totale e parziale in ogni genere e linguaggio è espressamente vietata. Registrazione presso il Tribunale
di Milano con il numero 286 del 11/05/2001
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Il calcio (e la logica del gran rifiuto) all’alba del mondiale
Il calcio di oggi? Un gran rifiuto; l’espressione di una fuga collettiva dalla realtà,
dagli obblighi della età adulta. Oggi che la religione non rappresenta più “l’oppio
dei popoli” (integralisti a parte) quel valore prioritario che la religione esprimeva è
appannaggio del calcio. Per questo, nel corso dei millenni il ‘panem et circenses’ si
è trasformato in pane e calcio: due pasti al giorno e il campionato si trasformano
nella panacea contro i moti di popolo; questo il metodo sempreverde del potere
per riuscire a perpetuarsi in tutta tranquillità. Dunque il calcio di oggi rappresenta
un valore sacro ed inviolabile. Un totem per moltitudini di persone, molte delle
quali espropriate di autentici valori umani, estetici e spirituali. Il calcio è il culto
pagano per antonomasia di un’epoca senza più divinità, riferimenti culturali o
principi etico-morali, senza più passioni spirituali, artistiche o politiche. Della vera
dimensione sportiva, nel calcio contemporaneo è rimasto ben poco. La gran
quantità di denaro circolante ne ha snaturato l’originaria dimensione di sana
competizione, svuotandolo dai valori positivi come la ricerca del miglioramento
di sé e il rispetto degli altri. Tutto questo si ritrova ancora negli sport “poveri” e
nelle attività in cui la fatica impiegata è inversamente proporzionale al grado di
benessere economico e di popolarità raggiungibili. In tal senso l’arte pedatoria
è diventata una valvola di sfogo e di evasione dal grigiore del vivere quotidiano. I
calciatori sono i nuovi eroi, i moderni gladiatori, divinità terrene oggetto di un culto
pagano secolarizzato. Peccato si tratti di una mitologia estetizzante e falsa: oggi
negli stadi si combattono conflitti bellici sublimati. Per questo il calcio viene definito
come una “metafora della guerra”. In questo spettacolo globale la natura umana,
soprattutto quella maschile, si manifesta in tutta la sua nudità e presa diretta con
la realtà. Il tifoso dimostra come il maschio non creda all’eguaglianza, amando
una forma di competizione che poco a che fare con i criteri di solidarietà. Nella
dimensione calcistica, lo spettatore vuole vedere annientato il proprio avversario.
Buon mondiale a tutti!
«Tuttavia non furono le dimensioni della folla che mi colpirono maggiormente… Ciò che più mi colpì
fu proprio quanto la maggior parte degli uomini intorno a me odiasse, veramente odiasse, essere là. Per
quel che riuscivo a giudicare, nessuno sembrò trarne piacere, nel senso in cui io intendevo la parola, da
niente di ciò che accadde in tutto il pomeriggio. …la condizione naturale del tifoso di calcio è l’amara
delusione, indipendentemente dal risultato» (Nick Hornby, ‘Fever Pitch’)
Roberto Rossi Gandolfi
In alto In mostra al LACMA di Los Angeles fino al prossimo 20 luglio “Fútbol: the Beautiful Game” è un esposizione
che ruota intorno al mondo del calcio toccando questioni di nazionalismo ed identità, globalismo e spettacolo di
massa; così come l’esperienza umana condivisa tra gli spettatori provenienti da diverse culture. www.lacma.org
Nell’immagine: Andy Warhol, Pele, 1978 © Andy Warhol Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York
9/ Indice
dei contenuti
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Numero #121
34
37
33
56
26
11 La mia Marrakech
22 La valigia Mariana Braga
CINEMA
Stile
PH. MICHELE DE ANDREIS
DESIGN. LABORATORIUM MMXIV
12 In Breve
13 In partenza
14 Profili Mitchumm / Rambaldi
15 La Filosofia del Leone
16 La Photoart secondo Joseph Ford
18 Profili Matteo Molinari / Alberto Bresci
20 Grooming Almanacco del Viaggiatore
SPAZI URBANI
PITTI IMMAGINE AND FIERA MILANO PRESENT
WOMENSWEAR ACCESSORY COLLECTIONS
20-22 SEPTEMBER 2014 MILANO
THANKS TO UNICREDIT
wITH THE pATRONAgE Of COmUNE DI mIlANO
Fieramilanocity Pad. 3 viale ScaramPo gate 5
WWW.PITTIMMAGINE.COM
NEW LOCATION
50 In breve
51 Profili Owlle / tUnE yArDs
52 Dischi
DESIGN
32 In breve
33 Profili Vito Nesta / Atypical
LIBRI
54 In breve
55 Una vita al bivio
PORTFOLIO
34 Viviane Sassen.
She’s in Fashion
MODA
56 South Beach.
Fotografia Gautier Pellegrin,
stile Amy Lee Stearley
MODA
24 In breve
25 L’arte di correre
26 Il deserto del Futuro
Inaugura oggi e proseguirà
fino al 24 giugno al Teatro
Strehler il 28° Festival MIX
Milano - Festival del Cinema
glbt e della Queer Culture
—
MUSICA
30 In breve
31 Tutta colpa di Truffaut
38 Senza Artifici.
Fotografia Omar Macchiavelli,
stile Ivan Bontchev
Nella pittorica cornice
del Castello Scaligero
di Verona va in scena il
live degli Arcade Fire
—
IN GIRO
67 Spazi e luoghi da visitare e vivere
Esce Trouble in Paradise l’atteso ritorno
dell’inglese La Roux.
—
Al teatro Vittoriale di
Gardone Riviera (BS)
Damon Albarn presenta Everyday Robots il
suo debutto solista
—
06/2014 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 07/2014 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
—
Alla Serpentine Gallery
di Londra inaugura il
Serpentine Pavillion
2014, progettato dal
cileno Smiljan Radic
—
Se capitate a Parigi non
perdetevi la mostra
Dries Van Noten - Inspirations al Musée des
Arts Décoratifs
—
Una domenica ideale
per visitare la mostra
Viviane Sassen. In and
out of Fashion al Fotografie Forum Frankfurt
A cura di Martina Kirkham
11/ La mia Marrakech
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DIRECTOR’S CUT
Lab35 ovvero Ludovico Galletti e Sami Schinaia, registi di professione
e viaggiatori per vocazione, raccontano la loro Marrakech; 5 tappe essenziali
per scoprire chi e come vive la città imperiale.
[ 4 ] Giardini Majorelle
Un oasi di pace, un giardino impressionista, un ricordo indelebile, chi ha
avuto l’occasione di visitare Marrakech
sa bene Il Giardino Majorelle che è uno
degli angoli della città che più restano
impresse nella memoria grazie ai suoi
colori e alla sua atmosfera unica. Creato negli anni ‘20 dall’artista francese
Majorelle è comprato negl 1980 da Yves
Saint Laurent e Pierre Bergé; lo stilista
trovava in questo giardino una fonte
inesprimibile di ispirazione.
[ 5 ] MODERNARIATO O QUASI
Tra le varie tipologie di negozi che si ripetono capita raramente di incontrare
quella del negozio di oggetti d’epoca,
specializzati in oggetti dal gusto soprattutto maschile e retrò. Cavatappi,
vecchie targhe, zippo dorati. Macchine
fotografiche. Coltellini e anelli. Scatole
di latta, vassoi e piastrelle. Tutti dominati dal color bronzo. Basta avere
molta pazienza per trovare qualcosa di
unico, anche se non per forza prezioso.
[ 1 ] BARBIERE
Farsi la barba. La Medina è piena di barbieri, piccolissime vetrine segnalate da
un paio di forbici dipinte sul vetro. Provarne uno diverso ogni volta è la parte
più divertente. I migliori concludono il
servizio con una frizione di essenze locali: abbiamo provato a capire quali ma
senza successo. Questo è classico di
Marrakech, non esiste mai una versione uguale della stessa cosa, e se esiste
verrà sempre raccontata in un modo diverso ogni volta.
[ 2 ] LE JARDIN
Nel centro della Medina ha
appena aperto
Le Jardin. Completamente
tappezzato di
piastrelle verdi,
lo stesso colore dei tetti di
tutti gli edifici religiosi, è indubbiamente
il posto più fresco della medina. Molti dettagli, tutti studiatissimi, dai vinili
agli oggetti di modernariato locale, un
vecchio biliardino, (che ha catalizzato
per diverse ore la nostra attenzione),
circondano il patio centrale dove a fare
ombra stanno crescendo giovani banani. Servizio impeccabile e un menù vario, dalla classica tajine all’hamburger.
Nelle vicinanze è segnalato da minuscoli cartelli verdi, ma non è impossibile
trovarlo. lejardin.ma
[ 3 ] Hammam “Le Bain D’Or”
Per provare un vero hammam, bisogna
entrare in uno di quelli locali, usato soprattutto o solo da gente del posto. Si
[ 6 ] MAISON DE LA PHOTOGRAPHIE
Un vecchio fondouk trasformato in museo. Le mostre cambiano ogni sei
mesi, l’archivio ospita 4000 foto
del Marocco dal 1870 al 1950. Oltre ad esporre foto bellissime, è
un’isola di pace dove restare un
poco più del necessario, senza
fretta. Molte foto di 100 anni fa
sembrano scattate oggi, le vie
della Medina sono essenzialmente uguali, ma la parte più affascinante per noi è quella dedicata ai
ritratti. maisondelaphotographie.ma
[4]
entra in un immenso calidarium dove
la luce filtra solo dai piccoli vetri colorati delle cupole. Avrete la sensazione
di essere abbandonati a voi stessi ma
subito qualcuno si occuperà di voi trascinandovi prima per lo scrub e poi per
il massaggio.
Ecco, se vivessimo qui credo che un salto lo faremmo ogni due giorni. Quello
che a un primo sguardo poteva sembrare un gigantesco e poco attraente
bagno pubblico racchiude in sè una
parte essenziale dei ritmi quotidiani della città. L’Hammam Le Bain D’Or, a due
minuti dalla Medersa Ben Youssef.
[6]
[6]
[4]
Lab35 sono Ludovico Galletti e
Sami Schinaia. Realizzano videoclip musicali, collaborano con
label mainstream, si interfacciano nel mondo dell’advertising,
seguendo produzioni in Italia e
all’estero. Sono da sempre attivi
nella realizzazione di progetti
personali come cortometraggi,
fashion film e, nel futuro prossimo, un primo lungometraggio distribuito a livello nazionale nel 2015. www.lab35films.com
A cura di Marco Magalini
12/ Stile
13/ Stile
76
76
Parigi > Canestro sulla Senna Il basket come elemento di coesione sociale, come nel caso
Amsterdam > Raw For The
Oceans Tripletta perfetta in campo
della Pain O Chokolat crew (quale altro nome altrimenti?) e del villaggio sportivo nel cuore del
quartiere Pigalle di Parigi. Il campo da pallacanestro, ristrutturato in collaborazione con Nike, è un
punto d’incontro, un luogo in cui i giocatori vengono istruiti a prescindere da tutto e dal quale si
dirama, nelle altre vie della Ville Lumière, lo sportswear più evoluto in termini stilistici. Con questo
spirito nasce la collezione di Nike x PPP (Pain O ChoKolat, PIGALLE Paris, Pompon), che introduce
il basket come un vero e proprio stile di vita. Parte della classica divisa sportiva, le iconiche Nike
Air Force 1 Hi e Lo, che vengono abbinate a canotta, pantaloncini, palla da basket e un cappellino
a completare il look che rispecchia una comunità dedita allo sport. Si è lavorato molto anche sulla
finitura, sui trattamenti di tintura e tie-dye che conferiscono ai capi un aspetto vintage, un po’
come se si fossero già imbattuti nel parquet del campo da pallacanestro e nel metallo arrugginito
del canestro in overquota.
in partenza
green, con la collezione Raw For The
Oceans di G-Star Raw, che si allea
con Bionic Yarn e Parley for the Oceans per una esplorazione cre-attiva
in fatto di sostenibilità. La collezione,
presentata a Pitti, è realizzata con
un filo ecologico di fibre derivate dal
riciclo delle bottiglie di plastica, recuperate dalla crescente massa di rifiuti
marini degli oceani. Questi rifiuti vengono portati a galla per essere poi
trasformati in una nuova generazione di capi fashion. Il progetto è stato
curato da Pharrell Williams e ha visto
la collaborazione di diversi attori tra i quali Parley
for the Oceans, in uno spazio di collaborazione
nel quale autori, pensatori e leader autorevoli
esplorano idee e co-creano progetti per porre fine
alla distruzione degli oceani nel Vortex Project.
Quest’ultima è una realtà che affronta la minaccia crescente dell’inquinamento della plastica
e si basa sulla convinzione che il problema può
essere risolto solo se diventa economicamente
interessante per le grandi imprese. Come? In una
prima fase si raccolgono i rifiuti negli oceani, per
poi riciclarli e riutilizzarli per filati, tessuti, e altri
componenti utilizzati per i prodotti di consumo.
Oggetti necessari e
personali, accessori
e qualche vezzo
superfluo, con
spensieratezza ci
si concede qualche
tocco di colore in più.
È tutto a portata di
mano per un periodo di
svago tanto atteso.
Brooklyn > Espadrilla
pop Prendete Alex Trochut, il
graphic designer celebre per le
sue creazioni che fondono tra
loro immaginario POP e fashion
streetwear, e associatelo alle
espadrilla Castañer. Proprio quel
Castañer scelto negli Anni Settanta da Yves Saint
Laurent per produrgli delle calzature con la zeppa
e poi entrato nei guardaroba di intellettuali, attori e
artisti. Il risultato è una capsule frizzante e ben fatta che funge da bignami della libertà espressiva:
tre modelli si ispirano al maestro della pop art Roy
Lichtenstein, gli altri tre al Mediterraneo, in particolare a tre località molto care al mondo Castañer:
Llafranch, Cadaqués e Saint Tropez. Trochut era
già noto per i suoi lavori, sia in quanto autore di
celebri copertine per Wallpaper, che di diversi lavori per Time Magazine, Pepsi e Adidas Originals.
Di recente ha creato la copertina dell’ultimo album
di Katy Perry, ROAR.
Hong Kong Kay Kwok avanguardista
Dalla multiculturale e frenetica realtà
di Hong Kong arriva il giovane stilista Kay Kwok che ha affermato con chiarezza la sua estetica, fresca e all’avanguardia. Lavorando con tessuti tecnici
e insoliti, come il neoprene, Kay Kwok si spinge oltre le comuni barriere del
menswear, immaginando nuove possibilità creative grazie a illusioni ottiche
e temi insoliti: riflessioni religiose e cosmiche, i misteri dietro le leggende, i
processi di erosione delle mummie. Lo avevamo scoperto in occasione della
ventesima edizione di Mittelmoda, quando aveva vinto il primo premio come
best menswear designer •
Carrara Funzionalità formato Amen Studio per Eastpack
Qual è la tua borsa ventiquattrore ideale? Un contest dello IED
di Milano ha sancito, tra circa 400 proposte, che era il prototipo
di ‘Pur Sang’ di Amen Studio (uno studio creativo a trecentossanta gradi). Da lì un percorso a quattro mani con Eastpak che
ha portato ad una capsule che risponde alle esigenze di spazio,
praticità e di cura degli oggetti da portare con sé. Cuore del
progetto le tasche portatutto, ovvero la possibilità di espandere
il volume e una estetica minimale ad alto tasso estetico •
milano Factory
Braccialetti, orologi e pendenti: sono gli oggetti
in cui si esprime la creatività frizzante di Ops! Dopo i braccialetti
Love, in resina soft touch, arriva la collezione flower: nei braccialetti il ciondolo a cuore ha una stampa a fiori, la stessa della ghiera
degli orologi, con cassa in policarbonato e cinturino in silicone,
nelle tonalità pastello. Trèsor sono invece i bracciali e le collane
con più pendenti, mentre la collezione Nude ha orologi monocolore trasparenti e braccialetti con pietre Swarovski. XL è la proposta
maschile, con un orologio dal cinturino in silicone colorato •
Firenze Cavallino futuristico Per l’estate, Ash ha rinnovato il concetto di fluo,
con una sneaker in cavallino e pelle con dettagli dai colori pop e borchie in
gomma. La scarpa è pensata per una donna che ama spingersi oltre al puro
sportswear, scegliendo uno street più evoluto. Hendrix, il
nome del modello di punta, è la vera novità della stagione,
ispirato al trend internazionale del colore fluorescente e applicato ad una silhouette dall’estetica
futuristica che diventa motore delle fashion stories contemporanee •
Foto Matteo Weber
Stile Valentina Roda
In senso orario:
Giacca Tatras,
T-shirt Desigual,
macchina fotografica
Casio, cravatta
e gemelli Eton,
orologio “Manta
Vintage” Breil,
polo Clayton
Occhiali Lanvin
by De Rigo, pochette Eton,
portachiavi Stroili,
bracciali Eton, sneaker
Alberto Premi.
Ass. stylist: Francesca Carini
A cura di Marco Magalini
Foto Matteo Weber
14/ Stile
76
15/ Stile
76
la filosofia
del leone
Marco
Rambaldi
Nella moda forse c’è fin troppo
perbenismo, la cosa si fa interessante
quando si riesce a spingersi oltre.
Magari rubando dei pezzi classici
come il loden PER disturbarli con un
pezzo che andrà di moda domani.
Alex
Mitchumm
Un look hawaiano fatto da artigiani italiani.
Per un dandy moderno che, come nel caso
di alex, viaggiano in moto indossando,
fieri, un gilet.
