Il cateterismo e la gestione del catetere vescicale
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Il cateterismo e la gestione del catetere vescicale
Il cateterismo e la gestione del catetere vescicale Infezioni correlate al cateterismo: epidemiologia e prevenzione Dr. Adriana Grasso Cristiana Longo EPIDEMIOLOGIA Le infezioni delle vie urinarie (IVU) rappresentano la sede più frequente di infezione nosocomiale Tra le infezioni correlate all’assistenza, la loro percentuale risulta essere, di circa il 40% L’inserimento di un catetere urinario è associato a un rischio, del 3-6 % per ogni giorno di permanenza in situ, di sviluppare una batteriuria INFEZIONI NOSOCOMIALI: le IVU (UTI) hanno un ruolo importante nelle infezioni correlate all’assistenza (ICA) • • • • • PAZIENTI CON I.O.: 5-8% EPISODI IO / ANNO: 450.000 - 700.000 EPISODI IO PREVENIBILI / ANNO: 135.000-210.000 DECESSI I.O.–R PREVENIBILI / ANNO: 1350-2100 SPESA: 900 milioni €/anno • SEDE DI INFEZIONE PIU’ FREQUENTI UTI INF. FERITA POLMONITI BATTERIEMIE (ML Moro, 2001) Come possono i batteri infettare le vie urinarie? • per via ASCENDENTE, colonizzazione dell’area periuretrale ( più frequente nelle donne causa la brevità dell’uretra e per la posizione contigua all’orifizio anale) • Per via EMATOGENA • Per via LINFATICA • Per CONTIGUITA’ (prevalentemente dal colon) Classificazioni delle IVU Secondo quanto proposto dalla European Association of Urology le infezioni possono essere classificate in : • NON COMPLICATE: cistiti • COMPLICATE: pielonefriti, urosepsi e forme speciali (prostatite, epididimite e orchite) Quali batteri causano le IVU? • I batteri Gramnegativi, sono quelli maggiormente chiamati in causa: • Escherichia coli • Proteus • Enterobacter • Serratia • Pseudomonas • Klebsiella Quali batteri causano le IVU? • I batteri Grampositivi, sono meno frequenti predominano: • Stafilococco fecalis • Stafilococco coagulasi negativo • Stafilococco saprofhyticus Lo spettro delle specie microbiche isolate nei pazienti anziani differisce in funzione dell’ambito di appartenenza (comunità, casa di cura, ospedale..) La contaminazione batterica in presenza di un dispositivo invasivo • La modalità di ingresso dei batteri può avvenire: • Durante l’inserzione del catetere • Via ascendente extraluminale • Via ascendente intraluminale La contaminazione batterica in presenza di un dispositivo invasivo La contaminazione della vescica avviene : • Per tecnica scorretta all’inserimento del catetere • Per contaminazione della flora anale nel sesso femminile a causa della brevità dell’uretra • Per contaminazione intra-luminale per mancato funzionamento del drenaggio chiuso o con la contaminazione delle urine nella sacca di raccolta FATTORI DI RISCHIO L’uso del catetere vescicale La durata della cateterizzazione (entro 30 gg dall’inserzione svilupperà una batteriuria) Il non rispetto delle norme igieniche La stasi fecale Un scorretto uso dei sistemi chiusi di drenaggio RIDURRE IL RISCHIO DI INFEZIONE EVIDENCE BASED • ricorrere al catetere solo se strettamente necessario; • utilizzare il catetere vescicale per un periodo breve; • Il catetere deve essere rimosso il più presto possibile: non appena l’indicazione all’uso cessi di esistere; • Per ridurre il rischio di lesioni, utilizzare il catetere di dimensioni più piccole possibili; • Utilizzare metodi alternativi: nei pazienti con lesione spinale acuta o vescicale neurogena è preferibile utilizzare il cateterismo ad intermittenza; RIDURRE IL RISCHIO DI INFEZIONE EVIDENCE BASED • La cateterizzazione deve essere eseguita solo da personale qualificato ed aggiornato; • Un’appropriata igiene delle mani è fondamentale per la prevenzione delle HAI (infezioni correlate all’assistenza). Lavare le mani prima e dopo l’inserimento del catetere e prima e dopo lo svuotamento o la sostituzione della sacca di drenaggio o qualsiasi manovra assistenziale sul catetere • Limitare l’uso nei soggetti a rischio di infezioni delle vie urinarie in particolare donne, anziani e soggetti immunodepressi. • Nei pazienti incontinenti o lungodegenti, è opportuno valutare la necessità di ricorrere all’uso di pannoloni, condom; RIDURRE IL RISCHIO DI INFEZIONE EVIDENCE BASED • Inserire il catetere con tecnica asettica e presidi sterili; • Eseguire una rigorosa antisepsi del meato urinario ed usare preferibilmente prodotti monodose; • Utilizzare prodotti lubrificanti monodose/monouso • Nei pazienti autonomi e mobilizzati preferire il catetere con valvola unidirezionale; • E’ raccomandato l’uso di sacche a circuito chiuso con rubinetto di drenaggio terminale; • L’igiene personale e la gestione del meato dopo l’inserzione del catetere deve essere quotidiana; RIDURRE IL RISCHIO DI INFEZIONE EVIDENCE BASED • Il catetere urinario di lunga durata dovrebbe essere sostituito periodicamente in accordo con le indicazioni delle ditte fornitrici; • La profilassi antibiotica periodica nei portatori di catetere non riduce le IVU e aumenta il rischio di colonizzazione da germi resistenti; • L’uso dell’antibiotico al cambio periodico del catetere non riduce le IVU e aumenta il rischio di antibiotico resistenza, pertanto si sconsiglia l’utilizzo. L’uso del catetere è associato a: Un aumento del rischio di infezioni delle vie urinarie Disagio per la persona cateterizzata Durata maggiore del ricovero ; costi aggiuntivi Aumento della mortalità Si raccomanda di ricorrere al catetere urinario solo nei casi in cui ogni altra alternativa non sia praticabile CONCLUSIONI L’infermiere ha un ruolo importante nella prevenzione delle infezioni delle vie urinarie associate all’uso del catetere È fondamentale l’adozione di misure preventive idonee e di raccomandazioni evidence based nella pratica infermieristica quotidiana