Urban 123 - Urban Magazine

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Urban 123 - Urban Magazine
numero 123
Poste Italiane spa - Spedizione
in Abb. Postale 70% DCB Milano
TRA TANTA GENTE
Rivendicare IL PROPRIO CARATTERE ribellandosi
alla disciplina e al rigore metropolitano
TBL_COUPLE_F14_URBAN_458x322 T.indd 1
08/09/14 17:25
Bimestrale, Anno XIV / Numero 123
•
Direttore Responsabile
roberto rossi gandolfi
[email protected]
7/
L’editoriale
76
Art Direction
DIDIER FALZONE
[email protected]
Responsabile di Redazione
MARCO CRESCI
[email protected]
Segreteria di Redazione
[email protected]
Collaboratori
Diana Barbetta, Anselmo Bianconi,
Bomboland, Ivan Bontchev, Giovanna
Caprioglio, Nicola De Rosa, Ilaria Falorsi,
Mauro Gatti, Martina Kirkham, Enrico Longo,
Marco Magalini, Jean Marc Mangiameli,
Simone Massoni, Daniel C. Marcoccia,
Arianna Pinton, Valentina Roda, Silvia Rossi,
Alex Vaccani, Matteo Weber
Urban è edito da
Biblioteca della Moda Srl
Corso Colombo, 9 · 20144 Milano
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Responsabile Di Testata
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Web www.urbanmagazine.it
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In copertina
Tanya indossa cappotto
CEDRIC CHARLIER, cappotto
MANILA GRACE (indossato sotto).
Fotografia Nicola De Rosa,
stile Ivan Bontchev.
Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione dei contenuti,
totale e parziale in ogni genere e linguaggio è espressamente vietata. Registrazione presso il Tribunale
di Milano con il numero 286 del 11/05/2001
L’invasione degli ultracorpi postmoderni
Il corpo è un oggetto sociale. Il suo significato si definisce nella relazione con
altri corpi e con gli elementi che permeano la società. Possiamo affermare che
la società produce i corpi, costruendo la loro immagine e determinandone gli
usi. È però nell’adesione ai canoni estetici che il corpo mostra la sua capacità
di essere un segnale sociale; ciò è particolarmente visibile nella moda. La moda
veste l’identità e offre la possibilità di un intervento reversibile sul corpo stesso;
vestirsi è come applicare su se stessi una “seconda” pelle, che può essere
modificata ogni giorno e variata in base a ogni occasione sociale. Se il corpo
è un oggetto sociale, il corpo vestito lo è ancora di più: l’abbigliamento finisce
per essere parte integrante del nostro DNA identitario, esattamente come uno
strumento di comunicazione consapevole cui il consumatore contemporaneo
presta sempre più attenzione. Abbigliarsi è espressione di una parte del sé
che non emerge attraverso la verbalizzazione. Guardare alla moda significa
anche sfruttarla come osservatorio privilegiato dei mutamenti degli scenari,
che ridefiniscono il mondo e la nostra condizione esistenziale, nell’epoca della
comunicazione estesa all’intero pianeta. Sembra un paradosso ma costume e
moda potrebbero finire con il fondersi, generando un’unione tra stile, forme di vita
sociale, politica, comportamento, esistenza ed economia. A ben osservarne le
evoluzioni degli ultimi decenni, non vi è dubbio che il corpo sia diventato sempre
più commerciale, il riflesso materiale di una mente altrettanto asservita. Anche
perché tutti gli aspetti della vita hanno iniziato ad assumere i ritmi del mercato.
Tutto ciò che definisce un uomo: i valori, le sue passioni e i suoi ideali politici
stanno via via scomparendo; e di pari passo, l’essere umano sta diventando
sempre più flessibile, adattabile, indefinibile e postmoderno.
« Don’t be into trends. Don’t make fashion own you, but you decide what you are, what you want to
express by the way you dress and the way you live » (Gianni Versace)
Roberto Rossi Gandolfi
In alto “Mirror Mirror on the Wall” è la prima personale in Svizzera di Sissi Farassat, fotografa Iraniana con base a
Vienna. Lavorando sull’alterazione manuale delle proprie immagini, la Farassat, armata di ago e filo, trasporta i soggetti
fotografati in un universo parallelo dove è labile il confine tra soggetti e oggetti: si annulla l’immediatezza della fotografia
e il tempo si allunga infinitamente. Fino al 25 Ottobre 2014 alla Galerie Edwynn Houk di Zurigo. houkgallery.com
Nell’immagine: “Stitch #10”, color photography and threads, 2009. Courtesy of Houk Gallery, Zurich.
9/ Indice
dei contenuti
74
Numero #123
58
34
44
20
53
26
11 La mia Edinburgo
STILE
12 In Breve
13 Profili Diletta Cateni / Enrico Baffetti
14 Vetrina Botanica
16 Grooming Dapper Gentleman
58 Moda Uomo
Fotografia Gautier Pellegrin,
stile Ivan Bontchev
SPAZI URBANI
18 In breve
19 L’arte di correre
20 Green Roof Mania
Esce la cinema “Jimi - All
is by my Side”, film che
racconta la vita privata di Jimi
Hendrix interpretato da André
Benjamin degli Outkast
—
CINEMA
24 In breve
25 Brenton Thwaites
Il Custode della Memoria
36 Moda Donna
Fotografia Nicola De Rosa,
stile Ivan Bontchev
44 Portfolio Otto donne, nessun mistero
Design
LIBRI
SPECIALE MODA DONNA
MUSICA
26 In breve
27 Profili Zorzenoni / Hayon
30 In breve
31 Benedetta Bruzziches
Un’Italiana nel Mondo
33 Lee Materazzi Io faccio da sola
34 Kiesza Un marinaio in Vetta alle Chart
35 Profili San Andrés / Domenico Cioffi
Se siete di passaggio a Parigi
non perdetevi la retrospettiva
Dries Van Noten - Inspirations
al Musée des Arts Décoratifs
(prorogata fino al 2 Nov)
—
50 In breve
51 Gianni Miraglia. Sono le mie parole
52 In breve
53 Interpol. I Mille Colori di New York
54 Dischi
IN GIRO
67 Spazi e luoghi da visitare e vivere
Al Circolo degli Artisti
di Roma va in scena il
concerto di Sohn
—
All’Atlantico di Roma
la prima delle sei date
italiane di Morrissey
—
09/2014 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 10/2014 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
—
Esce oggi “Sventura”,
il nuovo romanzo
di Chuck Palahniuk
—
Esce “A New Testament”,
nuovo album di
Christopher Owens
(ex Girls)
—
Ha da poco inaugurato a Palazzo
Reale, Milano, la più grande
retrospettiva mai dedicata in
Italia a Marc Chagall
A cura di Martina Kirkham
Wandering
through
the streets,
looking for a
special place.
One that
makes us
feel totally
alive.
11/ La mia Edinburgo
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Edinburgh’s Rhythm
La capitale della Scozia raccontata da Dario Nepoti, organizzatore di ‘terraforma’
e fondatore di società con un comune denominatore: l’ecosostenibilità.
[ 1 ] WALKER SLATER
Non è una sartoria qualunque: per uomo e
donna rigorosamente in due negozi separati,
riesce a coniugare all’artigianalità e alle lane
scozzesi un taglio moderno sempre classico.
è il paradiso degli amanti dei vestiti in lana su
misura o preconfezionati, ci si può trovare e
farsi fare quasi di tutto, dai maglioni ai vestiti.
www.walkerslater.com
[ 2 ] THE JAZZ BAR
Il Jazz Bar è forse il luogo che tutti noi vorremo nella nostra città, situato in un sotterraneo dall’atmosfera scura, trasuda jazz e ritmi
blues. Si esibiscono in un gran vortice di stili e
improvvisazioni artisti affermati e i nuovi talenti alla ricerca di un posto che li promuova.
www.thejazzbar.co.uk [ 4 ] PROJECT COFFEE
Il Project Coffee si affaccia quasi sul parco
di Meadows, è il posto delle colazioni e dei
brunch oltre ad essere perfetto per chi deve
scrivere o leggere. Morningside Road è la
zona creativa di Edimburgo simile per certi
versi ad un paese: tutti si conoscono e facilmente si creano amicizie.
[ 5 ] le di-vin WINE BAR
I proprietari di Le Di-Vin hanno trasformato l’Oratorio di Sant’Anna in un fantastico
Wine Bar. Geniale l’uso degli spazi e di grande
effetto la collocazione dei vini, esposti su una
intera parete del locale, e il piccolo mezzanino
che lo percorre. La gestione è la stessa di Le
P’tite Folie, elegante ristorante francese accanto a Le Di-Vin.
www.ledivin.co.uk [ 3 ] THE BLACK CAT
A.S. 98 is a registered trademark by Olip Italia S.p.A. I Via Confine 13 I Colà di Lazise (VR) Italia
il Black Cat è un piccolo pub in Rose Street dal
design ricercato che riesce a coniugare la tradizione scozzese alle nuove tendenze. Ha un
ottimo assortimento di whisky e birre e grazie
ad una programmazione di musica dal vivo
riesce a creare l’atmosfera giusta per passare
lunghe serate in compagnia.
theblackcatbar.com
DUBH PREIS
Si pronuncia Doo Prash, storico ristorante, offre i migliori haggis di Edimburgo. Tradiziona-
A.S. 98 Flagshipstores for Shoes and Accessories I VERONA I Via Quattro Spade 3c I 37121 Verona I Italia
PESCHIERA I Via Venezia 37 I 37019 Peschiera del Garda I Italia I WWW.AS98-SHOES.COM
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[1]
le piatto scozzese, è un insaccato di interiora
di pecora (cuore, polmone, fegato), macinate
insieme e bollite, e si accompagna con salsa
di Whisky o di Porto. Il ristorante si trova nella
città vecchia, tra l’Edinburgh Castle e l’Holyrood Palace, ed è composto da una sola grande
stanza, molto classica ma molto romantica.
Dario Nepoti, 25 anni. Socio
fondatore dell’associazione culturale Threes, con la quale ha
organizzato Terraforma, evento
internazionale di musica che
pone una particolare attenzione
alla sostenibilità e alla promozione dell’architettura. È stato presidente di SUSP, l’associazione
della Facoltà di Scienze politiche
dell’Università Statale di Milano.
Lavora nell’ambito dell’agricoltura come socio fondatore di
Smart Ground, sistema per ottimizzare il consumo dell’acqua,
e sta avviando una start up di
marmellate d’agrumi biologici
nell’azienda agricola Villa Catalfamo (Cefalù, Sicilia).
[ 6 ] PASSEGGIATA
Venti minuti di treno e ti ritrovi a North Berwick, un piccolo borgo tra la campagna
scozzese e l’oceano. Da lì partono diverse
passeggiate tra le quali quella lungo la vasta
battigia che porta alle rovine di Tantallon Castle, un vecchio castello medievale. Nel borgo si trova una piccola trattoria greco/scozzese di due simpatici anziani che con il loro
spirito ti raccontano le storie della Scozia.
[6]
Testi di Marco Magalini
e Enrico Longo
A cura di Marco Magalini
12/ Stile
76
Parigi > Zaino couture Riccardo Tisci si cimenta
nella sua personalissima
interpretazione di un accessorio iconico nell’abbigliamento maschile: lo zaino. Disegna per Givenchy
una collezione, dal nome
17, che allontana il backpack
dal suo mondo di origine, lo
sportswear, per proporne due
versioni in cui lo sport c’è ma è ispirazione per un prodotto estremamente
sofisticato, in arditi abbinamenti con
completi formali e tuxedo. Proposto in
due modelli, il 17 trova il suo DNA nel borsone militare, progettato dalla maison in
Milano > Lo smart look di Mauro Grifoni Parla di
un’eleganza semplice, tra lusso moderno e sperimentazione accennata, dedicata allo charme italiano vagamente colto e intellettuale, ma pur sempre dinamico. È la collezione di Mauro Grifoni, che si spoglia degli eccessi per incontrare un’estetica soft
in bilico tra le forme classiche e il design strutturato. Le cromie
sono quelle nette e pure dei grigi sfumati e del color cammello
o melanzana, in abbinamento al caUn look decisamente urbalore dei tessuti, che vedono gessati
no e sicuramente trasversarigorosi unirsi a flanelle classiche,
le, in cui i codici del formale
cotone doppiato e panno. Impossisi mixano con quelli dello
bile farsi mancare la cappa, che si
sportswear per outfit misutrasforma in parka d’ispirazione mirati ed eleganti ma assolulitare in cotone giapponese.
tamente funzionali, come
nel caso del velluto liscio,
la cui preziosità è espressa
in un abbinamento inusuale
ma ben riuscito con la felpa,
nei colori vivaci del viola,
blu prussia, rosa e carta da
zucchero, in accostamento
ai pantaloni dall’aspetto relaxed e tech.
LONDRA Appuntamento a Memphis
Dalla calda e soleggiata Sicilia, è a Londra che la giovane designer Caterina Belluardo trova ispirazione per la sua collezione
di scarpe MEmphis MEets ME. Oggetti unici, espressione del lavoro artigianale di un piccolo laboratorio
dell’East End, in cui prendono vita colori accesi, righe,
grafismi e le forme geometriche che si ispirano al
movimento Memphis, manifesto del postmodernismo italiano anni 80. I codici tipici della calzatura
all’inglese, come la suola in cuoio e le frange delle
derby, si vestono di contemporaneità •
EMPOLI Verba: slippers 2.0 Un marchio di accessori che ha fatto dell’artigia-
nalità e della qualità made in Italy i suoi elementi distintivi, unendoli ad un’attitudine chiara all’innovazione. Materiali e abbinamenti inconsueti, dal pluriball
alle pelli più pregiate, ma soprattutto un design che celebra la tradizione e che da
essa prende spunto per interpretare le classiche slippers con risultati inaspettati.
Dalla versione più formale a quelle più audaci con la coda di rondine in tartan, le
Verba danno una connotazione urbana alla scarpa formale maschile •
76
termini di utilità, sportività
ma anche sofisticazione e
con stile inconfondibile. Per
questo le due versioni di 17
riflettono e si accompagnano ai temi della collezione:
uno è infatti nero, in nylon,
con le linee di un campo da
basket a contrasto: l’altro è
invece in pelle morbida chiara
leggermente lucida, proposto
con una bandiera applicata e gli spallacci
con la cerniera. Per entrambi è previsto
l’uso sia come zaino che come sacca, essendo dotati di maniglioni, e ogni versione è completata dai classici accessori e
cerniere metallizzate grigie di Givenchy.
Diletta
Cateni
Milano > Vestirsi d’arte
La contaminazione con l’arte
è una delle caratteristiche che
rende riconoscibili le creazioni
Marni. Un dialogo attivo che
si spinge oltre, avvicinandosi
agli artisti di Art Brut e Outsider Art: correnti artistiche periferiche, che rifiutano i limiti e
soprattutto escludono l’impossibilità creativa. Ne fanno
parte fantasiosi per lo più autodidatti, disabili, visionari e
per questo spesso emarginati, in grado però di dare vita a
forme di espressione artistica
esterne al mercato e alle istituzioni, estranee alle logiche
restrittive che queste com-
13/ Stile
FASHION ZOO. è il mondo il territorio creativo
della fashion designer fiorentina
portano, per una produzione
più libera che mai. È questa
libertà formale ad aver catturato l’attenzione di Marni,
che decide così di accendere
capi e accessori dell’anteprima della collezione invernale
con stampe e disegni prodotti
da questi artisti. Abiti, t-shirt,
borse e pochette si animano
grazie al forte uso del colore
e alla spontaneità del disegno di tre giovani creatori: i
francesi Christophe Joubert e
François-Xavier Tavy-Sacley e
l’italiano Stefano Favaro.
milano To wear your world Sono sempre di più gli oggetti che l’uomo ha la necessità di portare con sé, e questo impone l’uso di un accessorio per trasportarle.
Letasca riflette proprio su questo bisogno, cercando di fornire un’alternativa da
indossare nel quotidiano, che lasci le mani libere e la cui funzionalità sia accompagnata a un’immagine accattivante. Nasce così un gilet con 10 tasche studiate ad hoc
per indossare tutto: smartphone, occhiali da sole, passaporto, e perfino il laptop, da
posizionare sulla schiena •
Milano Fine, Fresh, Fierce
L’estro, il gusto e le
abilità di ragazzi giovani che lavorano per soddisfare le esigenze di chi è alla ricerca di un
proprio stile personale ,hanno portato alla creazione di NoHow. Parole chiave: hand made, limited
edition e made in Italy. NoHow è abbigliamento e
accessori, ma più che altro è uno stile di vita, a cavallo tra arte e modernità, dove il grigio del cemento
metropolitano si mixa ai parchi e all’eleganza del dandy style londinese. Nato neanche un anno fa, è già un
successo sui social e fra i web influencer •
Firenze. Diletta Cateni è una young designer con una fervida immaginazione e
una passione per i viaggi, la creatività e
un blog che aggiorna scattando foto da
ogni angolo del mondo. Questo occhio
d’artista è valso alla designer il soprannome di Artistylist, sotto il quale amore
per moda, arte e fotografia si riuniscono. È questo il modo in cui Diletta ama
comunicare le sue idee e trasmettere
la propria immagine di moda, ed è su
questa scia che nascono le sue coloratissime collezioni, avviate dalle sciarpe in
cashmere e modal e portate avanti in un
progetto di total look dedicato sia all’uomo che alla donna. Ne risulta un prodotto ironico, ricercato, sicuramente ispirato
alle grafiche della Pop Art. Ogni capo è
unico nel suo genere, perché le foto utilizzate per le stampe, che ricoprono interamente camicie, t-shirt e canotte, sono
in realtà foto scattate, e successivamente modificate in modo creativo dalla
Enrico
Baffetti
stessa blogger. Così i ricordi di viaggi,
ROCKING KNITWEAR. Il linguaggio
raccolti nelle città, in campagna, nei
e la cultura musicale
supermercati, al mare e in montagna,
diventano i motivi che decorano la
della provincia urbana
collezione, con una singolare peculiarità: niente persone! Protagonisti
Ancona.
Materiali, ispirazione dagli ambienti urbani e dalinediti sono gli animali, anche loro
lavorazioni e qualità la periferia. Il mondo di riferimento è
fashion, di tendenza, con tutti gli
made in Italy nel DNA di quello richiamato dalla musica grunge
stili che vogliono rappresentare.