Connecticut. Erano i primi Anni Quaranta quelli dell’orizzonte americano vissuto da Robert Mitchum (con
una ‘m’). Nato a Bridgeport, in Connecticut, non si può dire che abbia
avuto una vita giovanile facile. Dopo
anni nei quali si preparava a scoccare la freccia della rivincita, ecco
un tiro lungo sino ad Hollywood con
film cult come “I forzati della gloria”
(Story of G.I. Joe) nel quale interpreta il solitario e riflessivo tenente Bill
Walker, stanco della guerra e delle
difficoltà quotidiane al fronte. Un
ideale di libertà e sfida, quello di
Mitchum, che rivive non a caso nella traduzione stilistica moderna di
Mitchumm Industries (con due ‘m’).
Fondato nel 1976, per divertimento
da 3 amici totalmente innamorati della vita, i colori e la libertà del
marchio Mitchumm si sono consolidati nel corso degli anni sino ad arrivare al giovane discendente, Alex
Mitchumm. La spring summer 2015
è una esaltazione di quei primi anni
indiscutibilmente gloriosi, soprattutto nell’arte di stampare le camicie, i costumi e gli accessori. “Tutto era davvero cool, incredibile,
fresco, colorato, esclusivo: un
wow-factor stampato addosso”. Tutto è stampato in casa
Mitchumm, made in Como,
dagli abiti sartoriali da uomo
alle magliette, passando per
i pantaloni, pantaloncini,
giacche, cravatte, bowties,
fazzoletti, magliette e soprattutto i swimtrunks. In
Mitchumm - il designer convivono più anime, un
po’ come nell’american
freedom dream che guida il suo stile.
È un dandy moderno
che, sempre in gilet, alterna uno spirito rock
ad uno più rilassato
made in Palm Beach •
Bologna. Marco Rambaldi,
1990, si prende del tempo
per aprire e studiare l’armadio di famiglia. Riporta alla
luce il guardaroba classico
della signorina per bene, levando quel velo di obsolescenza e
reilluminandolo con un sapore
squisitamente retrò. Giovani Avi
è il nome della collezione, nata
da una foto di famiglia, che vuole
ripristinare un po’ d’ordine nel look
scomposto e ‘urlato’ delle signorine d’oggi. “Ho individuato i classici
elementi del guardaroba femminile contemporaneo e li ho riproposti
mixandoli; il loden, la giacca da tailleur, la gonna a ruota e a pieghe, che
perdono di vista le proporzioni originarie e si stratificano tra loro”. Ciò che attira del suo lavoro è una sorta di sdoppiamento ideologico nei confronti del
perbene, che da un lato lo attrae e allo
stesso tempo lo infastidisce. In un mondo in cui ci viene imposto cosa pensare,
come fare, cosa dire e cosa non dire, è
anche giusto “ribellarsi” creando disordine. Nella moda c’è troppo perbenismo.
“Il bello in senso classico è sorpassato,
non interessa più a nessuno. La signora
perbene è di per sé uno stereotipo. Mi
piace partire dal passato e farlo intrecciare al contemporaneo, sconvolgendolo
con elementi di disturbo”. E la sensualità? I parametri sono cambiati dagli Anni
Trenta... “Quello che più mi lascia perplesso della donna oggi è l’ossessione
dell’essere sexy a tutti i costi, cercando
però di non sconfinare nel cattivo gusto.
Mi sembra un po’ disperata”. Che tipo di
uomo vedi accanto alla tua donna? “È il
ragazzo che al liceo portava pantaloni
classici con una maglietta semplice, e ti
rendi conto solo ora che era il più cool” •
Realizzata con materiali di
alta qualità e rigorosamente
prodotta in Italia, l’ esclusiva
linea di abbigliamento e
accessori Peugeot Collection
rispecchia le due anime
di Peugeot: innovazione e
tradizione.
Sopra e in basso, borsa Tours e
t-shirt Paris dalla serie Vintage.
Dedicata agli appassionati della
storia Peugeot, la collezione
reintepreta le illustrazioni pubblicitarie più glamour e i loghi
del passato. La t-shirt, a tiratura
limitata (solo 108 pezzi), riprende
l’immagine della litografia utilizzata nel 1934 per il lancio della
mitica 601.
A sinistra, dalla stessa serie, tshirt bianca da donna modello
Nice e t-shirt da uomo Le Mans.
In basso a sinistra, “urbanstyle” per la borsa da uomo
Rennes dalla collezione
Motion&Emotion. Pensata
per le persone dinamiche e
curiose, è in ecopelle black,
con tracolla regolabile, cuciture
“ton sur ton” e applicazione a
contrasto.
Le proposte di Peugeot
Collection sono in vendita sul sito
www.peugeotcollection.com
Intervista di Marco Magalini
16/ Moda
76
La Photoart
secondo
Joseph Ford
Londra come non l’abbiamo mai vista.
Il fotografo brit compone dei moodboard a cavallo
tra realismo e suggestioni aeree.
Londra - Un concept-store visivo nel quale convivono paesaggi aerei, close up di moda, food e
dettagli architettonici. Le fotografie multi-immagine del fotografo britannico Joseph Ford rompono
gli schemi contrapponendo, in un unico scatto, mondi apparentementi distanti come una veduta
aerea e i piccoli dettagli di capi d’abbigliamento. Un gioco da ragazzi? Non proprio, occorrono
almeno 12 ore per produrre la sovrapposizione perfetta. Come nel caso della campagna scattata
per Pepe Jeans London.
Nelle pubblicità di moda, di solito i vestiti sono indossati, mostrati nella loro integrità o fotografati in un set specifico. Cosa ti ha portato a scegliere una strada diversa?
Siamo abituati a vedere abiti su modelli, in un contesto “umano”,
concentrandoci sui dettagli - le cuciture, la forma di una tasca,
la curva di una sneaker riportano alle radici del design puro. Mi
interessava adottare un nuovo approccio, reinterpretare questo
genere.
Nella campagna Pepe Jeans, c’è un focus sui paesaggi di Londra. Qual è il tuo approccio a soggetti così riconoscibili ed
enormemente significativi?
Questo aspetto del progetto era particolarmente impegnativo:
avevamo bisogno di mettere in chiaro che stavo fotografando
Londra, in modo che la gente avrebbe potuto comprendere la
connessione tra queste immagini e Pepe Jeans London. Al tempo
stesso, volevo portare qualcosa di nuovo alla visione di Londra.
Prendere aspetti iconici della città - Piccadilly Circus, la O2, gli autobus rossi di Londra - e sposarli con dettagli di abbigliamento
mi ha permesso di reinterpretare la città stessa. Tutti conoscono Piccadilly, ma vederlo dal cielo
e mixato con molteplici strati di vestiti ci permette di vederlo in modo diverso, come una serie di
tessuti, modelli e tonalità. La semplice scena di una strada diventa una visione più astratta.
Come ti prepari a scattare per un marchio con un’identità molto chiara e conosciuta come Pepe Jeans?
Proprio come combinare Londra con dettagli di tessuti,
modelli e stampe mi hanno avvicinato alla città da un punto di vista fresco, permettendomi di reinterpretare Pepe
Jeans attraverso il prisma di Londra creando una nuova
prospettiva sul marchio.
Come ti è venuta l’idea di associare luoghi e capi d’abbigliamento?
Da quando ho iniziato a fare fotografie aeree sono stato
affascinato dal modo in cui i soggetti appaiono in natura o
in architettura, il che mi riporta alla mente altre strutture e
altri materiali. La loro combinazione sembra il logico passo
successivo.
Quanto è la componente naturale in una tua foto?
Queste immagini sono molto naturali. Ho regolato un po’
i colori e il contrasto nella post-produzione, ma il lavoro
vero è avvenuto nel momento in cui ho scattato. Passo
ore, a volte giorni, regolando l’angolazione della telecamera, spostando il tessuto di pochi millimetri a sinistra o a
destra, facendo una piega al capo d’abbigliamento. Sono
abbastanza ossessivo su questo - l’unico modo per far si
che queste immagini funzionino è far combaciare perfettamente la prospettiva e i punti in cui le due immagini si
incontrano.
Come definiresti la tua estetica?
Senza trucchi e senza espedienti. Io amo la luce naturale e
la uso il più possibile.
Ho letto che hai trascorso diversi anni a Parigi. Ci sono
differenze tra il lavoro in Francia e in Gran Bretagna?
Ci sono differenze tra il tipo di lavoro commissionato nel
Regno Unito e in Francia,
ma il mio approccio estetico e ciò che mi interessa nelle immagini sono le
stesse in entrambi i Paesi.
Hai dichiarato di essere
“pronto per ogni nuova
avventura”. Qual è stato
il tuo servizio fotografico
più estremo?
Scattare foto da un elicottero è sempre emozionante, anche la fotografia
subacquea è bella, e ho
fotografato anche mentre
scendevo con una corda doppia lungo una cascata di 50m
alle Mauritius, ma un servizio fotografico che ho scattato
di recente con un cobra è stato probabilmente il più snervante. L’addestratore dell’ animale ci ha preparato per le
riprese dicendo ‘Ci sono solo due cose che dovete sapere
sui cobra. Uno: se sono arrabbiati, cercheranno di ucciderti. Due: sono sempre arrabbiati ‘.
A cura di Marco Magalini
18/ Stile
76
Matteo Molinari
Un Craft-Mixing fatto di elementi classici
con un twist contemporaneo, che spesso
sfociano in una androginia di dettaglio
Londra. Matteo Molinari, veneto trapiantato a Londra, propone un matrimonio
originale: quello tra le tecniche artigianali tradizionali, come l’uncinetto e
la maglieria fatta a mano, e la sartoria
maschile, coniugata ad uno stile contemporaneo e androgino. Una cura per i
dettagli che vanno a costruire un’estetica precisa, un Craft-Mixing fatto di elementi classici con un twist creativo. Nel
costruire la collezione p/e 2014 è stato
il lavoro della zia ad ispirarlo: chilometri
di pizzi e merletti lavorati dalle signore
del suo paese sono finiti sui pannelli di
giacche e cappotti, non come decorazioni sovrapposte ma diventando parte
costruttiva della struttura del capo. La
tradizione artigianale ha coinvolto anche
la maglieria fatta a mano, con sfilature
e orli a giorno per regalare alle tecniche tradizionali un’interpretazione contemporanea, ponendole in un contesto
Alberto
Bresci
inaspettato come la sartoria maschile.
È proprio questo incontro di genere a
caratterizzare le sue collezioni, in cui
L’imprenditore Alberto Bresci fondatore
androginia non significa attribuire al
di Hydrogen, ci racconta i grandi piani
maschile dei codici femminili, ma più
che altro proporzione nella modelrivoluzionari nel futuro del brand.
listica, lunghezze e non convenzionali e lavorazioni, solitamente
Padova. Qual è la filosofia 2014 sarà inaugurato il sito di Hydrogen.
applicate al guardaroba di lei,
Useremo questa piattaforma per parlare
di Hydrogen?
che vanno invece sul revers
Hydrogen è un marchio che di tutte le nostre iniziative dai co-branding
di una giacca maschile. Figlio
nasce nel 2003 mettendo in alle nuove collezioni e ovviamente l’e-shop;
d’arte, Matteo Molinari spazia
produzione una camicia in je- sarà una vera e propria esperienza all’interdal design di moda a quello
ans, una felpa ed un pantalone no del nostro mondo. La seconda novità è
di occhiali: un processo a lui
bianco, l’intento era quello di l’opening del primo monomarca Hydrogene
noto grazie al lavoro di faprendere un po’ in giro i miti del a Milano in concomitanza con la settimana
miglia, che lui reinterpreta
jeans dell’epoca :Diesel e Gas, così della moda donna a settembre. Per la priesagerandone elementi
dopo la benzina ed il gas è arrivato ma volta verrà svelato il format globale che
quali dimensioni, spesl’idrogeno. L’idea da subito è stata verrà utilizzato per tutti i nostri negozi nel
sori e peso, lavorando
quella di piazzare capi sportivi nei mondo.
a stretto contatto con
mercati del lusso anche per andare In attesa dell’apertura di settembre ci puoi
gli artigiani del Caa scontrarsi con un mondo diverso e anticipare qualcosa sul concept dei negozi?
dore •
più alto di quello della jeanseria tradi- Rispecchierà quello che rappresento nelle
zionale.
mie collezioni ovvero lo scontro tra il super
So che quest’anno è in atto una rivoluzio- elegante e il super sportivo; io stesso amo
indossare pantaloni della tuta 100% cotone
ne strategica, me ne parli?
In concomitanza con Pitti Immagine Uomo e giacca da smoking •
20/ Grooming
76
Tom Ford
Sahara Noir
È una fragranza d’ispirazione orientale, intensa e calda,
dall’aroma balsamico, resinoso
ma vivace e allegro. Un mix di
ricchezza ed esotismo, avvolge
le note balsamiche con tocchi
di Olibano, una resina aromatica araba utilizzata da millenni
nelle cerimonie.
Cire Trudon
Bougie Abd El Kader
Col suo lento e delicato effluvio
evocativo permea l’aria, come
un vento improvviso di libertà
proveniente dalla costa del Mascara che porta con sé il profumo della menta fresca, l’aria
calda e pepata di zenzero e il
profumo di tè e tabacco della
tribù degli Ouled Nail.
ella
ro
Penhaligon’s
Vaara
Nata nel cuore della terra dei
Maharaja il Rajasthan, Vaara
è maestosa e sentimentale;
una dedica d’amore che guarda verso oriente. A firmarla è
Bertrand Duchaufour che con
note come coriandolo, semi di
carota e zafferano, ha ottenuto
un jus elegante che profuma di
fiaba.
pp
Clinique
Even Bet ter Dark
Spot Defense SPF45
Leggero e privo di oli. Non occlude i pori. Contiene una protezione elevata con filtri fisici al
100% adatti alle pelli sensibili.
Si adatta a ogni tono di pelle e
la illumina. Si può stendere sul
contorno occhi, aiuta a prevenire la formazione di macchie
scure.
Zo
diptyque
Géranium Odorata
Custodito in un comodo Rollon in questa nuova eau de toilette per Les Florales s’incontrano due essenze: il Geranio
Africano e il Geranio Bourbon.
Il primo rivela le sue sfaccettature fiorite e vivaci, il secondo
gli accenti legnosi. Un inno alla
gioia e all’estate.
Jardins d’Ecrivains
Shaman
Il manifesto della Beat Generation “On the road” di Jack
Kerouac ha ispirato Shaman:
pregiata Salvia Bianca della California impiegata negli antichi
rituali purificatori. Bruciare due
foglie per auspici, meditazione
ed evocazione di forze naturali
e amiche.
att
ia
questi elementi che renda il
viaggio, ed una volta tornarti il
suo ricordo, indimenticabile.
.M
ALMANACCO DEL
VIAGGIATORE
India, Sahara,
Patagonia non sono
mai stati così vicini,
creazioni olfattive
che proiettano
in terre lontane,
mete desiderabili o
ricordi evocati da un
semplice spruzzo
Il viaggio è una necessità
dell’animo umano, il desiderio
di muoversi, di esplorare terre
lontane. Si può viaggiare attraverso gli occhi, l’olfatto, la
mente o fisicamente; mettendo
in valigia una protezione solare
per il viso, un kit con l’essenziale per il corpo, una candela,
delle foglie di salvia bianca da
bruciare e le fragranze che diventano i nostri veri compagni
di viaggio. Qualcosa che evochi un momento, una persona,
un luogo o la combinazione di
Zenology
Leather Travel Pouch
Black Tea
Una custodia in pelle che contiene tutto il necessario per
la cura del corpo durante il
viaggio. Quattro flaconi Black
Tea: Body Wash, Body Lotion,
Shampoo e Conditioner. Nutrire
la pelle e ristorare il corpo con
prodotti di design sostenibili ed
eco-friendly.
Ph
Testo Alex Vaccani
Foto Matteo Weber
Fueguia 1833
Hornero
L’ispirazione di Hornero è Fumarius Rufus, un uccello che
popola l’Argentina e che costruisce il suo nido con fango
e radici di Vetiver. Questa fragranza è boisé e legnose, con
note olfattive quali Vetiver,
Opoponax e Mandarino che
esaltano la natura stessa dei
sensi.
giugno 2014.indd 1
22/05/14 17:23
Testo e foto Alex Vaccani
22/ La Valigia
76
Mariana Braga
Modella brasiliana di San Paolo, di padre portoghese e madre italiana,
Mariana Braga da undici anni abita in Italia, a Milano, ma nel cuore si sente anche napoletana da parte di fidanzato. Giovane, bella e
affascinante, l’abbiamo vista in diverse campagne di Tom Ford. Come dimenticare quella in cui tra le sue gambe teneva il flacone del
profumo Tom Ford for Men? O quella in cui giocava nuda per la campagna di Neroli Portofino? Con queste ed altre pubblicità come
quella per Love Moschino o per Ernesto Esposito, Mariana si è fatta ricordare e desiderare. Mariana è uno spirito libero a cui piace
viaggiare, passione che riesce a tenere viva grazie al suo lavoro. Il luogo in cui tornerebbe all’istante? La Thailandia. Ama la natura e
gli sport estremi come il kayak, il rafting, la box e la capoeira. Oltre al lavoro di modella Mariana ha recitato nel film Ti lascio perché ti
amo troppo di Francesco Ranieri Martinotti al fianco del comico Alessandro Siani, esperienza che ha amato e che rifarebbe ancora.
Mariana ci ha permesso di curiosare nella sua valigia e questo è ciò che abbiamo trovato...
