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www.servizisocialionline.it SEZIONE “Assistenti sociali d’Inghilterra” A cura della D.ssa Claudia Di Giorgio Supervisione: una priorità per il miglioramento della pratica professionale e la gestione dei servizi. La British Association of Social Workers (Associazione Inglese degli Assistenti Sociali) definisce la supervisione come una pratica indirizzata a supportare i professionisti nella costruzione di relazioni costruttive tra i colleghi, sviluppare buone prassi, esercitare la propria capacità di giudizio professionale bilanciandola con la discrezionalità nel prendere decisioni. La supervisione e’ considerata efficace se migliora il lavoro multi-professionale e facilita le occasioni di formazione. In particolare questo ultimo aspetto viene molto enfatizzato sottolineando l’importanza di acquisire all’interno dei servizi una cultura orientata verso la formazione continua e l’aggiornamento. La supervisione pianificata e attuata adeguatamente dovrebbe garantire tutto questo. In Inghilterra gli assistenti sociali sono intitolati a ricevere delle periodiche sessioni di supervisione con il proprio responsabile di servizio (circa ogni 3 mesi) più una sessione annuale chiamata appraisal in cui discutere il raggiungimento degli obiettivi prefissati durante l’anno trascorso e stabilirne di nuovi. La supervisione nella pratica degli assistenti sociali e’ considerata di importanza cruciale, per questo motivo e’ responsabilità dei manager assicurare che venga pianificata e attuata. Nelle più recenti pubblicazioni di settore, si afferma che la supervisione deve considerarsi una priorità sia per il supervisore che per il professionista che riceve la supervisione. Considerazioni pratiche come il ricavare tempi e spazi adeguati (in modo da non avere interruzioni) sono dettagli cruciali; inoltre entrambe le parti devono aver chiaro su quali punti si dovranno focalizzare nella singola sessione di supervisione ed e’ importante che si prendano chiare note di ciò che si discute e stabilisce di fare (cosa? quando? come?). In Inghilterra tutti gli enti e organizzazioni devono avere un regolamento interno che definisce le modalità e gli obiettivi della supervisione. Tale regolamento indica anche requisiti e aspettative per la supervisione degli impiegati. Inoltre ogni responsabile di servizio deve aver ricevuto training su come gestire la supervisione e assicurare che la documentazione adeguata venga prodotta. Tutti gli assistenti sociali devono comprendere e seguire le linee guida della supervisione implementate nella propria organizzazione. Ogni assistente sociale dovrebbe comprendere la differenza tra una sessione di supervisione gestita come semplice e alquanto inutile elenco dei casi attivi e una sessione in cui si effettua una analisi proattiva dei casi soprattutto su quegli aspetti che possono causare ansia o preoccupazioni. Importante per la buona riuscita della supervisione e’ la relazione con il supervisore. L’assistente sociale supervisionato dovrebbe sempre chiedersi: il responsabile di servizio e’ di supporto? La relazione e’ costruttiva? E’ importante che ogni decisione sui casi venga messa per iscritto e la documentazione adeguatamente conservata, soprattutto per i casi ad alto rischio. Un ruolo chiave della supervisione dovrebbe essere quello di identificare la necessità per i professionisti di eventuale training. La formazione continua dovrebbe sempre costituire argomento di discussione nelle sessioni di supervisione. Questo perché le policies dei servizi devono sempre puntare a favorire le opportunità di miglioramento delle competenze e aggiornamento per tutti i membri dello staff. Questo aspetto in particolare dovrebbe essere centrale durante le sessioni annuali di appraisal. Nei più recenti documenti prodotti dal Social Work Reform Board la supervisione e’ stata individuata come fondamento per la buona pratica professionale. Anche il report prodotto da Lord Laming nel 2009 sull’argomento della child protection e il report su abuso e maltrattamento dei minori della professoressa Eileen Munro, hanno considerato l’uso di una efficace supervisione essenziale per migliorare i processi decisionali dei professionisti, chiarire le loro responsabilità e supportare lo sviluppo della pratica professionale tra gli assistenti sociali. Si pensi al caso di qualche anno fa della morte di Peter Connelly, in cui gli assistenti sociali sono stati direttamente coinvolti. La mancanza di documentazione in merito alla supervisione effettuata all’interno del servizio coinvolto e’ stata uno degli elementi chiave che ha portato alla sospensione del team manager. Attualmente il Social Work Reform Board sta lavorando per l’implementazione di linee guida sulla supervisione a livello nazionale. Nella prima bozza del documento si afferma che tutti gli enti devono assicurare sessioni di supervisione di almeno 90 minuti, senza interruzioni, che devono essere settimanali nelle prime 6 settimane per un neo assunto assistente sociale, due volte al mese per i successivi 6 mesi e successivamente almeno una volta al mese. La bozza dice anche che gli assistenti sociali devono ricevere supervisione da un altro assistente sociale. Poiché organizzare la supervisione richiede tempo, quanto indicato nel documento avrà un impatto in termini di necessità di aumento del personale (manager) e riduzione dei casi per gli assistenti sociali. Bisognerà quindi stare a vedere cosa succederà al momento della concreta implementazione di quanto scritto. Quanto si riuscirà a bilanciare la necessità di supervisione degli assistenti sociali con i tagli alle politiche sociali e l’aumento esponenziale delle segnalazioni ai servizi? A cura di: Claudia Di Giorgio Assistente Sociale Specialista Bibliografia CWDC, 2007, Providing effective supervision Dr Hilary Lawson, 2011, Guide to effective supervision: What is it and how can supervisors ensure they provide it? www.basw.co.uk