Enrico Baffetti, cresciuto e hip-hop, rappresentando l’individuo
Un fashion-zoo, dal pellicano
nella storica azienda di metropolitano che si nutre di sottoculche va a fare la spesa con il fifamiglia che dal 1980 pro- ture e ricercatezza. È allo stile di David
glio, alla medusa che tifa per
duce maglieria. Un inizio Bowie che si ispira la collezione autungli Yankees, dalla mamma
fortunato, che ha fornito a no/inverno 2014, svelato in saette stiorsa chic che porta i suoi
Baffetti risorse ed esperien- lizzate, suggestioni metalliche in lurex
cuccioli al mare, alla giza in abbondanza per passare e pattern check, animalier sgranati, fulraffa rapper che mangia
al livello successivo, e creare, mini. Ne risultano vestibilità over, anche
il gelato. Una natura un
nel 2013, il suo marchio perso- se mai esasperate, in cui la sperimenpo’ matta, per restituire
nale Rico. Il pedigree familiare tazione culturale si riflette in quella nei
la visione complessiva
viene messo a frutto nel design confronti delle più innovative tecniche
di un sogno; qualcosa
di linee che si pongono come un di lavorazione di filati e tessuti, e nella
di surreale, ma che
total look di maglieria sperimentale. creazione di pattern reinterpretati attraci rappresenti e che
Qui le tecniche tradizionali apprese verso intrecci di maglieria. Un perfetto
racconti chi siamo •
in azienda sono la base qualitativa mix di elementi di continuità e nuove
per un prodotto esclusivo che si evol- intuizioni, nel giusto equilibrio tra moda,
ve verso la contemporaneità, traendo musica e arte •
14/ Stile
76
Foto Matteo Weber
Servizio di Valentina Roda
BOTANICA Ritagliarsi uno spazio verde nel calore intimo di casa propria
per ampliare le sensazioni di una vita campestre in città.
Sulla sedia:
Cappotto Tonello
Pochette Braintropy
Sulla tavola:
Scarpe 1a Classe
Borsa Pijama
Maglione Mauro Grifoni
Anelli MVP
Occhiali Conservatoire
International De Lunettes
Il volume è “Gardenalia:
Furnishing your Garden with
Flea Market Finds, Country
Collectables and Architectural
Salvage” di Sally Coulthard,
edito da Jacqui Small.
Tavolo and props
Two Heads in the Clouds.
16/
Grooming
76
Testo Alex Vaccani
Foto Matteo Weber
Dapper
Gentleman
C’è qualcosa
nell’aria; una
miscela inebriante
di confort, glamour
e raffinatezza nella
preparazione di una
borsa da viaggio, che
sia per un incontro di
lavoro a Londra o un
weekend romantico in
Costa Azzurra.
Solitamente l’uomo non gioisce nel preparare una valigia,
è la destinazione che lo eccita,
non i preparativi; ma il Dapper
Gentleman deve anticipare ciò
di cui si può avere bisogno, o di
cui non si può fare a meno, per
la cura della propria persona
e per essere sempre al 100%
in ogni situazione. Così, se la
meta per un weekend lungo è
l’idilliaca cittadina marittima di
Villefranche-sur-Mer in Francia,
in borsa andrà una selezione di
look riviera appropriati ed una
serie di prodotti di beauty e
fragranze da indossare nei vari
momenti della giornata.
CLINIQUE FOR MEN
Tre Fasi
La nuova linea Clinique for Men
offre agli uomini prodotti specifici per pulizia, esfoliazione e
idratazione. Face Wash sapone
liquido che non disidrata. Oil
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maison Zegna sposa il vetiver
haitiano al bergamotto italiano, accompagnati dal neroli
in una pregiata miscela dal
carattere intenso e stimolante
grazie anche alla profondità
dell’olio essenziale di semi di
carota e giaggiolo.
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Eau De Cologne
L’interpretazione della colonia
classica tradizionale in uno
stile contemporaneo. Si apre
col bergamotto, mentre l’anice
stellato amoreggia con il cardamomo e un fondo terroso
di vetiver, muschio e patchouli
donando una raffinata sensualità senza tempo. PHAEDON
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Un’eau priva di allergeni, che
la rendono dolce anche sulla
pelle più delicata. Una piramide floreale legnosa muschiata,
caratterizzata dalla presenza
di due accordi insoliti: quello
delle foglie di agave e dell’aloe
vera, per un sentore vegetale
acquatico zuccherino.
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calore fumoso di balsami. Bois
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18/ Spazi Urbani
76
Wuhan, Cina > Le torri ecologiche più alte del mondo Il primato del
Burj Khalifa, il popolare grattacielo di Dubai alto 800 metri, sta per essere spazzato
via da un nuovo ambizioso progetto, questa volta made in Cina. Nella “città dei 1.000
laghi”, meglio conosciuta come Wuhan, sorgeranno presto le Phoenix Tower: due torri
che sfonderanno il tetto di 1 km di altezza. La particolarità di questi edifici non risiede
unicamente nelle dimensioni da record, bensì nel loro design, che prende le distanze
dalla forma monolitica tipica dei grattacieli occidentali. Sulla carta le torri appaiono
come due uccelli stilizzati: un grattacielo maschio, Feng, e uno femmina, Huang; il primo produrrà energia rinnovabile che “nutrirà” entrambi, mentre il secondo purificherà
acqua, aria e ospiterà orti verticali; il tutto in un meccanismo di unione bilanciata che
richiama da vicino la filosofia orientale Yin/Yang. Le due costruzioni, inoltre, non saranno fini a se stesse, bensì fulcro centrale di un parco tematico, nonché motore per
lo sviluppo dell’intera regione. Ph. Cheetwoods Architects
Emirati Arabi Uniti > Il rinascimento urbano che riparte dal deserto
Vi avevamo già parlato di Masdar, la città totalmente ecosostenibile che sta sorgendo nel
deserto di Abu Dhabi. Ebbene, non sarà l’unica. Da poche settimane è stato presentato un
altro mastodontico progetto, questa volta per
conto di una società tutta italiana: il gruppo
Sirei. L’ambizione? Quella di fondare un centro
urbano tecnologicamente ed ecologicamente
all’avanguardia, simbolo del gemellaggio tra la
cultura nostrana e quella araba. “Renaissance
city”, questo il suo nome, se approvata, vedrà
la luce entro Expo2020 fornendo un esempio di
città efficiente e sostenibile, un luogo ideale in
cui vivere; per questo motivo è già prevista una
forte collaborazione con il MIT (la sede dell’Istituto Tecnologico del Massachusetts a Masdar)
per tradurre quanto più know how possibile tra
le due realtà. Ma a quale prezzo? Solo il design
del progetto finora è costato 270 mila dollari,
mentre il costo totale per ultimare l’impresa è
stimato intorno ai 30 miliardi. Buona fortuna!
New York > L’orto cresce in Hotel La catena americana Tablet Hotel ha indetto un
contest per ripensare la socialità
all’interno di una struttura alberghiera. Il progetto vincitore, The
Allotment, realizzato dallo studio
Dean Moran, ha ben pensato di
sfruttare la lingua universale del
cibo per unire d’amore e d’accordo tutti. Il concept: creare un
orto e un mercato negli ambienti
comuni dell’hotel, aperti anche ai
newyorkesi; sarà così possibile
poter scegliere personalmente
le materie prime che si vorranno
mangiare, a due passi dalla hall,
facendole cucinare a dovere dagli chef del ristorante e finendo in
bellezza a consumarle sul rooftop
19/ L’arte di correre
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Testi Jean Marc Mangiameli
Baton Rouge, Louisiana
Celebrando LeRoy Neiman
Leroy Neiman nasce nel 1921 in Minnesota e scopre
le sue doti artistiche nell’esercito quando comincia a
disegnare i poster per gli spettacoli della croce rossa durante la seconda guerra mondiale. Il suo nome
comincia a diventare noto dopo che Hugh Hefner
affascinato dal suo modo di dipingere lo assume come illustratore di Playboy. Nel 1960 la sua
carriera prende una piega completamente diversa che diventerà quella più conosciuta. Neiman
inizia a girare il mondo dipingendo da bordo campo eventi
sportivi; celebri i suoi dipinti in
cui fissava su tela competizioni
come le olimpiadi (nell’edizione
del 1984 a Los Angeles fu l’artista
ufficiale dei giochi), il Super Bowl,
il gran premio automobilistico di
Monaco, le World Series di baseball, il Kentucky Derby e Winbledon tra gli altri. Nell’arco della
sua carriera Neiman non dipinse
certamente solo azioni sportive,
ma la fama raggiunta da queste
ultime ha completamente eclissato ogni sua altra opera. Spentosi la sera del 20 giugno 2012 a
New York all’età di 91 anni, la sua
arte è celebrata oggi con una
Svezia Premi play e corri
importante retrospettiva messa in scena a Baton
Rouge in Louisiana presso l’LSU Museum of Art at
the Shaw Center for the Arts, aperta sino a gennaio
2015. Leroy Neiman con le sue pennellate violente
riflette influenze precise: Toulouse-Lautrec, Dufy, l’espressionismo astratto e il realismo sociale di New
York, inventando l’arte sportiva moderna.
Spotify si allea con il colosso
Adidas e crea Boost Your Run,
un servizio che consente agli
utenti di creare playlist personalizzate per accompagnare il
loro allenamento. I corridori
possono impostare la loro posizione, la distanza, l’interesse
musicale e l’intensità di allenamento e Spotify genererà
una selezione di playlist per
soddisfare le loro preferenze.
Per lanciare la collaborazione
sono state create delle runner
con tecnologia Boost che ammortizza il colpo permettendo
una spinta maggiore.
Big Sur Corsa VIP Sono solo
300 le persone che possono
iscriversi alla Big Sur Trail Marathon, Half Marathon & 5 Mile
che il prossimo 27 settembre
giunge alla sua 25a edizione.
Il panorama del suo percorso l’ha fatta entrare nella top
5 delle corse più mozzafiato
del mondo, poiché salendo
per la Old Coast Rd. di Big
Sur si gode una delle viste più
esclusive che la costa californiana può offrire. Il percorso
è consigliato a piedi esperti,
in quanto tortuoso e ricco di
salite e discese, ma offre tutti
gli ingredienti per passare un
weekend indimenticabile.
Georgia Fuga dal labirinto
Uscirà nelle sale statunitensi
il prossimo 10 ottobre Maze
Runner, pellicola basata sul
celebre best seller Maze Runner - Il Labirinto, scritto da James Dashner. Ambientato in
un mondo post-apocalittico, il
film narra la storia di Thomas,
giovane problematico rinchiuso in una comunità per ragazzi,
che si ritrova catapultato nella
misteriosa Radura dopo che
la sua memoria è stata cancellata. James scopre presto che
la struttura in cui si trova è in
realtà una prigione-labirinto
e tenta la fuga con i suoi amici
runner. Protagonista del film il
“teen wolf” Dylan O’Brien.
dell’edificio, lo spazio social per
eccellenza. The Allotment ambisce così a risolvere due problemi:
il rendere tracciabile il rapporto
con quel che si mangia in una città, la Grande Mela, dove la realtà
del km zero non è sempre possibile, e permettere ai guest una
più concreta interazione con la
cultura (e coltura!) locale. Perché
si sa, a tavola siamo tutti più loquaci! Ph. Dean Moran
COPENAGHEN The best place to live!
È da un paio di anni
che la capitale nordica domina la classifica delle città con
la più alta qualità di vita, stilata dalla prestigiosa rivista Monocle. Come se non bastasse, quest’anno si è aggiudicata
pure il titolo di “European Green Capital” conferitole dalla
Commissione europea. D’altronde i danesi sono stati i primi, negli anni Settanta, a formulare una legge ambientale,
e Copenaghen, oltre a essere la city più a misura di ciclista,
offre numerosi parchi e aree verdi, mai più distanti di 15
minuti a piedi, ovunque vi troviate! Tyllikke! •
MILANO Scaldando i motori per Expo Dal 12 al 22 settembre il Parco Nord di Mi-
lano ospiterà l’VIII edizione del Festival della Biodiversità, la manifestazione nazionale dedicata alla natura e sostenibilità. L’edizione 2014 sarà incentrata sull’agricoltura familiare, tema su cui quest’anno ha puntato i riflettori anche l’ONU,
valorizzando il ruolo dei piccoli proprietari terrieri nella produzione alimentare
globale. L’evento costituisce un’anteprima importante in vista del più grande e
appetitoso appuntamento con Expo2015 il cui claim, ricordiamo, è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” •
ROMA Arrivano le bibliocabine Cosa ci fa una vecchia cabina telefonica nel bel
mezzo del parco di Torresina? Niente paura, nessun rifiuto selvaggio, bensì la prima “bibliocabina” della Capitale. Il simpatico progetto di recupero, messo in piedi
dal comitato di quartiere, ambisce a unire il riciclo intelligente con l’educazione
alla lettura. Così a partire da metà settembre, qui tutti potranno prendere e portare
libri da “liberare” per la comunità. Al momento è prevista un’unica “sede”, ma se
l’iniziativa avrà successo, le “bibliocabine” si moltiplicheranno per tutta la città •
HELSINKI Senza auto entro dieci anni La capitale finlande-
se sta testando un’app in grado di sbarazzarsi definitivamente delle autovetture private. SuperHubb, questo il suo
nome, calcolerà velocemente il percorso più breve (ed economico) per il cittadino, coordinando orari e disponibilità di
tutti i mezzi pubblici: bici, carsharing, traghetti, bus e treni
(che, si sa, in Finlandia sono sempre puntuali). La app permetterà anche di pagare il biglietto con un semplice click
dal proprio smartphone, rendendo più pratico, veloce e
conveniente l’uso del trasporto pubblico. Data di estinzione
delle auto? 2025 •
Da sinistra, in
senso orario:
“Olympic Runner”, 1972;
“Olympic Training Site”, 1983;
“Olympic Track”,
1980. Tutte le immagini: Courtesy
of LeRoy Neiman
Foundation
New York Runner Mania
Le
scarpe da running sono ormai
indispensabili per essere alla
moda, persino Rihanna è scesa dall’alto dei suoi tacchi per
indossare un paio di sneakers
New Balance che sembrano
essere diventate la sua nuova
ossessione, tanto da averle indossate più e più volte per le
strade di New York.
76
Testo Jean Marc Mangiameli
21/ Spazi urbani
76
L’ULTIMO TREND IN ARCHITETTURA?
RENDERE GLI EDIFICI SEMPRE PIÙ VICINI A MADRE NATURA.
È ESPLOSIONE DI GREEN ROOF,
TRA MODA, ECOLOGIA E SOSTENIBILITà.
A metà tra capriccio estetico di archistar e reale soluzione sostenibile, negli ultimi anni sempre
più edifici hanno visto i propri tetti trasformarsi in piccole oasi verdi. Pratica già attiva da secoli
in quel dei paesi scandinavi, i green roof sono stati riscoperti in tempi recenti, poiché rispondono a diverse esigenze pratiche dell’architettura contemporanea. Quali? In primis fungono
da isolante termico, poiché permettono la conservazione
del calore durante i mesi invernali e del fresco nei
sullo skyline urbano, contribuendo al benessere psicofisiNella pagina accanto, mesi estivi, assorbono efficacemente l’acqua piovail giardino pensile della na scongiurando allagamenti e facilitando i sistemi
co dei cittadini. Più in generale lo studio e la progettazione
City Hall di Chicago.
moderna di edifici verdi è una pratica che risale agli anni
di
drenaggio
degli
immobili;
inoltre,
hanno
una
funSotto, un dettaglio dei
Settanta; architetti come Emilio Ambasz hanno costruito
tetti dell’università di zione di isolamento acustico e filtraggio di polveri
Melbourne e la sottili, ideale per chi vive in metropoli caotiche. Non
un’intera carriera sulla commistione tra architettura e naPrefectural Internatura. Quest’ultimo ha dato vita ad alcuni tra gli esempi più
ultimo
impattano
in
maniera
positiva
sull’estetica
tional Hall di Emilio
significativi mai realizzati: la Prefectural International Hall di
Ambasz a Fukuoka dell’edificio, aumentandone quindi il valore, nonché
Fukuoka in Giappone, un palazzo pubblico che era destinato
a sorgere su di un parco - all’epoca l’unica area edificabile
in città - distruggendone inevitabilmente gran parte. Con
un’intuizione geniale l’architetto argentino ha pensato di
progettare la superficie a scalinata terrazzata ricoperta da
piante che dialogano con la vegetazione adiacente; un edificio divenuto simbolo dell’architettura verde che ha dimostrato al mondo intero che è possibile costruire in maniera
intelligente, rispettando il territorio circostante.
Ph. Peter Bennetts (1); Hiromi Watanabe - Watanabe Studios (1)
20/
22/
delle città americane con la più alta concentrazione di
tetti verdi dove sbuca, per importanza, il giardino pensile della City Hall. Diventata uno degli esempi più riusciti (e imitati) negli Stati Uniti, col suo spazio di 1.800
metri quadri ospita oltre 20.000 piante appartenenti a
150 specie diverse, per lo più provenienti dalle praterie dell’Illinois; questo per garantire
una continuità paesaggistica che si è scoperto può persino influenzare positivamente
le rotte migratorie degli uccelli. Ma non solo green, anche brown! L’incontro tra architetti
e ambientalisti è arrivato a concepire i cosiddetti “tetti marroni”, più adatti a ospitare specie rare di piante, animali e invertebrati. Chiamati anche “tetti della biodiversità”,
questi particolari giardini pensili
trovano migliore applicazione in
quelle aree dove la cementificazione ha devastato o alterato
un ecosistema, minacciando la
sopravvivenza di diverse specie
viventi. Aspetto che viene sempre più studiato anche in ambito accademico, come nel caso
dell’università di Melbourne, dove
si è deciso di rendere giardini
pensili tutti i tetti del campus; l’operazione, che ha riscosso molto
successo, è alla base di uno studio che indaga sull’ottimizzazione energetica e la preservazione
delle specie autoctone tramite le
superficie piane degli edifici (che
a Melbourne costituiscono il 17%
del totale). Ad arricchire i tetti
non manca un tocco di design
moderno (merito dello Studio
Hassel) che ambisce a esportare
questo modello anche in altri edifici pubblici e privati. Futuro più
che garantito, poiché oggi diverse amministrazioni locali, su scala internazionale, stanno stanziando fondi e incentivi fiscali per
spronare la diffusione di questa
nuova pratica. I green roof, quindi,
non sono più solo da intendere
come un capriccio estetico per il
tempo libero di élite o un’alternativa freak al cortile, bensì come
un investimento vero e proprio
per la comunità e l’ambiente; un
luogo dal forte valore ecologico e
sociale, utile per abbattere i costi
energetici e migliorare la qualità
di vita di tutti.
©2013 Brooks Sports, Inc.
