BURKINA FASO E NIGER, visita ad limina 2010

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BURKINA FASO E NIGER, visita ad limina 2010
Pubblicazione speciale realizzata in occasione della visita al Papa
dei vescovi del Burkina Faso e del Niger
Città del Vaticano, 15-22 marzo 2010
A cura del SeDoc – Servizio Documentazione della Radio Vaticana
INDICE
La Repubblica del Burkina Faso
p. 2
La Repubblica del Niger*
p. 5
Struttura della Chiesa – Le diocesi
p. 8
Cronologia della Chiesa
p. 11
L’opera della Chiesa locale nel campo sanitario e della p. 12
promozione umana
Intervista a mons. S. F. Rouamba, Presidente della p. 13
Conferenza episcopale del Burkina Faso e del Niger
La vita della Chiesa in Burkina Faso e Niger
p. 18
I due viaggi pastorali di Giovanni Paolo II in Burkina Faso p. 47
Le visite ad limina
p. 57
*N.B. Della Conferenza episcopale (CEBN) fanno parte anche i
vescovi del Niger
1
Repubblica del Burkina Faso
(République du Burkina Faso)
Superficie: 274.471 Kmq
Confini e territorio. Confina con il
Mali a Nord e a Ovest, con il Niger
e il Benin a Est, con il Togo, il
Ghana e la Costa d’Avorio a Sud.
Costituito in prevalenza da un vasto
altopiano chiuso a Est da modesti
rilievi e a Sud-Ovest dal Téna
Kourou è inciso da numerosi corsi
d’acqua confluenti nel Volta. Il
clima è tropicale e molto secco, specialmente a Nord.
Capitale Ouagadougou
Popolazione 13.422.000 ab.
Gruppi etnici Mossi, Fulbe, Gourmantché, Bobo, Bisa-Samo,
Gourounsi, Dagari-Lobi, altri
Lingua Francese (ufficiale), Dioula, Malinke, Môre
Religione (ultimi dati ufficiali): musulmani 60,5%; seguaci delle
religioni tradizionali
africane 16% circa (altre stime
indicherebbero invece che sono molto più numerosi); protestanti
di varie denominazioni 4%; cattolici 19% circa (13,4% 1.809.000 - secondo l’Annuario Statistico della Chiesa 2007)
Forma di Governo Repubblica semi-presidenziale
Presidente Blaise Compaoré (CDP), dal 1° dicembre 1991,
rieletto il 13 novembre 2005
Primo Ministro Tertius Zongo, dal 4 giugno 2007
Unità monetaria franco CFA (100 centesimi)
Indice di sviluppo umano 0,342 ( 174 ° posto)
Membro di CEDEAO, OCI, ONU, UA e WTO, associato UE
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Cenni storici e quadro socio-politico
Nel corso del sec. XI tribù sudanesi occuparono la regione
dell'alto bacino del fiume Volta e in seguito (secc. XIII-XIV)
diedero vita ai due regni rivali di Ouagadougou e di Yatenga. Nel
1896 la Francia ridusse i due regni a protettorato, e
successivamente (1919) l'intera regione fu annessa all'Africa
Occidentale Francese col nome di Alto Volta. Conseguita
l'indipendenza nel 1960, la nazione dovette affrontare tra
1966
e
1980
gravissime
carestie
conseguenti
alla
desertificazione del Sahel. Una lunga serie di colpi di Stato
militari culminò nella presa del potere (1984) del capitano
Thomas Isidore Noël Sankara che cambiò il nome del Paese in
Burkina Faso (“Patria gli uomini onesti”), imponendo una svolta
filo-socialista. Spostatosi su posizioni moderate e di apertura
all'Occidente, Sankara fu assassinato dai suoi collaboratori
(1987), che istituirono un regime a partito unico (Fronte
Popolare) e designarono Capo dello Stato il capitano Blaise
Compaoré. Questi, eliminata l'ala oltranzista del Fronte Popolare,
nel 1991 ha aperto al multipartitismo, varato una nuova
costituzione democratica, abbandonando definitivamente i
riferimenti al marxismo-leninismo, ed è stato confermato alla
presidenza. Nel 1992 il suo partito ha conquistato la
maggioranza assoluta dei seggi, per poi riconfermarsi cinque
anni più tardi. Malgrado i propositi democratici, nel 1998 le
opposizioni hanno continuato di fatto a essere escluse dalla vita
politica. Le elezioni legislative del maggio 2002 hanno fatto
registrare la vittoria del partito al potere, che in precedenza
aveva mutato il nome in Congresso per la Democrazia e il
Progresso (CDP). Il CDP ha visto però drasticamente ridotto il
proprio numero di seggi in Parlamento, all'interno del quale sono
state ammesse ben dieci nuove formazioni politiche. Le elezioni
presidenziali, svoltesi nel 2005, sono state vinte nuovamente da
Compaoré con l'80,3% dei consensi. Nel gennaio 2006 si è
insediato il governo di Paramanga Ernest Yonli cui il 4 giugno
2007 è succeduto Tertius Zongo.
Nel Paese è in vigore la pena di morte.
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Economia
Grande quasi quanto l’Italia, il Burkina Faso è un Paese incluso
dall'ONU tra gli Stati più poveri del mondo (quelli cioè per i quali
è stata coniata la definizione di Quarto Mondo). Devastato dalla
siccità, esso dipende economicamente da un'agricoltura arcaica
e da una pastorizia di carattere nomade. Il Burkina Faso non
conobbe in epoca coloniale alcuna rilevante iniziativa; fu avviata
soltanto la coltivazione delle arachidi e quella del cotone. Con
l'indipendenza, la situazione non ha registrato miglioramenti di
rilievo, benché il governo incoraggi con cospicue agevolazioni
fiscali l'afflusso dei capitali esteri, al fine soprattutto di realizzare
nel Burkina Faso moderne industrie, nonché adeguate
infrastrutture. Il Paese vive in pratica degli aiuti stranieri, per
massima parte provenienti dalla Francia. Si calcola che i tre
quarti del bilancio dello Stato poggino appunto su prestiti esteri.
Le attività principali sono l'agricoltura (miglio, sorgo, mais, riso,
cotone e arachidi) e l'allevamento (bovini, ovini e caprini). Dal
sottosuolo si estraggono oro e manganese.
(Fonti: Sapere.it; De Agostini)
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NIGER (Répubblique du Niger)
Superficie 1.267.000 kmq
Confini e territorio. Confina a Nord
con l’Algeria e la Libia, a Est con il Ciad,
a Sud con la Nigeria e il Benin, a SudOvest con il Burkina Faso e a Ovest con
il Mali. Il territorio è un altopiano
interrotto nella parte centrale dal
massiccio dell’Aïr (2022 m); verso NordEst, al di là della vasta regione sabbiosa del Ténéré, si rialza nel
Plateau du Djado per digradare a Sud-Ovest verso la valle del
fiume Niger e a Sud-Est nel bacino del lago Ciad. Il clima è arido.
Capitale Niamey
Popolazione 13.462.000 ab.
Lingua Francese (ufficiale), Djerma, Hausa, altri idiomi locali.
Religione Netta maggioranza musulmana sunnita (ca 90%).
Seguono i credenti delle religioni tradizionali africane(8,7%);
cristiani 0,6 (dati del Rapporto 2008 ACS) di cui cattolici 0,14%
(19.000 - Annuario Statistico della Chiesa 2007)
Forma di Governo Regime militare
Presidente (ad interim) Salou Djibo a capo della giunta
militare (Conseil Suprême pour la Restauration de la
Démocratie - CSRD) salita al potere dopo il colpo di Stato del
18 febbraio 2010 che ha deposto il presidente in carica
Mamadou Tandja del Movimento nazionale per la Società e lo
Sviluppo (MNSD).
Primo Ministro Mahamadou Danda, nominato dalla giunta
militare il 23 febbraio 2010
Unità monetaria franco CFA
Indice di sviluppo umano 0,311 ( 177 ° posto)
Membro di CEDEAO, OCI, ONU, UA e WTO, associato UE
5
Cenni storici e quadro socio politico
Area di collegamento tra Nord Africa, Ciad e zona guineana, il
territorio dell’attuale Niger è composto di regioni che seguirono
vicende storiche articolate: il massiccio dell'Aïr fu occupato nel
sec. XI dai Tuareg, la parte orientale fu sede (secc. XI-XIX) del
Bornu, mentre quella meridionale ospitò il Regno Haussa del
Gobir (sec. XIII), in conflitto dal sec. XV con l'Impero sudanese
del Songhai, che occupava la parte occidentale del Paese. Invaso
dai Fulbe (sec. XIV), dopo la caduta del Songhai (1591), il Gobir
fu conquistato nel sec. XVIII dai Tekrur, diventando poi la base
della Federazione Fulbe-Haussa di Osman dan Fodio (1804-18).
Dal 1883 cadde sotto il dominio francese. Nel 1960 conseguì
l'indipendenza sotto la presidenza di Hamani Diori, il cui
regime mono-partitico e filo-occidentale venne rovesciato nel
1974 nel quadro della difficilissima situazione interna per la
carestia provocata dalla siccità del Sahel. Dopo una lunga serie
di dittature militari, nel 1989 il col. Alì Seibou avviò un processo
democratico, culminato nella nuova costituzione pluralista (1992)
e in libere elezioni vinte dalla coalizione delle forze di
opposizione guidate da Mahamane Ousmane (1993). Il peso
dell'azione di guerriglia degli indipendentisti Tuareg (con i quali
nel 1995 si giunse a concordare un cessate-il-fuoco e ad avviare
trattative) e gravi dissensi interni sulla linea di ricostruzione
nazionale crearono le premesse del golpe attuato nel 1996 dal
col. Ibrahim Barré Mainassara. Costretto dalle pressioni
internazionali a fare approvare una nuova costituzione, questi si
affermò (1996) in elezioni politiche di assai dubbia correttezza,
mentre riprendevano le azioni di guerriglia dei Tuareg. L'anno
successivo un nuovo governo ha avviato negoziati con le Forze
Armate Rivoluzionarie Sahariane. Nello stesso anno vi è stata
un’accelerazione del processo di democratizzazione con il varo di
una nuova costituzione di tipo presidenziale e nuove elezioni
vinte da una vasta coalizione politica guidata da Mamadou
Tandja del Movimento Nazionale per la Società e lo Sviluppo
(MNSD), che ha assunto la carica di presidente. Nel 2001 la
coalizione di governo guidata da Tandja ha privatizzato le
telecomunicazioni ed avviato un programma di scolarizzazione
per combattere il diffuso analfabetismo. Nell'agosto dello stesso
anno è stato sventato un tentativo di colpo di stato messo in
6
atto da alcuni reparti militari nella regione di Diffa. Nel marzo
2004 l'esercito è dovuto intervenire nelle regioni settentrionali
per contrastare la guerriglia del Gruppo Salafita per la
Predicazione e il Combattimento (GSPC), legato all'estremismo
islamico algerino. Nel 2005 il Paese è stato colpito da una grave
carestia. Nel dicembre 2009, con la mediazione della Libia,
hanno finalmente deposto le armi i ribelli Tuareg del „Front des
Forces de Redressement‟ (FFR), movimento nato nel maggio
2008 da una scissione in seno alla principale ribellione Tuareg
attiva nel nord dal 2007, il Movimento dei nigerini per la giustizia
(MNJ). Un progresso di segno opposto all’evoluzione politica
nella capitale, Niamey, dove nell’agosto 2009 il presidente
Tandja è riuscito a far approvare controverse modifiche
costituzionali che hanno allargato il suo potere e prolungato il
suo mandato, dando inizio a una grave crisi politica e suscitando
critiche e sanzioni da parte della comunità internazionale. Le
elezioni parlamentari del 20 ottobre 2009, boicottate
dall’opposizione, sono state vinte senza sorprese dal Movimento
nazionale per la società e lo sviluppo (Mnsd) del Presidente
Tandja e da formazioni alleate. I risultati sono stati convalidati
l’11 novembre dalla Corte costituzionale, composta soltanto da
magistrati alleati di Tandja, dopo il licenziamento nel giugno
scorso di sette giudici contrari alla riforma costituzionale
promossa dal Presidente. La Corte ha anche respinto le richieste
di annullamento del voto presentate da alcuni candidati
indipendenti e partiti. Prima della Convalida della Corte, il
Parlamento dell’Unione Africana aveva chiesto l’organizzazione di
nuove legislative “serie e credibili”, mentre l’Unione Europea
aveva sospeso il suo aiuto a Niamey chiedendo entro un mese
l’avvio di consultazioni per un ritorno all’ordine costituzionale.
Il 18 febbraio scorso un gruppo di militari golpisti ha deposto
il Tandja e il suo governo. La giunta ha dichiarato sospesa la
controversa costituzione varata nell’agosto 2009, sciolto il
Governo in carica e promesso elezioni libere dopo un periodo di
transizione la cui durata non è stata tuttavia precisata. Il 23
febbraio il Presidente della giunta, il Consiglio Supremo per la
Restaurazione della Democrazia (Conseil Suprême pour la
Restauration de la Démocratie - CSRD) ha nominato il nuovo
Primo Ministro nella persona di Mahamadou Danda, un civile
7
che ha chiesto garanzie circa il ritorno alla democrazia nel
Paese.
Economia
Nonostante le sue notevoli ricchezze minerarie (in particolare
uranio e altri minerali) che attraggono investimenti per miliardi
di dollari dalle compagnie internazionali, il Niger è il Paese più
povero del mondo con la maggior parte della popolazione che
vive con meno di un dollaro al giorno. La pena di morte è
formalmente in vigore.
(Fonti Sapere.it; agenzie – lz)
LA CHIESA IN BURKINA FASO E NIGER
Conferenza episcopale
Conférence des Evêques de Burkina Faso et du Niger - CEBN
(sito www.egliseduburkina.org )
Presidente:
Mons. Séraphin François ROUAMBA arcivescovo di Koupéla
Vice-Presidente:
Mons. Lucas Kalfa SANOU, vescovo di Banfora
Nunzio apostolico:
Mons. Vito RALLO, arciv. tit. di Alba
8
Le diocesi
La Chiesa cattolica è presente in Burkina Faso con tre arcidiocesi
e 9 diocesi, mentre in Niger conta una arcidiocesi e una diocesi:
BURKINA FASO
Arcidiocesi metr. di Bobo-Dioulasso
Mons. Anselme Titianma SANON
Diocesi di Banfora
Mons. Lucas Kalfa SANOU
Diocesi di Dédougou
Mons. Judes BICABA
Diocesi di Diébougou
Mons. Raphaël Dabiré KUSIELE
Diocesi di Nouna
Mons. Joseph SAMA
Arcidiocesi metr. di Koupéla
Mons. Séraphin François ROUAMBA
Diocesi di Fada N'Gourma
Mons. Paul OUÉDRAOGO
Diocesi di Kaya
Mons Thomas KABORÉ
Diocesi di Dori
Mons Joachim OUÉDRAOGO
Arcidiocesi metr. di Ouagadougou
Diocesi di Manga
Mons Wenceslas COMPAORÉ
Diocesi di Koudougou
Mons.Basile TAPSOBA
Diocesi di Ouahigouya
Mons. Justin KIENTEGA
NIGER
Arcidiocesi di Niamey
Mons. Michel Christian CARTATÉGUY, S.M.A
9
Diocesi di Maradi (imm. soggetta alla Santa sede):
Mons. Ambroise OUÉDRAOGO
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Breve cronologia schematica della Chiesa
BURKINA FASO
1900 I Padri Bianchi del Vicariato Apostolico del Sahara Sudan
fondano le missioni di Koupela e Kanande
1901 La missione si stabilisce nella capitale Ouagadougou
1904 Arrivano le Suore Bianche
1921 Erezione del Vicariato Apostolico di Ouagadougou
1926 Fondazione del Seminario minore di Pabré
1930 Fondazione della Congregazione delle Suore Negre
dell’Immacolata Concezione
1933 Apertura del Seminario maggiore di Pabré, trasferito poi a
Koumi
1942 Prime tre ordinazioni sacerdotali
1950 Fondazione della Congregazione indigena dei Fratelli della
Santa Famiglia
14 settembre 1955 Istituzione della Sacra Gerarchia;
Ouagadougou diventa sede metropolitana.
1956 Erezione della diocesi di Koupéla, prima diocesi dell’exAfrica Orientale Francese ad essere affidata a clero autoctono. Il
suo primo vescovo è Mons. Diodato Youngbar.
1960 Mons. Paul Zoungrana viene nominato arcivescovo di
Ouagadougou
1965 Mons. Paul Zoungrana è creato cardinale.
1969 Erezione della diocesi di Kaya.
1997 Erezione della diocesi di Manga.
1980 Prima visita pastorale di Giovanni Paolo II nel Paese
1990 Seconda visita pastorale di Giovanni Paolo II.
1998 Creazione della diocesi di Banfora.
2000 Creazione della diocesi di Nouma e Dédougou. Nel 2000 le
Diocesi di Bobo Dioulasso e Koupéla vengono elevate ad
Arcidiocesi Metropolitane.
NIGER
1936-1946 Prima evangelizzazione del territorio dell’attuale
Niger ad opera dei Padri delle Missioni Africane (SMA).
1935 Viene costruita la prima cattedrale a Niamey.
1942 Creazione della Prefettura Apostolica di Niamey affidata a
11
mons. Constant Quillard, Redentorista.
1946 I Redentoristi incominciano la loro opera.
1961 Ordinazione di mons. Marie-Jean-Baptiste-Hippolyte
Berlier, C.SS.R. primo vescovo di Niamey, elevata a diocesi.
1968 Costruzione della nuova cattedrale di Niamey.
2001 Creazione della nuova diocesi di Maradi immediatamente
soggetta alla Santa Sede con territorio distaccato dalla diocesi di
Niamey.
25 giugno 2007 La diocesi di Niamey elevata ad arcidiocesi
(Fonte: Guida delle Missioni cattoliche)
L’opera della Chiesa locale nel campo sanitario e della
promozione umana: la presenza dei Camilliani
Oltre che nella pastorale e nell’evangelizzazione, la Chiesa locale
è attivamente impegnata nel campo sanitario, dell'educazione e
della promozione umana. A questo proposito si segnala l’opera
dei Camilliani in Burkina Faso, presenti nel Paese dal 1966, su
invito dell’allora arcivescovo di Ouagadougou card. Paul
Zoungrana. La tradizionale intraprendenza dei Camilliani in
campo sanitario - più che mai necessaria in un Paese in cui
l’assistenza medica è ancora molto carente, soprattutto nelle
campagne - è assicurata attraverso molteplici iniziative. Tra
queste, per citarne alcune, il Centro medico di Ouagadougou,
una vera e propria cittadella della salute, il Centro medico di
Nanoro, il poliambulatorio di Kossiam in una zona agricola.
Insieme alle attività sanitarie, i Camilliani gestiscono attività
formazione e assistenza sociale. Ad essi è anche affidata anche
una vasta parrocchia alla periferia della capitale Ouagadougou.
Ulteriori informazioni su questa multiforme presenza sono
disponibili
sul
sito
della
Congregazione
www.sancamillo.org/burkina/ (lz)
12
Intervista a mons. Séraphin François Rouamba Presidente
della Conferenza episcopale del Burkina Faso e del Niger
(…)
Cosa ci può dire sul numero dei cattolici in Burkina Faso?
Registriamo una crescita costante del numero dei fedeli
battezzati. Ad esempio, nella mia diocesi ogni anno abbiamo
circa 5mila battesimi di bambini e 4.800 battesimi di adulti e
questo avviene ormai da diversi anni. Lo stesso accade in altre
diocesi quindi (…) possiamo dire in questo ambito la Chiesa in
Burkina Faso è in buona salute. Secondo le ultime statistiche
ufficiali, i cattolici sono circa il 19% della popolazione, i
protestanti il 4% e i musulmani 60,5 %, mentre i seguaci delle
religioni tradizionali africane sono poco più del 15%, anche se
quest’ultimo dato non ci convince, perché a noi risultano molto
più numerosi (…).
Quali sono i punti di forza della Chiesa in Burkina Faso?
