Wolves Time n.16 - associazione sportiva pochi 89
Transcript
Wolves Time n.16 - associazione sportiva pochi 89
giovedi 19 marzo 2015 n°16 TIME W O L V E S “Perché la forza del branco è il lupo, e la forza del lupo è il branco. ” LA CHIUSURA DEL CERCHIO Arriva sempre il momento di tirare una riga, di andare a capo e fare la somma. Succede che alle finali di Belluno tutti i nodi vengono al pettine, in pochi minuti tutte le squadre si giocano una stagione. Finirà con la vittoria del Belluno, cuore e sostanza, e con la vittoria della Rotalnord, superpotenza del Broomball femminile. Noi pochéri finiamo la stagione al quarto posto, ancora ai rigori, per un Pochi ’89 uscito imbattuto dalla fase finale del campionato. E poi la partita della giovanile, 20 ragazzi sotto i 25 anni in campo, i pochéri insieme ai gardenesi, grande spot per il Broomball, il ricambio generazionale c’è, è partito, in quasi tutte le squadre ci sono giovani! E’ da qui che il Broomball deve ripartire. E infine la notizia più bella della giornata, il terzo posto in classifica delle White Wolves e la loro prima vittoria stagionale, arrivata dopo una partita incredibile, anima e core, che dopo il vantaggio iniziale realizzato da Jenny Barbi ci ha visto difendere il risultato all’ultimo sangue, in una difesa epica della nostra porta. Vittoria meritata a coronamento di una stagione stupenda, dove la voglia di mettersi in gioco e imparare alla fine hanno dato i suoi frutti. E ora che il cerchio è chiuso, siamo pronti a ripartire, una nuova storia, nuovi obiettivi, nuove emozioni da raccontare! Arrivederci alla prossima stagione con il nuovo Wolves Time, che per questa stagione si è fermato al sedicesimo numero! Ricordandovi però prima di passare a trovarci sabato alla Wuerth Arena di Egna per la prima edizione del torneo misto Alpine Mixed Cup, organizzato insieme alla Rotalnord! Vi aspettiamo… I PERSONAGGI di Marco Montel e Elia Veronesi Gianfranco D’Acquisto Soprannome: Gianfri - Cap - Cucciolo Numero di maglia: 13 perchè è parte della terna pitagorica 5-12-13, infatti 52+122=132 Numero di gol segnati: più di 10 meno di 200 purtroppo Numero di lavori svolti: secondo gli organizzatori 15 per la questura 1 e male Numero di appuntamenti: sono un pirata sono un signore (cit) non è carino raccontare Numero di telefono (in caso volessi farti ulteriore pubblicità): 347-7724619 chiamare ore cesso per favore Senza azzardare, si può dire che Gianfranco D’Acquisto sta al broomball come Francesco Totti sta al calcio: militanza pluridecennale nella stessa squadra, capitano, capacità tecniche e risultati indiscutibili: tuttavia non hai al tuo fianco Ilary Blasi. Cosa è andato storto in questi 25 anni? Francesco sarà lusingato da questo paragone..... comunque è venuto il momento di fare outing (esternazione rivelazione), Ilari ed io, in passato abbiamo avuto una relazione, poi per futili motivi, la nostra liaison (legame) si è rotta, non concordavamo sui nomi dei futuri figli e sul pigiama che indossava, poco sexy. Siccome siamo rimasti in ottimi rapporti, le ho consigliato Francesco, un mio delfino, un uomo che poteva seguire la mia strada all’interno di una società, anche se, devo ammetterlo, con qualche presenza in più agli allenamenti. All’inizio lei era riluttante, mi scriveva ad ogno ora, il tuo lupo è più bello del suo, i goal che fai tu sono più spettacolari, con il giallo sta meglio il nero, ao quanto me manchi, poi se ne è fatta una ragione, adesso mi sembra felice e presumo mi abbia perdonato, infatti ha chiamato suo figlio come me! Hai comunque partecipato a più mondiali di Francesco Totti; presumo che i ricordi migliori ti riportino a momenti al di fuori della competizione iridata: quali situazioni rievochi con maggior piacere? Si me lo rinfaccia sempre anche lui...... dei ricordi mondiali potrei parlare per ore, giorni, mesi, ma la scure della censura e l’Alzheimer me lo impediscono, oltreoceano abbiamo dato il meglio di noi, lontani da occhi indiscreti, ma soprattutto con le ottime conoscenze linguistiche dell’epoca, i ricordi più belli sono le trasferte dall’albergo al palaghiaccio ammirando i palazzi in arte barocca, il tifo sfrenato degli italiani che ci hanno seguito anche li, la cucina raffinata e squisita nonostante il nostre rigido regime alimentare da atleti, ma 1 aneddoto non ho mai avuto il coraggio di raccontalo apertamente, direi che adesso è giunto il tempo. In