Ma i moderni tetti verdi invadono anche l’Italia. A Milano spicca per popolarità il celebre Bosco Verticale di Stefano Boeri
- più che un green roof un vero e proprio green building - ma
recentemente hanno fatto parlare di sé anche il SuperOrtoPiù
- il progetto ecologico e artistico di Michelangelo Pistoletto
insediato sul tetto del Superstudio Più di via Tortona - e il
nuovo restyling dell’Hotel Scala, che ha visto la creazione di
un orto all’ultimo piano dell’edificio; qui lo chef Fabio Castiglioni garantisce ai propri ospiti un pasto biologico a km zero
(anzi, a “metro zero”) con vista guglie del Duomo! Di qualche
mese fa, invece, la notizia del progetto sperimentale “Shagree” di Bari che prevede la realizzazione di aree verdi sui tetti
di condomini selezionati per studiare
i cambiamenti sul microclima; alcuni
Sopra, la Prefectural
studi hanno infatti dimostrato che
International Hall
un quartiere che presenta un numero
e i giardini pensili
dell’università di
considerevole di giardini pensili regiMelbourne. Sotto,
stra una temperatura minore rispetil SuperOrtoPiù di
to agli altri. È il caso di Chicago, una
Pistoletto a Milano
76
Ph. Peter Bennetts (1); Hiromi Watanabe - Watanabe Studios (1)
Spazi urbani
A cura di Silvia Rossi
Intervista di Silvia Rossi
Ritratto di Jeff Vespa/GettyImages
24/ Cinema
76
l’istigatrice del rimando dei suicidi nella notte in cui tutti volevano togliersi la
vita in Non buttiamoci giù, film tratto
dal best seller di Nick Hornby. Recitava
accanto a Pierce Brosnan e alla Breaking Bad star Aaron Paul. Con Paul ha
poi corso a velocità massima in Need
for Speed... e pensare che non ha
nemmeno la patente. Da pochissimo
è riuscita a far innamorare Zac Efron
nella commedia da lui prodotta Quel
momento imbarazzante e al Festival
di Venezia l’abbiamo vista diretta da
Peter Bogdanovich in She’s funny that
way dove interpreta una prostituta
che fa innamorare un regista di Broadway con la faccia di Owen Wilson.
Ha un nome che è tutto un programma e un viso che all’apparenza sembra banale ma che in realtà sa trasformarsi. Lei è Imogen Poots e presto, o
forse no, la vedrete anche nel film di
Terrence Malick – ora in post produzione – Knight of Cups.
ma già è confermato che fino
al 2018 sarà ancora Spider
Man. Il capitolo 3 e 4 del supereroe rosso e blu sono infatti
già stati annunciati, nemmeno
il tempo di vedere il secondo...
Sarà nuovamente Andrew
Garfield, diretto da Marc Webb,
a tessere le ragnatele che lo
porteranno da un grattacielo
all’altro per salvare le persone
in pericolo. Garfield, nato a Los
Angeles 30 anni fa e trasferitosi poi in Inghilterra, per non
sbagliare niente ha deciso di
innamorarsi della sua amata
Gwen (Emma Stone) anche
nella vita. La sua favola cinematografica è iniziata accanto
a Robert Redford in Leoni per
Agnelli (nella foto) con Meryl Stre-
ep e Tom Cruise e proprio grazie al dialogo strepitoso con
Redford conquista un posto
nella lista degli attori “da tenere d’occhio”. Prima di ritornare
nella tutina di Spider Man lo
vedremo in 99 Homes di Ramin Bahrani accanto a Laura
Dern e Michael Shannon. Un
drama movie dove interpreta
un uomo disperato che perde la sua casa a causa di un
pignoramento per poi iniziare
un’attività di truffa a danni del
governo.
Mexico City Iñárritu is back Avete amato Amores
Perros, 21
grammi e Babel? Lo stavate aspettando? È tornato. Alejandro Gonzales Iñárritu dirige Birdman o Le imprevedibili virtù
dell’ignoranza. Una black comedy che racconta la storia di un
attore in declino - famoso per aver interpretato un mitico supereroe – alle prese con le difficoltà e gli imprevisti della
messa in scena di uno spettacolo a Broadway che dovrebbe
rilanciarne il successo. Chi recita? Oltre al protagonista Michael Keaton, ci sono Edward Norton, Emma Stone e Naomi
Watts. Nel Nord America il 17 ottobre e all’inizio del 2015 da
noi •
Andrew Niccol, quello di In
Time, S1m0ne, Lord of War e delle sceneggiature di The Truman Show e di The Terminal dirige uno stressatissimo Ethan Hawke. Il film si chiama Good Kill e racconta di un ex pilota di aerei che combatte contro i Talebani via
remoto, comandando per dodici ore al giorno i droni. Lo stress provocherà forti
tensioni nella sua vita privata e nel lavoro stesso e la sua missione comincerà a
essere messa in discussione dai suoi superiori. Adrenalina pura •
Auckland Nuove tecniche
76
Il CUSTODE
DELLA MEMORIA
Londra > She’s funny È stata
Los Angeles > The
Amazing Siamo nel 2014
25/ Cinema
“Brenton è un giovane attore fuori
dal comune, e sono sicuro che
sentiremo molto parlare di lui”.
Cosa volere di più se a dire
queste parole è niente meno
che Jeff Bridges? Vi presentiamo
Brenton Thwaites: 24 anni,
australiano, attore.
New York > Indie Gang Sviluppato a partire dal cortometraggio Curfew
con cui ha vinto l’Oscar nel 2013, il film d’esordio dell’attore e regista Shawn
Christensen Before I Disappear visto ai Venice Days è stato la rivelazione del
cinema indipendente americano di quest’anno. L’impianto narrativo è da
classica commedia degli equivoci, ma lo sviluppo rivela un talento del tutto
originale. Nel cast le star delle serie cult made in Usa Emmy Rossum (Shameless), Paul Wesley (Vampire Diaries) e Ron Perlman (Sons of Anarchy). Girato
durante l’estate newyorchese, il film Five Star mostra la cultura delle gang
schivando ogni possibile stereotipo e lasciando volutamente nell’ambiguità
la distanza tra fiction e vita reale. Che storia è? Quella dell’adolescente John
(John Diaz) che dopo la morte del padre, colpito da una pallottola vagante,
viene preso sotto braccio da James “Primo” Grant che decide di farsi carico
dell’educazione del ragazzo alla legge della strada. Esponente di spicco della
gang dei Bloods - sia nel film che nella realtà - Primo conosce soltanto le strade di Brooklyn. Mentre John è incerto se
entrare o no in questa vita, Primo deve
decidere se e come
lasciarsi il suo passato alle spalle. Dirige
Keith Miller.
New York Crisi e caos Non si può non pensare a Good Morning Vietnam o Rain Man
ogni volta che si parla di Barry Levinson. Il regista americano dirige The Humbling,
un film tratto dal romanzo di Philip Roth che vede Al Pacino nei panni di un famoso
attore di teatro che cade in depressione e tenta il suicidio quando perde improvvisamente il dono della recitazione. Nel tentativo di ritrovare la sua forza vitale,
instaura una relazione con una donna omosessuale molto più giovane di lui (Greta
Gerwig). In breve tempo la relazione tra i due genera il caos •
Roma The most controversial Abel Ferrara racconta
Pasolini. Il più controverso scrittore e regista italiano attraverso la macchina da presa di Abel Ferrara.
C’è da aspettarsi il meglio? Di certo c’è che Willem
Dafoe nel ruolo di Pierpaolo Pasolini si è davvero trasformato. Il film esplora gli ultimi giorni di vita dello scrittore prima della sua tragica morte e accenna
all’ultimo progetto del regista. Nel cast tanti italiani:
Riccardo Scamarcio nel ruolo di Ninetto Davoli, Valerio Mastandrea e lo stesso Ninetto Davoli. Esce il 18
settembre •
Cairns, Australia. Con sei grandi produzioni in uscita, l’attore
Brenton Thwaites è uno dei giovani talenti da tenere d’occhio.
Dopo essere stato il principe azzurro in Maleficent con Angelina Jolie ed Elle Fanning, lo vedremo al cinema l’11 settembre
nel ruolo di Jonas in The Giver insieme a Jeff Bridges e Meryl
Streep. Il film distopico diretto da Phillip Noyce e tratto dal romanzo di fantascienza di Lois Lowry racconta la storia di formazione di un ragazzo cresciuto in un mondo dall’apparenza
utopica in cui tutti sono stati privati dal fardello della memoria. Non sanno cosa sia la sofferenza, la fame o la violenza.
L’unico legame col passato lo ha il Custode delle Memorie
dell’Umanità che sceglierà Jonas come prossimo Ricevitore di
Ricordi. Il Donatore (Bridges) lo porterà a voler scardinare per
sempre l’ordine utopico.
Lo spiega meglio Brenton Thwaites.
Il successo di The Giver. Il libro lo fanno leggere alle scuole elementari e tutti – adulti e giovani – amano e rispettano il romanzo della Lowry scritto ben 20 anni fa. “Credo che sia una
storia di formazione molto classica, che stimola emozioni da
cui siamo passati tutti: amore, dolore, tradimento e una naturale sete di vita e avventura - sostiene Thwaites. Da ragazzino
volevo assolutamente viaggiare e fare esperienze: penso che
Jonas faccia esattamente questo verso la fine del suo percorso, quando finalmente scappa”.
Scoprire i colori. Imparare tutto nuovamente e con piena coscienza. È questo che vivono Brenton attore e Brenton personaggio: l’approccio non deve essere stato facile. “Più cose
Jonas impara, più colori vede. Ho dovuto iniziare con le domande base: come dev’essere scoprire i
colori per la prima volta? Divertente? Spaventoso? Quando giravamo le scene in
È lì che il mio personaggio scopre per
cui scoprivo i colori ho cercato di fare dei
la prima volta il colore rosso su un
parallelismi con le cose che mi sono sucbellissimo vecchio telefono degli anni
cesse nella vita vera e che mi riportavano
sessanta”. Continua Brenton: “Jeff è
a quei sentimenti”.
molto propenso all’improvvisazione,
e faceva tante piccole cose strane
prima delle riprese per aiutarmi. Una
I momenti migliori e i consigli di due super
cosa su tutte che ho imparato è che
“Le
attori come Meryl Streep e Jeff Bridges.
non importa come appari quando dai
prime due settimane di riprese sono stasfogo alle tue emozioni. Sii sincete straordinarie. Stavamo principalmente
ro con il tuo io interno e l’esterno si
nell’abitazione del Donatore a girare tutto
prenderà cura naturalmente di te”.
il passaggio di memorie. Era un set strepitoso, pieno di libri come una biblioteca.
Combattere per amore. Il tema del
film che più lo ha coinvolto è proprio
l’amore e l’idea che combattere per
amore è una delle nostre più grandi
forze in quanto esseri umani.
Essere se stessi e mettersi in gioco.
Thwaites è convinto che la rilevanza di questo film attrarrà una grande audience. L’obiettivo? Far sì che il
messaggio del film arrivi ai più piccoli:
“Spero anche che come giovane artista che interpreta Jonas incoraggerò i più giovani a dare sfogo alle loro
emozioni e a non essere imbarazzati
a dare voce alle proprie opinioni o a
esprimere i propri sentimenti”.
E poi non dite che non eravate stati
avvisati…
26/ Design
76
A cura di Marco Magalini
27/ Design
76
A cura di Marco Magalini
Berlino > Home Camping Stéphanie Hornig è una vera e propria globe trotter, difatti sono le reminiscenze dei suoi viaggi ad influenzare il suo design: un vocabolario unico in cui esprime la sua visione paradossale, e molto
leggibile, del campeggio contemporaneo. Camp è il suo progetto di laurea,
con cui la designer ha sintetizzato un anno di viaggi nel mondo. Esperienza
che, ad ogni nuova stanza visitata, la portava a dimenticarsi della piacevole
sensazione di casa sentendosi sempre più simile a un moderno nomade da
campeggio. Da qui una collezione di pezzi che ricordano gli arredi da esterni,
di cui conservano il carattere funzionale, rimanendo però fissi e in contrasto
con il nomadismo che di base c’è nel campeggio. Ecco un sacco a pelo dotato di gambe, un tavolo con lampada, e una torcia la cui base in pietra contiene già la presa di alimentazione. Collage di materiali, funzione e forma, dove
due mondi, quello
della casa e del campeggio, dialogano e
discutono, traducendosi in oggetti che
mostrano con chiarezza la loro autonomia e leggerezza.
ITZ
FR
Milano > Geometrie
da indossare Cinque
amici: tre designer, un architetto e una copywriter (due
italiane, un catalano e una
brasiliana), che a un certo
punto decidono di esprimere la propria creatività e fantasia, assecondando e sfruttando le differenze personali
e culturali delle loro origini.
Unendo le loro forze creative nasce Mr Nico. Chiamato
come un barboncino bianco
che hanno sempre intorno, il
brand comprende le più svariate creazioni, tra cui bijoux
particolari in cui è facile rinvenire l’intervento pratico di
un interior designer. Si tratta
di bracciali e ciondoli in legno di pioppo proveniente
esclusivamente da coltivazioni ecologicamente gestite, che si chiudono tramite
magnete. Le forme geometriche decise con cui sono
composti vengono tagliate
a laser e pitturate a mano
BRUXELLES munch allo specchio Realizzato dallo studio belga Loudordesign, il blocco riflettente Edvard è
stato progettato da Jean-François d’Or, in omaggio al
pittore Edvard Munch e al suo dipinto più famoso, l’Urlo. Di forma conica, Edvard è in alluminio, pensato in
due misure, dal diametro più grande o più piccolo, e in
diversi colori pieni che vanno dal bianco o nero ai più
sofisticati giallo, verde pallido e blu. Lo specchio si può
appoggiare su un piano o attaccare alla parete, espressione di un design semplice e pratico, senza pretese •
BORAS (Svezia) Designed Wallpaper
Fondata nel
1880, la Engblad&Co vanta, in Svezia, un’illustre storia
nella produzione industriale di carta da parati. Successivamente, con una crasi
del nome, è stata conosciuta come Eco Wallpaper, diventando membro del gruppo WallVision di cui fanno parte le più illustri aziende del settore. Rispolvera
oggi il nome originale, inaugurando una nuova era segnata dalla collaborazione
con i designer più all’avanguardia del panorama progettuale, per un prodotto
concettualmente contemporaneo, grafico e sicuramente unico •
nel laboratorio Mr Nico, assemblati
artigianalmente
e successivamente trattati
con cera d’api e vernici a
base d’acqua atossiche, che
lasciano visibile il colore del
materiale. Dallo stesso pezzo di legno da cui è stato
intagliato il bracciale viene
ricavata la sua custodia.
Stoccolma > Skyline Lighting Le
forme e le geometrie che compongono la
skyline di Stoccolma sono l’ispirazione alla
base della lampada Skyline, disegnata dallo
studio svedese Folkform e prodotta dal brand
di illuminazione Örsjö Belysning. Le forme a
blocchi sono quelle concrete degli edifici della
periferia di Stoccolma, aggregati nei paralumi
che Folkform ha pensato in alluminio verniciato a polvere, o in ottone: scelta dei materiali
derivata dall’esperienza in una piccola officina
di metalli nel sud della Svezia. Come spiega
la designer e co-founder di Folkform Anna
Holmquist, quasi tutti i loro prodotti richiamano l’architettura, lasciandosi ispirare dall’espressione grafica degli edifici. In particolare
la lampada Skyline fa riferimento al quartiere
di cemento grezzo di Vallingby, in cui la designer è cresciuta. La lampada si costruisce in
diverse configurazioni: può essere appesa al
soffitto, attaccata alla parete ed è disponibile
anche nella versione a terra, con quattro gambe sottilissime. Un lavoro sul territorio espresso in modo inusuale e velato per un prodotto
versatile e dal design importante.
TOLOSA L’esercito del design Play Communs è un gioco per bambini che
il collettivo di design Ultra Ordinaire ha disegnato per avvicinare grandi e
piccoli all’elettronica. Pochi componenti – led colorati e servomotori – compongono un esercito di simpatici robot, che muovono la testa, il corpo e le
braccia. Ognuno di loro ha una propria personalità, attribuita dai diversi “vestiti” in cartone che si possono creare. I personaggi rappresentati fanno parte
di una comunità, nell’obiettivo finale di ripensare a una società basata sulla condivisione delle pratiche sociali •
RENENS (SVIZZERA) le verdure fanno bene
Il giovane designer Qiyun Deng ha pensato di introdurre un materiale
fortemente sensoriale, la bioplastica, nell’uso quotidiano.
Questa materia, composta a partire dagli alimenti, prende
nel suo design la forma e la texture delle verdure, trasformandosi in un originale servizio di oggetti da tavola. Un
progetto in cui il materiale, e la sua origine, si palesano
nell’estetica: così un gambo di sedano diventa il manico
della forchetta, mentre il cucchiaio non è altro che un petalo di carciofo. Il tutto è perfettamente biodegradabile •
INI
ELL
PP
CA
EN
NS
HA
Matteo
Zorzenoni Jaime
Hayon
dopo aver incantato il mondo con
le sue bolle di luce, Matteo Zorzenoni
prosegue la sua ricerca fatta di contrasti
Treviso. Dopo aver frequentato l’Istituto
d’Arte, dove coltiva il suo interesse per
l’arte e il design, consegue la laurea in
Disegno Industriale nel 2001. Comincia
a collaborare con l’Università Iuav di Venezia come assistente di maestri quali
Marc Sadler, Riccardo Blumer, Denis
Santachiara, con i quali segue attualmente un corso di design innovativo incentrato sui materiali. Ha lavorato come
consulente per Fabrica (Benetton) per lo
sviluppo di progetti per mostre, musei e
interni. La sua ricerca è focalizzata sui
materiali e sui loro limiti, sullo sviluppo
di progetti come articoli per la tavola in
cemento, strutture in vetro, lampade in
marmo, lavorando fianco a fianco degli
artigiani più qualificati. Se si pensa al lavoro di Matteo non si può tralasciare la
collezione di vasi scultura Crystal Ball
disegnata per Cappellini nel 2013. Come
dice il nome stesso, legano la fragilità
del vetro al ricordo di un gioco d’infanzia, le magiche bolle che furono un cult
Le sfide del designer spagnolo
dissolvono i confini tra arte e design
nei ’90. L’idea del gioco e della leggerezza si ritrovano in questi pezzi dove
delle piccole basi in legno massello di
Madrid. L’artista-defrassino sbiancato sorreggono delle
signer spagnolo Jaime
grandi sfere di pyrex, venendo così
Hayon è nato a Madrid
a creare uno sbilanciamento visinel 1974. È stato inserito
vo tra pieno e vuoto, tra fragile e
da Time Magazine nella
resistente. Tra i suoi progetti più
lista dei 100 più importanti
recenti, la lampada a sospencreatori del nostro tempo
sione Trumpet disegnata per
e anche Wallpaper* lo ha
indicato come uno dei desiBosa. La leggerezza del vetro
gner più influenti dell’ultimo
e la matericità della ceramica
decennio. L’interesse princisono i due elementi che conpale di Hayon è trovare sfide
traddistinguono Trumpet.
e nuove prospettive materiche
La sfera è sorretta da una
e di forma. La sua visione romtrombetta che nasconde
pe gli schemi, superando i confini
la lampadina e le traspatradizionali tra arte, decorazione e
renze del vetro soffiato
design, portando ad una rinascita
artigianalmente e le
artigianale che permette di creare
speciali finiture della
oggetti intrisi della cultura del deceramica rendono la
sign contemporaneo: mobili, prodotti,
lampada Trumpet un
interni, sculture e installazioni d’arte.
mix tra retrò e conLa formazione, avvenuta tra Madrid e
temporary living •
Parigi, lo ha portato all’accademia di
design e comunicazione Fabrica, del
gruppo Benetton, dove si è trovato a
lavorre a stretto contatto con l’estro del
leggendario Oliviero Toscani. Qui il suo
lavoro ha acquisito quella componente innovativa e provocatoria, alla quale
Hayon si approccia in maniera quasi filosofica, in una continua ricerca su chi
siamo e come viviamo. Punto focale: la
tecnica. Quella di progetti organici ma
tecnologici, dalla interessante caratteristica di nascondere la complessità della
struttura attraverso la semplicità dell’aspetto. Al centro del suo lavoro oggi
c’è la preoccupazione per la conservazione delle competenze artigianali,
che l’ha avvicinato a sviluppare progetti
per aziende di primo piano nel settore
come Baccarat, Fritz Hansen, Bisazza,
Bosa, lladró, Magis, Established & Sons
e Fabergé tra molti altri.