Roma - Via Frattina, 113
Milano - Via Madonnina, 2 (Brera)
Bologna - Galleria Cavour
New York - 44, Mercer Street
New Opening
Forte dei Marmi - Via Carducci, 12
Chimono Giapponese
Cuffie Beats Dr.Dre
Bikini Calzedonia
Piegaciglia MAC
Occhiali da sole Marc By Marc Jacobs
Lip Balm Carmex
Pinzetta
Struccante
Bioderma Sensibio H2o
Scaldamano
Lucchetto per valigia
Propoli spray
Protezione solare Aveda Sun care
Soin soleil Protective hair veil
Profumo Gucci by Gucci
Borraccia Bobble
Mascherina
Penna
Tappi per orecchie
Cappello vintage
Kefia Zara
MacBook
Rimuovi smalto per unghie Lenço
Impala
www.ashitalia.com
Testo Jean Marc Mangiameli
25/ L’arte di correre
76
24/ Spazi Urbani
76
Parigi > EuropaCity
Il quartiere del futuro? Si
chiamerà EuropaCity, sarà
100% sostenibile e sorgerà nell’area del triangolo di
Gonesse, un comune situato
nella banlieue nord di Parigi.
Il progetto (mastodontico)
prevede la realizzazione di
un mega polo culturale e
commerciale di 800.000
metri quadrati, comprensivo
di strutture ricettive e iper
connesso con l’aeroporto
Charles de Gaulle e il centro
città. Finanziato dalla società immobiliare del gruppo
Auchan, il progetto architettonico è stato affidato allo
studio danese BIG, che lo
ha pensato come a un ter-
rapieno verde perfettamente
integrato col paesaggio circostante; il sottosuolo sarà
riservato ai servizi e alle attività commerciali, mentre
sul tetto troveranno spazio
parchi, giardini, campi sportivi e piste ciclabili. Totalmente
a impatto zero, il complesso
sarà completamente autosufficiente energeticamente
(oltre che fornitore di energia
per le aree urbane circostanti), dotato di protezione acustica, ventilazione naturale
e si avvarrà unicamente di
trasporti elettrici. La fine dei
lavori è prevista per il 2025.
Milano La corsa fluo di
mezzanotte Reduce dal suc-
cesso dello scorso maggio, la
Midnight Run di Milano va in
replica il prossimo 19 settembre. Invariati orario e start
per questa quinta edizione:
si parte ai piedi dell’Arco
della Pace a Mezzanotte con
un percorso rinnovato; 3 o
6 km a scelta ovvero uno o
due giri intorno e nel Parco
Sempione. Novità di questa
edizione una scia luminosa,
grazie alla polvere autoilluminante di I-Glow, che farà
brillare i runners nella notte.
Come sempre il sostegno
sostegno va all’Anlaids, a cui
sarà devoluto 1 euro per ogni
iscritto •
Košice La nonna delle maratone Ha compiuto 90 anni
la Košice Peace Marathon,
la maratona più vecchia
d’Europa, e per celebrarla è
stata di recente inaugurata
una mostra fotografica nella
Expo of the Berlin Halfmarathon a Berlino, che raccoglie i momenti più belli e
significativi della sua lunga
esistenza. La maratona, che
si tiene ogni anno a Košice
in Slovacchia, prenderà il
via prossimo 5 ottobre 2014.
www.kosicemarathon.com •
New York > Il
regno dei Community Garden
TOKYO La pasticceria di Kengo Kuma Per la realizzazione di questa
struttura, sembra che Kengo Kuma si sia divertito a giocare a Shangai con l’architettura. Il singolare edificio-scultura, dalle sembianze
di un cesto di vimini, è interamente rivestito di assi in legno. La tecnica è rivoluzionaria poiché è ad incastro e non prevede l’utilizzo
di collanti o chiodi che fissano la struttura. Al suo interno si trova la
pasticceria Sunny Hills, famosa per i dolci taiwanesi all’ananas, di
cui i giapponesi vanno matti! •
SAN FRANCISCO Pedalare sulle acque...si può! Perché immergersi nel traffico congestionato del Bay
Bridge, quando si può pedalare le acque con due
gommoni saldi alle ruote della propria bici? Non è un
gioco, ma un progetto serio ideato dall’americano Judah Schiller che sogna di formalizzare questo nuovo
tipo di trasporto. A metà strada tra sport e sistema di mobilità, “BayCycle” potrà
partire solo grazie a una campagna di raccolta fondi aperta su IndieGoGo. Nel frattempo Judah ha già fatto le sue dimostrazioni. Da una sponda all’altra della baia: 45
minuti •
Oregon Il tuo coach personale La nuova app per
smartphone Nike+ traccia
le tue corse e ti aiuta a raggiungere i tuoi obiettivi, ti
indica se è la prima volta
che percorri una strada e
segnala i tuoi record personali. Un’app dedicata sia ai
runner novelli che a quelli
più esperti, vi aiuterà tramite motivazioni giustificate a
non sgarrare il vostro allenamento e si prefigge di diventare la più grande community di runner al mondo •
Amsterdam > La casa...va in stampa! È attualmente in costruzione,
affacciata su di un canale della “Venezia del Nord”, la prima casa stampata in
3D. Il procedimento è lo stesso identico della stampa tridimensionale di oggetti; a portare il concept su larga scala ci ha pensato lo studio Dus Architects avvalendosi della tecnologia di KamerMaker. Come funziona? Facciata e interni
verranno stampati con composti bioplastici, che sostituiranno il cemento; saranno così costruite 13 stanze assemblabili a piacimento. Parte della struttura
portante verrà lasciata vuota per permettere il cablaggio e il passaggio della
rete idrica; verrà poi riempita con del materiale isolante e rinforzante (ecologico e sostenibile, ça va sans dire); insomma una rivoluzione che, a detta
degli ideatori, porterà grandi ripensamenti nell’edilizia, evitando molti sprechi
e annullando i costi di trasporto dei materiali. Quando si potrà ammirare e “vivere” la prima casa stampata in 3D? I primi metri sono già stati realizzati, ma
bisognerà aspettare ancora tre anni prima di poterne varcare la soglia.
MILANO Superorto più
Sul tetto del Superstudio Più di Milano c’è un orto, anzi
un “Superorto!”. Il progetto nato dalla collaborazione tra l’associazione n.o.v.a. Civitas e Michelangelo Pistoletto, ospita l’installazione Terzo
Paradiso, un giardino concettuale creato dall’artista per
promuovere l’incontro tra natura e attività umana. Ad animarlo tutta una serie di iniziative culturali, curate da Fortunato d’Amico e dall’associazione AAIIP, in calendario
fino a fine giugno. Per partecipare agli eventi consultate
il sito ufficiale: superortopiu.wordpress.com •
LONDRA Agricoltura nel bunker Se a Milano si coltiva sui
tetti, a Londra l’agricoltura ha trovato il suo spazio ideale
negli ex bunker antiatomici! Il progetto Zero Carbon Food
prevede la coltivazione idroponica di verdura alimentata dalla luce di lampade led. Questo metodo consente la
crescita di vegetali in un ambiente lontano da pesticidi e
scorie chimiche permettendo la produzione di alimenti
biologicamente puri e a km 0! Dall’orto metropolitano al
piatto di casa vostra? Tempo massimo quattro ore! •
Photo by Timothy Schenck. Courtesy of Friends of the High Line.
Dimenticatevi per un
attimo gli immensi e
ordinati ettari di Central Park, perché a
New York esiste tutto
un altro micro cosmo
verde parallelo. Parliamo dei numerosi
community garden, piccole oasi a metà tra giardini fioriti e orti
urbani, completamente gestiti dalle comunità di quartiere; non
solo gente col pollice verde, ma anche artisti e designer che si
divertono a decorare, arricchire e rendere questi fazzoletti di
terra luoghi sociali e a misura di bambino. Disseminati un po’
ovunque oggi se ne contano circa 600, sparsi tra il West Village
e Harlem, passando per Williamsburg e il Queens. Sull’onda di
questa febbre è nata persino un’associazione (Green Guerillas)
che offre servizi di supporto ad hoc, coordinando scambi di bulbi,
semi e piante tra un giardino e l’altro e organizzando il lavoro dei
giardinieri volontari. La loro missione? Trasformare qualsiasi area
abbandonata in orti rigogliosi e giardini accoglienti, per coltivare
cibo a km 0 e sensibilizzare alle tematiche eco. (Nella foto il Creative Little Garden, 530 East Sixth Street, tra Avenue A & B NYC)
Parma Outdoor a colori
New York > Sentenza d’artista Che l’High Line di New York sia la meta preferita dei runner della grande mela è ormai
un dato di fatto. Tra le associazioni che si occupano di gestire questo spazio polifunzionale c’è la “High Line Art”, che si occupa
di mostre fotografiche, eventi ed installazioni che vengono realizzate in spazi ritagliati ad hoc lungo il percorso. Da marzo 2014 e
in esposizione fino a maggio 2015 c’è la prima commessa pubblica per la città di New York dell’artista Ed Ruscha, pioniere della
scena pop concettuale della Los Angeles anni ‘60, oggi uno degli artisti più influenti e riconosciuti al mondo. L’opera, che s’intitola
“Honey, I Twisted Through More Damn Traffic Today”, non è altro che la reinterpretazione di un disegno a pastelli del 1977 riproposto su larga scala e realizzato da una compagnia di professionisti che si occupa di murales; il disegno oggi occupa la parete esterna di un intero edificio che sia affaccia sulla 22nd street. È una delle rare opere pubbliche di Ruscha che qui unisce i suoi interessi
per architettura, linguaggio e spazio pubblico con un commento secco e divertente che strizza l’occhio alla vita contemporanea
della metropoli; un modo per sentirsi ancora più liberi correndo lungo i binari della High Line ricordandoci con un sorriso che nello
stesso momento proprio sotto di noi qualcuno è bloccato nel traffico.
Un
viaggio nel cuore del Brasile al ritmo di Abaya Yala:
qui prende vita la Spring
Summer Collection 2014 di
Erreà Republic. Capi in cotone leggero colorati che
sembrano sprigionare i più
travolgenti ritmi folk sudamericani. Il DNA di Erreà
Republic si ritrova nello
stile training evolution, cool
ed easy. Pantaloncini boxeur in cotone leggero con
profili e logo a contrasto;
capi perfetti per gli spiriti liberi compagni ideali per le
vostre corse outdoor •
26/
76
Testo Jean Marc Mangiameli
27/ Spazi urbani
76
Il deserto
del futuro
Alla scoperta di Masdar City,
l’ambizioso progetto degli Emirati
Arabi Uniti che guarda con coraggio
al futuro. L’obiettivo? Fondare una
città 100% sostenibile. Dove? Nel bel
mezzo del deserto
Provate a immaginarvi la città del futuro. In molti di voi richiameranno alla memoria le produzioni hollywoodiane di
“Guerre Stellari”, “Il Quinto Elemento” o meglio ancora “Blade Runner” di Ridley Scott, forse il film di fantascienza più
iconico in questo senso. Città anguste e spersonalizzate,
grattacieli inquietanti, mezzi di trasporto che fluttuano (non
si sa bene come) e atmosfere decadenti. Eppure oggi, progetti reali alla mano, l’evoluzione urbanistica sembra aver
preso una piega decisamente più smart, ecologica e oltretutto sorprendente. La città del futuro esiste già, si chiama
Masdar City e si trova nel deserto di Abu Dhabi, a 30 km
dalla capitale. Fortemente voluta dal governo degli Emirati
Arabi e disegnata dalle archistar dello studio londinese Foster & Partners, Masdar, (che in arabo significa fonte), sarà
una città totalmente a impatto zero, costruita grazie alle
tecnologie sostenibili e alimentata
dalle energie rinnovabili.
Ebbene sì, a fondarla ci stanno penra del primo quartiere residenziale, il
sando proprio gli sceicchi del petrolio,
progetto punta a essere completato
il combustibile fossile per eccellenza,
nel 2025 coprendo un’area di 6 milioni
consci del fatto che sedersi sugli aldi metri quadrati. Costo totale dell’olori di un’economia basata su di una
perazione: 20 miliardi di euro.
risorsa limitata non garantirà loro un
Sono tanti gli obiettivi di Masdar, in prifuturo. Col primo mattone depositato
mis diventare un laboratorio di ricerca
nel 2006, e a un passo dall’apertue sperimentazione delle migliori tecnologie permettendo la migliore qualità di vita possibile ai propri cittadini.
Per cominciare il 100% dell’energia
sarà rinnovabile, di cui l’80% arriverà
dal solare, generato da un enorme
impianto fotovoltaico (il più grande,
in Asia) che sorge appena fuori città,
mentre il restante 20% verrà prodotto
grazie all’eolico e al geotermico, ma
si calcola che la città produrrà più del
necessario, destinando l’energia in
eccesso ai centri limitrofi. Altra ambizione: essere zero carbon; l’intera
area urbana non permetterà l’uso di
combustibili fossili, quindi saranno
banditi tutti i veicoli a benzina, sostituiti da vetture elettriche che percorreranno strade sotterranee. Questo
sistema di mobilità underground non
28/ Spazi urbani
76
glio del nuovo edonismo sostenibile. Ma gli UAE si difendono
ribadendo che Masdar è nata anche per questo, come laboratorio a cielo aperto, per dare risposte a grandi domande che prima o poi saremo chiamati a fronteggiare. E agli
americani che storcono il naso fanno notare che lo spirito
è praticamente lo stesso della NASA di fine secolo scorso;
grandi investimenti che riflettono il progresso tecnologico di
una nazione. Ma, questa volta, coi piedi ben piantati a terra.
ss14 > errearepublic.com
trafficherà le vie di superficie, studiate per essere percorribili solo a piedi o in bici. Molta
attenzione anche alla water footprint, poiché
Masdar non sprecherà più acqua del necessario; gli scarichi verranno ottimizzati per irrigare le numerose aree verdi e vigeranno dei
limiti per singolo residente; il consumo così
si ridurrà dell’80% rispetto a un comune centro urbano delle stesse dimensioni. E a proposito di verde, in una città sostenibile che
si rispetti, non si può non averne una quota
significativa: parchi, giardini e aiuole verranno
progettati a intervalli regolari perché funzionino come oasi di ristoro, rinfrescando piazze e
vie di quartiere. Ma quel che forse colpisce di
più è che a Masdar, in pieno deserto, il termometro segna dieci gradi in meno
rispetto alla vicina Abu Dhabi. Questo è reso possibile dal
suo orientamento geografico, rivolto a nord est, pensato per
ridurre al minimo l’esposizione diretta ai raggi solari, come
anche dall’architettura e disposizione degli edifici, disegnati per rimbalzare luce e calore e generare frequenti zone
d’ombra.
A lavori ultimati si pianifica che la città accoglierà circa
50.000 residenti. Gli abitanti tipo? Niente paura, nessun
androide, bensì numerosi universitari e accademici che
frequenteranno il MIST - Masdar Institute of Science and
Technology, la prestigiosa università (già inaugurata e operativa) dedicata interamente all’insegnamento, studio e
ricerca sulle energie rinnovabili, ma non solo. A
popolare Masdar si prevede saranno numerosi
lavoratori di multinazionali
e start up, provenienti da
tutto il globo, che mireranno ad avviare business
e attività inerenti all’ecologia e sostenibilità integrata. È già under construction il mastodontico
quartier generale di IRENA,
l’agenzia internazionale
delle energie rinnovabili
così come anche la sede
di Siemens, che sposterà qui il suo headquarter
mediorientale,
mentre
il WWF e l’associazione
« Altra ambizione?
BioRegional hanno già
Essere zero-carbon;
eletto Masdar City uno
l’intera area urbana
tra i migliori siti sul pianenon permetterà
ta da considerare per lo
l’uso di combustibili
sviluppo sostenibile. Non
fossili: saranno
mancheranno poi anche
banditi tutti i veicoli a
strutture ricettive, servizi
benzina, sostituiti da
di accoglienza e attività
vetture elettriche che
commerciali per soddipercorreranno strade
sfare le esigenze dei tanti
sotterranee »
turisti che verranno a visitare questo paradiso della
green economy.
Ma il progetto non è esente da critiche. Alcuni studiosi occidentali vedono la città solo come una grande “Disneyland”, ovvero un grosso specchio per allodole creato per
attirare l’attenzione di investitori e mitigare l’immagine di
quel colosso inquinante che è invece Abu Dhabi. C’è anche chi critica il suo impatto sociologico, definendo questa
enclave un’oasi solo per ricchi, distante da tutto e da tutti,
più vicina a una comunità blindata che a una democratica
città del futuro. Inoltre, bisognerà capire se questo modello
sarà esportabile o rimarrà solo un costoso esperimento, fi-
Milano > Attrice? Anche. È
bellissima e questo potrebbe bastare. Ma in realtà è anche intelligente, spontanea e super tosta.
Occhi mozzafiato, labbra perfette,
e un sorriso che stende. Matilde
Gioli, milanese 24enne, non aveva
la più pallida idea di cosa volesse
dire fare cinema, eppure per uno
strano scherzo del destino – sua
madre vede un annuncio su un palo
a Milano per i casting del nuovo film
di Paolo Virzì – si ritrova ad essere
una delle protagoniste di una delle
pellicole più discusse di questa stagione: Il Capitale Umano. “Quando
non hai gli strumenti di un attore
professionista cosa fai? Tiri fuori la
tua emotività. Ed è subito catarsi.
Una terapia insomma”. Si è laurea-
Testo di Silvia Rossi
30/ Cinema
76
31/ Cinema
76
Tutta colpa
di Truffaut
Pierre Niney, Adèle Exarchopoulos, ClémeNt Métayer,
Mélanie ThIerry: i nuovi volti del cinema francese
ta alla triennale e ora si è iscritta a
filosofia della scienza perché le piacerebbe lavorare nel campo delle
neuroscienze. E il cinema? Il cinema
freme perché Matilde sta leggendo,
valutando e studiando. Per ora solo
per gli esami.