La Chiesa in Burkina Faso ha oggi delle grandi sfide. [C’è
innanzitutto la promozione] delle Comunità Cristiane di Base,
perché è in queste comunità che i cristiani si sentono una
famiglia e possono condividere insieme la loro fede, il loro amore
e le loro speranze. (…) Ci siamo resi conto che se ci fermiamo ai
numeri, sarà difficile di avere veramente dei cristiani convinti e
con una fede solida. È necessario che le Piccole Comunità di
Base sostengano i cristiani nella loro vita quotidiana e nel loro
cammino di fede. Quindi per noi è innanzitutto questa la sfida,
una sfida che la Chiesa affronta dal 1975. (…) Ritengo che
questo sforzo vada continuato e siamo contenti dei risultati
raggiunti in alcune diocesi. C’è poi il problema dell’inculturazione:
si fanno molti sforzi su questo fronte e in effetti siamo convinti
che se (…) se non evangelizziamo la nostra cultura non potremo
mai evangelizzare in profondità i nostri fedeli, resterebbe
un’evangelizzazione superficiale. Dunque per noi avere una
Chiesa inculturata è una grande sfida. Su questo fronte penso
che siamo ancora troppo timidi e esitanti, ma siccome siamo
tutti convinti della necessità di questa inculturazione, gli sforzi in
questo senso continueranno (…) C’è anche il problema dei
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catechisti e delle le vocazioni religiose e sacerdotali. Riteniamo
che lo status dei catechisti vada rivisto e aggiornato alle nuove
esigenze della Chiesa oggi, perché essi hanno un ruolo e una
responsabilità molto grande nell’evangelizzazione. Il catechista e
la sua famiglia in molti luoghi sono l’unica espressione della
Chiesa (…): è così dai tempi della prima evangelizzazione. Ma
con il miglioramento generale del livello di istruzione nella
società, la preparazione dei catechisti è rimasta quella che era e
il catechista oggi non ha più il suo posto nella comunità cristiana
e nelle parrocchie (…). Questo ci stimola a riflettere a fondo sulla
nostra Chiesa-Famiglia, per restituire ai catechisti il loro ruolo
nelle nostre diverse comunità.
A questo proposito, qual è il ruolo dei laici nella
costruzione di questa Chiesa-Famiglia di Dio nel Burkina
Faso?
Quando parliamo di catechisti parliamo di laici e il loro ruolo è
sempre stato molto importante nella nostra Chiesa, dalle origini
ai nostri giorni. Ma parlare di laici ci ricorda anche che ogni
battezzato deve essere discepolo di Cristo, deve essere un
testimone del Vangelo ovunque si trovi. Pensiamo in particolare
alle nostre attuali élite cristiane che devono essere sempre più
consapevoli del ruolo che devono svolgere nelle posizioni in cui
trovano per essere il fermento di questa società e di questo
nuovo mondo che nasce con Gesù Cristo. In questo senso siamo
contenti di quello che sta accadendo in questi ultimi tempi a
Ouagadougou, dove abbiamo una scuola di formazione teologica
per laici che ha rilasciato circa 45 diplomi dopo quattro anni di
corso. Per noi è molto incoraggiante vedere tanti laici che dopo il
lavoro vengono da noi, perché sanno che hanno bisogno di
conoscere meglio la loro religione, Gesù Cristo e di testimoniarlo
meglio ovunque. Quindi credo che ci sia la consapevolezza del
nostro laicato che per potere testimoniare meglio il Vangelo
occorre una migliore preparazione (…). Questa è un’altra delle
nostre grandi sfide e credo che siamo pronti ad affrontarla.
Avete detto che i musulmani sono il 60,5 % e che i
seguaci delle religioni tradizionali africane sono quasi il
16%. Quali sono i rapporti con queste diverse religioni in
14
Burkina Faso?
(…) Devo dire che i cristiani, i musulmani e i seguaci delle
religioni tradizionali si intendono bene. (…). Ci può essere
qualche caso di incomprensione, come del resto accade anche
tra cristiani e anche tra cattolici, ma altrimenti, allo stato attuale,
siamo contenti di questa simbiosi tra i seguaci delle diverse
religioni in Burkina Faso. Basti pensare, per fare qualche
esempio, che quando facciamo le nostre visite pastorali nelle
diocesi, vengono anche i protestanti e i musulmani (…) e
addirittura assistono alla Messa fino alla fine. Di questo
dobbiamo essere veramente contenti. Certo, non possiamo dire
che sarà sempre così, perché quando si vedono alcuni
movimenti qualche paura la abbiamo. Ma allo stato attuale c’è
una buona intesa interreligiosa. Quando, ad esempio, deve
essere costruita una chiesa in un piccolo villaggio, succede che le
donne musulmane aiutano a portare l’acqua e tutti si danno fare
(…). Ho avuto commercianti musulmani che sono venuti a
trovarmi per chiedermi di contribuire alla costruzione di una
parrocchia. Il motivo è semplice: dove si costruisce una
parrocchia si sa che ci sarà una scuola, un dispensario e,
siccome i cattolici non fanno discriminazioni, ne beneficia tutta la
popolazione. (…)
Ci sono sette in Burkina Faso?
Da noi (…) abbiamo le Assemblee di Dio e le Chiese evangeliche,
con le quali finora c’è stata una buona intesa. (…). Tuttavia
alcune sette cominciano a moltiplicarsi e a proliferare anche da
noi (…). Proprio per questo riteniamo importante promuovere le
Comunità Cristiane di Base dove i cristiani si sentano come una
famiglia in cui possono condividere la loro fede.
Che riflessi ha avuto il Sinodo sulla vita delle vostre
diocesi in Burkina Faso?
All’inizio eravamo un po’ scettici, perché non abbiamo ancora
attuato le indicazioni del precedente Sinodo per l’Africa. Ma poi ci
siamo resi conto che era opportuno, perché quando vediamo
l’Africa oggi, il problema della giustizia e della pace è veramente
15
molto attuale. Credo che il Papa abbia avuto una buona idea di
scegliere questo tema per la nostra Chiesa in Africa. Occorre dire
che le Chiesa africane avevano già posto al centro della loro
attenzione il problema della giustizia e della pace. (…) Possiamo
constare che il ruolo della Chiesa è fondamentale: ci sono state
delle iniziative di riconciliazione a cui nessuno credeva (…) e poi
abbiamo visto che le comunità sono riuscite a superare le loro
divisioni (…). Quindi il Sinodo ha confortato le convinzioni dei
cristiani e ha dato sostegno alle loro iniziative. Credo che sia
molto importante che la Chiesa sia presente ovunque ci sia
bisogno di riconciliazione. Noi vediamo nei nostri diversi Paesi
l’impegno della Chiesa nella ricerca della riconciliazione, della
giustizia e della pace. Nel Burkina Faso, ad esempio, la Chiesa
ha contribuito, insieme alle altre confessioni religiose e alle
autorità tradizionali, a cercare le vie per una riconciliazione
durevole, perché le nostre diverse comunità nazionali hanno
vissuto terribili fratture (...) che hanno lasciato un segno, con
comunità divise e antagoniste in cui era profondo il bisogno di
riconciliazione. La Chiesa ha avuto e avrà un ruolo importante in
questo ambito. (…). Quindi il tema del Sinodo è stato quanto mai
pertinente e ci stiamo già chiedendo come mettere in pratica le
sue indicazioni, ma siamo sicuri che la prossima l’Esortazione
post-sinodale porrà basi molto solide a questa opera. (…)
Alla loro ultima assemblea plenaria i vescovi hanno preso
una posizione molto chiara e netta contro la revisione
dell’art. 37 della Costituzione. Ci può spiegare perché?
Si tratta di una possibile revisione dell’articolo 37 che limita il
mandato del Presidente che ha un mandato di cinque anni
rinnovabile ogni cinque anni. Ci sono voci e dibattiti sui giornali e
quindi all’ultima sessione plenaria i vescovi del Burkina Faso e
del Niger hanno parlato anche di questo. La nostra Costituzione
non impedisce la revisione dell’articolo 37 (…), ma per noi non è
una questione di costituzionalità o legalità. Ci siamo detti: “È
vero che è legale, ma oggi in Burkina Faso abolire la limitazione
dei mandati contribuirebbe alla pace per la nostra popolazione?”.
Abbiamo riflettuto e abbiamo pensato che non era saggio
modificare la Costituzione in questo senso (…) e che era meglio
rimanere fermi a questa per la pace e la tranquillità del nostro
16
popolo. Per questo abbiamo espresso la nostra posizione, come
cittadini di questo Paese (….). Abbiamo ritenuto che era normale
esprimere il nostro punto di vista: mancheremmo al nostro
dovere di pastori se non esprimessimo il nostro giudizio e non
offrissimo la nostra analisi della situazione (…).
Cosa potete dirci sulla vostra visita ad limina e che cosa
volete condividere con il Santo Padre?
Innanzitutto vorremmo ringraziarlo. (…) Per noi è un’occasione
per rinnovare il nostro legame di comunione con lui (…)
Pensiamo che la nostra Chiesa cresce e dobbiamo ringraziare il
Papa per averci dato un Nunzio e non dovere più dipendere da
Abidjan. Riteniamo che sia stato un atto di attenzione nei nostri
confronti e lo ringraziamo. Sappiamo che è al nostro fianco per
incoraggiarci (…). Devo anche dire che anche la Chiesa del Niger
che con noi forma un’unica Conferenza episcopale è felice di
vivere questa comunione con noi e siamo contenti di camminare
insieme nella missione. (…) Se vuole continuare a progredire la
Chiesa deve essere missionaria e abbiamo voluto formalizzare
questo: questa è una delle nostre grandi sfide. Ci siamo resi
contro (…) che dobbiamo annunciare la nostra fede in tutte le
diocesi e che i sacerdoti devono accettare di andare ovunque in
Burkina, ma anche fuori dal Paese. La Chiesa- Famiglia del
Burkina che tanto ha ricevuto deve sapere che adesso deve dare
altrettanto, nei limiti delle sue possibilità.
(Intervista realizzata da Jean-Baptiste Sourou del Programma
Francese–Africa
- traduzione a cura di Lisa Zengarini)
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LA VITA DELLA CHIESA
Ordinato il nuovo vescovo di Koupéla, in Burkina Faso,
mons. Séraphim F. Rouamba
26 ott 95 - Il nuovo vescovo di Koupéla, in Burkina Faso, mons.
Seraphin F. Rouamba, ha celebrato la sua prima Santa Messa
come tale, domenica scorsa, nella stessa cattedrale di Nostra
Signora delle Grazie dove, il giorno prima, era stato consacrato.
È stata una celebrazione di ringraziamento per la pienezza del
sacerdozio ricevuta per le mani del vescovo italiano di Padova,
mons. Antonio Mattiazzo. All'omelia mons. Rouamba ha
vivamente esortato i fedeli a pregare dio e a confidare
pienamente in lui per essere autentici testimoni della fede. Alle
due celebrazioni hanno preso parte i vescovi del Burkina Faso,
alcuni del Mali, il Nunzio apostolico mons. Luigi Ventura, decine
di sacerdoti contornati da religiosi e da laici. Mons. Wamba era
stato nominato a giugno in sostituzione di mons. Dieudonné
Yougbare, oggi emerito. La diocesi di Koupéla, secondo dati del
1994, conta, su una popolazione di poco più di un milione di
abitanti, quasi 159 mila cattolici, distribuiti in tredici parrocchie e
assistiti da 55 sacerdoti diocesani, 10 Missionari d'Africa, una
cinquantina di religiose e circa 400 catechisti.
"La Chiesa-Famiglia in cammino verso l'anno Duemila" è il
tema del quarto pellegrinaggio mariano nazionale a
Yagma, nel Burkina Faso
15 feb 96 - "La Chiesa Famiglia in cammino verso l'anno
Duemila" è stato il tema del quarto pellegrinaggio mariano
nazionale svoltosi a Yagma, in Burkina Faso, domenica, 11
febbraio. Al pellegrinaggio hanno preso parte numerosi fedeli
provenienti dalle nove diocesi del Burkina Faso, del Niger e della
Costa D'avorio. Dopo la recita del Santo Rosario nelle varie
lingue locali ed in francese, i pellegrini hanno partecipato ad una
solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall'arcivescovo di
Ouagadougou, mons. Jean Marie Campaoré. Nell'omelia mons.
Campaoré si è soffermato sul tema del pellegrinaggio di
quest'anno, sottolineando che la preparazione al Giubileo
dell'anno 2000 sarà un'occasione di rinnovamento per la chiesa
del burkina faso. Alla realizzazione di questo rinnovamento, ha
18
detto, sono chiamati a contribuire tutti i fedeli. Mons. Campaoré
ha concluso la sua omelia con una preghiera speciale per i
governanti del Burkina Faso.
Il 50° anniversario dell’implantazione della Chiesa in
Niger
17 lug 96 - La Chiesa del Niger festeggia quest'anno i
cinquant'anni di fondazione. Una Chiesa piccola che conta oggi
solo 19 mila fedeli su una popolazione di 9 milioni di abitanti, ma
di cui si dice complessivamente soddisfatto l'attuale
amministratore apostolico di Niamey, mons. Guy Romano, che il
prossimo settembre ordinerà il primo sacerdote indigeno. a
questo tra due anni, ha detto mons. romano, si aggiungeranno
altri otto sacerdoti novelli del niger, che stanno studiando in
Burkina Faso. Attualmente nel paese opera un gruppo di
missionarie della carita' che dirigono un dispensario nella
periferia della capitale, dove manca ogni assistenza sanitaria. in
un'altra città, Konni, la diocesi di Niamey ha costruito un centro
socio-culturale con una biblioteca annessa. il vescovo spera di
potere aprire tra breve anche una scuola professionale, di cui il
paese ha un forte bisogno.
I vescovi del Burkina Faso annunciano la decisione di
costruire un nuovo seminario interdiocesano
16 apr 97 - In una nota pastorale diffusa lo scorso febbraio i
vescovi del Burkina Faso hanno annunciato la decisione di
fondare un nuovo seminario interdiocesano. Il seminario sarà
dedicato a San Pietro e Paolo e sorgerà a Kossowen. A
determinare la decisione – spiegano i vescovi nella nota – la
crescita delle comunità cristiane e l’aumento del numero dei
candidati al sacerdozio che i due seminari esistenti non sono
più in grado di accogliere. L’annuncio della costruzione del
nuovo seminario cade nel 20° anniversario della fondazione del
seminario di Saint Jean Baptiste di Ouagadougou e a tre anni
dal Grande Giubileo del 2000.
A Ouagadougou il Centro "Del Wende” delle Missionarie di
Notre Dame d'Afrique accoglie donne accusate di essere
"mangiatrici di anime”
27 nov 97 - Sono oltre trecento le donne accusate di essere
19
"mangiatrici di anime" che hanno trovato rifugio e una nuova
vita nel centro di assistenza "Del Wende'", nella periferia di
Ouagadougu, in Burkina Faso. Il centro e' gestito dalle
Missionarie di Notre Dame d'Afrique. Le ospiti sono in
maggioranza anziane accusate dai capi-villaggio di essere
responsabili di qualche morte che, causata da una malattia o un
incidente, non viene accettata dalla popolazione e viene quindi
attribuita al maleficio di una persona individuata da uno stregone.
Sono sempre i soggetti più deboli ad essere colpiti da queste
accuse infamanti, che comportano l'espulsione dal villaggio:
anziane, vedove, donne emarginate o indigenti. Il centro "Del
Wende", che nella lingua locale significa "Appoggiati a Dio", offre
a queste donne accoglienza, sottraendole allo stato di
abbandono e solitudine in cui vengono lasciate che non
raramente le porta al suicidio.
“Radio Maria” in Burkina Faso costretta a sospendere la
trasmissione dei notiziari della Radio Vaticana
23 dic 97 – “Radio Maria” in Burkina Faso non ritrasmette più da
ieri i notiziari della Radio Vaticana. E' la conseguenza di una
ingiunzione diramata dal Consiglio Superiore dell'Informazione di
Ouagadougou che fa divieto a quattro emittenti locali di
ritrasmettre radio estere. L'ingiunzione, oltre a Radio Maria, ha
colpito Horizon FM, Radio Pulsar, e Radio Energie collegate,
rispettivamente, con la Voice of America, con la BBC e con Radio
France Internationale. Per l'ente governativo la ritrasmissione in
voce dei notiziari di emittenti estere costituisce un abuso nell’uso
delle delle licenze di trasmissione. "Tali manipolazioni nella
utilizzazione delle frequenze – precisa il Consiglio Superiore
dell'Informazione di Ouagadougou - pongono il problema della
responsabilità editoriale dell'emittente e un problema di
sovranità per il Burkina Faso". L'ente governativo ha ribadito che
le emittenti estere che vogliono trasmettere in Burkina Faso
devono sottoscrivere una convenzione.
I vescovi del Burkina Faso si appellano alla generosità dei
fedeli per sostenere l’autosufficienza della Chiesa nel
Paese
6 apr 98 In una lettera pastorale i vescovi del Burkina Faso
hanno fatto appello a tutti i fedeli e alle persone di buona
20
volontà a sostenere la Chiesa e in particolare la sua opera
caritativa, l’OCADES Burkina istituita nel 1996. Nel documento i
presuli ricordano come dall’inizio dell’evangelizzazione la Chiesa
del Burkina Faso abbia beneficiato di tanti aiuti dall’estero e
della solidarietà della Chiesa universale sia nel campo
missionario, sia in quello dello sviluppo. “Oggi – scrivono - la
nostra Chiesa-famiglia ha quasi cento anni di esistenza ed è
quindi giunto il momento di dare più segni di maturità e di
autosufficienza. L’evangelizzazione e la promozione dello
sviluppo in Burkina Faso non può continuare contando sull’aiuto
degli altri. La nostra decisione è dunque una questione
importante ed è insieme nella solidarietà in nome della nostra
dignità che potremo e dobbiamo accogliere questa sfida”.
I cristiani del Niger temono l’islamizzazione dello Stato
NIAMEY 18 giu 99 - Cattolici e protestanti del Niger temono
l’islamizzazione dello Stato. La religione islamica, maggioritaria,
appare sempre più come un elemento di conquista e di
conservazione del potere. Queste riserve dei cristiani nigerini
fanno riferimento a due recenti disposizioni adottate dal
Consiglio Consultivo Nazionale. Queste due disposizioni sono
l'istituzione di un Consiglio per gli affari religiosi e la
soppressione dell'articolo 128 dal progetto della nuova
Costituzione. Questo articolo affermava esplicitamente che "la
forma repubblicana dello Stato, il carattere unitario dello Stato, il
principio di separazione tra Stato e religione, non possono essere
oggetto di alcuna revisione". Il Consiglio Consultivo, una sorta di
parlamento di transizione che dirige il Niger dopo il colpo di stato
del 9 aprile, è composto da 106 rappresentanti di tute le realtà
del Paese. La Chiesa cattolica e quella protestante vi sono
rappresentate con un seggio ciascuna. I protestanti hanno
lamentato minacce aperte dai loro colleghi delle associazioni
islamiche. Da parte cattolica vi è da registrare la reazione del
vescovo di Niamey, mons. Guy Romano, da sempre oppositore
della istitutzione di un Consiglio per gli affari religiosi, che ha
definito come "un consiglio islamico che diventerà il cavallo di
Troia per un futuro partito religioso". Mons. Romano si è anche
espresso contro il principio di una votazione che non garantisca
le minoranze. Il Niger è uno dei paesi più islamizzati dell'Africa.
Secondo le statistiche ufficiali dello Stato, più del 90% per cento
21
dei 9 milioni di nigerini professa l'Islam. Fino ad oggi tuttavia il
Niger ha conosciuto un Islam tradizionale tollerante ed esempio
di coabitazione religiosa pacifica. I cristiani sono meno dell'1 per
cento.
In costruzione a Bobo Dioulasso, in Burkina Faso, il
Centro per la formazione alla vita religiosa “Mater Christi”
BOBO DIOULASSO, 22 dic 99 – 33 comunità religiose dell’Africa
Occidentale troveranno il loro “ricovero” spirituale in un centro,
che si sta costruendo a Bobo Dioulasso, la seconda città per
grandezza del Burkina Faso, l’ex Alto Volta. Si tratta di un centro
per la formazione alla vita religiosa ed è intitolato alla “Mater
Christi”. Il centro formerà chierici e catechisti e servirà anche
come casa di ritiro spirituale per sacerdoti, per religiosi e per
suore. Il progetto è nato dopo 8 anni di esperienze in varie
località. La Conferenza episcopale del Burkina Faso ha previsto
per la realizzazione una spesa di 3 miliardi di lire italiane. Un
contributo stabile a quest’opera viene da “Aiuto alla Chiesa che
soffre” impegnata da diverso tempo a versare un contributo
annodi 30 milioni di lire.