29/ SPECIALE donna
Tuta ANTEPRIMA, cintura Lucio Vanotti
76
TU_CLOUDS_URBAN_21,6X32,2.indd 1
28/07/14 15.03
Testi di Marco Magalini
e Enrico Longo
Intervista di Marco Magalini
30/ Moda
76
31/ Speciale Moda Donna
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Un’Italiana nel mondo
​​La moda come comunicazione
personale. «Non sono una fashionista, - dichiara benedetta bruzziches - per me fare moda
significa accedere ad una atmosfera quasi parallela e trasferirla a chi mi sta attorno».
più famosi del fashion system,
un’icona globale conosciuta per
il suo copricapo con velo nero e
spille e un paio di occhiali da sole
a gatto che le velano lo sguardo.
Un approccio anticonvenzionale
allo stile, che ha ispirato Celso Fadelli, CEO di Intertrade Group, nel
proporle la realizzazione di una
collezione di fragranze esclusive.
Un look enigmatico quanto riconoscibile che è stato tradotto nelle combinazioni olfettive a base di
ingredienti inediti, per essenze dal
carattere personale ed intrigante. A impreziosire il design chic e
minimal delle boccette, uno dei
simboli distintivi del look di Madame Pernet: il ragno, nella forma
di un charm in argento disegnato appositamente dal gioielliere
Brasile / Uk > British Futuristico Il giovane designer britannico Gareth Pugh porta la sua estetica caratterizzante al brand
brasiliano di calzature in gomma Melissa, disegnando nuovi modelli
con il chiaro intento di creare qualcosa di molto vicino allo stile futuristico, anche se con forti richiami alla tradizione britannica delle
sue sfilate. Tratti distintivi facilmente riconoscibili in questa seconda
capsule collection realizzata da Pugh, interpretati con l’innovativo
PVC delle Melissa che rende possibile ottenere esattamente il risultato prefissato. Due punti di vista che dialogano nella creazione di tre
nuove proposte. Il modello Ascension con tacco, coraggioso
e irriverente, caratterizzato da un cuneo dai tagli geometrici e un platform dalla suola stampata, disponibile in cinque
colori accesi. La grafica geometrica di Pugh è ben visibile
nella ballerina Ultragirl, il best-seller
di Melissa, proposta in questa capsule completamente stampata.
Stampa futuristica infine anche per Aileron, una flip flop,
nonostante la stagione invernale, perfetta per i jet
setters che volano verso
più caldi lidi.
Parigi Join the club
Macerata > Sartoriale,
Femminile Dopo il successo ottenuto negli anni Ottanta, il brand italiano Manuel
Ritz ha deciso di rinnovare la
propria anima creativa, ritornando ad essere un punto
di riferimento per un leisurewear sartoriale. Nell’ottica del
rinnovamento e di un’offerta
sempre più completa, è nata
da pochissimo la linea Manuel
Ritz al femminile, per trasferire l’alta qualità e la cura nei
dettagli, marchio di fabbrica
del brand, anche nella collezione donna. Si crea così in
mix inusuale, in cui i capi femminili dialogano perfettamen-
Sono amici parigini, più simili a uno sporting club che a
uno studio, che hanno deciso di mixare lo sport alla street culture nella creazione
delle loro t-shirt ispirate alle divise del football americano. I miti dei nostri giorni,
come Pharrell, Tisci e gli altri idoli della moda, dell’arte e della musica contemporanee diventano i giocatori del Club Les (Art)ists, un circolo super esclusivo
per sole vere star. Il numero assegnato sulla t-shirt è l’anno di nascita del personaggio a cui è dedicata •
Antwerp Sportswear metropolitano Sportiva, dinamica, energica. È la collezione a/i 2014 di Bikkembergs, che vede un’esplosione di stampe dal tema
urban e metropolitano trionfare su piumini, maglie e
sexy mini-dress. Un’ispirazione precisa, accentuata
dalle geometrie esasperate, per una vita cosmopolita
dove comfort ed eleganza sono protagoniste assolute.
Parola d’ordine: versatilità, che si esprime al massimo
nella decolletè formale, dotata di zip per trasformarsi
in inaspettata pochette •
© Roger Duncan
Parigi > Fragranze esclusive Diane Pernet è uno dei volti
Mario Salvucci. Quattro fragranze
in tutto, che evocano esperienze
misteriose e affascinanti, come
camminare nei boschi, passeggiare in un giardino orientale,
una nuotata notturna finanche
l’ingresso in un magico universo
parallelo.
te nei confronti dell’universo
maschile, verso il quale non
si pongono come una replica,
ma come il perfetto completamento. Le diverse ispirazioni, dal mondo british ma
anche dalla tradizione italiana
e dalla contemporaneità più
assoluta, proprie delle collezioni uomo, si ritrovano anche
nella donna. Caratteristica
fondamentale, e imprescindibile, il sapiente abbinamento
tra la cura di un capo realizzato in maniera sartoriale e la
funzionalità richiesta ad abiti
da indossare nella quotidianità. Per un risultato poliedrico
e multidimensionale.
New York Contemporary classics Dagli Stati Uniti,
un brand dedicato alla creazione di accessori, con la
scelta formale di un’estetica riduttiva. Il design, essenziale e pulito, viene affiancato ad una produzione
rigorosamente artigianale, in netto contrasto con la
assoluta contemporaneità e l’attitude street-style di
zaini e sneakers. Ne risulta una collezione di oggetti
che interpretano l’oggi ma, attraverso l’equilibrio delle proporzioni e l’attenzione
al dettaglio, gettano le basi per diventare dei classici intramontabili •
Bari Dalla Puglia con amore Dalla creatività e dalla
ricerca di Vincenzo Pastore e Vincenzo Nesta, pugliesi doc, nasce una collezione di occhiali ispirati
al loro luogo di origine, che offre inaspettati materiali: pietra, sughero, legno e
lino. I legni più pregiati si stratificano e mixano per costruire grafiche moderne e
contemporanee, mentre nella versione in lino la fibra viene imbevuta di resina e
interpretata nelle più diverse varianti, dal denim al bouclé, al lurex e al broccato.
Il tutto ad opera delle mani esperte di artigiani locali •
Caprarola (VT). Chi è Bendetta Bruzziches? “Una borsa! Il luogo in cui si
può scoprire un vero universo fatto
di segreti, piccoli sogni ed intimità”.
Così ama descrivere il suo lavoro, che
parte da molto lontano rispetto al
glamour metropolitano delle big four
della moda: da Caprarola, il suo paese
natale. Da lì si dipana un fil rouge che
attraversa i cinque continenti e finisce
dall’altra parte del mondo.
Ogni designer ha un punto di svolta. Qual
è stato il tuo?
Il punto di non ritorno è stato un incontro. Uno di quei casi fortuiti nei
quali a fare la differenza sull’esito del
momento è qualcosa di insignificante, ma fatale. Era il novembre 2008, in
un banalissimo ascensore d’un metro
quadro, dopo colazione: un indiano
proprietario di un’azienda di borse in India mi chiese se fossi disposta a lasciare tutto e seguirlo
per iniziare una nuova attività di bag designer… Ragione versus impulsività. Accettare avrebbe
comportato lasciare il mio lavoro a Milano dove ero assistente di Romeo Gigli, per andare verso
l’ignoto. Fortuna vuole che saltare nel vuoto sia uno dei miei sport preferiti!
E quindi, cosa è successo?
L’uomo dell’ascensore aveva un’azienda di produzione di borse a Madras (ora chiamata Chennai), nell’India sud-orientale. Sino ad allora mi ero cimentata solamente nell’abbigliamento.
Qualcosa mi spingeva a buttarmi e così, a soli 23 anni, mi
sono ritrovata catapultata in India. Mentre lavoravo in fabbriroom a Milano sperando di trovarne qualcuno che avrebbe preso in carico la collezione, ma
ca a Madras, ho scoperto le mani delle operaie che tanto mi
nessuno si fidò di una giovane ragazza un po’ pazza appena rientrata dall’india seppur con una
ricordavano quelle delle signore del mio paesino. La prospetbella collezione. Mi consigliarono di provare a vendere autonomamente partecipando alle fiere
tiva della manualità ha fatto crescere in me il grande desidedi settore e fu così che arrivarono i primi clienti. Io e mio fratello con i rispettivi fidanzati siamo
rio di costruire una linea di borse, solo mia.
partiti con il camion prestato da mio zio, uno stand fatto da un altro zio falegname e i baci di
dama di mia madre, che hanno conquistato tutti!
Quando sei tornata in Italia?
Nel luglio del 2009, dopo solo un anno e mezzo trascorso in
Come nasce una tua borsa?
India. A dir la verità, però, non ho mai lasciato quel
Quando tutto è cominciato, le risorse non c’erano e la famiglia e gli amici mi hanno
Paese. L’esperienza indiana non è stata una
permesso di andare avanti. Un centro piccolo è una famiglia allargata e di
parentesi, ma una svolta, anche se era
conseguenza c’è un’attenzione alle persone e alle cose che manca in
venuto il momento di passare oltre.
una grande città. Non sono mica sola in questa avventura, ci sono
Da allora è iniziata un’attività di
gli Artigianauti: tutti quei ragazzi che condividono la mia filosofia e
consulente che mi ha portato
lavorano con me. Abbiamo reinsegnato loro a intrecciare la pelle
spesso in giro per il mondo. Voe le abbiamo rimessi all’opera utilizzando la rete territoriale, per
levo realizzare una collezione
un vero chilometro zero. Questo è quello che chiamo laboratorio
mia e i primi passi non sono
‘diffuso’: racchiudere un aspetto importante del mio lavoro, che
stati facili. Non ho fatto nesè quello delle sinergie fra competenze diverse e arti diverse. Le
suna ricerca di mercato, sono
mie borse sono questo: storie di artigianati diversi che tento di
partita all’avventura tra gli showrecuperare e di portare all’interno del mio mondo. Si tratta di borse
che nascono per recuperare un know how artigianale secolare che
altrimenti perderemmo e per far stare insieme tutti quelli che le fanno.
“If you can dream it, you can become it” - lo scrivo dentro tutte le borse! è
così che una piccola ‘pazza’ di Caprarola è diventata una vera designer.
Intervista di Alex Vaccani
Fotografie Courtesy of Quint Gallery
32/ Arte
76
33/ Speciale Moda Donna
76
Io faccio da sola
Le fotografie di Lee Materazzi mostrano l’artista ritratta in posizioni
scomode; immagini che ingannano l’occhio colme di umorismo e semplicità.
San Francisco. Lee Materazzi è cresciuta a Miami, ha studiato alla
Saint Martins di Londra, ed oggi vive con il marito e la figlia a San
Francisco. Il suo atteggiamento nei confronti del fare arte è quello che la caratterizza dagli esordi: non ci sono regole o sistemi
da seguire e quando ci sono
è meglio infrangerle. Questo
ra naturale. Ogni pezzo porta con sé un’altra idea
punto di vista soggettivo ha
da esplorare e con cui giocare. È iniziato tutto nel
permesso a Lee di usare un
mio garage e una volta che ho capito quanto fosse
luogo quotidiano e banale
sorprendente questo spazio nel suo essere disordicome un garage e farlo dinato, sperimentale e libero ho deciso di rimanere a
ventare il perfetto scenario
lavorarci per tutta la durata della serie.
per la sua nuova serie “DIY”,
in mostra alla Quint Gallery di
Come mai hai scelto proprio il garage?
La Jolla, San Diego, fino al 31
Tutto è iniziato con la prima opera, Lazy Girl. Ho
Ottobre.
avuto questa idea d’impilare un mucchio di poltrone reclinabili in casa, per poi essere in grado di
disegnare uno scarabocchio, come una fatica di
Com’è nata l’idea per DIY?
Sisifo da superare. Ricordo che mia figlia aveva un
Questo corpo di lavoro in
mese di età, abbiamo girato per tutti gli angoli delle
realtà si è creato in maniestrade e nei depositi di risparmio per trovare quelle
giuste. Ero stanca e il pensiero di trascinare su per
le scale di casa queste vecchie poltrone, pesanti e
appiccicose, era scoraggiante. Così il garage ha cominciato a sembrarmi davvero un buon posto per
creare. è un luogo dove tutto è permesso e me ne
sono innamorata.
Come mai l’hai chiamata DIY (“do it yourself”)?
Ho pensato che sarebbe stato un titolo appropriato
dato che tutte le mie opere sono state fatte in un
garage, il tipico posto dove solitamente la gente fa
i progetti di casa. Questa serie ha molti riferimenti
alle creazioni di altri artisti che solitamente hanno intere squadre per realizzare le loro opere. Cito
ad esempio Michael Heizer e la sua installazione
“North, East, South, West” dove una buca profonda
sembra essere un vuoto nel pavimento dello spazio espositivo. Ho cercato d’immaginare di cosa avrei avuto bisogno
per creare qualcosa che avesse
un così grande impatto ed è nata
“Negative”, realizzata con un pezzo
di cartoncino nero che ho tagliato,
facendolo apparire come un vuoto
profondo, immaginandomi come
se fossi caduta al suo interno rimanendo appesa sul bordo. Il mio
lavoro è stato fatto con la lama di
un bisturi, del gesso e con l’aiuto di
ho tanto tempo per riflettere e pianificare. Questo spirito è diventata una buona cosa. Ora lavoro più
sul momento.
Prima hai accennato alla fatica di Sisifo, credi che esista un parallelo con i tuoi nuovi lavori?
Molti dei pezzi hanno richiesto un sacco di lavoro fisico, che si è dissipato non appena il progetto è
stato terminato. Ad esempio, ho ricreato un campo di denti di leone nel mio garage ispirandomi a
quello che avevo visto al Golden Gate Park in primavera. Ho letteralmente inserito ogni singolo fiore.
È stato un lavoro che è durato tutto il giorno e una volta terminata la composizione, ho scattato la
foto e poi abbiamo smontato tutto. Questo mi ricorda il mito di
Sisifo, che spinge un enorme masso su per una montagna solo
Ho sempre amato l’ironia spontanea che le tue
per farlo rotolare giù.
immagini evocano, come fai a farla risultare sempre naturale?
mio marito dietro la macchina da
presa. La mia versione è abbastanza semplice e stupida in confronto.
È fai da te.
Quanto pensi che sia cambiato e
cresciuto il tuo lavoro in questi anni?
Penso che il mio lavoro sia diventato più grezzo, più disposto a
correre rischi e anche a fallire. Da
quando è nata mia figlia, due anni
fa, ho dovuto adottare quest’atteggiamento: “Facciamolo! Vai!”. Non
È come se ci fosse la necessità di andare avanti piuttosto che
arrivare a una destinazione particolare, che ne pensi?
È sempre utile avere un piano, ma è ancora più importante sapere quando abbandonarlo e andare avanti. Ho seguito questo
tema per molte delle opere. Hanno iniziato come qualcosa e poi
sono finite coll’essere qualcosa di completamente diverso. Non
ho voluto manipolare il lavoro con le mie intenzioni, ma l’ho lasciato libero.
Cerco sempre di lasciare spazio all’imprevisto.
Trovo che sia il modo migliore perché l’ironia può
semplicemente accadere da sola. Ho imparato
che bisogna essere disposti a lasciare che la vita
faccia il proprio corso.
Ho visto che nella tua nuova serie c’è una new
entry: tua figlia Mia. Si è divertita? Hai ricordi da
condividere?
Lei era sempre presente ed è stata veramente
un’ispirazione per ogni singola fotografia. A volte
dormiva, altre guardava YouTube, ma è incredibile quello che lei assorbe, ricorda e trasmette.
Non ho una storia da condividere, ma piuttosto
un segreto, nel pezzo “Balance” ho impilato un
mucchio di palle sulla sua testa mentre lei è seduta perfettamente immobile. Questo è stato
possibile perché stava guardando i cartoni animati sul mio telefonino, che tiene in mano dietro
ad una palla e aggiungerei che stava mangiando del cioccolato. Tutte le opere hanno richiesto
un po’ di corruzione e truffa. Alla fine, però, era
molto orgogliosa della fotografia e della sua capacità di tenere l’equilibrio. Continuo a dire: “L’ha
fatta Mia!”.
Come donna, madre e artista quale insegnamento speri che Mia impari da te?
Spero che lei impari a bilanciare tra gioco e intenzione, rischio e sicurezza, sogni e realtà. C’è
l’espressione “Raggiungere le stelle, ma non dimenticare mai la terra sotto i piedi”. Spero che
sia quello che impari da me.
34/ Speciale Moda Donna
Calgary, Canada. La sua Hideaway è diventata il video
più virale del 2014 e il suo
chignon punk il più imitato
dell’estate appena trascorsa, cosi come il suo look. Si
chiama Keisza (si pronuncia Kaisa), è canadese di
Calgary, ha 25 anni ma ne
aveva 17 quando si è arruolata nella marina militare.
Non pensate subito ad una
donna maschiaccio perché
Kiesza ha partecipato anche alle selezioni di Miss
Universo Canada arrivando
seconda, e nei suoi video
trasuda femminilità con ironia andando contro gli stereotipi volgari da classifica.
Il tuo background è la marina
militare, come sei approdata
nel mondo del pop?
Mi piacciono gli estremi:
ti sembrerà strano ma mi
sono arruolata in marina
perché mi sembrava divertente e volevo seguire le
orme di mio fratello. Amo
le sfide, l’attività fisica e anche la disciplina e la marina
comprende tutte queste
cose, ma lì di disciplina ce
n’era un po’ troppa... credo
sia il motivo per cui ad un
certo punto ho detto basta
e ho mollato.
Forse l’esercito ti ha insegnato a focalizzarti su di un
obiettivo e a raggiungerlo e
per questo il tuo primo singolo ti ha trasformato da sconosciuta a star del pop internazionale...
La marina ha forgiato la
mia personalità e mi ha
insegnato quali sono i miei
limiti e come spingermi oltre per riuscire a superarli:
questo mi ha aiutato molto
ad affrontare il duro mondo
dell’industria discografica.
Quando ho scritto Hideaway ho capito subito che
aveva qualcosa di speciale:
ne ho avvertito il potere ed
ho avuto ragione.
Un marinaio
in vetta alle chart
76
Credo che uno dei motivi per
cui Hideaway ha riscontrato tanto successo sia per la
sua freschezza e per la sua
spontaneità che stanno sia
nel suo ritmo che nel video.
La gente ha bisogno anche di
leggerezza ogni tanto e tu sei
arrivata al momento giusto.
Sei d’accordo?
Grazie, mi hai fatto un grande complimento perché
è esattamente quello che
voglio trasmettere con la
mia musica: siate liberi e
sentitevi voi stessi sempre.
