[napoli - 1] campania/direzione/01 11/05/09
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Lunedì 11 maggio 2009 Speciale Moda GIOVANI STILISTI Le storie. Ambizioni, esperienze e difficoltà L’ELEGANZA OLTRE L’ITALIA Moda, gusti iberici e frontiere scandinave Virtuale Una sfilata su Second Life SENZA LUSSO di ANNA PAOLA MERONE «Il lusso è una questione di mezzi, l’eleganza è un fatto di educazione. Credo che ogni donna possa fare della propria vita un capolavoro senza essere vittima della moda». Parola del couturier Emanuel Ungaro, che indica così la strada maestra per raggiungere uno stile proprio, per diventare davvero eleganti senza cedere alle lusinghe di un lusso senza sfumature, né significato. Perché non basta possedere una borsa firmata, un paio di scarpe trendy, un tailleur di ottimo taglio. Occorre qualcosa di più, qualcosa di altro. Occorre essere consapevoli delle proprie potenzialità e dei propri limiti. E mettere insieme a questa consapevolezza una buona dose di cultura, che insegna d’istinto come muoversi, quando osservare gli altri senza farsi notare, come presentarsi in pubblico. E partiamo allora dall’inizio. Dalle signore troppo liftate, troppo truccate, con tacchi troppo alti al mattino o vestite di pizzo nero ad un matrimonio. Limite: questa è la parola d’ordine per ambire ad essere una donna di stile. E «un po’ meno di tutto» è un buon inizio. Si ha la tentazione di indossare quattro anelli con pietre? Via almeno due. Stivaloni e calze a rete? Meglio un collant battuto. E avanti di quanto passo. Una camicia con jabot va su un paio di pantaloni essenziali. Una cintura appariscente fa una migliore figura su un insieme (blusa e jeans, o gonna) di un unico colore, possibilmente non sgargiante. E poi anche l’ossessione della giovinezza va tenuta a bada. Spesso si notano donne cinquantenni con mise da sedicenni. Il trucco per apparire più giovani, soprattutto dopo i 38 anni, è indossare abiti di ottimo taglio e non da teen ager. Insomma no al jeans attillato, sì ai pantaloni a sigaretta con le ballerine: da portare con una straordinaria camicia, di tono importante. Meglio — avendo 40 anni — apparire come una trentenne con un look misurato, che come una cinquantenne ossessionata. Il segreto è «10 in meno». Si si cerca di superare questo traguardo si scivola inevitabilmente nel ridicolo. Una parolina va detta anche agli uo- mini. Sono spesso più vanitosi e meno controllabili delle donne. I peggiori sono quelli che vanno dall’estetista e si fanno depilare le sopracciglia con un movimento ad arco. È ora di smetterla: va bene cancellare i peli che crescono al vertice del naso, ma oltre è vietatissimo andare oltre. E, in stagione di matrimoni, non si può non parlare delle mise che molti signori ostentano con orgoglio, senza rendersi conto di costituire un campionario di tutto quel che non si fa. Il tight, innanzi tutto, è un abito da mattina (e riservato a matrimoni di un certo tono). Dunque se le nozze sono «after six» non è proprio il caso di pensarci. Poi ci sono tutte le variazioni sul tema del classico abito maschile. Meglio stare alla larga dalle suggestioni in tessuti lucidi e operati e proporre un abito di taglio strepitoso, ma senza stravaganze, senza foulard al collo, senza fili argentati nella trama. Ultima raccomandazione per chi cerca un look chic per tutti i giorni. Un uomo davvero elegante indossa con la stessa disinvoltura un abito o un pull di cachemire, una polo o una camicia con i gemelli. L’ostentazione è sempre sbagliata e salta all’occhio. Meglio dunque attenersi ad uno stile che ci si sente addosso e che si può portare senza rendersi ridicoli. Un capitolo a parte riguarda la vita sociale. La moderazione, anche in questo caso, va abbracciata senza esitazioni. Con l’estate alle porte va ricordato a chi va per mare — la barca più chic, per quelli che non vanno a vela, resta sempre un gozzo in legno, perfetto per vivere il Golfo di Napoli o per spingersi più lontano — di adottare uno stile scevro da qualsiasi volgarità. No agli schiamazzi, ai motori rombanti, all’inosservanza delle regole. No ai rifiuti gettati in mare, no ai topless esibiti senza riguardo per la presenza degli altri, no alle goliardate rumorose quando ci si trova in prossimità di altre barche sulla quali magari ai tuffi si preferisce un riposino. L’eleganza non è forma, ma sostanza. Non è una convenzione, ma una forma sublime di educazione. The more you feel, the more you live. Exclusive dealer for Italy Tel. +39 06 4115206 - www.momaitalia.com - [email protected] those who love an unfiltered experience of the sea know it well. enter the open spirit, as the senses admit no compromise. a Ferretti brand 2 Lunedì 11 Maggio 2009 Corriere del Mezzogiorno NA Tra Salerno e Torino, via web A Napoli La boutique / 1 Passione vintage Vestiti e gioie nel «Baule di Margot» L e grandi griffe sanno che anche la moda non può prescindere dal proprio passato. E così quello che fino a qualche anno fa poteva considerarsi retrò, oggi diventa vintage. Il vocabolo deriva dalla locuzione francese l’age du vin, cioè l’annata del vino, che poi, estendendosi fino a vendage (vendemmia), è riuscito a identificare un genere, tanto nuovo quanto vecchio, che abbraccia i settori più disparati. Dall’abbigliamento, alla bigiotteria e all’arredamento, lo stile coniato prende il nome di vintage. Proprio per indicare la qualità e il valore di un oggetto fabbricato almeno venti anni prima e che può altresì essere riferito a secoli passati senza necessariamente essere circoscritto al Ventesimo secolo. Il primato del boom del vintage lo si deve agli strumenti musicali. Alcuni di loro erano considerati di culto, perché realizzati con un tipo di legno di ottima qualità, essiccato e stagionato al punto tale da incidere sulla risonanza degli strumenti stessi. Poi, la voglia di ritornare al passato ha coinvolto un po’ tutti i settori commerciali. E il mondo della moda, di certo, non poteva non subirne il fascino. Non senza qualche particolarità, però. Perché, mentre le case di moda riproducono modelli del passato utilizzando tessuti moderni, il vintage originale è quello che si trova sui banconi dei mercati dell’usato e da qui nelle vetrine dei negozi che lentamente si sono affacciati sul mercato. Come «Il baule di Margot», il negozio di via Gelsi Rossi a Salerno, che da due anni è riuscito ad attirare giovani e signore. Anche dalle taglie forti. Il segreto è tutto nel ritorno dei vecchi camicioni degli anni Ottanta che, con una grosso cinturone in vita per le donne più longilinee o lasciato cadere mor- «Oblomova», note indie e creazioni di stoffa bido sul corpo, ben si adattano anche ai fisici più tondeggianti. «Riusciamo a vestire anche le taglie che vanno dalla 46 alla 50 - racconta la titolare del negozio, Rossella Pipolo, che ha appena 25 anni e la gente è contenta». Torna di moda anche il vecchio cardigan largo con bottoni centrali e, ironia della sorte, persino i pantaloni e le gonne a vita alta. Per non parlare degli accessori: dalle borse a bracciali in legno decorati, a collane di porcellana dipinte a mano, a orecchini vistosi e luccicanti e agli spilloni a forma di fiore tempestati di pietre preziose di alta bigiotteria. Ma da chi si riforniscono i negozi vintage? «Io amo girare per mercatini - dice Rossella - ma mai in Italia. Preferisco andare all’estero: Portogallo, Germania e Spagna. E quando non riesco a muovermi mi rivolgo ai fornitori». E a questo punto, dirompe necessariamente la tecnologia moderna. Basta andare su un qualsiasi motore di ricerca, digitare le parole fornitori vintage e appare un elenco di persone che hanno fatto della ricerca di oggetti del passato il proprio mestiere. Anzi, sul web è possibile acquistare anche capi di Di tutto un po’ Abiti, borse, collane I negozi vintage si riforniscono nei mercatini italiani e esteri abbigliamento datati 1920. Il sito è www.quadrilateroromano.it/laterradelledonne. L’ideatrice è un’archeologa torinese, Chiara Bertello, che nel suo piccolo negozio di via San Domenico ha fatto nel vintage un vero e proprio museo di capi e accessori da collezione, molto spesso noleggiati a cast cinematografici. C’è di tutto, dai vestiti ai cappelli, ai bijoux e alle borsette. Grazie ad internet è possibile anche scegliere il prodotto che si preferisce e acquistarlo on line. I prezzi del negozio torinese sono abbastanza alti. Diversamente da quanto accade a Salerno, dove Rossella ha voluto coniugare la qualità dei capi (la maggior parte in pura seta) a prezzi accessibili un po’ a tutte le tasche, che non superano quasi mai i 50 euro. Ma guai a confondere il vintage con il «second hand» (usato o, letteralmente, prodotto di seconda mano), perché la particolarità non sta nel fatto di essere stato utilizzato in passato, quanto piuttosto nel valore che progressivamente ha acquisito nel tempo per le sue doti di irriproducibilità e irripetibilità. Angela Cappetta Festeggia un anno a giugno «Oblomova» negozio di abbigliamento dalle linee sofisticate nel centro storico di Napoli. In via San Sebastiano 20, tra le botteghe di musica, si trova questa piccola e piacevole boutique curata da una coppia di trentenni. Mezza francese e mezza napoletana, Claire si occupa dell’abbigliamento, mentre Fabio è l’addetto al reparto musica. Oblomova, infatti, mescola abbigliamento e note, così, mentre si sceglie una t-shirt o una borsa, si può ascoltare anche della buona musica. Salendo al piano superiore, infatti, si possono trovare