Dal 1996 "Radio Espérance Espoir" della diocesi di
Nouna-Dédougou contribuisce allo sviluppo e alla
promozione umana in questa regione del Burkina Faso
DEDOUGOU, 29 nov 01 - Una radio rurale cristiana al servizio
dello sviluppo e aperta al contributo dei radio-ascoltatori. E'
"Radio Espérance Espoir", emittente in modulazione di
frequenza della diocesi di Nouna-Dédougou, nel Burkina Faso
orientale. Fondata nel 1996 per iniziativa del Centro
interdiocesano di comunicazione, l'emittente ha contribuito in
questi anni allo sviluppo socio-economico e culturale e alla
promozione umana di questa regione agricola, una delle aree
più depresse del Paese. L'emittente è cresciuta anche grazie al
contributo di un gruppo di ascoltatori che si sono costituiti in
associazione, la Cedicom. Oltre a contribuire al sostegno
finanziario dell'emittente, la Cedicom collabora alle sue
produzioni incoraggiando la partecipazione attiva alle
trasmissioni della popolazione locale.
22
La scomparsa nel 2002 di don Robert Ouédraogo, figura di
spicco della Chiesa del Burkina Faso
OUAGADOUGOU, 7 feb 02 - L'Africa, continente dai colori e dai
suoni vivaci, ha prodotto alcuni degli esempi più belli di
inculturazione della fede. Chi ha partecipato a una messa
africane lo sa: canti, musiche, danze che mostrano la gioia della
salvezza cristiana. Questi risultati sono dovuti al lavoro di donne
e uomini di fede, profondamente radicati nella cultura locale.
Uno di questi era don Robert Ouédraogo, grande figura della
chiesa del Burkina Faso, morto a 80 anni il 2 febbraio. Don
Ouédraogo, ordinato sacerdote nel 1948, aveva una passione
peculiare per la musica e l'arte. La sua vocazione artistica lo ha
portato a introdurre una vera rivoluzione nella chiesa locale. Nel
1956, pochi anni prima del Concilio Vaticano II, egli ha
introdotto l'uso del tam-tam nella liturgia. La "Messa delle
savane" è stata un'altra sua grande intuizione. Dotato di grande
competenza musicale, don Ouédraogo ha composto l'inno
nazionale dell'Alto Volta - vecchio nome del Burkina Faso - e ha
elaborato diversi lavori teorici e pratici musicali, tra i quali un
trattato sulla musica Mossi, l'etnia principale del paese,
presentato al congresso internazionale di musica religiosa di
Colonia, nel 1961. Al festival delle arti negre di Lagos, in Nigeria,
egli era solito condurre la sua corale "Naaba Sanom", costituita
nel 1975. Questa corale ha influenzato molti altri gruppi canori.
Grazie a questo egli era soprannominato "l'apostolo del canto",
come dice un suo fedele: " Attraverso il canto egli sollevava gli
animi". Accanto alla passione e alla competenza artistica, don
Ouédraogo era uomo di fede profonda, venata anche da una
certa ironia. Si racconta che durante un periodo di forte siccità,
che minacciava la vita stessa dei burkinabé, egli ha organizzato
una processione nella savana, portando la statua della Vergine.
Di fronte alla folla, sotto il sole cocente, egli disse alla Madonna:
"Se non fai piovere prima della fine della preghiera, ti lasceremo
sotto il sole". Fu una sorpresa enorme, dopo pochi istanti,
vedere la pioggia cadere a catinelle, disperdendo la folla. Il fatto
sarebbe avvenuto a Ziniaré (a 30km da Ouagadougou),
ricordato ancora da molte persone. Per i suoi meriti artistici e
religiosi, don Ouédraogo ha ricevuto numerosi premi, tra cui la
grande medaglia dell'Ordine Nazionale nel 1990. Ma l'ultimo
premio, è stata la folla di migliaia di persone che lunedì 3
23
febbraio lo ha accompagnato al cimitero dei preti di Pabré.
Nel Niger non vi sono preti a sufficienza per assistere i 20
mila fedeli distribuiti su un territorio vasto più di tre volte
l’Italia
NIAMEY, 26 feb 02 - Nel Niger non vi sono preti a sufficienza per
assistere i 20 mila distribuiti fedeli su un territorio vasto più di
tre volte l'Italia e la cui popolazione è musulmana. Per questa
mancanza di clero diverse parrocchie nigerine sono curate da
fedeli laici. Lo illustra un servizio uscito sull'ultimo numero del
mensile cattolico senegalese "Horizons Africains". In Niger
attualmente sono due le diocesi, quella di Niamey, affidata al
redentorista mons. Guy Romano, e quella di Maradi, eretta
l'anno scorso ed affidata a mons. Ambrosie Ouédraogo.
Cresce l’integralismo nel Niger, afferma l’arcivescovo di
Niamey, mons. Guy Romano
NIAMEY, 27 nov 02 – “L’integralismo sta montando in tutta
l’Africa, in particolar modo in Niger, dove operano una
quarantina di gruppi fondamentalisti”. Lo ha detto al settimanale
italiano Panorama l’arcivescovo di Niamey, mons. Guy Romano,
nato in Francia da genitori genovesi. A finanziare le
organizzazioni integraliste nigerine sono, secondo il presule,
l’Iran, l’Algeria, il Sudan, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
Esse, però, sono rivali tra loro ed hanno “una grande influenza
sulla popolazione”, che è di oltre 8 milioni di abitanti. Infatti, gli
integralisti controllano il 10 per cento di questa popolazione.
Quanto al governo di Niamey, mons. Romano ritiene che il
“presidente Mamadou Tandja si è schierato a fianco degli Usa
nella lotta al terrorismo. I politici – aggiunge il presule – cercano
di controllare i movimenti integralisti islamici violenti. Anche
perché sanno che, se prendo il potere, la prima cosa che faranno
sarà instaurare la sharia”. Il Niger si trova nella fascia dell’Africa
sub-sahariana, dove l’Islam sta facendo più proseliti di ogni altra
religione, annota una scheda del settimanale. Negli ultimi 15
anni i musulmani africani sono passati da 120 a 150 milioni.
Cifra che corrisponde al 30 per cento della popolazione
complessiva africana. I paesi adiacenti al Maghreb, some
Senegal Mauritania, Gibuti e Somalia, sono a totalità islamica.
24
Più a Sud si trova un’area dove l’Islam è religione maggioritaria.
Sono i Paesi dell’Africa orientale (60 milioni di musulmani) e
dell’Africa occidentale (80 milioni). Lo stato africano dove Allah
ha maggior seguito è la Nigeria, con 58 milioni di fedeli. L’Islam
sta però mettendo radici nell’intera Africa. Presenze islamiche
consistenti si trovano in tutti i paesi dell’Africa australe, dal
Mozambico al Sudafrica. Unica eccezione la costa atlantica.
Le Suore Missionarie di Nostra Signora d'Africa del
Burkina Faso festeggiano i loro 90 anni di presenza in
Burkina Faso
OUGADOUGOU, 11 dic 02 - Le Suore Missionarie di Nostra
Signora d'Africa del Burkina Faso hanno festeggiato il 3 dicembre
i loro 90 anni di presenza nel Paese africano. Le prime otto
religiose francesi della congregazione che introdussero il
cristianesimo in Burkina Faso, vi giunsero infatti il 3 dicembre
1912. Dopo avere appreso la lingua locale, il Mooré, le religiose
cominciarono la loro opera di evangelizzazione dedicandosi alla
formazione professionale di giovani catecumene e aprendo
quindi un'officina tessile da cui nel 1968 è nato il Centro di
formazione femminile e artigianale del Burkina Faso (Cffa). Nel
1921 fondarono la loro prima scuola maschile, dalla quale,
ricorda una delle missionarie, suor Jeannette Tremblay, sul
giornale locale "Sidwaya", sono uscite personalità di spicco della
vita nazionale, tra cui il cardinale Paul Zoungrana. Da allora
hanno continuato a costruire scuole, dispensari e a formare
religiosi
e
religiose,
contribuendo
in
modo
decisivo
all'implantazione della Chiesa in Burkina Faso. Ancora oggi il loro
apostolato si svolge prevalentemente nella scuola, nelle
parrocchie, nella sanità e in opere sociali. Anche se ridotte di
numero rispetto al passato - attualmente sono appena sette
nella capitale Ouagadougou - la loro presenza è ancora molto
preziosa per la vita della Chiesa locale.
Programma educativo promosso dalla Diocesi di
Ouahigouya, in Burkina Faso, per sradicare la pratica dei
matrimoni forzati
OUAHIGOUYA 16 apr 03 - La Diocesi di Ouahigouya, in Burkina
Faso, ha avviato un programma di educazione per sradicare il
costume dei matrimoni forzati. Ragazzine appena entrate in
25
pubertà vengono costrette a sposare uomini che hanno un'età
doppia o tripla della loro. Si tratta quindi di una violenza nei
confronti della libertà della persona, oltre ad essere una
violazione dei principi canonici che descrivono il matrimonio
come un contratto d'amore libero e reciproco. Il programma
educativo è stato promosso dal vescovo di Ouahigouya, mons.
Philippe Ouedraogo. Suoi immediati destinatari sono i cosiddetti
"leader d'opinione"che appoggiano e perpetuano questo costume.
Essi sono i capi famiglia e i capi villaggio. Il progetto mira
dunque a sensibilizzare loro perché prendano coscienza del male
che arreca la pratica del matrimonio forzato. I responsabili delle
parrocchie della diocesi di Ouahigouya hanno formato 30
animatori scelti tra i contadini dei villaggi. Questi sono di fatto i
responsabili dell'esecuzione del programma in ben 150 villaggi
della zona.
La Chiesa nel Burkina Faso è giovane, ma dimostra
vitalità: lo rileva “Mission”, la rivista dei Padri Bianchi
OUAGADOUGOU, 14 mag 03 – Nel Burkina Faso la Chiesa è
giovane, ma dimostra vitalità. Lo rileva “Mission”, la rivista dei
Padri Bianchi in questo paese africano. La rivista, infatti, annota
che negli ultimi cinque anni i cattolici in Burkina Faso sono
aumentati di 20 mila ogni anno. In meno di un secolo i fedeli
sono così più di un milione. E’ cresciuto anche il numero dei
sacerdoti autoctoni, oggi sono più di 400. In aumento anche le
vocazioni, specialmente quelle religiose. L’impegno pastorale
principale in Burkina Faso, dove vige un grande rispetto per la
famiglia, è proprio l’evangelizzazione delle famiglie. Si vuole così
modellare la Chiesa locale sulla famiglia, come rileva mons.
Anselme Sanon, vescovo di Bobo-Dioulasso. La Chiesa-famiglia
significa per i fedeli vivere il proprio cristianesimo in comunità e
nella solidarietà. I Missionari d’Africa, o Padri Bianchi,
impiantarono la Chiesa in Burkina Faso agli inizi del Novecento,
quando fondarono la missione di Koupela. Nel 1912, giunsero
anche le Suore Bianche, il ramo femminile dei Missionari d’Africa.
Le scuole cattoliche nel Burkina Faso
OUAGADOUGOU, 24 mar 04 – L’anno scolastico nelle 60 scuole
materne ed elementari, che la Chiesa gestisce in Burkina Faso,
procede regolarmente. In questi giorni anche gli insegnanti, che
26
operano in scuole già appartenute alla Chiesa, hanno fatto il
punto lodando in particolare la buona collaborazione con i
colleghi delle scuole statali. In Burkina Faso il governo ha
requisito tutte le scuole cattoliche lasciando però che una classe
di ogni scuola rimanga gestita da personale cattolico. Di
particolare impegno in questo anno scolastico l’introduzione
dell’apprendimento del francese accanto allo studio di una delle
lingue nazionali parlate dai bambini. Nella capitale Ouagadougou,
a metà marzo, si sono riuniti direttori e direttrici delle scuole
primarie cattoliche.
Incontro dei vescovi del Burkina Faso e della Costa
d’Avorio per discutere il possibile contributo della Chiesa
alla soluzione della crisi politico-militare in Costa d’Avorio
OUAGADOUGOU, 26 mar 04 - I vescovi del Burkina Faso e della
Costa d’Avorio si incontreranno dal 22 al 25 aprile prossimo a
Abidjan per discutere il possibile contributo della Chiesa alla
soluzione della crisi politico-militare in Costa d’Avorio, dove il
processo di riconciliazione nazionale avviato più di un anno fa
con la mediazione della Francia avanza con difficoltà. E’ la
decisione principale scaturita dalla recente assemblea plenaria
della Conferenza episcopale del Burkina e del Niger (Cebn). In
un resoconto sui lavori dell’assemblea pubblicato nei giorni scorsi
dal quotidiano locale “Le Pays”, la Cebn ricorda che la proposta è
stata lanciata dai vescovi del Burkina e del Niger dopo la loro
visita ad Limina a Roma nel giugno 2003, incontrando il
consenso dei confratelli ivoriani. Il comitato preparatorio
dell’incontro comprende membri dei due episcopati.
Appello per la pace dei vescovi ivoriani e burkinabè
ABIDJAN - I vescovi ivoriani e burkinabè hanno rivolto un
appello ai rispettivi governi, invitandoli a “incontrarsi e
dialogare” per il bene delle popolazioni africane. L’appello è
contenuto nel comunicato conclusivo dell’incontro tra i due
episcopati svoltosi dal 22 al 25 aprile ad Abidjan, in Costa
d’Avorio. Nel documento i presuli chiedono ai due governi di
“combattere l’ingiustizia e la povertà”, gestire le risorse
economiche “in modo trasparente” e “non lasciarsi manipolare
dalle potenze economiche straniere”. Riferendosi poi alla
sollevazione armata del settembre 2002, causa di una grave crisi
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socio-politica ancora aperta in Costa d’Avorio, i vescovi hanno
sottolineato che gli abitanti di questa nazione e del Burkina Faso,
“un tempo fratelli, adesso coltivano la diffidenza”. Le relazioni fra
i due Paesi sono infatti degenerate dopo che Yamoussoukro ha
accusato Ouagadougou di sostenere la ribellione. La proposta
dell’incontro era stata lanciata nel corso dell’ultima della
Conferenza episcopale del Burkina e del Niger (Cebn), con
l’obiettivo appunto di riannodare i contatti e “trovare la via di
una vera riconciliazione tra i due Paesi”. Dopo essersi riuniti
venerdì e sabato in conclave, i presuli autori del documento
hanno celebrato domenica una messa nella Cattedrale Saint-Paul
di Abidjan, alla quale hanno partecipato il Presidente ivoriano
Laurent Gbagbo e il Primo Ministro del Governo di riconciliazione
nazionale, Seydou Diarra.
Il Governo del Burkina sottoscrive una convenzione per il
sostegno finanziario delle scuole cattoliche
OUAGADOUGOU, 16 lug 04 - Martedì scorso il governo del
Burkina Faso si è impegnato a sostenere le scuole cattoliche di
ogni ordine e grado nel paese. E' il senso della convenzione
sottoscritta, martedì scorso, nella capitale Ouagadougou dal
ministro della pubblica istruzione e della ricerca, Laya Sawadogo,
e l'arcivescovo di Ouagadougou, mons. Jean-Marie Untaani
Compaoré. Ne ha dato notizia il quotidiano locale "Sidwaya", il
quale precisa,. da parte sua, che le scuole cattoliche si sono
impegnate ad offrire un insegnamento di qualità, a rispettare i
regolamenti in vigore in materia di didattica, e ad accettare un
controllo ministeriale di carattere pedagogico e finanziario
allorché la scuola cattolica sia ospitata in edifici di proprietà
statale. La convenzione riconosce il carattere di servizio pubblico
e di interesse nazionale della scuola cattolica. Questa, infatti,
recita la convenzione "favorisce una formazione integrale della
persona attraverso l'assimilazione sistematica e critica della
cultura". La convenzione sottoscritta martedì scorso segue un
primo protocollo d'accordo sottoscritto il 13 di giugno del 2000.
Con quell'accordo venivano restituite alla Chiesa le scuole
elementari confiscate dallo stato del Burkina Faso nel 1969. "Era
un segno di una nuova era tra stato e Chiesa", è stato il
commento di mons. Wenceslas Compaoré, vescovo di Manga e
presidente della commissione episcopale per la scuola cattolica.
28
La Chiesa nel Burkina Faso attivamente impegnata
contro la piaga dei matrimoni forzati
OUAGAGADOUGOU, 29 lug 04 - In Burkina Faso la Chiesa è
attivamente impegnata contro la piaga dei matrimoni forzati,
una pratica illegale, ma ancora diffusa nel Paese africano.
Bambine appena adolescenti vengono costrette dalle loro
famiglie a sposare uomini molto più anziani, subendo violenze di
ogni sorta. Una grave violazione dei diritti umani, ma anche del
principio canonico che vuole il matrimonio come una libera
unione d’amore tra due persone adulte e consenzienti. Contro il
fenomeno si sta mobilitando la Chiesa locale, sia con campagne
di sensibilizzazione, soprattutto nelle campagne, per fare
prendere coscienza del male arrecato da questa pratica, sia
offrendo accoglienza alle vittime che riescono a fuggire da
questa vera e propria schiavitù. E’ quanto sta facendo
l'Associazione per diritti delle donne della Casa delle Suore
dell'Immacolata Concezione a Uizia, che ospita e protegge dai
loro mariti diverse ragazze costrette al matrimonio forzato.
Drammatiche le esperienze raccontate dalle giovani ospiti, come
conferma suor Kantyono Euphrasie: "Le ragazze che vengono da
noi fuggono dal matrimonio forzato, superando difficoltà
inenarrabili e spesso insormontabili". Per suor Esther Marie
Judith la piaga del matrimonio forzato è “una schiavitù contro la
quale dobbiamo tutti lottare per l'emancipazione non solo delle
donne, ma anche della nostra Nazione e dell'Africa".
Apre i battenti la prima università cattolica del Burkina
Faso
OUGADOUGOU - Il prossimo 18 ottobre aprirà i battenti la prima
università cattolica del Burkina-Faso. Si tratta dell’Università di
San Tommaso d’Aquino (USTA, in sigla) con sede a Saaba, nei
pressi della capitale Ouagadougou. L’iniziativa è del Consiglio
nazionale dell’insegnamento cattolico (CNEC) ed è il frutto di due
anni di lavoro di una speciale commissione di studio composta
da accademici e uomini di Chiesa. Quattro i suoi corsi di laurea:
economia, giurisprudenza, amministrazione aziendale e pubblica
amministrazione. Come ateneo religioso, spiegano i responsabili
del Cnec, l’Usta punterà sulla qualità con un’attenzione
particolare alla formazione integrale della persona. A questo
29
scopo sono stati selezionati docenti qualificati ed esperti
provenienti dall’Università di Ouagadougou (UO) e da altri atenei
cattolici di paesi vicini. L’istituzione del nuovo ateneo permetterà
inoltre di ridurre la sovrappopolazione universitaria della stessa
università della capitale, facilitando l’accesso dei diplomati agli
studi superiori. Secondo i dati statistici ufficiali nel Paese africano
appena l’1 per cento della popolazione riesce ad accedere
all’università. I diplomi universitari dell’Usta saranno riconosciuti
dal Cames, il Consiglio africano e malgascio per l’insegnamento
superiore.
Sessione della Commissione episcopale per il dialogo con
l'Islam
OUGADOUGOU, 7 dic 05 - La situazione dei rapporti
interreligiosi nel Burkina Faso è nel complesso buona, anche se
non mancano problemi che richiedono approfondimenti e nuove
strategie per migliorare la convivenza tra cristiani e musulmani.
E’ il quadro emerso dalla recente sessione della Commissione
episcopale per il dialogo con l’Islam svoltasi a fine novembre
nella
capitale
Ouagadougou.