Pensa che non avevo nessuna confidenza con il ballo
prima, ho imparato la coreografia del video in tre giorni e mi sentivo molto goffa,
difatti sto prendendo lezioni
di danza. Mai avrei pensato
che il mio video diventasse
virale al punto da essere
uno dei più imitati tra parodie e tributi. è qualcosa
d’incredibile. senza contare
che ha superato 80 milioni
di visualizzazioni!
Intervista di Marco Cresci
Ritratto di Renée Cox
A cura di Marco Magalini
e Enrico Longo
35/ Moda
76
è canadese la nuova sensazione pop
che ha conquistato il mondo
con i suoi passi di danza anni ‘90.
è da poco uscito il tuo primo
e.p. che gioca con quelle sonorità tipiche che stanno a
cavallo tra la fine degli anni
‘80 e l’inizio dei ‘90. Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo album “Sound of a Woman” che
uscirà a metà Ottobre?
Non mi piace ripetermi e
cerco di rendere ogni canzone diversa dalla precedente. L’album è quasi finito
e conterrà molte sorprese,
ci saranno anche delle ballad a cui tengo molto. Per
quanto riguarda le sonorità
che hai citato le ho assorbite da mia madre, era la musica che ascoltava quando
ero piccola: dev’essersi im-
pressa in qualche modo nel
mio cervello, che è cresciuto e si è sviluppato con quel
tipo di ritmo che mi riesce
tanto facile creare... è un
processo molto spontaneo.
Come persona e come artista mi sento a mio agio in
queste sonorità e credo che
la mia voce sia molto adatta a riempirle.
E Miss Universo?
Ti ho detto che mi piacciono le cose estreme!
San Andrés
Milano
La cultura messicana abbraccia l’Italia
nelle creazioni di Andrès Caballero
Messico. Arriva dal Sud America, ma con
una grande ammirazione: il made in Italy.
È Andrès Caballero, giovane designer con
l’anima del couturier, direttore creativo
della sua maison, San Andrès Milano. Legato a una produzione realizzata a mano,
Andrès ha fatto proprie le tecniche sartoriali della tradizione artigianale d’eccellenza. Nel suo atelier creativo sono aghi, spilli,
fili e gessetti gli strumenti del mestiere,
per la creazione di abiti dove è lui stesso
a dare dal primo all’ultimo tocco, al fine
di raggiungere l’unico risultato possibile:
la perfezione. Lo stile che lo rappresenta
si potrebbe definire “neo-retrò”, ispirato a
una donna colta, informata e attiva culturalmente, in grado però di apprezzare i
materiali preziosi e un taglio ben fatto, in
un omogeneo mix tra ladylike e un pizzico di frivolezza, che non guasta. Caballero non dimentica certo la terra di prove-
Domenico
Cioffi
SPACE AGE COUTURE: quando
nienza: è proprio il Messico che rende le
sue creazioni speciali, portando in una
l’essenziale incontra il rock
mise della tradizione occidentale un
twist vagamente esotico, riconoscibiNapoli. Domenico nascondono sempre piccoli e sorprenle nei colori, nei volumi importanti e
Cioffi, fresco di stu- denti dettagli. Una connotazione decinelle stampe geometriche. Banditi
di allo IED di Milano samente urban, con chiari riferimenti
comunque gli elementi di folklore.
prima, e di Roma poi, sia allo street-style americano che all’iSono proprio queste caratteristilancia il proprio marchio conografia giapponese, di cui è la Tokio
che, enfatizzate dall’uso esclusivo
nel 2012, riuscendo fin contemporanea, più che la tradizione,
dei tessuti italiani della più alta
da subito ad affermare ad affascinare il designer, che racconta
qualità, a garantire allo stilista
un’estetica personale e questi mondi con i grafismi e i colori delil successo che merita. Dall’acoerente, che dal mini- la Space Age. Nella fall/winter è il rock il
pertura del suo atelier milamalismo vira verso il pop, protagonista, grazie a una fusione con i
nese, nel 2006, Andrès colasciandosi influenzare da Pink Floyd, da cui Cioffi riprende le linee
struisce il suo brand passo
culture e subculture del medi- primordiali delle copertine del passato,
dopo passo, passando dalterraneo, oltre che del resto del che sui capi assumono forme grafiche,
la finale dell’edizione 2012
mondo. È forse la sua esperien- geometriche e metalliche, lavorate a
di WION? e da Altaroma,
za nel design del gioiello, prece- rilievo su abiti e accessori tramite salpe
dove a ogni edizione
dente alla formazione in fashion e impunture. Il risultato è la raffinatezza
presenta le sue colledesign, a esprimersi in un disegno sportiva di abiti, completamente conzioni in passerella •
sempre pulito, con un evidente fezionati in Italia con tessuti e pellami
amore per la geometria più simme- italiani, che possono essere indossati in
trica. Tagli, colori ed effetti grafici nei ogni momento della giornata, portando
suoi capi catturano l’attenzione grazie nella quotidianità un attitude personale
all’intervento di linee precisissime, che dal carattere deciso •
36/
76
37/
76
Fotografia
nicola de rosa
Stile
IVAN BONTCHEV
Cappotto PORTS 1961
maglia PRINGLE OF SCOTLAND
gonna in maglia Edun
calzini PIERRE MANTOUX
anelli MVP, scarpe L’AUTRE CHOSE
Nella pagina accanto.
Crop-top ANTEPRIMA
pantaloni MASSIMO REBECCHI
TRA TANTA GENTE
38/
76
Cappotto LONGCHAMP,
T-shirt LUCIO VANOTTI,
pantaloni Byblos
40/
76
Maglia dolcevita
AMERICAN VINTAGE,
pantaloni FATIMA VAL
Nella pagina accanto.
Cappotto
& OTHER STORIES,
top maglia ASOS,
pantaloni MANILA GRACE
42/
76
Cappotto MALO,
crop top MANGO,
pantalone STELLA JEAN
Hair and MakeUp
Gigi Tavelli /Freelancer
Digital
Alice Pignataro
Photography Assist.
Mara Costantini
Style Assist.
Greta Brunelli
Model
Tanya Ilieva /Silent Paris
44/ Portfolio
76
Otto donne,
nessun mistero
Con il volume “8 Women”, Collier Schorr fa un punto
della sua produzione da metà degli anni Novanta ad oggi
parlandoci di autorialità, desiderio e identità post-femminista,
introducendo uno sguardo femminile nel dibattito sulla
rappresentazione della donna.
45/
76
Testo di Anselmo Bianconi
46/ Speciale Moda Donna
76
Collier Schorr,
8 Women.
Text by
Richard Prince
Mack 2014,
72 pp., €45
mackbooks.co.uk
Pg. 44 Picture for
Women”, 2010.
Pg. 45 Photo of Keltie
Ferris, 2006-2013. Double
print collage on board.
Accanto Where are you
Going?, 2013 e Smoke,
1998. Tutte le immagini,
Courtesy of MACK
WOMENSWEAR
ACCESSORY
COLLECTIONS
EXHIBITORS /
ella commedia noir
di François Ozon “Huit
Femmes”, le otto donne
del titolo - riunite sotto
lo stesso tetto a causa
di condizioni climatiche
nefaste, si ritrovano costrette a confrontarsi e
a svelarsi più di quanto
avrebbero mai voluto
concedersi, musicando le
loro emozioni con Dalida
o Sylvie Vartan. Nel film,
il giallo sussiste, il delitto
non manca, ma il mistero
è lontano dall’esser dipanato: è un racconto di caratteri e di moventi sulle
note dei moti dell’animo
femminile.
Nel compilare l’antologia
dei suoi ultimi dieci anni
di carriera nella moda,
l’artista americana Collier
Schorr prende in prestito
proprio la macchina teatrale di Ozon per indicarci
le coordinate entro cui si
svolge il suo lavoro, alludendo ironicamente a
una coralità forzata e ad
una forte predisposizione femminile alla messa
in scena di sé. Non sono
otto le donne in questo
libro, tantomeno, in verità, ci son solo donne ma tra le stesse pagine si
dipanano storie ed emozioni difficilmente inquadrabili in un sol genere.
Procedendo per appropriazione e rielaborazioni dei suoi stessi lavori
- pratica a cui è legata
sin dagli esordi - Collier
Schorr restituisce donne
e uomini delicati come i
fiori del suo volume precedente (“Blumen” per
Mack, 2010): «I fiori hanno dalla loro l’assenza di
identità o nazionionalità aveva dichiarato a riguardo - ma sono in grado
di reggere una posa e di
restituire una intensità».
Il suo obiettivo cattura
la messa in scena di una
identità più che una singola icona o un mondo di
riferimento; è soprattutto
il racconto di uno sguardo
in un mondo - l’universo
moda - che potenzia per
poi annientare la rappresentazione
femminile.
Outtakes, disegni, tearsheets e vecchi lavori
si combinano e sovrappongono, il desiderio di
esser guardati scende a
compromessi con l’identità e la rappresentazione
autoriale.
Partendo dai lavori di
metà anni ‘90 ed arrivando fino a oggi, questo photobook - edito
da Mack - più che una
antologia restituisce una
testimoninanza significatica sulla questione femminile nei confronti dello
sguardo degli altri e delle
dinamiche del desiderio.
3RD FLOOR
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AKEP
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AMUSE NEW YORK
AN ITALIAN THEORY +
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ANGELA BISCIONE Milano 1982
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BALENSI PARIS
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BICE e BERTA
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BLUE STARS
BLUI
BONFANTI
C
CAMEO
CARLA PERRETTI
CATERINA MARIANI
cinziagaleotti.com
CLERIC
COCO’ Gioielli di Natura
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COMOLLI COPPA
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L
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L’AUTRE CHOSE D’ARCHIVE
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LE NATY
LE PANDORINE
LE PANDORINE BAGS ON
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LE PANDORINE SA.BO.
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QUARZOVIVO
QUINTO EGO
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RELATIONS DE VOYAGES©
REVERSE
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DEI VENTI
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S
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YVONE CHRISTA NEW YORK
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ZABATTIGLI DI CAPRI
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SUPER TALENTS /
BRADARIC OHMAE
CHARLIE MAY
CURATED
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PASKAL
SCHIELD
TIMUR KIM
VERNISSAGE JEWELLERY
YAEL SALOMON
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ANNA SLAVUTINA
GEORGY RUSHEV
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MARIA GOLUBEVA
MASTERPEACE
MINERAL WEATHER
NATALI LESKOVA
NATASHA WEINSTOCK
OSOME2SOME
RAINBOW SEEKERS
SOL’ DESIGNERS
YANINA VEKHTEVA
exhibitors list updated to
5th september 2014
hours
SATURDAY 20, SUNDAY 21
H.9.30 AM-6.30 PM
MONDAY 22
H.9.30 AM-5.30 PM
FREE SHUTTLE BUS
TO SUPER
FROM VIA TORTONA 58
AND
LOTTO-FIERAMILANOCITY
METRO STATION
Urban per lancia
Urban per lancia
LANCIA FASHION SHOW
S’ispira alle passerelle la nuova collezione di Ypsilon Elefantino ‘14
con tre nuovi stili colorati e fashion
Le Serie Speciali nascono interpretando - e a volte anche anticipando - le tendenze, gli stili e i bisogni
dei potenziali clienti. Ecco perché
con le Serie Speciali, i modelli Lancia si rinnovano ogni anno, anzi ̶
mutuando un termine dal mondo
della moda propongono nuove
“Collezioni” che interpretano le
tendenze della società, della cultura, del design e della moda in
atto nelle strade delle nostre città.
Da alcuni anni il tema della personalizzazione è diventato fondamentale anche per il mondo
dell’auto dove c’è grande varietà
di scelta e dove il cliente è sempre
più attento e selettivo. Dunque,
cresce l’offerta di auto e cambia
l’atteggiamento del cliente, che
nelle sue scelte di acquisto manifesta un forte bisogno di distinzione: ogni cliente vuole sentirsi unico
e affermare la propria personalità
anche con la ‘sua’ auto. E quindi
chiede di poterla personalizzare il
più possibile.
Per questo Ypsilon Elefantino
quest’anno ha proposto tre nuovi
stili, ispirati alle tendenze delle sfilate Primavera/Estate e sottolineati da accenti di colore: Rosso per
lo stile Watermelon, Bianco per il
Coconut e Lime per la Ypsilon Elefantino Lime.
MARNI FW 14-15
Inoltre, a partire da Giugno si sono
aggiunti 9 diversi pacchetti di personalizzazione in linea con gli ultimi fashion trends che rendono la
Con la Collezione Elefantino 2014 il
numero di combinazioni fra colori
e dettagli è praticamente infinito.
Del resto, per Ypsilon il colore non
è solo un’espressione estetica ma
parte integrante di una filosofia di
prodotto basata su eleganza, glamour, personalità e la massima
possibilità di personalizzazione.
Il lavoro di Lancia nasce da un lavoro di squadra, da un’alchimia
che in buona parte avviene in quel
“laboratorio di idee e cultura” che è
il Centro Stile Lancia. Si tratta di un
luogo aperto alla contaminazione
che lavora a stretto contatto con le
scuole di design, con il mondo della moda e dello sport, con architet-
ti, sociologi, esperti di tendenze,
stilisti e ovviamente con gli specialisti del brand che operano nel
marketing e nell’ingegneria. Insieme analizzano i bisogni del cliente
e il suo stile di vita, che proprio al
Centro Stile viene filtrato attraverso i trend in atto nella società contemporanea.
Inoltre, proprio perché Lancia si
è sempre distinta rispetto ad altri
Brand nel desiderio di intercettare
continuamente le nuove tendenze
(come ad esempio lanciatrendvisions.com) e comportamenti di
consumo che nascono e si sviluppano nelle aree metropolitane,
GIAMBATTISTA VALLI RESORT 15
fashion city car più vicina possibile
al carattere di chi la “indosserà”.
Tre appartengono alla “color collection” ispirata agli stili e dedicata
a chi vuole una presenza più decisa del colore come dimostrano
i tocchi di Watermelon, Bianco e
Lime sulle calotte specchi e sui copriruota. Tre sono invece di ispirazione grafica e riprendono le tendenze più attuali di design e moda
e le interpretano secondo lo stile
“senza tempo” e per questo sempre attuale di Lancia: Animalier per
la Ypsilon Elefantino Watermelon;
Pois per la Coconut; e Camouflage
per la versione Lime.
ha presentato insieme allo Istituto
Europeo di Design (IED) il progetto “videomaker” che ha
coinvolto 10 giovani nella
realizzazione di altrettanti
video su Ypsilon e il suo
mondo rispettando solo
due condizioni: raccontare un contenuto di prodotto e girare il filmato in
una precisa capitale europea. Sono così nati dieci
racconti in cui la Ypsilon
diventa protagonista attraverso lo stile e il punto di vista
personale dei diversi filmmaker
che dunque hanno sfruttato l’universo semantico della vita urbana,
e i concetti di taste of the city e di
urban chic. I dieci video saranno
utilizzati da Lancia sui propri canali web e daranno vita a un vero
e proprio contest che culminerà
con la premiazione da parte di una
giuria qualificata rappresentata sia
dai responsabili del Brand Lancia
che da esperti del settore cinematografico nonché da un importante
testimonial.
Intervista di Diana Barbetta
Fotografia di Hrag Vartanian
dalla performance “The Artist Is
Kinda Present” di An Xiao
50/ Libri
76
Ph. Joshua Lutz/Redux/contrasto
A cura di Diana Barbetta
BERLIN
WONDER
LAND
Berlino > Sguardo al recente passato 1989: caduta del muro. 2014: Berlino si
racconta. Venticinque anni dopo la città emblema della guerra fredda si svela attraverso
un percorso visivo composto da oltre 200
scatti che documentano il radicale cambiamento vissuto negli ultimi decenni. Una storia
visiva che riporta alla luce strade dissestate, edifici fatiscenti,
cumuli di macerie in cui si è annidato il germe della rinascita.
Una generazione quella dell’89 fatta da artisti, punk, anarchici,
squatter, visionari di ogni sorta e gente qualunque che presero possesso di una città a loro ignota. Una sorta di “no man’s
land”, terra di approdo per giovani di tutto il mondo protagonisti
di decadi fondamentali per comprendere lo sviluppo culturale e
la fisionomia della Berlino contemporanea. Berlin Wonderland.
Wild Years Revisited, 1990-1996 documenta la creatività nata
dalla sottocultura anni ’90 nel quartiere Mitte di Berlino. Il libro
è edito da Chris Keller e Anke Fesel, fondatori dell’agenzia fotografica bobsairport.
Berlin Wonderland. Wild Years Revisited, 1990-1996
Gestalten, pp. 240, € 29.90
W I L D YE A R BO
S RE
BSVAIRPO
I S I T E RT
D 1 9 9 0 — 1 9 96
BO BS AIRPO RT
Dublino > La voce della provocazione Ci
New York > Me- sivi Absurdistan (2007) e Storia d’amore
morie
di
uno vera e supertriste (2011), oggi esce il suo
scrittore
Gary primo memoir, il cui titolo nasce dal soShteyngart è l’autore
di Mi chiamavano piccolo fallimento”. Nato
a Leningrado nel 1972
e trasferitosi negli Stati Uniti all’età di sette anni, oggi vive a
New York ed è considerato tra gli autori
più interessanti della scena americana.
Amato da buona parte della critica statunitense, Gary Shteyngart rientra nella
lista dei venti scrittori under 40 segnalati dall’autorevole New Yorker. Dopo il
suo romanzo di esordio Il manuale del
debuttante russo (2002) e i due succes-
Milano L’origine del sound
Parlare di
una band come i Ritmo Tribale per raccontare la leggendaria scena milanese
a cavallo tra gli ‘80 e i ‘90 fatta da band
lontane da quelle patinate dei giorni
nostri: Tiratura Limitata, Shockin’ Tv,
Peter Sellers & The Hollywood Party,
solo per citarne alcune. Fino a giungere alla nascita del Jungle Sound e all’affermazione di gruppi quali
Afterhours, Casino Royale,
La Crus, Karma. E poi i NoGuru e l’interessante debutto solista di Stefano Edda
Rampoldi, storica voce non
solo dei Ritmo Tribale ma
di un’intera generazione •
Elisa Russo, Uomini. I Ritmo Tribale e la scena musicale milanese anni ’80-90. Odoya, pp. 352, € 18.00
prannome forgiato dalla madre a metà
tra il russo e l’inglese: “Failurchka”, Piccolo Fallimento. Un epiteto che la dice
lunga sul personaggio di Igor Shteyngart, un bambino che a soli 5 anni dedicherà il suo primo racconto a Lenin e
la sua oca e che dopo 2 anni si ritroverà
a vivere in un paese visto fin dall’infanzia come il nemico. Una caleidoscopica
vita narrata sotto forma di commedia
satirica.
Gary Shteyngart,
Mi chiamavano piccolo fallimento
Guanda, pp. 384, € 19.00
Montréal La poesia della scrittura Un
omaggio a un poeta prima ancora che
a un songwriter capace di dar voce alle
miserie dell’animo umano attraverso
canzoni-poesie dalle molteplici interpretazioni. Una
scrittura quella di Cohen,
carica di elementi simbolici
e onirici, pregna di riferimenti religiosi e di quella
necessità di amore divenuta
una costante nella sua vita.
