LAStiPERVfSIONE . . . E LA MANUTENZIONE DELLA PROFESSIONÈ
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LAStiPERVfSIONE . . . E LA MANUTENZIONE DELLA PROFESSIONÈ
LAStiPERVfSIONE . . . E LA MANUTENZIONE DELLA PROFESSIONÈ La richiesta di scrivere un articolo sulla supervisione per questa rivista mi ha colto di sorpresa; dapprima avevo pensato di scrivere qualcosa che tentasse di sistematizzare le esperienze di supervisione, poi mi sono spostato sull’idea di dare indicazioni teoriche che permettessero di comprendere la natura della supervisione. Ma subito mi sono reso conto che tutto ciò non era possibile per alcune ragioni. Primo non è possibile scrivere su una questione così complessa in un paio di pagine, senza correre il rischio di essere superficiale e semplicistico. Secondo, ilquadro in cui ci muoviamo è ancora molto incerto e vago; sotto il nome di supervisione vengono catalogate prassi molto diverse tra loro ed esistono orientamenti molto distanti all’interno della stessa cultura europea (si pensi al concetto di supervisione nella cultura anglosassone, molto simile al nostro di manager organizzativo). Ho pensato quindi di tracciare alcune linee di riflessione e di lanciare alcune provocazioni. . . . . i tre assi di regolazione segnalati sembrano consentire una declinazione della supervisione come supporto alla costante qualificazione della professionalità dell’educatore, in una logica di apprendimento per le professioni che consolidi la sua identità nel lavoro, al di là di rappresentazioni della supervisione come risoluzione dei casi, o come valvola di sfogo concessa dalla organizzazione di uppartenenza per esigenze di sopravvivenza..;...‘. Se affermiamo che la supervisione, indipendentemente dall’ambito di intervento, dei contenuti trattati e dalle modalità con cui viene realizzata, è uno dei possi- ” bili supporti alla qualificazione li siano una esagerazione3; penso che professionale, di fatto sottoline- dopÒ anni di un certo tipo di supervisione iamo due elementi: si debba fare uno stacco, si debbano pren1. L’educatore è un professio- dere le distanze per potere dare spazio alla nista riflessione prospettica: 2. Una professione.necessita . . . di cosa abbiamo bisogno? di qualifordi supporti e manutenzioni me di manutenzione la nostra professioSembrano forse oggi afferma- ne ed il nostro agire necessita? quali alzioni ovvie e scontate, ma chi conosce ed tre risposte possibili esistono?..... purha vissuto la nascita ed i primi passi della troppo, credo che ci si possa assuefare figura dell’educatore professionale, sa anche alla supervisione.. . . . quanto queste affermazioni siano impor- Ed infine, quanto la supervisione ha in‘tanti; ma lo sappiamo, la veIocit& dei cam- dotto forme di dipendenza? biamenti è talè che si rischia di perdere la Non ci è forse mai capitato di dire, o di dimensione prospettica degli eventi e’del- sentir dire da un nostro collega, “ come le singole conquiste. ha detto il nostro supervisore” “ nonposInoltre in questi ultimissimi anni, a partisiamo decidere, dobbiamo prima chiarirre da prassi in via di diffusione, si è fatta ci le idee con il supervisore”... ? avanti un’altra ipotesi interessante: il pro- Ma lo sappiamo che, per la nostra natura fessionista educatore può occuparsi del- di esseri umani e per il tipo di professiola manutenzione della sua professionali- ne che abbiamo intrapreso, la tentazione tà. Un numero sempre maggiore di di indurre dipendenza negli altri, di cui ci educatori fanno i formatori, i tutor, gli occupiamo, e cercare dipendenza, in chi addestratori dei nuovi educatori ed alcudi noi si occupa, è veramente molto alta. ni fanno la supervisione a staff di colle- Ma sappiamo che la dipendenza e le forghi. me di delega sono il contrario di un proE forse per giustificare questo~ci si tifa cesso di supporto alla professione. alle origini della supervisione, in cui uno . ..ma quanta coscienza abbiamo di essepsicoterapeuta esperto accompagnava un re deiprofession-isti? E cosa vuol dire per collega più giovane nel cammino della il nostro lavoro quotidiano essere de@ropropria attività professionale. Ma le cose fessionisti ?. . . .’ sono cambiate e nell’accezione più am- Tutte queste domande, e molte altre anpia del termine la supervisione può esse- cora, dovrebbero accompagnare la nostra re fatta da diversi professionisti ad altre riflessione quando pensiamo alla nostra figure professionali. manutenzione, suaklo dobbiamo formu. . ..se l’educatore è un professionista con lare richieste di supervisione, quando giuun suo specifico perché deve limitare il stamente rivendichiamo spazi e tempi per suò campo agli educaton’? Forse glipsila cura della nostra vita professionale. cologi fanno la supervisione solo ad alNon intraprendere un cammino fatto di tri psicologi? Ma .allora quale è il suo domande, di interrogativi, di quesiti anspecifìco e come può correlarsi a prassi che apparentemente irrisolvibili, vorrebdi supervisione? be dire rendere la supervisione solo ed Ma cosa intendiamo per manutenzione? esclusivamente un oggetto di consumo Credo che una generazione di educatori alla moda, probabilmente con un alto tase di operatori sociali si sia formata anche so di obsolescenza e neanche molto utiattraverso la lettura del libro “Lo Zeri e le. . . . . . . . l’arte della manutenzione della motocicletta””. Ogni cosa richiede cura, manutenzione attraverso la conoscenza di come Ed. Prof. Giorgio Sordelli essa funziona; ma, la manutenzione non è un qualcosa che si possa delegare.. . è parte stessa della relazione diretta e con’ G. Scaratti, 0. Fusè e A. Bertani , La tinua tra gli elementi in gioco. supervisione dell’educatore professionaMa ho la sensazione che, in parte, le atti-, le, IREF RICERCHE Franco Angeli 1999 vita di supervisione abbiano preso altre ’ Pirsig Robert M., Lo Zeri e l’arte della direzioni; mi sembra che da una totale as- manutenzione della motocicletta, senza di qualsiasi forma di supporto e Adelphi 1990 manutenzione si sia passati ad un “over”. 3 Fatte salve alcune situazioni sperimenPenso di potere tranquillamente afferma- tali o particolarmente problematiche e difre, dopo 20 anni di esperienza su entram- ficili..... bi i fronti, che le supervisioni settimana-