un occasione Becco Marco Stringari ed io dopo la seduta d’allenamento serale, siamo scappati di nascosto dal ritiro per visitare un museo d’arte rupestre degli indiani d’America, in preda all’euforia della cosa proibita ed alle forti emozioni che ci ha suscitato l’esposizione, abbiamo bevuto una birra, piccola ve lo giuro, per fortuna non ci hanno scoperto, avremmo rischiato la radiazione! Parliamo un po’ della stagione appena trascorsa: alla fine, ci meritavamo qualcosa di più o ritieni giusto il 4. posto finale? Visto l’ottimo piazzamento dello scorso anno, posso dire con serenità che mi aspettavo di vincere il titolo, ma alla fine possiamo vantarci del fatto che abbiamo perso ai rigori, contro i campioni d’Italia, in semifinale, neanche i finalisti sono andati cosi vicini alla vittoria contro di loro. Personalmente la mia partita l’ho vinta, in quanto non avendo tirato il rigore, non ho potuto sbagliarlo. Il gruppo è giovane, tanti nuovi innesti, un nuovo allenatore, quest’anno eravamo un cantiere, dalla prossima stagione non avremmo più scuse, ci candidiamo come pretendenti al titolo Italiano, ovviamente con la nostra squadra femminile che alla prima stagione ha conseguito il miglior risultato del gruppo salendo sul podio al campionato Italiano, grandi White Wolves grazie. Pensando al primo campionato giocato dal Pochi ‘89 sul ghiaccio, nel tempo quali cose sono cambiate significativamente nella società e nel broomball locale? 25 anni fa era tutto notevolmente diverso, eravamo tutti più giovani, per esempio io, Patrick aveva i capelli e sembrava Miguel Bose, Becco ci giocava contro e non segnava mai, monsieur Roland Lazzeri studiava da sindaco puntando alla presidenza della squadra, avevamo anche noi un Dorigoni, ma parlava poco, Lino Schmidt era un precursore delle cariche moderne, la piovra Adolfo Pojer parava tutto, Luca Pojer si spacciava per campione di ping pong, Marco Eccli era un attaccante di peso, Spazza David Franceschini senior con la sua capigliatura esagerata era ancora vegetariano, Cicci David Franceschini junior copriva più di una coperta di lana merinos, Rolando Telch e Piciu Giannino Dalvit non perdevano occasione per suonare la chitarra e trascinare il gruppo, Cesta Franz Cristofoletti bucava le porte quando tirava, Michele Fischer solcava la fascia come un contadino ara il campo, con grazia e determinazione, ne avrei tanti altri, ma la differenza essenziale era che tutti si prendevamo meno sul serio, di quanto si fà adesso, il livello era sicuramente più basso, ma la qualità dei rapporti tra le squadre era migliore, bisognerebbe lavorare di più su questo! 6 scudetti: vincere è sempre bello ma è ogni volta la stessa sensazione o ogni vittoria si distingue dalle altre? Ogni vittoria ha un sapore diverso, perché legata a momenti diversi della vita sportiva e personale di ogni singolo atleta. La prima nel lontano 96 a Cavalese ha un sapore agrodolce, a causa della mia pubertà prolungata ho ben pensato di seguirli da casa, in streaming, con la varicella! ‘97 a Belluno sapore dolcissimo il mio primo scudetto in campo e goal agli Sharks, indimenticabile per l’organizzazione del Belluno ed i fiumi di acqua oligominerale! ‘06 Appiano, multi sapore l’anno che sono diventato papà, nel turbine di 1000 emozioni! ‘08 sapore piccantissimo, la più bella, almeno per me, scudetto, doppietta e premiazione con mia figlia in braccio..... un sogno! ‘10 sapore dolce amaro, ai supplementari con rigore di Marvin, con un ginocchio distrutto da uno scontro ‘11 sapore insipido, pur battendo gli avversari di sempre gli sharks in campo con la polmonite e festa finita prima di cominciare! Ricordo bene anche gli anni delle finali e semifinali perse ed i sogni infranti ad un passo dal traguardo, ma come insegna il COACH Alberto Romanin, che qualcuna la sà, quella più bella.....sarà la prossima! Assieme al Caino, al Becco e a Monsieur Rolland siete gli ultimi della vecchia guardia ad allacciarvi ancora, seppur con qualche dolore alla schiena, le scarpe da broomball: in 25 anni non avete trovato altri modi per passare del tempo insieme? Direi che grazie al fatto di non averli trovati, dopo 25 anni, abbiamo solo qualche dolore alla schiena, allacciando le scarpe. L’estate per tutti era il momento di disintossicarsi, ognuno tornava alla famiglia, quella famiglia che ci lasciava questa grande libertà durante l’inverno, quella famiglia che meritava la nostra attenzione, almeno in estate, comunque le occasioni per trovarsi, in modo ponderato, le abbiamo sempre trovate, qualche torneo di calcio, pirle party, feste campestri, riunioni di direttivo, pre riunione direttivo, presentazione del bilancio, festa di fine stagione, organizzazione dei mondiali, campagna acquisti, compleanni, matrimoni, cresime e comunioni e sul resto dei motivi, anche sotto tortura, non dirò niente! Tutto considerato non ci siamo visto poi così poco........ è che non possiamo raccontarlo! Gianfri, un’ultima cosa: meglio le partite a tennis con Paolino Canè o la serata+mattinata con Luce Caponegro? Ti ringrazio per la stupenda domanda e ti stimo molto, di Paolo posso dire che è stato un maestro di vita, in campo e fuori, noto per la sobrietà dei suoi comportamenti, condita dalla simpatia intrinseca nei bolognesi, sempre composto e riservato nei modi, ma la mia scelta ricade su Luce, essendo un cultore ed un estimatore della parte artistica del suo lavoro, mi ha toccato ... nel profondo rapportarmi con lei, ho potuto appurare, che è un artista vera, che non basava la sua recitazione sulla finzione e che amava profondamente quello che faceva, peccato abbia interrotto prematuramente l’attività, mi rimarrà il dubbio, di quanto avrebbe potuto dare ancora....... come artista! Lorenzo Giuliani Soprannome: Lorenz, Lurè (per Roccia), Lollo Ruolo: ala Segno zodiacale: scorpione Ruolo in campo: attaccante Più forte giocatore di broomball mai incontrato: Gianfranco D’Acquisto e per il tiro Roland Lazzari Ciao Lorenzo, partiamo dagli esordi, come ti sei avvicinato al Broomball? Cosa hai pensato dopo il primo allenamento? Ciao! Ho cominciato un anno fa grazie a Claudio, Manuel e Valentino che mi hanno parlato di questo strano sport del quale mi sono innamorato subito dopo aver visto le prime partite. Da li a poco il primo allenamento della giovanile col grandissimo Rolando, dal quale sono uscito completamente distrutto, senza fiato, ma felice di aver provato finalmente il broomball. Quest anno sei migliorato in fretta, tanto allenamento e i consigli giusti. Ora che siamo a fine stagione, raccontaci come è andata, quali i momenti migliori, quali i peggiori.. Grazie, è stata una stagione fantastica dove ho cercato di apprendere il più possibile, sia dagli allenamenti con Mirko, Rolando e Mitter, sia dai miei compagni di squadra, che ringrazio, in particolare dai consigli di Roccia, che da quando ho iniziato mi ha preso sotto la sua ala, insegnandomi molte cose. Tra i momenti migliori ricordo l’agitazione della prima partita a Vipiteno, la trasferta dimostrativa a Mirandola e soprattutto i miei primi goal in partitella la scorsa settimana all’ultimo allenamento. I peggiori sono quando non ti vengono gli esercizi coi birilli del Mitter o quando torni in spogliatoio dopo aver perso una partita e ti viene il nervoso. Tu sei un trentino DOC, ma sempre di più stai diventando un pochèro acquisito. Cosa ti portava spesso ai Pochi prima del Broomball? Tutto è cominciato grazie a Daniel Mall,( che hai tempi era un mio compagno di classe, ma che ora è diventato un fratello ), che mi invitava a Dorna a mangiare i famosi canederli della Cristina. Poi sono venute le varie feste, dove ho potuto conoscere e legare con Manuel, Valentino e Claudio, gli altri tre componenti della mia famiglia. Famiglia che non smette mai di allargarsi e arricchirsi di persone speciali come i pochéri. Con la tua intervista concludiamo la prima stagione del WOLVES TIME. Tu che hai fatto parte della redazione, raccontaci come è stata questa esperienza, quali i punti da migliorare e cosa invece è da mantenere.. Un esperienza fantastica alla quale sono contento di aver partecipato. Siamo partiti da zero, ma con molte idee e voglia di mettersi in gioco abbiamo creato qualcosa di unico. Cose da mantenere ce ne sono molte...per esempio le interviste, o la posta del bradipo, sempre molto interessanti e divertenti da leggere. Da migliorare assolutamente le tabelle, ...che hanno sempre qualche errore! (colpa mia che mi dimentico sempre di rileggermele ) Immagina il Pochi ‘89 nel 2020..Come sarà la prima linea che scenderà in campo..? Fuori i nomi.. Oltre a me?! No dai scherzo... anche se è uno dei miei obbiettivi giocare in prima squadra, come per tutti i giovani del Pochi ‘89. Allora vediamo.... In attacco Claudio, Gianfri e Valentino, in difesa Manuel e Martin, in