La
sessione
è
servita
sostanzialmente a fare il punto dello stato dei rapporti islamocristiani in Burkina Faso e quindi a definire piani di intervento
per il futuro. Partendo dalle conclusioni dell’incontro nazionale
dell’estate scorsa a Koumi sui problemi della convivenza tra
cristiani e musulmani nei Paesi dell’Africa occidentale
francofona, i delegati hanno confrontato le iniziative promosse
in questo ambito nelle singole diocesi burkinabé. Dal confronto
è emersa, in particolare, l’esperienza positiva della nuova
diocesi di Dori, dove le due comunità sono riuscite ha stabilire
una fruttuosa collaborazione, a riprova del fatto che il dialogo
tra cristiani e musulmani non solo è possibile in Burkina Faso,
ma è anche benefico per la società. Tra i nodi critici è stato
invece evidenziato quello dei matrimoni misti tra cristiani e
musulmani il cui esito non è sempre felice. Per questo la
Commissione ha raccomandato un’approfondita riflessione
dell’episcopato sul problema, evidenziando la necessità di
puntare su una migliore preparazione catechistica dei giovani
prima del matrimonio e di un accompagnamento pastorale delle
coppie miste dopo le nozze. Sempre con l’obiettivo di
migliorare il dialogo islamo-cristiano in Burkina Faso, essa ha
30
inoltre proposto di inviare giovani sacerdoti burkinabé a
studiare islamologia in Paesi islamici. Paese a maggioranza
animista, il Burkina Faso conta una significativa minoranza
islamica (il 25 per cento), mentre i cristiani sono il 10 per cento
della popolazione.
I 50 anni della Diocesi di Koupéla, in Burkina Faso
KOUPELA, 14 mar 06 - L'arcidiocesi di Koupéla, in Burkina Faso,
celebra i cinquant'anni di erezione. Venne eretta, infatti, come
diocesi nel 1956 e il suo primo vescovo, mons. Dieudonné
Yougbaré, fu anche il primo Ordinario autoctono dell'Africa
Occidentale. Egli oggi ha 89 anni di età ed è vescovo emerito di
Koupéla. A lui si deve l'istituzione del piccolo seminario di
Baskouré, e delle scuole per catechisti a Guelgue per le
popolazioni di lingua mossi e a Garango per quelle di lingua
bissa. Il tema di fondo, che anima tutte le manifestazioni
organizzate per il giubileo, è un invito a tutti i fedeli: "Famiglia
diocesana giubilare di Koupéla, fedele alle tue tradizioni
autentiche, vivi senza paura e nella verità la tua conversione a
Cristo". L'invito è particolarmente rivolto alle tante comunità
locali tra le quali è attivo l'attuale arcivescovo, mons. Seraphin
Francois Rouamba, nominato e consacratonel 2000, quando la
diocesi di Koupéla è divenuta arcidiocesi metropolitana.Su una
popolazione di 1 milione e 300 mila abitanti, in maggioranza
musulmana, i fedeli sono 238 mila.
Il 70° anniversario dell’implantazione della Chiesa in
Niger
NIAMEY, 24 gen 06 - La Chiesa del Niger festeggia quest’anno i
70 anni di fondazione. Una realtà discreta e fortemente
condizionata da un contesto a netta maggioranza islamico,
come spiega in una recente intervista al quotidiano cattolico
francese “La Croix” il vescovo di Niamey, mons. Michel
Cartatéguy. Implantata nel 1936, la Chiesa nigerina si è
sviluppata silenziosamente grazie alle piccole comunità che
hanno preso forma tra i cristiani immigrati dai vicini BurkinaFaso, Benin, Togo e Nigeria. Oggi il Paese conta tra i 20 e i
25mila cattolici su una popolazione di 12 milioni di abitanti, più
del 90 per cento dei quali musulmani. La Chiesa è attivamente
31
impegnata nel campo sanitario, dell’educazione e della
promozione umana. Attualmente gestisce sette scuole materne,
dodici elementari, una scuola professionale e un plesso scolare
con un migliaio di allievi. In questi ultimi due anni la sua
presenza si è fatta notare anche per l’assistenza fornita alle
popolazione colpita dalla carestia. Lo scorso mese di agosto, i
vescovi delle due diocesi nigerine di Niamey e di Maradi hanno
predisposto un vasto piano di intervento gestito dalla Caritas e
da altre organizzazioni caritative locali per la distribuzione di
derrate alimentari e aiuti alla popolazione contadina.
Mons. Séraphim François Rouamba, arcivescovo di
Koupéla, eletto nuovo Presidente della Conferenza
episcopale inter-territoriale del Burkina e del Niger
KOUPELA, 13 mar 07 – Da giugno la Conferenza episcopale di
Burkina Faso-Niger avrà come presidente mons. Séraphim
François Rouamba, arcivescovo di Koupéla, e come
vicepresidente mons. Lucas Kalfa Sanou, vescovo di Banfora.
Le cariche, insieme alle altre, sono state votate durante la
recente plenaria della Conferenza episcopale inter-territoriale
del Burkina e del Niger. È stato l’attuale presidente, mons.
Philippe Ouédraogo, vescovo di Ouahigouya, ad aprire e a
condurre i lavori dell’assemblea chiamata a riordinare le
strutture della stessa Conferenza, a varare il bilancio, ed a
nominare gli insegnanti nei seminari maggiori. Alla plenaria,
che ha avuto luogo a Koupéla, in Burkina Faso, ha partecipato
anche il Nunzio Apostolico, mons. Mario Roberto Cassari, giunto
da Abidjan per la circostanza.
Messaggio dei vescovi del Burkina Faso per le elezioni
legislative del 2007
18 apr 07 “Per quanto tempo resteremo indifferenti alla cosa
pubblica, noi che dobbiamo essere il sale della terra e la luce
del mondo? Per la Chiesa fare politica significa impegnarsi in
uno dei migliori servizi che si possono rendere alla nazione”.
Con questa provocazione, contenuta nel messaggio del 19
marzo scorso, i vescovi del Burkina Faso hanno esortato i
cristiani del Paese a partecipare attivamente alle prossime
elezioni legislative del 6 maggio, “per promuovere i valori
evangelici di onestà, sincerità e giustizia” a fronte di un diffuso
32
senso di corruzione che spesso allontana i fedeli dalla politica
“percepita
come
una
cosa
cattiva”.
“Invitiamo
e
incoraggiamo - si legge nel messaggio - tutti i cristiani a
esercitare il loro dovere civico, e quelli che hanno le capacità, a
impegnarsi in politica. Tuttavia, quelli che avranno l’audacia di
farlo, dovranno avere il coraggio di testimoniare la fede per
promuovere i valori evangelici di onestà, sincerità e giustizia”.
A tal fine la Conferenza episcopale locale esorta ad ôascoltare
la propria coscienza per combattere e denunciare le frodi
elettorali, la corruzione, le menzogne e tutte le altre manovre
volte a intaccare la regolarità e la trasparenza del voto”. I
vescovi assicurano, infine, di accompagnare il processo
elettorale con “ferventi preghiere” e la loro benedizione.
A una riunione nel 2007 della Commissione episcopale
del Burkina Faso per il dialogo islamo-cristiano rileva le
buone relazioni tra la Chiesa e la comunità islamica del
Paese
OUAGADOUGOU, 16 mag 07 - Sono buone le relazioni tra la
Chiesa cattolica e la comunità islamica del Burkina Faso. È
quanto è emerso al termine della riunione della Commissione
episcopale del Burkina Faso per il dialogo islamo-cristiano alla
quale hanno partecipato delegati provenienti da quasi tutte le
diocesi. Il Presidente della Commissione, Mons. Joachim
Ouédraogo, Vescovo di Dori, ha sottolineato la "necessità di
seguire la via del dialogo di vita e delle opere con i nostri
fratelli dell'islam". Citando il cardinale Paul Poupard, mons.
Ouédraogo ha ricordato che "il dialogo è la via sicura per
relazioni interreligiose feconde. Per questo dobbiamo,
tenacemente, percorrere la via del dialogo che inizia con
l'accettazione e il riconoscimento dell'altro". Il responsabile
della "Union Fraternité des Croyants" (UFC) ha portato la sua
testimonianza sull'esperienza che vivono cristiani e musulmani
che aderiscono a questa organizzazione interreligiosa che opera
nella diocesi di Dori. L'UFC è stata istituita nel 1969, dopo la
grave carestia che aveva colpito in quell'anno la stessa Dori,
alla quale seguirà, quattro anni dopo, quella di Gorom-Gorom.
L'associazione riunisce cristiani e musulmani che operano
insieme per "lo sviluppo integrale dell'uomo attraverso la
33
cultura della tolleranza e del dialogo interreligioso e la
collaborazione in campo sociale ed economico". Esaminando i
rapporti provenienti dalle diverse diocesi, la Commissione ha
preso atto dei progressi fatti nel campo del dialogo tra le fedi:
riunioni di formazione sul dialogo interreligioso tenute dalle
diverse diocesi, visite di musulmani alle comunità cristiane in
occasionirdelle festività religiose e viceversa. Mons. Ouédraogo
ha infine sottolineato che per promuovere il dialogo tra islam e
cristianesimo, bisogna coltivare un atteggiamento umile,
fondato sulla carità e sulla gratuità, nel rispetto reciproco e
nella conoscenza della propria fede. In Burkina il 50 per cento
degli oltre 10 milioni di abitanti è musulmano, il 40 per cento
aderisce alle religioni tradizionali africane e il 10 per cento è
cattolico.
La Chiesa del Burkina Faso lancia un progetto triennale
di promozione umana
OUAGADOUGOU, 26 set 07 - Il Segretariato nazionale della
Chiesa del Burkina Faso (SN-ECBF) ha avviato un piano
strategico di sviluppo triennale (PST) nell’ambito di un più
vasto programma quinquennale promosso dall’Organizzazione
cattolica per lo sviluppo della solidarietà della Caritas locale
(OCADES, in sigla). Nel biennio 2006-2007 l’OCADES ha
promosso diversi progetti socio-economici di promozione
umana per un ammontare complessivo di oltre di 6 milioni e
mezzo di Euro. Gli interventi riguardano diversi ambiti:
dall’agricoltura, alle infrastrutture idrauliche, alla fornitura di
servizi sociali di base, alla promozione di progetti di microcredito ecc… Il progetto ha ottenuto quest’anno il sostegno
finanziario di due organizzazioni caritative cattoliche europee:
la tedesca Misereor e il Sécours Catholique francese che hanno
stanziato circa 132mila Euro destinati a migliorare l’opera di
coordinamento e patrocinio svolta dal Segretariato. Grazie a
questi finanziamenti - spiega il rapporto di bilancio sul progetto
pubblicato sul sito dei vescovi - il Segretariato ha potuto
acquistare un server e una connessione Adsl a banda larga che
ha permesso di creare una rete intranet per la trasmissione di
calendari, e-mail e dossier. I fondi sono serviti anche alla
stampa di manifesti, auto-adesivi e dépliant necessari a
34
pubblicizzare queste iniziative.
La Commissione Giustizia e Pace del Burkina Faso lancia
la seconda fase di un progetto volto a garantire il
rispetto dei diritti umani anche a chi non ha mezzi
OUAGADOUGOU, 20 feb 08 - La Commissione della Giustizia e
della Pace (CJP) della Conferenza episcopale del Burkina Faso
ha lanciato la seconda fase di un progetto triennale che vuole
rendere edotti tutti i cittadini sui propri diritti e doveri e sugli
strumenti giuridici a loro disposizione per fare valere tali diritti.
L’iniziativa, presentata nei giorni scorsi nella città di
Ouahigouya, è co-finanziata dai Catholic Relief Services (CRS),
l’agenzia caritativa della Conferenza episcopale degli Stati Uniti,
e dal Secours Catholique, la Caritas francese, per un
ammontare complessivo di 263mila euro. L’obiettivo – spiega
Dominique Moussa Bangré, dei CRS/Burkina - è di valorizzare il
capitale umano del Paese e promuovere la sicurezza economica,
giuridica e sociale che sono la condizione per una società
stabile e armoniosa. In particolare, questa seconda fase del
progetto punta a promuovere l’accesso effettivo alla giustizia a
chi non ha i mezzi per farlo. Il lancio ufficiale dell’iniziativa è
stato preceduto da una vasta campagna di informazione ed ha
ricevuto il plauso del Ministro per la promozione dei diritti
umani, Salamata Saladogo.
Ancora ritardi nella costruzione della Basilica di Nostra
Signora di Yagma in Burkina Faso
OUAGADOUGOU, 21 mag 08 - Stenta a vedere la luce l’attesa
Basilica di Nostra Signora di Yagma, una delle principali mete di
pellegrinaggi del Burkina Faso. Dopo 17 anni di cantieri più
volte interrotti, la costruzione del grande santuario ha subito
una nuova battuta di arresto per mancanza di fondi. Situata
nell’arcidiocesi di Ouagadougou, la località, dove attualmente
sorge una grotta con una statua della Vergine, attira da 40 anni
migliaia di pellegrini da tutto il Paese e nel 1971 è stato
ufficialmente proclamato dalla Conferenza episcopale “Centro di
pellegrinaggio nazionale”. L’inizio dei lavori di costruzione della
basilica, auspicata da Giovanni Paolo II durante la sua seconda
visita pastorale nel Paese nel 1990, risale al 1991. Le difficoltà
finanziarie hanno tuttavia ritardato a più riprese l’avanzamento
35
dell’opera. Questo nonostante la generosità dei fedeli, in
particolare dell’Associazione degli imprenditori cattolici del
Burkina
Faso
(Acathab)
che
hanno
contribuito
sostanziosamente alla sua realizzazione. È di questi giorni la
notizia dell’ultima battuta di arresto: secondo il quotidiano
burkinabè “Le Pays” all’appello mancano 300mila Franchi
africani (pari a circa 468mila Euro). Il nuovo intoppo non
scoraggia l’arcivescovo di Ougadougou Jean Marie Compaoré
che si dice comunque fiducioso: “Il nostro obiettivo resta quello
di completare la chiesa di Yagma, con i nostri tempi e i nostri
mezzi”, ha detto il presule la cui preoccupazione principale per
il momento è la conclusione dei lavori interni entro il 15 agosto,
in tempo per la Messa dell’Assunzione. A questo scopo mons.
Campaorè fa appello ancora una volta alla generosità dei fedeli.
Il costo stimato di questa parte dei lavori è di 50milioni di
Franchi, pari a circa 78mila Euro.
Si diffonde l'insicurezza alimentare: la preoccupazione
dei vescovi del Burkina Faso e del Niger
OUAGADOUGOU, 17 giu 08 - In questi mesi si sta aggravando
la già precaria situazione alimentare nei paesi dell'Africa
subsahariana come il Niger e il confinante Burkina Faso. Questa
precarietà fa sviluppare poi tutto un sistema di accaparramento
di derratre alimentari e di conseguenti speculazioni. Tutto ciò è
stato ampiamente illustrato dai vescovi della Conferenza
episcopale del Burkina-Niger (Cebn), che si sono ritrovati
insieme per la loro terza plenaria. Il quotidiano “Le Pays” di
Ouagadougou ha pubblicato, nei giorni scorsi, il comunicato
finale di questa plenaria. In esso i vescovi rilevano che la causa
principale della insicurezza alimentare è legata alle variazioni
climatiche. Sono impossibili perciò soluzioni miracolistiche. I
governi,
tuttavia,
"debbono
prestare
attenzione
alle
organizzazioni dei produttori ed essere attenti alle loro
preoccupazioni, per poi poter prendere misure coraggiose ed
appropriate per raggiungere l'autosufficienza e la sovranità
alimentare". Ma anche il singolo cittadino è esortato a
comportamenti responsabili rivedendo le proprie abitudini
alimentari. La crisi alimentare in quell'area geografica ha fatto
naturalmente esplodere i mercati e vi sono stati episodi di
violenza. I vescovi del Niger e del Burkina Faso condannano gli
36
atti di violenza e la conseguente distruzione di beni pubblici e
privai, così come rimproverano il comportamento dei
commercianti,
degli
operatori
economici
e
di
ogni
amministrazioni, che volessero speculare sulla crisi in atto per
arricchirsi sulla pelle dei più bisognosi. Per contro la Cebn loda
gli sforzi messi in atto dalle organizzazioni cattoliche, come
Caritas Burkina ed Ocades, per alleviare le sofferenze e le
difficoltà generate dalla crisi alimentare e per ribadire, in
definitiva "il diritto fondamentale di ogni persona umana ad una
alimentazione sana e sufficiente, condizione indispensabile per
il riconoscimento della sua identità".
Settimana Sociale contro la corruzione e la povertà in
Burkina Faso
OUAGADOUGOU, 01 ott 08 – Sarà dedicata alla lotta alla
corruzione ed alla povertà la Settimana sociale della Chiesa
cattolica del Burkina Faso. I lavori, giunti alla terza edizione, si
svolgeranno dal 17 al 21 novembre e sono stati organizzati
dalla Commissione episcopale Giustizia e pace (CJP-BF) del
Paese africano. Il tema specifico dell’evento sarà “Corruzione e
lotta alla povertà: quale il contributo della Chiesa cattolica?”.
Circa 300 i partecipanti attesi all’incontro, cui sarà presente
anche Michel Camdessus, già direttore generale del Fondo
monetario internazionale e membro del Pontificio Consiglio
Giustizia e Pace. “La Chiesa cattolica – afferma mons. Thomas
Kaboré, presidente della CJP-BF – vuole far prendere coscienza
del fatto che la corruzione è una grave ingiustizia commessa
contro i poveri”. “Questo fenomeno – continua il presule –
desta preoccupazione nella Chiesa cattolica, poiché da una
parte è contrario alla Dottrina sociale; dall’altra, è un ostacolo
allo sviluppo”. “In più – conclude mons. Kaboré – la corruzione
contribuisce all’impoverimento della popolazione, soprattutto
nei Paesi del Terzo Mondo”.
I 25 anni di attività della Fondazione Giovanni Paolo II
per il Sahel
OUAGADOUGOU, 12 nov 08 - Presentate nei giorni scorsi a
Ougadougou, nel Burkina Faso, le iniziative per i 25 anni della
Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel. L’anniversario ricorre
il 15 febbraio dell’anno prossimo e per festeggiarlo sarà
37
organizzato un pellegrinaggio nazionale. Al servizio dei popoli
del Sahel, l’istituzione lavora al fianco dei più poveri, lotta
contro la desertificazione e forma quanti vogliono mettersi a
servizio delle comunità più disagiate. Nata dopo la visita di
Papa Wojtyla nel Burkina Faso, nel 1980, dopo l’appello
lanciato dal pontefice a favore delle popolazioni duramente
colpite dalla desertificazione e dalla siccità, con i suoi 25 anni la
fondazione, ha detto il presidente del comitato di
organizzazione del giubileo, mons. Thomas Kaboré, vescovo di
Kaya, “è una bella prodezza di coordinamento di molteplici
talenti ed energie a servizio di una causa nobile”. La
Fondazione Giovanni Paolo II (www.jp2-sahel.org) ha al suo
attivo interventi, oltre che nel Burkina Faso, nel Capo Verde, in
Gambia, Guinea Bissau, Mali, Mauritania, Niger, Senegal e Ciad.
“Quando si eredita una casa dal proprio padre – ha affermato
mons. Kaboré – la si deve mantenere, riparare perché le sue
fondamenta restino solide. Noi siamo stati sostenuti, aiutati,
sovvenzionati per 25 anni; è tempo adesso che noi saheliani
facciamo la nostra parte, che apportiamo la nostra pietra
all’edificio. Facciamo in modo che da questo anniversario – ha
concluso – possiamo prenderci carico della Fondazione
Giovanni Paolo II per il Sahel”.
In Burkina Faso “Radio Ave Maria” festeggia 15 anni di
attività
OUAGADOUGOU, 22 gen 09 - “Radio Ave Maria, 15 anni di
presenza: una sola famiglia, una stessa voce”: è lo slogan con
il quale la radio cattolica della diocesi di Ouagadougou, in
Burkina Faso, festeggia quest’anno 15 anni di vita. Obiettivo
dell’emittente è quello di rendere visibile la realtà della Chiesa
come famiglia di Dio per gli uomini, attraverso la diffusione
della Buona Novella e la promozione del bene comune in
armonia con la dottrina sociale della Chiesa cattolica. Per padre
Henri Zongo, direttore della radio, la celebrazione di questo
anniversario serve anche per sensibilizzare gli ascoltatori sulla
realtà dell’emittente, che necessita di sostegno e contributi. Dal
23 gennaio all’1 febbraio diversi gli eventi cui sono invitati
ascoltatori e i fedeli cristiani cattolici di Radio Ave Maria per
festeggiare i 15 anni di attività dell’emittente. Ad aprire le
celebrazioni nella sede della radio, domani alle 16, sarà una
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cerimonia, seguirà alle 21 una grande veglia di preghiera che
sarà presieduta da padre Blaise Bicaba nella chiesa di Notre
dame di Kologh-Naaba.
