Aiuti invernali per i bambini profughi siriani in Libano
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Aiuti invernali per i bambini profughi siriani in Libano
La guerra civile in Siria va avanti ormai da oltre cinque anni. I bambini siriani sono stati confrontati con la violenza e talvolta con la perdita di amici, fratelli o genitori. Molte scuole, molti ospedali e intere città sono in macerie. Innumerevoli famiglie sono fuggite oltreconfine. Uno dei paesi limitrofi, il Libano, ha accolto 800 000 bambini profughi siriani. La «Settimana delle stelle» vorrebbe aiutare i 560 000 bimbi più svantaggiati, che vivono con le loro famiglie in tende, alloggi di fortuna o presso famiglie ospitanti. Non hanno potuto portare appresso molto. Hanno per esempio dovuto lasciare in Siria i vestiti caldi per l’inverno, i loro giocattoli preferiti e il materiale scolastico. D’estate, nella valle della Beqa, dove vivono molti bambini siriani che si sono rifugiati in Libano, fa molto caldo. In inverno, invece, fa freddo, nevica e gli alloggi di fortuna diventano poco accoglienti. I bambini sono i più vulnerabili. Non hanno abiti pesanti, scarpe impermeabili, berretti o guanti. Senza coperte calde, le notti sono così gelide da non permettere di dormire bene. Anzi, si rischia pure di ammalarsi. Molti bambini profughi in Libano non vanno a scuola da anni. Non potevano andarci durante la fuga, ma spesso avevano mancato le lezioni già da un pezzo anche in Siria. A causa della guerra, infatti, circa seimila scuole siriane sono state distrutte od occupate e, come moltissime altre persone, anche numerosi insegnanti sono dovuti scappare dalla Siria. Per questo, la maggior parte dei bambini profughi ha mancato vari anni di scuola. Più il tempo passa e più diventa difficile recuperare. È quindi molto importante che questi bambini possano tornare sui banchi al più presto. Poiché le scuole in Libano sono già molto frequentate, non c’è posto per tutti. Come se non bastasse, per i piccoli profughi siriani è difficile recarsi a lezione, dato che non ci sono bus scolastici per loro. A ciò si aggiunge che in Libano molte materie vengono insegnate in francese o in inglese, mentre in Siria la scuola è solo in arabo. L’inverno rende la vita dei bambini profughi, a cui piacerebbe poter andare a scuola, ancora più difficile. Quando nevica e le temperature scendono sotto lo zero, fa troppo freddo per seguire le lezioni in scuole o tende scolastiche non riscaldate. Senza un cappotto e scarpe calde, i bambini si ammalano oppure non si avventurano neanche fuori al freddo. Grazie ai fondi raccolti nel corso della «Settimana delle stelle» 2016, l’UNICEF può aiutare i bambini profughi in Libano. L’UNICEF distribuisce abiti caldi, così che durante la stagione fredda i bambini non si ammalino negli alloggi di fortuna e possano andare a scuola. L’UNICEF si impegna inoltre affinché gli scolari siriani possano frequentare le scuole libanesi. L’UNICEF aiuta soprattutto l’infanzia e le famiglie più vulnerabili a superare i rigori invernali. I bambini ricevono vestiti caldi, stivali, guanti, berretti e coperte. Alle famiglie vengono consegnati buoni con i quali ottenere i capi di abbigliamento di cui i figli hanno più urgente bisogno. Affinché sia possibile frequentare le lezioni anche nei freddi mesi invernali, l’UNICEF riscalda le tende scolastiche delle tendopoli. L’UNICEF si adopera perché tutti i bambini profughi siriani possano tornare a scuola. Dato che gli allievi libanesi vanno a lezione di mattina, è stato organizzato un turno pomeridiano per quelli siriani. Le insegnanti libanesi seguono formazioni su come reintegrare nelle scuole questi bambini profughi che sono rimasti assenti dai banchi per molto tempo. Poiché per le famiglie fuggite dalla Siria è difficile iscrivere i figli alle scuole libanesi, l’UNICEF aiuta anche in questo ambito. Ai giovani siriani, l’UNICEF propone inoltre un sostegno per fare i compiti, recuperare i ritardi nel programma, riabituarsi all’ambiente scolastico e in caso di difficoltà con le lingue straniere. Affinché non debbano percorrere il lungo tragitto fino a scuola a piedi, l’UNICEF organizza il trasporto degli scolari. Solo chi ha il materiale necessario può seguire le lezioni come si deve. Ecco perché l’UNICEF distribuisce quaderni, penne, matite e zainetti. In questo modo, anche i bambini profughi possono tornare a scuola, sviluppare il loro potenziale e crescere come gli altri. Stato: agosto 2016