porta Elia. Chi dei tuoi compagni di squadra è il più matto? Chi il più forte? Chi il più divertente? Chi il più bello? Chi il più stiloso? Bé.. partiamo dal più forte, quello è assolutamente Gonzo ( non sono l’unico a dirlo ), per il più divertente sono davvero indeciso.. insomma coi lupi non ci si annoia mai, ma se proprio devo dire un nome dico Timothy. Il più bello... non saprei non me ne intendo, ma per il pubblico femminile è senz’altro Manuel Callegari, più stiloso senza dubbi Borin. Per ultimo il più matto, ma nel senso buono, il mitico Caino. Raccontaci un anedoto sui 4 dell’ave maria: Callegari, Pedro, Bogi e Mall.. Hahahhahahaha, da dove cominciare... ne abbiamo passate veramente tante insieme, tra le serate in caneva, le feste e tutte le varie giornate passate a divertirsi tutti insieme, come quella volta dopo il compleanno di Daniel che ci siamo messi a fare il bagno in un “casson dei pomi” in campagna, con Claudio e Bogi, che davano spettacolo in mutande, ai turisti diretti in Cauria, mentre Manuel ..... a no.. aspetta lui era sul divano a dormire! Hahha...va bé a volte ci si prende in giro ma ci vogliamo davvero bene e sappiamo che quando siamo insieme non ci si annoia mai. L’OSPITE Intervista al capitano del Belluno, campione d’Italia Daniele Cagnati Nome e cognome: Daniele Cagnati Soprannome: Turbo Anno di nascita: 1976 Numero di maglia: 24 Più forte giocatore di broomball mai incontrato: ne dico 2, Marvin Dossi e Klaus Cappelletti ai quali invidio la facilità nel fare gol Segno zodiacale: scorpione Ciao daniele, capitano del belluno che sabato si è aggiudicato lo scudetto 2014/2015. Cosa si prova? Quando hai capito durante la partita che per forse potevate anche farcela? Una gioia pazzesca davvero... Bellissimo!!! All’over time ho visto che avevamo la forza di attaccare e li ho capito che ce l’avremmo fatta... 10 secondi prima del gol di rene’ ho detto ai ragazzi in panchina “la portiamo a casa sta partita me lo sento” detto fatto!!! Durante la finale, e anche nelle due partite della semifinale, avete subito molti tiri, ma gran parte li avete murati voi difensori, e un D’Incà in super forma ha fatto il resto! È un po’ forse questo il segreto del grande belluno di quest’anno? Una fase difensiva impeccabile e tanti bollini blu sulle gambe per ricordo? Direi che hai fatto un’analisi quasi perfetta... Bollini della palla ne ho ovunque ormai hahahahahah...ma ne è valsa la pena... Ti dirò’...le ultime 3 partite sono state 3 finali... Ci siamo difesi benissimo cercando di dare poco lavoro a Mirco D’inca’... Ma che ha dovuto fare parecchi miracoli lo stesso...poi abbiamo colpito in attacco quando era il momento giusto...e darei tanti meriti al ns allenatore che ci ha fatto capire che così potevamo farcela anche se avremmo sofferto molto... Cosa hai pensato quando Canei ha preso quei 5 minuti di penalità? Quanta sofferenza... Ti dirò’...son rimasto abbastanza tranquillo... Sono andato da Mirco e con un sorrisino di sfida gli ho detto: bhe...adesso sono cazzi tuoi...devi fare miracoli.... Mi ha guardato male...ma è andata bene! Quest’anno scudetto, challenge cup e alpen cup..l’unico ad aver fatto il triplete! Raccontaci un’immagine che ti porti via per ognuna di queste tre manifestazioni? Per lo scudetto voglio ricordare proprio la finale come la partita perfetta...non prendere gol dagli sharks con 21 min. di penalità è veramente un’ impresa.. Alpencup: torneo bellissimo del quale ricordo il gol che ho fatto all’Egna in un’azione strepitosa con Zandegiacomo e Cappelletti... Dei mondiali ce ne sarebbero a volontà’....ma la cosa più bella credo sia stata avere la maglia dell’Italia con stampato il mio cognome. Un grande onore! E di questo devo dire ancora grazie infinite a voi dei Pochi Da tutte le squadre sei visto come il giocatore simbolo di sportività, sia in campo che fuori! Cosa ti senti di dire ai ragazzini che stanno conoscendo questo movimento? Che ne sarà del broomball fra qualche anno? Troppo gentile!! Io ci metto molta passione ma soprattutto riesco a divertirmi tantissimo correndo dietro a quella palla arancione...credo che il segreto sia tutto li... Riuscire a divertirsi giocando a broomball! Vedo parecchie simulazioni e proteste inutili dalle quali poi nascono nervosismi e polemiche che rovinano la partita... Qualche legnata in campo si da’ ed è giusto così. Prenderla e darla quando serve o poi via...consiglio di