Lanciato in Burkina Faso il Programma “BRAVO!” Della
Comunità di Sant'Egidio per la registrazione anagrafica di
tutti i bambini
OUAGADOUGOU, 28 apr 09 - Il Primo Ministro del Burkina Faso,
Tertius Zongo, ha dato ufficialmente il via al Programma BRAVO!
per la registrazione anagrafica di tutti i bambini, promosso dalla
Comunità di Sant'Egidio. L’iniziativa, già avviata in diversi Paesi
africani, vuole rispondere alla sfida crescente di tanti bambini
non registrati e alle conseguenze della mancata registrazione
sulla pace e la stabilità di molti paesi in via di sviluppo. La
cerimonia si è svolta alla presenza del Presidente dell'Assemblea
nazionale, di numerosi Ministri ed esponenti del Governo, di tutti
i presidenti di provincia, degli alti commissari, dei sindaci e dei
prefetti del paese. Erano inoltre presenti ambasciatori e
rappresentanti diplomatici. Per la Comunità di Sant'Egidio è
intervenuta Evelina Martelli, che ha sottolineato quanto il
programma BRAVO! possa rappresentare una reale difesa per la
vita dei bambini. Il diritto al nome è un principio irrinunciabile e
ovunque Sant’Egidio si impegna per garantire l'esistenza legale a
tutti i bambini, soprattutto ai più deboli e bisognosi di protezione.
Per questo essa ha scelto di dare al Burkina Faso tutto il
sostegno necessario per realizzare l'obiettivo di iscrivere
all'anagrafe 650.000 nuovi nati e 1.150.000 bambini nell'arco di
12 mesi. È la prima volta che un paese dell'Africa sub-sahariana,
dove due bambini su tre non sono registrati, mette in campo un
programma di così vasta portata per rendere il sistema
anagrafico veramente efficace.
Ogni anno 51 milioni di bambini nel mondo non vengono
registrati, e sono resi quindi vulnerabili, fin da piccoli - e poi più
avanti nell’età, da adulti. Per questo hanno maggiori probabilità
di rimanere coinvolti in abusi di diverso tipo – dagli abusi
sessuali al reclutamento nelle forze armate, dal lavoro giovanile
ai matrimoni precoci – rispetto a quelli che invece sono registrati
alla nascita. La registrazione anagrafica è quindi un’efficace
strumento per la protezione dei bambini.
39
Il Seminario Notre-Dame d’Afrique di Koudougou
festeggia 50 anni di fondazione
KOUDOUGOU, 5 mag 09 – Ha formato 1.644 seminaristi e offre
il suo servizio alla Chiesa da cinquant’anni. Fondato l’1
settembre del 1958 da mons. Joseph Bretauld, il piccolo
seminario di Notre-Dame d’Afrique di Koudougou, in Burkina
Faso, ha festeggiato mezzo secolo lo scorso 2 maggio e mons.
Thomas Kaboré, vescovo di Kaya ne ha ricordato i diversi
sacerdoti che lo hanno frequentato durante una Messa. Nella
sua omelia mons. Kaboré ha sottolineato che Dio ha “lavorato”
sui giovani e per questo ha esortato i fedeli a prendersi cura
delle vocazioni dei bambini, poiché Dio li chiama, così come ha
chiamato Mosè, ancora bambino e gettato nel fiume; Samuele,
affidato al profeta Isaia o ancora Davide, il piccolo pastore”.
Mons. Joachim Ouédraogo, primo vescovo che da giovane ha
studiato nel piccolo seminario, ha aggiunto che tutti devono far
dono di sé a Dio e alla Nazione. Diverse le autorità presenti alla
celebrazione, il primo ministro Tertius Zongo ha reso omaggio
ai padri fondatori dell’istituzione diocesana ed ha rivolto un
particolare pensiero ai giovani seminaristi e ai loro educatori
affermando che l’istituzione ecclesiale “ha permesso la
formazione completa dell’uomo a servizio non soltanto della
Chiesa, ma anche del prossimo e della Nazione intera”.
In Burkina Faso la IV Edizione delle Giornate nazionali
della gioventù cattolica
KOUDOUGOU 12 ago 09 Il 6 agosto scorso si è aperta a
Koudougou la IV edizione delle Giornate nazionali della
gioventù cattolica (Jnj) sul tema "Vedete come si amano".
Quest'edizione, terminata il 9 agosto, ha avuto il patronato di
mons. Séraphin François Rouamba, vescovo di Koupèla e
presidente della conferenza episcopale Burkina-Niger. Il
patrocinio è stato dato anche dal ministro dell'Amministrazione
territoriale e del Decentramento, Clement Sawadogo. Dopo le
diocesi di Bobo Dioulasso e di Fada N' Gourma, che hanno
ospitato l’evento rispettivamente nel 2003 e nel 2006,
quest’anno è stata la volta di Koudougou. Erano presenti il
ministro dei Trasporti, Gilbert Natale Ouédraogo, e numerosi
vescovi e giovani cattolici venuti dal Mali, dal Togo, dal Benin,
dalla Costa d' Avorio e da varie diocesi del Burkina. “Il fatto che
40
Koudouogou sia stata scelta per le Jnj 2009 - ha detto mons.
Basile Tapsoba, vescovo della città - è una gioia e un onore per
la diocesi”. Il presule ha inoltre auspicato che “Dio allontani i
cattivi spiriti e invii i suoi angeli santi a proteggere i giovani”.
Ha poi espresso il desiderio “che i giovani possano fraternizzare
nell'amore e nella pace di Cristo”. Il presidente del comitato
organizzatore, l’abate Michel Bationo, ha affermato che per lui,
“l'amore non conosce frontiere, come testimonia l'arrivo dei
giovani dei Paesi vicini”.
In Burkina Faso compie 40 anni l’Unione Fraterna dei
Credenti fondata dal missionario padre Bidaud
DORI, 12 ott 09 - L’Unione Fraterna dei Credenti (UCF) di Dori,
nel Burkina Faso ha festeggiato nei giorni scorsi 40 anni.
Fondata da padre Lucien Bidaud, è nata durante la carestia del
1969 dall’incontro di volontari musulmani e cattolici che
volevano offrire il loro aiuto ed è oggi un esempio di dialogo
interreligioso. “Gioventù, cammina sui passi di Lucien Bidaud e
dell’UCF per realizzare la tolleranza e il dialogo interreligioso”:
questo lo slogan del quarantesimo anniversario dell’Unione
fraterna dei credenti che ha visto la luce nella parrocchia di
Sant’Anna di Dori. Diverse le manifestazioni per ricordare la
figura di padre Bidaud, morto nel 1988 e che tanto si è speso
per le popolazioni del Sahel. Attraverso l’UCF, secondo mons.
Joachim Ouédraogo, vescovo di Dori, “le popolazioni di Dori
hanno scoperto l’acqua viva e la vera pace”. “Cristiani e
musulmani si sono risolutamente impegnati nella promozione
dell’uomo” ha sottolineato il governatore della regione del
Sahel Eloi Bambara, ed in effetti sono tanti i progetti realizzati
in questi anni dall’UCF grazie alla quale le comunità cristiana e
musulmana
hanno
raggiunto
una
buona
convivenza.
Attualmente l’UCF sta lavorando ad un progetto per la
formazione di giovani “Dudal Jam”, che prevede la
realizzazione di un centro per l’educazione alla pace e al
dialogo interreligioso, e ad un programma che riguarda le
donne. “Quale che sia la propria appartenenza politica, religiosa,
razziale o culturale, ci si deve accettare – ha osservato il
vescovo di Dori ricordando i frutti dell’Unione fraterna dei
credenti – Dio ci ha creati diversi perché ci si completi …
Facciamo lo sforzo di comprenderci, di lasciar cadere i
41
pregiudizi, di relativizzare il proprio io e prendere in
considerazione l’altro, per arrivare a fare belle cose insieme”.
L’impegno della piccola Chiesa del Niger per la
promozione del dialogo islamo-cristiano
NIAMEY, 23 set 09 - La promozione del dialogo interreligioso ha
uno spazio prioritario nella piccola Chiesa del Niger, Paese a
netta maggioranza musulmana. Da diversi anni la Commissione
interdiocesana incaricata dei rapporti islamo-cristiani organizza
a questo scopo sessioni di formazione e in particolare di
introduzione alla conoscenza dell’Islam. I corsi – riferisce
l’agenzia cattolica congolese Dia - sono rivolti principalmente
ad agenti pastorali, sacerdoti, religiosi e religiose, affinché a
loro volta possano incoraggiare le comunità cristiane al dialogo
e all’incontro con i musulmani. L’iniziativa è il frutto di un’idea
nata una decina di anni fa quando la Commissione maturò la
convinzione della necessità di sensibilizzare i fedeli, in
particolare i catechisti e i giovani, sull’importanza di buone
relazioni islamo-cristiane nel Paese. Nel 2002 la Commissione
ha pubblicato un primo opuscolo intitolato “Guida per un
cristiano in un contesto musulmano” e articolato in 16
tematiche per mostrare le differenze e i punti in comune tra
cristianesimo e Islam. Obiettivo della guida era di aiutare
soprattutto i catechisti ad insegnare il messaggio cristiano nel
contesto musulmano in cui sono immersi i catecumeni e i
giovani cristiani nel Niger. Alla pubblicazione è seguita quella di
una serie di schede intitolate “Conoscersi e rispettarsi” che
illustrano le difficoltà e le condizioni pratiche per un dialogo
fruttuoso. Altre schede sotto forma di libro intitolato
“L’imprescindibile incontro tra cristiani e musulmani” sono
uscite nel 2006. Da allora la Commissione interdiocesana ha
organizzato anche diversi corsi misti di formazione al dialogo
per cristiani e musulmani, tenuti da esponenti religiosi ed
esperti delle due religioni. L’iniziativa ha incontrato un grande
successo e altri corsi sono in programma nel prossimo futuro.
Il Niger è uno dei Paesi africani con la maggiore presenza di
musulmani. Dei suoi 13 milioni e mezzo di abitanti di abitanti il
90,7% sono di religione islamica, l’8,7% seguaci delle religioni
tradizionali africane e lo 0,6% cristiani (dati dell’”Aiuto alla
Chiesa che Soffre”). I cattolici sono 19mila pari allo 0,4 per
42
cento della popolazione. La Chiesa è attivamente impegnata nel
campo sanitario, dell’educazione e della promozione umana.
Mons. Ouédraogo alla preghiera dell’ “Ide al ad-hâ” per
esprimere la propria fraternità ai musulmani
OUAGADOUGOU, 01dic09 - Ha espresso i suoi sentimenti di
fraternità verso i musulmani parlando ai giornalisti mons.
Philippe Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou, capitale del
Burkina Faso, che ha preso parte alla preghiera musulmana
dell’Ide al ad-hâ, in ricordo del sacrificio di Abramo. Svoltasi la
scorsa settimana ad Ouagadougou nella piazza della Nazione,
la preghiera è stata recitata con auspici di pace, fraternità e
solidarietà religiosa. Ad accogliere il presule il grande imam El
Hadj Aboubacar Sana. “Ringraziamo la Chiesa cattolica per
questo gesto di solidarietà e di fraternità manifestata verso i
musulmani” ha detto il grande imam. “Speriamo di poter
ricambiare in occasione di una festa cristiana” ha dichiarato il
vice presidente della Comunità musulmana del Burkina Faso e
della Federazione delle associazioni islamiche Adama Sakandé
che ha commentato positivamente la presenza dell’arcivescovo
di Ouagadougou come segno dei rapporti che sistono fra
cristiani e musulmani. Da parte sua mons. Ouédraogo
rispondendo alle domande dei cronisti ha colto l’occasione per
invitare i cristiani a fraternizzare con i musulmani perché nel
Burkina Faso perdurino pace, stabilità e tranquillità.
Conferenza sulla pace dei leader religiosi di tutte le
confessioni del Burkina Faso
OUAGADOUGOU, 18 gen 10 La Federazione internazionale
Asalam del Burkina Faso, accogliendo l’invito rivolto due anni fa
da Benedetto XVI e dal re Abdallah d’Arabia Saudita al dialogo
interreligioso per ridurre la violenza e promuovere la tolleranza
e la pace, organizzerà due incontri nel corso di quest’anno. Una
Conferenza sulla pace, che radunerà leader religiosi di tutte le
confessioni, si svolgerà nel Burkina Faso, mentre a livello
internazionale si svolgerà un Forum, in cui ogni Stato africano
sarà rappresentato da leader religiosi, pensatori e filosofi che si
confronteranno su come raggiungere la pace nel mondo.
L’incontro tra Benedetto XVI e re Abdallah d’Arabia Saudita è
avvenuto il 6 novembre del 2007 in Vaticano. Si è trattato della
43
prima visita di un re dell'Arabia Saudita al Papa. Una nota
pubblicata lo stesso giorno dalla Sala Stampa Vaticana ha
informato che durante l’incontro “si sono ribaditi l’impegno in
favore del dialogo interculturale ed interreligioso, finalizzato
alla pacifica e fruttuosa convivenza tra uomini e popoli, e il
valore della collaborazione tra cristiani, musulmani ed ebrei per
la promozione della pace, della giustizia e dei valori spirituali e
morali, specialmente a sostegno della famiglia”. E proprio
queste parole hanno indotto la Federazione Asalam a dar vita
ad iniziative concrete per la pace. L’impegno di Benedetto XVI
e di re Abdallah per la pace nel mondo, spiega Mohamed Doumi,
presidente delle Federazione Asalam e ambasciatore della
Federazione per la pace universale, è un segnale forte che
induce a prodigarsi per il bene comune. “Se le chiese e le
moschee svolgessero pienamente il loro ruolo, ci sarebbe la
pace nel mondo – ha detto Mohamed Doumi – se i cristiani e i
musulmani educassero i loro fedeli nelle chiese e nelle moschee,
non ci sarebbe la fame, l’indigenza, l’arroganza. Le moschee e
le chiese sono piene ma i cuori sono vuoti”. Mohamed Doumi
ha aggiunto che gli ambasciatori della pace stanno pensando
ad un Consiglio religioso mondiale che potrebbe raggruppare
tutte gli orientamenti religiosi del mondo e che potrebbe avere
un ruolo consultivo nell’ambito delle Nazioni Unite. “Un
cittadino, quale che sia la sua religione – ha osservato il
presidente della Federazione Asalam – deve poter apportare il
proprio contributo alla pace nel suo quartiere con le famiglie e
ciò nella misura in cui nessuna religione sproni al male”. La
Fondazione Asalam, che ad Ouagadougou, capitale del Burkina
Faso, assiste orfani e distribuisce viveri ai bisognosi, a
proposito di dialogo interreligioso ha infine ricordato
l’importanza della partecipazione di mons. Philippe Ouédraogo,
arcivescovo di Ouagadougou, alla grande preghiera musulmana
del Tabaski, il 27 novembre dello scorso anno, nella piazza
della Nazione di Ouagadougou. Un gesto definito un segno di
pace.
La Chiesa cattolica del Burkina Faso esprime in un
messaggio la propria solidarietà alla popolazione di Haiti
OUAGADOUGOU, 27 gen 10 - “Le catastrofi sempre più
ricorrenti con le quali il mondo si confronta, ci interpellano sulla
44
necessità di coltivare le virtù della solidarietà effettiva ed
affettiva … affidiamo alla misericordia di Dio tutte le vittime che
hanno perso la vita in questa circostanza drammatica”: è
quanto scrive in un messaggio indirizzato alla popolazione di
Haiti la Chiesa del Burkina Faso dopo il sisma del 12 gennaio
scorso che ha devastato Port-au-Prince provocando la morte di
migliaia di persone. Per esprimere la propria vicinanza a quanti
stanno soffrendo le conseguenze del terribile terremoto, la
Conferenza episcopale del Burkina Faso, insieme alla Caritas e
a tanti fedeli, ha voluto esprimere le proprie condoglianze a
quanti hanno perso i loro cari, alle comunità religiose e
all’arcivescovado di Port-au-Prince ed ha inviato come segno di
solidarietà un assegno di 1.500 euro. (www. fr.allafrica.com T.C.)
Migliaia di cattolici al pellegrinaggio di Yagma, in nome
della riconciliazione, la giustizia e la pace
OUAGADOUGOU, 16 feb 10 – “Con Cristo, costruiamo nella
verità, insieme a Maria, una società di riconciliazione, di
giustizia e di pace”. È stato questo il tema del tradizionale
pellegrinaggio che si è svolto, domenica scorsa, al Santuario di
Yagma, in Burkina Faso. Migliaia i fedeli cattolici presenti
all’evento, che si ripete da 40 anni, e che ha visto la
celebrazione eucaristica presieduta da mons. Philippe
Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou. Insieme al presule,
hanno concelebrato una cinquantina di religiosi, dando voce
alle migliaia di intenzioni di preghiera presentate dai fedeli.
Nella sua omelia, mons. Ouédraogo ha ricordato che il tema del
pellegrinaggio, quest’anno, ha coinciso con quello del secondo
Sinodo speciale per l’Africa, svoltosi in Vaticano dal 4 al 25
ottobre 2009, e dedicato, appunto, alla riconciliazione, alla
giustizia e alla pace. Quindi, il presule ha esortato i fedeli a
costruire, “con sforzi costanti”, una società “riconciliata, giusta
e pacificata”, invitando tutti ad essere “attori di un’economia al
servizio dei poveri”. Poi, l’arcivescovo di Ouagadougou ha
sottolineato i doveri spettanti alle parrocchie del Paese e le ha
invitate ad istituire delle “Commissioni di Giustizia e Pace” che
costituiscano un ambito “di promozione di una società equa e
coesa”. E ancora, mons. Ouédraogo ha insistito sulla necessità
che i fedeli cattolici “costruiscano comunità vive”, che siano
45
“rafforzate da nuovi catecumeni”. Centrale anche l’appello
all’autofinanziamento della Chiesa-famiglia del Burkina Faso,
così come quello a terminare quanto prima i lavori di
costruzione della Cattedrale di Yagma. Infine, in vista delle
elezioni presidenziali previste per quest’anno, l’arcivescovo di
Ouagadougou ha chiesto al mondo politico di lavorare in favore
di consultazioni “trasparenti, libere e giuste”.
I vescovi del Burkina Faso contrari a un emendamento
costituzionale
che
permetterebbe
al
Presidente
Compaoré di presentarsi per un nuovo mandato
OUAGADOUGOU, 4 mar 10 - La Conferenza Episcopale del
Burkina Faso e del Niger (CEBN) è contraria alla modifica della
Costituzione che permetterebbe all’attuale Presidente del
Burkina Faso Blaise Compaoré di presentarsi per un nuovo
mandato alle elezioni presidenziali del prossimo mese di
novembre. La proposta, sostenuta dagli alleati di Campaoré ha
riacceso lo scontro politico nel Paese. In una dichiarazione
diffusa il 1° marzo, al termine della sessione plenaria dei
vescovi tenutasi a Fada N’Gourma dal 15 al 21 febbraio, la
CEBN invita i cittadini a non “chiudere gli occhi” sulla storia
recente del Burkina Faso (che ha aperto al multipartitismo solo
pochi anni fa e non è nuovo a questo genere di colpi di mano).
I vescovi - riferisce il quotidiano locale “Le Pays” ripreso
dall’agenzia Apic - ricordano in particolare che l’articolo 37 della
Costituzione, che limita a due anni il numero dei mandati
presidenziali, è frutto del compromesso proposto dal Collegio di
Saggi istituito per risolvere la precedente grave crisi politicoistituzionale della fine degli anni Novanta. “Il lavoro del Collegio
dei Saggi – sottolineano i presuli - ha contribuito enormemente
al ritorno alla pace sociale. Occorre dunque porsi la domanda:
a chi giova tornare indietro emendando di nuovo l’articolo 37
per fare saltare il limite dei mandati presidenziali consecutivi?