cd, vinili, dvd e libri e qui, saltuariamente e verso sera, vengono proposte alla clientela e al quartiere mostre, concerti e video istallazioni. Ma «Oblomova» è anche artigianato. Alla scelta di abbigliamento che ricade soprattutto su piccoli marchi spesso stranieri — inglesi, svedesi, danesi e francesi — dalle linee davvero originali e adatte a un ampio pubblico, la boutique affianca anche pezzi di artigianato. Come le borse in pelle, camoscio o cotone, disegnate dalla stessa Claire e realizzate nella boutique che, all’occorrenza, diventa laboratorio, o come i mobili in vetrina — decorati a mano, vengono personalizzati anche a richiesta — e le collane ricavate da maschere di teatro rielaborate. Interessante è anche la scelta della firma "Misericordia": francese ma prodotta in Perù, è un marchio etico. Musica bassa, ambiente ospitale, aria serena si aggiungono al resto. Belle e curate anche le confezioni regalo. Originale il nome, tratto dal romanzo di Goncarov diventato anche un film negli anni ’70. A. M. 3 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Maggio 2009 NA Stiliste napoletane / 1 Dal 16 un’esposizione alla galleria «San Giorgio» A Napoli La boutique / 2 Creazioni in rosa V a bene le giacche che vestono i manager di mezzo mondo (anche cinesi) come un guanto. Va bene le cravatte "presidenziali" di Marinella. Ma la moda made in Naples ha bisogno anche dei colori e dell’estro di leve giovani, spiazzanti, up to date rispetto a tante proposte "conformi". Valentina Calvanese, giovane quanto basta (ha 33 anni), napoletana, inaugurerà il 16 maggio una mostra su moda e arte. Quando hai cominciato a disegnare abiti? «Da piccola. Non amavo le bambole, ma le matite, i fogli, le penne, passavo ore a disegnare e a colorare. Direi che il disegno mi ha sensibilizzato all’immagine, alle sfumature e agli accostamenti di colore, come un percorso che in costante evoluzione mi ha guidato fino alla passione per la moda in generale ed verso il disegno di abiti». Lo fai per hobby o è il tuo lavoro? «Il mio approccio alla moda è stato inizialmente attraverso lo studio, la storia e le continue evoluzioni, fino alla conoscenza di riviste e marchi. Il disegno degli abiti è partito come un hobby, ma attualmente sta investendo il mio tempo per far sì che diventi un lavoro. Le contingenze mi hanno portato a lavorare fuori Napoli e non ho avuto la possibilità di frequentare scuole di moda. Ho sempre pensato di mettermi in proprio ma sono cosciente che il percorso sarebbe stato lungo e complicato». Come nasce questa passione? «Forse il mio estro creativo era già dettato dalla discendenza familiare: raccontai a mia madre che avevo sognato alcuni modelli e, stupita, le dissi che li avevo ricordati perfettamente per poi disegnarli il giorno successivo; mi rispose che succedeva la stessa cosa alla mia bisnonna, un’importante Dalla bancarella a quattro negozi T Gli abiti di Valentina Calvanese, «fusione» tra moda e xilografia Studio e passione Valentina Calvanese (in foto un suo modello) dal16 maggio espone sette abiti alla galleria d’arte «San Giorgio» modista di Napoli!». Stai per debuttare con un mostra d’abiti d’arte. «Esatto, dal 16 al 23 maggio alla Galleria d’arte «San Giorgio», a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli. La mostra è frutto di una collaborazione, una "fusione" tra moda e xilografia. Saranno esposti sette abiti disegnati da me e realizzati in tessuto ed inserti di pelle. I tessuti sono stati stampati a mano con la tecnica della xilografia, dall’artista Rosa D’Avino che ho conosciuto grazie al gallerista Franco Cusati». Gli stilisti internazionali che ti hanno influenzato? «Sintetizzando: le linee femminili e classiche di Dior e di Madame Vionnet, i tessuti di Paul Poiret, la geome- tria della moda giapponese (Yohij Yamamoto, Rei Kawakubo-Comme Des Garçons) e di Chanel, la provocazione di Vivienne Westwood, i colori di John Galliano». Perché non ci sono grandi griffe di livello mondiale nel Sud Italia? «La creatività e l’organizzazione non mancano, tuttavia credo che manchino scuole riconosciute al livello internazionale. La formazione è importante, sia per lo sviluppo delle attitudini creative che per quelle manageriali. Una griffe si nutre di svariati profili professionali che si occupano di condurre il marchio nei mercati mondiali e nel Sud Italia ci sono importantissimi marchi, anche storici che però è come se non si fossero evoluti in questo senso». Hai lavorato alla fondazione Mondragone . Di cosa ti occupavi? «La Fondazione Mondragone è sede del Museo del Tessile e dell’Abbigliamento. Mi occupavo, tra le altre cose, dell’archivio e dell’inventario». Il periodo d’oro della moda italiana? «Gli anni Sessanta, la contestazione sociale che si esprime in moda attraverso la sperimentazione delle linee e delle forme, l’abito come idea di progetto e non status». inte forti e disegni naif. Animali stilizzati, soli e lune. Sonoi tratti distintivi di "Yo soy feliz" marchio tutto napoletano di abbigliamento e di accessori noto soprattutto tra le giovanissime ma apprezzato e indossato anche dalle over 20. Gonne lunghe e colorate, abiti dalle linee morbide e fantasiose, magliette a strisce e t-shirt con vivaci fiorelloni, cuciti con stoffe principalmente in jersey, sono gli articoli che si possono trovare da Yo soy feliz. Ma anche borse in pelle e in tessuto, con forme che richiamano ai modelli degli anni Settanta e con grandi bottoni a decorare. In più, accessori rigorosamente colorati, collane in legno e anelli con grosse pietre. Tre i negozi partenopei, due a via Benedetto Croce, di cui uno tutto dedicato ai bambini, e uno a via Chiaia. Uno anche nelle vie del centro di Palinuro. Fu questo il primo punto vendita aperto da Federica Brandi e Germano Fattore, titolari della firma e coppia anche nella vita. Tutto parte, più di dieci anni fa, dalla creatività dei due disegnatori. Di mezzo c’è la Spagna e da qui anche il nome. Studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, Federica partono con il progetto Erasmus. Scelgono Granada come meta e nei preparativi della partenza si conoscono. Proprio in Andalusia inizia il loro progetto con piccoli accessori e ciondoli in cernit e fimo, portachiavi e borse con soli e lune. A Napoli l’attività comincia con le bancarelle nei periodi natalizi nel cuore del centro storico e poi tutto l'anno. Multe e lavoro precario hanno caratterizzato la lunga gavetta dei due giovani e dei loro collaboratori, compresi tentativi mal riusciti di imitazione, dalla quale il marchio si è dovuto difendere. Dopo tre anni passati a fare bancarella, il primo punto fermo a Palinuro. Studentesse, giovani, ma anche molti turisti sono la clientela fissa. Prezzi accessibili. Nato dal basso, cresciuto grazie alla caparbietà e fantasia dei due fondatori, oggi Yo soy feliz è un marchio affermato e, tra collaboratrici nei punti vendita e sarti che lavorano le stoffe in laboratorio, sono circa una decina le persone cui dà lavoro. E per il futuro? Federica e Germano, oggi 36enni e genitori, stanno pensando di uscire dalla Campania, forse con un franchising, ma il salto verso l’industriale non li convince del tutto. A. M. Alessandro Chetta Stiliste napoletane / 2 La storia e i progetti di una ventinovenne napoletana «Vorrei realizzare un marchio tutto mio» Mariapia Guadagno, disegna, cuce, e insegna nelle scuole di moda V entinove anni sulla carta di identità e un’esperienza di venti alle spalle, ha puntato tutto sulla formazione, Mariapia Guadagno, giovane stilista e modellista napoletana. Un condensato di energia e intelligenza viva, sorriso vivace e battuta sempre pronta, Mariapia è cresciuta respirando in famiglia la passione per la moda e per il cucito. Dopo avere osservato la mamma e la zia per un po’ di tempo, presa confidenza con ago e filo, e con le idee già molto chiare, a 16 anni si iscrive a una delle scuole di formazione professionale napoletane, finendo il corso di tre anni in due, e imparando le tecniche del disegno e della modellistica. A 18 anni Mariapia inizia un anno di tirocinio nella stessa scuola come insegnate di modello e cucito e l’anno successivo ha già l’esperienza sufficiente per passare dall’altro lato della cattedra. Con l’abilitazione all’insegnamento inizia le docenze e al tempo stesso lavora nella sartoria della scuola come modellista e sarta. È qui che si specializza nell’arte della cucitura e del disegno degli abiti da sposa. «La cosa che mi ha spinto a muovermi sempre — racconta Mariapia, che ovviamente ha un profilo su «Facebook» dove è possisibile contattarla — è stata la mia irrefrenabile curiosità, la voglia travolgente di imparare, l’interesse per l’intero campo della moda». Un desiderio di conoscenza che la porta a lasciare il campo sartoriale per tuffarsi in quello industriale, iniziando a lavorare in imprese di ampio respiro come campionista, modellista industriale, addetta al con- Donne eleganti La passione di Mariapia Guadagno sono soprattutto gli abiti da sera e quelli da sposa Nall’ultima foto, infatti, la vediamo al lavoro nel suo laboratorio circondata da manichini che indossano modelli da sposa in bianco e avorio Nelle altre due foto due creazioni della ventinovenne napoletana trollo tecnico e alla supervisione sulle catene di produzione. A contatto con i modelli industriali e con le grandi produzioni, sente di avere ancora tanto da imparare. Va a Milano a seguire un master all’Istituto Burgo, rinomata scuola di moda, e qui studia un nuovo metodo di taglio: quello a mano libera, che dà maggiore sfogo alla sua creatività. Quando a Napoli l’Istituto apre una succursale, la vuole come insegnante. Accetta ma continua a lavorare come stilista e modellista per marchi campani. Per stare al passo coi tempi sente la necessità di avvicinarsi alle nuove tecnologie applicate alla moda e così si iscrive al corso di modellistica CAD. «Se si vuole stare in questo campo — spiega Mariapia — oggi è fondamentale affiancare le conoscenze più legate alla tradizione alle nuove. Saper riprodurre al computer un modello, ad esempio, oggi è basilare non solo nelle aziende ma anche nelle sartorie. Anzi, questa è una professionalità molto richiesta sul mercato». Che cosa consigli ai giovani, anche più di te, che sono attratti dal campo della moda? «Gavetta, gavetta, gavetta. Non mirate al guadagno facile e immediato. Puntate sulla formazione e lavorate sodo. Prima specializzatevi, il resto poi viene da sé. Fate esperienza nelle sartorie, è lì che, in piccola scala, si osserva tutto il processo di realizzazione di un capo moda. Inoltre, non pensate che questo mondo sia fatto solo di stilisti: il fashion designer è una goccia nel mare della moda. Avvicinatevi a tutte le professioni, è un campo che offre molte opportunità di guadagno». E oggi? «Dopo quasi vent'anni di gavetta, ho deciso di prendermi una pausa di riflessione. Ma non sto certo ferma. Ho in mente il mio grande sogno: creare un marchio tutto mio». Antonella Migliaccio 4 Lunedì 11 Maggio 2009 Corriere del Mezzogiorno NA Moda sposa / 1 Abiti Tradizione e novità, il ritorno del «corto» Scelte «cheap» tra outlet e negozi non specializzati L’ abito che si indossa nel giorno del sì, spesso immaginato per tutta una vita, sintetizza lo stile personale della sposa. Semplice, romantico, eccentrico o monacale che sia, la scelta del vestito risponde a molteplici istanze. La decisione finale, comunque, non dovrebbe investire unicamente la sfera dell’emotività, ma fare i conti anche col senso pratico. Prima di tutto, l’abito nuziale deve essere in sintonia con tutti gli altri elementi del matrimonio. Di conseguenza, dipende dall’età della sposa, dal tipo di cerimonia per cui si opta — rito civile piuttosto che religioso — dal luogo, dall’ora e dalla stagione, dalle proprie caratteristiche fisiche e, naturalmente, dai dettami della moda. Riallacciandosi al celebre detto di Oscar Wilde, il più sofisticato dei matrimoni sarà tale solo se verranno banditi ostentazione, orpelli e particolari sopra le righe. Ciò non toglie che la moda, quella vera, consente di osare, talvolta, anche alla sposa. Chi ama l’abito importante potrà sceglierlo in questa stagione senza timore di apparire tradizionalista: lo stile napoleonico, tra tagli Impero e vite alte, è tornato di gran moda, così come l’abito di "volume". Da considerare anche la scelta dell’abito corto (tornato in auge) a patto che le gambe siano un punto di forza. Il colore? Il classico bianco è sempre leader, seguito dall’avorio che resta una valida alternativa. Conquistano anche da noi i colori pastello e, per le più provocatrici, il rosso. La moda del momento dice sì al pizzo e a dettagli tradizionali come strascico e velo, poco comodi ma sempre cari alle più romantiche. Come decori si potranno dosare strass, gioielli, nastri e, naturalmente, i classici e (un po’ monotoni) fiori. Elemento meno gradevole, ma da non trascurare nella scelta dell’abito, riguarda poi l’aspetto economico. In linea di massima il costo di un vestito da sposa parte dai 2500 euro per superare spesso, esclusi gli accessori, i 5000. Solo il velo, ad esempio, può venir a costare fra i 500 e i 2000 euro. E non andranno dimenticati calzature e lingerie. Salgono i prezzi in caso di decorazioni e ricami, così come per le creazioni sartoriali, pensate e realizzate su misura in atelier. Insomma, nella vita di una giovane donna, senza eccezioni neppure per le più patite e le fashion victim, l’abito da sposa rappresenta in genere quello più costoso (e più importante). Come venire a patti quindi se non si dispone di grosse cifre? Le soluzioni sono tre. Se ci si sposa in municipio, la scelta dell’abito sarà meno vincolante. Una semplice tenuta da sera, acquistata nella boutique di sempre, potrebbe fare al caso, abbattendo di qualche zero i costi. Oppure, esistono oggi delle linee sposa particolarmente economiche, pensate per le meno sfarzose. Un esempio è quello della linea Max Mara, che con sobrietà e tessuti semi-preziosi è in grado di portarvi all’altare anche con meno di mille euro complessivi. In effetti, spendere cifre spropositate per un abito da un solo giorno in tempi di crisi rappresenta una follia. Dopo averci accompagnate durante la cerimonia e il ricevimento, il vestito viene portato in lavanderia per eliminare eventuali tracce della festa, inguainato in una foderina e riposto nell’armadio, in genere a vita. Per ovviare a questo "spreco" si può scegliere un vestito che, con qualche piccola modifica sartoriale, si possa riutilizzare successivamente accostandovi, nel caso in cui sia bianco, accessori di colore diverso. Ancore di salvezza estrema sono rappresentate infine dalla possibilità di noleggiare l’abito solo per la data fatidica o, in alternativa, dall’acquisto negli outlet da sposa, dove rifornirsi di modelli della passate collezioni. Fuani Marino Corto o avorio Moltissime, nelle collezioni sposa 2009, le proposte in corto (prima foto a destra), per un’aria più sbarazzina e matrimoni organizzati in location meno classiche Nella seconda foto, invece, un abito color avorio Corpetti Il corpetto dell’abito nella foto qui sotto è impreziosito da perline e Swarovski, anche sulle spalline L’abito nella foto accanto ha invece, un taglio stile impero, tornato di gran moda nella scelta delle spose 5 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Maggio 2009 NA L’hair stylist Ferdinando Voluttuoso Moda sposa / 2 Trucco e acconciature «Mezzo» chignon? Solo per under 25 L’hair stylist: «Le acconciature semilegate rischiano di appesantire il viso» D opo l’abito, l’acconciatura. I capelli e il tipo di pettinatura dovranno rappresentare un continuum con l’abito da sposa, interpretandone lo stile e le forme. La donna d’oggi trova disponibile una variegata gamma di pettinature, che potrà scegliere, oltre che in base al vestito, anche seguendo il proprio gusto personale, e le caratteristiche del proprio tipo di testa e di capello. Sciolti, legati o semiraccolti che siano, tirati il più possibile con litri di lacca o più selvaggi, molte si affidano a parrucchieri e acconciatori esperti che dopo una o più prove, le prepareranno a casa prima di dirigersi all’altare. Ma quali sono allora i must del momento, all’ombra del Vesuvio e non? A dare qualche dritta è Ferdinando Voluttoso, parrucchiere ufficiale di Tutto Sposi, spesso convocato per eventi di primo piano e autore delle acconciatore di stelle e stelline della tv e del cinema, da Laura Chiatti a Melita Toniolo. Dal salone «l’Officiel» di piazza dei Martiri, dove decine di clienti aspettano religiosamente il proprio turno, nel parlare delle acconciature che contraddistinguono la sposa 2009, Volutto- so si riallaccia inevitabilmente ad un discorso più generale sulla moda sposa di quest’anno: «In questo momento sembra sia venuta una "febbre" a tutti gli stilisti, che si scopiazzano l’un l’altro rifacendosi agli abiti d’alta moda. Questa crisi di idee nel disegno di abiti davvero innovativi, tende a limitare anche l’estro delle acconciature», spiega. E aggiunge: «Quest’anno, in generale, si vedono abiti molto pomposi, pieni di paillettes, perle e perline». Ma il vestito da sposa e l’acconciatura, cambiano anche in base ai diversi periodi dell’anno: i tessuti leggeri ed evanescenti che contraddistinguono gli abiti primaverili ed estivi, quelli usati nelle stagioni predilette per convolare a nozze, chiamano più facilmente un’acconciatura voluminosa e ricca. Diverso è il discorso per i mesi invernali che, a causa delle condizioni climatiche, tendono a prediligere tessuti più corposi, con i quali la testa va ridimensionata. Trecce, nastri o il classico chignon, la pettinatura dovrà valorizzare il viso e riservare giochi inaspettati sul retro. Non va dimenticato, infatti, che durante l’intera cerimonia, gli ospiti osservano la sposa di spalle. Una vol- Floreale Fiori dello stesso bianco dell’abito per lo chignon delle spose nelle due foto a destra Liberi Il capello semi-sciolto è più indicato per la sposa che indossa il velo Unghie L’ultima tendenza è quella del «paint-manicure» in linea con l’abito ta prescelto il tipo d’acconciatura, si dovrà pensare a decorarlo. Entrano in gioco quindi nastri, fermagli gioiello, piccoli swarowsky e piume, sopratutto se l’abito non presenta grandi volumetrie e ricami, ci si potrà davvero sbizzarrire. O, al contrario, puntare sul classico: «I fiori freschi sono in genere i preferiti, noi utilizziamo quelli liofilizzati al momento, insieme ad alcune erbe. Se l’abito è più romantico, nei capelli andrà benissimo il mughetto, o il fiore del bianco che più si addice al colore dell’abito», risponde Ferdinando Voluttoso, che ha anche alcune preziose indicazioni sull’eterno dilemma del raccogliere o meno i capelli per il giorno delle nozze: «La scelta dipende senz’altro dal viso della sposa. Creando dei tiranti si possono alternare leggermente le morfologie, cancellando alcune rughe o correggendo piccoli difetti». Ben ordinato e slanciato verso l’alto, lo chignon metterà in