pensare solo a giocare... Credo che nel futuro del broomball ci saranno sempre alti e bassi...nasceranno nuove squadre e altre purtroppo molleranno...ci saranno dei cicli... Intanto spero di poter giocare ancora molto per vedere nuove squadre!! A chi dedichi lo scudetto e questa stagione fantastica? In primis lo dedico a mia moglie e figli che mi hanno sopportato da settembre con il borsone sulle spalle... E poi a tutti i miei compagni con le squadre in cui ho giocato... Essenziali per tutto questo.. L’interSvista di Elia Veronesi Silvia Tonelli Soprannome: Fülvia, Toffele, Faultier...ma il mio preferito resta Mami <3 Numero di maglia: il numero della Montin Family #33 Film preferito: Kill Bill (entrambi) e Dracula di Francis Ford Coppola Serie tv preferita: Games of Thrones su tutti, poi altre tipo House of cards, i Tudors, Camelot, CSI LA e Scrubs Fratello preferito: ma ovviamente tu, Elia! (ti piace vincere facile...) Ciao Silvia! Dai, iniziamo a conoscerci meglio: de chi ses po ti? Come mai hai iniziato a giocare a broomball? Ma ciao Elia! Come forse i piu’ non sanno, appartengo ad una stirpe di bromballisti: oltre ad averne uno per fratello, non contenta, ne ho pure sposato uno! Comunque, mai e poi mai mi sarei immaginata a giocare a broomball (men che meno David!), finché una notta buia e tempestosa squillo’ il telefono: era il mio fratellino Zepp che, con un tono di voce impastato da libagioni alcoliche, mi proponeva di entrare a far parte di una nuova squadra femminile del Pochi ‘89. Lì per lì ho pensato che dovevano proprio essere alla frutta per venire proprio da me a chiederlo, così spinta dalla curiosità sono andata alla riunione indetta dal Pres per farmi un’idea (e per verificare se mio fratello mi avesse preso per il culo.) Sono rimasta contagiata dall’entusiasmo di Marco e delle altre ragazze, così mi sono decisa a fare il grande salto...sul ghiaccio! Ci riferiscono che quella della palla-scopa non è la tua prima esperienza sportiva prettamente invernale: qualche anno fa eri una delle più valide promesse del panorama snowboardistico del paese, come mai hai messo in soffitta la tavola? Ehhhh, sai com’è...i tempi cambiano, la famiglia nel frattempo si è allargata...e cosi’ ho messo la tavola in soffitta per far spazio ad una più grande da 12 posti presa all’IKEA (modello Tischyyyygggrttttrogggonon) Prima di cimentarti nello snowboard avevi trovato soddisfazione nello slittino: cosa ti ha impedito, oltre a qualche dettaglio fisiologico-anatomico, di diventare un nuovo Armin Zöggeler? Uno steccato. Secco. In faccia. Quattro punti di sutura sulla tempia destra mi fanno da monito nel caso avessi la pazza idea di tentare la carriera sullo slittino (anche perché ora potrei al massimo emulare l’indimenticabile Iginia Boccalandro - vedi you tube) Quella di quest’anno è comunque la tua prima partecipazione ad una competizione per squadre: com’è trovarsi di fronte delle avversarie? A parte il torneo di calcio balilla del Gruppo Giovani e quello di bocce del bagno 140 di Miramare di Rimini, questa è effettivamente la mia prima volta in una squadra sportiva degna di questo titolo e devo dire che è stata un’esperienza che è andata oltre le mie aspettative. Insieme alle mie compagne di squadra siamo sempre riuscite ad aiutarci vicendevolmente e ad incoraggiarci quando abbiamo attraversato dei momenti difficili, e siamo riuscite a creare un gruppo unito ed affiatato in davvero poco tempo. Lo scontro con degli avversari mi ha dato modo di misurarmi in primo luogo con me stessa, (ho dovuto imparare a gestire la tensione del pre-partita e a restare concentrata per non perdere la calma rischiando di commettere fallo), ed in secondo luogo ho capito quanto sia importante la collaborazione tra compagne per poter fare un bel gioco. Comunque questo sport ed in particolare il ruolo in cui gioco mi permettono di tirar fuori tutta la mia grinta e la fisicità di cui dispongo e di metterle al servizio della squadra ed ogni tanto questo mi permette di prendermi qualche soddisfazione... Al termine della prima stagione è anche arrivata la prima vittoria per le White Wolves! Bele robe ah? Cosa ricordi con più piacere della partita con il Merano? Bele robe dal bon! G’aven credu’ tutte, sapevamo che era un avversario alla nostra portata, l’importante era non lasciarsi intimorire dal loro gioco molto fisico. Abbiamo potuto fare delle belle giocate, siamo