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Ambasciata d’Italia a Mosca Rassegna della stampa russa - Traduzioni 15 maggio 2014 Vedomosti http://www.vedomosti.ru/ Pagina 1/13 – I Partner dell’Europa hanno difeso Miller Sommario: Il Presidente di Gazprom Aleksey Miller avrebbe potuto trovarsi nella lista dei sanzionati dell’UE. Ma secondo le fonti di Vedomosti i Partner europei della compagnia hanno convinto le proprie autorità ad astenersi da tale passo Lunedì il Consiglio dell’Unione Europea ha esteso l’elenco delle persone soggette all’azione delle sanzioni europee. <…> La lista avrebbe potuto essere anche più vasta, hanno riferito a Vedomosti un banchiere d’investimenti che conosce i dirigenti di grandi società russe ed europee del settore di gas e petrolio, una persona vicina a Gazprom e il portavoce di una delle società di gas e petrolio europea. I partner europei hanno insistito sull’estromissione del nome di Miller dall’elenco, dicono. Il banchiere spiega come ci si è riusciti. Nella fase di preparazione delle liste le hanno avute le società di gas e petrolio. Queste a loro volta hanno chiesto e ottenuto ai politici dei propri Paesi l’esclusione di Miller dall’elenco, motivandolo con il fatto che le sanzioni avrebbero complicato gravemente la collaborazione con il partner russo. Il portavoce di una delle società di gas e petrolio europee rileva che per l’esclusione di Miller dall’elenco preliminare gli imprenditori hanno dovuto fare molti sforzi. <…> Tra le società che hanno difeso Miller c’erano società tedesche, francesi e italiane, assicura. “I politici europei prendono decisioni cui le società si ritrovano costrette a obbedire, ma queste ostacolano gravemente gli affari: la possibilità di lavorare a pieno titolo con Gazprom è necessaria”, - aggiunge un altro interlocutore di Vedomosti. Il presidente di Eurogas nonché il vice presidente della società energetica franco-belga GdF Suez, JeanFrançois Cirelli, in un convegno a Bruxelles ha spiegato che l’Europa ha la possibilità di rinunciare totalmente al gas russo, però ciò richiederà spese supplementari. Perché l’alternativa al gas russo costerà più cara ai consumatori. Secondo Cirelli, la Russia ha sempre adempiuto i propri impegni. Ha invitato l’Europa a evitare che la politica incida sui rapporti di gas con la Russia. Le sanzioni personali nei confronti dei manager delle società non hanno alcun impatto sulle stesse, né impediscono ai partner europei o americani a trattare con queste persone e firmare accordi. Tuttavia le persone sottoposte a sanzioni sono limitate nella libertà di spostamenti. Non potranno venire in Europa, e ciò danneggerà la collaborazione, riassume uno degli interlocutori di Vedomosti gli argomenti delle società. “Non possiedo informazioni circa il fatto che la nostra società abbia chiesto a qualche politico europeo di non estendere le sanzioni a Miller”, - dice il portavoce di Total. <…> L’Europa prende dalla Russia un terzo del gas di cui ha bisogno. E il mercato del gas, a differenza di quello petrolifero, dove fanno da padroni i trader, dipende molto dai colloqui personali dei capi delle società, dice Aleksey Grivach, vice direttore del Fondo di sicurezza energetica nazionale. La maggior parte delle società europee stanno cercando ora di rivedere i contratti con Gazprom, per questo ci sono trattative intense in corso. Le sanzioni nei confronti di Miller nell’UE avrebbero complicato queste trattative, ci sarebbe stata una controreazione, e Gazprom non sarebbe andato incontro ai suoi partner. E i processi d’arbitrato per la revisione dei contratti avrebbero allungato tutto per anni, ha detto. Gazprom è esportatore monopolista del gas russo, e se un fornitore di petrolio può essere sostituito, acquistare il gas si può solo da Gazprom, cioè sarebbero state di fatto sanzioni contro tutto il settore di gas, rileva il partner di RusEnergy Mikhail Krutikhin. Inoltre, tali sanzioni avrebbero potuto creare problemi anche per i progetti petroliferi delle società estere in Russia. Perché nei loro giacimenti queste estraggono anche il gas associato che devono consegnare nel sistema di tubazioni di Gazprom, aggiunge Krutikhin. Autore: E. Khodyakova, M. Papchenkova, M. Serov Taglio: alto Traduzione: Lev Kats ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Kommersant http://www.kommersant.ru/ Pagina 1/10 – Ai sistemi di pagamento internazionali conviene di piu’ uscire dalla Russia che rimanerci Sommario: Mantenere il business in Russia nelle condizioni di cambiamento della legislazione per VISA e MasterCard costera’ molto di piu’ piuttosto che uscire dal mercato nazionale sacrificando i profitti Di preciso si tratta di minimo 1 miliardo di dollari e 1,9 miliardi di dollari contro 160 milioni e 350-470 milioni, rispettivamente per Mastercard e Visa. Queste le stime contenute nell’analisi riservata della banca americana Morgan Stanley. [...] E’ a disposizione di K l’analisi per gli utenti della banca americana Morgan Stanley del 6 maggio, dal titolo “The Russian Bear: Impacts on V and MA”. In essa gli analisti della banca d’investimento internazionale valutano quali saranno le conseguenze delle modifiche alla legge “Sul sistema di pagamento nazionale” (sottoscritte il 5 maggio dal Presidente russo Vladimir Putin). Le modifiche sono volte a minimizzare i rischi per le banche russe di un blocco delle operazioni via carta da parte dei sistemi di pagamento internazionali, nell’ambito delle sanzioni introdotte nei confronti della Russia dai Governi esteri. Per questo i sistemi di pagamenti internazionali devono depositare in conti appositi della Banca Centrale un versamento a titolo di garanzia equivalente al fatturato di due giorni. [...] Ma dato che gli indicatori finanziari relativi alla Russia non sono stati rivelati fino ad ora non c’erano stime esatte. Secondo i dati della Morgan Stanley, che si basano sul fatturato complessivo annuo dei pagamenti via carta in Russia di 1,6 miliardi di dollari, Mastercard deve versare alla Banca Centrale 1 miliardo di dollari, e Visa il doppio, 1,9 miliardi di dollari. Il che in totale equivale a circa 100 miliardi di rubli. Queste cifre superano di un quarto il valore approssimativo delle spese complessive di entrambi i sistemi di pagamento per continuare a fare business in Russia (circa 80 miliardi di rubli) che a fine aprile ha riportato la Presidente del Comitato per il mercato finanziario della Duma di Stato Natalya Burykina. Secondo i calcoli di Morgan Stanley 2,9 miliardi di dollari è il minimo. “I sistemi di pagamento devono anche fondare in Russia i centri processing e pagare fino al 10% della quota versata alla Banca Centrale di sanzioni nel caso in cui rifiutino di fornire servizi a titolo unilaterale”, si sottolinea nella ricerca. Le spese dei sistemi di pagamento internazionali per continuare ad operare in Russia sono incomparabilmente maggiori rispetto ai profitti finanziari che traggono dal business russo. Gli analisti della Morgan Stanley nel loro rendiconto fanno anche questa consiederazione. Secondo i loro calcoli la quota data dalle suddivisioni russe sul totale dei ricavi ammonta al 3-4% per Visa e al 2% per Mastercard. Basandosi su questi calcoli e sui dati dei rendiconti di Mastercard e Visa, il ricavo netto dalle suddivisioni russe ammonta rispettivamente a 160 milioni di dollari e 350-470 milioni. [...] Quindi risulta che finanziariamente ai sistemi di pagamento nazionali conviene abbandonare la Russia anziché restarci. Ma l’aspetto finanziario non è l’unico. Mastercard non è stata affatto categorica nei suoi commenti. “Mastercard opera in Russia da più di 20 anni, continuiamo a studiare tutte le componenti della nuova legge e siamo certi che alcune delle sue disposizioni potranno non solo creare serie difficoltà alla nostra attività in Russia, ma anche, a lungo termine, danneggiare il mercato russo dei pagamenti elettronici. Continuiamo a collaborare fittamente con gli organi statali, le organizzazioni finanziari e le imprese commerciali russe”. Alla Visa non hanno commentanto l’analisi della Morgan Stanley. Ma in precedenza avevano segnalato di “essere intenzionati a lavorare intensamente con il Governo per trovare una via d’uscita alla situazione venutasi a creare”. Secondo le fonti di K in uno dei sistemi di pagamento “la conclusione secondo cui è più conveniente andarsene piuttosto che restare non è del tutto giusta. Operiamo nel mercato russo da tempo, abbiamo investito nel suo sviluppo, portato conoscenza e tecnologia”, sottolinea questi. La situazione non è senza via