risalto il collo e le spalle. Sarà perfetto con abiti dal décolleté importante, dal taglio a barchetta, dalla scollatura a cuore. Tuttavia, se le passerelle indicano la via di chignon dal taglio meno costruito, ma più spettinato e selvaggio, con piccole cioc- che che adornano il viso e fili di capelli pendenti, il mago del capello commenta: «Lo chignon meno tirato rischia di appesantire il viso ed invecchiare, andrà bene solo se la sposa è giovanissima». «Le ragazze di oggi chiedono molto il capello semisciolto, che può andar bene anche con il velo grazie a delle particolari tecniche di presa. Io non amo le acconciature semilegate, possono sembrare più naturali, è vero, ma spesso danno un’aria disordinata». Venendo ai costi: in tempi di austerity quali sono le cifre per acconciarsi i capelli prima del matrimonio? Qui arriva il tasto dolente visto che il servizio a domicilio a casa della sposa si aggira sul tetto minimo delle 500 euro. «I prezzi sono lievitatissimi», ammette Voluttoso, «conosco delle spose che anche per questa ragione decidono di pettinarsi e truccarsi da sole». Acconciatura fai da te o affidata all’esperto, i capelli dovranno essere curati già dai mesi precedenti, evitando trattamenti aggressivi che rischierebbero di appesantire la testa, e tuttavia puntando ad ottenere una qualità che garantisca stabilità e tenuta. Fu.Ma. 6 NA Lunedì 11 Maggio 2009 Corriere del Mezzogiorno 7 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Maggio 2009 NA Dentro e oltre il Belpaese Alta moda ischitana Cravatte, abiti e vino Nuovo store Aperitivi glamour Il 14 maggio, dalle 16, nello store Ulturale Cravatte (via Carlo Poerio, Napoli), aperitivo glamuor. Tra le “settepieghe portafortuna e scaramantiche”, sorseggiando un buon bicchiere di Fiano delle cantine Joaquin. È un’iniziativa Ha aperto quattro giorni fa, a Napoli, in via Alabardieri 15, lo store di Elio Fronterré, stilista ischitano che realizza sofisticati capi d’alta moda: gioielli, borse e accessori. Per chi ama distinguersi in ogni occasione che rientra nel programma del Fuori Salone Wine and the city di Vitigno Italia. Coinvolti anche molti altri punti moda, tra i quali la boutique Nennapop (il 12 alle 17), Ernesto Marinella, (il 13 alle 17), il Team Leo art studio (alle 19), Monetti Gioielli (il 14 alle 17, con le cantine Vinanda. Il programma è su wineandthecity.it Euro-shopping /1 Suggestioni iberiche... Impazza la moda spagnola, dalla «fast fashion» alle calzature C on qualche mese, a volte anni, di ritardo rispetto a Roma e Milano, anche Napoli è stata sedotta dalla moda made in Spain, quella che, per dirla tutta, ha già conquistato l’Europa. Parliamo di Zara, Mango, Bershka, i protagonisti di quella che viene definita «fast fashion», ma anche delle Camper, scarpe che uniscono innovativo design e comodità. Più recente lo sbarco partenopeo del marchio Desigual, fino all’anno scorso disponibile solo da Coin a via Scarlatti, da settembre anche da "L’alibi" boutique di via Vittoria Colonna, nel cuore del quartiere Chiaia. Desigual unisce colore, fantasie floreali e geometriche, graffiti, scritte, acquerelli, devoré, patchwork e ricami a mano: il risultato è un prodotto fresco, giovane, che propone una donna (e un uomo) "costumata" ma al tempo stesso trasgressiva, di una trasgressione che non scopre, insomma, ma colpisce con forme e colori. Per chi, insomma, non ama passare inosservato. I prezzi? Per un soprabito (ottimo il taglio) o una gonna siamo intorno ai 150-200 euro. Non proprio gratis, insomma, di certo un gradino più su di Zara e Mango, i due notissimi brand spagnoli, approdati negli ultimi due anni a Napoli, con store Velocità Brand come Zara, Mango e la svedese H&M, sfornano ogni anno molteplici collezioni nella Galleria Umberto e a via Scarlatti (Zara) e a via dei Mille (Mango). Qui siamo in piena fast fashion, e parliamo di marchi che hanno innovato, ancor più che con gli abiti proposti, introducendo nuovi modelli di business (quattro collezioni all’anno) e generando una rivoluzione nel settore moda che ha condizionato anche i protagonisti del lusso. Prezzi bassi, qualità accettabile, produ- zione quasi continua per seguire e anticipare ogni tendenza e, soprattutto, collezioni per tutti i gusti, dalla basica Zara Tfr, per la donna sportiva, alle linee più classi disegnate per Mango dalle sorelle Penelope e Monica Cruz. E anche chi non si lascia sedurre in toto dalla deriva spagnola, sceglie i brand iberici per i pezzi "base", t-shirt, jeans, coloratissimi pullover per tutti i giorni. Se Bershka, anche a Napoli, con il suo punto vendita di via Roma, è il principale punto di riferimento per le teenager, poca fortuna ha avuto invece, in città, il brand spagnolo Massimo Dutti, il cui store di via dei Mille è durato poco più di un anno, cedendo il posto a Trussardi. E poi ci sono i capi Lavand (a Napoli sempre da «L’Alibi»), che nella collezione estiva propone tutto cotone e motivi floreali. Passando alle scarpe spagnole anche quest’anno vanno a ruba (da Studio Rog e Nenna Pop, alcuni numeri già esauriti) le Castaner, prodotte dall’azienda iberica che si è affacciata sul mercato nel lontano 1927 ed è esplosa quarant’anni dopo, in pieni anni ’60. Si tratta di nuovi modelli di espadrillas, intrecci di stoffa colorata su zeppa o tacco (anche molto alti, ma robusti), per tutti giorni o, in tessuti lucidi, da sera. Prezzi tra gli 80 e i 170 euro. Per chi invece ha un gusto più casual, must iberico restano le Camper (store partenopeo a via dei Mille), vasta collezione per tutti gusti, per uomo e donna. Novità 2009 i modelli Twins, dove la scarpa destra e quella sinistra differiscono, nella fantasia, per piccolissimi particolari. La diva Nella foto sotto Penelope Cruz, testimonial e stilista per il marchio spagnolo «Mango» A sinistra un paio di Camper «Twins» C. M. Euro-shopping / 2 ...nuove, e vecchie, frontiere scandinave Dal marchio svedese H&M al design della scuola finlandese di Iittala Bags Fiori e linee anni Settanta «Mamimekko» è un brand finlandese che produce capi di abbigliamento anche baby - borse (nella foto sotto un modello collezione 2009) e stoffe per biancheria da letto Design scandinavo anche su www.trend-house.it C he gli scandinavi, armati di gusto e senso pratico, fossero un passo più avanti di tutti in fatto di tendenze, si era capito già con il fenomeno Ikea e l’affermazione internazionale del brand svedese di fast fashion Hennes & Mauritz (H&M). Ma un rapido giro nelle boutique di abbigliamento o arredo di design, o una più semplice navigata sul sito www.finnishdesignshop.com, ci svela che la frontiera della creatività finlandese è in costante evoluzione, e propone pezzi sempre più accattivanti. D’altra parte l’arte del design, celebrata nel 2005 con iniziative ed esposizioni in tutta la Finlandia, è profondamente radicata nelle tradizioni e nella storia del paese. Perché? La ragione va ricercata nelle difficoltà di comunicazione via terra (comunque spesso interrotte d’inverno) che, ancora oggi, rendono la Finalandia simile ad un’isola: di conseguenza i suoi abitanti, da sempre, hanno sviluppato una straordinaria attitudine alla lavorazione dei materiali naturali, all’associazione tra forma e funzione che costituisce il motto e l’obiettivo del design. È negli anni Trenta che emerge l’incontrastato gigante del design Alvar Aalto. La durezza estetica del modernismo tedesco viene attaccata severamente, in difesa di un’organica unione tra funzione e forme umane e naturali. Indimenticabile il vaso «Savoy». Oggi i prodotti disegnati dal celebre architetto, così co- Abiti e moda-casa Nelle foto ai lati due modelli della collezione 2009 di Hennes and Mauritz A destra il famoso vaso Savoy del designer finlandese Aalto, distribuito da Iittala me ceramiche e vetri del brand Arabia, sono distribuiti dal gruppo Iittala, affermatissimo in tutta Europa. Ma basta esplorare un po’ l’indirizzo www.finnishdesignshop.com per rendersi conto di come le proposte finlandesi spazino dall’arredamento, alle luci, all’abbigliamento. Il sito, infatti, mette insieme circa cento marchi, espondendo in vetrina una cinquantina di prodotti per ognuno offrendo, ovviamente, la possibilità di un acquisto on-line. In tema di accessori, ad esempio, seducono le linee e i disegni proposti da Marimekko, società che da oltre 50 anni lavora nel settore del design di tessuti, accessori, abbigliamento e home interiors. Colpiscono, in particolar mo- do, le coloratissime "mary’s new bags", una decina di modelli, dalla più semplice "tote" (busta) alla "hobo", che ricorda le forme delle borse anni Settanta, alla briefcase per deporre documenti e pc. L’intera collezione di bags ha un gusto vintage, e propone stampe geometriche su sfondi colorati, dal viola, all’azzurro, al verde acido. Nel campo dell’abbigliamento si fanno strada anche i brand danesi. Nümph — a Napoli da «Oblomova» — ad esempio, sei collezioni all’anno disegnate da sette designer che giocano con i dettagli, le forme, le stampe, per alcuni capi più sportivi ma anche vestiti romantici: riproposta, dopo il successo della scorsa estate, la gonna longuette a vita alta, da posizionare appena sotto il seno, per un effetto molto Audrey Hepburn. Per quanto riguarda la Svezia, invece, che negli ultimi anni ha messo a segno il successo del marchio H&M, è crescente l’onda creativa che ha investito il Paese, con la conseguente nascita di brand e giovani vogliosi di cambiare l’ordine delle idee. A febbraio, al Fashion Textile Museum