La testimonianza di Almer Bektic, soldato bosniaco

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La testimonianza di Almer Bektic, soldato bosniaco
La testimonianza di Almer Bektic, soldato bosniaco
Sabato 2 marzo è venuto in classe il padre di Karen, Almer Bektic, a offrirci il
suo contributo di testimone diretto sul tema geostorico della guerra civile in
Bosnia. Almer Bektic entrò a far parte dell’esercito bosniaco nel 1990 a soli 15
anni. Aveva il compito con i suoi compagni della resistenza di difendere
Sarajevo dall’assedio dell’esercito serbo delle ex Jugoslavia. Dal 1990 al 1995
ci fu una sanguinosa guerra civile tra i serbi e bosniaci, croati, ma la vera
causa di tutto ciò fu il contrasto etnico e religioso, come spesso accade, la lotta
per il potere e per il mantenimento del dominio serbo sulla Bosnia. L’esercito
dell’ex Iugoslavia attaccò la città di Sarajevo e gli abitanti, bosniaci musulmani,
croati cristiani, difesero la propria città e loro stessi senza pensare alle loro
diverse religioni. Infatti tra le varie etnie si viveva pacificamente. La resistenza
bosniaca si difese dai bombardamenti, dalle mine, dalle mitragliatrici e dai
cannoni dell’esercito serbo. In mezzo alle strade della città c’erano container,
per nascondersi e per proteggersi dai cecchini, che tormentavano la città
giorno e notte. Anche durante la guerra la vita quotidiana continuava: gli
abitanti vivevano dei loro orti, facevano mercati improvvisati, barattavano il
cibo con le altre famiglie e si accontentavano di quello che avevano. Moltissimi
civili perirono. Non morì nessuno dei suoi familiari; sua mamma perse una
gamba a causa di una mina. Ci fu anche episodi atroci di pulizia etnica, che
non sono guerra: sono folli che entrano in un villaggio e uccidono donne e
bambini solo per odio etnico e violenza brutale… i comandanti responsabili
sono stati condannati per crimini di guerra. persone furono condannati. Gran
parte di Sarajevo è state ricostruita, ma ci sono ancora palazzi distrutti o
rovinati che ricordano il tempo della guerra. Ora l’economia in Bosnia è favorita
dalle numerose multinazionali che aprono aziende private in territorio bosniaco
attratte dal basso costo della manodopera. Finita la guerra Almer Bektic si è
trasferito in Italia in cerca di lavoro. Ora è un dipendente di una ditta di
impianti di verniciatura e per questo lavoro viaggia spesso. Pur sposato con
una italiana e con due figli italiani, Almer Bektic è tuttora cittadino bosniaco e
conclude dicendo “ la guerra porta solo perdenti, non c’è un vincitore.”
Viviana Romano e Alessandro Bellucci, classe 2^ C