salite spesso nel loro quarto di difesa e non abbiamo lasciato molte possibilità di tiro. Sicuramente il momento che ricordo con più piacere è stato l’abbraccio di gruppo dopo il fischio della sirena, lì ho davvero realizzato che il goal di Jenny non era frutto della mia fantasia e che avevamo vinto contro le avversarie che ci avevano fatto tribolare di più! Concludendo: è valsa la pena di prendere in mano la stecca e di entrare nel magico mondo del Pochi ‘89? Sicuramente, anche perché ora posso utilizzare la stecca come arma bianca! Monade a parte, sono onorata di poter far parte di questa società sportiva e soprattutto di questa squadra di ragazze che, a dispetto dei pronostici poco favorevoli, è riuscita innanzitutto a diventare un vero e proprio “branco” e, last but not least, a conquistare il terzo posto al debutto nel campionato! P.s. Cosa ne pensi degli effetti indesiderati dell’Amaro Montenegro? Penso che è un amaro dal sapore vero, molto apprezzato da veterinari e archeologi e pertanto ritengo che il suo consumo (soprattutto se associato alla birra) debba essere prerogativa esclusiva di queste due categorie e non di giovani portieri biondi deboli di stomaco e che patiscono il mal d’autobus... LA POSTA DEL BRADIPO Caro Bradipo Ora che si è concluso il campionato di broomball quali sono i tuoi progetti per il futuro? Ciao e saluti Domenica Melalavo in Piazza Cara la mia signora Domenica il mio prossimo progetto è di cimentarmi in una disciplina sportiva estrema: la prova costume. Per superarla mi sto allenando intensamente seguendo un regime alimentare studiato da Marco Pannella e sottoponendomi a delle terapie sperimentali, quali: Cementoterapia : simile ai fanghi ma più efficace a rimuovere le impurità della pelle, perché tira via i primi tre strati. Al termine della cura si ha in omaggio una statua in posa oscena ricavata dal proprio calco. Cristalloterapia: consiste nel fare disegnini propiziatori utilizzando alcuni sassetti colorati, in questo modo i chakra dovrebbero tornare in equilibrio e con loro il benessere (soprattutto quello economico di chi pratica questa boiata). Sassoterapia: vengono usate pietre riscaldate. Il trattamento prevede la formula “Soddisfatti o lapidati”, alla quinta seduta da 200 euro in cui non ottieni giovamento, puoi tirarle con forza nei denti al terapeuta Ittioterapia : il soggetto viene messo dentro una vasca piena di pesci pulitori (per il trattamento-urto ci sono i piranha). Al termine del trattamento la pelle, quella che resta, è liscia e vellutata, brufoli e peli superflui sono spariti, assieme a un paio di centoni. Apiterapia : sfrutta il potere benefico del veleno delle api, che suona come andare a mignotte per guarire dalla gonorrea. Fitobalneoterapia : rappresenta l’apice del concetto di “immersione nella natura”. Evoca il benefico ricordo di ruspanti camporelle, solletica perverse fantasie di equini sollazzi e risolve i problemi di sinusite, perché la puzza di vacca ti apre i bronchi meglio del Vicks Vaporub. Vasodimerdainbilicoterapia : antica forma di meditazione Yoga praticata in India. Insegna ad assumere il controllo totale delle proprie emozioni. Il soggetto si rilassa grazie ad una musica suadente, eseguita con sitar e campanelli, improvvisamente il terapeuta spara a 3500 watt un brano di Techno music. Puoi dire di aver raggiunto il Nirvana quando smetti di sobbalzare. Antroterapia : viene usata in special modo durante i periodi di crisi economica. Ne trae giovamento l’industriale che vive un momento di grande difficoltà con la sua azienda. In una sola settimana ti abituano all’idea di vivere nelle fogne. Climatoterapia : è simile alla precedente e ne condivide il medesimo scopo sociale. In una settimana ti abituano a passare la notte all’addiaccio, al fine di sopravvivere alle proibitive temperature invernali riscontrabili sotto un ponte o sulla panchina di una stazione ferroviaria. Cioccolatoterapia : rende l’umore gioioso grazie ai Fosfobromofitopitoanti contenuti nel cioccolato. Curiosamente, il terapeuta è vestito in uniforme da chauffeur di limousine e si fa chiamare Ambrogio. Confettoterapia : serve per curare alcune forme di lordosi e l’insana voglia di prendere marito di qualche zitella. Per le forme molto gravi, i sacchetti di confetti vengono sostituiti con bomboniere in ghisa a forma di putto. CipolladiTropeaterapia : antichissimo rimedio calabro. La cipolla rossa di