TORONTO (Canada)

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TORONTO (Canada)
TORONTO
(Canada)
Da anni vivo in questo bellissimo paese dove ero venuto per lavoro e che poi adesso
considero la mia seconda patria. Cercherò di farlo conoscere anche a chi non ci è mai
stato.
Toronto è la capitale della Provincia dell’ Ontario e sede del Parlamento provinciale. E’
la più importante città della Provincia e del Paese sia per il numero di abitanti
(2.5milioni in città e 5 miln, nella “Grande Toronto”) sia dal punto di vista finanziario e
industriale. Il nome Toronto deriva da una parola degli indiani mohwak, primi abitanti
della zona, che vuol dire “luogo di incontro”. I “torontonians” pronunciano il nome della
loro citta’ “Torono” omettendo la “t” come d’altronde fanno per alcuni numeri: “tweny”
e “fory” invece che “twenty” e “forty”. Infine pronunciano “Orawa” per “Ottawa” che è
la seconda citta’ dell’Ontario, capitale del Canada, sede del governo federale. Anche
Ottawa è un nome indiano, come lo è Mississauga, che è una città di circa un milione di
abitanti, confinante con Toronto (un po’ come Monza con Milano) ed ha un sindaco
donna, Hazel MCCallion, di ottant’anni che è in carica da piu’ di venti anni e che
recentemente è risultata seconda in una lista dei migliori sindaci nel mondo.
Toronto è una città multiculturale e multietnica per eccellenza. Praticamente tutte le
lingue principali ed etnie del mondo sono rappresentate. Più
della metà degli abitanti di Toronto sono nati fuori dal
Canada e parlano in casa una lingua diversa dell’Inglese. La
più larga minoranza etnica, circa un milione, è rappresentata
dai cinesi. Fino a dieci anni fa, prima che Hong Kong
divenisse parte della Cina, questo primato spettava agli
italiani che ora, con circa 350 mila abitanti (ma le cifre
ufficiali non sempre collimano) sono secondi, seguiti dai greci, portoghesi, filippini,
indiani e pachistani, cingalesi, e russi.
Queste comunità vivono raggruppate in distinte zone della città, anche se nel tempo si è
assistita a una loro migrazione nell’ambito del territorio cittadino. Per esempio i primi
immigrati italiani, dopo la fine della seconda guerra mondiale, si erano stabiliti nella
zona di College Street, che è praticamente in downtown Toronto. Successivamente gli
italiani si sono spostati più a nord, nella zona di St. Clair e il loro posto a College Street è
stato preso dai portoghesi. Ancora oggi il quartiere di St. Clair porta l’appellativo di
Little Italy (fra l’altro la Banca Commerciale Italiana of
Canada aprì la sua prima filiale al pubblico proprio li, nel
1984). Ma ormai solo i vecchi italiani abitano ancora li;
quelli di seconda generazione, negli anni ’80, si sono spostati
molto più a nord, nella zona residenziale di Woodbridge
(che io ho soprannominato “Ponte di Legno”) e vivono in
case molto più moderne e accoglienti. In quel quartiere,
molte strade hanno nomi italiani e nei negozi si possono trovare tutti i prodotti italiani di
cui noi affezionati nostalgici abbiamo bisogno, dal cibo ai mobili, scarpe e abbigliamento
e perchè no, anche una concessionaria della Ferrari e Maserati.
Un fatto curioso è che a Toronto ci sono piu’ friulani che a Udine. Sull’elenco telefonico
ci sono più “Osti” che a Roma. C’e un club dei proprietari di vecchie “Fiat 500” che ogni
hanno si riuniscono e sfilano per la città. Il “Sora Club” è il club più numeroso a Toronto,
seguito da una miriade di piccoli clubs in onore dei vari paesini di provenienza degli
italiani. Nel 1982 quando l’Italia vinse la coppa del mondo del calcio, circa 100 mila
italiani festanti si riunirono in St.Clair per celebrare, cosa mai successa per altre
occasioni.
Mentre la seconda generazione di italiani parla quasi esclusivamente inglese, e a
malapena sa dire “ciao” quelli della prima generazione sono un pò “confusi”, cioè
parlano una lingua che non è italiano o inglese ma bensi un misto inframmezzando parole
nel dialetto delle proprie parti e “italiese” cioè usano parole inglesi itlianizzate tipo: carro
per automobile, sinco per lavandino, bega per sacca della spesa, tracco per il camion, la
tichetta per il biglietto del tram ecc. ecc. Per non parlare poi dei termini bancari:
cecca = assegno, acconto = conto, managerio = direttore di banca, rata = tasso di
interesse, morgaggio = mutuo.
La migliore in questo fraseggio mi capitò un giorno di un inverno freddissimo che
provocò il congelamento delle tubature dell’acqua in casa. Venne l’idraulico, ovviamente
di origine italiana che mi disse: “ si sono frizate le pippe” (“ the pipes are frozen”).
Questa forzatura lingustica è ovviamente presente anche nei menu dei ristoranti quando si
ha a che fare con piatti italiani. Le fettuccine sono diventati “fettuccini”; I fuslli “fussili”,
gli gnocchi “gnocci”, le verdure “ i vegetali” ecc. ecc.
Da quando sono arrivato, nel 1978, Toronto ha fatto enormi cambiamenti nello stile di
vita, proprio grazie a questa sua diversità di gruppi etnici. Allora downtown Toronto
dopo le cinque di sera del venerdì e durante il week end era una città
fantasma: tutto chiuso e nessuno in giro. Ora è tutto cambiato grazie
alla costruzione di numerosi palazzi condominiali che hanno riportato
la gente a vivere in città. Allora i negozi erano chiusi il sabato
pomeriggio e tutto il giorno la domenica, secondo la tradizione
anglossassone. Oggi sono aperti tutti i giorni ed alcuni anche 24 ore al
giorno. Hai bisogno di qualcosa il giorno di Natale o del primo
dell’anno? Niente paura: vai in Chinatown e troverai il cinesino
aperto che ti vende di tutto. E’ il giorno del capodanno cinese?
Nessun problema: vai nel quartiere ebreo……
Hai nostalgia di qualche cibo particolare: centinaia di ristoranti di diverse cucine sono a
disposizione. Vuoi mangiare il panettone TreMarie a Natale e Capodanno. Nessun
problema. Ce l’hanno i migliori supermercati di zona ed a prezzi inferiori che in Italia.
Massimo Osti