Glasgow > Scottish do it better Ewan McGregor ormai si è rassegnato. James McAvoy gli sta rubando la parte. E qui il cinema non c’entra.
Il bell’attore trentacinquenne è praticamente sul podio degli uomini più sexy
della Scozia. Gusti estetici a parte, quello che c’è da dire su James McAvoy è
che prima di diventare un attore tra i più richiesti ha anche pensato di fare il
missionario. E arruolarsi nella Marina britannica. E che per tirare avanti la baracca, mentre frequentava la Royal Scottish Academy of Music and Drama di
Glasgow, sfornava pane nel forno della città. E pensare che poi sarebbe diventato un super eroe, per essere precisi il Professor X della Marvel. Al momento
lo potete ammirare al cinema nel quinto capitolo della saga X-Men che questa
volta va alle origini della storia e ci farà scoprire come nasce il rapporto tra lui e
il cattivo Michael Magneto Fassbender. Uno scozzese contro un irlandese. Intanto da Hollywood arriva la
notizia dell’annuncio del
sesto: X-Men: Apocalypse;
nell’attesa vedrete McAvoy
nei panni di Victor Von Frankenstein nel remake del celebre romanzo di Mary Shelley targato Fox.
SVIZZERA Quant’è bella giovinezza Il primo è
stato Sean Penn a innamorarsi della regia di
Paolo Sorrentino: l’attore americano è stato il
primo stranger a partecipare a un film del nostro golden director in This Must Be The Place,
film un po’ troppo poco considerato rispetto
all’eccellente qualità. D’altra parte Sorrentino ci
ha abituato bene. Si è preso pure l’Oscar. Sono
ufficialmente iniziate le riprese di La giovinezza, il suo prossimo film. Il cast?
Niente di che…Il due volte premio Oscar Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel
Weisz, Paul Dano e Jane Fonda. Principianti insomma •
LOS ANGELES 20 years old Ha stravolto ritmi e regole di ogni logica e genere, destrutturato, spiazzato, conquistato. Un cult indimenticabile che diventa ventenne.
Pulp Fiction di Quentin Tarantino è sulla scena da ben due decenni. E continua a fare
ballare. Un film che ha riscritto le regole della narrazione cinematografica. Sarebbe
curioso sapere come oggi Tarantino ridirigerebbe la pellicola. Uma Thurman probabilmente sarebbe nuovamente una perfetta Mia Wallace. Tarantino intanto scrive un
western e annuncia Kill Bill Vol.3 •
New York > Versatilità: mode on Si è presentato a bordo
di un pulmino Volkswagen T2 in religioso silenzio tipico delle contestazioni adolescenziali in Little Miss Sushine. Ha toccato gli animi
più romantici e folli con la sua immaginazione sopra le righe in Ruby
Sparks, scritto e interpretato dalla sua compagna di vita Zoe Kazan.
È stato Paul e il suo gemello Eli Sunday accanto a Daniel Day Lewis
ne Il Petroliere di Paul Thomas Anderson. Ma i ruoli che hanno definitivamente consacrato Paul Dano come uno degli attori più versatili
e promettenti di oggi sono due: quello del prigioniero N.1 in Prisoners
con Jake Gyllenhaal e Hugh Jackman e dello schiavista insensibile e
debole in 12 Anni Schiavo di Steve McQueen. Sono ruoli che penetrano nella testa dei cinefili e conquistano il pubblico per le espressioni
che gli mutano il viso. L’attore trentenne è sul set del film di un registra che conosciamo bene, Paolo Sorrentino, ed è in fase di post
produzione Love & Mercy in cui interpreta il mitico Brian Wilson dei
Beach Boys.
LONDRA Do you know me? Ha recentemente recitato nel ruolo di un vampiro di nome Adam che ha definito come “un Amleto interpretato da Syd
Barrett” nell’ultimo poetico film di Jim Jarmusch e presto lo rivedrete. Eppure
quella faccia… Tom Hiddlestone, nato a Londra nel 1981, è il malvagio Loki nel
Thor di Kenneth Branagh o il F. Scott Fitzgerald in Midnight in Paris di Woody
Allen, o ancora il capitano Nicholls in War Horse di Steven Spielberg. Prossimo
ruolo? Il reporter Robert Capa in Close Enough di Paul Andrew Williams •
SOUTH CAROLINA I feel good
L’hanno tenuto
nel cassetto per un po’, poi Mick Jagger ha letto la sceneggiatura e ha deciso di produrlo con
Brian Grazer (braccio destro di Ron Howard). Get
on top, il biopic sul padre della musica soul James
Brown, è oggi un film. Uscirà negli Usa ad agosto. Ritmo no stop ma anche delusioni, successi
e riscatti sociali. Dirige Tate Taylor (The Help),
James Brown è il camaleontico Chadwick Boseman, e con lui cantano e recitano Viola Davis,
Octavia Spencer, Dan Aykroyd e Nelson Ellis •
Pensate alla Francia. Provate a farlo senza quelle banali associazioni legate al cibo o al calcio. Fatelo pensando esclusivamente alla sensualità. Non cascate
nemmeno nella solita frase “Italians do it better”. Siate
sinceri con voi stessi. Quante volte siete rimasti affascinati da una bellezza francese? Qual è il primo nome
che vi viene in mente? Brigitte Bardot? Alain Delon?
È tutta colpa di Truffaut. È colpa sua se le donne – e
Sopra, Adèle Exarchopoulos
non solo - invidiano Catherine e sognano di vivere
e Pierre Niney
(non proprio tutte sia chiaro) le emozioni del triangolo
amoroso di Jules e Jim. E chissà quanti cinefili hanno amato lo stile della Nouvelle Vague, alla ricerca dello splendore del vero, sognando di intervenire nei dibattiti alla Cinémathèque française
tra una sigaretta e l’altra con Jean-Luc Godard e Claude Chabrol.
Ebbene quel tempo passato resta nella memoria di chi oggi fa cinema. E quei nomi di allora
sarebbero felici di trovare nel parterre dei “nuovi volti” visi come quelli delle giovani generazioni
che si apprestano a diventare le prossime icone del cinema francese.
Ne abbiamo scelti quattro, ognuno per un motivo diverso.
Ph. James Veysey/Camera Press; ph.Tim Knox/Eyevine. © contrasto
A cura di Silvia Rossi
Pierre Niney. Perché prima di essere un bravo attore di cinema è stato il più giovane attore (aveva 21 anni, oggi ne ha
25) ammesso alla prestigiosa Comédie-Française, il teatro e
compagnia istituzione fondata da Luigi XIV. Molière sarebbe
fiero di lui. Per il suo viso triangolare, gli occhi all’insù e il naso
all’ingiù. Ha da poco interpretato lo stilista Yves Saint Laurent
nel biopic di Jalil Lespert. Non provate a contattarlo, è troppo
impegnato a teatro.
Adèle Exarchopoulos. Perché la sua spontaneità spregiudicata in La vita di Adele di Abdellatif Kechiche, dove recita con
la bellissima Léa Seydoux, ci ha aperto i sensi. Tutti. Un film
che racconta nel profondo la storia della formazione di un’adolescente che scopre, non senza difficoltà, la propria strada.
Personale, professionale e sentimentale. E s’innamora di una
Accanto, Mélanie Thierry
e Clément Métayer
pittrice dai capelli blu. Adèle ha quel viso magnetico e ingenuo
di una ragazza di 21 anni che strega. È in fase di pre-produzione
il suo prossimo film: The Last Face. Regia di Sean Penn.
Clément Métayer. Perché nonostante abbia solo 23 anni e
gli anni ’70 li abbia esclusivamente recitati nel film Qualcosa
nell’aria di Olivier Assayas,
dove interpreta un appassionato cinefilo, sembra
che li abbia vissuti davvero.
Conosce la musica del periodo, è preparato in tema
di politica e si emoziona se
vede i giovani lottare per
degli ideali. È uscito in Francia La Ritornelle di Marc Fitoussi con Isabelle Huppert.
È in fase di post produzione
La vita oscena dell’italiano
Renato De Maria.
Mélanie Thierry. Perché ha
fatto due film con registi
italiani: Giuseppe Tornatore
e Ricky Tognazzi. Perché è
bella sempre, scapigliata o
bon ton, ed è anche un po’
antipatica. Nel film di Terry
Gilliam The Zero Theorem
con Christoph Waltz è la
virtuale tentazione dell’eccentrico protagonista genio
dell’informatica. Parrucca rosa fluo e costume da infermierina
sexy per un’interpretazione divertente. Attualmente è sul set
con Olga Kurylenko e Benicio del Toro per A perfect day, un
film di Fernando León de Aranoa.
32/ Design
76
A cura di Marco Magalini
33/ Design
76
A cura di Marco Magalini
Cagliari > Arte Onirica
impegnato nella creazione di gioielli, oggetti per la casa e arredi con l’intento
di solleticare le aspettative e generare sorpresa nei propri clienti. È questa la
filosofia progettuale di Alisia Melka-Teichroew, fondatrice e direttore creativo
di byAMT Inc che, operando in diversi settori del design e della creatività in
generale, prende forme iconiche e le rivisita con un twist contemporaneo,
dato da variazioni strutturali o da un inaspettato uso del materiale. Così nasce Quintessence, una collezione di classici anelli nuziali proposti in acrilico;
la Peasant Collection, fatta di arredi contemporanei realizzati però utilizzando
un legno rustico e grezzo; Jointed Jewels, eleganti collane, braccialetti e anelli
creati con una stampante 3D, strato dopo strato. Una visione del design che
più che sulla praticità si concentra su quel tocco di stravaganza, in grado di
generare in chi vi viene a contatto una reazione, sia essa un semplice sorriso
o un più accorato dibattito.
Rotterdam > All
Of A Piece Rachel
Griffin, designer americana di Earnest studio,
ha fatto del suo lavoro
una continua ricerca
sui metodi di produzione tradizionali e industriali, concentrandosi
sull’innovazione intesa
come un approfondito studio sui materia-
li, sulla modularità e
sulla trasparenza delle
costruzioni. Gli stessi valori perseguiti da
Dana Cannam Design,
uno studio multidisciplinare impegnato
nella costruzione di
relazioni tra artigianato
e tecnologia. Dalla collaborazione di queste
due realtà ad altissimo
contenuto qualitativo è
nato il progetto All-ofa-piece, una collezione di oggetti da tavolo
Milano Metropolis
Sette mobili in edizione limitata, numerati e firmati
dall’autore: volumi in pregiato legno di noce, incorniciati in strutture reticolari
di ferro verniciato nero, attraversano lo spazio in modo sempre diverso, delineando forme architettoniche che evocano la skyline della metropoli archetipa,
cristallizzata nel tempo e bloccata nell’immaginario collettivo. Giacomo Moor
è il designer che ha progettato Metropolis per Post Design Memphis, lasciando il sistema in una dimensione ambigua in modo che sia l’utente
a scoprire piccoli scompartimenti segreti, cassetti e porte scorrevoli •
Amsterdam NO MEET ON MONDAY Annabet
Philips, giovane designer olandese che vive e
lavora ad Amsterdam, non crea un manifesto del
vegetarianismo. Si pone tuttavia delle domande
sulla sostenibilità ambientale e sociale, legate
alla produzione su larga scala di alimenti di derivazione animale, quali carne o pesce. È da queste riflessioni che nasce No Meat on Monday, una collezione di piatti
in ceramica dove la bistecca o il pesce arrosto sono già presenti: basta
cedere all’illusione ottica e aggiungere le verdure di contorno •
modulari composta da
un vassoio, una ciotola, un porta-candele e
un tagliere. I materiali
utilizzati sono dei più
pregiati: marmo, granito e legno, tutti muniti
di magneti invisibili che
connettono un modulo
all’altro, per creare oggetti e configurazioni
sempre diverse. Fra
due moduli è inoltre
prevista la possibilità di inserire una luce
LED, in modo da creare
particolari atmosfere e
inventare ulteriori usi
per l’oggetto. Dal più
Vito Nesta
piccolo sottopentola
al più importante centrotavola, matericità
diverse, espressione
di attenta lavorazione
e finitura, entrano in
contatto in giochi di
accostamenti sempre
nuovi, ampliando l’interazione con l’oggetto
e ampliando i campi di
utilizzo, che dalla cucina spaziano allo studio
e ai vari ambienti della
casa. Orazioni artigianali.
Dalla collezione sartoria a sbarbino,
la sua è una battaglia contro l’indifferenza
Santiago del Cile Bravo!
Progettazione e metodologia, il brand cileno
‘Bravo’ punta sull’innovazione nella semplicità e nel rispetto dei confini ineludibili della funzionalità. Alla base del loro lavoro c’è lo studio delle tecniche di making e carpenteria tradizionali e la combinazione di queste con le
tecnologie più recenti. “Crediamo veramente che l’uso rispettoso dei materiali nobili sia diventata una vera e propria formula di lavoro”. La loro attività spazia a trecentosessanta gradi nel mondo dell’arredo: dagli interni di
negozi a strutture pop-up per i festival locali fino ai complementi d’arredo •
Houston Mobili da vivere
Michael Garman è la mente e le
mani dietro al progetto che porta il suo nome. Egli crea ogni
prototipo nel suo piccolo studio proprio fuori il perimetro urbano di Houston, in Texas, ritenendo che per fare un mobile occorrà
conviverci. La prova del nove per sapere se un oggetto ha senso
di esistere? Bisogna ‘desiderare di toccarlo, averlo al proprio fianco e quasi accudirlo’. Iperbole a parte, Garman nelle sue collezioni
omaggia forme geometriche di base, superfici senza soluzione di
continuità e finiture pulite e celebra le bellezze naturali e le nuove
frontiere dell’artigianato artistico e del design contemporaneo •
Atypical: Ph. Giovanni Gennari
New York > Sorpresa inaspettata Lo studio newyorkese byAMT è
La Fille
Bertha è l’alter-ego dell’artista cagliaritana Alessandra Pulixi che, fin da piccola,
sviluppa una sua poetica fatta di bozzetti
spontanei e quasi compulsivi. L’evoluzione
nel 2009, quando si concretizzano sui muri
della sua città trasformandosi in Street
Art. Quello che crea è un mondo incantato che colloca La Fille Bertha in una
dimensione onirica e surreale. Un
anacronismo storico in cui dalla
realtà si cerca un rifugio. Ecco che
La Fille Bertha si trova collocata in
un universo parallelo popolato
da strane creature dalle sembianze femminili,
apparentemente simili tra
di loro, che si mostrano allo
spettatore con uno sguardo che
racchiude al contempo un sottile filo di vanità e mistero. Le
sue figure vivono in atmosfere dai toni delicati e silenziosi,
immerse in pattern irregolari
che ricordano le illustrazioni
dei libri per l’infanzia, ma
con una visibile influenza
Manga e un tocco di New
Pop, soprattutto per le
cromie e la bidimensionalità
dei personaggi, una citazione del Superflat
dell’artista giapponese Takashi Murakami.
Bari. Il viaggio, anche mentale, come costante della vita, una necessità che serve
a dare continui stimoli alla creatività, perché non c’è sapere senza conoscenza.
Parlando con il giovane (per davvero) designer Vito Nesta, si capisce che il suo è
un lavoro di suggestioni che partono dal
mondo del ricordo e atterrano qui ed ora.
La prima dimostrazione della sua estetica,
gentilmente rubata al ‘lifestyle’ dei primi
del Novecento, l’aveva data con la collezione Sartoria: un omaggio alla nonna e
agli strumenti che utilizzava per cucire.
Ecco che il ditale diventa macro e si trasforma in un vaso, l’ago in un vaso monoflore, i bottoni in piatti e così via. Chiuso
questo capitolo se ne apre un altro, che
spinge a dargli ragione quando chiede di
essere definito come un ‘chirurgo dell’upcycling’ e non un semplice interior designer. “Mi definirei un artista che recupera e
assembla nuovamente materiali e oggetti
dando loro una loro funzione, in un viaggio
Atypical
Gli anni 60 ispirano una linea di
alla ricerca di una nuova identità. Con i
miei lavori voglio sollecitare a guardare,
tavole da skate - come trasformare
a non abbandonare e a non dimenticauna passione adolescenziale
re con indifferenza oggetti che, dopo
essere stati acquistati e brevemenin uno stile di vita
te usati risultano, ad un tratto e a
volte senza ragione, declassati a
Monza. Creatività è ha visto scarse innovazioni, il team di Atmateriale di scarto”. La new entspesso essere in grado ypical si distanzia dal panorama generale
ry in casa Nesta è Sbarbino, una
di affiancare mondi di- realizzando tavole cruiser di alta qualità,
lampada che riproduce, massiversi, immaginando nuove interamente fatte a mano, che diventano
malizzandoli, i pennelli da barrealtà grazie ad ispirazioni così pezzi unici. Nasce in questo modo la
ba, proprio in un momento nel
completamente estranee al collaborazione con lo studio grafico parigiquale l’arte della barba ben
contesto. È questa la creati- no Say What, fatta di tre pezzi in cui la loro
fatta, dei baffi e dei barber
vità che hanno fatto propria estetica è chiara: un grafismo geometrico
shop (con grafica rigorosai ragazzi di Atypical, un team vagamente retrò, ispirato ai pattern delle
mente vintage) torna alla
interamente italiano composto prime tavole da surf degli anni Sessanta
ribalta con un pubblico di
da Nicolò Formenti, Alessandro e Settanta, creando un ponte diretto tra la
nostalgici fashionisti che
Mitola e Andrea Pinca, cresciuti contemporanea realtà skater e il mondo
non possono rinunciare
professionalmente attraverso per- surfistico della California di quegli anni. Un
ad un baffo sagomato
corsi diversi ma accumunati dalle prodotto che rifiuta la produzione di massa,
o ad una folta barba
stessa volontà di riprendere la tra- i cui ideatori tornano alle origini e lavorafintamente trasandizione artigianale nella sua semplici- no con dedizione e fatica, occupandosi in
data •
tà e autenticità, e di trasformare una prima persona di ogni singola fase del propassione adolescenziale, quella per lo cesso produttivo, con l’obiettivo di creare
skate-board, in una professione crea- un prodotto dall’immagine nuova in grado
tiva. In una realtà estremamente legata di avvicinarsi all’uso urbano che sempre
allo Street Style che dalla sua diffusione più viene fatto dello skate •
76
A cura di Anselmo Bianconi
35/ Portfolio
76
in
She’s
34/
fashion
Fuori e dentro la moda.