Esso garantirebbe la pace sociale, o non ci condurrebbe
piuttosto alle stesse turbolenze, tanto più che sappiamo che
numerosi casi pendenti dell’epoca, in particolare i crimini
economici, attendono ancora una soluzione?”. In conclusione i
vescovi del Burkina Faso esortano tutti i cittadini “a serrare le
righe, a lavorare con rigore e senso di responsabilità, per
progredire e giocare al meglio il loro ruolo per le generazioni
46
future”.
Eletto per la prima volta alle prime elezioni multipartitiche del
1991 e per una seconda volta nel 1998, Campaoré, al potere
dal 1987, si è nuovamente candidato, vincendole, anche alle
ultime elezioni presidenziali del 2005, nonostante le
contestazioni dell’opposizione per la quale, in base
all’emendamento introdotto nel 2000, la candidatura era
incostituzionale.
I DUE VIAGGI APOSTOLICI DI GIOVANNI PAOLO II
IN BURKINA FASO
Giovanni Paolo II ha visitato il Burkina Faso (Alto Volta)
2 volte: il 10 maggio 1980, in occasione del suo 5°
Viaggio internazionale in Zaire, Congo, Kenya, Ghana,
Burkina Faso – Alto Volta – Costa d’Avorio (2-12 maggio
1980) e dal 29 al 30 gennaio 1990, in occasione del suo
45° viaggio internazionale in Guinea Bissau, Mali Burkina
Faso Ciad (25 gennaio- 1 febbraio 1990). Non ha, invece,
mai visitato il Niger. Di seguito alcuni estratti dai suoi
discorsi.
La prima visita del 1980
DAL DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AL PRESIDENTE
DELL'ALTO VOLTA E ALLA NAZIONE
Ouagadougou, 10 maggio 1980
(…)
La
Chiesa
dell’Alto
Volta
ha
già
fornito
una
collaborazione leale al progresso del Paese
Se le precedenti tappe di questo viaggio pastorale hanno già
offerto l’occasione d’affrontare alcuni problemi più specifici del
continente africano o del ruolo geniale che gli spetta nel mondo,
la mia preoccupazione principale è stata la loro dimensione
morale e religiosa, il desiderio di dialogare nel nome dell’uomo
preso nella sua integrità (cf. Giovanni Paolo II, Allocutio ad
Nationum Unitarum Legatos, 5, die 2 oct. 1979; Insegnamenti
di Giovanni Paolo II, II,2 [1979] 524). La Chiesa cattolica non
47
intende dunque pesare in alcun modo sulle responsabilità
proprie dei governanti. Ama, tuttavia, ricordarsi che, nello
spirito del suo Fondatore, la nozione di potere è inseparabile da
quella di servizio e che, in un certo modo, essendo ogni potere
ricevuto dall’alto, deve sempre essere esercitato secondo la
volontà di Dio (cf. Gv 19,11). Questa è la preoccupazione che
la anima quando si dedica, ad esempio, alle opere educative,
per contribuire essa stessa alla formazione di coloro che
dovranno proseguire lo sviluppo del paese: preparare uomini e
donne abitati dall’ideale del vero servizio pubblico, onesti,
disinteressati e attenti al bene comune della popolazione.
In questo campo, la Chiesa dell’Alto Volta ha già fornito una
collaborazione leale al progresso del paese. La prosegue oggi
nella misura delle proprie possibilità, con la convinzione
dell’importanza di questo compito. Non dubito che il suo
insegnamento catechistico non sia aperto all’insieme della vita,
in modo da formare in profondità l’uomo di domani, al servizio
del suo paese e dei più nobili ideali.
… e chiede di essere presente ovunque essa possa
aiutare la dignità dell’uomo
Allo stesso modo, non domanda che di essere presente
ovunque essa possa aiutare la dignità dell’uomo, del cittadino,
con mezzi poveri, ma con la generosità di un cuore pronto a
condividere. Possa essa continuare in questo slancio che,
ottant’anni dopo l’inizio dell’evangelizzazione, non si è mai
indebolito, spingendola continuamente a prendere nuove
iniziative, nel rispetto delle coscienze e nella lealtà al potere
civile. Ho piena fiducia nei vescovi del paese ed al mio caro
collaboratore il Cardinale Paul Zoungrana, per restare fedeli a
questa linea ispirata dal senso di un’autentica fratellanza. (…)
DALL’ OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II PER LA MESSA A
OUAGADOUGOU
(Alto Volta), 10 maggio 1980
L’appello per un aiuto generoso ai paesi del Sahel
Ascoltate il mio appello!
48
Prego voi, organizzazioni internazionali, di continuare il lavoro
notevole già fatto, e di accelerare la messa in opera
perseverante dei programmi di intervento già elaborati. Prego
voi, responsabili degli Stati, di dare un aiuto generoso ai paesi
del Sahel affinché un nuovo sforzo, cospicuo e costante, possa
porre rimedio in modo ancora più valido al dramma della siccità.
Prego voi, organizzazioni non statali, di raddoppiare i vostri
sforzi: sappiate suscitare una corrente di generosità personale
degli uomini, delle donne, dei bambini, perché tutti sappiano
che il frutto delle loro privazioni può servire veramente ad
assicurare la vita e le possibilità future dei fratelli e delle sorelle.
Vi prego, uomini di scienza e tecnici, istituti di ricerca, di
orientare le vostre attività verso lo studio di nuovi mezzi di
lotta contro la desertificazione; la scienza non potrebbe forse
progredire ugualmente se fosse messa al servizio della vita
dell’uomo? Essa può e deve avere altri scopi che non siano la
ricerca di nuovi strumenti di morte, creatori di nuovi deserti, o
anche la soddisfazione dei bisogni artificiali provocati dalla
pubblicità. Pertanto, prego anche voi che lavorate nei mezzi di
comunicazione sociale, giornalisti della stampa, della radio e
della televisione: parlate di questo problema secondo la sua
vera dimensione, quella della persona umana menomata e
mutilata. Senza cercare effetti inutili, sappiate indicare le
soluzioni possibili, ciò che è stato fatto e ciò che resta da fare.
Saper risvegliare e stimolare la generosità e la buona volontà
non vi sembra un bel compito?
Tutti, ve ne prego, ascoltate questo appello, ascoltate le voci
del Sahel e di tutti i paesi vittime della siccità, senza eccezione
alcuna. E a tutti voi io dico: “Dio ve ne renda merito!”.
Ma voglio anche rivolgermi, in special modo, ai vostri fratelli
cattolici del mondo, a quelli dei paesi più fortunati. Che essi
meditino la nota frase di san Vincenzo de’ Paoli, uno degli eroi
della carità e dell’amore per i poveri. A chi gli domandava, nel
tramonto della vita, che cosa egli avrebbe potuto fare di più per
il prossimo, rispondeva: “Ancora di più”. Voler fare sempre “di
più” è la gloria della carità cristiana, di quell’amore che
abbiamo gli uni per gli altri e che lo Spirito Santo infonde nei
nostri cuori. Perciò vi dico: adesso, coloro che nel mondo
hanno fame e sete sono alla vostra porta! I mezzi moderni
permettono di venire in loro aiuto. Non dovete dunque fare
49
assegnamento solo sulle responsabilità politiche nazionali e
internazionali. Al di sopra del dovere universale di solidarietà,
la vostra fede deve indurvi ad esaminare le vostre reali
possibilità, ad esaminare, personalmente e nella famiglia, se
non si ritenga troppo spesso necessario ciò che in realtà è
superfluo. È il Signore che ci invita a fare di più.
(…)
DAL DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI VESCOVI
DELL'ALTO VOLTA
Ouagadougou, 10 maggio 1980
(…)
L’unità nella collegialità
Abbiamo giusto il tempo, cari fratelli, d’evocare alcuni pensieri
che ci stanno a cuore.
2. Il primo, è la nostra unità nella collegialità. Voi la vivete fra
voi; noi la viviamo insieme, unendo la Chiesa che è in Alto
Volta alla vita e alle preoccupazioni evangeliche della Chiesa
universale. La collegialità è un elemento strutturale della
Chiesa, un modo di governare dell’episcopato, al quale la
nostra epoca, seguendo un insegnamento importante del
Concilio Vaticano II, da giustamente un rilievo particolare. Il
fatto di metterla bene in opera, lo provate sicuramente ogni
giorno, è un grande sostegno per la nostra azione pastorale ed
una grande speranza per la crescita della sua efficacia. Ma è
soprattutto su delle ragioni spirituali, teologiche, che dobbiamo
costruire la nostra collaborazione episcopale, essendo la
persona del Signore la fonte del nostro ministero.
Vi incoraggio dunque a continuare a lavorare per fondare
veramente in Cristo la vostra unità e quella del vostro
presbiterio. Quest’ultimo è d’estrazione molto diversa; fate in
modo che la diversità sia sempre fonte d’arricchimento
reciproco, non di divisioni o rivalità. Per questo, restate voi
stessi molto vicini ai vostri sacerdoti, molto presenti nella loro
difficile vita. Le vostre parole ed il vostro esempio sapranno
orientare sempre meglio verso il servizio al popolo di Dio gli
spiriti e le volontà di quelli che si sono generosamente votati a
questa missione.
50
Anche le vostre diocesi sono diverse, hanno forze apostoliche
diverse: dovete affrontare insieme i compiti comuni e nei
settori più svantaggiati. Questo spirito di solidarietà deve
spingersi anche al di fuori dei confini, ed in particolare nel
quadro della Conferenza Episcopale regionale dell’Africa
dell’ovest, di cui Sua Eminenza assume la presidenza, e nel
quadro del SCEAM, per tutta l’Africa e il Madagascar. Dovete
divenire sempre più i vostri missionari.
La preoccupazione per le vocazioni, e per una pastorale
che si appoggi sul senso propriamente africano della
famiglia
Questo mi conduce a condividere con voi due preoccupazioni
fondamentali per l’evangelizzazione e per il fervore cristiano
della vostra Chiesa in Alto Volta. Voglio parlare della vostra
preoccupazione per le vocazioni, e per una pastorale che si
appoggi sul senso propriamente africano della famiglia.
Oltre ai “missionari” di cui tutto il mondo riconosce il servizio
senza pari e sempre prezioso come testimonianza della Chiesa
universale, voi avete la gioia di avere numerosi sacerdoti,
religiosi, religiose e seminaristi dell’Alto Volta, così come
numerosi catechisti. La missione della Chiesa ne richiederebbe
di più. È una parte importante del vostro ministero provvedere
a sorvegliare il risveglio e lo sviluppo delle vocazioni sacerdotali
e religiose, con una solida formazione, che è stata
sperimentata nella Chiesa, e ben inserita nella realtà africana.
Non dobbiamo mai stancarci di spiegare il senso profondo di
questa vocazione nel disegno di Dio. Offrirsi di seguire il Cristo
con tutta la nostra disponibilità, al servizio esclusivo del suo
Regno, consacrargli le nostre forze ed il nostro amore nel
celibato, è una grazia che non potrebbe mancare alla Chiesa
d’oggi e dunque alle Chiese africane.
Grazie a questi sacerdoti o religiosi, i cristiani saranno aiutati a
progredire nella coscienza personale della propria vocazione.
Fra di essi, i catechisti, che per vostra intermediazione voglio
ancora incoraggiare, offrono un magnifico esempio della
vocazione laica cristiana messa al servizio della Chiesa. Paolo
VI aveva voluto decorare lui stesso, cinque anni fa, Simon
Zerbo, di cent’anni, primo catechista dell’Alto Volta e pioniere
della fede nel vostro paese.
51
La Chiesa famiglia di Dio
Per questa missione, voi proseguite, da molti anni, uno sforzo
pastorale mirante a manifestare che la Chiesa è veramente la
famiglia di Dio, dove ognuno ha il suo posto, dove ognuno è
compreso ed amato. In questo modo, lo spero con voi, le
vostre comunità cristiane beneficieranno di un elemento
profondo di strutturazione che costituirà anche una
testimonianza concreta del Vangelo ed un appello per i non
cristiani. In questa concezione della famiglia è messo in risalto
il nesso fra una realtà fondamentale e la rivelazione evangelica,
e uno dei valori morali caratteristici della civiltà del vostro
popolo.
(…)
DAL DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II ALLE FAMIGLIE
Ouagadougou (Alto Volta), 10 maggio 1980
Seguite fedelmente gli orientamenti dati dai vostri
vescovi, miei fratelli nell’episcopato, perché le vostre
comunità siano sempre più, qui nell’Alto Volta, la
famiglia di Dio.
(…)Ecco l’ultima consegna che vi lascio. Riassume il messaggio
che ho voluto far capire durante questo viaggio nei paesi
africani, così ben preparati a riceverlo grazie alla loro ricca
tradizione sul senso della famiglia e dell’accoglienza. Riprendo
per questo l’insegnamento di San Pietro, il primo Papa, colui al
quale il Signore ha affidato la propria Chiesa e di cui oggi io
sono il successore. Egli ricordava ai fedeli: divenite “l’edificio
spirituale” di Dio, poiché voi siete “il popolo che Dio si è
acquistato” (cf. 1Pt 2,5.9). Nello stesso senso, il Concilio
Vaticano II ha ricordato molte volte che la Chiesa è la casa di
Dio nella quale abita la sua famiglia (cf. Lumen Gentium, 6) e
che tutti gli uomini devono prendere coscienza di formare una
sola famiglia, e che sono tutti chiamati a far parte della
famiglia di Dio (cf. Ivi,51). Questa verità è alla base della
missione e dello sforzo per far conoscere a tutti gli uomini la
salvezza, l’amore di Dio per noi e le sue esigenze (cf. Ad
52
Gentes, 1).
Allora vi dico: seguite fedelmente gli orientamenti dati dai
vostri vescovi, miei fratelli nell’episcopato, perché le vostre
comunità siano sempre più, qui nell’Alto Volta, la famiglia di
Dio.
Che il vostro stile di vita sia ispirato da questa profonda verità.
Indicherò tre punti.
In primo luogo, chi fa veramente parte della famiglia non teme
di mettersi al servizio di suo Padre: preoccupatevi dunque delle
vocazioni. Giovani, siate generosi per rispondere all’appello di
Dio se vi domanda di seguirlo nella castità, nella povertà e nel
servizio, per far crescere la sua famiglia grazie ai vostri sforzi.
Penso anche ai catechisti, la cui dedizione è così necessaria per
il progresso del Vangelo. Genitori, siate generosi per suscitare
e sostenere le vocazioni necessarie alla vita della Chiesa
nell’Alto Volta, e date innanzi tutto il vostro esempio di vita
cristiana.
Inoltre, chi fa parte della famiglia di Dio desidera anche che
tutti conoscano la stessa felicità. Siate anche voi missionari del
vostro paese come testimoni dell’amore di Dio per tutti i suoi
abitanti.
Infine, per la stessa ragione, volendo essere testimoni
dell’amore di Dio per la sua famiglia, i cattolici dell’Alto Volta
devono essere sempre membri attivi e leali della loro comunità
nazionale che forma essa stessa una grande famiglia. Il vostro
popolo si divide in diversi credi religiosi, tradizionali,
mussulmani e cristiani. Questa situazione, che per voi è un
ulteriore appello ad una vita esemplare, non deve impedire, e
non impedisce, lo so bene, le relazioni di buon vicinato come la
collaborazione di tutti al servizio dello sviluppo locale e
nazionale, sempre nel rispetto reciproco. (…)
La seconda visita del 1990
DAL DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI VESCOVI DEL
BURKINA FASO E DEL NIGER
Arcivescovado di Ouagadougou, 29 gennaio 1990
Ringrazio il Signore per aver donato al Burkina Faso la
53
grazia di una considerevole fioritura della vita religiosa,
contemplativa ed apostolica…
(…)
Ringrazio il Signore per aver donato al Burkina Faso la grazia di
una considerevole fioritura della vita religiosa, contemplativa
ed apostolica. Senza la preghiera costante ed i molteplici
servizi degli uomini e delle donne consacrate, la Chiesa non
potrebbe compiere pienamente la sua missione, né rendere in
tutta la sua forza la testimonianza del dono di Dio che riempie
l’anima dell’uomo.
… e i catechisti per la loro disponibilità
I catechisti, uomini e donne, spesso insieme, sono fedeli
servitori della Parola di Dio. Vicini ai loro fratelli e condividendo
prontamente le loro preoccupazioni, preparano le numerose
comunità a ricevere la grazia dei sacramenti, ad estendere la
luce dell’amore che viene da Dio, a progredire nell’unità
fraterna e nel servizio dei piccoli e dei poveri. Ringrazio per la
loro disponibilità, bellissimo frutto del seme evangelico sparso
in questa terra.
Nelle parrocchie e nelle cappellanie, la comunità
cristiana cresce nella fede
Nelle parrocchie e nelle cappellanie, la comunità cristiana
cresce nella fede, con i movimenti e le opere ecclesiali; essa
occupa il suo posto anche nella vita nazionale mettendo ivi in
pratica un senso della solidarietà che nutre e rinforza la
vocazione dei discepoli di Cristo a servire, nell’imitazione del
loro Maestro.
Sotto la vostra guida di Pastori, la Chiesa partecipa, in tutta
indipendenza, all’edificazione della dimora comune. Voi saprete
illuminare il cammino dei cristiani, presentando loro, in
particolare, i grandi orientamenti della dottrina sociale della
Chiesa e l’insieme di luce che la morale evangelica dona. È in
questo modo, nel rispetto di tutti, che i cristiani hanno a cuore
la promozione della giustizia e dei diritti della persona umana,
in stretta collaborazione con tutti i loro concittadini, uomini e
donne di buona volontà, sia che siano legati alle tradizioni
religiose ancestrali oppure musulmani fedeli al loro Islam. Tutti
54
possono condividere con noi valori comuni che garantiscono
all’uomo la sua dignità, alla famiglia la sua importanza e alla
società la sua solidarietà. I diritti dell’uomo non sono forse un
patrimonio comune a tutti i credenti?
La preparazione attiva dell’Assemblea Speciale per
l’Africa del Sinodo dei Vescovi
Il nostro incontro si svolge nel momento in cui i Pastori di tutto
il continente sono stati invitati a iniziare la preparazione attiva
dell’Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi.
Sono felice di parlarne con voi per qualche istante, poiché
questo avvenimento costituirà una grazia. Attraverso la
riflessione e nella preghiera di tutti i suoi membri, la Chiesa in
Africa è chiamata ad approfondire il senso della sua “missione
di evangelizzazione nella prospettiva dell’anno 2000”. Il fatto
che una simile assemblea possa svolgersi è un segno eloquente
della maturità cui queste giovani Chiese sono ormai giunte. Il
fatto che sacerdoti, religiosi, religiose e laici contribuiscano
insieme ad illuminare il cammino della Chiesa in questa parte
del mondo è ragione di fiducia nella presenza dello Spirito
Santo nel cuore dei battezzati.
Cari fratelli, chiediamo insieme al Cristo Salvatore di colmare
della sua Luce tutti i suoi discepoli in Africa, nel momento in cui
essi si apprestano a segnare una tappa decisiva sulla rotta del
Vangelo!
Dieci anni dopo la mia prima visita a Ouagadougou, ho appena
rinnovato l’angosciato richiamo che avevo lanciato al mondo
affinché questa regione non venga lasciata da sola davanti alle
grandi difficoltà del suo sviluppo. So che le vostre comunità
diocesane non restano inattive, non solo per la vostra
partecipazione alla Fondazione per il Sahel, presieduta dal
Cardinale Zoungrana, ma anche per le iniziative prese dal
vostro Ufficio di Studi e di Collegamento e dalla Caritas. Avete
la responsabilità di coordinare armoniosamente queste attività,
intraprese da molteplici organismi, e soprattutto, da molti
animatori locali della vita rurale, dagli educatori e da tutti
coloro che lottano insieme per migliorare le condizioni della loro
esistenza.
In previsione della prossima Assemblea del Sinodo per l’Africa,
uno dei temi di riflessione proposti è appunto quello di chiarire i
55
fondamenti teologici della nostra azione in favore dell’uomo.
Infatti, per i cristiani la ricerca dello sviluppo e l’azione in
favore della giustizia e della pace non possono essere separate
dall’evangelizzazione. L’evangelizzazione implica l’amore per il
prossimo, così com’è, con la fame e con la sete che prova nel
corpo nell’intelletto, nel cuore.