Una narrazione così lucida, per la quale
ancor oggi dall’alto dei suoi ottant’anni
Cohen è riconosciuto tra le voci più influenti del panorama musicale dell’ultimo secolo •
Roberto Caselli, Leonard Cohen. Hallelujah. Testi
commentati. Arcana, pp. 288, € 18.50
sono diversi inediti che rimangono sepolti nell’immensa produzione letteraria di scrittori di cui si pensa di
conoscere tutto e il Manuale del rivoluzionario
di George Bernard Shaw è tra questi. Il libro
raccoglie considerazioni connotate da una
scrittura satirica intrisa di disappunto, tratto
distintivo di un autore provocatorio e rivoluzionario, il cui lavoro, sia letterario che teatrale,
è stato al servizio della critica sociale, tanto da attirare sguardi poco benevoli tesi a sottolineare il fine
propagandistico della sua drammaturgia. Comunque la
si pensi Shaw è stato un autore capace di portar la vita
reale, con le sue problematiche sociali, politiche e religiose
a teatro, luogo da lui deputato come “lo strumento più efficace di propaganda morale”. In lotta contro le
convenzioni del teatro vittoriano e non solo,
G.B. Shaw si scagliò contro i fondamenti della
società del tempo e la sua struttura politica:
dalla proprietà al matrimonio, dalla religione
all’educazione, dall’economia alla produzione
per ridefinire un nuovo modello di individuo:
un “superuomo”.
George Bernard Shaw, Manuale del rivoluzionario
Piano B Edizioni, pp.120, €11.00
Viersen Volti familiari Un musicista che ama
ritrarre personaggi del
suo mondo da Beth
Ditto a Armin MuellerStahl, da David Guetta
a Gregory Porter. Till
Brönner, musicista jazz
di fama mondiale: ha il background necessario per carpire il suo mondo, uno
stile fotografico libero ed una predilezione per il black & white. Ritratti che svelano particolari sconosciuti di volti familiari e che fanno intuire l’esistenza di un
rapporto speciale con il soggetto ritratto.
A settembre i suoi scatti saranno in mostra presso la Photokina Fair a Cologne •
Till Brönner, Faces of Talent. teNeues,
pp. 208, € 98.00
Roma Spirito ribelle
Andare ben oltre
le apparenze e lasciarsi guidare alla
scoperta dell’inconsueto nascosto nella
memoria dei luoghi ribelli per ridisegnare il contorno di una città non ordinaria. Conosciuta con l’espressione
latina Caput mundi, simbolo dell’Impero e del Vaticano, Roma possiede una
bellezza così canonica da incastonare
un difetto o meglio un’ irregolarità : la
sovversione. A raccontarla una guida
che svela la vocazione
ribelle della Capitale e
che da Menenio Agrippa arriva a raccontarci
le piazze dei punk •
Guida alla Roma Ribelle
Editore Voland, pp. 336,
€ 15.00
Genova C’è stato un particolare momento in cui si è abbandonato il comune senso
prospettico a favore di una
visione simultanea del tutto. Un cambiamento di rotta
nel nostro modo di guardare il mondo. Si è rinunciato
a guardare, rappresentare,
narrare da un unico punto
di vista e si è scelto di svelarne per la prima volta tutte
le facce. Qualcuno parlava
di “immediata consapevolezza sensoria del tutto”.
Quel qualcuno era Marshall
McLuhan e a ricordarmelo è
stato Gianni Miraglia, quasi
inconsapevolmente.
Dare voce al pubblico, renderlo
attivo fino a farlo divenire un
corpo collettivo in grado di
generare una storia. L’autore
diviene veicolo del messaggio.
Cosa ti ha spinto a intraprendere questa esperienza?
Ho sempre scritto rivolgendomi a qualcuno, più che a
me stesso. Avevo iniziato
come tanti su un blog, per
poi abbandonarlo e pubblicare libri. In questi anni però
la rete sociale, intendo Fa-
51/ Libri
76
Gianni Miraglia
sono le mie parole
Dalla carta al web: presto il
tuo progetto sarà una webseries interattiva sul canale
DMAX. Lo strumento cambia
ma l’intenzione rimane identica: stabilire un contatto con
l’utente, un tempo lettore e
oggi spettatore partecipe. In
quale avventura ti stai lanciando?
Già. Ho bisogno di essere
le mie parole e da quando
sono stato licenziato dall’agenzia pubblicitaria in cui ero
prigioniero ho preso il coraggio di non essere più nulla di
troppo definito, ma piuttosto
inseguire la pulsione, il divenire del mondo attorno a
me. Vado avanti. Ho sempre
quelle facce a cui mi rivolgo,
probabilmente
gradazioni
Parole che si inseguono fino a perdersi,
sconfinare e divenire azione.
Sono quelle di Gianni Miraglia, uno scrittore
che sceglie di darsi al mondo,
quello reale travestito da virtuale.
nell’antica Grecia preparava
alla guerra. I migliori danzatori
erano quelli che si sarebbero
poi contraddistinti nella battaglia. La scelta di sfidare il
convenzionale, di accettare
missioni, di importi traguardi
mi fa pensare al tuo modo
di vivere la scrittura. Hai mai
pensato alla scrittura come
lotta?
La scrittura per me è lotta con me stesso. I greci si
pettinavano prima delle bat-
mortalato e lanciato in etere.
Il nostro sistema comunicativo è sempre più semplificato
e immediato. Vige l’immagine
e non la parola. Cosa pensa
una persona che con le parole ci vive?
Che senza tecnologia non
sarei
l’ogni-giorno-nuovo
Gianni Miraglia. Ho iniziato a
scrivere davvero su un blog.
Prima scrivevo parole per le
reclame, eccitato dal fatto
che qualcuno le avrebbe let-
crediamo di poter mantenere
l’equilibrio. Tu ne sei capace?
Io credo di sì. Ma vedendomi
da dentro. Da fuori credo di
risultare uno squilibrato. Ma
ho da crescere i miei tanti
bambini interiori. La mia realtà parte ogni mattina dalla
realtà che un tempo chiamavamo “virtuale”: invece non
c’è niente di più reale che
lo status di uno sconosciuto
che per un secondo riesce
a emettere una verità rara e
che ha sempre sentito dentro, totalmente inespressa
fino a quel click.
Lasciarsi alle spalle il rassicurante ruolo di scrittore abbarbicato alla scrivania per
darsi al mondo e fluire in un
sentire collettivo è una mossa audace. Che rapporto hai
con l’ignoto?
cebook, è diventata la mia
finestra sul mondo reale.
È proprio grazie a quell’elemento che nasce la mia
creatura #mandatemiaquelpaese: con un crowdfunding
tra i miei lettori. Mi sono fatto
spedire a Mosca per eseguire dei compiti, delle missioni
che ho ripreso con la GoPro,
foto e monologhi. L’opera è
diventata un libro self-publishing “100.000 espadrilles di
ghiaccio”.
della mia interiorità. Sono
contento dell’esperienza televisiva DMax Italia: il format
#mandatemiaquelpaese ha
un registro pop di ultra-azione e fisicità, una fantastica
chance per comunicare anche ai 16enni.
Hai un assoluto legame con
quanto vi è di fisico. Se si
potesse associare la scrittura alla danza, ti definirei uno
“scrittore corporeo”. Pensa
alla pirrica, una danza che
taglie. Il narcisismo è il mio
pane e anche il mio dolore.
I primi due romanzi erano
cupi e veri. Emotivamente
ero molto provato dalla gabbia ufficio. Dopo si è scatenato l’ignoto. Ho intenzione
in questi giorni di rimettere
le mani sul progetto accantonato di un romanzo.
Come si profetizzava, la tecnologia è divenuta estensione delle nostre facoltà. Ogni
singolo gesto e stato è im-
te. Bisogno di ammirazione e
tecnologia mettono in moto
l’umano più difettoso che c’è
al mondo, ovvero me stesso.
Si esprime se stessi attraverso un media: un tempo era la
stampa, oggi è il web. Il concetto spaziale è cambiato,
com’è cambiata la nostra necessità di agire socialmente,
sentimentalmente. Si vive in
costante bilico, tra quello che
è privato e quelllo che riteniamo possa esser pubblico, e
Sono molto in balia dell’ignoto. Di base non sono coraggioso per conto mio. Ma
se so che altri mi guardano
lo divento. Per ora considero l’onda del presente. Curo
molto il corpo, perché contenitore perfetto dei miei
pensieri, desideri e intenzioni. L’unico dogma è la nostra
serenità. Parte tutto da lì.
Dall’amore alle grandi scoperte tecnologiche.
Libri pubblicati:
Six Pack (Arcana, 2008);
Muori Milano Muori! (Elliot,
2011); Baumgartner. Nato
per volare (Add Editore,
2012); 100.000 espadrilles di
ghiaccio (Self-publishing Gianni Miraglia).
Webseries visibile su:
www.dmax.it/mandatemi-aquel-paese
Intervista di Marco Cresci
52/ Musica
76
A cura di Marco Cresci
53/ Musica
76
Londra > L’annunciazione in dirigibile è
Vancouver > Pop Dantesco S’intitola GO feat.
Blood Diamonds il singolo
che segna l’atteso ritorno
della canadese Grimes, colei
che con un laptop ha saputo reinventare il significato
della parola pop. Il nuovo
singolo risulta più accessibile
dei precedenti, forse perché
Claire Boucher, questo il suo
vero nome, aveva scritto la
canzone per Rihanna. Il video
che accompagna la canzone
è stato ispirato dall’Inferno
di Dante. Come ha dichiarato Claire: “è la mia visione
dell’Inferno dantesco i cui
gironi hanno molto a che vedere con gli eventi che stanno colpendo la nostra società, per questo abbiamo girato gran parte delle scene nel
mare di Salton, uno scenario
apocalittico colmo di pesci
morti, vittime della noncu-
ranza umana. Se si guarda
con attenzione il video, che è
stato anche ispirato da Freak
on a Leash dei Korn, è pieno
di riferimenti al libro di Dante:
osservatelo con attenzione e
li troverete ma, se non avete
intenzione di farlo, può essere guardato dal punto di vista fashion contemporaneo.
è un viaggio astratto ed alienante perfetto per accompagnare la canzone”. Di recente
Claire, nota animalista, ha
anche mostrato l’altra faccia
della medaglia del fenomeno
virale Ice Bucket Challenge
rifiutandosi di partecipare
all’iniziativa e sensibilizzando
l’opinione pubblica sul fatto
che la ricerca per sconfiggere la SLA si basa esclusivamente su test animali.
Italia Moz fa il pieno di date
Il capriccioso e turbolento excantante dei leggendari The Smiths arriva in Italia per ben sei
date a supporto del nuovo album World Peace is None of Your Business,
uscito lo scorso agosto. Così tra una polemica e l’altra Morrissey tornerà finalmente a suonare in Italia ad ottobre. Queste le
date: il 13 ottobre a Roma, il 16 a Milano, il 17 a Bologna, il 19 a
Pescara, il 21 a Firenze ed infine il 22 ottobre a Padova; nemmeno a dirlo sono subito diventate le date più attese dell’autunno italiano •
Auckland, Nuova Zelanda I giochi di Lorde
Lorde è stata scelta come
curatrice della colonna sonora di Hunger Games: il canto della rivolta - Parte I in
uscita il prossimo novembre. Dopo aver partecipato alla colonna sonora
del capitolo precedente della saga con la suggestiva cover di “Everybody Wants to Rule the World” dei Tears for Fears, la diciassettenne neozelandese ha rivelato di essere entusiasta del progetto: “L’ultimo capitolo di
Hunger Games l’ho visto in una sala cinematografica, e il fatto che ora mi
veda coinvolta in prima persona è qualcosa di incredibile tanto che mi si
fonde il cervello a pensare che questa macchina enorme sia stata messa
nelle mie mani” •
Los Angeles > Volevo essere un folk singer Michael Cera non ha mai tenuto nascoste le sue
arrivato così a sorpresa, inaspettato come un dirigibile
sui tetti di Londra, quello che
Aphex Twin ha logato con
il suo leggendario simbolo
per annunciare Syro, sesto
album in studio in 13 anni. Il
nome Syro è un neologismo
coniato da uno dei figli di Richard D. James in cui i titoli
fanno riferimento all’attrezzatura usata per registrare
ciascun pezzo, - l’artwork è
stato progettato da The Designers Republic, lo studio di
graphic design che ha creato
anche il celebre look dell’album Windowlicker; la copertina assomiglia ad una ricevuta fiscale che ironizza sulle
spese di promozione legate
all’album. Le tracce vocali del
disco contengono versioni
distorte delle voci di alcuni
membri della sua famiglia
compresa la moglie, i figli ed
ovviamente quella di Richard
stesso, che ha descritto il
sound del disco come uno
dei più accessibili da lui concepiti. Riuscirà Aphex Twin
nell’impresa di stravolgere
nuovamente il concetto di
musica elettronica?
doti musicali, celebre la sua cover di “Anyone Else but
You” dei Moldy Peaches cantata insieme all’attrice Ellen
Paige nel cult indie Juno. Prima
di realizzare il suo debutto discografico il ragazzo, genietto della
commedia americana, non solo
ha cantato in alcune tracce delle
colonne sonore di Nick & Norah
e Scott Pilgrim vs. The World,
ma ha anche contribuito alla
realizzazione di diversi progetti
discografici; ha fatto da corista e
mandolinista per i Weezer nella
traccia “Hang On” tratta dall’album “Hurley” ed è andato in tour con il gruppo indie
Mister Heavenly - che comprendeva membri di The
Shins e Modest Mouse - in veste di bassista. La sua
prima raccolta di canzoni folk s’intitola True That ed è ora disponibile all’ascolto su: michaelceramusic.bandcamp.com o scaricabile con un’offerta di
7 dollari o più.
New Jersey Fumetti da boss Bruce Springsteen ha collaborato con lo scrittore e
fumettista Frank Caruso per trasformare la sua canzone “Outlaw Pete” in un libro
per bambini. “Quando Bruce ha scritto ‘Outlaw Pete’ non ha solo scritto una grande
canzone, ha creato anche un grande personaggio,” ha dichiarato Caruso, “La prima
volta che ho sentito la canzone, questo libro ha preso vita nella mia testa.” Bruce è
cresciuto con i fumetti di Frank Caruso, primo su tutti quello di “Brave Cowboy
Bill”. Il libro uscirà sul mercato americano il prossimo 4 novembre •
New York Il museo dell’amore S’intitola “Museum of Love” il nuovo progetto discografico
di Pat Mahoney, membro fondatore degli LCD
Soundsystem e di Dannis McNany dei Jee Day.
Amici di scorribande da lunga data, Pat e Dannis
condividono una sensibilità comune e un vocabolario particolare che usano per descrivere ciò
che li circonda. Il nome del duo è stato preso
da una canzone del cantautore e artista Daniel Johnston, loro musa ispiratrice. L’album
omonimo uscirà il 13 ottobre su DFA •
New York. El Pintor è il quinto album degli Interpol: basta dare un’attenta occhiata al titolo per capire che
è l’anagramma del nome
della band e forse proprio
per questo ne racchiude
tutta l’essenza. Dal loro
esordio nel 2002 con l’acclamato Turn On the Bright
Lights la band newyorkese
ha continuato ad esplorare
la profondità della propria
musica, una forza sonora
che sta a cavallo tra l’introspezione alienante dei Joy
Division e le trame punk dei
Fugazi. Anche dopo dodici
anni di carriera e la dipartita dalla band del bassista
e tastierista Carlos Dangler,
il nuovo album suona ambizioso e avventuroso dimostrando che la band non
ha mai smesso di mettersi
in discussione spingendosi
oltre i propri confini. Daniel
Kessler, chitarra e voce della band, ci racconta la sua
gestazione.
Sono passati quattro anni
dal vostro album precedente.
Quando avete cominciato a
lavorare all’album che cosa vi
eravate prefissati?
Forse è per questa energia
che scaturisce dai pezzi che
il disco è accomunabile ai
vostri esordi, ma con una sicurezza maggiore acquisita
dall’esperienza, sei d’accordo?
I mille colori
di New York
Ho cominciato a scrivere le canzoni del disco nel 2012 mentre
gli altri membri della band erano impegnati nei loro progetti
solisti ed io ero tornato alla vita reale: vedevo amici, mi godevo il tempo libero e dormivo nel letto di casa mia. Scrivevo
e spedivo i pezzi ai miei compagni per avere i loro feedback
finchè nel 2013 non ci siamo messi a lavorare tutti insieme al
disco. Quello che ci siamo prefissati era di fare un disco le cui
canzoni avessero una personalità comune. Il disco precedente era ricco di tastiere e molto cinematografico, così questa
volta abbiamo cercato di concepire un disco più diretto e in
un certo senso vivo, le canzoni contengono una certa urgenza, sono vive e necessitano di essere suonate live. Prima d’inciderle abbiamo suonato moltissimo in studio, ci siamo messi
alla prova come band.
S’intitola El Pintor il quinto album
dei newyorkesi Interpol, furioso
e acceso come le pennellate
violente di un artista tormentato.
È un disco basato sulle canzoni e credo sia questo a ricordare i nostri esordi, ma
dal mio punto di vista è un
album progressista. Siamo
musicisti decisamente migliori rispetto ai nostri esordi e artisticamente questo
album ha le parti vocali
migliori che abbiamo mai
inciso.
La prima volta che ho sentito
il singolo ‘All the Rage Back
Home’ ho avuto la pelle d’oca
nell’esatto momento in cui
è partita la chitarra, è come
una scalata di emozioni...
qual’è il tuo punto di vista?
[ride] Bene! Sai, è strano
perché ricordo perfettamente quando ho scritto la
parte delle chitarre, era l’ultima data dello scorso tour, novembre 2011, e mi trovavo su un
balcone a Buenos Aires. Solitamente non ricordo dove ho scritto parti delle canzoni ma quello
fu un momento speciale che è rimasto impresso nella mia mente, ricordo perfettamente la
sensazione e l’atmosfera di quel momento.
Il titolo El Pintor è semplicemente l’anagramma di Interpol o ha un significato specifico per voi?
Mi piace l’aspetto evocativo del titolo, quando ci penso mi vengono in mente delle immagini
specifiche e per questo lo considero un titolo visivo, perché ti porta a pensare a qualcosa... in
un certo senso è come se mi parlasse. A volte ci sono titoli che sono totalmente rappresentativi
di un album ma altre, come in questo caso, è giusto scegliere un titolo che faccia viaggiare
l’immaginazione.
A cura di Marco Cresci
54/ Musica
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MOODBOARD • Urban per Boutique Tricot
il trionfo della libertà
THE ESSENTIAL
GIG LIST
Capisaldi e rivoluzioni s’inseguono nella moda che spinge sulla psichedelia,
il tutto filtrato dal gusto impeccabile di Boutique Tricot.
