Diete a confronto. Sulla bilancia vince chi... bilancia
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Diete a confronto. Sulla bilancia vince chi... bilancia
Diete a confronto. Sulla bilancia vince chi... bilancia Sanihelp.itLa Atkins, la Dukan, la Montignac. E ancora la Scardsale e la Zona. A ognuno la sua dieta, direte voi. Assolutamente no, rispondono gli esperti. Perché con l'alimentazione non si scherza. «Una dieta troppo restrittiva e/o squilibrata può compromettere gravemente la salute, anche se seguita per un breve periodo» è il monito di dietologi e nutrizionisti. Attenzione dunque a intraprendere la via giusta. Per far scendere i chili di troppo, ma non i muscoli. E preservare le energie e la lucidità mentale. Ma soprattutto: per stare bene. Di seguito la nostra Eat Parade. Con i consigli dell'esperto. Il professor Enrico Arcelli, già al Dipartimento di Scienze dello Sport e Nutrizione dell'Università di Milano, uno che di alimentazione e movimento se ne intende. In due parole: la scienza e l'esperienza. Sul campo e in cattedra. Partiamo dalla Dukan. La dieta del momento, quella di Pippa e della principessa Kate per intenderci. Durante la prima fase il piatto va riempito solo ed esclusivamente con proteine: via libera a pesce, crostacei, uova e carne magra. Seguono poi altre due fasi, una in cui alternare giorni di sole proteine con altri di proteine e verdure, e l'ultima che prevede il reintegro dei carboidrati. «La fase iniziale, ricca di proteine, aiuta psicologicamente, dato che c'è un calo di peso, in gran parte, però, non a carico del grasso, ma dei muscoli.» commenta il professor Arcelli. «Nella seconda fase è quasi la stessa cosa, anche se nelle verdure un po' di carboidrati ci sono.» Sul banco degli inquisiti anche la Atkins. Quantità esagerate di proteine e grassi. Eliminazione totale - o quasi - dei carboidrati, nessuno escluso: pane, pasta e riso, ma anche yogurt, latte e la maggior parte di frutta e verdura. Per poi passare alla loro reintroduzione (con riserva ovviamente). «Anche in questo caso non c'è quell'apporto minimo di carboidrati utile per la migliore efficienza.» afferma l'esperto «E c'è un calo del peso corporeo solo in parte determinato dalla riduzione del grasso.» Meno restrittiva la Montignac. Che sposta l'attenzione sull'indice glicemico degli alimenti. E punta il dito contro i carboidrati che causano i tanto dannosi picchi insulinici. Sì a legumi, pane integrale, verdura e alcuni tipi di frutta. No a pane bianco, riso e patate. Maggiore libertà nel consumo di proteine e grassi che vanno comunque scelti con cura. «Va sicuramente meglio delle due precedenti» afferma il professor Arcelli «Imita la Zona nella scelta di carboidrati a basso indice glicemico.» E poi ancora la Scardsale. Durata due settimane. Di nuovo drastica riduzione dei carboidrati. E zero grassi. Solo proteine magre accompagnate da verdura e frutta. La stessa frutta che a volte rappresenta l'unico nutriente del pasto. «Verdura e frutta apportano carboidrati, sia pure in quantità ridotta, carboidrati che, in ogni caso sono a basso indice glicemico. Anche qui, ad ogni modo, le proteine abbondano.» commenta l'esperto. E per finire la Zona. Quella che non elimina nulla. E che prevede il bilanciamento dei tre macronutrienti a ogni pasto. 40-30-30 la formula magica del benessere. In sintesi il 40% delle calorie provenienti dai carboidrati, il 30% dalle proteine e il restante 30% dai grassi ad ogni pasto e spuntino (almeno due durante la giornata). «La sua caratteristica importante è che, per prima, ha tenuto conto del fatto che i cibi non soltanto forniscono calorie e nutrienti, ma influiscono sui livelli ormonali» afferma il professor Arcelli «Essa tiene conto di tutte quelle che sono le regole del mangiare sano. Non serve soltanto per dimagrire, come erroneamente qualcuno ha affermato; è vero che la scelta dei cibi è fatta in modo da non soffrire la fame e dunque può essere usata anche per dimagrire. Ma soprattutto è uno stile alimentare da seguire per tutta la vita.» Continua l'esperto «Anche se si assumono poche calorie, l'apporto dei carboidrati supera le necessità minime quotidiane, mentre quello delle proteine, al contrario di chi superficialmente la inserisce fra le diete iperproteiche, non raggiunge mai quantitativi che possono essere dannosi.» A vincere e' sempre il buon senso.