di Londra, c’è stata la presentazione di tredici nuovi volti del fashion designer svedese, che stravolgono lo stereotipo nazionale del minimalismo esasperato e funzionale. A fare da cornice, l’accessorio per eccellenza: i gioielli, spesso pezzi unici, preziosi o meno, anch’essi firmati da nuovi designer. Ann-Sofie Back, Sandra Backlund, che sforna di collezione in collezione, senza sforzo né ripetizione, intrecci annodati di lana grossa, fina, di ogni foggia e colore, Helena Hörstedt, che scolpisce il nero e la pelle in un vorticoso circuito affollato da ornamenti barocco-geometrici, e Nakkna, che gioca con morbidi drappi e fantasie anni ’70: ecco alcuni dei nomi da tenere d’occhio. È il quadro di un Paese che vuole mettere in soffitta la sua vecchia immagine compassata e semplice (dall’architettura al mercato della moda, molto classico e "spoglio" fino a poco tempo fa) lanciandosi alla ricerca di un glamour innovativo. C. M. 8 Lunedì 11 Maggio 2009 Corriere del Mezzogiorno NA Al mare /1 Costumi da bagno per l’estate 2009 La donna in spiaggia Monikini e pastello Colori tenui e fantasie anni ’50. Torna il quadranga P rimavera inoltrata, estate alle porte, oltre che con i chiletti di troppo accumulati durante l’inverno si comincia a fare i conti con il cambio di stagione, dando una rispolverata ai costumi e ai parei dell’anno passato. L’abbigliamento da mare, con le lunghe passeggiate, gli aperitivi sulla spiaggia e qualche sport a riva, richiede senz’altro freschezza a praticità, senza però rinunciare alla moda e allo stile. Bandito quindi il look troppo casual, con colori che fanno a cazzotti e poca attenzione ai dettagli. Anche sotto l’ombrellone non si dovrà rinunciare alla cura, ma andrà privilegiato il nuovo stile "easy chic", per restare femminili anche in spiaggia. Salutiamo quindi senza troppi rimorsi vecchi mutandoni e costumi datati, rifornendoci di almeno uno o due modelli che seguano le tendenze del momento. Fra queste, la fantasia Vichy anni ‘50, tornata di gran moda per quest’estate, il monokini e, già sperimentato dalle più audaci nella passata estate, il quadranga. Il classico costume mare a quadretti (o fantasia Vichy) va quest’anno in tutte le fantasie colore, dal classico bianco e nero ai toni pastello che fanno tanto bambina. In abbinamento, saranno perfette scamiciate e copricostume in tinta o della stessa fantasia. Torna alla ribalta anche per l’estate 2009 il monokini, stavolta tagliato nei modi più estrosi, mentre il bikini si arricchisce dello stile sud-americano, proveniente dalla Colombia e dal Brasile. Per quante desiderano restare fedeli al due pezzi le parole d’ordine di quest’anno sono: tinte accese, pareo trasparenti, stampe variopinte e pezzi micro. Ad ogni modo, più o meno castigato, con culotte o laccetti sullo slip e reggiseno a triangolino o con ferretto a balconcino, il bikini andrebbe sempre pensato con un piccolo pareo o un paio di short in tinta, da indossare se si va a pranzo o ci si allontana dalla spiaggia dirigendosi verso lo stabilimento balneare. Il must dell’estate 2009 sarà, poi, ancora una volta, il monokini, l’irresistibile incrocio tra pezzo intero e bikini. Reduce dal successo dell’estate scorsa e dalle passerelle milanesi, i nuovi modelli, però, non punteranno sulle solite geometrie, monospalla o a oblò sulla pancia, ma saranno "cutaway" ossia tempestati di tagli e scollature. Un costume-vestito quindi, che pensato in colo- ri per lo più scuri, saprà fasciare a dovere piccoli lembi del corpo, alternando le strisce ad applicazioni come catene, pietre, gioielli e ganci appariscenti e risulterà perfetto anche per un contesto più elegante come una festa in piscina. Viene dalla Spagna, infine, la più audace delle proposte per la stagione calda di quest’anno. Parliamo del quadranga: lo striminzito slip da mare che con la sua forma asimmetrica si prepara a spopolare sulle spiagge di tutto il mondo. Quale che sia il modello preferito, se i prezzi delle boutique sono fuori dalla nostra portata, anche le grandi catene, come Calzedonia, guardano alle nuove tendenze, offrendo un vasta scelta dei modelli più gettonati, dal due pezzi al costume intero, con costi che restano spesso contenuti intorno ai 50 Anni ’50 Nella foto sopra le ragazze indossano un bikini fantasia Vichy, con quadrettini rosa e bianchi euro. Oppure, visto che i modelli si rincorrono da un’estate all’altra senza scomparire, e che le vere tendenze restano in auge anche per due o tre estati di fila, c’è il caro vecchio rimedio dell’outlet, valido anche per la moda mare. Scelti i costumi che caratterizzeranno le nostre vacanze marine, non si dovranno dimenticare gli accessori. Gioielli etnici e semi preziosi, fasce per i capelli e berretti con visiera, foulard per le più nostalgiche. Immancabile compagno di avventura della nostra estate, infine, sarà il mega-borsone, di tela tinta unita o stampato, e dove contenere in un gesto solo telo da mare, riviste, occhiali, racchettoni e maschera per immersione. La maxi taglia non passa di moda, quindi, e questo accessorio continua a privilegiare la comodità. Insieme a lui sarà utile munirsi di borselli di varie misure, dove tenere quei piccoli oggetti che servono a portata di mano come creme solari, pettine e spray per i capelli, qualche spicciolo per il gelato o gli occhiali da sole. Quanto ai capi da indossare nell’andare in spiaggia, questi ultimi dovranno essere il più possibile in linea con il costume, conservando un richiamo alla fantasia o al colore. In ogni caso, trionfano il sapore retrò e lo stile marinaro che ricordano il lusso e l’eleganza dei resort estivi più esclusivi, come Capri e Portofino. La donna 2009 sotto il sole ricorda una pin up stile anni ‘50 rivisitata in chiave moderna e privilegerà motivi a righe, colori nautici, pois e morbide bluse. Fuani Marino Tendenze Per chi può osare torna il quadranga (foto sopra), già sperimentato nell’estate 2009. Di moda anche il monokini 9 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Maggio 2009 NA Al mare / 2 Occhiali da sole Vintage e lenti over-size I modelli dell’estate 2009. Le preziosità Swarovsky di «Valentino» C’ è chi li indossa per guidare, chi invece per nascondere le occhiaie per i postumi di una notte brava o chi per essere semplicemente glamour, gli occhiali da sole sono diventati l'accessorio più cult e stylish degli ultimi anni. La tendenza che caratterizzerà l’estate 2009 segue ancora il trend “grandi divi di Hollywood’’. Affascinante appeal vintage, design ricercati, stile contemporaneo dagli eleganti accostamenti cromatici: questi i must dettati dalla moda e dagli stilisti sulle passerelle, sia per gli uomini che per le donne. Grace Kelly, insomma, icona di stile, continua a fare tendenza: quest’estate saranno di moda proprio le montature che indossava. Così come quelle di altre celebri star di Hollywood. ‘‘Le Figaro’’, infatti, segnala che le grandi griffe hanno tirato fuori dal baule modelli di occhiali da sole che andavano di moda negli anni passati. Dunque Grace Kelly, ma anche Jackie Kennedy e il nostro Marcello Mastroianni. Giorgio Armani per la prossima estate, si rivela in equilibrio tra gusto classico e appeal retrò-chic. Tra i modelli forti della collezione donna, un paio in perfetto stile anni Sessanta, dalla linea ampia e arrotondata. Un fregio in metallo, traforato con una sinuosa linea floreale, decora i profili e ne esalta l’allure iper-femminile sottolineata dalle nuance raffinate della palette: rosa cipria, marrone, verde, nero lucido, viola e avana. Fascino attuale e linee essenziali invece per i modelli maschili, con applicazioni e borchie che delineano il profilo ondulato delle aste e risaltano sui toni chic dell’avana marrone, verde, beige e raddoppio e propone una gamma di lenti e montature unisex che rimangono fedeli alla felicissima ispirazione glamour-vintage, declinandola in uno degli stili più forti e riconoscibili del ’900: nasce così l'’cchiale da sole Carrera Gypsy Aviator. Aste e montatura leggerissime e resistenti in metallo laccato bianco, lenti oversize a goccia blu degradè: candidati ad essere tra i must della prossima stagione. La nuova collezione di Versace propone, per uomini e donne, tantissimi nuovi modelli che variano dalla montatura colorata con le lenti sfumate fino ad arrivare alla classica mascherina che è già in voga da un paio di anni ma, in questo caso, è in nuova versione. La scelta del modello ideale si del nero lucido. Per la gamma Emporio, forme ricercate e rigorosa eleganza. In acetato, dalle linee rettangolari che non rinunciano all’originalità di dettagli ricercati: il “ponte a chiave” sul naso e la nuova placca metallica a “doppia freccia” sulle aste, raffinato richiamo ad uno stile d’altri tempi. La maison Dolce & Gabbana, per la collezione estiva dei suoi sunglasses femminili, presenta una donna sicura di sè, intrigante, determinata, ma che non vuole svelarsi immediatamente. Il suo sguardo si cela dietro le grosse lenti dei suoi occhiali da sole che rimandano ai gloriosi anni ‘60, senza rinunciare, però, alla modernità del colore, con abbinamenti inusuali. E se la scorsa estate fu segnata dal ritorno di Carrera, un mitico marchio nel settore dell’occhialeria, che è tornata alla ribalta con la sua collezione Sunglasses Vintage, quest’anno, la griffe gioca al Italian style Kate Moss, a destra, è testimonial della linea estate 2009 degli occhiali Versace Nella foto sopra un modello Armani donna, mentre sopra un paio di occhiali della