•
Crystal Fighters
20/09 Roma, Atlantico Live
new act to watch
Banks
Goddess (Universal)
Goddess è l’atteso debutto della
cantautrice losangelina Banks, un
album malinconico, a tratti sintetico e oscuro che ruota intorno alla
dissoluzione delle relazioni. L’abilità di Banks sta nel fondere sonorità pop con pattern elettronici e
beat hip-hop guidati da una voce
sinuosa dal timbro nasale. Unica
pecca è che il lavoro risulta troppo omogeneo e senza particolari
guizzi creativi, ma è un debutto
che infonde fiducia e speranza in
quello che Banks ci riserverà in
futuro.
Influenced by: Fiona Apple,
Massive Attack
Best songs: Goddess, Alibi, Brain
Score: 7
The love & crush album
Karen O
Crush Songs (Cult Records)
Karen O, leader degli Yeah Yeah
Yeahs e del risorgimento art-punk
newyorkese degli anni zero, possiede quel tipo di carisma raro da
rockstar che si manifesta sul palco
quando diventa un tutt’uno con la
musica e con il suo pubblico. Questo album lo-fi con voce e chitarra acustica raccoglie una serie di
canzoni scritte da Karen O nove
anni fa, quando all’età di 27 anni
era vittima di innamoramenti e
conseguenti break up. Lei stessa
lo ha definito la colonna sonora
perfetta per le nostre “crociate
d’amore”.
Influenced by: Soko, Nico
Best songs: Rapt, NYC Baby
Score: 6 ½
Trentemøller
24/09 Firenze, Viper
25/09 Milano, Magazzini Generali
Sohn
03/10 Roma, Circolo degli Artisti
04/10 Milano, Le Cannibale@Tunnel
Apparat
04/10 Bologna, Robot Festival
17/10 Roma, Goa Club
Future Island
14/10 Bologna, Locomotiv
15/10 Roma, Circolo degli Artisti
16/10 Milano, Tunnel
Death from Above 1979
17/10 Bologna, Covo Club
Swans
09/10 Torino, Hiroshima Mon Amour
10/10 Bologna, Estragon
11/10 Roma, Circolo degli Artisti
12/10 Milano, Alcatraz
the intellectual record
Blonde Redhead
Barragán (Kobalt)
è un senso di smarrimento quello
che vi coglierà ascoltando il nuovo album dei Blonde Redhead, lo
stesso che vi spingerà a googlarne
il titolo per capire cosa sta dietro
a questa inaspettata sensazione.
Luis Barragán è stato un architetto
messicano le cui opere sono caratterizzate dall’utilizzo di colori primari
accesi su grandi muri lisci che formano case senza l’utilizzo di vetri
e vivacizzati da specchi d’acqua.
La canzoni di Barragán sono come
questa strutture, atemporali e minimaliste, ma prive dei colori accesi
che ne determinano l’impatto visivo.
Influenced by: Luis Barragán
Best songs: Lady M, Cat on Tin Roof
Score: 6
The Raveonettes
31/10 Bologna, Covo Club
01/11 Milano, Circolo Magnolia
Kasabian
31/10 Roma, Palalottomatica
01/11 Milano, Mediolanum Forum
Timber Timber
03/11 Ravenna, Bronson
02/11 Milano, Biko
the italian rebel
Casa del Mirto
Still (Ghost Records)
the trip album
∆ (alt-J)
This is All Yours (Infectious Music)
S’intitola Still il sesto album dei la
Casa Del Mirto, band trentina tra le
più interessanti in Italia per il percorso intrapreso negli anni volto a
sperimentare sonorità in bilico tra
elettronica e indie rock con virate
pop. Still allarga questi orizzonti e
sconfina in strutture hip-hop e atmosfere R&B avvicinandosi anche
al mondo di band quali Washed
out e Slow Magic con spontaneità
e senza presunzione. Un album dal
cuore caldo e pulsante che scalda e
conforta.
Dopo aver fatto irruzione sulla scena
musicale nel 2012 con lo splendido
An Awesome Wave premiato ai Mercury Music Prize, era una sfida per gli
Alt-J riuscire ad eguagliarsi, e invece
si sono superati. I tipici arrangiamenti della band che mescola folk,
elettronica, indie e pop a testi artrock, prendono qui una dimensione
più adulta e intima, a tratti cinematica che raggiunge picchi emozionali
altissimi rivelando il forte carattere
dei ragazzi di Leeds. In una parola
This is All Yours è un capolavoro.
Influenced by: Neon Indian,
Washed Out
Best songs: Where You Stand,
Invisible
Score: 7
Influenced by: Philip Glass, Choir of
Young Believers, Beta Band
Best songs: Intro, Hunger of the
Pine, Garden of England
Score: 9
Chet Faker (nella foto)
04/11 Milano, Fabrique
05/11 Torino, Club to Club
the hipster album
Christopher Owens
A New Testament (Caroline)
Quando Stefania Capitini ha fondato
la sua boutique agli inizi degli anni
‘80 a Chinciano Terme, il suo obiettivo era quello di creare uno store
perfetto con prodotti all’avanguardia per veri intenditori della moda,
sempre attenti alle sue correnti.
L’azienda è oggi guidata da Stefania
Capitini con l’ausilio dei suoi figli Giacomo e Maria Giulia Vannuccini che
perseverano nella missione di famiglia, quella di combinare con successo l’eccellenza del passato con
le esigenze attuali, basti pensare
che la boutique, progettata dall’architetto Baciocchi con uno stile che
unisce gli anni ‘60 al gusto contemporaneo, oggi supera i 400mq. Ciò
che non è cambiato nel corso degli
anni è lo spirito aziendale e la devozione al lavoro che hanno garantito successo e sviluppo alla società
senza mai scendere a compromessi
con i suoi standard. Oggi il lavoro di
Stefania Capitini e della sua famiglia
ha raggiunto un traguardo importante, quello dei 30 anni di Boutique
Tricot, trenta anni di esperienza nel
settore moda donna, con attenzione alle tendenze del momento e
con scelte oculate che si propongono ad un pubblico esigente e in
costante rinnovamento. Ad oggi
anche grazie alla presenza dei figli
Giacomo e Maria Giulia, la boutique
ha una connotazione internazionale
con marchi che sono selezionati in
tutto il mondo con uno spirito che
denota la continuità e la passione di
questa famiglia a ricercare novità e
a mantenere le tradizioni.
pop. Una visione degli anni ‘60 che
esprime libertà di espressione, di
rivoluzione nelle forme e nei colori
puntando un occhio verso i cambiamenti internazionali che trasformano il pensiero e di conseguenza
le tendenze.
Jungle
07/11 Torino, Club To Club
St. Vincent
16/11 Roma, Auditorium P. della Musica
17/11 Milano, Alcatraz
Dopo l’acclamato Lysandre, l’ex
cantante dei GIRLS Christopher
Owens torna con A New Testament,
l’ennesima riprova delle sue indiscusse doti nello scrivere melodie
pop-folk perfette, alla faccia di chi
ha storto il naso nel vederlo testimonial di Saint Laurent. Un disco
semplice fatto di canzoni, ciascuna
con una precisa identità e basato
sui fondamenti della musica americana: il blues, il country, l’R&B, con
testi autobiografici scritti con il cuore in mano e per questo trasudanti
gioie, dolori, ansie e sorrisi.
Influenced by: Elvis, George Michael
Best songs: My Trouble Heart,
Stephen
Score: 7 ½
na dal regista
Frank Pavich è
un documentario che narra
la storia del colossale tentativo di adattare
il romanzo di
Frank Herbert
per il cinema
coinvolgendo Mick Jagger, Pink
Floyd, Orson Welles, Moebius e Salvador Dalì.
Chianciano Terme. Swinging fashion
La tendenza principale delle prossime collezioni, presenti nella
Boutique Tricot, sarà un taglio sessantottino: parka, forme larghe,
fantasie e grafismi, pizzi e vestiti
selvaggi con un tono di astrattismo, classici colori arricchiti dall’oro e ancora il rosa e accese tonalità
Londra. God save the sixties
In scena al Tower Bridge Museum
di Londra c’è “The Sixties” una nuova ed elegante mostra fotografica
incentrata sulle persone, luoghi,
eventi e disegni che hanno incarnato il decennio rivoluzionario della Swinging London. In esposizione
oltre sessanta immagini delle icone
culturali dell’epoca, dalla modella
Twiggy agli attori Michael Caine e
Dudley Moore.
www.towerbridge.org.uk
Kettering, Uk. Giovane psichedelia
Si chiamano Temples e stanno distorcendo il mondo con la loro psichedelia, tanto da vantare tra i loro
fan Noel Gallagher e Johnny Marr,
che li ha definiti la miglior band emergente britannica. La neo-psichedelia
dei Temples è intrisa di patriottismo
in un caleidoscopico mondo fatto di
colori brit che si sciolgono e mutano
forma di canzone in canzone.
Ginevra. Visioni sepolte dalle dune
Il regista visionario Alejandro Jodorosky aveva un sogno, quello di girare un film tratto dal celebre romanzo
sci-fi Dune di Frank Herbert, molto
prima che lo dirigesse David Lynch.
L’impresa non è mai andata in porto
nonostante il progetto fosse ben più
che avviato. Quello portata in sce-
Boutique Tricot
viale Roma 77,
Chianciano Terme, Siena
www.boutiquetricot.com
instagram.com/boutiquetricot
Urban per RENAULT
La vita è fatta di colori e ognuno di questi ha la capacità
di esaltare la nostra personalità. Proprio come Renault Captur con
le sue tinte Be Style che vanno a creare combinazioni ispirate
a diciotto tra le città più belle del mondo.
“Il colore è un mezzo per esercitare
un’influenza diretta sull’anima” affermava Kandinsky, il creatore della
pittura astratta. In una realtà quotidiana sempre più uniforme emerge
la volontà e il desiderio di distinzione,
di lasciar trasparire la propria personalità. E i colori diventano uno degli
aspetti più concreti della gamma di
Renault Captur, un’automobile che
va oltre l’urban crossover e vuole rappresentare uno stile di vita personale.
Le infinite possibilità di personalizzazione della carrozzeria e dell’abitacolo
consentono di realizzare una vettura
unica e aderente alla propria personalità. Una caratterizzazione che viene esaltata anche dalle tinte Be Style
di Renault Captur, ben diciotto combinazioni possibili ispirate alle città più
belle del mondo tra cui Parigi, Milano,
Berlino, Londra, Miami.
Ecco tre colorazioni tra quelle più apprezzate da chi sceglie Captur.
ARANCIONE Simbolo di armonia interiore, di creatività artistica e sensuale, di fiducia in se stessi e negli
altri. L’esclusivo Arancio Arizona della carrozzeria di Captur può essere
abbinato al tetto color Bianco Avorio
Perlato (San Diego) o Nero Etoilé (Las
Vegas). A queste originali presentazioni esterne vanno aggiunte quelle
interne grazie alle sellerie Zip Collection, otto motivi da scegliere a seconda della tinta dell’auto. Facilmente
sfoderabili e sostituibili, evidenziano
ulteriormente lo spirito fashion di
Captur. All’interno, un ulteriore tocco
personale viene regalato dalla possibilità di scegliere tra due ambienti,
City Day (con plancia bi tono grigio
chiaro e grigio scuro) o City Night (con
plancia totalmente in grigio scuro). Le
modanature degli interni nelle diverse tonalità (arancio, avorio, cromo,
blu o verde) sono declinate sui contorni delle bocchette di ventilazione,
della consolle centrale, degli altoparlanti e sul cassetto “Easy Life”.
AZZURRO Il colore azzurro, collocato tra il verde e l’indaco nello spettro luminoso, è simbolo di comunicazione attraverso la creatività.
Captur riesce a manifestare nel migliore dei modi la personalità del suo
proprietario, abbinando il bellissimo
Blue Pacific del corpo vettura al Nero
Etoilé (Barcellona) o al Bianco Avorio
Perlato (Miami) del tetto. Captur è
personalizzabile al 100%, con quasi
duecento abbinamenti possibili per
l’esterno e un centinaio per l’abitaco-
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DI TUTTO IL MONDO
GRIGIO Simbolo di distacco che
denota un atteggiamento di auto
protezione. Il grigio conferisce prudente attesa di fronte alle scelte. Captur presenta due tonalità di
grigio, Cassiopea e
Platino, entrambi
abbinabili al Nero
Etoilé del tetto
(creando rispettivamente le nuance Milano o Berlino) o all’Arancio
Arizona (Tokyo o
San Francisco). Un
senso di elevata
protezione e sicurezza che Cap-
tur regala attraverso i suoi motori
Energy benzina o diesel, tutti 100%
turbo, che garantiscono ottime prestazioni e allo stesso tempo consumi
ed emissioni di CO2 particolarmente ridotti. La trasmissione a doppia
frizione EDC, inoltre, garantisce una
grande comodità in città esaltando
allo stesso tempo il piacere di guida.
Renault Captur dispone infine di dispositivi di sicurezza attiva e passiva
tra i più innovativi e performanti, in
grado di assicurare la protezione di
passeggeri aldulti e bambini, nonché
quella dei pedoni. ABS, Assistenza alla Frenata di Emergenza AFE
e antipattinamento ESP di ultima
generazione, sistema di antiribaltamento (Roll Movement Intervention),
assistenza alle partenze in salita (Hill
Start Assist), completano l’offerta insieme agli immancabili airbag frontali e laterali. [D.C.M.]
The new Digital Magazine about Design and Architecture
Ph. Hallolain (1), AllisWall (1), Jeroen Elfferich (1)
TRUE COLORS
lo. Una personalizzazione in armonia
tra interno ed esterno che viene articolata intorno a tre universi distintivi:
“Sport”, “Trendy” o “Elegant”. Il tocco
finale arriva infine con la possibilità di
scegliere diversi tipi di stripping per il
cofano motore, il tetto o il portellone.
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Giacca MSGM,
maglia G-star Raw,
dolcevita Brioni, pantalone
Maison Martin Margiela,
scarpe Casamadre
Nella pagina accanto.
Maglione Cheap Monday,
pantaloni Caruso,
cintura Closed
Fotografia
GAUTIER
PELLEGRIN
Stile
IVAN BONTCHEV
CLASSE [SOCIALE]
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Chiodo Sandro Paris, camicia Asos, t-shirt Timberland, pantalone GAP
Nella pagina accanto. Bomber Kenzo, maglia Closed, pantalone Brioni
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Dolcevita Guglielmo Capone, t-shirt COS
Nella pagina accanto.
Maglione Pepe Jeans London, pantalone Guglielmo Capone, scarpe Camper, cintura Closed
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Blazer Costume National, camicia Lucio Vanotti, dolcevita MSGM, pantaloni Y-3
Nella pagina accanto. Maglia Banana Republic, coppola Sansovino6
Grooming Rory Rice / W-Mmanagement Models Cristi / Boom Nico / 2morrow management Assist. fotografia Francesca D’Amico, Assist. stile Greta Brunelli
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In giro #123
“Frutta e Vegetali” di Dina Azzolini - Photo Credit: Gian Paolo Barbieri
Rubriche a cura di Giovanna Caprioglio
Illustrazione di Simone Massoni con le intrusioni
di Mauro Gatti, Bomboland e Ilaria Falorsi
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IL NUOVO APERITIVO MILANESE A KM 0 NEGLI HOTEL A 5 STELLE LUSSO DI MILANO
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Un ringraziamento particolare ai Consorzi di Tutela dei prodotti DOP e IGP della Lombardia, preziosi partner di Milano Gourmet Experience.
Comunicazione a cura di freedot.it
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Berlino Bar Tausend Bologna Camera A Sud · Fram Café · Banco32
Bytom Jazz Club Fantom Dubai Analog Firenze Desinare · La Petite
Londra Far Rock Away Melbourne Doomsday Milano Dennis Kd House
Drogheria Milanese · Q|Lab · Amnesia · Lady Quetzal · Indaco · Gnė Gnė
Napoli Nea Parigi Le Perchoir Du Marais Roma Terrazza San Pancrazio
Da Brando · The Corner Townhouse Singapore La Esquina
Torino Margò · Orso Laboratorio Caffè
68/ In giro. Italia
69/ In giro. Italia
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Fiori oscuri. fashion and food concept store
Via Fiori Oscuri, 3
· Quando: per un ottimo hamburger
· Perché: perché sembra di entrare in un’altra epoca
· Chi ci trovi: bikers e rockabilly
· Highlight: Dennis, il padrone di casa
Milano, Indaco
Milano, Dennis KD House
Nel cuore dell’ormai riconosciuto “motoquartiere” di Milano,
via Thaon de Revel, a fianco al notissimo Kd Store, negozio
di abbigliamento per bikers, non poteva mancare un vero Diner in stile americano. Gestito da Dennis Acquaviva, cuoco e
barman, il cui nome da anni è abbinato alla scena Rockabilly
italiana, il Dennis Kd House ti porta nell’America degli anni cinquanta, non solo per lo stile del locale, ma anche per quello
dei suoi avventori, centauri e pin up che popolano la zona. Ai
classici bagel, hamburger ed eggs and bacon, Dennis ha aggiunto una lista di cocktail di tutto rispetto, per la maggior parte ideati da lui, rendendo il locale il luogo ideale da frequentare
da mattina a sera.
DROGHERIA MILANESE
Via Conca del Naviglio 7
02 58114843
www.drogheriamilanese.it
· Quando: per una cena tra amici
· Perché: buon cibo in un’atmosfera allegra e informale
· Chi ci trovi: amici e giovani famiglie
· Highlight: il signor Giorgio… che ogni tanto
passa ad aiutare
Un locale dal sapore anni ‘60 che riesce ad unire buona cucina
e vendita di prodotti eno-gastronomici selezionati, posizionati
in scaffali che li rendono perfettamente parte dell’arredo, studiato con grande attenzione (a notare ogni manifesto o piccolo
particolare alle pareti già ci si perde la serata!). L’ambiente è
conviviale, il personale amichevole e la cucina interessante,
soprattutto nella formula dei “piatti degustazione”. Carne di
grande qualità (da provare tartare e cotoletta di pata negra).
Ideale sia a pranzo che a cena, perfetto in compagnia di amici
e se vi comportate bene... potreste anche sperare di entrare
da una porta segreta e chiudere in bellezza la serata con una
partita a flipper e la colonna sonora di un jukebox con dischi
rigorosamente d’antan!
Torino, Orso Laboratorio Caffè
q|LAB
Q21, Via Padova 21
· Quando: i venerdì in cui si resta in città
· Perché: per ballare tutta la notte
· Chi ci trovi: pubblico alternativo e gay
· Highlight: l’art direction del locale
Torino, Orso Laboratorio Caffè
Ph. Simona Cupoli
Il venerdì del Q21 di via Padova è un “laboratorio” di stimoli audio
- visuali che dall’ottobre del 2011 si propone di intrattenere un
pubblico gay-friendly con contenuti di qualità che vanno oltre
la programmazione musicale. Veri e propri esperimenti audiovisivi, che uniscono a sonorità elettroniche video proiezioni ad
alto contenuto di creatività. Anche la prossima stagione continuerà il viaggio esperienziale mantenendo lo stile creativo e
avanguardista che contraddistingue la serata... pronti per un
nuovo concept da ballare e sperimentare?