E i musei. E le pagine dei magazine
internazionali. È l’universo
delL’olandese Viviane Sassen,
che celebra 18 anni
di fotografia di moda
Urban_216x322 26/05/14 13.29 Pagina 1
36/ Portfolio
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avvicinava quasi alla performance art,
alle collaborazioni con i magazine indipendenti - Purple, Pop, Double, Dazed per
citarne alcuni - e le campagne per le maison più prestigiose, da Miu Miu a Carven
passando per Bergdorf Goodman.
Dal nuovo allestimento di questa mostra
- che sta girando l’Europa arricchendosi
in ogni occasione di lavori o accostamenti inediti - viene fuori l’approccio unico e
l’innovativa capacità d’interpretazione
della Sassen, tra le più influenti artefici
dell’ondata di rinnovamento nel vocabolario visivo della
fotografia di moda
contemporanea.
Francoforte sul Meno. L’olandese Viviane Sassen - artista speri-
mentale e reginetta dell’editoria indipendente - sottolinea spesso che il suo rapporto con la moda è un po’ controverso. L’ama - perchè le permette di esprimersi rimanendo all’interno del
mezzo fotografico, ma talvolta la mal tollera: le infinite sessioni
di trucco e parrucco le risultano snervanti. Eppure oggi molta
della sua notorietà è dovuta a questo versante del suo lavoro:
da 18 anni collabora con le più importanti testate del settore e,
un editoriale dopo l’altro, è riuscita a imporre un linguaggio unico e riconoscibile.
In Olanda è nota soprattutto per i suoi
lavori in SudAfrica per i quali vinse il
Prix de Rome nel 2007. I colori accesi e
contrastati, i grafismi delle donne sotto
agli alberi al riparo dal sole. Suggestioni
che dall’infanzia sono approdate intatte ai suoi photobook, dove al meglio si
sposano vocazioni documentaristiche e
fine-art.
Una retrospettiva della sua carriera nella moda va in scena questa stagione al
Fotografie Forum Frankfurt con la mostra
“Viviane Sassen. In and Out of Fashion”.
Una selezione di lavori che va dalle sue
serie più iconiche degli esordi, dove si
Pgg. 28/29.
In senso orario
“Quicksande”,
2007, per Mixt(e)
Magazine;
“Grapes”, 2010,
dalla serie Sol &
Luna;
“#3”, 2003, per
Kutt Magazine;
“Untitled #02
(Anna)”, 2011,
dalla serie
Foreplay;
Senza titolo,
2011, per Double
Magazine;
“E’s Jacket”, 2005,
dalla serie Realm.
Rock
Maniac.
Pg. 30.
In senso orario
Senza titolo,
per Acne Paper;
Senza titolo,
2011, per Double
Magazine;
Senza titolo, dalla
serie Sol & Luna.
“Viviane Sassen.
In And Out Of
Fashion”, dal 17
Maggio al 17 Agosto al Fotografie
Forum Frankfurt
di Francoforte sul
Meno
www.fffrankfurt.org
Make love with Rock.
38/
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Fotografia
omar macchiavelli
Stile
ivan bontchev
Maglione
Levi’s Made & Crafted
Nella pagina accanto
SENZA ARTIFICI
Pantaloni Acne Studios,
T-shirt vintage da SOUS
Vintage Shop Milano
39/
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41/
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T-shirt Sandro Paris,
pantaloni Sansovino6.
Camicia vintage,
cintura: stylist’s own
Pantaloni Vivienne Westwood, boots Kenzo.
Giacca vintage, cintura: stylist’s own
Polo Vivienne Westwood, camicia Acne Studios,
occhiali Maison Martin Margiela for Mykita
Camicia Uman,
pantalone Sansovino6.
Nella pagina accanto
Cappotto Paul Smith,
maglione Sansovino6,
t-shirt COS,
shorts Fred Perry,
boots Kenzo
43/
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44/
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Nella pagina accanto
Cappotto ASOS,
shorts vintage,
boots Kenzo.
Grooming Rory Rice/
W-M Management
Ass. stylist
Giulia Meterangelis
Ass. fotografia
Martino Gerosa
Modello
Roberto S/Why Not.
Tutti i capi vintage:
SOUS Vintage Shop
Alzaia Naviglio Pavese, 52
Milano
Cappotto Neil Barrett, shorts vintage, boots Kenzo
Cappotto MSGM, T-shirt COS, occhiali Maison Martin Margiela for Mykita
MOODBOARD • Urban per sugar
UNO STILE oltre il TEMPO
Cultura, tradizione, emozione... guardando al futuro.
Questa è la filosofia di Sugar.
Parigi. Rigorosamente
black & White
Il multi-talento Hedi Slimane, designer e oggi direttore creativo di
Saint Laurent, è noto per lo sguardo
in bianco e nero; con la sua macchina fotografica ha immortalato vip e
cantanti della scena underground.
Dal prossimo 19 settembre sino all’11
gennaio 2015 presso la Pierre BergéYves Saint Laurent Foundation di
Parigi saranno esposte le fotografie
che Slimane ha scattato nel corso degli ultimi quindici anni, tra cui
spiccano i ritratti di Keith Richards,
Brian Wilson, Lou Reed e Amy Winehouse. “Hedi Slimane: Sonic” è il
titolo scelto per la retrospettiva.
Roma. Radiazioni artistiche
Si svolgerà alla Federica Schiavo
Gallery la terza mostra personale
dell’artista americano Jay Heikes.
La mostra Ra nasce dalla fascinazione di Jay Heikes per la natura radioattiva degli oggetti, stimolata in
particolare dalla conoscenza delle
ricerche controcorrente di Marie e
Pierre Curie sulla scoperta del Radio nel 1898 e dal mito legato alla
divinità egizia del sole. Per l’artista,
l’accidentale rimando di entrambe
le storie alle due lettere R e A, simbolo del Radio e nome del dio Sole,
si è connesso al bagliore radioattivo che questi racconti rappresentavano. L’artista ha rivestito diverse
superfici della stanza con cartoni
tinti col colorante fosforescente,
circondandosi di un bagliore che
imita l’anima più profonda dei propri impulsi creativi.
Bolton, Uk. Suoni Noir
Pochi artisti sono in grado di seguire una precisa traiettoria come
ha fatto Timber Timbre nel corso
della sua carriera, come se tutto
fosse già a fuoco nella sua testa.
Taylor-Kirk, partendo da un suono
swamp-folk, ha creato dischi sempre più consistenti fino ad arrivare
alla svolta cupa e contemporanea
di Hot Dream, colonna sonora perfetta per un ipotetico film noir. Un
album coeso e intriso di nostalgia
per quando il mondo era un posto
più semplice, che si manifesta tramite suoni abrasivi e atmosfere da
incubo.
Sugar - Corso Italia, 19, Arezzo
www.sugar.it
Ritratto di Lou Reed © Hedi Slimane. Courtesy Pierre Bergé-Yves Saint Laurent Foundation, Paris. Timber Timbre © Arts&Crafts. Jay Heikes, installation View (Room 3), 2014. Courtesy Federica Schiavo Gallery, Roma.
Suggestioni della strada, arte contemporanea, design come fonti
di ispirazione per le collezioni A/I
2014/15 proposte da Sugar; un contenitore neutro, un canale media
che trova, decodifica, interpreta e
propone stili e tendenze provenienti da tutto il mondo.
Urban per lancia
Lancia Fashion District
Terzo appuntamento con Lancia Ypsilon Elefantino che ci guida
tra le capitali europee alla ricerca dei negozi che dettano tendenza,
come le sue nuove colorazioni protagoniste dell’estate 2014.
Lanciata lo scorso marzo, oggi la nuova collezione Ypsilon 2014 si amplia ancor di più offrendo
sei pack di personalizzazioni - due per ognuno
dei tre diversi accenti di colore - in linea con le
ultime tendenze in atto nella moda e nel design
che la portano ad essere la macchina più cool.
Ecco allora una linea di grafiche caratterizzanti
il montante laterale e i copriruota, disponibili in
‘Camouflage’ sulla variante Lime, in ‘Animalier’
sulla Watermelon e ‘Pois’ sulla Coconut. Spazio
anche alla seconda linea di personalizzazioni - denominata ‘Colour Touch’ - che propone
le calotte degli specchi retrovisori e i copriruota
verniciati rispettivamente in giallo Lime, in rosso
Watermelon e in bianco Coconut. Da sempre per
Ypsilon il colore non è solo un’espressione estetica, ma parte integrante di una filosofia di prodotto basata su eleganza, glamour, personalità e
la massima possibilità di customizzazione. Ed è
proprio la personalizzazione il tratto fondamentale della Collezione 2014 di Ypsilon Elefantino:
basti pensare che sono infinite le combinazioni
possibili tra colori e dettagli; un ‘offerta straordinaria capace di soddisfare qualunque richiesta
di distinzione da parte di un cliente sempre più
attento e selettivo nelle sue scelte di acquisto.
IBIZA
L’istituzione: “From the beach to the club” è lo
slogan della boutique NOON, un must dello
shopping ad Ibiza, tappa obbligatoria per tutti i
fashion victim che sbarcano sull’isola. La boutique offre un’ampia selezione che spazia dal beachwear all’abito da sera, connubio della doppia
personalità di Ibiza. Vestiti sia per lui che per lei
in una vasta selezione di designer quali Affliction, Christian Audigier e Paco Chicano esposti
tra scaffali in pietra, chandelier imponenti e mura
altissime.
NOON Calle Miguel Caieta Soler, 9,
07800 Ibiza, Islas Baleares, Spagna
Il consiglio dell’insider: reVOLVER è lo spot perfetto per scegliere il vostro look ibizenco: viaggiate leggeri e al vostro shopping ci pensa il servizio
VIP offerto dalla boutique, che seleziona i suoi
capi seguendo le vostre indicazioni e ve li porta da provare direttamente a casa o in hotel. La
boutique è la meta preferita dei clubbers più sofisticati dell’isola grazie ad un’attenta selezione
di brand prestigiosi quali Marc Jacobs, Vivienne
Westwood, See by Chloé e Comme des Garçons.
reVOLVER Carrer Bisbe Azara, 1,
07800 Eivissa, Islas Baleares, Spagna
www.revolveribiza.com
CAPE TOWN
L’istituzione: Il Loadin Bay è un negozio di abbigliamento, caffetteria, bistrot e marchio premium
che al suo interno ospita anche lo store design
Biblioteq. Il caffè migliore della città, colazioni in
stile libanese, libri particolari, e una selezione di
vestiti di marca che comprendono Blue Blood jeans, Le Coq Sportif, Holland Esquire e Scotch &
Soda, tutti racchiusi in un unico ampio spazio. Il
Loading Bay è uno degli luoghi più interessanti e
dinamici di Cape Town, punto d’incontro dei giovani creativi e di chi ama le novità.
Loading Bay 30 Hudson St, Cape Town 8001,
Sudafrica. www.loadingbay.co.za
lancia fashion district
Il consiglio dell’insider: la boutique Mungo & Jemima è definita come l’hot spot dei fashionista di
Cape Town. Con il suo look total white è la patria
sia dei giovani artisti emergenti che dei talenti
affermati del Sud Africa. Le proprietarie Marian
Park-Ross e Kirsty Bannerman hanno anche
due linee personali esposte in negozio: Good
Clothing e Cappelia. Se siete alla ricerca di qualcosa di particolare che evada gli schemi, questa
è la boutique che fa per voi. Tra i marchi presenti:
Sway, Missibaba, Skermunkil, Superella, Tanya
Wheeler, Twostars e Brut Savage.
Mungo & Jemima
108 Long Street, Corner Church Street
Cape Town - www.mungoandjemima.com
COPENHAGEN
L’istituzione: Il concept dello store, la selezione
dei vestiti e il personale di Storm hanno tutti dei
punti comuni: sono giovani, belli e devoti alla
moda. La selezione dei capi presenti in negozio
è alta e spazia da Dior Homme a Dries Van Noten passando per Chloè e Ann Demeulemeester;
non ci sono altri negozi in grado di fornire questa
selezione a Copenhagen. Nei locali moderni di
Storm potrete inoltre trovare una vasta selezione
di riviste, dischi e libri d’arte che vi terrano occupati tra una prova d’abito e l’altra.
Storm
Store Regnegade 1, 1110
København, Danimarca
www.stormfashion.dk
Il consiglio dell’insider: Il Nag Store di Copenaghen è il paradiso di ogni fashion addicted:
l’ampia selezione del negozio offre sia designer
danesi che internazionali tra cui Rick Owens,
Damir Doma, Lagerfeld, Knomadik, Sons of William e TPN. Nello store sono presenti anche una
selezione di gioielli, scarpe, prodotti per il corpo
e libri da collezione; c’è una zona riservata alle
collezioni pop up e spesso vengono organizzati
eventi, presentazioni esclusive e anche concerti.
Nag
Silkegade 3, 1113
København, Danimarca
www.nagpeople.com
76
Kendal, Uk > Presente
Intenso “Present Tense”
segna una svolta nella discografia dei Wild Beasts che
approdano oggi ad una nuova forma di “Art Pop” meno
selvaggio e con una forte
propensione
elettronica,
dove in supporto subentrano
come co-produttori Lexxx
e Leo Abrahams. Un quarto
disco in riposta ad un presente intenso, che sembra
incalzare i componenti del
gruppo proprio come accade
per i protagonisti del videoclip di “Wanderlust”, singolo
che contiene anche la cura
a questa pressione, in uno
stato di serenità conquistata
e celebrata in queste undici
tracce.
“Present Tense” è una fuga
da questo presente o è un
modo per esprimerlo?
Penso sia più un modo per
esprimerlo. Quello che abbiamo cercato di fare – dal
punto di vista artistico – è
Canada > Il marinaio con le scarpette
rosse Ha venticinque anni ma ha vissuto in modo intenso la canadese Kiesza, che con il suo primo singolo
“Hideaway” ha raggiunto la vetta delle chart di mezzo
mondo e oltre 20 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Capello rosso, pelle diafana, occhi azzurri ed una personalità forte ed eccentrica che l’ha portata a sedici
anni ad arruolarsi nella Royal Canadian Navy, la marina
militare canadese, e contemporaneamente a partecipare al concorso di Miss Universo come rappresentante
del suo paese. La sua prima passione è stata il ballo,
giovanissima eseguiva coreografie jazz e di tip-tap nei
Young Canadians, fino a quando a sedici anni si è rotta
un legamento del ginocchio. è proprio la coreografia DIY
che esegue nel video di Hideaway ad aver dato il via al
fenomeno virale, tutti ad imitarla filmandosi a scuola,
per strada, al mare, scatenandosi su una combinazione
riuscita tra bassi house di Chicago, drum machine e sintetizzatori EDM. Gli anni ‘90 sono ancora tra noi.
stato imporci. Oggigiorno il
mondo è travolto da stimoli
sotto ogni aspetto e soprattutto sotto quello musicale:
c’è tanta musica - gratuita
- ovunque. Devi colpire piuttosto che, semplicemente,
accadere. Abbiamo cercato
di raccogliere tutti i singoli pezzi e fare in modo che
tutto suonasse chiaro e al
meglio, avvalendoci certo di
espedienti da studio e di un
universo fatto di computer,
ma senza che questi mascherassero le imperfezioni
nella ricreazione di un disco
soprattutto onesto.
E questa “pulizia” emerge
molto durante l’ascolto, un disco disseminato a suo modo
di dettagli, quasi un lavoro di
decorazione artistica...
Sì, anche se abbiamo ridotto
all’essenziale questi componenti decorativi, mentre
quelli rimanenti dovevano
suonare perfetti. Abbiamo
sperimentato nuovi approcci. Penso alla batteria: Chris
ha spesso registrato ogni
51/ Musica
76
Interviste di Marco Cresci
Ritratto Tune Yards di Holly Andres
50/ Musica
A cura di Marco Cresci
parte separata perché non
riusciva a far suonare l’insieme come desiderava: una
ricostruzione meticolosa per
piccoli tasselli. Sì, intanto io
mi lamentavo perché volevo
registrare le parti vocali! Ma
in realtà tutto questo tempo
è stato poi ripagato da un
mondo che lentamente cresceva, ed emergeva, in una
nuova esperienza illuminante. [Intervista di Francesco
Mascolo]
Sheffield, UK > Gente comune Jarvis Cocker, leader dei
Pulp, è una delle menti più geniali,
controverse e amate in Inghilterra,
il portavoce dei “loser”, l’outsider
chic con gli occhialoni da nerd:
intelligente, elegante, sfacciato e
che sul palco si trasforma in un
anchorman d’eccezione che intrattiene le folle. Quando i Pulp
fanno un concerto, muovono
migliaia di persone perché in Inghilterra sono un’istituzione, patrimonio nazionale. “Pulp: a film
about Life, Death & Supermarket”
è un documentario girato durante
il tour della loro reunion nel 2012
e racconta tutta l’essenza della
band di Sheffiled; e come la loro
canzone più celebre, l’inno “Common People”, lo fa intervistando
la gente comune, il macellaio, le
alunne della scuola di danza, le
vecchiette sedute sulla panchina,
perché tutti conoscono i Pulp e
tutti hanno qualcosa da raccontare. Il film in Inghilterra è da poco
uscito al cinema: noi da brave persone comuni aspetteremo il dvd.