Tropea, usata per frizionare i capelli, li rende morbidi e lucenti. Quelli a base di ‘nduja e soppressata sono usati dai tempi del Karaoke da Fiorello. Cronaca Pochi – Steinhaus 2-2 (2-4 d.c.r.) e partite finali Partenza per Alleghe, ore 8.30. Le facce sono quelle di chi sta partendo per la gita di quinta liceo. Caffè all’Heini e tutti in pullman, clima rilassato e disteso, finalmente tutti insieme in trasferta: pochèri e pochère, maschile e femminile! Si mangiano due panini bondola e prosciutto e si arriva agili a destinazione, appena in tempo per goderci un Red Devils – Gardena bum bum. I ragazzini gardenesi danno spettacolo, sembra di vedere la cantera del Barcellona, tante azioni e qualche lacuna difensiva, con i diavoli rossi pronti a far valere la maggiore esperienza e classe. Finisce però con la vittoria dei gardenesi, squadra sempre più rivelazione. La partita dopo è subito quella che conta: le ragazze delle White Wolves in campo per la partita che vale il terzo posto. La decide Jenny Barbi su un’azione portata avanti da Alexandra Telch. Grandi emozioni...ccezionale Si passa poi al terzo-quarto posto maschile, ah già, la nostra partita. Il clima di festa e la relativa importanza della partita, insieme alle facce da vacanza estiva a San Moritz ci fanno entrare in campo con l’aria di quelli: “ma si dai famola sta partita”. Mitter, in versione Iodosan cerca di mantenere alta la tensione, qualche urlata fuori decibel e siamo di nuovo sul pezzo. La cronaca della partita non ve la faccio dettagliata, immaginatevi cosa può uscire da 7 impavidi ragazzi della val laurina (tra l’altro i più forti, dettagli), costretti a giocare quasi senza cambi l’intera partita, roba da ”Gladiators” o da Bruce Willis in qualche film fine anni ’90. Dall’altra parte noi, decisamente in tanti, che facciamo girare palla bene, creiamo tanto, sprechiamo tanto. Che poi riassumendola come l’abbiamo riassunta al bar, se crei dieci occasioni, vai finalmente in vantaggio con Ghirardini, e poi ti fai impalare in contropiede con una balaustra in versione assist-men uno schieramento difensivo stile ranocchia-juan jesus, incredibile amici, beh di sicuro devi capire che non è giornata. Sul pareggio 1 a 1 loro iniziano a pensare di poterla portare a casa, giocano in modo intelligente e con un tiro destinato tranquillamente nelle braccia di Borin una deviazione casuale di Lazzeri si trasforma in una pallombella nel sette. Roba da Olly e Benji vietato ai minori. Due a uno per loro, adrenalina a palla, il cronometro che menefreghista si avvicina alla sirena finale. Poi Becco dà un barlume di speranza, gol importante, numero due stagionale. Due a due, calci di rigore, epilogo inevitabile. Quarto posto. Alla fine si poteva vincerla, quando crei trenta occasioni e però non vinci significa che o è mancata la fortuna o un po’ di cattiveria. Ma va bene così, è stata una grande stagione, il Pochi c’è! Diremo la nostra nella prossima! Si continua poi con Egna e Welschnofen che si giocano l’ultimo posto in Golden e il primo in Silver. Le vincerà entrambe il Welschnofen, con un Wieser jr in giornata mondiale autore di una tripletta. Grande Broomball all’Alvise de Toni. Tocca anche a Rotalnord e Pergine, partita che aveva già un vincitore scritto. Non è mancato però l’agonismo, bella partita vinta dalle campionesse di Roverè, che con Mara Giacomuzzi ed Elisa Dallago hanno portato a casa anche la Classifica cannonieri. La finale per il quinto-sesto posto della Silver tra Black Wolves e Pinè non si è svolto causa l’assenza del Pinè. Dispiace che per il secondo anno di fila la squadra dell’altopiano non riesca a partecipare alle finali. Se c’è una partita che conta, è quella alle finali, valga essa per lo scudetto o per l’ultimo posto, perché le finali sono la giornata, per eccellenza, del Broomball italiano. C’è posto però per un amichevole tra ragazzi under 25 (per lo più under 20 con qualche “vecchiotto” con gran voglia di giocare). I ragazzi di Pochi e Gardena si sono sfidati tra di loro, mischiando le carte, in uno spot bellissimo per il Broomball. La finale Sharks-Belluno chiude il palinsesto, una sfida bellissima, stadio pieno di gente, tanti cori pro belluno, qualche coretto anche per gli Sharks. Ma la sfida non si fa in tribuna, e in campo non si scherza. Inizio blando da parte degli squali, che costretti a fare gioco temono sempre il contropiede, Belluno invece in giornata