È l’uomo stesso ad essere il vero soggetto dello sviluppo
(…)
Non sarà mai riaffermato abbastanza che è l’uomo stesso ad
essere il vero soggetto dello sviluppo. Papa Paolo VI lo aveva
detto energicamente nell’esporre la successione delle condizioni
più umane alle quali bisogna che tutti possano accedere,
“l’ascesa della miseria verso il possesso del necessario, la
vittoria sui flagelli sociali, l’ampliamento delle conoscenze,
l’acquisizione della cultura . . . il riconoscimento da parte
dell’uomo dei valori supremi, e di Dio che ne è la sorgente e il
termine” (Populorum progressio, 21). Sono queste tappe su un
cammino che l’uomo africano deve oggi intraprendere. Gli
sforzi che state sviluppando per assicurare ai vostri fratelli una
formazione generale, professionale e spirituale vanno in questa
direzione indispensabile. Spero che possiate amplificarli con
sempre maggior successo.
Al termine dell‟incontro con i Vescovi Giovanni Paolo II ha
rivolto ai Presuli presenti le seguenti parole:
L’importanza della collegialità
È stato, il nostro, un incontro spirituale perché abbiamo
discusso di molti problemi concernenti la nostra missione.
Abbiamo soprattutto notato l’importanza della collegialità. Ciò è
molto importante per il vostro Paese, per la Conferenza
Episcopale del Burkina e per il Vescovo del Niger, ma è
importante anche per l’intero continente. L’iniziativa di un
Sinodo continentale africano è stata molte volte ripensata e
discussa: bisognava liberarsi di alcuni suggerimenti e quando ci
si è liberati da tali suggerimenti errati, allora si è deciso questo
passo che mi sembra molto importante.
In questo modo sarà infatti possibile creare una collegialità più
56
forte su scala continentale, perché è di collegialità che il
continente ha bisogno. Due sono i continenti che, per il
momento, mi sembra abbiano bisogno di maggiore collegialità:
l’Africa e l’Europa. Vedremo come il buon Dio, il Buon Pastore,
ci aiuterà a promuoverla.
Devo in ogni caso ringraziare la Provvidenza che, dieci anni fa,
mi ha condotto a Ouagadougou e mi ha permesso di
pronunciare il primo appello per il Sahel. Questi appelli fanno
parte dei compiti, delle responsabilità di un Papa. Penso che
difficilmente, in mancanza di simili appelli, un Papa possa
presentarsi dinanzi al Signore. La visita di dieci anni fa
costituisce evidentemente il punto di partenza di quella attuale.
Devo quindi esprimere doppiamente la mia riconoscenza al
Cardinale Zoungrana, al Burkina Faso, e alla città di
Ouagadougou.
LE VISITE AD LIMINA
Di seguito alcuni estratti dai discorsi di Giovanni Paolo II ai
vescovi del Burkina Faso e del Niger in occasione delle
precedenti visite ad limina
14 giugno 1986
Il concetto dottrinale di Chiesa, famiglia di Dio
Avete imperniato la vostra pastorale al Burkina Faso sul
concetto dottrinale di Chiesa, famiglia di Dio. Ne gioisco. Il
Concilio Vaticano II, come scrivevo nell’enciclica Dominum et
Vivificantem (Dominum et Vivificantem, 26), “è stato
specialmente un Concilio ecclesiologico: un Concilio sul tema
della Chiesa”, la Chiesa che è essa stessa all’ascolto dello
Spirito Santo che, continuando e attualizzando l’opera della
redenzione, introduce la Chiesa nella verità tutta intera,
l’unifica attraverso la comunione e il ministero, le fornisce i
mezzi d’azione, con la diversità dei suoi doni gerarchici e
carismatici, la ringiovanisce e la rinnova incessantemente,
indirizzandola verso la somiglianza e l’unione perfetta con il suo
Sposo (cf. Lumen Gentium, 4), donandole una fecondità e un
ruolo materno nei confronti di tutti i suoi figli.
57
Ciò suppone che le più piccole comunità di base abbiano la loro
vitalità, con le iniziative e le responsabilità dei cristiani e dei
catechisti che le formano, in modo che ciascuno abbia il
sentimento d’appartenere a una famiglia, nella quale ci si aiuti
vicendevolmente a credere, a pregare, a portare insieme le
difficoltà e le gioie con questa solidarietà che è una delle
ricchezze del vostro patrimonio. Ciò suppone anche che le
comunità abbiano la preoccupazione di vivere la fede di tutta la
Chiesa e siano aperte verso le comunità più grandi della
parrocchia, della diocesi, della Chiesa universale attraverso il
ministero dei preti, dei vescovi che hanno il compito di riunire e
comunicare i misteri di Dio, di trascinare verso orizzonti sempre
più larghi, verso una vita più profonda, conformemente al
disegno di Dio. Questa comunione radicata in Dio, nella gioia di
essere animata dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo, e con
il dinamismo della carità, è la migliore testimonianza che la
Chiesa può dare al mondo.
Pochi mezzi per la formazione dei futuri preti
Ascoltandovi e leggendo i vostri rapporti, ho visto la
sollecitudine che avete per la formazione dei futuri preti. Anche
qui vi porto tutti i miei incoraggiamenti. Lo sforzo che volete
cercare, anche a prezzo di grandi sacrifici, al fine di avere in
ogni diocesi, per quanto possibile, un piccolo seminario per
tutta la durata degli studi secondari, mi sembra saggio e
opportuno. I giovani che si destinano al sacerdozio possono
allora beneficiare di condizioni di vita morale e spirituale molto
più assicurate della vita che conducono gli altri giovani nei
collegi o nei licei; essi hanno inoltre bisogno di un legame con il
loro vescovo, tenuto in modo regolare e concreto. Questo
legame è molto importante per i grandi seminaristi dei seminari
interdiocesani o regionali.
Ma so che questa pastorale è esigente per voi che disponete di
mezzi ridotti, sul piano materiale e più ancora in ciò che
concerne gli educatori di qualità, preti o laici. Vi auguro di
trovarli con il concorso di tutti coloro che possono aiutarvi. Ciò
comporta delle rinunce negli altri campi, ma voi sapete per
esperienza che questo “investimento” prioritario è di capitale
importanza per l’avvenire. Bisogna senza dubbio cercare di
58
verificare e fortificare le motivazioni dei candidati per un
servizio disinteressato della Chiesa ispirato innanzitutto
all’amore per Cristo e per le sue anime. Avete pure coscienza
delle esigenze dell’educazione a una vita di fede di preghiera,
di purezza e di apostolato, senza contare quella formazione
intellettuale, secondo una “ratio” di studi ben adeguati. Sì,
auguro che voi possiate preparare bene il cambio del vostro
presbiterio di domani, o meglio la sua estensione. Poiché
dovete considerare non solo i bisogni del vostro tempo, con
l’apporto sempre apprezzato dei confratelli stranieri, ma l’aiuto
vicendevole missionario. Mi congratulo con voi per aver già
inviato alcuni dei vostri preti a lavorare con quelli del Niger, per
affrontare la mancanza di preti autoctoni e preparare anche
presso di loro il cambio necessario.
(…)
Due settori richiedono una sollecitudine pastorale
particolare: il sostegno delle famiglie cristiane e la
formazione dei giovani alla vita cristiana
Penso con voi a due settori che richiedono sollecitudine
pastorale particolare: il sostegno delle famiglie cristiane e la
formazione dei giovani alla vita cristiana, questi giovani che
sono così numerosi e spesso disorientati.
Da un lato constatate che alcuni costumi tradizionali, difficili da
conciliare con l’etica cristiana, sono in un momento di favore, e
dall’altra parte che si sta diffondendo un neopaganesimo, con
le mutazioni socio-culturali dovute a un certo progresso tecnico,
a
un
clima
materialista
secolarizzato,
che
conosce
maggiormente il mondo occidentale. La struttura familiare
vacilla, la sua unità è minacciata, le tendenze all’individualismo,
all’interesse personale, al piacere si accentuano, un certo
spirito critico semina il dubbio. Bisogna rinforzare le convinzioni
degli sposi o di coloro che si preparano al sacramento del
matrimonio sull’unità, sull’indissolubilità, la fecondità del
matrimonio cristiano, mostrando loro che queste esigenze
possono essere vissute con la grazia di Cristo e che esse
donano socialità alla famiglia, una testimonianza senza
confronto che corona i valori positivi della cultura africana.
È necessario permettere anche ai giovani dei licei e dei collegi
59
di rendere conto della fede che essi hanno ricevuto attraverso
un’opera adeguata di cappellania. È ancor più necessario nelle
condizioni attuali nelle quali alcuni possono temere di
testimoniare la loro fede per preservare il loro avvenire.
Conviene allora liberarli dal timore, mediante un’adesione
gioiosa a Gesù Cristo e alla Chiesa, vissuta in comunità
dinamiche.
I cristiani del Burkina Faso e del Niger hanno il dovere e
il diritto di partecipare alla promozione di migliori
condizioni di vita
Ciò che abbiamo detto riguarda il ruolo dei vostri cristiani nella
Chiesa. Ma questi cristiani di Burkina Faso o del Niger
appartengono a una società nella quale molti cittadini vivono
secondo altre tradizioni religiose; essi appartengono a una
patria di cui vogliono essi stessi la pace, la felicità, il progresso;
appartengono a un Paese che lotta per arrivare alla sua
autosufficienza alimentare, nonostante le prove che ha
conosciuto per la siccità. Essi hanno quindi il dovere e il diritto
di partecipare alla promozione di migliori condizioni di vita, non
per delle ragioni politiche, ma perché ne va della sorte dei
compatrioti che abbisognano di pane e di lavoro, che sono stati
costretti a emigrare. Ne va della dignità umana dei loro fratelli.
Ispirata da questa carità, la Chiesa ha già preso in carico un
buon numero di iniziative educative, sociali, sanitarie: collegi,
promozione femminile, dispensari, ospedali, perforazioni per
pozzi e lavori di conduzione dell’acqua. È una bella
testimonianza, alla quale i responsabili del bene comune non
possono non essere sensibili.
Penso ancora ad alcuni impegni a lungo termine, come la
fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, che il cardinale Paul
Zoungrana presiede per tutti i Paesi toccati dalla
desertificazione e che incomincia a mettere in opera progetti
interessanti. In generale, i cristiani hanno sicuramente a cuore
di impegnarsi legalmente per preparare un avvenire migliore in
uno spirito di tolleranza e nel rispetto delle responsabilità dello
Stato e della Chiesa. Hanno il diritto di fare liberamente,
secondo la loro coscienza cristiana, nella ricerca della giustizia
per tutti e dell’interesse dell’insieme. Il ruolo dei pastori è di
incoraggiarli e soprattutto di formare la loro coscienza secondo
60
tutte le esigenze della dottrina sociale della Chiesa, in modo
che essi contribuiscano validamente al vero bene della loro
patria.
(…)
30 aprile 1992
(…)
Resta da continuare la considerevole opera che consiste
nel risvegliare sempre più nel cuore dei battezzati la loro
vocazione ad essere “il sale della terra”
In occasione del 65 anniversario dell’evangelizzazione del
paese, nel 1975, la pastorale d’insieme ha conosciuto un nuovo
impulso: voi avete cercato di promuovere comunità cristiane
nelle quali il laicato formato potesse assumere le sue
responsabilità
materiali,
spirituali
e
apostoliche
in
collaborazione con i Pastori. Due anni più tardi, nell’aprile del
1977, questi orientamenti sono stati oggetto di un documento
fondamentale dal titolo “Options fondamentales pour un
nouveau départ” (Opzioni fondamentali per una nuova
partenza). Era stato assunto l’impegno di costruire una
“Chiesa-famiglia di Dio”: una Chiesa in cui tutti e ognuno
potessero diventare sempre più solidali, responsabili e uniti,
per il proprio futuro. Per vari aspetti, l’edificazione della Chiesafamiglia tende a donare alla Chiesa del Burkina-Faso il suo
volto locale.
Avete quindi incoraggiato l’organizzazione di comunità fraterne
in cui si viva lo spirito della famiglia; e i vostri sforzi in questo
settore hanno già portato frutto: saluto l’insieme di fedeli laici
che, da voi, assumono generosamente il loro ruolo nella
missione dell’evangelizzazione, nelle parrocchie o nelle piccole
comunità, o anche nella catechesi, nei movimenti, nei gruppi di
preghiera, nei diversi servizi ecclesiali, come sono citati
nell’enciclica Redemptoris missio (cf. n. 74). Auspico che, con il
vostro aiuto, questi cristiani impegnati perseverino nella loro
formazione alla luce della Parola di Dio e grazie a una
frequentazione sempre più fruttuosa dei sacramenti. I
catechisti, in particolare, sono “evangelizzatori insostituibili,
che rappresentano la forza basilare delle comunità cristiane”
(Ivi, 73), ed è importante assicurare ad essi “una più accurata
61
preparazione dottrinale e pedagogica, il costante rinnovamento
spirituale e apostolico” (Ivi).
Resta da continuare la considerevole opera che consiste nel
risvegliare sempre più nel cuore dei battezzati la loro vocazione
ad essere “il sale della terra”, a far si che l’influenza dei
cristiani del Burkina-Faso e del Niger nelle cose temporali,
seguendo lo spirito del Vangelo, sia ancor più reale. Il dovere
dei laici è stato e rimane quello di permeare ancor più
vigorosamente dello Spirito di Cristo i diversi settori della vita
in società: di qui il bisogno per essi, come sottolineava Mons.
Compaoré, di avere una conoscenza sufficiente della dottrina
sociale della Chiesa. La vostra lettera pastorale del 18 giugno
1991 ricordava, giustamente, che non vi dev’essere presso i
cristiani “divorzio tra la fede che proclamano e i loro
comportamenti
quotidiani.
Non
si
può
creare
una
contrapposizione artificiale tra le attività professionali, politiche
o sociali e la vita di fede” (Servire l’uomo e la società, 33).
Infine, la ricerca della formazione integrale di tutti i fedeli, che
è dappertutto una priorità pastorale, è la migliore difesa contro
le sollecitazioni delle sette o le tentazioni di un ritorno a
vecchie forme africane di vita religiosa.
La formazione dei laici, il ruolo dei sacerdoti e dei
consacrati
Per assicurare questa importante opera di formazione del
laicato, avete bisogno di sacerdoti qualificati in numero
sufficiente. E avete bisogno di quadri per preparare
adeguatamente questi sacerdoti ai loro compiti, come
sottolinea la recente Esortazione apostolica post-sinodale
Pastores dabo vobis di cui conviene meditare, tra l’altro,
quanto si dichiara riguardo ai protagonisti della formazione
sacerdotale (cf. nn. 65-69).
So che i vostri immediati collaboratori nel sacerdozio sono
generosamente dediti alla missione della Chiesa e compiono un
considerevole lavoro. Possano aderire sempre più alla persona
di Cristo che li aiuterà a superare le sollecitazioni di ogni
genere che vengono sia dalle loro famiglie, sia da un ambiente
moralmente scosso! Possano essi avere il coraggio di lottare
contro corrente per rimanere testimoni autentici e limpidi di
62
Cristo, del suo messaggio di salvezza e di santità! La vostra
direttiva “Sacerdoti di Cristo - Pastori e Servitori nella Chiesafamiglia” offre loro eccellenti orientamenti perché rimangano
sacerdoti come vuole la Chiesa, illuminata da una tradizione
secolare, e anche quali il mondo africano di oggi abbisogna.
Nel loro ministero, i sacerdoti sono sostenuti e appoggiati dai
religiosi e dalle religiose, attivi o contemplativi, che
costituiscono una grande forza nella vostra “Chiesa-famiglia” e
che i Vescovi sono chiamati a promuovere. Essendo la vita
religiosa innanzitutto una scuola di santità, le persone
consacrate sono in grado di essere per i membri della Chiesafamiglia veri e propri maestri spirituali. Intimamente legate alla
missione di Cristo, esse cercano di vivere sul suo esempio.
Totalmente prese dall’amore del Padre, desiderano essere
completamente dedite, nello Spirito, all’opera di salvezza del
Figlio.
Auspico che, sotto la vostra responsabilità, religiosi e religiose
autoctoni sviluppino il loro contributo specifico all’edificazione
del Corpo di Cristo, in armoniosa collaborazione con quanti,
uomini e donne, venuti da fuori, testimoniano la comunione con
la Chiesa universale mediante la loro presenza attiva sempre
molto apprezzata.
(…)
La famiglia continui ad essere quindi oggetto della
vostra azione pastorale
Nel corso della mia visita pastorale nel vostro paese,
rivolgendomi ai fedeli riuniti a Bobo-Dioulasso, facevo notare
che l’edificazione del Corpo di Cristo passa attraverso la forza
di vita che anima le famiglie cristiane. Gli sposi, con la loro
alleanza
monogama
irreversibile,
offrono
un’immagine
dell’amore che viene da Dio. A loro volta, fanno nascere la vita;
aprono le vie alla speranza per i figli che crescono nella gioia di
essere amati. Rendono la propria unione un segno visibile della
felicità di essere cristiani ed è mediante la famiglia che
l’evangelizzazione progredisce.
Che la famiglia continui ad essere quindi oggetto della vostra
azione pastorale! Tutto quello che voi seminate nella terra
profonda delle realtà familiari porterà frutti di prosperità per la
vostra patria e per la Chiesa.
63
La gioventù del Burkina-Faso e del Niger, capitale di speranza
per la società civile e per la Chiesa, è numerosa e dinamica.
Giovani di famiglie cristiane o giovani catecumeni in cammino
verso la fede si riuniscono volentieri per attività religiose, per
momenti di preghiera o per esperienze di quaresima: essi
amano vivere la fratellanza. Possano essere i degni eredi delle
ricchezze umane dei vostri popoli, nel lavoro, ad esempio, o
nella volontà di vincere! Dinanzi al flagello della droga o nello
sviluppo di una sessualità mal compresa, conviene mostrare
loro come costruire la propria vita nel senso della verità, della
libertà, della solidarietà e del servizio.
Vi incoraggio a cercare al tempo stesso il dialogo e la
proclamazione del Vangelo
Nei vostri paesi, i cattolici vivono in mezzo a una maggioranza
di credenti di religioni tradizionali o dell’Islam. Con questi
fratelli e sorelle che non condividono la stessa fede bisogna
coltivare un’intesa sempre più costruttiva, per la gloria di Dio e
per il bene comune. Cercate di proteggere e di promuovere
insieme la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà.
Infine, consentitemi di incoraggiarvi a cercare al tempo stesso
il dialogo e la proclamazione del Vangelo: Non si può porre il
problema di scegliere il primo dovere ed ignorare l’altro. Noi
dobbiamo sempre annunciare questo Dio fondamento della
nostra fede, ragione della nostra speranza e fonte del nostro
amore. Per cercare con sincerità e in uno spirito di apertura il
dialogo
interreligioso,
che
fa
parte
della
missione
evangelizzatrice della Chiesa, ponete in opera l’insegnamento
dell’Enciclica Redemptoris missio (nn. 55-57) e le direttive del
documento “Dialogo e annuncio”, pubblicato nel maggio del
1991 dal Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso e dalla
Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
(…)
4 luglio 1997
(…)
Il primo centenario dell'inizio dell'evangelizzazione in
Burkina Faso un'occasione privilegiata per radicare più
profondamente la loro fede in Gesù Cristo
64
Alle soglie del terzo millennio, la Chiesa celebrerà il primo
centenario dell'inizio dell'evangelizzazione in Burkina Faso. È un
bene che, grazie alla vostra iniziativa, i cristiani siano stati
invitati a conoscere e a meditare la storia delle loro comunità
nel corso di questo secolo che ha visto germinare e crescere il
seme piantato dalla fondazione della prima stazione missionaria
a Koupéla nel 1900. Insieme a voi rendo omaggio ai missionari
che si sono adoperati con uno zelo ammirevole affinché la
Buona Novella fosse trasmessa e nascessero le comunità
autoctone che oggi vediamo svilupparsi in modo considerevole.
Ripercorrendo questo cammino della Chiesa in Burkina Faso
verso il suo centenario, i cristiani renderanno fervidamente
grazie al Signore per tutti i doni ricevuti e saranno incoraggiati
a proseguire con ardore l'opera intrapresa dai loro padri nella
fede.