Owlle
Owlle è l’autrice di Ticky Ticky, brano electropop trascinante
che apre le porte ad un disco seducente, noir e spontaneo,
intriso della personalità di chi lo ha scritto.
Il suo vero nome è France Picoulet ma artisticamente è Owlle: 27 anni, francese, è uno spirito libero da ogni pregiudizio, una bohémien
contemporanea che segue il suo istinto e lo
trasporta in musica. “France” è il titolo del suo
debutto, un omaggio alla sua nazione ma anche il suo vero nome. Non ha caso ha posato
a seno nudo per la cover, un modo per dire:
eccomi, sono qui e la mia musica è la mia seconda pelle.
Sei spesso paragonata ad altre artiste femminili
quali Lykke Li, Bat for Lashes o gli Austra, ti ritrovi
in qualche modo nel mondo di queste artiste?
Londra Scivolone d’autore Nasce da un’idea del marito Sebastia-
no Properzi, produttore e metà del duo dance Luca C & Brigante,
l’e.p. Di Roisin Murphy Mi Senti, in cui reinterpreta cinque classici
del pop italiano d’autore: “Ancora Ancora Ancora”, “Pensiero Stupendo”, “Ancora Tu”, “Non Credere”, “La Gatta”. L’idea poteva esser
anche carina e forse all’estero suonerà come un qualcosa di esotico e chic, ma Roisin poteva sforzarsi d’imparare un poco di più la
pronuncia in Italiano che suona come la versione 2.0 dei dischi di
Cicciolina, ma senza l’ironia •
Detroit La “macchina” va in ristampa Machina/The
Machine of God è stato il quinto album degli Smashing Pumpkins,
l’ultimo con alcuni membri originali della band prima di
diventare il progetto esclusivo di Billy Corgan. L’album che
doveva essere un doppio concept venne ridotto ad un unico
disco dall’etichetta viste lo scarso successo del singolo che lo
anticipava “The Everlasting Gaze”. Billy Corgan ha da poco
annunciato che entro la fine dell’anno l’album verrà ristampato e rimasterizzato
nella versione in cui era stato concepito, ovvero in doppio formato •
Milano Giovani promesse Prima di arrivare ad incidere il loro primo album I Want,
i The Kolors hanno avuto il privilegio di aprire i concerti di Paolo Nutini e The Gossip, scaldando il pubblico con il loro mix calibrato di pop, rock e funky. Sono un
giovane trio d’origine napoletana con base a Milano, l’album è stato masterizzato da
Mike Marsh all’Exchange studio di Londra mentre la cover l’ha scattata l’occhio autorevole di Cesare Monti Montalbetti, celebre fotografo che ha definito l’immagine
dei dischi di Lucio Battisti •
Brixton, UK A volte ritornano Sono passati cinque anni dal-
lo straordinario debutto dei La Roux, da allora Ellie Jackson
voce e immagine del duo, si è separata artisticamente
dal suo compagno Ben Lagmaid, ha perso la voce ed
è uscita quasi totalmente fuori di testa. C’è voluto un
po’ di tempo per mettere insieme i pezzi del puzzle
e decidere di tornare sulle scene come atto solista. Il
nuovo album Trouble in Paradise uscirà il prossimo 7 luglio, e ad anticiparlo c’è il synthpop
del singolo “Let Me Down Gently”.
Bentornata Ellie •
Mi lusinga essere paragonata ad artisti di
questo calibro, ma non mi piace molto essere
categorizzata. Detto questo durante la creazione del disco ho ascoltato anche la musica di Lykke Li e Bat For Lashes e credo che
il mio approccio alla musica sia simile al loro,
mi piace descrivere le mie canzoni come dream pop perchè hanno un lato malinconico e
dark soprattutto nei testi, anche se la musica
ha un impatto più dance. Ho giocato molto su
questo contrasto, sull’idea di far ballare e far
divertire le persone comunicando qualcosa
allo stesso tempo.
Hai intitolato il tuo debutto col tuo nome:
proprio “France”. Lo consideri un concept
basato sulla tua personalità, sul tuo modo
d’essere e di esprimerti?
tUnE yArDs
S’intitola Nikki Nack il terzo album dell’americana
Merrill Garbus aka tUnE yArDs, che con le sue
canzoni ha dato un nuovo significato alla parola pop.
Quello di tUnE-yArDs è
un mondo a parte, ogni
Ho creato il mio album come se fossuo album ci conduce in
se un paesaggio che racconta fatti
un viaggio che sfocia dalla
personali, non c’è una storia comusua folle psyche mettendo
ne quindi non lo definirei un vero
insieme melodie sbilenche,
concept, ma c’è un’intenzione
ritmi tribali e campionamencomune tra le canzoni, una sorti legati da una voce in grado
ta di legame emozionale che si
di reinventarsi ad ogni traccia.
esprime attraverso il ritmo e il
Nikki Nack vi catapulterà in un
movimento di ciascuna canmondo fatto di rumori, coriandozone. Il mio desiderio più
li, pon-pon e invenzioni pronte a
grande è che le persone lo
scoppiarvi tra le mani, come quelle
ascoltino per intero dall’icreate da Pee Wee Herman, idolo
nizio alla fine. Spesso mi
d’infanzia di tUnE-yArDs.
capita di rimanere delusa
da artisti che mi piacciono perché compongoCon questo album hai messo in gioco le
no album riempitivi, ci
tue abilità di cantante, è una mia impressono tre canzoni belle
sione o ti sei spinta oltre sfidando le tue
e il resto non regge
abilità?
l’intenzione •
Ti dico di sì, ma la verità è che c’è molta improvvisazione nel disco. Allo stesso tempo
però ho cercato di appianare la mia voce che
prima passava velocemente da sonorità nor-
mali al falsetto come se stessi facendo yodel!
Ho cercato di allungare le mie estensioni ma
con gentilezza, senza traumi. In ogni mio lavoro
cerco di superare me stessa e i miei limiti, altrimenti non potrei migliorare come artista.
In che modo un personaggio curioso ed inquietante come Pee Wee Herman ha influenzato il
nuovo album?
È successo che mi sono ritrovata a guardare
Pee-wee’s Big Adventure, (primo lungometraggio di Tim Burton n.d.g.), e mi sono messa a ragionare su come fosse possibile che
un’intera generazione di bambini americani,
me compresa, fosse cresciuta guardando in TV
The Pee-wee Herman Show, un personaggio
affascinante per un bambino ma disturbante
per un adulto. Così ho cominciato a pensare al
mio album come se fosse un varietà per la TV,
ed ogni canzone un momento specifico: l’arrivo della diva pop, lo stacchetto con il synth
anni ‘80, un siparietto di recitazione improvvisata, proprio come succedeva nello show di
Pee-wee •
52/ Musica
76
A cura di Marco Cresci
2014
THE ESSENTIAL
GIG LIST
presenta
•
Bombay Bicycle Club
23/06 Sexto’NPlugged Festival,
Sesto Al Reghena (PN)
Band to Watch
Clean Bandit
New Eyes (Atlantic)
Lose Yourself to Dance
Hercules and Love Affair
The Feast Of The Broken Heart
(Moshi Moshi)
I più attenti li hanno scoperti con il
singolo Dust Clears, un intruglio sofisticato di dance e violini pop, ma
è con Rather Be che hanno conquistato l’attenzione di tutti. La loro
musica incorpora motivi di Mozart e
Shostakovich a pattern dance, con
un risultato modern pop a tratti barocco e decisamente catchy. New
Eyes è un disco leggero e divertente, forse un po’ troppo studiato
a tavolino, ma i suoi beat sono così
potenti che s’incollano al cervello e
difficilmente andranno via.
Benvenuti alla fine degli anni ‘80
quando la scena dance dei club,
da Londra a Chicago, era infuocata,
misteriosa ed eccitante. Gli Hercules & Love Affair abbandonano le
divagazioni intime del precedente
Blue Songs e si gettano a capofitto
sul dancefloor tra suoni hip-house
e synth acidi in compagnia di John
Grant, Krystle Warren e Rouge
Mary. Una mossa inaspettata che
conferma il talento dell’ex club kids
newyorkese Andy Butler.
Influenced by:
Disclosure, Basement Jaxx
Best songs:
Dust Clears, Mozart’s House
Score: 7
Influenced by: John Grant, Crystal
Waters, Technotronic
Best songs: Liberty, Hercules Theme 2014, My Offence
Score: 6 ½
Arcade Fire
23/06 Rock in Roma, Ippodromo
delle Capannelle, Roma
24/06 Castello Scaligero,
Villafranca di Verona
Bonobo
25/06 Spring Attitude Waves, Roma
26/06 Elita, Magnolia, Milano
Disclosure
06/07 Kappa FutureFestival, Torino
Mogwai
07/07 Villa Arconati, Milano
26/07 Siren Festival, Vasto (CH)
25/07 Auditorium Parco
della Musica, Cavea - Roma
The Black Keys
08/07 Rock In Roma, Ippodromo
delle Capannelle
Timber Timbre
10/07 Bolognetti, Bologna
The Hipster Album
Damon Albarn
Everyday Robots (Warner)
Milano 14 luglio // Bologna 15 Luglio
Damon Albarn è senza ombra di
dubbio uno dei più importanti innovatori musicali del nostro tempo, la sua creatività non ha confini
e la qualità di tutto quello che ha
fatto dai Blur in poi ne è testimone. Questo è il suo primo vero album solista e dentro c’è tutta la
sua personalità malinconica, fatta
di atmosfere elettroniche minimali,
campionamenti ed intimi sussurri;
salvo quando i suoni della sua Africa prendono il sopravvento, come
nel pop cartoonesco di Mr Tembo.
Panda Bear
His Clancyness
Influenced by: Bobby Womack,
Brian Eno, Bon Iver
Best songs: Lonely Press Play,
Everyday Robots
Score: 8 ½
M+A
Kuroma
Tune Yards
10/07 Magnolia, Milano
Bologna 14 luglio // Milano 15 Luglio
Goldfrapp
11/07 Sexto’NPlugged Festival,
Sesto Al Reghena (PN)
Cat Power
24/07 Sud Est Indipendente Fest,
Torre Regina Giovanna (Brindisi)
The best villain
Kasabian
48:13 (Sony)
The trip record
The Antlers
Familiars (Transgressive)
Se c’è una cosa che abbiamo capito è l’abilità dei Kasabian di mettersi in discussione album dopo
album: in un certo senso sono la
versione tamarra dei Primal Scream, ma con un suono decisamente più pop ed immediato. 48:13 è
un disco da ballare come il singolo
Eez-he - disco anthem istantaneo
- lascia presupporre, poi c’è la psichedelia di Bumblebee, l’electroclash di Explodes, il dub di Glass
e i Kasabian pronti ad incassare
un’altra vittoria.
Se vi siete lasciati scappare il precedente Burst Apart andate a recuperarlo, era un magnifico album indie pop di questa band americana.
Il nuovo album Familiars è meno diretto e più ambizioso, a cominciare
dalla lunga struttura dei pezzi che
lascia molto spazio alla strumentazione con assoli di trombe e archi.
Se vi piace il pop emozionale, un
po’ deprimente ed evocativo non
faticherete a cadere nella trappola
di questo album che scorre come
un viaggio sulla higway di notte.
Influenced by: Shaun Ryder, David
Bowie, Fischerspooner.
Best songs:
Eez-he, Doomsday, Treat.
Score: 7 ½
Influenced by:
Beach House, Wild Beasts
Best songs:
Doppelgänger, Palace, Refuge.
Score: 6
Emiliana Torrini
14/07 Sexto’NPlugged Festival,
Sesto Al Reghena (PN)
Austra (nella foto)
15/07 A Night Like This Festival,
Chiaverano, Torino
17/07 Bolognetti Rock 2014, Bologna
18/07 Spilla Festival 2014, Ancona
The orchestral album
Owen Pallet
In Conflict (Domino)
Owen Pallet è un compositore,
violinista e cantante canadese, dal
2005 ad oggi ha pubblicato quattro album, i primi due sotto il nome
d’arte Final Fantasy; nel mentre
ha arrangiato gli archi nei dischi di
Arcade Fire, Grizzly Bear, Pet Shop
Boys ed ha ricevuto una nomination agli Oscar per la colonna sonora di HER. In Conflict è un album
notturno sospeso tra pattern sintetici e il suono dei suoi violini, e a differenza dei suoi predecessori ha un
caldo cuore elettronico e pulsante,
che convince.
Influenced by:
Patrick Wolf, Chris Garneau
Best songs: In Conflict, On a Path
Score: 7
Temples
Telegram
Foxhound
MILANO
via Circonvallazione
Idroscalo, 41
Segrate (MI)
MEDIA
PARTNER
www.unaltrofestival.it
prevendite su: www.comcerto.it, www.ticketone.it,
www.vivaticket.it e punti prevendita abituali
WEB
PARTNER
BOLOGNA
FIERA DISTRICT
in collaborazione con
A cura di Diana Barbetta
54/ Libri
76
55/ Libri
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Intervista Diana Barbetta
Vienna > Rabbia apocalittica Un
uscita editoriale che fa riflettere non tanto per il suo contenuto, questo è ovvio, si
parla di Kraus, quanto per chi lo riporta a
galla, ovvero un acclamato scrittore contemporaneo. Jonathan Franzen, novellista
statunitense di fama mondiale, rilegge
Karl Kraus noto come il “Grande Odiatore”,
colui che attraverso la sua rivista satirica
«Die Fackel» lanciava attacchi contro l’establishment austriaco di inizio Novecento. Un vero e proprio
outsider dei tempi, in perenne lotta contro la macchina dell’informazione e non solo. “Il progetto Kraus” riporta alla luce il
pensiero dello scrittore viennese veicolato da un autore contemporaneo nei panni questa volta del lettore. Franzen crea un
parallelo tra l’abuso tecnologico di oggi e le apocalittiche visioni di Kraus. “La rabbia come stile di vita” come afferma Franzen
una scoperta vissuta all’età di ventitue anni, quando giunto a
Berlino con una borsa di studio iniziò a frequentare un corso
su Kraus e da quel momento ne fu inevitabilmente coinvolto.
Il Progetto Kraus: saggi di Karl Kraus annotati da Jonathan
Franzen. 2014, Einaudi, pp. 248, € 19.50
UNA VITA AL BIVIO
Un’esistenza in bilico come può essere quella di un funambolo ubriaco. A metterla
in scena è Alessandro Bernardini, un autore romano al suo esordio letterario
che sceglie di dare un volto alla complessità della natura umana.
Brooklyn > Visione contemporanea Un progetto che documenta il
New York > Lo sguardo di un lettore “The Books in My
Life”, originariamente pubblicato nel 1952, rappresenta un caso
anomalo e difficilmente classificabile nell’opera di Henry Miller.
L’autore, offrendo la sua singolare visione da lettore, svela il suo
approccio alla lettura, tema che diviene strumento per una riflessione più ampia sulla conoscenza stessa. Giunto all’età di cinquantotto anni Henry Miller si cimenta con un libro che parla di
libri, quelli che hanno fatto parte della sua esistenza, incontrati
così come si incontrano «altri fenomeni della vita e del pensiero». Accanto ai grandi della letteratura e agli intramontabili
classici troviamo autori misconosciuti o ben presto dimenticati.
Centinaia di libri che hanno plasmato la sua identità di scrittore,
insieme alle persone i cosiddetti “libri viventi”e alla vita stessa, per l’autore la migliore fonte di conoscenza. Come afferma
nella prime pagine di Tropico del Cancro «Una sola cosa m’interessa, ora, e ha per me un’importanza vitale; registrare tutto
quello che nei libri è omesso».
Henry Miller, I libri nella mia vita.
2014, Biblioteca Adelphi. (in uscita)
quartiere di New York visto attraverso
lo sguardo di un grande della fotografia contemporanea: William Klein. Conosciuto dai più per aver immortalato
iconiche immagini ormai incastonate
nella storia dell’editoria di moda, Klein è
tra i più rappresentativi protagonisti del
fotogiornalismo, pioniere di una visione
radicale e innovativa. BROOKLYN+KLEIN è il progetto commissionato da Sony in esclusiva per il nuovo programma Global
Imaging Ambassadors che vede per la prima volta il fotografo
statunitense produrre interamente il proprio lavoro in digitale.
Dalle lontane atmosfere newyorkesi di fine anni ‘50 catturate in
“Life is Good and Good for You in New York”, tra i photo book
più influenti e rivoluzionari dell’ultimo mezzo secolo, ad oggi in
cui Klein dopo circa sessant’anni si riconfronta con un tema a
lui caro. La Brooklyn contemporanea rimane emblema della stessa
America in cui la diversità si traduce
in una narrazione visiva dalla grande forza e che rimane per lo stesso
Klein ancora un mistero da svelare.
William Klein, Brooklyn + Klein
2014, Contrasto Books,
pp. 120 (100 fotografie), € 35.00.
Nell’immagine in alto, Henry Miller (a destra) con il romanziere britannico Lawrence Durrell. I due, legati da una profonda amicizia, intrattennero una fitta corrispondenza che verrà pubblicata negli anni Novanta ne
“I fuorilegge della parola. Lettere 1935-1980”.