si, con la difesa attenta e cattiva. Il tempo scorre e il copione è lo stesso, belumati che giocano sistematicamente in inferiorità, squali che creano gioco ma finiscono sempre a tirare sui difensori avversari. Forse il segreto sta proprio li, in un Belluno che, conoscendo l’avversario, ha preparato la partita in difesa, difendendo senza problemi anche spesso in 4 uomini, e puntato il tutto e per tutto sui contropiedi. Gli Sharks non riescono a sfruttare nè un 5 contro 3 né una penalità maggiore di Canei. La difesa regge, D’Incà si supera, si va ai supplementari. I primi 20 secondi danno la superiorità agli Sharks, 3 contro 2, ma non viene sfruttata, poi è un gioco di possessi fino alla palla che arriva a Renè, diagonale basso, Frasnelli battuto, braccia al cielo. Belluno campione d’Italia, Sharks ancora una volta battuti in finale. Questa è la storia. Arrivederci al prossimo anno!! La Top 6 del Campionato Dopo un’intensa votazione, non senza dibattito, avvenuta nel gruppo whats’app “Pochi 89 Le cazzate qui” (per rendere l’idea della serietà del gruppo), ecco il verdetto della top 6 degli avversari incontrati durante il corso della stagione. Do you believe in miracles? Alleghe, stadio del ghiaccio Alvise de Toni. Eccoci infine giunte (dopo le tortuose strade del Passo S. Pellegrino) alla finale per il 3º/4º posto del campionato 2014/2015. La tensione nello spogliatoio delle White Wolves è così densa che servirebbe un demolitore per abbatterla; contro il Merano abbiamo sempre collezionato sconfitte, ecchimosi e traumi cranici e non vorremmo che la storia si ripetesse. Il coach Tait ed i suoi vice Pino e Roccia percepiscono il nostro stato d’animo e, con amorevoli pacche sulle spalle e dopo una seduta collettiva di yoga ci spingono in campo. Prima del grido di battaglia il capitano oh mio capitano Lisa, ispirata probabilmente dalla vista delle dolomiti bellunesi, improvvisa un’arringa degna di Braveheart e ci sprona a restare lucide e a tirare fuori il paiz da lupe. Le nostre avversarie non si smentiscono, sono belle cariche e di conseguenza ci caricano pure a noi, ma fortunatamente gli arbitri (ispirati pure loro probabilmente dalla vista dei monti del gruppo Civetta) questa volta non lasciano correre. Man mano che i minuti scorrono si fa largo in noi la consapevolezza che il Merano è un avversario alla nostra portata e saliamo spesso a fare incursione nella loro metà campo. Ad un minuto dalla fine del primo tempo la numero 24 mi scambia per uno dei gemelli Derrik e prova a farmi fare la catapulta infernale, ma il provvidenziale intervento di Lisa evita che la sottoscritta faccia qualcosa di cui poi avrei potuto pentirmi. L’intervallo ci serve per recuperare fiato e lucidità. Ricominciamo il secondo tempo con rinnovata grinta, correndo su ogni palla, bloccando le loro giocate e pressandole nella loro area di difesa finché la palla arriva sulla stecca di Jenny che prende la mira e la insacca. Mi ricordo bene quel momento, ero in panchina e mi sono goduta la scena e, soprattutto, l’incredulita’ generale. Quel goal ci ha ripagato di tutte le sconfitte subite in campionato. Ora si tratta di difendere il risultato e lo facciamo con le unghie e con i denti. A pochi secondi dalla fine della partita siamo cotte come le rave ed il Merano ne approfitta per creare scompiglio davanti all porta di Mik. C’è mischia e nel gazer generale è un attimo che la tonda sfugga al nostro controllo così il capitano Lisa sfodera l’arma finale, la mano de Dios e spazza via la palla dalla zona di pericolo. Il pubblico comincia il conto alla rovescia fino al liberatorio suono della sirena che decreta la fine delle ostilità. Butto uno sguardo in panchina e vedo Mirko che si accascia sulla balaustra e Pino con i lucciconi agli occhi. Il resto è gioia pura: vi confesso che agognavo questo momento, l’ abbraccio e l’esultanza con le mie compagne, alzare la coppa e festeggiare questa inaspettata vittoria. Credete nei miracoli? Noi si perché quello che si è compiuto sabato 14 marzo all’Alvise de Toni altro non può essere che un miracolo di tenacia, grinta e spirito di gruppo. Questo è l'ultimo numero della prima stagione del Wolves Time!! Ci vediamo presto!! Grazie a tutti per il vostro sostegno! Wolves Time, a cura di Marco Montel, Daniel Mall, Lorenzo Giuliani, Elia Veronesi e Silvia Tonelli. Seguici - contattaci: www.facebook.com/pochi89 www.pochi89.com [email protected]