collezione uomo di Giorgio Armani Lo stilista, per l’estate 2009, ha ideato una proposta che si rivela in equilibrio tra gusto classico e appeal retrò-chic complica, però, semplicemente dando un’occhiata alla linea di occhiali primavera/estate di Valentino. La collezione da sole si distingue certamente dai modelli degli altri marchi grazie alle decorazioni particolarmente ricercate. Dire cristalli Swarovski non basta perché, la particolarità delle collezioni Valentino sta certamente nella lavorazione e nell’utilizzo delle pietre preziose, bellissimi però anche i modelli “meno brillanti” in cui, ancora una volta, quello che attrae è la lavorazione. Come nel caso del modello con le aste decorate da una rosa in metallo cosparsa di strass, che non rivela, però, uno stile particolarmente eccentrico. La ditta tedesca Design Naturell ha pensato di presentare una serie di occhiali da sole unisex realizzati con materiali assolutamente naturali. E il nome dice tutto sullo stile di questo brand. In particolare gli occhiali proposti dal marchio sono realizzati in corno. Anche per Gold & Wood sono i materiali naturali quelli che rendono più esclusive le montature. Nel particolare, questo brand utilizza materiali come il legno pregiato, con dettagli in oro e diamanti. E tutti gli occhiali sono completamente realizzati a mano. Stile, eleganza ed originalità, infine, per la gamma di modelli maschili e femminili di Italia Indipendent, il marchio ideato da Lapo Elkann. E pensare che quando l’erede Agnelli aveva deciso di lanciare una sua linea di moda, in molti, soprattutto le malelingue, avevano giurato che i suoi occhiali da sole in carbonio non avrebbero fatto molta strada. E invece si sbagliavano: la linea di lusso di sunglasses è di gran successo. Mariella Accardo Fino a 1.500 € DI ECOINCENTIVI + FINANZIAMENTO A TASSO ZERO per 24 mesi* SCONTO SUGLI ACCESSORI ORIGINALI *PROMOZIONE VALIDA SULLA GAMMA GEOPOLIS E SATELIS FINO AL 31/05/2009 SUI VEICOLI DISPONIBILI IN SEDE. INCLUSO DI INCENTIVO STATALE D.L. 10/02/2009; ESEMPIO DI FINANZIAMENTO PER GEOPOLIS 250CC PREMIUM: MESSA SU STRADA EURO 150,00, FINANZIAMENTO DI EURO 2.978,25 INCLUSO CREDITLIFE (EURO 128,25) 24 RATE DA EURO 124,09 TAN 0,00% TAEG 3,35%. SALVO APPROVAZIONE DELLA FINANZIARIA. 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Gli esperti, come segnala la stampa francese, la chiamano già “slow fashion”, uno “stile nonchalance” fatto, quindi, di pantaloni morbidi, scarpe-pantofola, camicie molto slacciate e maglie abbondanti. Dominano le passerelle gli addominali scolpiti e i tessuti tecnici, per un look sempre diverso e orientato all’irriverenza. L’era dell’uomo in carriera grintoso, che non deve chiedere mai, sempre attento a non perdere lo smalto del manager rampante è finita. La prossima estate esigerà un uomo sobrio, rilassato e disposto ad affrontare il tran tran quotidiano con la massima calma. Costume National veste i suoi modelli con capi dai tagli morbidi e camicie impalpabili. Frankie Morello guarda al mondo dei giovani sportivi con scritte stampate, cappellini e pupazzi portafortuna. Roberto Cavalli presenta una collezio- ne comoda come una vestaglia. Mentre Romeo Gigli ironizza con l’uomo in body. Vivienne Westwood è il vero marchio provocatore che porta in passerella un uomo zingaro, con capi vistosi e gioielli appariscenti: bellimbusti a petto nudo, pieni di grossi tatuaggi, coperti solamente da giacche o canottiere, panciotti slacciati e t-shirt esageratamente lunghe e volutamente stropicciate, look simbolo di massima emancipazione. Ma quando parliamo di relax, è inevitabile il richiamo all’oriente, in particolare all’India, paese dal fascino indiscusso, sinonimo di spiritualità, luogo culto Passarella Le sfilate delle collezioni estive hanno lanciato una moda uomo all’insegna della comodità dello Yoga, la cui pratica ha preso piede anche in Occidente. È proprio in uno scenario fatto di colori caldi, profumi speziati e atmosfera mistica che si è svolta la sfilata di Giorgio Armani a Milano. Elementi predominanti in passerella i capi dai colori tenui, delicati come il verde acqua e il bianco presentato nelle sue varie tonalità: dal gesso al latte alternati a quelli dai colori pieni di positività ed energia come l’arancio e il rosa. Linee morbide, più sciolte, per le giacche e pantaloni affusolati all’indiana e alla malese tenuti da una cravatta annodata in vita, abbinati a raffinate sciarpe di lino e seta, portate con disinvoltura sulle spalle, che danno ampio respiro al look dell’uomo dell’estate 2009 facendo dimenticare molto in fretta e senza alcun rimpianto il rigido e anonimo completo tipico dell’uomo d’affari. Uno sguardo rivolto al fascino orientale lo volge anche Ermenegildo Zegna che ha presentato impeccabili e comodi completi in lino bianco. Così pure Dolce & Gabbana, che all’insegna della libertà e del comfort, hanno tratto ispirazione da uno dei capi più intimi e casalinghi: il pigiama. Uscire dalla crisi entrando nella camera da letto, il diktat dei due stilisti. Il benessere psico-fisico sovrasta di gran lunga ambizione e sete di potere, l’uomo del XXI secolo sente sempre più forte la necessità di affrontare con una nuova ottica i ritmi estenuanti che la società moderna comporta e non c’è niente di meglio che cominciare a farlo con un look originale, in stile dandy, ben lontano dalla trasandatezza. Altre novità nel mondo della moda maschile. I brand Iceberg e Marithé e Francois Girbaud propongono “wearabag”, la giacca-borsa: un capospalla pieno di tasche che si trasforma in una sportina con bretelle da legare al busto. L’effetto finale è quello di uno zaino. La trovata, a dire il vero, non è nuova. Ma, per lo meno, prova a gettare le basi di un discorso moderno: dovremo pur trovare un posto a BlackBerry, iPod, iPhone e computer portatili che si fanno sempre più piccoli (e più necessari). Sportivo Quest’estate via libera alla tuta, non solo per fare sport Mariella Accardo Classico Camice su misura, anche a domicilio Da due a tre settimane: è questo il tempo che serve a confezionare una camicia su misura, per l’uomo, ma eventualmente anche per la donna, più esigente. I collaboratori dell’azienda dei fratelli Paolo e Gennaro Imperatore, con sede in via Caserta al Bravo, in zona Capodichino, sono disponibili a recarsi direttamente a casa dell’acquirente, "armati" di metro e campionario di tessuti. Massimo venti giorni, poi, e la camicia sarà pronta. Si va dal puro cotone, con stoffe prodotte dai migliori marchi del settore, ai tessuti, più pregiati, doppio ritorto. Il capo, su richiesta, potrà anche essere realizzato interamente a mano, ago e cotone, come la migliore tradizione artigiana insegna. Auto e barche Le novità di alcuni grandi marchi ... e poi sfreccia su mare e asfalto In acqua linee ispirate al look dei gozzi sorrentini. A terra la nuova Bmw N el mondo è conosciuto come italian-stile, un termine che racchiude in se i segreti dell’eleganza e della raffinatezza. Un filo conduttore capace di dar vita ad un design che è al tempo stesso immagine e funzionalità. Eleganza e raffinatezza che ormai da tempo trovano espressione anche nel mondo della nautica grazie soprattutto a due marchi del gruppo Ferretti, Itama e Apreamare, che hanno saputo puntare sull’innovazione tecnologica senza rinunciare alla continuità con il fascino del passato. Uno stile senza tempo, quello di Itama, caratterizzato da linee filanti e sportive, nel classico abbinamento bianco e blu, e da doti di tenuta di mare e prestazioni con alti Navigatori Gps, dritte «griffate» Tecnologia e design per arrivare sempre dritti alla meta, in auto o in barca. I nuovi navigatori satellitari, gioiellini di stile e di tendenza, sono sempre più spesso griffati e personalizzabili a seconda delle esigenze. standard di sicurezza. «Itama — chiarisce Giovanni Aprea, responsabile immagine e comunicazione del gruppo — è l’open per chi sceglie un rapporto senza filtri con il mare e desidera un prodotto capace di sposare le tendenze più attuali del design con la tradizione del made in Italy». Tra i modelli di punta del marchio Itama, particolarmente interessante l’attesissimo Fifty, che sarà presentato all’esordio della prossima stagione nautica (settembre 2009). Premiatissima dai diportisti, dal momento in cui è stata introdotta sul mercato nel giugno 2008, anche l’ammiraglia Itama Seventyfive. Ispirata al look dei gozzi sorrentini è invece la linea Maestro, ultima nata in casa Apreama- re, che inaugura una fase tutta nuova nella storia del cantiere partenopeo, attivo fin dal 1849. «Maestro — spiega ancora Aprea — nasce dalla volontà di realizzare un prodotto totalmente innovativo che si inserisca però alla perfezione all’interno della filosofia dei cantieri, saldamente legata all’antica tradizione dei "maestri d’ascia". Già nel nome Maestro è svelata la volontà di guardare al futuro senza dimenticare il passato, con una linea di imbarcazioni non ancora presente sul mercato nautico. Materiali e tecnologie moderne e innovative si sposano alla perfezione con i temi e le forme classiche della più antica cultura marinara. Maestro rappresenta un vero esempio di eleganza estetica ma anche di comfort, Eleganza e alte prestazioni Nelle foto la nuova Bmw Z4 S-Drive 35 I e tre open Itama Supplemento al © Distribuito con il Corriere della Sera non vendibile separatamente Direttore responsabile: Marco Demarco Vicedirettore: Maddalena Tulanti Redattore capo: Francesco Durante (capo della redazione Campana) Editoriale del Mezzogiorno s.r.l Presidente: Ernesto Cesàro Vicepresidente: Nicola Putignano Amministratore Delegato: Giorgio Fiore Sede legale: Vico II S.Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli - Tel: 081.7602001 Fax: 081.58.02.779 Reg. Trib. Napoli n. 4881 del 17/6/1997 Stampa: Sedit Servizi Editoriali srl Via delle Orchidee, 1 - 70026 Z. I. Modugno - Bari - Tel. 080.585.74.39 Rcs Produzioni spa Via Ciamarra, 351 - 00169 - Roma Tel. 06. 68.82.8917 Sped. in A.P. - 45% - Art.2 comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Napoli Diffusione: m-dis Distribuzione Media Spa - Via Rizzoli, 2- 20132 Milano - Tel. 02.25821 Pubblicità: Rcs Pubblicità, Vico II S.Nicola alla Dogana, 9 - 80133 Napoli - Tel. 081.497.77.11 Fax 081. 497.77.12 manovrabilità e tenuta del mare». E proprio il rapporto diretto con il mare è alla base di tutta la gamma. Un esempio su tutti, il ponte superiore di questa nuova linea. Concepito per rendere vivibile l’intero spazio disponibile, si trasforma durante la navigazione in un’area di assoluta privacy, mentre la grande trasparenza ottenuta attraverso l’uso di ampie vetrate garantisce uno stretto rapporto tra esterno e interno. Progettata da Zuccon International Project nel design delle sovrastrutture e nel layout degli interni, e dall’architetto Umberto Tagliavini con il supporto dell’AYT (Advanced Yacht Technology) del gruppo Ferretti per le linee di carena e il progetto tecnico, la linea Maestro prevede una gamma di imbarcazioni che vanno oggi dai 51 agli 80 piedi. Ma eleganza, libertà e fascino sono anche i tratti comuni di un’altra passione, quella automobilistica, che a Napoli si veste di classe grazie al gruppo che fa capo alla famiglia Pelli. Nello store di Viale Kennedy, dopo il porte aperte del weekend appena trascorso, gli appassionati potranno infatti testare su strada il modello più sportivo ed accattivante della BMW, la Z4 S-Drive 35 I, presentata assieme alla versione S-Drive 23 I. «Una macchina altamente performante — spiega Carlo Pelli, titolare del gruppo assieme al padre Bruno — Puntiamo molto su questo modello che ha riscontrato da subito l’entusiasmo degli automobilisti più esigenti. La versione 35 I sarà su strada a disposizione di chi ama un look aggressivo ed elegante. Naturalmente visto il numero degli appassionati sarà possibile provare le vetture su prenotazione, il numero da chiamare è lo 081- 5984123». Design e linee accattivanti anche in strada, dunque, per proporre il proprio stile senza mai ostentare. Così, dalla nautica alle automobili il concetto di base resta sempre lo stesso, attrarre il pubblico con prestazioni elevate e sicurezza grazie a modelli che al contempo sanno essere unici nella cura e nella raffinatezza dei più piccoli dettagli. Raffaele Nespoli Tariffe pubblicitarie (più IVA) - a modulo: Finanziaria € 142; Politica € 80 - € 110 colore; Legale sentenze € 142; Ricerche di personale € 100; Commerciale € 104; Occasionale € 129; Posizione prestabilita più 20%; Ultima pagina più 25% Proprietà del Marchio: © RCS Quotidiani S.p.A. Distribuito con il Direttore responsabile: Ferruccio de Bortoli 12 NA Lunedì 11 Maggio 2009 Corriere del Mezzogiorno 13 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Maggio 2009 NA Accessori, tendenze e vintage Pietre e orologi Gemme al microscopio Volete far valutare una pietra preziosa? Scoprirne caratteristiche, qualità, età, e possibilità di lavorazione? È possibile studiandola attraverso un apposito microscopio, in dotazione, ad esempio, alla gioielleria Anzovino, Foulard e cravatte in via Bernini, specializzata in gemmologia, da poco sbarcata su internet con un sito web. Nel negozio, da sessant’anni punto di riferimento per la vendita di preziosi nel quartiere Vomero, decine di marchi, per oggetti uomo o donna. Tra gli ultimi arivati gli orologi, classici, Longines, e di tendenza, Toy Watch. Tessuti di Manchester È il viola, nelle sue sfumature, la scelta più trendy per cravatte e foulard. Ampia scelta di colori e tessuti inglesi per le proposte dell’azienda Sanseverino di Napoli (Centro direzionale). Per una clientela classica cravatte settepieghe e sciarpe donna con merletti. Collezione estate Sandali e scarpe sportive Stop alle mezze misure I due estremi: tacchi vertiginosi o coloratissimi mocassini T endenza vincente non si cambia. Così sembrano aver pensato gli stilisti che, per la prossima stagione, ripropongono, tra le loro creazioni di punta, must confermati dal successo dello scorso anno: il platform, i tacchi vertiginosi e i mocassini. E se è sarà difficile acquistare borse e vestiti, ancora più impegnativo sarà scegliere le scarpe. Facciamo così, una breve panoramica su cosa troverete nelle vetrine rinnovate dopo il lunghissimo inverno e i saldi. Quest’estate le donne svetteranno dai loro altissimi tacchi oppure, saranno al livello del suolo con ai piedi un paio di scarpe flat rasoterra. Non sono previste mezze misure e, per quanto riguarda i tacchi, saranno sicuramente associati a plateau, punte arrotondate con molti peep toe (con l’oblò per “il dito che sbircia”) ed open toe (con apertura più ampia). Stessa cosa per i sandali, bassissimi alla schiava oppure vertiginosamente alti con tacchi anche in legno. Cesare Paciotti, per la sua nuova collezione, si è concentrato sui sandali. Tacchi tor- reggianti o scarpe totalmente piatte, strisce di pelle tempestate di brillantini (una nota decorativa molto utilizzata), oppure che avvolgono il piede sino alla caviglia con fibbie semplici. Le poche scarpe chiuse hanno spessi plateau e sottolineano la caviglia con cinturini. Il bianco e il panna sono i colori emblema, ma ci si diverte anche con calzature verdi, nocciola, violetto e argento (prezzo su richiesta). Gucci, come Paciotti, valorizza la caviglia sempre con legacci e strisce di pelle avvol- Arcobaleno Ampia scelta di colori per i mocassini di camoscio estivo genti che salgono molto alti sul piede. Frida Giannini propone fibbie estremamente femminili, mantiene ancora alcune zeppe con una linea semplice, utilizzando la classica stoffa monogrammatica del brand Gucci ed aggiunge, alle linee di colore, anche il bronzo e il blu elettrico in pitone (a partire da 200 euro). Giorgio Armani è tra i promotori del sandalo-zoccolo in legno laccato. Una chicca colorata che non mancherà sicuramente tra gli accessori delle fashioniste (da 200 euro). Christian Dior rilancia invece il sughero per i suoi plateau, e propone sulle passerelle pargine vertiginosi “tacchi-scultura” (1050 euro). Partendo dalle scarpe da passeggio, Sergio Rossi introduce la versione con tacco della classicissima sneaker in gomma e tela con i lacci in bianco, nero e lilla. Altri colori, come il verde e il rosa, nella versione flat. Per i sandali mantiene le stesse linee della moda trendy. Messe da parte le scarpe “che faranno scena” (che, diciamo la verità, non saranno di sicuro tra le più comode per passeggiate e incontri in ufficio) bisogna assolutamente puntare sulla scarpa passepartout. I diktat degli stilisti e delle riviste di moda specializzate eleggono, infatti, i mocassini come la tendenza top in fatto di scarpe. Spariscono le mezze misure e, in fatto di comodità, il caro vecchio mocassino si posiziona al primo posto tra i modelli più apprezzati per la bella stagione. La produzione di questi modelli è stata, ed è ancora, una delle attività artigianali in cui il made in Italy ha dato il suo meglio, basti pensare all’impero economico di Tod’s, che con l’impero dei mocassini ha fatto la sua fortuna. Con tacchetti in gomma e suole anatomiche o lisce, dal nappa allo scamosciato, fino al daino e al cocco, i mocassini fatti a mano in materiali pregiati arrivano addirittura a raggiungere prezzi intorno ai mille euro. Di modelli ce ne sono infiniti, si va dal classico basso dalle forme maschili al più femminile con la punta arrotondata, fino a rivisitazioni con tacco e decorazioni con paillettes e pietre luccicanti. Mariella Accardo BRUNO torre del greco BALLANTIYNE CASHMERE Azienda fondata nel 1964 da Bruno Cuccurullo, leader del commercio per aver contribuito allo sviluppo del settore e per essersi distinto nell’espletamento della propria attività imprenditoriale. 