Napoli, Spazio NEA
DENNIS KD HOUSE
via Thaon de Revel, 12
345 8455627
www.kdstore.it
· Quando: in una giornata di shopping
· Con chi: con un’amica
· Perché: è un nuovo concetto di shopping esperienziale
· Highlight: l’attenzione alla qualità dei prodotti
tipici piemontesi
Uno spazio originale in un palazzo settecentesco nel cuore di
Brera ospiterà da metà settembre un concept store altrettanto
unico. La moda si intreccia con il cibo in un dialogo che punta
sulla qualità e l’artigianalità della proposta e si ispira anche al
contesto che lo circonda, ricco di storia e charme. Fashion and
Food vuole essere una esperienza che coinvolge tutti i sensi:
dalla musica che accoglie chi gli fa visita ai profumi e gusti di
una cucina della tradizione, fino alla vista e al tatto delle proposte moda, preziose e originali.
LADY QUETZAL
via Thaon di Revel 9
02 36521115
· Quando: per un tatuaggio o per curiosare
tra gli oggetti vintage
· Perché: Le brave tatuatrici
· Chi ci trovi: boyz e pin-up del nuovo millennio
· Highlight: la formula caffè-negozio-laboratorio
Perfetto stile anni ‘50 americano per questo laboratorio di tatuaggi e piercing tutto al femminile (anche se tra i soci figura
Angelo Colussi, famoso tatuatore milanese) nel quartiere Isola,
in Via Thaon de Revel, sempre dunque nel “bike district” di Milano. Location azzeccatissima per un nuovo concetto di tattoo
shop, che unisce al semplice laboratorio anche una caffetteria
e la vendita di oggetti vintage: mobili e complementi d’arredo
dagli anni Venti ai Sessanta insieme alle ceramiche create da
Alice, la titolare, con piatti di ceramica recuperati e fotografie
di personaggi tatuati risalenti agli anni Venti.
Milano, Gnè Gnè
MILANO
INDACO
Largo Bellintani 1
02 87234633
· Quando: all’aperitivo
· Perché: per l’ambiente
· Chi ci trovi: un mix eterogeneo
· Highlight: il buon cibo e la buona musica
Cocktail bar e bistrot affacciato sulla caratteristica chiesa di
San Carlo al Lazzaretto, nella sempre più movimentata area
tra Porta Venezia, Felice Casati e via Lecco. L’Indaco, aperto
da giugno, è già molto frequentato da un pubblico eterogeneo
e offre un ambiente molto informale dal mattino fino a tarda
notte. Si inizia con la colazione che serve tra le altre cose anche yogurt e frutta fresca, per poi passare al pranzo con menù
fisso a 12€ per primo, secondo e contorno (molti piatti vegetariani), all’aperitivo dalle 19 alle 21 con buoni cocktail, cibo di
qualità e, da giovedi a domenica, dj set. Da poco anche bistrot
con piatti tipici della tradizione toscana e se non siete ancora
soddisfatti, potete anche provare il brunch della domenica!
Milano, Drogheria Milanese
GNĖ GNĖ
Via Vigevano, 10
Apertura prevista: Ottobre
La food street di Milano, via Vigevano, si arricchisce di una nuova insegna, Gnè Gnè, nome “sbarazzino” per un locale di ispirazione “iberica”: jamon appesi sopra al bancone e tante tapas
per spizzicare. Una nuova avventura del Gruppo Seven... C’è da
fidarsi!
Milano, q|LAB.
Ph. Corrado Murlo
70/ In giro. In Italia
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· Chi ci trovi: stranieri appassionati di cucina italiana,
ma anche fiorentini
· Highlight: la varietà di corsi proposti e le modalità
Roma, The Corner
TORINO
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Margò
via Buniva 9
392 9210785
Il Desinare in realtà è una scuola di cucina contemporanea, ma
è talmente unica che vale una visita (o anche una sola lezione).
All’interno di un “villaggio arartigianale” ne ospita gli atelier di
interni creati ben 40 anni fa da Riccardo Barthel, uno dei soci,
da Desinare si entra in un mondo senza tempo, dove scoprire
le meraviglie della cucina e del vino italiani, grazie a grandi chef,
enologi e anche esperti di table design. Ne uscirete sicuramente
più consapevoli del patrimonio immenso che ci regala l’enogastronomia italiana, con gli occhi pieni di “bellezza” per un luogo
incredibilmente affascinante, e con la “pancia” appagata, visto
che allo chef table potrete gustare quello che avete preparato e
forse farvi anche qualche amico internazionale in più.
· Quando: all’aperitivo
· Perché: per uscire dalla solita realtà
· Chi ci trovi: dal rasta alla transessuale
· Highlight: l’atmosfera friendly
Il Margò è un posto davvero particolare, se non ci vai forse non lo
puoi capire: arredamento trash in un mix-and-match di oggetti e
stili e altrettanto eterogenei. I suoi avventori… “gay, nani e ballerine” in questo caso ci sta proprio a pennello. La sua peculiarità
sta proprio in questo riuscitissimo incrocio di stili e persone. Il
posto è piccolo ma si riempie sempre per l’aperitivo o per qualche serata a tema. Sempre aperto.
Bologna, Banco32
ORSO LABORATORIO CAFFè
Via Berthollet 30g
· Quando: tutte le mattine
· Perché: per il caffè perfetto
· Chi ci trovi: cultori del chicco nero
· Highlight: si può avere una tazzina... “personale”
BOLOGNA
Il Fram è un posticino “lieve”, dove tutto concorre a renderlo tale:
vecchi banchi di scuola colorati, poltroncine colorate, vecchie
credenze, manifesti anni ’60 e qualche tovaglia fiorata qua e là.
Siamo in via Rialto e questo è il mondo di Elena e Nicole, madre
e figlia che hanno scelto di ripartire insieme con questo locale che serve colazioni biologiche, pranzi leggeri, aperitivi e vini
biodinamici. Luogo ideale per trattenersi più a lungo, magari sul
divano, per lavorare o leggere un buon libro che il Fram mette a
disposizione. Simbolo del Fram è una gabbiettina per uccelli con
la portina aperta a raccogliere bigliettini con i desideri dei clienti.
Camera a Sud
Via Valdonica,5
051 0951448
www.cameraasud.net
Bologna, Camera A Sud
· Quando: per un aperitivo o una cena tra amici
· Perché: per la buona cantina
· Chi ci trovi: persone di tutte le età
· Highlight: l’idea di potersi leggere un libro accompagnati da un buon bicchiere di vino
Banco32
via Ugo bassi 23 ℅ Mercato delle Erbe.
Ingresso anche da via San Gervasio 3/A
051 269522
· Quando: a pranzo, magari il sabato
· Perché: perché ci si sente in una grande città
· Chi ci trovi: di tutto un po’
· Highlight: il pesce super fresco!
“Facciamo anche lo spritz, ma non chiedeteci altri cocktail!” dichiarazione più che esaustiva sul fatto che Camera a Sud vuole
essere una enoteca-bistrot e farlo bene. Ispirazione parigina,
mix and match di stili ben armonizzati che creano un’atmosfera
accogliente, dove le ben 150 etichette di vino sugli scaffali si alternano ai libri, che possono sia essere letti sul divano del locale,
ma anche portati a casa. Cucina semplice di stampo pugliese.
Una formula che da ormai quattro anni è molto apprezzata da
bolognesi e non.
Arriva finalmente anche a Bologna un locale all’interno del mercato, dove fare una pausa a qualsiasi ora del giorno per gustare pesce freschissimo, che arriva direttamente dalla pescheria
Tinarelli, proprio a fianco, e tanta verdura: il menù cambia ogni
giorno a seconda degli arrivi, massimo 7/8 piatti scritti sulla lavagna da gustare o direttamente sul lungo bancone o su tavolini in
legno. Molto studiato anche nello stile, i colori dominanti bianco
e turchese che rendono ancora più allegra l’atmosfera già particolarmente vitale grazie ai suoni tipici del mercato.
FRAM Café
Via Rialto, 22/c
333 4355545
www.framcafe.com
· Quando: per un pranzo vegano o un tè delle 5
· Perché: ci si sente un po’ a casa
· Chi ci trovi: dagli studenti alle giovani mamme
· Highlight: si può restare lì a lavorare o studiare
senza sentirsi a disagio
· Quando: per un pranzo post-shopping
· Perché: centralissimo ma non turistico
· Chi ci trovi: dalla coppia al gruppo di amiche
· Highlight: il piano di sopra è una bella sorpresa
Bologna, Fram Cafè
Torino, Casa Mad
Di primo acchito può sembrare uno dei tanti bar in stile newyorkese che stanno sbucando ovunque, ma una volta entrati vi renderete conto che Orso è ben altro: un vero e proprio laboratorio
del caffè, dove Giulio è pronto a spiegare e a proporre ad ogni
singolo avventore il caffè giusto per lui. Etiopia, Tanzania, Himalaya, tutte le tipologie sono scritte nella grande lavagna verde
sopra il banco, ma è moto più interessante scoprire la storia di
ogni chicco. Da Orso potete anche portarvi a casa la miscela, e
se vi ci affezionate (molto facile) potete sempre “prenotarvi”una
tazza - tutte una meravigliosamente diversa dall’altra - che sarà
quella in cui d’ora in poi vi verrà servito il “vostro” caffè.
LA PETITE
Via Pellicceria 30r
+39 055 212701
www.lapetitefirenze.it
FIRENZE
DESINARE
Via dei Serragli 234/R
055 22.11.18
www.desinare.it
Firenze, Desinare
· Quando: per il piacere di cucinare
· Perché: è meraviglioso e si esce “arricchiti”
Un cocktail bar-ristorante nel cuore della città che per la sua versatilità può essere vissuto ad ogni ora del giorno: una zona bar
al piano terra che offre dall’aperitivo prima di pranzo al cocktail
dopo cena e una sala ristorante al primo piano, elegante ma
comunque informale, grazie a un restauro in chiave contemporanea davvero riuscito. Piatti attualissimi con materie prime di
qualità , adatti anche al brunch domenicale.
ROMA
TERRAZZA SAN PANCRAZIO
Via di Porta San Pancrazio, 32
345 4035679
· Quando: per l’aperitivo
· Perché: per la vista e l’atmosfera
· Chi ci trovi: romani branché
· Highlight: l’aperitivo “prolungato”
Location decisamente strategica per questa terrazza al Gianicolo, novità dell’estate 2014 da sfruttare anche nelle serate settembrine. La mano è dei ragazzi che hanno già lanciato i conosciuti Fish Market, Hamburgeseria e Coffee Pot. La formula è
aperitivo con tapas di sushi, ostriche e pesce crudo, ma anche
pata negra e alici del cantabrico. La programmazione spazia tra
dj-set con musica varia ma sempre ricercata, jazz dal vivo ed
altri eventi che ne fanno una delle mete più gettonate da un
pubblico abbastanza modaiolo, che si trattiene ben oltre l’orario
dell’aperitivo.
DA BRANDO
Via Flaminia Vecchia 532, Ponte Milvio
06 33225327
www.dabrando.it
· Quando: per cena tra amici
· Perché: è il nuovo posto a Ponte Milvio
· Chi ci trovi: clientela giovane e ricercata
· Highlight: l’hamburger …tanto per cambiare!
Aperto da poco e già molto di moda, da Brando conquista per la
sua atmosfera conviviale, la buona cucina romana “ripulita” e anche per Brando, oste perfetto di questo ristorante a Ponte Milvio,
che è riuscito a differenziarsi tra tutti. Arredo industrial-colorato in
linea col trend del momento, così come l’immancabile hamburger.
72/ In giro. In Italia / Nel mondo
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The Corner Townhouse
Via San Saba 3 - Viale Aventino 123
thecornertownhouse.com
· Quando: il venerdì sera
· Perché: per il pre-serata
· Chi ci trovi: arty-hipsters
· Highlight: il Pornstar cocktail
· Quando: praticamente a tutte le ore
· Perché: per la location e la varietà di proposte
· Chi ci trovi: giovani
· Highlight: il concept molto riuscito
· Chi ci trovi: modelle, dj, fotografi...
· Highlight: non è più un segreto, ma è ancora molto esclusivo
Lanciato proprio nei giorni del Frieze a sottolineare la sua vocazione a arty-bar, il Far Rock Away è un bar-ristorante davvero divertente, nel mezzo della zona ormai conosciutissima delle gallerie d’arte contemporanea. Arredato con coloratissime
opere di street art americana anni ‘50 alle pareti, il suo nome
mutua infatti quello della zona nel Queens di NYC che negli
anni ‘50 /‘60 aveva avuto una incredibile popolarità. Consigliato più per i cocktail che per il cibo, è il posto giusto per un inizio
serata divertente nell’east London.
The Corner, sulla carta, è un importante progetto di riqualificazione urbana (si tratta del recupero di una villa rimasta per anni
in stato di abbandono), ma nella realtà è la quintessenza dell’ospitalità. Dalle architetture dei primi del ‘900, l’architetto Danilo
Maglio ha strategicamente ritagliato gli spazi per un concept
hotel, con 11 stanze una diversa dall’altra, e poi, un ristorante,
il bistreet (ovvero un bistrot che fa l’occhiolino allo street food),
l’emporium, il club e il lounge-garden. In una commistione di
epoche, stili, ambienti, colori e sapori, il ritmo di The Corner è
scandito da uno staff di giovani e da continue occasioni di cibo,
musica, divertimento.
Bytom, POLONIA
NAPOLI
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Via Costantinopoli 53 - Piazza Bellini 59
081 451358
www.spazionea.it
· Quando: per un pranzo o un aperitivo
· Perché: per premiare una realtà indipendente e sana
· Chi ci trovi: studenti, intellettuali, professori
· Highlight: aperto anche la sera, caratteristica insolita per
i bistrot legati a gallerie d’arte
Parigi, Le Perchoir
Un caffè-bistrot annesso a una galleria di arte contemporanea
nel centro storico di Napoli che si apre all’esterno nella corte
della scalinata settecentesca della biblioteca dell’Università.
Una formula già rodata nelle grandi capitali mondiali, ma che
a Napoli ancora mancava e ha da subito riscontrato un grande
successo tra napoletani e turisti, diventando punto di riferimento di universitari, artisti, intellettuali. Una buona idea quella del
bistrot (e di Nea in generale, fondata da Bruno La Mura e Luigi
Solito) per finanziare il progetto culturale che da ormai quasi tre
anni offre sempre proposte di grande qualità.
ANALOG
The Q Underground - Holiday Inn Al-Barsha
+971 50 88 33 172
analogroomdxb.com
· Quando: nel weekend
· Perché: buona musica e location all’avanguardia
· Chi ci trovi: ragazzi interessanti
· Highlight: il design del locale
· Quando: il fine settimana
· Perché: è uno dei pochi posti con buona musica a Dubai
· Chi trovi: occidentali
· Highlight: la selezione musicale
Se mai capitaste in questa cittadina polacca che sta vedendo una importante
crescita commerciale, il Phantom è sicuramente il “place to be”. Arredato in stile
post industriale, con muri scrostati e un
container che ospita una zona del bar che
può diventare un ulteriore palco, è il posto
ideale dove ascoltare buona musica, bere
e mangiare bene in un ambiente davvero
contemporaneo…che potrebbe tranquillamente essere a New York.
Bar Tausend
Schiffbauerdamm 11
· Quando: il fine settimana
· Perché: è ancora uno dei posti più
“cool” di Berlino
MELBOURNE
DOOMSDAY CAFè @Doomsday
195A Brunswick Street, Fitzroy
VIC AUS 3065
+61 (03) 94 172 666
· Quando: a colazione
· Perché: per un caffè prima o dopo lo shopping
· Chi ci trovi: cool guys
· Highlight: l’easy mood
Se siete degli irriducibili del Clubbing di qualità e vi trovate a Dubai, questo è l’indirizzo giusto per voi. Nei sotterranei
dell’Holiday Inn Al-Barsha da ormai qualche anno si scatenano gli amanti della musica house elettronica che si trovano a
Dubai, principalmente expats e turisti occidentali. Dj internazionali di qualità si alternano in consolle: ascoltate i live sul loro
sito per verificare.
PARIGI
LE PERCHOIR Du MARAIS
37 rue de la Verrerie
www.bhv.fr/actus/perchoir-du-bhv-marais
· Quando: la sera
· Perché: per la vista meravigliosa
· Chi trovi: parisiens chic
· Highlight: sembra d’essere in un giardino.
Quest’estate Parigi ha goduto di una nuova meravigliosa terrazza, quella al settimo piano del rinnovato magazzino BHV.
Gestita dai ragazzi de Le Perchoir, si chiama appunto Le Perchoir du Marais: 250 mq arredati come un giardino di campagna e vista magnifica su l’Hotel de Ville fino alla Senna. Cocktail, vini, finger-food e una location perfetta per concludere
una giornata di shopping nel Marais... alors, on va boire un
verre? Avete tempo fino a fine ottobre.
SINGAPORE
Berlino, Tausend
La Esquina
16 Jiak Chuan Lane
www.esquina.com.sg
+65 62221616
Vi chiederete perchè in una zona brulicante di bar e ristoranti
come Fitzroy abbiamo scelto un coffee to go... La risposta è semplice, perchè il Doomsay è annesso all’omonimo e conosciutissimo negozio di streetwear, il che significa che i personaggi che
si gustano il caffè nelle panche di fronte al micro barettino sono
quelli che piacciono a noi. Un bel modo per cominciare la giornata, e se siete espansivi almeno quanto Mark il barista, con ogni
probabilità collezionerete subito un paio di “fives”.
· Quando: per un pranzo di super qualità
· Perché: per l’ esperienza culinaria
· Chi ci trovi: stylish foodies
· Highlight: la rivisitazione di piatti orientali in chiave “tapas”
Londra, Far Rock Away
LONDRA
FAR ROCK AWAY
97-113 Curtain Road, Shoreditch
+44 208 305 3090
www.farrockaway.co.uk
DUBAI
JAZZ CLUB FANTOM
Żeromskiego 27, 41-902 Bytom
jazzclub.pl/fantom
BERLINo
Melbourne, Doomsday
Nascosto da una porta d’acciaio praticamente invisibile sotto
i binari della Bahnhof Friedrichstrasse, il Bar Tausend, in realtà chiamato da tutti Cantina, non è certo più un secret bar,
ma resta tra i locali più cool della scena berlinese. Soffitto in
acciaio e ispirazione tra gli anni ‘70 e il futuristico, fanno da
scena a serate di musica elettronica popolate di modelle, dj,
produttori cinematografici e personaggi della scena fashion
berlinese. Potete sempre mangiare al ristorante al piano di sopra per essere certi di entrare, oppure sperare che suonando
al campanello piacciate al buttafuori.
Singapore, Esquina
Nato dalla collaborazione di un famoso partner locale con lo
chef stellato Jasin Atherton, questo tapas bar si ispira proprio alla cultura spagnola offrendo piccoli piatti di grandissima qualità in un ambiente informale ma molto stylish. Un
altro locale cosmopolita nella già multiculturale Chinatown
di Singapore.
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