d’uscita, reputano i banchieri. “Dato che questa legge è stata adottata come reazione ad una difficile situazione politica non è escluso che nel corso delle trattative i sistemi riusciranno a trovare un compromesso”, afferma Valery Torkhov, presidente del consiglio d’amministrazione della banca Avangard. Tanto più che se i sistemi se ne andassero proprio ora che il giro d’affari interno si svolge attraverso di loro non sarebbe vantaggioso per nessuno. [...] Gli esperti ritengono che una soluzione pratica, che consentirebbe ai sistemi di pagamento internazionali di mantenere il business in Russia evitando spese enormi per i versamenti a titoli di garanzia alla Banca Centrale, potrebbe consistere nel suddividere il business russo in strutture singole con azionisti russi formalmente non legati a Visa e Mastercard, quindi non costretti a seguire le prescizioni sulle sanzioni delle autorità statunitensi. Questo esonera automaticamente i sistemi di pagamento internazionali dalla necessità di riservare dei soldi alla Banca Centrale. I sistemi di pagamento hanno alle spalle un’esperienza simile, constatano gli interlocutori di K. Ad esempio le sedi Visa in Europa sono suddivise in strutture distinte con azionisti non americani, ricorda quest’ultimo. L’opzione proposta dagli esperti è molto meno trasparente, e il momento ora è un altro. Autore: Olga Shestopal Taglio: alto Traduzione: Elena Di Bisceglie ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Izvestia http://izvestia.ru/ Pagina 8 – Il Ministro della Cultura riceverà comunque la laurea dall’Università italiana – Il Ministro della Cultura russo Vladimir Medinsky riceverà la laurea ad honorem dall’Università italiana Ca’ Foscari. La cerimonia di premiazione si terrà il 15 maggio a Mosca nell’edificio del Ministero della Cultura Viene a consegnare la laurea ad honorem il Prorettore alle Produzioni culturali e ai rapporti con le istituzioni scientifiche e culturali Silvia Burini, direttrice del Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR). La decisione di assegnare al Ministro russo il titolo ad honorem era stata presa in seguito alle votazioni del consiglio accademico della Ca’ Foscari, tenutesi il 24 marzo 2014. Inizialmente era previsto che la cerimonia di premiazione si tenesse il 12 maggio a Venezia. Ma, secondo informazioni ufficiali, Vladimir Medinsky è stato costretto a cancellare la sua visita in Italia per impegni improvvisi, quindi è stato comunicato che la cerimonia sarebbe stata rinviata a data da definirsi. I media italiani hanno intravisto nella cancellazione della visita un altro motivo: diversi Professori dell’università avevano espresso un parare negativo alla candidatura di Medinsky, compreso lo specialista di poesia greca Prof. Pontani, il cultore del teatro Paolo Puppa, la Professoressa di letteratura russa Donatella Possamai. Anche parte degli studenti e dei dipendenti amministrativi dell’Università hanno sostenuto le posizioni dei Professori. Persone ed enti coinvolti (Silvia Burini e il Ministero della Cultura russo) si sono rifiutati di commentare la situazione prima della cerimonia di premiazione. All’Ambasciata d’Italia a Mosca hanno dichiarato ad Izvestia di non essere al corrente di quanto accaduto. L’artista russo Sergey Andriyanka, insignito di mostre sulle pareti della Ca’ Foscari, ha comunicato ad Izvestia di “non sapere cosa stia accadendo all’interno dell’Università, di aver perso i contatti”. “Allora era venuta ad inaugurare la mostra Svetlana Medvedeva, c’era un’incantevole atmosfera d’amicizia. Gli italiani erano entusiasti. Avevano presenziato il Sindaco di Venezia e il Ministro dell’Istruzione italiano. Era nei piani, perlomeno a voce, una collaborazione con noi per una parte dell’istruzione artistica”, evidenzia l’artista. Il titolo di dottore ad honorem è stato istituito all’Università nel 2010 ed è rivolto a candidati che si sono distinti nel campo dell’arte, della scienza o della società o a coloro che hanno dato il proprio contributo allo sviluppo dell’Università. Vladimir Medinsky è diventato il secondo esponente culturale russo ad essere insignito di questa onorificenza. Nel 2013 la laurea ad honorem era stato consegnata a Nikita Mikhalkov. Autore: Viktoria Ivanova Taglio: medio Traduzione: Elena Di Bisceglie