Si perde comunque: ve lo dimostro

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Si perde comunque: ve lo dimostro
«Si perde comunque: ve lo dimostro»
Aperta la mostra "Fate il nostro gioco": la prove matematiche che convincono a stare lontani da roulette e slot machine
di Matteo Ciangiierotti
I TRENTO
«All'inizio, nel 2009, l'idea era
più semplicemente riuscire a
parlare di probabilità in modo
divertente. Un puro esercizio di
matematica. Ma immediatamente ci siamo accorti del problema che stavamo affrontando
e così abbiamo cercato di creare
un antidoto logico per la prevenzione del gioco d'azzardo». Paolo Canova è un matematico torinese. Insieme al "collega" e concittadino, il fisico Diego Rizzuto, ha inventato la mostra itinerante "Fate il nostro gioco" che
da ieri pomeriggio è arrivata a
Trento ed è visitabilefinoa lunedì 18 aprile nella sede della Fondazione Cassa di risparmio di
Trento e Rovereto di via Garibal-
di. Durante l'inaugurazione Paolo e Diego hanno accompagnato il pubblico lungo le installazioni principali della mostra. Tavoli da gioco, slot machine, calcoli di e sulle probabilità, 10 mila euro di gratta e vinci perdenti
messi letteralmente a tappeto,
sparsi sul pavimento. "Fate il
nostro gioco" nasce come tentativo, e obiettivo perché frutto di
una precisa convinzione, di svelare le regole, i piccoli segreti e le
grandi verità che si nascondono
dietro all'immenso fenomeno
del gioco d'azzardo in Italia. E il
modo migliore per farlo è proprio la matematica, vista come
una specie di "antidoto logico"
per creare consapevolezza intorno al gioco e mettere alla luce i suoi lati più oscuri.
Si parte con un enorme cubo
che contiene 10 milioni di co-
riandoli bianchi. In mezzo un
solo coriandolo rosso, disperso
quasi "per sempre". La probabilità di "pescarlo" con una mano
equivale a quella di centrare il 6
al superenalotto. Il calcolo delle
probabilità continua al tavolo
della roulette, dove il banco vince sempre almeno una fiche
ogni 37, tre ogni 100 e non c'è
bravura che tenga. Si aprono le
slot macine, le tanto indiavolate
macchinette (40 milioni di euro
spesi in Italia nel 2011, il 50% degli introiti del gioco) e si scopre
che dentro c'è un piccolo computer, un calcolatore matematico. Siperdono, così, inmedia 25
euro ogni 100 investiti.
«Il tentativo è mettere a nudo
il gioco, dietro c'è sempre un numero e, dunque, un destino segnato», spiega Rizzato. Sdraiati
per terra si trovano 10 mila euro
di gratta e vinci perdenti, raccolti con pazienza tra i tabaccai che
si sono "prestati al gioco". Qui la
scommessa è rompere il muro
della vergogna e del silenzio che
avvolge il giocatore. Non quello
sociale, che gioca e si muove
con consapevolezza, bensì il giocatore patologico d'azzardo.
Malato di una dipendenza che
incombe e rovina sull'esistenza
in modo drammatico. Sono circa un centinaio le persone attualmente in cura presso l'associazione Ama e il Sert di Trento.
"Dopo la mostra ci auguriamo
che aumentino - hanno annunciato Paolo e Diego - perché tra i
giocatori a rischio cresca la consapevolezza della necessità di
una presa in carico della patolo già».