Blackpool Un racconto di vita
Un esordio sull’onda della British Invasion con gli Hollies e poi l’incontro con David Crosby con
il quale fonderà Crosby, Stills & Nash, band a cui si aggiungerà poi
Neil Young. Testimone e protagonista di un’epoca leggendaria, Nash
si racconta in un libro che sceglie di intitolare non a caso “Wild
Tales”come il suo secondo album datato 1973. Racconta delle origini
nella working class, del successo commerciale, di Joni Mitchell fino a
giungere alla carriera come solista e al suo attivismo politico •
Il titolo del tuo libro è “La vodka è finita”. Ancor prima di leggerlo si intuisce una scelta ben mirata:
parlare di una crisi di sistema. è un’intuizione corretta?
Certamente. Il romanzo parla di crolli. Sia in senso
politico ma anche e soprattutto in senso privato. Ho
voluto raccontare i cambiamenti storici attraverso il
tubo catodico della TV e anche attraverso gli occhi dei
protagonisti del libro. La crisi di sistema non è parallela alla crisi umana, le due cose si intersecano e sono
interdipendenti.
Immagine dalla mostra collaterale
dedicata a Klein tenutasi a Maggio alla
Somerset House di Londra in occasione
dei Sony World Photography Awards.
Torino Storiografia pop
Una sorta di playlist creata ad hoc per riportarci al tempo del mixtape fatta da Maurizio Blatto da vent’anni firma
storica del mensile “Rumore”. Dal 2006 è curatore della rubrica “My Tunes” in cui musica e cenni autobiografici generano interessanti approfondimenti oggi raccolti e ampliati in questo libro a cui si aggiungono
inediti pezzi dal sapore autobiografico. Una “storiografia pop” rivisitata
attraverso ricordi personali, ragion per cui non stanca e non si passa oltre con indifferenza • Maurizio Blatto, MyTunes. Baldini&Castoldi, pp. 464, € 16
Il suo immaginario in bilico tra religione e politica ha contribuito all’evoluzione dell’Arte Moderna Messicana, e a
riconoscerlo son stati Diego Rivera e José Clemente Orozco. José Guadalupe
Posada (1852-1913) è stato un incisore che ha fatto dell’illustrazione
uno strumento satirico contro lo stile di vita della borghesia messicana durante il regno di Porfirio Díaz. La sua opera, emblema
dell’iconografia stessa del paese, raccolta in un libro che contiene
quasi 1.000 riproduzioni ed inedite incisioni •
J.G.Posada, A Century of Skeletons. RM/BBVA, pp. 376, $65
Bergamo L’intrigo della vita Personaggi strambi quelli che
popolano il romanzo di Alan Poloni: Nic è un ragazzino che
vede nella Cina la terra promessa dei dislessici e l’inferno
nella scuola, Dave suo amico è alle prese con Wittgenstein
quando probabilmente vorrebbe solo leggere Geronimo
Stilton. E poi curiosi adulti, più sconcertanti dei ragazzini ovvero lo Zio, Klaus e Loglio personaggi diversi ma forse simili. Un romanzo dal ritmo incalzante e mai noioso che mette
in scena, con ironia e arguzia, la complessità delle relazioni
umane • Alan Poloni, Dio se la caverá. Neo Edizioni, pp. 280, € 15
© TipsImages
Città del Messico Il Re delle calaveras
© TipsImages
Graham Nash, Wild Tales. La mia vita rock’n’roll. Arcana edizioni, pp. 336, € 22
Scegli di ambientare il tuo primo romanzo in un
periodo storico tra i più complessi (1982-89). Sullo
sfondo una crisi internazionale e al centro Roma teatro della storia. Da un parte
il tramonto dell’impero sovietico e dall’altra una città che
rappresenta il Vaticano. Coincidenza o intento?
Intento. Nessuno poteva immaginare quello che sarebbe accaduto. C’era speranza,
paura e coraggio. Poi, molti sogni si sono infranti su altri muri,
forse più alti e più armati di quello di Berlino. La spinta
propulsiva del capitalismo ha partorito mostri senza
divisa, ma probabilmente più subdoli e pericolosi. Il
romanzo non parla dello scontro tra due civiltà ma
dei segni che la storia lascia sulla pelle delle persone.
Roma sembra (in apparenza) non essere intaccata dal
cambiamento. È il teatro di un dramma privato che diventa pubblico.
Il 9 novembre del 1989 da adolescente ti sarai trovato a guadare la tv mentre cadeva il muro di Berlino. Quali ricordi conservi?
È proprio da lì che parte la storia. Ricordo che rimasi
colpito dalle immagini della gente che saliva sul muro,
lo picconava. Vedevo quelle facce bianche con gli occhi sgranati che scrutavano ossessivamente quello
che c’era “dall’altra parte”. Una scena in particolare ha
fatto scattare il meccanismo narrativo: l’immagine del
ragazzo da solo davanti ai carri armati in piazza Tienanmen. Quell’immagine è ripresa nel romanzo, ed è
forse la chiave che aiuta ad interpretare le emozioni
del protagonista, Ugo, che lotta, lui sì, tra due sistemi:
la vita “omologata” e il richiamo di una vita violenta.
Una bivalenza, quella del tuo protagonista, che in
fondo appartiene a molti esseri umani: l’essere in
bilico tra un’esistenza regolare e un “genetico” richiamo alla trasgressione. Cosa ne pensi?
Tutti fuggono da quello che sono e fanno delle cose
tremende per accaparrarsi un centimetro di vita in
più. È la fuga il tema cardine. La parte cattiva che è
in ognuno di noi serve a sopravvivere. La parte buona
serve a sperare. Ne “La vodka è finita” la bivalenza nasce dal desiderio di essere “altro da sé”, ma credo che
sia così per tutti noi in fondo.
La scelta di confrontarsi con un genere letterario
come quello del romanzo da cosa nasce?
Mi piace raccontare storie. Sono un grafomane e quindi i racconti brevi non fanno per me, almeno in questo
momento. Ho sempre creduto nella forma romanzo. Un
libro ti sta accanto. Lo porti a letto, in treno, al bagno. È
una cosa intima. Se la storia ti piace, ritagli del tempo,
tradisci i tuoi impegni per leggere. È come un amante.
Io amo i romanzi lunghi, quelli che segnano una stagione. Facciamo tutto troppo in fretta, ci dimentichiamo di
aspettare. Allora una storia lunga può essere questo:
un marchingegno per riprendersi il tempo.
“La Vodka è Finita”. Edizioni Ensemble, pp. 450, € 16.00
56/
76
Fotografia
Gautier pellegrin
Stile
AMY LEE STEARLEY
south beach
Camicia e shorts
Shades of Grey
by Micah Cohen
Scarpe Topman
57/
76
58/
76
Camicia
a stampa floreale
BARNEY’S NY,
pantaloni MASON’S
Sotto
Abito Acne,
camicia Duchamp
61/
76
Smoking
Pierre balmain,
camicia duchamp
Nella pagina accanto
Giacca DAMIR DOMA,
canotta HELMUT LANG,
pantaloni VIVIENNE
WESTWOOD.
Scarpe topman
62/
76
Abito TOPMAN,
camicia VERSACE
In alto, a sinistra
Camicia MARC JACOBS,
pantaloni Ermenegildo
Zegna, scarpe TOPMAN
In alto, a destra
Maglia 3.1 PHILLIP LIM
Grooming
Tinna Empera,
modello Charlie/
ReQuest Model
Urban per RENAULT
Urban per RENAULT
CLIO IN MOTION
sprigionare tutta la sua grinta in pochi secondi.
Da 0 a 100 km/h in 7 secondi.
Un’immagine sportiva ma elegante, prestazioni elevate e grande sicurezza.
La Clio R.S. 200 EDC Monaco GP è la macchina perfetta per il gentleman driver moderno,
la protagonista di un bel film che cattura le nostre emozioni quotidiane.
LA PISCINA (La piscine)
La Costa Azzurra, la fine degli anni 60, un
uomo e una donna, lei giornalista e lui scrittore, che si godono una meritata e spensierata
vacanza sotto il sole del sud della Francia. La
quiete dei protagonisti, il dandy Alain Delon e
la meravigliosa Romy Schneider, viene presto
interrotta dall’arrivo di un amico accompagnato dalla giovane figlia, una sensualissima Jane
Birkin. La passione viene portata all’estremo,
tra dinamismo e pacata eleganza. Il protagonista, non a caso, guida una Renault 8 Gordini.
In un remake della pellicola di Jacques Deray,
avrebbe probabilmente una Clio R.S. 200 EDC
Monaco GP. Sportiva ma al tempo stesso so-
bria nelle due nuove tinte grigio platino e bianco ice pearl con padiglione nero, si distingue
anche per dettagli e particolari di quest’ultimo
colore, quali lo spoiler posteriore, il diffusore e
le modanature laterali. Stessa colorazione per
le maniglie e i cerchi in lega, come le armonie
dell’abitacolo, nere e grigie. A queste si aggiungono le animazioni “dark metal” apposte
su vari elementi, come il pomello e il volante.
Si apprezzano infine i sedili sportivi in pelle Riviera, impreziositi da impunture grigie.
GRAND PRIX
Montecarlo, la formula 1 e l’atmosfera delle
corse sono al centro del film di John Frankenheimer del 1966. I piloti Pete Aron e Jean-Pierre Sarti, interpretati rispettivamente da James
Garner e Yves Montand, si affrontano in pista
FINO ALL’ULTIMO RESPIRO (À bout de souffle)
Nel mitico primo film di Jean-Luc Godard, uscito nel 1960, non mancano affatto le belle automobili. Il protagonista, Michel Poiccard, magistralmente interpretato da un giovane JeanPaul Belmondo, vive in maniera estrema ogni
istante della propria vita. Una condotta sfrenata, intensa e passionale che verrà definitivamente esaltata dall’incontro con Patricia (la
favolosa Jean Seberg), studentessa americana conosciuta a Parigi. Corse e inseguimenti,
cuori impazziti… fino all’ultimo respiro. Il manifesto della Nouvelle Vague. Il cuore della Renault Clio R.S. 200 EDC Monaco GP è un nuovo
propulsore 1.6 Turbo che sprigiona 200 cavalli,
accoppiato alla moderna trasmissione EDC a
doppia frizione con 6 rapporti. Le prestazioni sono elevate, da vera sportiva, anche se i
consumi rimangono contenuti. Un’auto che si
lascia guidare con grande facilità e capace di
e lungo le chicane della vita. L’agonismo per
la conquista del gradino più alto del podio o
del cuore della bella donna che aspetta ai box,
cronometro alla mano. Le protagoniste femminili del film, vincitore di ben tre Oscar nel 1967,
sono Louise (Eva Marie Saint) e Lisa (Françoise Hardy). Un’ambientazione perfetta anche
per la Clio R.S. 200 EDC Monaco GP, che offre
la possibilità di scegliere tra tre impostazioni
di guida: normal, sport e race. I piloti del film
avrebbero sicuramente apprezzato il sistema
di telemetria R.S. Monitor (optional), che comprende la funzione R.S. Replay, dispositivo che
permette di creare e scaricare circuiti, visualizzare su una cartina e riutilizzare tutti i dati registrati durante una prova su circuito e condividere tutte le informazioni sui social network.
Pronti per un giro in pista? [Dan C.Marcoccia]
67/
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In giro #121
Rubriche a cura di Giovanna Caprioglio
Illustrazione di Louis Thomas
Milano 11 Rooftop By Driade · Giardino Turbigo · 28 Posti
Circolo Magnolia · The Small Roma La Zanzara · Trapizzino · Prati Urbani
Food&Living Torino Open Baladin Bologna Link Firenze Rari
Mercato Centrale · Lattex+ Napoli Pizzeria Il Presidente
Berlino Claerchens Ballhaus Anversa The Jane
São Paulo D-Edge New York Blind Barber Tel Aviv Noa Bistro
Istanbul Mangerie Bebek Parigi YoYo · Rosa Bonheur
68/ In giro. Italia
69/ In giro. Italia
76
76
Milano, 11 Rooftop
11 Rooftop by Driade
Via Alessio di Tocqueville, 7 +39 02 89281611
www.11rooftop.it
• Quando: dal lunedì alla domenica
• Perché: per un aperitivo in un angolo verde e di design
• Chi ci trovi: pubblico internazionale
• Highlights: gli arredi e le installazioni luminose
Inaugurato durante lo scorso Salone del Mobile, l’11Rooftop by
Driade è una terrazza verde nel cuore della zona di Corso Como,
annessa all’UNA Hotel Tocq, dove prendere un aperitivo tra arredi
di altissimo design e canneti illuminati da luci calde, in un’atmosfera raffinata pensata per valorizzare l’Italian Lifestyle anche nei
confronti di una clientela internazionale. Protagoniste assolute
del rooftop sono le collezioni outdoor di DRIADE e le due installazioni luminose “Uomini della Luce” di quasi quattro metri di altezza ciascuna, di Catellani & Smith. Un mix di entertainment (la
location è pensata soprattutto per eventi), design e food experience. Aperto tutte le sere 18-24.
GIARDINO TURBIGO
Alzaia Naviglio Grande, 8
+39 02 89400407
www.turbigomilano.it
• Quando: per l’aperitivo in settimana
• Perché: per trovare un angolo di pace sul Naviglio
• Chi ci trovi: green lovers
• Highlights: la frutta e la verdura arriva direttamente dal
coltivatore grazie al sito ilVerziere.it
Milano, Giardino Turbigo
Un angolo verde e silenzioso sui Navigli? Da pochi giorni è possibile, grazie al nuovo Giardino Turbigo. La corte interna della
Maison Borella, dove si affacciano le sale del ristorante, è stata
trasformata in una curioso salotto verde dove i cassoni in plastica
per il trasporto della frutta si trasformano in comodi divanetti e
fanno anche da divisori tra i vari salottini, dove tra piante e vasi è
possibile farsi un aperitivo tutto “frutta e verdura” grazie al menu
creato per il Giardino dallo chef Raffaele Lenzi.
Aperto tutti i giorni.
28 POSTI
Via Corsico 1, Milano
+39 02 8392377 /339 6324673
www.28posti.org
• Quando: per una cena o un pranzo nei fine settimana
(non quando c’è il mercatone dei Navigli!!)
• Perché: per una cucina di qualità
• Chi ci trovi: di tutto un po’
• Highlights: il lato “etico” del locale
Effettivamente questo ristorante ha solo 28 posti…in inverno, ma
propone un piacevole dehors nella bella stagione. Un concetto
di ristorazione, quello dello chef Raffaele Mancini, che unisce le
proprietà intrinseche e le qualità dei cibi ai valori etici, dal rispetto
dell’ambiente all’equità dei processi di produzione. 28 Posti ha infatti attualmente cominciato un percorso di formazione con una
brigata di cucina composta da un gruppo di detenuti che hanno
preso parte al progetto. Cibo semplice ma sofisticato in un ambiente che rispetta anche nell’arredo la filosofia dello chef.
Chiuso solo il lunedì sera.
Milano, Magnolia
CIRCOLO MAGNOLIA
Via Circonvallazione, Novegro-Tregarezzo Milano
+39 02 7561046
www.circolomagnolia.it
• Quando: tutte le sere!
• Perché: la Milano d’estate è il Magnolia
• Chi ci trovi: alternativi automuniti
• Highlights: i tantissimi concerti
Il Magnolia apre la stagione estiva con una programmazione
fittissima e per tutti i gusti musicali. Tanti Festival di qualità, da
We Are dedicato alla musica elettronica (A-Trak, Chase&Status,
Wilkinson e molti altri) il week end dell’11 luglio e del 5 settembre, a UNALTROFESTIVAL, più electro-rock, che il 14 e 15 luglio
porterà sul palco MGMT, The Dandy Warhols, the Horrors e molti
altri, al Bogaloo Summer Fest dedicato alla musica soul. Moltissime le collaborazioni con i protagonisti delle notti milanesi, come
i ragazzi del Rocket che porteranno, sempre il martedì, la serata
indie con IndieSummerParty, il collettivo di Le Cannibale che ha
animato i sabato sera del Tunnel Club e anche Elita che organizzerà il double billing Bonobo con Omar Souleyan il 26 giugno. E
se ancora non vi bastasse, potrete anche vedere le partite dei
mondiali sul maxi schermo e mangiare sotto le fresche frasche
del Parco dell’Idroscalo.
Aperto tutti i giorni, Ferragosto compreso, dalle 19.
(dalle 17.30 nelle sere in cui gioca l’Italia)
THE SMALL
Via Paganini, angolo Piazza Argentina
+39 02 20240943
www.thesmall.it
Milano, The Small.
Ph. Claudio Bonoldi
• Quando: durante la settimana
• Perché: per una cena tra amici
• Chi ci trovi: la fashion community
• Highlights: lo shopping di cibo
Di The Small vi avevamo già tessuto le lodi nello scorso numero,
ma vi segnaliamo che con la bella stagione Alessandro e Giancarlo hanno reso anche il dehors di fronte al ristorante un angolo
speciale dove pranzare su tavolini decò o rilassarsi per un aperitivo pre-cena su un divano barocco. Aperto dal martedi alla domenica, 11-15/18-01
Roma, La Zanzara
MILANO
ROMA
La zanzara
Via Crescenzio, 84 (angolo Via Varrone)
+39 06 68392227
www.lazanzararoma.com
• Quando: dalla colazione a notte fonda
• Perché: se ami una colazione salata
diventerà il “tuo” posto
• Chi ci trovi: Romani e turisti
• Highlights: “lo sfizio”, piccola porzione
per assaggiare più cose
Aperto dalla prima colazione fino a notte fonda, La Zanzara accontenta davvero tutti: chi a colazione ama il salato (club sandwich e croque monsieur sono in carta sin dalle 7.30 di mattina), chi vuole farsi un aperitivo a base di pesce crudo o formaggi
selezionati, o i tiratardi... da domenica a giovedì si mangia fino a
mezzanotte e mezza e il week-end fino all’una e si bevono cocktail ricercati fino alle due di notte. Completano l’offerta una cucina del territorio con molta attenzione alle materie prime e stile
tra il postindustriale-newyorkese e il bistrot parigino, ingredienti
perfetti per trasformarlo in una delle “nuove aperture” romane più
apprezzate.
