sabato 12 marzo 2016 n. 30
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sabato 12 marzo 2016 n. 30
30 il CROTONESE SCUOLA SABATO 12 MARZO 2016 N. 30 Pagina a cura del Liceo Scientifico Filolao di Crotone to io?”. Una domanda che i “testimoni di giustizia” alla maniera di Bentivoglio non dovrebbero neppure porsi, ma che sorge spontanea, a loro, come a chi subisce e resta zitto, come a chi non subisce ma tenta comunque di calarsi negli stessi panni, come a tutti, di fronte ad una giustizia, quella italiana, che è fatta di sole parole ed apparenze. Fortuna che per ogni orecchio tappato, ce n’è almeno un altro teso ad ascoltare: le associazioni che, con la Tiberio, il coraggio di dire basta Ilaria Burza i soggetti danneggiati da attività estorsive è elargita una somma di denaro a titolo di contributo al ristoro del danno patrimoniale subìto”. E’ quanto riportato nell’art. 1 della legge del 23 febbraio 1999, n. 44. Un inizio freddo per una storia che di caldo ha davvero poco, se non le fiamme che, ancora una volta – l’ottava – hanno acceso pochi giorni fa, il A 29 febbraio, la “Sanitaria Sant’Elia” dell’imprenditore reggino Tiberio Bentivoglio, mandando in fumo, tra i prodotti elettromedicali e gli articoli per l’infanzia, anche un po’ di speranza, e almeno una briciola di futuro, per sé e per la sua famiglia. Fiamme, tra l’altro, che seguono queste vite ormai da 24 anni (il primo attacco nel 1992 ), che hanno arrossato e poi lasciato annerire, tra il fumo e le ceneri, più e più volte la loro attività, ma che mai sono riuscite a consumare l’animo e il coraggio di Bentivoglio. È proprio lui, infatti, uno degli uomini calabresi, che sempre più numerosi, si apprestano a denunciare i loro estorsori; è proprio lui, forse, la vittima più colpita, ma anche quella dal tono di voce più alto e deciso; ed è proprio lui l’uomo e la vittima che, stanco, urla “basta” e si interroga: “Conviene davvero denunciare i propri aguzzini come ho fat- sola forza degli ideali, si fanno sempre più strada nel nostro territorio. Tra queste quella nata per iniziativa dello stesso Bentivoglio, “Reggio libera Reggio”, e la ben più grande e famosa Libera, fortemente impegnata anche in Calabria e nel crotonese. Coordinatore provinciale di Libera Crotone è Antonio Tata, il quale ritrova il problema più grande non tanto nella mafia, quanto piuttosto nella mafiosità “che un po’ tutti abbiamo in testa”. Perché se è vero che lo Stato sembra, spesso, non impegnarsi abbastanza, è anche vero che lo Stato si trova dove si trovano i cittadini: quelli responsabili – come li definisce Tata – e dalla C maiuscola. Diventa, dunque, un nostro dovere morale, quello di re-imparare a distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, a non abbandonare il giusto e a gridare contro lo sbagliato, a non aver paura di entrare nell’attività di un negoziante che ha subìto o subisce, né denunciare quando sappiamo, o vediamo in prima persona, un’estorsione. E diventa, dunque, un nostro “dovere civile” quello di ricordare, almeno un giorno l’anno – il 21 marzo, come stabilito da Libera – che tutte le vittime, da quelle di qualche episodio a quelle di una vita, quelli che sono ancora per terra a quelli che, come Tiberio Bentivoglio, “si trascinano su una sola gamba” perché hanno l’altra distrutta dai proiettili, che “a quei nomi e alle loro famiglie, dobbiamo la dignità dell’Italia intera”. I calciatori rossoblu festeggiano una delle tante vittorie conseguite in questo campionato Letizia Scalise a squadra rivelazione del campionato di serie B ci riguarda molto da vicino. Il Crotone sta disputando un campionato sopra le aspettative. Con i suoi giovani giocatori e il mister, un veterano degli squali, la squadra ha scalato la classifica partita dopo partita: totalizzando ventisette risultati utili i ragazzi di Juric si trovano in vetta. Questa situazione sta avvicinando i crotonesi all’Ezio Scida tanto quanto sta avvicinando la squadra alla serie A. Il fine settimana crotonese è cam- L Serie A, in città non si parla d’altro biato: gli spalti sono spesso gremiti di tifosi e cresce sempre di più il numero di coloro che partono per sostenere gli squali in trasferta. Dai bambini fino ai più grandi la passione dilaga. Soprattutto nei ragazzi l’attaccamento alla squadra si fa sentire. I giocatori sono diventati veri e propri idoli, per le strade non si parla d’altro, ognuno ha qualcosa da dire e si sente partecipe del campionato in prima persona. Consuetudine è fare il punto della situazione con gli amici il sabato sera, dopo la partita. Purtroppo non c’è la stessa affluenza per tutti i match, le gare contro squadre meno “blasonate” sono carenti di spettatori. Che sia colpa dell’orario sconveniente per i lavoratori è certo, ma sicuramente incide molto la mentalità dei tifosi. Mentre c’è chi sente il Crotone come una vera passione, e lo segue nel bene e nel male, c’è chi è tifoso solo nei periodi rosei o quando una partita è più combattuta. Alla partita disputata in casa contro l’Ascoli, per esempio, l’affluenza è stata notevole e così anche la prestazione dei giocatori che hanno portato a casa i tre punti grazie alla doppietta di Palladino. Ormai il sogno della serie A inizia a essere meno offuscato e più concreto. La gente ci crede, la città è interamente rossoblù, la dirigenza è pronta a fare compiere alla squadra, piccola ma caparbia, il grande salto. In piazza e nei bar non si parla d’altro e ognuno esprime la sua opinione: sulla partita precedente con occhio critico, su quella futura con un misto di scaramanzia e speranza. Sugli spalti l’atmosfera è ricca di gioia, tra la gente si respira un’aria diversa: uniti da questo sogno i problemi si dimenticano e tutti sembrano conoscere tutti. I complimenti per la stagione in corso vanno all’allenatore Ivan Juric che sta rendendo la squadra degna del posto che occupa in classifica, ai giocatori che mettono anima e corpo in campo e soprattutto alla tifoseria che segue la squadra della propria città e sogna ad occhi aperti. Ci auguriamo tutti che il Crotone possa conseguire questo risultato storico e tanto agognato e ci regali una gioia unica ed irripetibile.