33, via roma - ph. 081 8812780 14 Lunedì 11 Maggio 2009 Corriere del Mezzogiorno NA All’Archeologico i costumi egiziani della scuola Isabella d’Este Si chiuderà con una sfilata il 13 maggio alle ore 11.30, il progetto “Moda Museo” nato dalla collaborazione tra l’Istituto professionale Isabella d’Este e il Servizio Educativo della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei. Nelle sale del Museo Archeologico di Napoli alcune modelle indosseranno gli abiti ispirati alla moda dell’Antico Egitto realizzati dalle studentesse dell’istituto e attualmente protagonisti di un’esposizione nella sala del Plastico di Pompei della struttura museale. Destinato alle classi del Corso di Operatore della Moda e Tecnico della Moda, il progetto è partito dall’osservazione diretta e dallo studio dei reperti del Museo Archeologico, per poi coinvolgere nel percorso discipline come Storia dell’Arte, Modellistica e Confezione, Disegno e Storia del Costume. Consulente del lavoro la Sartoria teatrale Canzanella. Tre seminari condotti da esperti esterni, di portamento, make up e acconciatura, hanno permesso agli allievi di partecipare attivamente anche alla fase dell’evento sfilata. Professioni Il lavoro che porta alla creazione di un capo Accademie e corsi in Campania Storia di un abito Ago, filo e disegno A scuola per imparare i segreti del mestiere Dall cool hunter al modellista, i volti del settore M estiere solo all’apparenza futile, dietro le frivolezze del campo della moda c’è il lavoro di migliaia di persone con decine di diverse competenze. Lo stilista che sfila sulla passerella a chiusura della presentazione di una collezione è solo la punta dell’iceberg di un gruppo nutrito di persone che lavorano al suo fianco, restando però troppo spesso dietro le quinte. Ma quante e quali sono le professioni della moda? Bisogna innanzitutto distinguere i diversi campi che corrispondono ad altrettante fasi. Si parte da quello della creazione: lo stilista o fashion designer che dà forma, disegnandolo, a un abito e il cool hunter, addetto ovvero ad osservare e captare i nuovi trend che si respirano nell’aria, sono i mestieri più accattivanti. Vengono affiancati dai disegnatori di accessori e dai progettisti cad, dai ricercatori di tessuti e materiali ai fashion designer che hanno il compito di particolareggiare nei dettagli il disegno dello stilista. Con la produzione si entra nella seconda fase, più propriamente sartoriale. Dopo il disegno si passa alla realizzazione e qui le figure aumentano con una specializzazione sempre più marcata. Il modellista è il centro di tutta questa fase: braccio dello stilista, è lui che, con un necessario bagaglio di competenze sartoriali, rende realtà il disegno passando dall’idea al vestito da indossare. Figura perno di tutta la catena produttiva delle case di moda, al modellista è richiesta una forte espe- Passarella Backstage di una sfiltata dello stilista giapponese Kei Kagami rienza non solo di sviluppo dei modelli ma anche di uso dell’ago e del filo, oltre che una conoscenza totale dei tessuti. Affiancato dal modellista Cad — figura oggi necessaria per la riproduzione al computer e lo sviluppo delle taglie — realizza il prototipo dell’abito. Nella produzione rientrano dal confezionista al colorista, dal campionarista allo sviluppatore di modelli, dal tecnico di produ- D zione al tagliatore, dallo stiratore fino al ricamatore di stoffe. Oltre, naturalmente, al sarto. Una volta realizzato il prodotto, bisogna pensare poi al suo posizionamento sul mercato e qui entra in gioco il reparto marketing che si muove a braccetto con quello della comunicazione. Del primo fanno parte il fashion coordinator e il donna/uomo prodotto, anello di congiunzione tra la marca e le attività dell’ufficio stile, l’assistente al marketing e lo store planner. Si occupano invece di tutto ciò che riguarda la comunicazione l’addetto ufficio stampa, l’allestitore di fiere, l’agente delle modelle, il fotografo, il regista delle sfilate e tante altre figure. Figura trasversale è quella dello stylist o fashion editor che affianca lo stilista durante la sfilata aiutandolo nella creazione dell’immagine del marchio. È a lui che spettano i fondamentali abbinamenti tra capi e accessori, ad esempio, e la scelta delle pettinature. Alla fine della catena c’è il settore commerciale che si occupa della distribuzione: responsabile delle vendite, agente e store manager. Antonella Migliaccio al fascino indiscutibile e per andare incontro a chi ladalle ampie possibilità, vora, le scuole sono aperte a le professioni della moda ri- persone di tutte le età. Alla fichiedono una forte e specia- ne dei tre anni indirizzano lizzata formazione. Ma come verso il mercato con stage si entra nel mondo griffato? presso aziende o sartorie. DalNumerose le scuole che a Na- le più accessibili alle più care, poli e in Campania offrono le rette sono mensili e partoformazione professionale nel no dai 250 euro circa, fino ad campo. Si accede a partire dai arrivare ai 500 euro. Tra le 16 anni e sono necessari tre scuole storica è l’«Accademia anni per seguire l’intero per- della moda», nata più di corso e formarsi trent’anni fa, si a tutto tondo muove nell’amnel campo della pio settore della moda. formazione nelVere e prole discipline di prie scuole promoda e design. fessionali, sono Con sede a piazimpegnative e riza Garibaldi, ofchiedono una fre anche un corfrequenza dal luso di portamennedì al venerdì, to e postura per alternando corsi indossatrici. di disegno — «Artimoda», due volte a setti- Lo stilista Pier Luigi Fucci a via Duomo, mana — a quelli succursale deldi cucito — tre volte — a sot- l’Istituto Burgo di Milano, tolineare che il mestiere della punta soprattutto alla formamoda è soprattutto ago e filo zione nel campo della modele non solo "bozzetti", come a listica con corsi anche di disevolte si è indotti a credere. gno e taglio. La «Scuola della Qui si parte dalla base, impa- moda partenopea», sempre a rando a cucire una gonna via Duomo, offre corsi di mosemplice fino ad arrivare alla dellistica artigianale e indurealizzazione finita di un abi- striale e di fashion design. Coto da sera, della corsetteria, stumistica teatrale e pittura di un vestito da sposa. Di mat- su stoffa le particolarità. A. M. tina ma anche di pomeriggio 15 Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Maggio 2009 NA L’intervista Hélène Blignaut, esperta di branding e analisi dei trend «La moda ci racconta come le news» Osservare vetrine serve a capire il nostro tempo I l saggio «La comunicazione della Moda. Significati e metodologie», firmato a quattro mani da Hélène Blignaut e Luisa Ciuni, misura l’influenza dei moderni mezzi di comunicazione sull’alfabeto di riferimento quando si parla, in termini giornalistici e mediatici, di moda. Quest’ultima, oltre che da un punto di vista sociologico, è analizzata attraverso i suoi linguaggi come fenomeno di costume e di massa. Hélène Blignaut, esperta di branding e analisi dei trend, definisce il libro come «un saggio sull’oggetto vestimentario, analizzato dal punto di vista dei linguaggi sociologici». All’autrice, membro del comitato del Progetto «Archivi della Moda del ‘900», promosso dall’Associazione nazioale archivistica italiana e dal ministero per i Beni e le Attività culturali, abbiamo rivolto alcune domande. Cambia la moda e cambiano anche i vocaboli che si usano per raccontarla? «In effetti, partendo dal principio, si tratta di una lunga catena di conseguenze. La trasformazione della realtà, di un dato momento storico, comporta infatti una trasformazione degli stili del corpo. Quest’ultima, cavalcando la contingenza, provoca un cambiamento nella moda. Se la moda cambia in reazione all’ambiente e alla società lo fanno anche i linguaggi. Volendo fare un esempio, il modo di dire "vita strizzata", tipico degli anni ’40, sta tornando oggi nel linguaggio comune per descrivere il modo di portare una cintura su un impermeabile». Ma è vero che la moda è ciclica, e che per il ritorno delle spalline o i capelli cotonati è solo una questione di tempo? «Nella moda, secondo me, tutto torna perché in realtà non è mai andato via. Più che di cicli o di fasi che si susseguono, parlerei di stili, accessori che, accantonati per un certo periodo di tempo, prima o poi riaffiorano». Quali sono gli argomenti, i termini e i trend del momento? «La moda di oggi è tutto, è come un notiziario, basta guardare le vetrine per rendersi conto del momento storico in cui viviamo: le scritte sul terrorismo stampate sulle magliette, i tessuti di poco con- Il libro «La comunicazione della moda» (Franco Angeli) di Hélène Blignaut e Luisa Ciuni, per studenti e ai professionisti della comunicazione di moda (giornalisti, marketing, addetti stampa) to per far fronte alla crisi economica. La moda è come lo specchio dei tempi, uno strumento di comunicazione che dialoga attraverso linguaggi e segni». Come vede la moda oggi, cosa rappresenta? «L’abito indossato, analizzato da un punto di vista sociologico, è parlante, e racconta al contempo il corpo sociale e individuale. Per moda, si intende oggi un settore industriale a tutti gli effetti e più complesso di altri. Quest’ultima rappresenta la prima azienda produttiva in Italia, con 70 mila aziende di produzione e oltre 800 mila posti di lavoro. Il nostro Paese, inoltre, vanta rispetto agli altri il primato di seguire tutta la filiera, dalla materia prima, al filato, al tessuto, al prodotto finito. C’è lo stile che i grandi maestri immaginano di veder indossato molto tempo prima che la collezione sia presentata, ci sono le sfilate e, appunto, la comunicazione della moda. Sia a livello giornalistico e mediatico, che da parte delle singole aziende in termini di marketing, il fenomeno moda va raccontato adeguatamente». Fuani Marino La curiosità Fashion-victim, ecco il film cult La locandina Il film con Meryl Streep e Anne Hathaway La pellicola cinematografica diventata "cult" per gli amanti della moda è senz’altro «Il diavolo veste Prada (The Devil Wears Prada)», uscito in Italia nel 2006 e diretto da David Frankel. Il soggetto del film, ambientato in America, è tratto dall’omonimo best seller di Lauren Weisberger. La neo-laureata Andrea Sachs, interpretata dalla bellissima Anne Hathaway, è in cerca di lavoro a New York. Vorrebbe fare la giornalista e il talento non le manca: l’occasione è ricoprire l’ambito ruolo di seconda assistente di Miranda Priestly (Meryl Streep), l’influentissima direttrice della prestigiosa rivista di moda Runway. Lieto fine tipicamente americano, conquista la metamorfosi della Hathaway che da timida e impacciata ragazza di provincia diventa, almeno nella parte centrale del film, una fashion victim patita di griffe. (f. m.) 16 NA Lunedì 11 Maggio 2009 Corriere del Mezzogiorno