TRAPIZZINO
Testaccio, Via Giovanni Branca 88,
+39 06 43419624
www.trapizzino.it
• Quando: quando siete affamati
Roma, Trapizzino
70/ In giro. In Italia
71/ In giro. In Italia
76
• Chi ci trovi: skater e socialite
• Highlights: la vasta selezione di birre
Roma, Prati Urbani
Inaugurata a metà marzo in Piazzale Valdo Fusi, Open Baladin sta
già riscuotendo il meritato successo, accresciuto ora anche da un
grande dehors. Un vero tempio della birra artigianale italiana, che
Teo Musso, fondatore di Baladin, ha pensato per dare una scossa
a questo mercato in costante crescita. Open si trova in una struttura studiata per ospitare eventi all’epoca delle Olimpiadi, che è
stata completamente trasformata e ora si presenta su due livelli,
il piano terra con ben 100 posti a sedere e un grande bancone alle
cui spalle campeggia una parete con tutte le birre in bottiglia, e il
soppalco con circa 30 posti che rappresenta invece una scatola di
birra sospesa. Originalità a parte, qui potrete scoprire un’infinità di
birre artigianali (38 alla spina e 100 etichette in bottiglia) e mangiare tutti i giorni fino alle 2 di notte.
Vincitore di Street Food Heroes (cooking-show di Italia 1) come
miglior cibo di strada, Trapizzino è ormai un format che cresce.
Nata nel 2008 dall’idea di Stefano Callegari che già aveva portato le sue pizzerie romane (Sforno e Tonda) nelle guide gourmet,
questa geniale pizza/panino permette di gustare piatti della tradizione romana e non solo senza bisogno di sedersi a tavola: dalla
coda alla vaccinara alla parmigiana fino alle polpette all’interno di
un triangolo di pizza bianca di altissima qualità. Dopo l’apertura a
Ponte Milvio a dicembre, è recente anche la ristrutturazione della
mitica 00100 Pizza a Testaccio, ma aspettatevi molte e altre nuove aperture nella Capitale... nel frattempo ricordatevi che lo potete
sempre gustare anche da Tonda e al Sorpasso, storico locale del
socio Paul Pansera.
Aperto: dal martedi alla domenica, 12-00
Bologna
Link
Via Fantoni,21
+39.051.6313246
facebook.com/linkassociated
Prati Urbani - food&living
via Pierluigi da Palestrina 41/43
+39 06 87725315. facebook.com/pratiurbani
• Quando: sabato sera di giugno e luglio
• Perché: per ballare sotto le stelle in città
• Chi ci trovi: clubbers di tutte le età
• Highlights: l’ottima colonna sonora
• Quando: ottimo se avete fame fuori orario
• Perché: per il concept “urbano”
• Chi ci trovi: vai a scoprirlo • Highlights: la versatilità Lo storico Link ha aperto le porte del suo “giardino” estivo il 31
maggio con l’Outlook Festival, dando così il via alla sua stagione
estiva Suburban Park, che vede in programmazione 10 date fino
al 26 luglio più la chiusura del 30 agosto. Ogni sabato musica
elettronica di qualità dalle 8 di sera, con particolare attenzione al
panorama italiano. Da segnalare il 27 giugno il festival di musica
indipendente ArtèLink con Magellano, Beatrice Antolini, Management del Dolore Postoperatorio e altri. Il 12 luglio Holiwave Festival
dei Colori, party pomeridiano.
Roma, Circolo degli Artisti
Firenza, Lattex+
Nel cuore di Prati da poco più di un mese è nato Prati Urbani, un
locale che ha alla base del suo concept un ritmo di vita meno italiano e più internazionale...o meglio, urbano. Si mangia quando
si ha voglia, grazie all’angolo della gastronomia, si può fare una
colazione salata e bere un cappuccino a mezzanotte (noi però a
quell’ora vi consigliamo i cocktail di Joy Napolitano). Si può anche
mangiare, bene, grazie al menù semplice ma ben equilibrato dello
chef Gianni Assogna. Qui non è guardato strano chi si beve un
caffè e si ferma l’intero pomeriggio a lavorare o semplicemente a
leggere un libro... Si può persino fare bookcrossing.
Aperto: lun-ven 7-2, sab-dom 17-2
Circolo degli Artisti
Via Casilina Vecchia, 42, Roma
+39 06 70305684
www.ilcircolodegliartisti.it
FIRENZE
MERCATO CENTRALE
Piazza del Mercato Centrale – Via dell’Ariento
www.mercatocentrale.it
• Quando: a pranzo
• Perché: per assaggiare, mangiare e scoprire
• Chi ci trovi: di tutto un po’
• Highlights: la qualità dell’offerta
• Quando: anche tutte le sere
• Perché: è una certezza
• Chi ci trovi: gli amanti della buona musica
• Highlights: l’offerta tremendamente varia
• Quando: in una serata tra amici
• Perché: se ami la birra artigianale sei nel posto giusto
All’interno dell’Associazione Rarinantes, in riva all’Arno, Rari è un
posto speciale: arredamento shabby, una terrazza aperta tutti i
giorni nel periodo estivo , dj set, jazz night, mercatini vintage e chi
più ne ha più ne metta. Aperto dal mattino per la colazione fino a
notte fonda, al Rari si può passare una giornata intera, mangiando una cucina leggera a pranzo e più votata al pesce la sera, ma
sempre semplice, quasi “della nonna” grazie alla cuoca pugliese
verace ai fornelli. Natalia poi vi stupirà con il suo Rari Mary..perfetto durante il brunch domenicale.
In estate aperto tutti i giorni
LATTEX+
Location varie,
entrata solo via guest list: [email protected]
www.lattexplus.com
• Quando: dalle 12 alle 24 (controllate luogo e date!)
• Perché: per ballare musica elettronica a bordo piscina
• Chi ci trovi: positive clubbers
• Highlights: finalmente si può ballare buona musica anche di giorno
Il Lattex+ è pronto alla stagione estiva con i suoi pool parties. È
partita infatti la Lattex Experience 12hours Pool Party. Cambiano
le location e cambiano gli orari (da mezzogiorno a mezzanotte)
ma non cambia la proposta musicale che da sempre propone una
selezione d’avanguardia. Quindi gonfiate i salvagenti a paperella e
controllate la pagina facebook per le prossime date.
Pizzeria Il Presidente
Via San Biagio dei Librai, 83
+39 081 262175
Centrale
• Quando: in una serata “verace”
• Perché: è una delle migliori pizzerie di Napoli
• Chi ci trovi: magari anche qualche presidente!
• Highlights: la pizza “Presidenziale” con pomodorini del
Piennolo del Vesuvio e bufala campana DOP
Torino, Open Baladin
Napoli, Pizzeria Il Presidente
Open Baladin
Piazzale Valdo Fusi
+39 011 835863
RARI
Lungarno Ferrucci 24
+39 055 680596
Napoli
Il Circolo compie 25 anni e resta un punto saldo nel panorama
romano. Questa stagione si chiamerà Roma Village e offrirà come
sempre moltissime iniziative musicali, culturali o semplicemente
di svago. Torna l’arena del cineclub Kino come lo scorso anno, poi
ogni Martedì ci sarà lo Swing, il Mercoledì i live di Mercurio , Giovedì
Giovedissimo con Borghetta Stile, il Venerdì si ballerà con la serata
Loretta e il Sabato discoteca rock di Screamadelica. Nei pomeriggi all’aperto viene organizzato il Wellness Corner con massaggi e
yoga, mentre la sera va in scena la Silent Disco. Non mancano
ovviamente le proiezioni delle partite dei Mondiali e potrete anche,
a fine primo tempo, fare un salto in pizzeria. Torino
Il primo piano del mercato cittadino del quartiere di San Lorenzo da qualche mese si è trasformato: 3000 mq di superficie, 500
posti a sedere, 12 botteghe, uno spazio dedicato al Consorzio del
Chianti Classico, ristorante, pizzeria, birreria, caffetteria, scuola
di cucina, enoscuola, libreria sotto il nome di Mercato Centrale.
Cuore dell’iniziativa sono le 12 botteghe di altrettanti artigiani del
gusto che preparano e vendono i loro prodotti, ma non solo. Si
può visitare, imparare, assaggiare, godersi un pasto completo in
una grande piazza coperta, prendendo posto liberamente ai tavoli o scegliendo di accomodarsi al ristorante alla carta o in pizzeria.
Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 24, è già diventato un luogo di
incontro e socializzazione.
• Quando: per il brunch della domenica
• Perché: per un brunch con dj-set in riva all’Arno
• Chi ci trovi: un pubblico giovane
• Highlights: la terrazza e il RariMary
(il bloody mary della Rari)
Firenze, M
ercato
• Perché: perché con € 3,50 è possibile fare un viaggio
alla scoperta di ricette e piatti tradizionali
• Chi ci trovi: di tutto un po’
• Highlights: la ricetta “estiva” del polpo al sugo
76
Non è passato neanche un mese dall’apertura e sta già facendo
parlare di sè la nuova pizzeria di Maria Cacialli Messina, figlia di
Ernesto che servì la sua pizza a Bill Clinton in visita a Napoli. Già
proprietaria della pizzeria “La figlia del Presidente”, ora è riuscita
a riaprire la storica pizzeria del padre poco lontano, in uno degli
scorci più suggestivi della città , a Spaccanapoli. Solo dieci tavoli, sempre pieni, per assaggiare non solo una pizza perfetta, con
grande attenzione agli ingredienti, ma anche i classici fritti della
tradizione.
72/ In giro. Nel mondo
73/ In giro. Nel mondo
76
76
BERLINO
• Quando: il fine settimana
• Perché: per ballare in un tempio della musica
• Chi ci trovi: clubbers musicalmente raffinati
• Highlight: il design davvero unico
Claerchens Ballhaus
Auguststraße 24
+49 30 2829295
www.ballhaus.de
Parigi, YoYo
Istituzione da più di dieci anni nel mondo del clubbing a São
Paolo, vincitore di moltissimi premi sia per la programmazione
musicale che per il suo interior design futuristico, il club, seguito
dal dj e direttore artistico Renato Ratier, ha ospitato più di 1.000
nomi del dj-set internazionale. Spazi diversi, dalla lounge con
pareti rivestite di Iron wood a una meravigliosa terrazza panoramica, fino alla pista da ballo completamente avvolta da led colorati e un sound system incredibile, tutto studiato per rendere
l’esperienza musicale coinvolgente: musica elettronica e house
raffinata, condite dall’incredibile energia brasiliana. Da qualche
mese si parla di un’apertura a Rio...
• Quando: la sera (anche dopo cena)
• Perché: per respirare un fascino d’altri tempi
• Chi ci trovi: persone di ogni genere ed età
• Highlight: “la sala degli specchi”
NEW YORK
Blind Barber
524 Lorimer Street, Brooklyn
(+1) 718 5992435
blindbarber.com
Istanbul, Mangerie Bebek
• Quando: la mattina
• Perché: per cominciare la giornata
con una rasatura perfetta e un buon caffè
• Chi ci trovi: hipster da tutto il mondo
• Highlight: la crema da barba al Watermint Gin
Balera e ristorante (con un dehors molto carino e rilassato), il
Claerchens Ballhaus è un’istituzione : aperto da cent’anni, ha
mantenuto il fascino delle vecchie sale da ballo con uno stile
délabrée e una clientela per niente snob, che è li per divertirsi
davvero. Perfetto per reimmergersi nella Berlino ante-guerra
e ballare Tango, Swing e Salsa per una serata spensierata in
un luogo unico.
San Paolo, D-Edge
New York, Blind Barber
ANVERSA
The Jane
Paradeplein 1 (Site ‘t Groen Kwartier)
www.thejaneantwerp.com
TEL AVIV
Noa Bistro
Jafet 30, Jaffa
(+972) 03 5184668 ext 2
www.cordelia.co.il
Una terrazza panoramica con veduta sul Bosforo e sul quartiere
di Bebek, uno stile semplice ma raffinato e contemporaneo, la
Mangerie è l’esempio perfetto dei “glam cafè” che stanno proliferando a Istanbul. è piacevole andarci da colazione fino a cena,
amato dalla gente del posto per la colazione del weekend in
cui lo chef prepara piatti semplici di tradizione occidentale, dalle eggs benedict alle insalate. Per trovarlo, salite le scale ripide
accanto al fiorista.
PARIGI
YoYo
Palais de Tokyo
13 Av. du Président Wilson
+33 1 84791170
yoyo.paris.com
• Quando: il venerdì per la “soirée electrique”
- ma controllate il calendario
• Perché: per testare la vera nightlife parigina
• Chi ci trovi: gioventù sofisticata
• Highlight: la varietà delle serate
Già l’entrata del locale è una vera galleria d’arte, grazie all’universo grafico del collettivo d’artisti Lek & Sowat; YoYo è infatti pensato a immagine del Palais de Tokyo, uno dei musei
di arte contemporanea più vivaci e all’avanguardia di Parigi,
di cui fa praticamente parte. Gestito dal Gruppo Noctis, tra i
maggiori organizzatori di eventi “storici” in città, è una via di
mezzo tra spazio artistico polivalente, sala concerti e location per eventi e proiezioni, avendo occupato gli spazi della
vecchia Cinematique Française. A fianco, il ristorante Monsieur Bleu, tra i più “hype in town”.
Rosa Bonheur
Parc de Buttes Chaumont, 2 Avenue de Cascades
+33 1 42 00 00 45
www.rosabonheur.fr
• Quando: in una bella serata estiva
• Perché: perchè ci si dimentica di essere in città
• Chi ci trovi: “bobos”(letteralmente borghesi-bohémien)
e gay crowd
• Highlight: senza dubbio la location
• Quando: dalla colazione a notte fonda
• Perché: per l’atmosfera
• Chi ci trovi: turisti e locals
• Highlight: non c’è orario di chiusura... si va avanti a oltranza, fino a che arrivano clienti.
• Quando: al più presto!
(ma la lista d’attesa arriva anche a tre mesi...)
• Perché: ad Anversa è già “the place to be”
• Chi ci trovi: clientela raffinata e giovane
• Highlight : lo stile unico
“Fratello minore” del vicino ristorante Cordelia, dello chef Nir
Zook, che in questa zona ha creato il suo quartier generale,
il Noa è un bistrot nel cuore di Jaffa, situato in una galleria
illuminata da un lucernario intriso di quel fascino “sgarrupato” che qui è stato sfruttato al meglio, attraverso un mix and
match di stili e colori dal risultato sorprendente. La cucina
è la classica israelo-mediterranea e l’ambiente divertente e
rilassato. Per chiudere la serata potete trasferirvi di fronte al
Jaffa bar, sempre della stessa proprietà.
The Jane ha aperto da poco più di un mese all’interno di una
cappella che è stata ospedale militare della città, facendo subito parlare di sé: con la loro cucina “tatuata”, le divise disegnate da G-Star, un arredo studiato su misura in cui spiccano
l’enorme lampadario da 150 punti luce e l’opera di Kendell
Geers (un teschio illuminato appeso al soffitto), e per finire i
suoi chef: Sergio Herman and Nick Bril. La loro è Cucina d’autore – parliamo di chef stellati- ma chi cerca qualcosa di più
rilassato può scegliere l’Upper Room Bar con una carta più
semplice e cocktail d’eccezione.
ISTANBUL
São PAULO
D-Edge
Av. Auro Soares de Moura Andrade, 141,
Barra Funda
(+55) 11 3665 9500
www.d-edge.com.br
Nuova location a Williamsburg per Blind Barber, già tanto apprezzato nell’East Village per servire vino o birra ai suoi clienti durante il taglio di capelli o una rasatura. Qui BlindBarber
ha fatto di più, aprendo uno spazio dedicato al bar, la “back
room”, che serve da circa un mese caffè della torrefazione
Handsome Coffee e birre alla spina, con bicchieri e tazze
brandizzate. Non mancano ovviamente i prodotti per barba
e capelli...si sa, a New York il tempo va ottimizzato: shopping,
taglio e una birra in compagnia tutto in mezz’ora: not bad!
• Chi ci trovi: Pubblico locale e turisti, comunque raffinati
• Highlight: la terrazza
Mangerie Bebek
Cevdetpaşa Caddesi No. 69, 3rd floor
+90 212 263 5199
www.mangeriebebek.com
Anversa, The Jane.
Ph. Eric Kleinberg
• Quando: per la prima colazione
• Perché: Per l’ambiente e la vista panoramica
Bonheur in francese significa felicità e, nonostante questo posto idilliaco nel mezzo del parco di Buttes prenda il nome da
una pittrice dei primi del Novecento, si può dire che il nome
gli calzi perfettamente . Una certezza nella stagione estiva per
mangiare una cosa o “prendre un verre” tra alberi e uccellini.
La struttura era stata costruita come padiglione ancora durante
l’esposizione Universale del 1900 e dal 2008 Mimi e Zouzou, rispettivamente gestore e direttrice del locale, accolgono “bobos”
e abitanti del quartiere in un ambiente rilassato e divertente,
a metà tra la campagna e lo spirito hippie... e quando il parco
chiude...inizia la festa! Spesso arriva il dj e il locale si anima, ma
solo per qualche ora: a mezzanotte tutti a casa.
74/ Tazebao #121
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radiomontecarlo.net
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