Questo tempo giubilare è per i fedeli dei vostri due Paesi
un'occasione privilegiata per radicare più profondamente la loro
fede in Gesù Cristo, unico Mediatore e Salvatore di tutti gli
uomini. Ciò consentirà loro di rinnovare lo sforzo missionario
affinché l'annuncio della salvezza possa raggiungere il maggior
numero possibile di persone. In questa prospettiva, l'opera di
edificazione della Chiesa-Famiglia, che voi perseguite con
abnegazione e con grande volontà d'inculturazione del Vangelo,
testimonia l'amore e il rispetto che, come discepoli di Cristo,
nutrite per i vostri popoli, per le loro culture e per tutta l'Africa.
Auspico vivamente che l'Esortazione Apostolica Ecclesia in
Africa, frutto di quel momento di grazia che è stata l'Assemblea
speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, sia per ognuna
delle vostre Chiese locali la carta della sua missione di
evangelizzazione alle soglie della nuova fase che si apre dinanzi
ad essa.
(…)
La formazione permanente dei sacerdoti
Per ravvivare incessantemente il senso della missione che è
stata affidata loro e per rispondere in modo appropriato, la
formazione permanente deve essere seguita dai sacerdoti, a
qualsiasi età e in tutte le condizioni di vita. In effetti,
sostenendo l'esercizio del ministero sacerdotale, questa
65
formazione «tende a far sì che il prete sia un credente e lo
diventi sempre più: che si vede sempre nella sua verità, con gli
occhi di Cristo» (Giovanni Paolo II, Pastores dabo vobis, n. 73).
Auspico dunque che nelle vostre Diocesi rimanga viva questa
preoccupazione indispensabile allo svolgimento del compito
pastorale proprio dei sacerdoti.
La prossima apertura di un nuovo seminario interdiocesano di
primo ciclo è un segno di speranza importante per il futuro
della Chiesa. Il discernimento che le vocazioni esigono e la
necessità di conferire ai candidati al sacerdozio una solidità
umana, spirituale e pastorale sono gravi responsabilità per i
Vescovi, primi rappresentanti di Cristo nella formazione
sacerdotale (cfr Pastores dabo vobis, n. 65).
La vitalità e lo sviluppo della vita consacrata
La vitalità e lo sviluppo della vita consacrata, soprattutto degli
istituti sorti nella vostra regione, sono progressi significativi per
un'autentica inculturazione del messaggio evangelico. «Se la
vita consacrata mantiene la forza profetica che le è propria,
diventa all'interno di una cultura fermento evangelico capace di
purificarla e farla evolvere » (Vita consecrata, n. 80).
Il posto importante occupato dai laici nella vita della
Chiesa in Niger e Burkina Faso
Mediante le vostre relazioni ho constatato il posto importante
occupato dai laici nella vita delle vostre comunità. Attraverso i
loro diversi impegni essi realizzano la propria vocazione di
battezzati nella Chiesa e nella società. Li invito a rimanere
«assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e
nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere»
(At 2, 42), in particolare partecipando attivamente alla vita
delle parrocchie e delle comunità cristiane di base, che sono
luoghi privilegiati di nascita e di sviluppo della Chiesa-Famiglia.
Auspico che nei loro numerosi movimenti di apostolato e nei
gruppi spirituali trovino i mezzi per creare, in unione fraterna,
focolari ardenti di evangelizzazione e che, mediante la loro
azione nella vita civile, divengano fermenti di trasformazione
della società.
(…)
66
Un incoraggiamento ai catechisti
Desidero rivolgere un incoraggiamento particolare ai catechisti
titolari e ausiliari, ai «papà e alle mamme catechisti», il cui
ruolo è fondamentale per la trasmissione della fede. Li esorto a
utilizzare i mezzi che vengono offerti loro per approfondire la
conoscenza di Cristo e della dottrina della Chiesa. Potranno così
svolgere la loro missione in modo sempre più competente,
condividendo con i propri fratelli la loro esperienza dell'incontro
con il Signore. Vescovi e sacerdoti, siate per essi guide attente
e un sostegno quotidiano! D'altronde, sotto la vostra guida, in
stretta unione con i loro sacerdoti, i catechisti svolgono un
ruolo prezioso per l'accoglienza e per l'accompagnamento delle
persone che desiderano mettersi in cammino nella sequela di
Cristo, per condurle, nel corso del catecumenato, a un'adesione
di fede sincera e a una piena integrazione nella comunità
ecclesiale. In effetti il Battesimo «significa e opera questa
nuova nascita dallo Spirito, instaura vincoli reali e inscindibili
con la Trinità, rende membri del Corpo di Cristo, che è la
Chiesa» (Giovanni Paolo II, Ecclesia in Africa, n. 73).
La famiglia
Nelle società africane la famiglia occupa un posto fondamentale.
È pertanto necessario preservarne i valori essenziali. La
famiglia cristiana deve essere un luogo privilegiato in cui si
rende testimonianza a Cristo e al suo Vangelo. Educatrice per
ognuno dei suoi membri, essa è una scuola di formazione
umana e spirituale. I cristiani devono anche ricordarsi che «il
Matrimonio esige un amore indissolubile» e che «grazie a
questa sua stabilità può contribuire efficacemente a realizzare
appieno la vocazione battesimale degli sposi» (Ecclesia in Africa,
n. 83). Una preparazione seria dei giovani al sacramento del
matrimonio li condurrà al successo e alla piena maturità del
loro impegno formando una vera comunità d'amore. Vi
incoraggio dunque a favorire l'accompagnamento delle famiglie
cristiane nelle diverse tappe della loro formazione e del loro
sviluppo. Rivolgete un'attenzione particolare alle famiglie
giovani, per aiutarle a scoprire e a vivere la loro vocazione e le
loro responsabilità. Siate vicini a quelle che sono più esposte
alle difficoltà della vita.
67
Il ruolo della Chiesa nella promozione umana in Niger e
Burkina Faso
Grazie alle sue opere di aiuto, di promozione sociale, di servizio
nel mondo della sanità e dell'educazione, la Chiesa, nei vostri
Paesi, partecipa allo sviluppo dell'uomo e della società.
Desidero qui rendere omaggio al lavoro ammirevole di tanti
cristiani, sacerdoti, religiosi, religiose e laici, che mostrano con
generosità che la carità è al centro della missione della Chiesa.
Auspico che, da Ouagadougou, risuonino ancora i miei appelli
alla solidarietà per i popoli del Sahel. È inoltre opportuno
ricordarsi che «lo sviluppo di un popolo non deriva
primariamente né dal denaro, né dagli aiuti materiali, né dalle
strutture tecniche, bensì dalla formazione delle coscienze, dalla
maturazione delle mentalità e dei costumi. È l'uomo il
protagonista dello sviluppo, non il denaro o la tecnica»
(Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, n. 58). Sono lieto
dell'impegno dei Pastori e degli animatori di comunità in questa
opera di educazione delle coscienze. Di recente voi Vescovi del
Burkina Faso avete esortato i fedeli e tutti gli uomini di buona
volontà a tutelare e a consolidare la pace sociale, per
contribuire a «umanizzare la società» in un periodo delicato
della vita collettiva. Auspico ardentemente che la pace e la
concordia regnino fra tutti i componenti delle nazioni della
vostra regione e che venga trovata una soluzione definitiva,
fondata sulla giustizia e sulla solidarietà, ai problemi che
ancora si presentano.
I rapporti fraterni dei cattolici con gli altri cristiani si
devono manifestare concretamente
Sull'esempio del Concilio Vaticano II, il Sinodo africano ha
ricordato con insistenza che «l'atteggiamento di dialogo è il
modo d'essere del cristiano all'interno della sua comunità,
come nei confronti degli altri credenti e degli uomini e donne di
buona volontà» (Ecclesia in Africa, n. 65). I rapporti fraterni dei
cattolici con gli altri cristiani devono dunque manifestare
concretamente la responsabilità comune dei discepoli di Cristo
nella testimonianza che essi devono rendere al Vangelo. Nella
vostra regione vi sono anche molti fedeli dell'Islam. Sono lieto
dei rapporti sereni che il più delle volte s'instaurano fra i
credenti. Auspico vivamente che la conoscenza reciproca si
68
sviluppi sempre più. La possibilità, riconosciuta dalla società, di
scegliere liberamente la propria religione contribuirà a creare
un'atmosfera di rispetto, di fratellanza e di verità che favorirà
l'opera comune per la promozione delle persone e della
collettività. Che i cristiani testimonino, con questo stesso spirito
di dialogo fraterno, la loro fede in Gesù Salvatore presso quanti
aderiscono alla religione tradizionale o ad altre correnti di
pensiero!
Vi incoraggio a perseguire, all'interno della vostra
Conferenza Episcopale, una generosa solidarietà in vista
della missione
Cari Fratelli nell'Episcopato, la diversità delle situazioni della
Chiesa nei vostri Paesi e i grandi bisogni delle vostre Diocesi,
soprattutto di personale apostolico, non mi sono sconosciuti. Vi
incoraggio pertanto a perseguire, all'interno della vostra
Conferenza Episcopale, una generosa solidarietà in vista della
missione. La condivisione delle risorse umane e materiali,
anche quando si hanno bisogni urgenti, è un'espressione della
comunione che deve esistere fra tutte le Chiese locali.
Preoccupatevi in modo particolare di aiutare le Diocesi più
bisognose a formare animatori e catechisti che permetteranno
di costituire comunità vive e attive. Invito i sacerdoti, i religiosi
e le religiose a rendersi disponibili nei confronti dello Spirito
Santo, dei loro Vescovi e dei loro superiori, ad accettare di
essere mandati a predicare il Vangelo al di là delle frontiere
della propria Diocesi o del proprio Paese (cfr Giovanni Paolo II,
Ecclesia in Africa, n. 133). Spetta oggi a voi donare ad altri ciò
che voi stessi avete ricevuto dai missionari provenienti da altri
luoghi e che il Signore ha fatto crescere nei vostri Paesi.
(…)
17 giugno 2003
Il problema della fame nel Sahel
Preoccupandomi dello sviluppo duraturo e integrale delle
popolazioni dei vostri Paesi, tanto care al mio cuore, non
dimentico la lotta quotidiana che esse devono condurre per
sopravvivere. Le difficili condizioni climatiche dell'area
saheliana e la crescente desertificazione della regione
69
mantengono le popolazioni in una povertà endemica che
genera precarietà e disperazione, suscitando inoltre in esse il
sentimento di sentirsi escluse dalla scena internazionale.
Desidero lanciare solennemente un nuovo appello alla
Comunità internazionale, affinché manifesti concretamente e in
modo duraturo il suo sostegno alle popolazioni provate del
Sahel, auspicando che la solidarietà, nella giustizia e nella
carità, non conosca confini né limiti e che la generosità
permetta di guardare al futuro con maggiore serenità.
La vitalità missionaria della Chiesa in Niger e Burkina
Faso
Malgrado le difficoltà legate alla precarietà della vita delle
popolazioni locali, la vitalità missionaria delle vostre Chiese
diocesane si è potuta esprimere in molteplici modi. Rendo
grazie insieme a voi per le celebrazioni che hanno segnato il
centenario dell'evangelizzazione del Burkina Faso. In quella
lieta occasione, avete potuto fare l'esperienza della presenza
dello Spirito all'opera nel cuore dei credenti fin dagli albori
dell'evangelizzazione. So con quale zelo avete coinvolto le
comunità locali, soprattutto mediante sinodi diocesani, nella
preparazione e nella celebrazione di questo tempo forte
ecclesiale, che ha coinciso con quell'evento di portata
universale che è stato il grande Giubileo dell'Incarnazione. Gli
orientamenti pastorali del primo sinodo nazionale del Burkina
Faso hanno anche invitato chiaramente le comunità cristiane a
non lesinare sforzi per edificare la Chiesa-Famiglia di Dio,
chiamata a camminare verso la santità, al fine di consentire
"all'annuncio di Cristo di raggiungere le persone, plasmare le
comunità, incidere in profondità mediante la testimonianza dei
valori evangelici nella società e nella cultura" (Novo Millennio
ineunte, n. 29). Rendendo grazie insieme a voi per il lavoro
paziente e audace dei primi missionari, aiutati da valorosi
catechisti, incoraggio i Pastori e i fedeli a mostrarsi loro degni
successori, facendo nascere e vivere comunità cristiane sempre
più gioiose e attraenti, segni di comunione e di fraternità. Che
ovunque si trovino i discepoli di Cristo siano resi visibili i segni
dell'amore di Dio per gli uomini!
Sviluppare una coscienza missionaria nel cuore di ogni
70
credente
Evangelizzare è una missione fondamentale della Chiesa.
L'annuncio del Vangelo non si può realizzare pienamente senza
il contributo di tutti i credenti, a tutti i livelli della Chiesa
particolare. Le vostre relazioni quinquennali mostrano in diversi
punti la vostra preoccupazione pastorale di rendere i cristiani,
in virtù del loro Battesimo, sempre più attori nell'opera
dell'evangelizzazione. In effetti, "l'azione evangelizzatrice della
comunità cristiana, prima sul proprio territorio e poi altrove
come partecipazione alla missione universale, è il segno più
chiaro della maturità della fede" (Redemptoris missio, n. 49).
Sviluppare questa coscienza missionaria nel cuore di ogni
credente resta una vera sfida delle cui dimensioni siete ben
consapevoli.
L'inculturazione è una priorità e un'urgenza
Affinché la Chiesa possa incarnare il Vangelo nelle diverse
culture, accogliendo ciò che vi è di buono in queste culture e
rinnovandole dall'interno, nell'Esortazione Apostolica Ecclesia in
Africa ho ricordato che l'inculturazione è una priorità e
un'urgenza nella vita delle Chiese particolari, un cammino
verso una piena evangelizzazione, affinché ogni uomo possa
"accogliere Gesù Cristo nell'integrità del proprio essere
personale, culturale, economico e politico, in vista della piena
adesione a Dio Padre, e di una vita santa mediante l'azione
dello Spirito Santo" (n. 62). La pastorale dell'inculturazione che
avete messo in atto nelle vostre Diocesi sta recando frutti, in
particolare nella vita e nella testimonianza delle comunità
cristiane di base, fermenti di vita cristiana e segni concreti della
comunione missionaria che la Chiesa-Famiglia è chiamata a
divenire.
Nelle vostre relazioni quinquennali rendete grazie per la vitalità
e per la testimonianza di queste piccole comunità locali.
Misurate tuttavia il lungo cammino che resta da percorrere
affinché il Vangelo trasformi interiormente la mente e il cuore
dei credenti, di modo che si riconoscano come fratelli e sorelle
in Cristo. Il ritorno a pratiche antiche che non sono ancora
purificate dallo Spirito di Cristo, le difficoltà a considerarsi
membri di una stessa famiglia salvata dal sangue di Cristo, e i
pericoli di una civiltà moderna detta del progresso che
71
indebolisce i legami nelle famiglie e fra i gruppi umani: tutto ciò
è per voi un invito a non lesinare sforzi affinché i discepoli di
Cristo assimilino pienamente il messaggio evangelico e
conformino la loro vita a questo messaggio, senza tuttavia
rinunciare ai valori africani autentici.
I cristiani hanno bisogno di trovare forze nuove per superare gli
ostacoli all'annuncio del Vangelo e per lavorare efficacemente
alla sua inculturazione: è essenziale che la loro fede sia sempre
più saldamente fondata ed educata. Voi avete una viva
coscienza di questa responsabilità che vi incombe, e ve ne
occupate insieme all'interno della Conferenza Episcopale,
mediante una condivisione di esperienze e un approfondimento
teologico e pastorale. Si tratta di permettere ai Pastori e ai
fedeli di lasciarsi afferrare da Cristo, di accettare di dipendere
radicalmente da Lui, di voler vivere della sua vita e di imparare
a fare la sua volontà, per procedere sul suo esempio verso la
santità vera (cfr 1 Ts 4, 3). Vi incoraggio dunque ad aiutare
senza posa i fedeli laici delle vostre Diocesi a prendere sempre
più vivamente coscienza del loro ruolo nella Chiesa e a onorare
così la loro missione di battezzati e di confermati. La pastorale
sacramentale, la liturgia, la formazione biblica e teologica, ma
anche le diverse espressioni artistiche e musicali, come pure i
mezzi di comunicazione sociale, devono permettere ai cristiani
di scoprire le ricchezze della fede cristiana con i mezzi a loro
disposizione e di radicarsi in Cristo per prendere parte sempre
più attivamente alla vita delle comunità locali, senza tuttavia
sottrarli all'esercizio della loro vocazione battesimale nella vita
sociale, economica e politica della nazione.
Promuovere la dignità del matrimonio cristiano
Nell'Esortazione Apostolica Ecclesia in Africa ho sottolineato che
in quanto "Chiesa domestica", "costruita sulle solide basi
culturali e sui ricchi valori della tradizione familiare africana, la
famiglia cristiana è chiamata ad essere una valida cellula di
testimonianza cristiana nella società segnata da mutamenti
rapidi e profondi" (n. 92). Le vostre relazioni quinquennali
ricordano la testimonianza resa da numerose famiglie, che
vivono in modo eroico la fedeltà al sacramento del matrimonio
cristiano, nel contesto di una legislazione civile o di costumi
tradizionali poco favorevoli al matrimonio monogamo. Mentre
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minacce gravano oggi sulla famiglia africana e sui suoi
fondamenti, vi esorto a promuovere la dignità del matrimonio
cristiano, riflesso dell'amore di Cristo per la sua Chiesa,
ricordando in particolare che l'amore reciproco dei coniugi è
unico e indissolubile, che il matrimonio, grazie alla sua stabilità,
contribuisce alla piena realizzazione della loro vocazione umana
e cristiana, e che una famiglia così è l'ambito di sviluppo dei
bambini e di trasmissione dei valori. Le comunità cristiane,
unite ai loro Pastori, avranno così a cuore di assistere le
famiglie
nell'educazione
dei
giovani.
Parimenti,
si
preoccuperanno di aiutare i fidanzati nel loro cammino verso il
sacramento del matrimonio, poi, più tardi, nella loro vita
coniugale e familiare, affinché possano mettersi essi stessi al
servizio della Chiesa e della società.
(…)
La formazione dei candidati al sacerdozio
La formazione dei candidati al sacerdozio è una grave
responsabilità per il Vescovo. Alcuni fra voi ne hanno fatto una
priorità pastorale. È fondamentale rivolgere un'attenzione
particolare
all'organizzazione
di
questa
formazione
e
preoccuparsi di scegliere con cura formatori idonei. È
necessario anche sensibilizzare e rendere partecipi le comunità
diocesane circa la loro responsabilità nella formazione dei futuri
sacerdoti. "È la Chiesa come tale il soggetto comunitario che ha
la grazia e la responsabilità di accompagnare quanti il Signore
chiama a divenire suoi ministri nel sacerdozio" (Pastores dabo
vobis, n. 65). Inoltre una seria formazione spirituale,
intellettuale e pastorale, indispensabile per l'esercizio del
ministero presbiterale, dovrà essere unita a una salda
formazione umana e culturale. Sarà particolarmente importante
insistere sulla maturazione affettiva dei candidati, necessaria a
chi è chiamato al celibato; ciò consiste nell'"offrire, con la
grazia dello Spirito e con la libera risposta della propria volontà,
la totalità del suo amore e della sua sollecitudine a Gesù Cristo
e alla Chiesa" (Ibidem, n. 44).
Il dialogo interreligioso
Nei vostri Paesi, le comunità cristiane vivono in seno a società
segnate dal predominio dell'Islam e dei valori che gli sono
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propri. Sono lieto che, come voi mi avete detto, le relazioni dei
cattolici con i credenti dell'Islam siano generalmente
improntate al rispetto, alla stima e alla pacifica convivenza.
Cristiani e musulmani sono in effetti "chiamati ad impegnarsi
nel promuovere un dialogo immune dai rischi derivanti da un
irenismo di cattiva lega o da un fondamentalismo militante, e
nel levare la loro voce contro politiche e pratiche sleali, così
come contro ogni mancanza di reciprocità in fatto di libertà
religiosa" (Ecclesia in Africa, n. 66). Vi incoraggio a coltivare
questo dialogo, dotandovi di strutture e di mezzi che lo
garantiscano, affinché sia bandita la paura dell'altro, che nasce
spesso dall'ignoranza profonda dei valori religiosi che lo
animano, senza mai rinunciare a dare ragione, in tutta
chiarezza, della speranza che è in voi. Che dal patrimonio
autentico delle loro tradizioni religiose cristiani e musulmani
traggano le forze necessarie per collaborare allo sviluppo
solidale del loro Paese!
(…)
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